Spett.in 1a fila di show esclusivo:la cap madrilen

Titolo del mio viaggio: Spettatori in prima fila di uno show esclusivo: la capitale madrilena. “25 gennaio 2009" h. 07.00 suona la sveglia: Giuseppe, dai andiamo, Madrid ci apre le porte. Si parte! Sebbene il giorno della partenza corrisponda al 25 di gennaio, voglio fare un salto indietro e dirvi in che modo io abbia maturato l’idea di...
Scritto da: pupetta82
spett.in 1a fila di show esclusivo:la cap madrilen
Partenza il: 25/01/2009
Ritorno il: 29/01/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Titolo del mio viaggio: Spettatori in prima fila di uno show esclusivo: la capitale madrilena.

“25 gennaio 2009″ h. 07.00 suona la sveglia: Giuseppe, dai andiamo, Madrid ci apre le porte. Si parte! Sebbene il giorno della partenza corrisponda al 25 di gennaio, voglio fare un salto indietro e dirvi in che modo io abbia maturato l’idea di questa splendida vacanza nella capitale madrilena. Si avvicinava la ricorrenza del Santo Natale e tutti erano presi dalla rituale folle corsa per l’impacchettamento dei regali. Che originale idea quella dei regali. Seppur profani e lontani da quello che dovrebbe essere l’originale comune sentimento di questa festività, dentro un pacchetto ci sta tanta emozione, la tua e quella che vuoi trasmettere al suo destinatario. Nel mio caso, il pacchetto conteneva due biglietti A/R per Madrid, acquistati all’irrisoria cifra di 20 € a persona( quasi quasi come prendere l’autobus!) e un soggiorno di 4 notti presso uno degli hotel del centro città. Il destinatario, Giuseppe, il mio ragazzo. Aeroporto di partenza, Cagliari, divenuto uno dei principali scali Ryanair in Italia. Il decollo è previsto per le 9.30 e con nostra piacevole sorpresa, anche se l’imbarco avviene con almeno una ventina di minuti di ritardo, recuperiamo durante la crociera. Quindi, alle 11.30 atterriamo a Barajas! Che frenesia di saltare immediatamente giù e andare alla scoperta di questa meravigliosa città. Non ho dubbi, Giuseppe, ci si prospetta una vacanza indimenticabile! Inoltre, sorpresa su sorpresa, sul nostro stesso volo, scopriamo che viaggiano anche Daniele, collega di lavoro di Giuseppe, con la ragazza, Simona. Con loro trascorreremo più avanti una serata in un tipicissimo e affumicatissimo pub spagnolo. Purtroppo, diversamente che in Italia, all’interno dei locali pubblici è ancora consentito fumare e poiché molti dei pub presenti in città, sono di dimensioni ridottissime, l’effetto è ultranocivo.

Primissima cosa da fare è provvedere all’acquisto del cosiddetto “ abono turistico”, una card trasporti che ci permetterà di muoverci liberamente in zona A usufruendo sia della metropolitana, una delle maggiori in Europa, che consta di 12 linee estendendosi su 309 km e collegando praticamente tutta la città;sia i bus di linea oltre che i treni che percorrono il centro urbano. In seguito al suggerimento di Daniele, acquistiamo l’abbonamento valido per la durata di 5 giorni al costo di 17€ circa ma sono disponibili anche abono da 1,2,3 e 7 gg. Detto, fatto! Già in aeroporto troverete un ufficio turistico pronto a fornirvi di mappe, guide della città e info varie.

A questo punto ci avviamo verso la metro per raggiungere il nostro albergo. Ci impieghiamo circa 20 minuti. Non dico di aver fatto le cose in grande ma il “Petit Palace Italia” ci ha soddisfatto pienamente sotto tutti i punti di vista. Si tratta di una struttura 3 stelle (meritatissime) sita in calle Gonzalo Jimenez de Quesada, 2 ad angolo con la centralissima e prestigiosa Gran via … la posizione è perfetta. La reception è piccola ma accogliente. Ci sono 2 postazioni internet a disposizione degli ospiti gratuitamente e il personale è molto disponibile.

