Spagna on the road

Un viaggio organizzato in autonomia con partenza (e arrivo) da Barcellona
Scritto da: LiberoalMondo
Partenza il: 06/08/2014
Ritorno il: 22/08/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Quest’estate, io e la mia famiglia abbiamo deciso di trascorrere una vacanza in Spagna, staremo in terra Iberica per 15 giorni, ci sposteremo con l’auto portata dall’Italia. L’itinerario prevede come città principali da visitare, Barcellona, Saragozza, Madrid e Valencia, per poi ritornate a Barcellona.

Si parteeeee…

Il 6 agosto terminato il carico dell’auto partiamo per Civitavecchia dove arriviamo verso le 20.00. Sbrigate le pratiche d’imbarco con biglietti alla mano ci incolonniamo dietro le auto in attesa. Alle 22.30 la nave MV cruise Barcellona della Grimaldi Lines salpa dalla banchina e non vedremo terra sino alle 18.15 del giorno seguente quando, finalmente, dopo quasi 20 ore arriviamo a Barcellona.

Raggiungiamo il nostro Hotel a Sabadel 26 Km da Barcellona percorribili in meno di 10 minuti nonostante l’intenso flusso di auto. L’Aparthotel Valles si trova in una zona residenziale molto tranquilla e piena di verde. Per non spostarci ulteriormente decidiamo per questa sera di cenare in Hotel e subito dopo raggiungiamo la nostra camera.

8 Agosto

Raggiungiamo il parcheggio auto (prenotato on-line) in Carrer de Mallorca che dista soli 400 metri dalla Sagrada Familia, lasciamo l’auto e dedichiamo queste prime ore a Barcellona proprio a questa favolosa opera del maestro Antoni Gaudì, che subentrò al progetto un anno dopo l’inizio ovvero nel 1883 dedicandosi alla Basilica per tutto il resto della sua vita e non riuscendo a concluderne i lavori. Infatti secondo le ultime stime la Basilica potrebbe essere terminata nel 2026, a 144 anni dalla posa della prima pietra. Il nostro biglietto comprende sia la visita alla Basilica che l’ingresso sulla Torre della Natività alta 65 metri, una volta in cima si può ammirare tutta Barcellona finchè lo sguardo si perde fino al mare. Per spostarci in città abbiamo optato per il bus turistico, naturalmente su questi autobus si ha poco contatto con i locali e, questo aspetto è del tutto negativo, mentre l’aspetto positivo è che si riesce a visitare tutta Barcellona in due/tre giorni. Infatti con questi bus si ha la certezza di essere sempre nei pressi di qualche attrazione, considerando anche la frequenza elevata si perde pochissimo tempo. I bus sono differenziati da tre linee che coprono tutta la città, con la linea Rossa comprende le fermate per gli stadi olimpici, i musei del Montjuic, Plaza Espanya, Casa Milà, Casa Batllò, Passeig de Gracia, Plaza Catalunya, Porto Olimpico e Porto Vecchio; la linea Verde percorrerete il quartiere di Sant Marti che si estende per tutta la litoranea, quindi si ammirano le spiagge di Barcellona dal Porto Olimpico al Forum; infine con la linea Blu potremo visitare Plaza Catalunya, il museo d’arte contemporanea MACBA, lo Stadio Camp Nou, la Basilica del Tibidabo, il Parc Guell e la Sagrada Familia che noi abbiamo già visitato. Infatti appena scesi dalla Torre della Natività utilizzando la linea Blu raggiungiamo Parc Guell verso le 13.00 e, considerando che i nostri biglietti sono per le 15.00, ci fermiamo in un piccolo ristorante all’aperto che si trova nelle vicinanze del parco. In bella vista sul menù non possiamo che notare la paella, ne ordiniamo una che è sufficiente per due persone accompagnata da due boccali di birra freschissima, finiamo appena in tempo per l’ingresso a Parc Guell. Questo parco fu progettato agli inizi del novecento da Gaudì su commissione del Conte Eusebi Guell (da qui il nome) che dopo aver acquistato l’intera collina voleva creare una Città-giardino, il progetto però non andò a buon fine e, nel 1922 il comune di Barcellona lo acquistò facendone un giardino pubblico aperto tutto l’anno, al suo interno vi è una zona monumentale e per visitarla servono i nostri biglietti. L’ingresso è autorizzato a gruppi fatti passare ad ogni ora per non creare sovraffollamento, appena dentro salta agli occhi la maestosa scalinata, al centro di essa vi è una fontana ed una salamandra, “simbolo del parco” la scalinata conduce ad una grandissima terrazza sorretta da ben 100 colonne, questa terrazza e delimitata da un sedile sinuoso lungo 150 metri che ricorda un serpente. Usciamo da Parc Guell e raggiungiamo la fermata del bus, ci posizioniamo sulla parte alta dello stesso e con i capelli al vento percorriamo l’intero giro della linea blu senza più scendere fino alla fermata di partenza, ovvero la Sagrada Familia. recuperiamo l’auto che è già buio e rientriamo all’hotel.

