Spiagge infinite
Questo resoconto è la parte finale del viaggio in Botswana Vic Falls e Mozambico (pubblicato su TpC nell’area dedicata al Botswana).
Arriviamo quindi dal Sudafrica con un 4×4 attrezzato da campeggio. Per arrivare a Ponta d’Ouro è indispensabile questo tipo di vettura.
Profilassi per la malaria con Ledum palustre.
Cambio: 1 euro = 9.2 ZAR / 35 meticais / 1.38 USD 14 settembre In Sudafrica, maciniamo più km possibile verso il Mozambico. Ci fermiamo per la notte a Marble Hall alla White House Guest House (600 rand in tutto per la stanza e cena + colazione per due; www.Thewhitehouseguesthouse.Co.Za).
Chiacchieriamo un po’ con i sudafricani della guesthouse, sono accoglienti e simpatici, ritengono che il loro paese sia un po’ sottovalutato dal turismo europeo. Probabilmente hanno ragione, però è anche vero che il Sudafrica è “penalizzato” dalla vicinanza di paesi come la Namibia , il Botswana e il Mozambico che forse per noi europei profumano di più di Africa…Chissà? 15 settembre Verso il Mozambico, alla frontiera di Ressano Garcia.
Lungo la strada attraversiamo la zona del Kruger e degli aranceti. Viaggiando col finestrino aperto si sente forte l’odore delle zagare. Tutti i nomi delle località sono tedeschi o inglesi.
Alle 12.00 siamo alla frontiera. Una bolgia incredibile, bei tipetti dall’aria furbetta si offrono di aiutarci, dovremmo lasciargli i passaporti… non se ne parla.
I soliti moduli per i visti (25 USD l’uno) e per l’auto, oltre alla solita assicurazione (15 euro circa, vale 1 mese).
Verso le 14.30 siamo alle porte di Maputo, pecchiamo di presunzione e tiriamo su Ponta d’Ouro. Sono 120 km di sterrato, anzi, sabbia, insomma: sbagliamo strada, arriviamo in 5 ore, con le marce ridotte, il buio e il GPS che ci aiuta, per fortuna.
Tira un vento della malora, ha piovuto (e meno male, altrimenti la strada sarebbe stata anche più sabbiosa!), ci piazziamo nel primo posto disponibile: Motel Do Mar (850 rand per la camera, in riva all’oceano nel fine settimana, 630 negli altri giorni).
Qui gli standard sono molto più modesti che in Sudafrica o in Botswana… e i prezzi più elevati.
Cena al ristorante davanti all’ingresso del motel, l’Indigo (o qualcosa del genere), 1 kg di gamberi alla griglia in salsa di aglio e limone, una delizia, 10 euro.
16 settembre Ci svegliamo e non c’è più il vento, solo l’oceano di fronte e il sole della mattina presto, passeggiamo lungo la spiaggia, ci sono delle ville in costruzione, ma un po’ arretrate, non disturbano il panorama.
Decidiamo di spostarci, cerchiamo il campeggio di Ponta Molongane, con la luce le strade sono più affrontabili e così le distanze.
Troviamo un bungalow per 290 rand a notte, completo di cucina, ci stiamo 3 notti.
La spiaggia è immensa e deserta, il cielo grigio e la marea bassa, l’acqua dell’oceano incredibilmente tiepida.
Dietro la spiaggia c’è una duna di sabbia che protegge un interno molto verde, fatto di lagune, vegetazione spontanea e piccoli orti.
La notte sentiamo le zanzare (non c’è zanzariera nel bungalow…) ma niente malaria 17 settembre Qui il profumo dominante è quello del cespuglio della liquirizia, in Botswana c’era l’artemisia (soprattutto in Moremi) e in Sudafrica le zagare.
Finalmente spunta il sole, asciugamano, libro e relax totale.
Si fa il bagno, c’è anche un pezzetto di barriera corallina, bisogna stare attenti, la corrente è molto forte. Da riva vediamo i delfini.