La nostra camera: la 417 ci offre una bella vista della gente che affolla la Gran Via e i suoi numerosissimi negozi. E’ pulita, confortevole, c’è la tv, abbastanza spaziosa, c’è il minibar. Handicap: la porta del bagno è in vetro trasparente nella parte superiore e satinato in quella inferiore, per cui questo limita la propria privacy. Come se non bastasse proprio di fronte la porta del bagno, si trova un grande specchio … per cui, non preoccupatevi, si può pure giocare a carta forbici e pietra! All’interno, una doccia spaziosissima con getti idromassaggio.

Nel frattempo le lancette segnano circa le 13.30 e sentiamo una voragine aprirsi nello stomaco. Allora, ci dirigiamo verso un’enoteca sita a plaza Sant’Ana che ci era stata consigliata, ma ci ha proprio deluso. Ordiniamo un bicchiere di vino e una cerveza con 3 tapas. Che tristezza! Un piattino di patatine rinsecchite ed evidente già smangiucchiate e un altro piattino ultra minuscolo con all’interno 3 specie di bruschette ma 3 3 ok, non una briciola di più, con sopra delle salsette di natura sospetta . Ma a che dovevano servire le posate?! Si ve lo svelo: a pagare pure il coperto.17€ Che beffa! Riconoscendo che le nostre pance hanno una capacità superiore ci siamo fiondati in uno dei tanti “Museo del Jamon” una catena di gastronomie dislocate per tutta Madrid, dove abbiamo consumato un fantastico e rude boccadillo con Jamon serrano e un mega e tozzo boccadillo con la famosa Tortilla, il tutto annaffiato, rispettivamente con coca cola e birra e per dessert una treccia enorme di pasta sfoglia ricoperta con cioccolato nero e bianco! E rigorosamente alla barra (al banco). Abbiamo pagato una sciocchezza e del resto avevamo ormai fretta. Certo non proprio un pranzo tipico ma ci saremmo rifatti in seguito. A questo punto diamo inizio alla nostra visita culturale. E’ mercoledì e quindi, possiamo approfittare del fatto che in tale giorno l’ingresso a Palazzo Reale per i cittadini europei è gratuito. Il palazzo si presenta maestoso e con una bella facciata barocca. Attualmente è utilizzato per lo svolgimento di cerimonie poiché la famiglia reale ha spostato la sua residenza al Palazzo della Zarzuela. Al suo interno si contano 3000 sale. Tra le più rappresentative segnaliamo “ el salon del trono” che può vantare la mano del Tiepolo, per quanto riguarda gli stupendi affreschi che caratterizzano le sue pareti, oltre che i lampadari e i leoni d’oro che difendono il trono dei reali, provenienti da Venezia; la sala de relojos, quindi, con preziosi orologi, all’interno degli appartamenti di re Carlo, il cui allestimento è stato curato da un architetto napoletano. Interessante anche la sala dei gala dove si estende una tavolata chilometrica. Giuseppe mi sembra abbia contato circa 300 posti a sedere. Consigliamo di visitare anche la Real Armeria che ospita una raccolta di armature utilizzate dai reali di Spagna e un po’ meno la Farmacia Real, ci ha un po’ annoiati.

