Sri Lanka fai da te low cost
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Innanzitutto perché andare in Sri Lanka? Se come me preferite vedere più cose possibili, senza però rinunciare a qualche giorno di relax, è il posto che fa per voi. E’ una terra varia che ha tanto da offrire: diverse culture e religioni, mare e montagna, dalle grandi città caotiche ai piccoli paesini sperduti, rovine di città antiche, templi buddisti e induisti (ma anche chiese cattoliche e moschee), viste mozzafiato, animali e piante endemici. E’ un’isola relativamente piccola (quanto l’Irlanda circa) quindi la si riesce a girare senza sprecare troppo tempo per gli spostamenti. Se optate come me per il viaggio low cost fai da te, vi interesserà sapere che ci sono pullman e treni che raggiungono tutte le mete più turistiche (parlerò in seguito più approfonditamente dei trasporti locali). Inoltre, cosa da non sottovalutare, è davvero economica, quindi consigliatissima soprattutto in quegli anni in cui si ha un budget ristretto.
INFO GENERALI
LINGUA Nelle zone turistiche quasi tutti parlano inglese, anche se con un accento un po’ improbabile, ma riuscirete a capirvi. Nelle aree meno turistiche invece parlano quasi tutti solo le lingue locali.
ABITANTI Sono diversi a seconda della zona dell’isola ma generalmente sono tutti molto disponibili, aperti e gentili. Nelle località turistiche cercheranno sempre di mangiarvi più soldi possibili, cercate di contrattare sempre, per loro è quasi un divertimento. E’ l’unico modo in cui potrebbero “rubarvi” qualcosa, per il resto la criminalità è bassissima, è un posto davvero sicuro. Sono molto espansivi, non hanno la nostra idea degli spazi personali e non stupitevi se qualcuno vi fermerà chiedendovi di fare una foto assieme, è una cosa normalissima. Si sono aperti da poco al turismo quindi sono molto incuriositi da noi europei, ogni occasione è buona per riempirvi di domande sul vostro Paese. I bambini in particolare sono adorabili, i più coraggiosi vi saluteranno, gli altri si limiteranno a fissarvi o sorridervi. Le sigarette sono carissime per il loro standard (4€ a pacchetto circa) quindi se vi vedono fumare vi assaliranno cercando di farsene offrire il più possibile.
CIBO E’ stata la mia croce per le 2 settimane passate in questo Paese… è tutto piccante! E quello che per loro è poco spicy per me che non lo amo e non ne sono abituata, lo era comunque troppo. Il trucco che ho adottato è stato scegliere i posti in cui ti potevano preparare qualcosa al momento e non prendere le cose già pronte. Tralasciando questo fatto, i cibi locali da assaggiare assolutamente sono il Rice&Curry e il Kotthu Roti. Il primo, il piatto singalese per eccellenza, si tratta di una serie di ciotoline contenenti verdure o salsine accompagnate da riso in bianco e pollo o pesce. Il secondo invece, senza alcun dubbio il mio preferito, si tratta di Roti (pane in singalese, più simile a una crepe) sminuzzato con delle spatole metalliche su una piastra rovente, su cui viene saltato insieme a verdure, uova, carne o pesce. Provate assolutamente anche quel miscuglio di ceci, cocco e verdure varie che vendono i bagarini in giro, davvero squisito. Per non parlare della frutta… mango, papaya, cocco, avocado, guava, jackfruit e starfruit, uno più buono dell’altro! La birra invece la troverete solo in pochissimi posti, in gran parte è illegale venderla. Da assaggiare anche la gustosissima e analcolica ginger beer.
TRASPORTI LOCALI: BUS E TRENI
BUS Le strade sono poche ma quasi tutte asfaltate, ad una corsia per senso di marcia. I pullman sono piuttosto frequenti per tutte le località, soprattutto quelle turistiche. Spesso vi dovrete sorbire ore di musica locale sparata a volume altissimo e non contate di riuscire a dormire perché guidano come dei matti. Se soffrite di mal d’auto come me cercate di prendere posto in mezzo in modo da non sentire troppo le vibrazioni e da non vedere i sorpassi da pazzi che fanno. I bus sono affollatissimi quindi se riuscite salite al capolinea in modo da prendere posto, altrimenti, se i locali vi vedono in difficoltà, saranno felici di cedervi il loro. Se avete grossi zaini o valigie potete scegliere di tenerle con voi pagando il “posto a sedere” anche per loro, oppure verranno collocati nel bagagliaio sul retro del pullman; vi consiglio la seconda opzione, nessuno ve li toccherà e lascerete liberi dei sedili per gli altri. I bus statali sono estremamente economici, si parla di 5€ per tratte di 5 ore.