9 agosto

Torniamo a Barcellona, precisamente sul lungomare nei pressi di Mirador de Colom. Lasciamo l’auto è percorriamo la Rambla de Mar ovvero un lungo pontile che oltrepassa la Darsena e conduce a Port Vell. Qui oltre ai molti ristoranti affacciati sul mare, si può salire sulla funicolare di Montjuic, o come nel nostro caso visitare l’acquarium de Barcellona che con 11.000 animali di 450 specie diverse, un tunnel sottomarino di 80 metri di lunghezza e sei milioni di litri dell’acqua è uno dei più grandi d’Europa (personalmente amo gli animali nel loro habitat naturale). Ma per far contente le bimbe ci immergiamo in questa avventura e dopo quasi tre ore ne veniamo fuori. Raggiungiamo quindi uno di quei ristorantini sul mare adocchiato in precedenza. Dopo la degustazione di tapas pesce e birra a go..go.. raggiungiamo a piedi (1.1 Km) Casa Batllò, altra opera del maestro Antonì Gaudì, che su commissione di Josep Batlló (da qui il nome) altolocato industriale del settore tessile, affidò nel 1904 al maestro l’incarico di rimettere a nuovo un modesto palazzo acquistato l’anno precedente sul Passeig de Gràcia. Il lavoro di Gaudí fu completato nel 1907 e modificò notevolmente l’aspetto dell’edificio, rivoluzionando la facciata principale, ampliando il cortile centrale ed elevandolo di due piani inesistenti nella costruzione originale. Al piano terreno sorgevano le scuderie, destinate successivamente a magazzini, e l’androne comune, il primo piano del palazzo, il cosiddetto piano nobile, fu destinato ad abitazione della famiglia Batlló mentre negli altri quattro piani furono ricavati otto appartamenti destinati all’affitto. Se sei a Barcellona, Casa Batllò va decisamente visitata, ma onestamente il prezzo d’ingresso di 25,00 euro a persona, a mio parere, è un po’ altino.

Continuiamo il nostro giro tornando sui nostri passi percorriamo la famosa Rambla, soffermandoci al mercato “La Boqueira”. Appena si oltrepassa il cancello si viene inondati da un tripudio di colori, negli oltre 2.580 metri quadrati ci sono oltre 300 bancarelle di ogni genere, frutta, carne, pesce, prosciutti e formaggi. Usciamo dalla Boqueira e dedichiamo l’ultima visita in zona alla cattedrale della Santa Croce e Sant’Eulalia insignita del titolo di basilica minore nel 1867 si trova nel Barri Gòtic. La cattedrale fu costruita tra il 1300 ed il 1500 “tranne la facciata risalente al 1900”, interamente in stile gotico è dedicata alla Santa Creu (la santa Croce) ed a Santa Eulalia, la patrona di Barcellona “festeggiata il12 febbraio”, la quale subì il martirio in epoca romana. La leggenda vuole che fu esposta nuda finché a metà primavera cadde la neve e coprì il corpo, le autorità di allora la misero in una botte chiodata e la fecero rotolare per una stradina che adesso si chiama Baixada de Santa Eulàlia. Recuperiamo l’auto e raggiungiamo la Font magica de Montjuic che si trova nella Placa d’espanya ai piedi dell’omonimo promontorio. Questa fontana fu costruita nel 1929 ed in giorni e orari prestabiliti si possono ammirare fantastici giochi d’acqua e luci, naturalmente “oggi Sabato nove agosto” è uno di quelli. Dopo lo spettacolo raggiungiamo ad un solo isolato una ottima pizzeria napoletana gestita da napoletani, subito dopo rientriamo in Hotel.

