Spagna: fly and drive in Castiglia

Viaggio on the road nei paesaggi di Castiglia-La Mancha e Castiglia e Leon alla scoperta dell'arte e della storia
Scritto da: pamir
Partenza il: 01/08/2015
Ritorno il: 12/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Viaggio fly and drive nelle due Castiglie in dodici giorni

Bene, accantonati i timori relativi al caldo, affrontiamo, Adriano ed io, il viaggio attraverso le due castiglie. Partiamo da Roma Fiumicino con volo AZ alle 8.30 del primo agosto e arrivati a Madrid ritiriamo la nostra “macchinina” precedentemente prenotata. Curiosi e felici ci dirigiamo verso Cuenca. Strada deserta in un deserto paesaggio per 176km. Cuenca ben più piccola di quanto mi aspettassi, ci accoglie su di uno sperone di roccia, ma il nostro alloggio (l’unico della vacanza che avevamo già prenotato da Roma) si trova a Palomera, 10 km oltre e proseguiamo quindi fra rocce modellate come fossimo in un piccolo canyon.

Palomera, minuscolo insediamento con pregevole chiesetta ci piace e così la nostra casa rurale, “Casa de los senores de Cuba”, molto ben ristrutturata. Nel pomeriggio passeggiamo per Cuenca, ammiriamo le case Colgadas ma soprattutto la sua splendida cattedrale, ingresso a pagamento, con audio guida in italiano.

Ceniamo in uno dei numerosi locali che si trovano lungo la strada/piazza accanto al Municipio, preferendo la gioiosa confusione dei numerosi matrimoni celebrati nel vicino municipio ad una cenetta di qualità in un ristorante più isolato. Temperatura “fresca”, pantaloni lunghi, camicia jeans, foulard, alla faccia del caldo!

Dopo la colazione, niente di che, lasciamo Palomera e ci dirigiamo verso Toledo, 179 km. Strade sempre deserte, tenute benissimo. Arriviamo al nostro albergo con parcheggio e wifi (fondamentale per le nostre ricerche serali degli alberghi) gratuitI, l’”Abacerìa”, situato in ottima posizione, in mezzo al verde, con vista sulla cittadina.

Ci dirigiamo con la macchina, non ci fidiamo ad andare a piedi forse a torto, verso il nucleo abitato. Dopo aver parcheggiato in un parcheggio a pagamento, ci avventuriamo fra le numerose stradine saliscendi, temperatura decisamente più calda, ma sopportabile per l’assenza di umidità. Anche qui visitiamo la meravigliosa cattedrale e le sinagoghe. Benché sia Domenica, non ci sono tanti turisti ma soprattutto non è affatto la classica cittadina turistica, nell’accezione negativa del termine, che ci aspettavamo.

Cenetta questa volta, in un angolo un po’ defilato, mi è sembrato di cenare a casa di “zia Lina”: patate schiacciate al pomodoro, con peperoni e salsicce, birretta e creme caramel. Devo dire che non ci hanno messo neanche la tovaglietta di carta, veloce passatina di straccio umido su tavolino all’aperto e via! Speso due lire e mangiato come a casa, a noi è piaciuto molto.

Il giorno dopo, colazione a buffet con vista su Toledo, ho scoperto che gli spagnoli mettono sul pane una salsa cruda di pomodoro e la mangiano col prosciutto, gustosa. Ci dirigiamo, partendo sempre con molta calma, alla volta di Avila 131km. La giornata è un po’ coperta, attraversiamo, boschi, pascoli fino ad arrivare in un bellissimo pianoro al di sotto del quale c’è Avila. La prima parte che vediamo è la periferia, naturalmente non è entusiasmante, ma non sappiamo ancora quello che ci aspetta. Il nostro economicissimo albergo si trova nella zona industriale, veramente brutta!

Non so bene se la causa sia stata il tempo o la brutta impressione avuta alla vista dell’albergo, ma Avila non ci ha particolarmente colpito. Molto interessante la Chiesa di San vincente, appena fuori le mura, di grande effetto il portico laterale, il nartece e all’interno il cenotafio del santo e delle sue sorelle, vale sicuramente una visita. Passeggiata sulle mura, cenetta con vista su di esse accompagnata dall’ elegante balletto di due cicogne.

La mattina dopo solita colazione a buffet e direzione Salamanca, 109km. Arriviamo al “Trip salamanca Montalvo”, albergo 4 stelle, con wifi e parcheggio gratuito, a 5’ di macchina dal Ponte Romano, nei pressi del quale si parcheggia comodamente e gratuitamente. La camera moderna, funzionale con vista in lontananza della città. Dopo la brutta esperienza logistica di Avila, sono felicissima della nostra scelta.

Con Salamanca ho un vero e proprio colpo di fulmine, me ne innamoro istantaneamente, direi che ho una vera e propria sindrome di Stendhal. Tutto entusiasmante, di giorno e ancor più di notte: il Ponte Romano, il fiume e la sua vegetazione, il parco sulle sponde, la magnificenza e imponenza della sua Cattedrale, dell’Università pontificia, delle sue innumerevoli chiese, piazzette, del Monastero di San Esteban. Ce la giriamo, in lungo e in largo, cenetta e, piacevole sorpresa a Plaza Mayor, la simpatica Tuna Medicina Salamanca ci diverte a suon di musica: studenti e forse molti fuori corso, vista l’età, in costume seicentesco si esibiscono per il pubblico che apprezza molto.