TRENI Non sono più veloci dei bus ma alcune tratte montuose sono consigliabili, soprattutto per godervi il paesaggio dalle grandi vetrate del trenino panoramico che passa tra infinite distese di coltivazioni di tè. Come leggerete in seguito la nostra esperienza è stata particolare, non saprei dire se siamo stati fortunati oppure ce l’hanno solo voluto far credere, lascio giudicare a voi. Anche il treno è economico, ovviamente la prima classe costa un po’ di più ma comunque poco per il nostro standard.
VESTIARIO Portatevi cose leggere e comode, un cappellino per il sole che picchia forte (soprattutto nelle ore centrali), un k way per la pioggia, scarpe di tela. Molti locali girano a piedi nudi o con delle semplici ciabatte infradito, mi ha attirato questa cosa e ho fatto lo stesso quando era possibile. Non portatevi nessun capo di vestiario elegante per la sera perché non lo userete, non c’è assolutamente nulla in giro se non nella costa occidentale. Potete optare anche per dei pantaloni corti o canottiere ma ricordatevi di portarvi dietro una sciarpina per coprirvi nel caso dobbiate entrare nelle aree sacre. Tenete sempre un paio di calze nello zaino, camminare scalzi sulla pietra rovente dei templi non è per niente piacevole, ve lo assicuro!
COSTI La moneta locale è la rupia singalese che corrisponde a 150 per un euro. Vi riporto un elenco approssimativo dei costi che ho sostenuto:
· 150rp per 1h di strada sui bus statali;
· 300/400rp per piatto cucinato nei ristoranti locali;
· 100rp per pezzo di street food (ad esempio il Roti);
· 15/25€ ad ingresso alle città antiche, Sigiriya, escursione a Pigeon Island;
· Per il tuk tuk dipende moltissimo dalla città in cui vi trovate, ma la regola è contrattare sempre.
La spesa totale compresa di volo, alloggi, cibo, spostamenti è stata di 1100/1200€ a testa.
PRESA DELLA CORRENTE La presa è a 3 buchi posti a triangolo ma non vi servirà nessun adattatore. Basterà spegnere l’interruttore, infilare una matita nel 3° buco, inserire la spina, togliere la matita, riaccendere l’interruttore e il gioco è fatto.
… NEL DETTAGLIO
Il volo Milano-Colombo (con scalo a Dubai) comprato i primi di giugno è costato solamente 500€ con la Emirates.
La partenza è la sera del venerdì e atterriamo a Colombo alle 14 di sabato 12 settembre, dall’aeroporto prendiamo un pullman che ci porta alla stazione di Colombo (40 minuti circa) e da lì un altro bus per la città antica di Anuradhapura (5 ore circa). Da girare in bici perché dispersiva, ha rovine, stupe e templi buddisti. Non mi ha particolarmente emozionata (forse anche perché ero stanchissima dal viaggio infinito del giorno precedente) ma l’ho trovata trascurata, oltre che appunto dispersiva. Vicino alla città però c’è Mihintale, una collina su cui ergono una stupa, un grande Budda bianco e un punto panoramico da cui si può scorgere un panorama mozzafiato, soprattutto al tramonto. E’ senza dubbio una delle cose che mi è piaciuta di più dello Sri Lanka. La mattina presto si parte per Trincomalee, precisamente Nilaveli (località marina più consigliata nel web della costa orientale) in cui ci fermeremo per 3 notti. Le spiagge sono grandissime e deserte, il mare è un po’ mosso ma si riesce a fare il bagno senza problemi. Tenete in considerazione che questa area si è aperta da poco al turismo quindi non c’è nulla, nemmeno un ATM (quello più vicino è a Trincomalee che dista 30 minuti in tuk tuk), e le poche strutture sono piuttosto care dato che non hanno molta concorrenza. Però se cercate un posto in cui rilassarvi e farvi lunghe passeggiate in spiaggia è perfetto. Consigliatissima l’escursione sull’isola di Pigeon Island, parco naturale patrimonio UNESCO, in cui potrete fare snorkeling, vedere la barriera corallina e degli squaletti innocui. Tra la barca e l’ingresso all’isola stessa non spenderete poco considerando lo standard locale ma è assolutamente da vedere se siete in zona. Contate che nemmeno qui c’è nulla, nemmeno una bancarella che vende l’acqua, quindi portatevi dietro tutto. Vi consiglio anche di portare le scarpette per gli scogli perché i coralli graffiano e non poco e la spiaggia di residui di coralli bollenti sotto i piedi non è per niente piacevole. Inoltre si può fare anche una passeggiata nella boschetto e scalare degli scogli fino arrivare in cima e godersi un bel paesaggio sul mare.