10 Agosto

Carichiamo l’auto e dopo aver salutato il personale dell’Hotel raggiungiamo Monistrol de Montserrat, a 32 Km di distanza, qui si trova una stazione particolare, infatti i treni sono a cremagliera, lasciamo l’auto in un grande parcheggio coperto e raggiungiamo la biglietteria. Il treno percorre gli 8 Km che separano la stazione dal Monastero Benedettino di Santa Maria di Montserrat in 15 minuti, naturalmente il tragitto è tutto in ripida salita ed il panorama man mano che si sale è davvero bellissimo. A metà percorso i binari si sdoppiano dando la possibilità di passaggio al treno che scende. Appena usciti dalla stazione si apre dinnanzi a noi uno spiazzale enorme dove, infondo ad esso si erige il Monastero, secondo la leggenda, nell’880 l’immagine della Madonna venne trovata nella grotta e, nel 1025 l’abate fondò il Monastero di Santa Maria di Montserrat. All’interno della Basilica infatti, tra l’altro, si può ammirare una scultura della Madonna con Gesù bambino tra le braccia, nel 1409 la Basilica divenne un’abbazia indipendente. Il Monastero è sovrastato dalla montagna in parte priva di vegetazione ed assume strane forme a modo di pinnacoli. Oltre alla Basilica ci sono le dipendenze dei monaci, il chiostro, il refettorio e altri locali adibiti a museo ed alla vendita di merchandising. Di fronte al Santuario ci sono due funicolari (cabine su binari tirate su da una fune in acciaio) la Funicolare Sant Joan e la Funicolare Santa Cova. La Sant Joan conduce in 7 minuti circa ad un’altezza di 1.000 metri, mentre la Santa Cova realizzata nel 1929 conduce alla Santa Grotta. Noi prendiamo solo quest’ultima. Arrivati in cima percorriamo qualche chilometro di sterrato e raggiungiamo la Santa Grotta, luogo principe di tutto.

Dopo una breve rinfrescata riscendiamo la montagna prima con la Funicolare e poi con il treno a cremagliera e raggiungiamo la nostra auto che grazie al parcheggio coperto è bella fresca, cosa di non poco conto per intraprendere il viaggio che dopo 320 Km ci condurrà a Saragozza, la nostra prossima meta. Giungiamo alle porte della città poco prima delle 18.30. Saragozza in realtà è solo una tappa di sosta intermedia tra Barcellona e Madrid, ma almeno una cosa merita d’esser vista ovvero la Basilica di Santa Maria del Pilar. Questa Basilica è uno dei più famosi santuari di Spagna “insieme alla Basilica di San. Giacomo a Santiago de Compostela”. Secondo la tradizione è stata fondata da Giacomo il Maggiore dopo che Maria, ancora vivente a Gerusalemme, gli era apparsa non in spirito ma nel suo corpo seduta su un pilastro (da qui pilar). L’attuale chiesa è un edificio di proporzioni gigantesche dotato di una grande cupola centrale e altre dieci cupole minori e quattro campanili, fu eretta a partire dal 1681 su progetto di Francisco Herrera il giovane. All’interno, ammiriamo le volte piene di affreschi realizzati da noti artisti, marmi, bronzi e argenti, nella santa cappella barocca a forma di tempietto ellittico vi è la piccola statua lignea della Madonna del XIV secolo, vestita di paramenti preziosi posta su una colonna di alabastro. (il Pilar) Questa basilica è una delle due basiliche di Saragozza, ed è la co-cattedrale della città insieme alla vicina Cattedrale di San Salvador. Tradizionalmente in onore della Madonna del Pilar si celebrano grandi feste dall’11 al 18 ottobre, in cui si balla l’antichissima “jota” danza sacra e popolare. Dopo la visita ed una breve passeggiata raggiungiamo l’Hotel per il meritato riposo.

11 Agosto

Lasciamo l’Hotel e ci mettiamo in marcia di buonora. Anche oggi ci sono 320 Km da percorrere. Le autostrade Spagnole (senza retorica e critiche ma solo per la cronaca) sono di gran lunga migliori di quelle italiane, quasi sempre a tre corsie e quasi sempre gratis. In 15 giorni abbiamo percorso più di 1.700 Km spendendo solo 27,00 euro di Autopista come le chiamano in Spagna. Da evidenziare anche il costo del carburante, con una media di 30 centesimi in meno a litro, ma questa è un’altra storia. Arriviamo a Madrid e, dopo aver sistemato le nostre valigie in camera, (Hotel Boston) per non rimetterci immediatamente in auto e fare altri chilometri decidiamo di pranzare al ristorante dell’Hotel. Nel primo pomeriggio raggiungiamo il nostro parcheggio al centro di Madrid (prenotato on-line), lasciamo l’auto e ci dirigiamo verso l’ufficio del turismo per ritirare tutto il materiale (MadridCard, e biglietti del Bus Turistico) anche questo acquistato on-line.