Conclusa la visita al Palazzo reale, ci spostiamo nella vicinissima Cattedrale dell’Almudena. La cattedrale presenta un aspetto relativamente moderno, poiché la sua costruzione fu terminata nel 1983 dopo travagliate vicende che hanno fatto sì che oggi la sua facciata sia firmata da stili diversi, dal neo-classico al neo romanico al neo gotico. All’interno segnaliamo la statua della Madonna dell’Almudena, protettrice di Madrid. Interessante anche la cripta. L’ingresso è a pagamento ma non ce ne siamo accorti che dopo la visita!! SSHHH! Dopodiché, ci siamo concessi una passeggiata verso Puerta del Sol, cui avevamo concesso prima solo un veloce sguardo. Ha mantenuto questo nome nonostante la porta non ci sia più già dal 1570, anno in cui è stata distrutta. Attrattive di questa piazza: la Pietra Miliare 0, punto da dove passano le principali sei arterie che attraversano il paese e leggenda metropolitana vuole che chiunque passi su questa pietra tornerà a Madrid; altro punto saliente nonché uno dei principali simboli di Madrid è la statua dell’Oso y Madrono, in altre parole l’orso che addenta il corbezzolo. Anche se Giuseppe continuava a ripetere l’orso che addenta il cap..E..Z..Zolo! Mi faceva troppo ridere! In questa piazza, proprio all’uscita dalla metro segnaliamo la famosa pasticceria “La Mallorquina” dove si possono degustare dei pasticcini ripieni di panna o crema niente male oltre che rustici sfornati a tutte le ore. Già dall’indomani è diventato il nostro posto prediletto per la colazione e qualche volta anche per la merenda! Il caffè come il cappuccino si avvicina ma solo anni luce alla maniera italiana. Concedetemelo: bleeh! Naturalmente non potevamo perderci Plaza Mayor, perché rimandare? Sembrava che avessimo così tanta sete di esplorazione che a un certo punto abbiamo temuto di visitare la città tutto in un giorno. Paura infondata, stava calando la sera e scattata qualche foto a questa scenografica piazza dove si ergono notevoli palazzi tutti a tre piani, la statua di Filippo II e gli emblematici variopinti tori che troviamo qui ma comunque un po’ dappertutto in città, ce ne torniamo in camera. Questi simpatici tori, sono rinnovati nel loro look molto frequentemente, utilizzando oltre che carta pesta colorata anche le pagine dei quotidiani. Ricordiamo che era mercoledì, quindi, non abbiamo trovato ad attenderci come speravamo molti artisti di strada che avremmo visto invece, in numerosi, nel fine settimana.

Dopo una salutale doccia e un paio d’ore di relax siamo ritornati in strada e fatto un giro per ammirare Madrid by night. Le luci e il cielo sereno di quell’unica notte (nei gg a seguire avrebbe piovuto) ci hanno regalato uno spettacolo affascinante infondendo gli animi di buon umore.

“26 gennaio ” h.8.00. Buenasdias pallina! Tengo hambre! Vamos! Come già anticipato, colazione alla Mallorquina. Per me Napolitano al cioccolato e per Peppino alla crema e stavolta comodamente seduti al tavolo. Teniamo a informarvi che il servizio è lento e i camerieri non sono poi troppo attenti alla cordialità. Mattinata dedicata alla visita del “Monasterio Descalzas Reales”. Originariamente costruito come residenza dei reali venne ben presto convertito in convento da Giovanna D’Asburgo, figlia di Carlo V. Rimasta vedova decise di dedicarsi alla vita monacale, abbandonando il suo unico figlio. In seguito divenne un convento di monache di clausura, appartenenti