La tappa successiva è stata il triangolo culturale: Dambulla, Sigiriya e Polonnaruwa. Abbiamo deciso di pernottare a Dambulla in modo da essere già vicini a una delle 3 mete e credo sia stata una buona scelta. Dambulla di per sé non ha molto da offrire, è una città che si estende esclusivamente sulla strada, inquinata e caotica. Potrete visitare qui i templi rupestri che consiglio di vedere dall’ultimo al primo in modo da godervi la bellezza della seconda caverna. Altro suggerimento, salite per il tramonto assieme ai locali che renderanno l’ambiente ancora più mistico.
Prossima tappa è Sigiriya, la raggiungiamo con tuk tuk che ci scarrozzerà per tutto il giorno. Località must see, dovete salire 1200 gradini per arrivare in cima ma non è nulla di traumatico perché farete tante pause per fare foto e godervi il panorama. Andateci la mattina presto prima che il sole inizi a picchiare, attenti agli alveari di api, soprattutto se siete allergici. In 3 ore avrete visitato la Lion Rock e il museo, vi consiglio di spostarvi a soli 20-30 minuti in tuk tuk a Pidurangala. Potreste trovare diversi locali che cercheranno di convincervi a farvi accompagnare in cima dicendovi che altrimenti vi perderete oppure che avete già preso la strada sbagliata, non credetegli, seguite le frecce verdi e arriverete a destinazione senza problemi. Da qui vi godrete una vista a 360° della natura singalese e da un lato scorgerete anche la Lion Rock. Nonostante non sia una meta particolarmente gettonata, per me è stato uno dei paesaggi più meravigliosi ammirati in questo Paese. Probabilmente sarete gli unici in cima e il vento soffia forte, vi sentirete un tutt’uno con la natura, una sensazione davvero fantastica.
Ultima tappa del triangolo culturale è Polonnaruwa, capitale antica dello Sri Lanka, che potrete girare in bici o anche tuk tuk (anche se secondo me perdereste parte della magia) e ammirare le antiche rovine. E’ molto estesa e non conviene girarla a piedi, perdereste troppo tempo. Noi in bici ci abbiamo messo mezza giornata abbondante. Di sicuro è la più bella delle capitali antiche e tenuta molto meglio rispetto alle altre, alcune zone potrete visitarle gratuitamente ma per visitare le migliori l’ingresso costa sui 25€. Vi consiglio di portarvi dietro dei calzini perché ci sono diverse aree sacre che dovrete girare a piedi nudi, portatevi qualcosa da sgranocchiare perché oltre a venditori di cocco non c’è molto altro. State attenti alle scimmie, qui ce ne sono tantissime (come in tutta l’isola in realtà), rubano di tutto, anche zaini interi!
Terminata la visita al triangolo culturale ci spostiamo verso Kandy, la seconda città maggiore dopo Colombo quindi inevitabilmente caotica. Vi consiglio di dedicare almeno 3-4 ore per il giardino botanico, davvero bello e curato, potrete quasi respirare un attimo di pace e tranquillità. Il mercato di Kandy è probabilmente quello più economico e quello che ho preferito in assoluto, vi consiglio di acquistare da qui i vostri souvenir. Inoltre non vi potete perdere lo spettacolo di Kandian Dance; noi abbiamo acquistato il biglietto direttamente dalla guest house a circa 10/15€ a testa (lo spettacolo c’è ogni giorno alle 17 e dura circa 1h), e successivamente visitato il Tempio del dente. Un giorno è sufficiente per Kandy, quindi la mattina dopo ci rimettiamo in viaggio verso la località montana Ella. Fortunatamente il proprietario della guest house è una persona gentile e disponibile ed è andato a prenderci i biglietti per il trenino panoramico il giorno stesso alle 4 di mattina, perché il giorno prima ci avevano detto che non c’erano posti liberi fino al mese successivo! Viaggiate in prima classe perché il viaggio è piuttosto lungo (circa 4h) e altrimenti non avrete posto per lasciare le valigie oltre che per sedervi, e il panorama sulle piantagioni di tè è davvero bello. All’ultimo minuto decidiamo di scendere a Haputale e dedichiamo il pomeriggio a questo paesino in cui in realtà non c’è molto da vedere quindi decidiamo di coccolarci un po’ con un massaggio ayurvedico (Consiglio per le donne: non fatevi assolutamente mettere l’olio in testa perché non riuscirete più a lavarlo via!).