Esplicata questa pratica ci dedichiamo alla visita del Palazzo Reale, residenza ufficiale dei Re di Spagna, un imponente edificio costituito da 3.418 stanze che si estende per ben 135.000 metri quadrati. La sua costruzione è iniziata nel 1735 e terminata ben 26 anni dopo nel 1761. Al suo interno ammiriamo notevoli arazzi e dipinti tra cui un affresco del Tiepolo raffigurante l’apoteosi di Enea. Oltre ai dipinti, all’interno del Salone del Trono vi è ancora l’arredo originale in stile Barocco di Re Carlo III, Dall’immenso cortile del Palazzo Reale si può ammirare la facciata principale della Cattedrale di Madrid e i Giardini Sabatini. A pochissima distanza dal Palazzo Reale si trova il Templo de Debod, è un Tempio commemorativo dell’antico Egitto, se potete visitatelo di sera, con le luci accese è davvero bello. Continuiamo il nostro giro verso la Teleferica di Madrid che parte dal Paseo del Pintor Rosales ed arriva a Casa del Campo. Dopo un giro veloce di andata e ritorno torniamo sul nostro Bus e tagliando praticamente in due il centro di Madrid arriviamo al Parco del Retiro, entriamo dalla Porta di Spagna e raggiungiamo il laghetto principale del Parco. Alle sue spalle l’imponente Monumento di Alfonso XII. Questi giardini, così come il Palazzo Reale del Buon Ritiro, furono progettati e realizzati nel decennio tra il 1630 ed il 1640. Il Parco si estende per ben 145 ettari, al suo interno si possono ammirare oltre al Monumento ed al laghetto, anche il Palazzo di Cristallo, il Palazzo di Velázquez, il Bosco degli scomparsi, la Fontana dell’Angelo Caduto e la Fontana del carciofo. Dopo aver saziato la nostra curiosità, la cultura e gli occhi, saziamo anche l’appetito. Ci sediamo al chiosco bar situato difronte al laghetto e gustiamo degli ottimi Tapas accompagnati dall’immancabile birra ghiacciata. Oramai è sera e dopo una giornata così intensa torniamo in hotel.

12 Agosto

Torniamo al centro di Madrid. L’itinerario di oggi prevede la visita di ben tre famosi musei e del rinomato stadio Santiago Bernabeu. Cominciamo dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, un museo d’arte moderna e contemporanea, dedicato a tutta la produzione artistica dall’inizio del Novecento ad oggi, inaugurato per la prima volta il 10 settembre 1992 dai Reali di Spagna. Ha sede nell’antico Ospedale generale di Madrid, questo edificio settecentesco fu eretto per volere di Carlo III. Tra il 1980 ed il 1988 è stato ristrutturato ed ampliato negli spazi, conferendogli l’attuale aspetto. Oggi l’area espositiva è di 8000 m2, inaugurato nell’ottobre del 2005, il progetto dall’architetto francese Jean Nouvel è costato 92 milioni di euro. Tra le opere di maggior valore esposte al suo interno si possono ammirare quelle di Salvator Dalì, Joan Mirò, Pablo Gargallo ed il famoso Guernica di Pablo Picasso.

Usciamo da questo straordinario Museo per immergerci in un altrettanto ed importante Pinacoteca, il Museo del Prado, uno dei più importanti al mondo. Qui vi sono esposte le opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui: Sandro Botticelli, Caravaggio, El Greco, Artemisia Gentileschi, Francisco Goya, Andrea Mantegna, Raffaello, Rembrandt, Pieter Paul Rubens, Diego Velázquez e molti altri. Come già detto all’interno ci sono opere di scuola Spagnola, come quelle del Goya, tra cui: La Maja vestida. la Maja desnuda ed Il 3 Maggio 1808 che rappresenta la fucilazione dei Spagnoli da parte delle truppe Napoleoniche. Tra i tanti autori Italiani vi è la Pietà di Daniele Crespi ed il Davide e Golia del Caravaggio realizzato tra il 1597e 1598.