all’ordine delle Clarisse. Il monastero custodisce numerose opere di straordinaria bellezza, che ripercorrono la grande storia dell’arte spagnola. Notevoli gli arazzi realizzati sui progetti di Rubens, i quadri di Tiziano e le cappelle che si susseguono una dopo l’altra proponendosi come dei veri e propri scrigni. Molto bello è anche il caratteristico chiostro, all’interno del quale, durante la Settimana Santa, si svolge una delle processioni più commoventi di tutta la Spagna. Se volete per un momento staccarvi dai comuni itinerari turistici e dare uno sguardo a qualcosa che a nostro parere è ingiustamente sacrificato e scarsamente considerato in quanto, non risulta essere tra i monumenti più annoverati della città, senz’altro rimarrete sbalorditi dall’aria mistica che si respira in questo posto oltre che dagli incantevoli tesori che custodisce. Il prezzo della visita guidata in lingua spagnola è di 7€, per gli studenti universitari forniti di libretto, la tariffa scende a 4€. Terminata la visita, decidiamo di farci un giro di tapas e ci dirigiamo verso il famoso e molto pubblicizzato bar de tapas “El tigre”. Caspita! E’appena l’una ed è stracolmo! Si presenta molto spartano ma quando si apre uno spiraglio, si possono scorgere invitanti manicaretti. Diamo un’occhiata intorno e ci rendiamo subito conto che sarà dura. Fighetti astenetevi, qui non c’è proprio spazio neanche per il più misero e spicciolo senso del decoro, lasciate perde, non è posto per voi. Invece, con un modesto spirito di adattamento potrete farvi un bagno di folla tra i “gatos” (così vengono chiamati i madrileni), tentare anche un approccio amichevole unendovi a loro nello strattonare la calca al fine di poter prendere possesso di 2 o 3 cm di barra o se fortuna vuole, un tavolino più appartato e tranquillo nel retro. Ok noi ce l’abbiamo fatta. Il bello qui è che basta ordinare una cana e subito arriva un piatto di tapas (a noi patate alla brava e due specie di arancini) fumanti gratuito. In più vi consigliamo di prendere la tortilla, qui è alta almeno 10 cm! E vi danno anche del pane. Si paga veramente poco. Una birra costa solo 2€, un bicchiere di vino 1.50€. Nel pomeriggio riposiamo ma neanche tanto. Dopodiché andiamo a visitare lo stadio “ Santiago Bernabeu”. Per un appassionato di sport come Giuseppe è un must. Ma rinunciamo a visitare l’interno. Seppur sappiamo che c’è un museo che espone i trofei della squadra e i cimeli dei campioni, la cifra richiesta ci sembra un po’ spropositata. Decidiamo di tornare sulla Gran via e allora è tregua. Shopping e perlustrazione delle sue traverse. Ci fermiamo in calle Montera, dove a tutte le ore si possono incontrare delle ragazze poco vestite in cerca di facili guadagni. Ma a noi interessa chiamare casa e qui si trova un Internet Point con annesso phone center. Cena al Mc Donald’s di Gran via (ogni tanto le schifezze americane super iper caloriche ci piacciono!) seduti su delle poltrone fighissime e ultra comode. Facciamo due passi e poi decidiamo di prendere l’autobus in direzione Plaza de Cibeles e Plaza de la Independencia, rispettivamente punto di partenza del Paseo del Prado e uno degli ingressi del parco Buen Retiro. Molto bella specie di notte la fontana di Plaza de Cibeles sormontata da una Sibilla molto cara ai madrileni. Al centro della Plaza de la Independencia sorge la Puerta de Alcalà, un arco di granito in stile neoclassico.