Sveglia prestissimo in modo da poterci godere l’alba dal Lipton Seat ma purtroppo il sole inizia a sorgere mentre stiamo ancora salendo con il tuk tuk. Non ha importanza perché lo spettacolo è mozzafiato. Inizialmente si scorgono le vette delle montagne che sbucano fuori dalle nuvole basse, poi la foschia scende mostrando le infinite coltivazioni di tè. Copritevi bene perché finchè non inizia a scaldare il sole l’aria è davvero pungente. Scendiamo a piedi e nella discesa ci fermiamo a far visita ad un’azienda di tè, poi prendiamo il bus locale che ci riporta nella cittadina. Nel pomeriggio prendiamo il pullman che ci porterà a Ratnapura in cui ci affiancherà un signore gentilissimo e appassionato alla geologia, sarà la nostra guida per il museo e gli scavi di gemme. Fortuna vuole che la sera si terrà la famosissima Perahera, il festival in cui sfilano elefanti addobbati, ballerini con maschere, mangiafuoco ecc, e ovviamente non possiamo perdercela. Il posto è affollatissimo di locali e in poco tempo ce ne troviamo molti attorno pronti a raccontarci le loro tradizioni e a rispondere a qualsiasi nostra domanda (come riescono dato che il loro inglese non è un granchè) e subito ci troviamo in testa alla parata. Nonostante avessimo improvvisato all’ultimo questa destinazione ne rimaniamo affascinati: la Perahera racchiude in sé tutto ciò che fa parte della tradizione singalese. Ci ha piacevolmente incuriosito anche la popolazione locale che, non essendo abituata ai turisti, sembrava più attratta da noi che dal festival stesso.
La mattina dopo ci svegliamo all’alba e partiamo per la foresta pluviale di Sinharaja. Ci affidiamo ad un tuk tuk perché i pullman partono troppo tardi per noi e non arrivano proprio alla foresta ma un po’ prima. Purtroppo la guida (obbligatoria) ha un inglese pessimo nonostante alla reception ci fossimo raccomandati diverse volte, ma non importa, siamo riusciti comunque ad apprendere parecchie cose da lui e ci ha saputo mostrare tantissimi animali tra rettili, insetti, scimmie, volatili (tanti dei quali endemici dello Sri Lanka) che il nostro occhio inesperto non avrebbe notato. Portatevi dei calzettoni alti da mettere sopra ai pantaloni per le sanguisughe, oppure potete comprare direttamente lì quelli apposta per 2€. Potete accordarvi con la guida su che giro fare a seconda del tempo, il nostro è durato circa 4 ore. Attenzione che ci sono 2 ingressi, i locali consigliano quello di Pothupitiya a nord. Terminato il giro nella foresta usciamo e ritroviamo il nostro amico tuk tuk con le nostre valigie e ci facciamo accompagnare alla fermata del bus con direzione Hikkaduwa. Dopo diverse ore di viaggio e 3 cambi di pullman finalmente arriviamo al mare. Qui è tutto diverso, è la zona più turistica dell’isola quindi ci sono attrazioni, bar e anche le persone sono diverse, abituate ad avere a che fare con gli stranieri. La sera decidiamo di fare un giro al forte di Galle ma non ci fa una buona impressione. Sarà per lo stampo europeo della cittadina, per i prezzi alle stelle rispetto allo standard e per il modo di fare della gente ma non sembra nemmeno di essere in Sri Lanka.
L’indomani ci facciamo una bella mattinata di sole e snorkeling. Non è stagione per la costa sud-ovest quindi il mare è mosso, ma comunque grazie al nostro amico del Poseidon Diving Center riusciamo a vedere e toccare una tartaruga gigante. Questa purtroppo ha il guscio scheggiato dall’elica di una barca con il fondo trasparente piena di turisti, anche loro alla ricerca dell’enorme tartaruga. Altra cosa che ha fatto perdere punti alla località purtroppo, perchè mentre fai snorkeling ti passano di fianco facendoti il pelo rischiando di farti seriamente male, oltre che essere pericolosi per gli animali marini. Nel primo pomeriggio inizia a piovere quindi decidiamo di andare a vedere in museo delle maschere ad Ambalangoda, niente di eccezionale, ma tutto sommato niente male per un pomeriggio di pioggia. Anche in questo caso fortunatissimi, abbiamo assistito a un’altra Perahera ancora più grande della precedente.
Arriva velocemente la nostra ultima sera in territorio singalese passata in un bar davanti a una birra con il nostro nuovo amico del diving center che ci convince a provare surf a Galle la mattina successiva. Dopo questa fantastica esperienza prendiamo il pullman per Colombo (circa 3h di strada), città a dir poco caotica e sporca, da evitare il più possibile se non volte rovinarvi il ricordo della vacanza. Facciamo un giro veloce al mercato per gli ultimi pensierini prima di farci abbindolare da un tuk tuk che ci convince ad accompagnarci in aeroporto dicendoci che non c’erano più bus dopo le 16.30. Non abbiamo verificato la cosa ma siamo in ritardo quindi acconsentiamo. A malincuore ci tocca tornare a casa, ma porteremo per sempre dentro di noi il ricordo di questa terra vera non contaminata dal turismo di massa e della semplicità e gentilezza del popolo.