Spiagge, città, gente e… Cucina dominicana
Martedì 08 aprile 2003
Il nostro treno da Varese parte alle 5.47; è una fredda mattina, la temperatura di soli 5°C. All'aeroporto di Linate arriviamo con un'ora e mezza d'anticipo sulla partenza e sbrighiamo subito le pratiche del check-in, facendo imbarcare i nostri zaini. Il volo parte puntuale alle 8.35 - (costo del volo A-R per persona:...
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Martedì 08 aprile 2003 Il nostro treno da Varese parte alle 5.47; è una fredda mattina, la temperatura di soli 5°C. All’aeroporto di Linate arriviamo con un’ora e mezza d’anticipo sulla partenza e sbrighiamo subito le pratiche del check-in, facendo imbarcare i nostri zaini. Il volo parte puntuale alle 8.35 – (costo del volo A-R per persona: 744€ – anche se con un volo charter si potrebbe volare diretti senza scali al costo di 550€ circa… ). Il viaggio prevede uno sbarco all’aeroporto di Madrid, nel quale cambiamo per salire sul volo internazionale IB 6521, e uno ulteriore a San Juan di Porto Rico. Sul volo conosciamo due sorelle dominicane, in Italia da otto anni, residenti a Salsomaggiore vicino a Parma: stanno tornando dalla loro famiglia per festeggiare la Pasqua, nella loro cittadina d’origine Boca Chica, sita a 30 Km circa dalla capitale. Giungiamo all’aeroporto internazionale Las Americas di S.To Domingo alle 17.00 ora locale (ore 23.00 italiane). Il sole sta quasi per tramontare, ma l’aria è calda e sa d’estate. Percorso il lungo corridoio proveniente dal gate di sbarco dell’aereo, entriamo in un salone nel quale acquistiamo, per 10$ a testa, la “Tarjeta de Turista”, l’importante documento che, una volta compilato in ogni sua parte, permetterà ora di entrare nella Repubblica Dominicana e al termine della vacanza di uscirne. Dopo 45 minuti di coda alla dogana per il timbro sul passaporto e il ritiro di una parte della Tarjeta (l’altra parte va conservata con cura se si vuole tornare a casa!!), ritiriamo il bagaglio e usciamo dall’aeroporto. Il primo impatto con il “Nuovo Mondo”, come lo aveva chiamato Colombo nel 1492, è un’orda di taxisti che ci assalgono! La nostra destinazione nella capitale sarà l’Hotel Napolitan, uno dei cinque suggeriti via email da Martina, cugina di una nostra cara amica, residente a Santiago. Il taxi ci costa 27$ e arriva in città attraversando la periferia che costeggia il mare, in un mix di eleganti palme e disordine extraurbano. L’hotel è situato su Avenida G. Washington: 99$ per notte in due! Un po’ costoso per i miei gusti, così decidiamo di fermarci solo per una notte; del resto la camera si affaccia sul mare, c’è l’aria condizionata e il TV; i due letti sono ad una piazza e mezzo e sulla gran vetrata è stata applicata una pellicola blu, probabilmente per attenuare la forte luce del giorno proveniente dall’esterno. Nel prezzo è compresa la colazione e un free drink che, dopo una doccia rigenerante, consumiamo subito al bar dell’hotel con due piñacolada. Usciamo con l’intenzione di andare a visitare il centro e per mangiare qualcosa ed eventualmente per trovare un hotel più economico per la seconda e ultima notte che dovremo trascorrere nella capitale. Appena fuori dal Napolitan si avvicina un giovane dominicano che si propone da guida per i turisti e disposto ad aiutarci per qualunque nostra richiesta; chiediamo a lui per un hotel economico e per trovare qualche posto per mangiare qualcosa. Ci porta al Residence Venezia, nel quale non troviamo camere libere, e poi al Green House, dove con 40$ prenotiamo la camera; da lì raggiungiamo rapidamente il centro dove mangiamo un trancio di pizza che offriamo anche al ragazzo. Siamo parecchio stanchi e quindi rientriamo in albergo e la nostra guida non smette di farci strada (aspetterà senz’altro la mancia!); ci fermiamo davanti all’hotel e gli diamo i 70peso di ricevuti di resto come mancia. Prima di andare a dormire ci sediamo 10 minuti a guardare il mare dei Caraibi e a pensare a quanto lontani siamo dalla nostra terra… – fine 1°giorno- Se vuoi leggere le altre pagine del diario vai a http://digilander.Libero.It/varipass/domingo/