Usciamo dal Prado e ci incamminiamo lungo il Paseo del Prado per raggiungere l’ultimo (ma non ultimo) Museo da visitare, il Museo Thyssen-Bornemisza, le circa ottocento opere che vi sono attualmente conservate spaziano dal Rinascimento italiano, alla pittura moderna, le opere provengono da una raccolta privata della famiglia del magnate tedesco dell’acciaio Thyssen-Bornemisza, (da qui il nome) ed erano precedentemente collocate in un museo a Lugano, con il matrimonio del barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza con una donna spagnola la raccolta venne trasferita in un palazzo madrileno dono del governo Spagnolo. Tra le tante opere vi sono dipinti di Tiziano, Caravaggio, Canaletto e Van Gogh. Usciamo dal museo esterrefatti, per tutta la mattinata non abbiamo fatto altro che osservare opere di elevata importanza ed interesse culturale, raggiungiamo la storica Plaza Mayor dove ci fermiamo per uno spuntino, subito dopo siamo pronti per risalire sul Bus turistico che ci condurrà al Santiago Bernabéu. L’impianto fu disegnato dall’architetto José María Castell, i lavori di costruzione iniziarono il 27 ottobre 1944 e terminarono nel 1947. L’inaugurazione avvenne il 14 dicembre dello stesso anno. Originariamente l’impianto sportivo venne chiamato Nuovo Stadio Chamartin, ma il 04 gennaio del 1955 fu ribattezzato Santiago Bernabéu in onore all’ex giocatore del Real e allora suo presidente Santiago Bernabeu, il quale guidò la società fino al 1978 con lo speciale privilegio di vedere la squadra giocare per oltre vent’anni in uno stadio che portava il suo nome. All’interno dell’impianto è presente il museo del Real Madrid e lo store ufficiale del club, gestito dall’Adidas. I quasi 70 anni di attività dello stadio si vedono tutti, infatti esiste già da qualche anno il progetto di un nuovo stadio, però ad onor del vero all’interno di questo stadio si respira tutta la storia del club, storia che forse in uno stadio nuovo non si percepirebbe.

Purtroppo con il tour allo stadio finisce anche il nostro tempo dedicato alla capitale di Spagna. In questi giorni abbiamo visitato tre grandi città a poche centinaia di chilometri una d’altra ma profondamente diverse tra loro. Barcellona molto turistica, modaiola, con il suo lungomare e le sue spiagge dorate, ma al contempo piena di storia con il suo quartiere Gotico, con le sue tante opere del maestro Gaudì e con le spettacolari montagne di Montserrat a cinque minuti d’auto; Saragozza, capoluogo della comunità di Aragon, quinta città per numero di abitanti e centro spirituale del cristianesimo con la suntuosa Basilica di Nostra Signora del Pilar, città tranquilla tagliata in due dal Rio Ebro; infine Madrid, città con oltre 3,5 milioni di abitanti ed un’area metropolitana che ne conta quasi 6,5 milioni, che con i suoi Musei, i molteplici istituti universitari, le sue antiche piazze come la storica Plaza Mayor ed i tanti palazzi burocratici ed aristocratici veste appieno il suo ruolo di Capitale di Spagna.

13 Agosto

Lasciamo Madrid e ci dirigiamo verso la costa, dobbiamo raggiungere il piccolo centro urbano di L’ametlla de Mar in Catalogna, tra Valencia e Barcellona. Allunghiamo la strada di una quarantina di chilometri e passiamo la mattinata a Valencia, giusto il tempo di visitare la Ciutat de les Arts i les Ciències (Città delle arti e della scienza) un complesso architettonico composto da cinque differenti strutture suddivise in tre aree tematiche: arte, scienza e natura. La struttura è veramente immensa e futuristica. All’interno vi è tra le tante cose anche uno stagno di 24.000 m2, un acquario di 110.000 m2 che ospita più di 40.000 specie diverse, un planetario con un maxi schermo di 900 m2 e un museo interattivo delle scienze di 80.000 m2 suddiviso su tre piani, se presa con calma questa visita ti porta via l’intera giornata, ma noi lasciamo la città dell’arte e delle scienze e ci dirigiamo verso il nostro Hotel ad Ametla de mar dove arriviamo verso le 18.00, la struttura direttamente sul mare non è di primo pelo ma tutto sommato è piacevole, dispone di ogni confort tra cui una Spa, tre piscine, giardino, parco giochi, bar, ristorante, garage, solarium, ecc.. sistemiamo i nostri bagagli in camera e ci godiamo la nostra prima serata in quel di Ametlla de Mar…

Dopo sette giorni in giro per la Spagna, decidiamo di restare per l’intera giornata del quattordici e del quindici agosto in villaggio, dedicandoci alle attività dello stesso.