Il tutto crea uno scenario altamente suggestivo da non perdere. La nostra serata si conclude alla cioccolateria “San Ginès” ( Pasadizo de S.Ginès 11 ) dove ordiniamo della buonissima cioccolata calda con churros, le famose frittelle che si gustano intingendole appunto nella cioccolata. Da bravi italiani della Bassa Italia abbiamo proprio esagerato ordinando ben due porzioni di churros. Non finivano mai, ci siamo arresi, siamo rotolati fino all’albergo e BUENAS NOCHES! “27 gennaio ” Sveglia alle 8.30. Colazione con caffè latte e donuts dopodiché: Parco del Buen Retiro.

All’ingresso troviamo due tori, uno mascherato da cameraman e uno da intervistatore. Ci lasciamo coinvolgere dal gioco e realizziamo qualche scatto divertente. Allora Giuseppe, questa vacanza?? Sembra contento, sereno e così succede che a volte vorresti che la macchina del tempo s’inceppasse per rivivere il momento 2,3 e più volte. E niente sfottò please per i sentimentalismi. Non sapete voi quanto è difficile accontentare quell’uomo! Ok andiamo avanti ed eccoci all’interno del grande polmone verde di Madrid. Tira vento ma non demordiamo, ciò che vediamo riempie gli occhi di gioia. Già dai primi passi al suo interno è un trionfo di mille colori su cui primeggia il verde dei suoi prati. Addentrandoci c’imbattiamo con un vecchino tanto simpatico e anche un tantino esuberante. Manifesta subito grande disponibilità nel darci informazioni riguardo al parco, noi gli chiediamo invece un buon posto dove pranzare! Ci dà delle buone indicazioni come avremo modo di appurare più tardi. Congendandoci, mi afferra per un braccio e mi bacia veemente suscitando la gelosia del Buon Peppino!! Diamo un dieci con allegata la lode a tutti i nonnini madrileni! Tornando alla visita del parco, vi annunciamo le principali attrazioni. Innanzitutto dall’ingresso principale dovrete camminare parecchio e all’improvviso vi si materializzerà un grande lago artificiale con a lato l’imponente monumento innalzato in onore di re Alfonso XII, raffigurato in sella al suo destriero e affiancato da numerose altre statue raffiguranti leoni e donne. A continuare il Palazzo Velázquez che noi abbiamo trovato chiuso e il Palazzo di Cristallo, una serra in ferro e vetro risalente all’ottocento. Da qui potrete ammirare il particolarissimo “ cipresso calvo”, un albero che ha le radici e parte del tronco sotto il livello dell’acqua. A seguire non perdetevi la “Rosaleda“, un raffinatissimo roseto e infine “la Fontana dell’angelo caduto” la cui realizzazione suscitò un vespaio di polemiche per ciò che rappresenta appunto Lucifero nella tradizione cristiana, un angelo ribelle che osò sfidare Dio. L’angelo caduto è appunto rappresentato abbandonato su una roccia che urla la sua iraverso il cielo per aver perso il Paradiso, e i serpenti che s’intrecciano lungo le sue gambe, conferiscono alla scena un’intensa drammaticità. Oggi, dietro suggerimento del nostro caro nonno Antonio (ci ha raccontato di avere origine italiane) andiamo a pranzo alla “Cerveceria Cruz Blanca”. Davvero carino e accogliente. Il personale gentilissimo. Scegliamo un menu turistico e con soli 12 € riusciamo finalmente a mangiare paella, obbligatoriamente mista come piace a me e Pepito, buona, certo non la definiremmo eccellente ma gustosa. Come secondo della carne di vitello ed il tutto accompagnato da una buona bottiglia di vino rosso. E non è finita perché incluso c’era anche il dessert. In questo caso a me è andata male perché ho preso “arroz con leche”, sarebbe a dire riso con latte. Non mi è piaciuto. Peppino panna cotta. Dopo pranzo riposiamo almeno fino alle 5. La prossima tappa è il museo del Prado. Saremo lì per le sei. Approfitteremo del fatto che dalle 18 in poi l’ingresso è gratuito. Ci piacciono le vacanze intelligenti! Certo, convengo anche con chi rifletterà sul fatto che due ore e mezza non sono sufficienti per così tanta magnificenza, ma siamo riusciti anche se di fretta a visitare sia il pian terreno sia il primo e il secondo piano, naturalmente, soffermandoci solo sulle opere di nostro maggior interesse. Impossibile dedicare il giusto tempo agli 8600 dipinti di manifattura italiana, fiamminga, spagnola, tedesca e così via che ospita, o no?! La mappa che consegnano all’ingresso con le immagini delle maggiori opere c’è stata di notevole aiuto. Ricordo benissimo il ritratto del Cristo morto realizzato da Antonello da Messina, le opere del Botticelli, la Sacra Famiglia di Raffaello e un quadro che non potrebbe passare inosservato neanche al più distratto dei visitatori, intendo, “il Trionfo della morte” di Bruegel. Il piano superiore è da considerarsi il regno di Goya ,giacché ben 7 sale sono state dedicate a questo artista in questo piano, infatti, altri spazi espositivi sono stati allestiti al secondo piano. Ed è proprio qui che sono esposte le due Maya, la Maya vestida e quella desnuda. In realtà siamo riusciti ad apprezzare solo la Maya vestida in quanto in questo periodo la Maya desnuda è ospite in una mostra a Parigi. Un’opera che devo assolutamente citare perché rappresentava il sogno di poterla vedere in versione live da sempre è “Las Meninas “ di Velázquez. Il quadro riflette uno scorcio di vita di corte, ritraendo la principessa Margherita accompagnata dalle sue dame, las meninas appunto, mentre entra proprio nella stanza dove l’ingegnoso pittore sta realizzando una tela i cui soggetti sono i reali come possiamo notare dallo specchio che lo raffigura. E’ una sorpresa realizzare l’effetto del quadro nel quadro.

Terminata la visita al museo, con ancora gli occhi fuori dalle orbite, decidiamo di andare a visitare Plaza de Colon, dove si trova la statua in stile neo classico eretta in onore di Cristoforo Colombo. Anche questa piazza ha il suo perché, specie per l’effetto ricreato dall’illuminazione notturna e dai palazzi circostanti.