A cena torniamo a magiare i gamberi a Ponta d’Ouro, col GPS! A Ponta Molongane (e forse anche a Ponta d’Ouro) non ci sono supermercati riforniti, bisogna fare la spesa in Sudafrica o a Maputo.
A Ponta d’Ouro c’è un distributore di carburante.
18 settembre Oggi il sole è pienissimo, il cielo terso e limpido, l’oceano più quieto, ci si può godere un po’ di più l’acqua dell’oceano.
Dietro il campeggio c’è un piccolo villaggio (le donne vengono a prendere l’acqua con le taniche al rubinetto del campeggio…), compriamo pomodori e cipolle per il pranzo e poi ancora mare.
Finalmente è spuntata la luna, è coricata, sembra il sorriso dello Stregatto di Alice.
19 settembre Bagagli e si riparte. 3 ore e siamo a Maputo, via Catembe (traghetto). Scegliamo l’hotel Polana. Bellissimo e carissimo (168,85 USD la camera, la più modesta!). E’ costruito un po’ fuori dal centro, su una collina a picco sull’oceano, ha una grande piscina a pianta ottagonale, ci si sta bene. La cucina non è eccezionale ma in linea coi prezzi della camera.
20 settembre Tutta Maputo. Come da raccomandazioni lasciamo i passaporti nella cassaforte dell’hotel e portiamo con noi le fotocopie. Ci ferma un poliziotto un po’ agitato e ci fa una grana perché non abbiamo il documento. Non molliamo, se vuole andiamo insieme in albergo. Non si capisce se vuole soldi, forse no, molla lui la presa quando gli diciamo che il motivo della fotocopia è che non vogliamo rischiare di smarrire il documento per strada. Allora si raccomanda, per la prossima volta, di fare la fotocopia anche del visto, perché ci sono tanti clandestini che trattano droga e lui è lì per controllare. Ok…
Compriamo un po’ di statuette di legno, qualche capulana (i teli che le donne usano per tutto: gonna, marsupio per bebé, tovaglia…), batik e borsette di paglia, un po’ al mercato, un po’ per strada.
Maputo sembra ancora molto segnata dalla guerra, anche se si vedono segni di ripresa. Ci sono alcuni centri culturali molto ben curati, altri in stato di abbandono (la cooperativa del Makonde non esiste più).
Nel complesso è una bella città… come al solito con il buio è meglio girare in taxi.
Le persone sono belle, aperte e sorridenti, piene di dignità, soprattutto, come sempre, i vecchi.
Cena da Micasa, cara e deludente come al Polana, non merita l’uscita, anche se il cameriere è simpatico e chiacchiera di cucina tradizionale… introvabile perché pare che i turisti non la chiedano.
Insomma, si arriva in Africa e al ristorante si trovano patate e carote bollite con bistecchina di vitello.
21 settembre Partiamo verso Joburg, stasera abbiamo il volo per il Cairo e Milano.
Tutto ok, facciamo anche benzina in un sobborgo di Joburg.
Ci entriamo un po’ per forza, ci sembra di essere proprio a secco, solo quando ci siamo in mezzo ci rendiamo conto di essere gli unici bianchi nei dintorni, al distributore insistono per farci il pieno e i vari controlli dei livelli, ma quando gli spieghiamo che abbiamo solo bisogno di 10 litri di gasolio perché stiamo tornando in Italia (e quindi non siamo sudafricani…) sono tutti sorridenti gentili e disponibili a darci servizi e indicazioni, ci diciamo qualcosa sul calcio e sui prossimi Mondiali in Sudafrica (per ora siamo pur sempre i World Champions, no?); ed è qui, che ci raccontano che la strada che abbiamo percorso attraversa una zona molto importante per gli Zulu. I livelli dell’auto non importano più a nessuno.
22 settembre La mattina, il volo Egyptair ci riserva una bella sorpresa: al Cairo ci offrono un visto di transito per uscire dall’aeroporto e stare in albergo per le ore di scalo. C’è la piscina, si sta benissimo, grazie Egyptair! Volo per Milano in orario, fine del viaggio.