16 agosto

Ci rechiamo al Parco tematico più grande di tutta la Spagna, ed il secondo d’Europa dopo quello di Parigi, situato a 45 Km a nord-est di Ametlla de Mar ed a 100 Km a Sud-ovest di Barcellona il Port Aventura. E’ un Parco totalmente tematizzato e che presenta un’ottima varietà di attrazioni, alcune delle quali realizzate durante la gestione Universal e quindi di altissima qualità. E’ suddiviso in cinque diverse aree tematiche, tra cui (secondo me le migliori) quelle rappresentanti il Far West e il Mexico. Tra le tante attrazioni è assolutamente da provare “Shambhala” (novità 2012), che ancora oggi sono le montagne russe più alte d’Europa, il coaster lanciato “Furius Baco”, ovvero le montagne russe lanciate, cioè di velocità, lo spettacolare show “Templo del Fuego”, la torre di caduta “Hurakan Condor” e l’ormai datato ma sempre adrenalinico rollercoaster “Dragon Khan”, montagne russe con diversi avvitamenti. Durante la giornata nel parco si susseguono diversi spettacoli di alto livello sia indoor che outdoor, tra l’altro c’è anche un’area dedicata alle famiglie con bambini piccoli, il “Sesamo Aventura. Con un biglietto a parte si può visitare il parco acquatico outdoor, che presenta anche una zona indoor per la fruizione durante i mesi invernali. Il Resort è poi completato da quattro hotel tematici di alto livello, su cui spicca il “Gold River” costruito nel 2009 è caratterizzato da una spettacolare tematizzazione western, vi sono anche due campi da golf, un’area beach direttamente sul mare con numerose piscine e due ristoranti. I patiti del genere qui possono passarci un’intera vacanza, ma noi prima di sera rientriamo in Hotel stanchi, soddisfatti e divertiti.

17 agosto

Restiamo per tutta la mattinata in spiaggia a goderci il sole bello caldo ma che per fortuna da queste parti viene quasi sempre stemperato da un piacevole vento di libeccio. Nel pomeriggio ci spostiamo in auto, e grazie ad un deplian preso alla reception dell’Hotel raggiungiamo Reus a meno di 50 km a nord di Ametlla de mar. Appena entrati in città la nostra attenzione è rivolta all’ordine e all’organizzazione dei luoghi. Ci sorprende anche il fatto che una città tutto sommato di modeste dimensioni e con 105 mila abitanti abbia un aeroporto e un gran numero di parcheggi pubblici coperti. Ma man mano che ci addentriamo nella città in cerca di un parcheggio più vicino possibile al centro urbano notiamo che di gente in giro c’è ne più di quanto ci saremo aspettati. Infatti la città è veramente carina e il suo centro storico, nonostante ci sia molta gente, è molto vivibile e tranquillo. Lasciamo l’auto in un parcheggio sotto la Placa de Prim nel cuore della città. In questa piazza in uno stabile del 1882 vi è il Casinò Viena con annessa caffetteria al piano terra. Ci fermiamo per un caffè e notiamo che in questo locale aperto da quarant’anni non servono solo caffè e briosce ma dei panini davvero appetitosi. Ce lo stampiamo bene in mente e per ora a malincuore usciamo e cominciamo la nostra passeggiata tra le stradine ombreggiate del centro storico. Visitiamo un paio di Chiese, poi per caso ci troviamo davanti alla casa natale di Antoni Gaudì scoprendo quindi che Reus ha dato i natali al grande maestro del modernismo Catalano esattamente il 25 Giugno del 1852. Qui oltre alla casa è possibile visitare un museo e passeggiare sul Carrer Antoni Gaudì, un viale a lui intitolato. E’ ora di tornare su i nostri passi e raggiungere il Viena caffè dove abbiamo lasciato le nostre papille gustative. Ci sediamo ad uno dei tanti tavolini posti sulla piazza ed ordiniamo oltre a un paio di boccali di birra ghiacciata una delle specialità del locale, “l’Iberico” che nel 2006 è stato giudicato dal New York Timesel mejor bocadillo del mundo (il miglio panino del mondo). E avevano ragione! All’apparenza un semplice panino se non fosse però lungo quasi trenta centimetri e imbottito di ottimo prosciutto crudo e pomodoro. Oltre all’iberico prendiamo anche un Plais imbottito di un’ottima salsiccia casereccia e salsa di pomodoro. Dopo l’ottimo pranzo a base di bocadilli raggiungiamo il Parc de Sant Jordi dove le nostre due bimbe possono giocare un po’ mentre noi ci rilassiamo. Dopo un paio d’ore, lasciamo Reus e rientriamo in Hotel.