Per quanto riguarda la serata abbiamo programmato di trascorrerla con Daniele e Simona, vi ricordate di loro?? Bene ero contenta, così ci saremmo confrontati facendo tesoro di eventuali consigli sorseggiando una birra. In realtà poi abbiamo optato per dei chupitos di rum e zumo de pina?! Beh a quanto pare il succo di pera era finito! Prima abbiamo fatto un giro per la “Chueca”uno dei quartieri più alla moda secondo molti e dove Almodovar pare abbia iniziato la sua carriera di regista. A noi è sembrato come dire … abbastanza trasgressive e oscure tanto da cercare rifugio altrove e così siamo finiti in un locale piccolissimo dove l’aria era irrespirabile! A parte questo serata carina. Con Daniele e Simona si è chiacchierato piacevolmente. E ci hanno anche suggerito d’andare a mangiare paella in un ristorante che dovrebbe essere uno tra i migliori a Madrid. Questo ve lo racconterò domani.

“28 gennaio ” h.8.30 E’ mattino! Oggi destinazione Toledo! Oggi in programma la visita di Toledo. Prima facciamo una breve sosta a Plaza de Espana, dove al centro si trova la statua di uno degli scrittori più famosi della letteratura mondiale, nonchè, Cervantes, seguito dai suoi celebri personaggi, cioè, Don Chisciotte e Sancho Panza. Scattiamo un po’ di foto e poco dopo prendiamo la metro e ci dirigiamo verso la stazione di Atocha, dove acquistiamo i biglietti per la nostra escursione a Toledo. Questa stazione fu il luogo di quell’orribile attentato avvenuto nel 2004. Al suo interno, è stata realizzata la scultura di un bambino con il viso rigato dalle lacrime come simbolo commemorativo di quell’infernale episodio. Mi preme soffermarmi un attimo per denunciare l’incresciosa stupidità di chi offusca il senso di quell’opera facendo ombra alla scultura atteggiandosi in pose assolutamente ridicole e scatenando l’ira delle guardie della stazione.

Il nostro treno per Toledo sarebbe partito alle 12.00 se ben ricordo. Tempo di percorrenza circa trenta minuti e fortunatamente non erano previste soste intermedie. Rimaniamo colpiti dalla puntualità dei collegamenti, dall’accuratezza dei controlli di sicurezza oltre che dall’ordine e il senso di pulito sovrano a bordo. Il costo del biglietto 17€, ovviamente a/r.

12.30 eccoci a Toledo! Capoluogo della comunità autonoma di Castilla – La Mancha. Il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1987. Una ridente cittadina medievale che inebria di storia con le sue numerose sinagoghe, moschee e chiese e poi che dire della sua meravigliosa Cattedrale??Non ci sono parole per rendere anche solo minimamente quello che la memoria tiene impresso nei nostri ricordi. Arrivati alla stazione, basta prendere un qualsiasi bus che conduca al centro storico, munirsi di cartina al punto informazioni turistiche proprio davanti alla fermata e cominciare a girovagare per le sue stradine tortuose sia in discesa che in salita ma tranquillamente a forza di gambe.

Vi consigliamo di soffermarvi nell’allegra Plaza Zocodover, la più vivace di Toledo; El Museo de Santa Cruz; il Convent Concepcion; la Cattedrale come già accennato con la sua secolare torre; ancora la chiesa de Santa Maria la Blanca; la Sinagoga e la chiesa de San Juan de Los Reyes . Una cosa a cui potrete sicuramente rinunciare è uno scadente pranzo quale quello di cui abbiamo fruito noi al ristorante Los Arcos sito in calle Cordonerias 13. Dunque, paella con riso scotto; un cocido passabile e degli uccelletti vivamente consigliati dal maitre della situazione. Pensavo fosse pollo, non appena ho capito, volevo piantarlo un metro sotto!! E per dessert … vogliamo disquisire di quelle coppette di mousse al cioccolato liquide ed insulse che potevamo benissimo comprare a Lidl al modico valore commerciale di 19 cent? No, grazie e allora passiamo alla frutta. Ok le arance eran buone. Menu turistico per due, 15 € a cranio. Abbandonato quel luogo angusto, abbiamo fatto una lunga passeggiata verso la stazione, durante la quale abbiamo potuto godere di un paesaggio veramente pittoresco disegnato da ponti e torri medievali che s’inerpicavano al di sopra del fiume Tago. Alle 18.30 rientro a Madrid. Una mezza giornata, circa 4 ore sono più che sufficienti per la visita di questo centro.