Dopo cena raggiungiamo il centro di Ametlla de Mar in compagnia di Manuel e Sabrina, unica coppia italiana nel villaggio “oltre noi”. Il paesino è anche conosciuto con il nome di La Cala, per questo motivo i 5.000 abitanti sono chiamati i Carles. L’economia del paese, ed un po’ di tutta la zona, si basa sul turismo e sulla pesca. Il porto è molto carino e tranquillo con pochi locali, per lo più ristorantini dove mangiare ottimo pesce fresco. Noi mentre i ragazzini giocano ai gonfiabili cè ne restiamo seduti al bar a bere un pò di Licor cuarenta y tres (Liquore 43), tipico della Costa Dorada. E’ molto usato proprio nella zona di Tarragona, raramente viene bevuto liscio per il suo alto contenuto zuccherino ma si accompagna benissimo a succi di agrumeto. Quindi in estate risulta molto gradevole e dissetante, concludiamo anche questa serata e rientriamo in Hotel.

18 agosto

Dedichiamo la giornata interamente alla natura. Ci rechiamo al Parco Nazionale del Delta del’ebre, ovvero dove sfocia dopo 930 km il Fiume Ebro. Il parco è stato scelto dalla commissione del turismo Europeo come destinazione Europea d’eccellenza in riconoscimento del valore dato al turismo sostenibile. L’estensione totale della zona naturalistica è di 320 Km2, di cui 80 disegnati a Parco Naturale. Di particolare interesse è la varietà ornitologica che vanta più di 400 specie diverse, tra cui alcune colonie di riproduzione di uccelli marini tra i più importanti del Mediterraneo. Le pianure conferiscono al Delta dell’Ebro un aspetto estremamente singolare. La fauna è molto varia infatti conta più di 700 specie, tra cui la capra selvaggia, animale diventato simbolo del parco. In funzione delle stagioni dell’anno, qui si possono trovare zone coltivate a ortaggi, frutteti o, come a Marzo ampi terreni paludosi vengono coltivati a risaie, nella zona costiera sono invece presenti grandi lagune circondate da canneti e giuncheti. La periferia di questo parco naturale è caratterizzata da terreni salini e grandi spiagge deserte con dune di sabbia. Nel parco è possibile fare escursioni con canoe o piccole imbarcazioni, si possono utilizzare bici e quad o si può semplicemente passeggiare osservando la fauna e la flora, in oltre è possibile campeggiare, mentre a ridosso di esso vi sono diversi tipi di strutture ricettive. Lasciamo il Parco Nazionale dell’ebre e rientriamo in Hotel, dopo cena restiamo un po’ a bordo piscina a chiacchierare con i nostri nuovi amici d’avventura.

19 agosto

È il nostro ultimo giorno ad Ametlla de mar quindi decidiamo di restare nel villaggio per recuperare un po’ di energie. Ci godiamo la spiaggia ed il mare, pensando ahimè a tutti i luoghi visitati nei giorni scorsi, alla gente che abbiamo incontrato lungo il viaggio, agli artisti di strada, a tutti coloro che lavorano nelle strutture ricettive per offrire ai loro clienti il meglio. Pensiamo anche al cibo, alle Tapas, alla Paella e perché no alla birra ghiacciata.

20 agosto

Non ci resta che sistemate le nostre valigie e caricarle in auto, passiamo a salutare i nostri amici Emanuel e Sabrina con l’augurio di incontrarli ancora, magari in una prossima vacanza. Il cerchio si chiude quando raggiungiamo il porto di Barcellona dove la nostra nave ci attente. Lasciamo la Spagna con rammarico ma anche con l’auspicio di tornarci presto per poter ancora una volta respirare l’atmosfera vivace che ci ha accompagnati per tutto il nostro viaggio.

Adiós amigos…



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