E’ora di cena e a questo punto posso svelarmi il nome del ristorante che ci ha ospitato per la nostra ultima e anche un po’ romantica cena per via della raffinata atmosfera ricreata dal locale elegante e dal personale che ci ha serviti minuziosamente: La Barraca, all’indirizzo Calle de la Reina 29. Abbiamo ordinato paella mista e sangria. Ottimo. Abbiamo pagato circa 40 € … sorridendo e cercando di cancellare il ricordo di quei bruttissimi uccelletti morti sul mio piatto … brrrr! Prima di concludere il resoconto di questa giornata devo assolutamente richiamare la vostra attenzione ad un episodio che mi è accaduto prima di recarmi a cena. Che brutto spavento e tutta colpa delle gitane! Bene, due ragazzine di origine sud americana ad occhio e croce, hanno tentato di borseggiarmi. Fortuna ha voluto che io mia sia accorta. Giratami di scatto una delle due, la più impertinente mi ha subito ammonita dicendo: no hecho nada, tradotto non ho fatto niente! Neanche aveva finito di proferire quelle parole che il mio sbirro le ha dato una forte spinta facendole fare un balzo di almeno un metro. Opinabile la reazione, ma vi assicuro che la tipa ci è risultata pesantemente antipatica. Mentre la sua compagna ormai d’un bianco terreo se la trascinava, l’ho mandata severamente a Fan… Dopo cena abbiamo raggiunto i centri nevralgici della movida madrilena: Plaza Sant’Ana, Gran Via, Tribunal ecc ecc senza seguire un ordine preciso, ma semplicemente avventurandoci, senza meta e seguendo il flusso dei giovani che si muoveva verso i tanti locali che offrono musica dal vivo e serate disco. La stanchezza però era pressante. Del resto anche quella appena trascorsa era stata una giornata intensa e Peppino non voleva rinunciare l’indomani mattina alla visita del mercato El Rastro nonostante avremmo dovuto svegliarci molto presto.

“Giorno 29 gennaio ” h. 08.00. Buongiorno amore, certo di volere andare?! Che disdetta, la vacanza finisce qui!! Ok non potevo fallire proprio l’ultimo giorno. Desiderio di Peppino era visitare il mercato, allora, era l’unica cosa giusta da fare, anche se avevo il sentore che non mi sarebbe piaciuto. Infatti. Classico mercato delle pulci che si tiene ogni domenica e dove è possibile trovare oggetti usati, mobili, oggetti d’antiquariato e cianfrusaglie varie. E ahimè, anche lui è rimasto parecchio deluso. Restava ancora un po’ di tempo prima di lasciare la città alla volta di Barajas e allora ci siamo intrattenuti un po’ a Plaza Mayor, dove la domenica si tiene un mercatino di numismatica e filatelia e si da il caso che Giuseppe sia anche collezionista di francobolli. Peccato che a forza di chiedere a ogni singolo ambulante se vendesse francobolli dei mondiali (Il che li faceva parecchio ridere, e ce ne fosse stato uno che non mi abbia schernito perché trattando roba molto più seria come francobolli della casa reale, l’inquisizione ecc, la mia richiesta appariva aliena!!) il tempo scorresse inesorabilmente e abbiamo rischiato veramente di brutto che non ci accettassero all’imbarco. Ore 13.30 l’aereo decolla, ci riporta a Cagliari. Non mi dispiace poi tanto, casa mia mi è mancata. Oggi, 02/04/2009 giorno in cui mi sono decisa a pubblicare il mio diario di viaggio, non tralasciando nulla e a volte forse dilungandomi troppo ,vi dico che non potrei tagliare una sola parola di ciò che ho scritto. La mia vacanza a Madrid con Giuseppe, mi appare oggi rileggendo queste memorie, molto più emozionante di quanto lo sia stato lì sul posto, più di quanto io potessi confusamente ricordare prima di mettere in ordine i miei pensieri. E vi chiedo di immaginare che durante la vostra lettura in sottofondo ci sia Frank Sinatra che canta: Unforgettable … la la la Giuseppe sei stato un fantastico compagno di viaggio. Novello Maria



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