Il giorno successivo, siamo al 5 di agosto, escursione a Ciudad Rodrigo, 89km da Salamanca e 30km dal Portogallo. Piccola cittadina con immancabile cattedrale e mura, vagamente assimilabile alla città americana del mitico Zorro. Rientriamo a Salamanca e convinco Adriano a salire sul campanile della cattedrale, ne vale la pena. Dopo cena, di nuovo a Plaza Mayor e di nuovo la coinvolgente Tuna. Torniamo volentieri nel nostro economico e bell’ albergo(preciso che si trova in una zona periferica ma nulla a che vedere con quella di Avila inoltre l’aver avuto la stanza con finestra panoramica sulla città ce lo ha fatto veramente amare) e apprezziamo il dormire, finalmente, per due notti consecutive nello stesso posto.

La mattina dopo lasciamo a malincuore Salamanca, per percorrere i 168 km che ci dividono da Palencia, graziosa cittadina dalle innumerevoli e belle chiese, tanto per cambiare, dove sosteremo due notti.

Lungo la strada ci fermiamo a visitare il Monastero di Santa Clara a Tordesillas, piacevolissima e interessante visita guidata di questo splendido luogo in cui si possono ammirare i diversi stili artistici spagnoli, tra cui quello moresco.

Arrivati a Palencia, passeggiata, birra e tapas in un locale molto caratteristico nel significato più genuino del termine, cenetta nella plaza Mayor con simpatico “studio” delle persone, spagnole, che affollano i bar e ristoranti. Considerati i tempi dilatatissimi, per i nostri standar, del personale, abbiamo potuto effettuare uno studio approfondito dei vari “tipi”. Inoltre, anche qui, volo di cicogne, ne rimango sempre affascinata! Rientro in albergo, 10 km fuori Palencia, dove ci aspetta un comodissimo letto per un meritato riposo.

La mattina dopo, neanche a dirlo, abbondante colazione e partenza per visita in giornata di Burgos. Dopo 92 km e dopo aver visto lungo la strada altre 5 cicogne, arriviamo a Burgos e scopro che la temperatura è decisamente fresca. Se si possono definire pittoreschi il corso d’acqua e la Porta d’ingresso alla città chiamata Arco de Santa Maria, non si può che definire che imponente e magnifica la Cattedrale. Ci siamo persi nei suoi meandri per circa 2 ore, sempre con audio guida in italiano, veramente grandiosa.

Devo dire, a onor del vero, che quest’ultima cattedrale mette a dura prova il mio interesse per l’arte e la storia e dopo riposo ristoratore su panchina nella piazza, sonnecchiando, godendo del caldo sole e guardando incuriosita i numerosi pellegrini diretti a Santiago de Compostela, decido che non ci saranno ulteriori visite approfondite di monumenti. Passeggiamo come flaneur per il resto del centro storico, ma il freddo si fa sentire, 17° chi se li aspettava!

Cena in un ristorantino nei pressi della cattedrale, rigorosamente all’interno, pietanze invernali a base di carne, non c’era alternativa. Rientro in albergo situato in un nuovo insediamento, lontano 10km dalla cittadina. La serata risulterà faticosa perché l’albergo che avevamo adocchiato nel pomeriggio per le nostre due ultime notti a Segovia, non ha più disponibilità. Ciò ci costringe a una stressantissima ricerca. Alla fine decidiamo per un piccolo cambio di programma che si rivelerà ricco di inaspettate scoperte.

La nostra prossima destinazione è Santo Domingo de Silos, 108km di piacevolissima strada, con breve sosta a Lerma, non così maestosa come descritta dalla guida Mondadori e a Covarrubias, decisamente più carina con le sue case in legno e muratura, la rinomata collegiata e le fresche rive del Rio Arlanza. Arriviamo a Santo Domingo passando per una tortuosa strada tra rocce dalle svariate forme, molto piacevole. Come al solito, incontriamo pochissime macchine. L’albergo si trova nel centro del paese, nulla di così incantevole come descritto nei commenti di Booking.

Nel pomeriggio ci rechiamo alla gola della Yecla, dove si scende (a piedi) per una stretta insenatura formata dal fiume; la cosa più emozionante è stato ammirare il volo di numerosi avvoltoi. Cena super spartana a Covarrubias, molto animata, sia per sagra paesana che per il simpatico corteo spontaneo nelle strade del paese per festeggiare i 40 anni di una locale. Temperatura decisamente fredda (16°), considerato che è l’8 agosto, ma non per il luogo – Agosto frio al rostro- (agosto freddo in viso) mi è stato detto da una vecchietta.

Il giorno dopo, domenica, non potendo visitare il magnifico chiostro romanico del Monastero, assistiamo alla messa in canto gregoriano nella chiesa neoclassica. Partiamo quindi per Segovia, 166km e lungo il tragitto ci fermiamo a Penaranda de Duero, incantevole borgo della Castiglia antica e a Pedraza della Sierra, fantastico paese in mezzo al nulla! Qui beviamo una birra in un locale caratteristico sulla piazza (atmosfera da film western). Arriviamo a Segovia e al nostro bell’albergo “San Antonio el real”, parte di antico convento, centrale, vicino all’acquedotto e con wifi e parcheggio gratuito. Purtroppo la nostra stanza, benché vicina al chiostro è molto piccola, buia e dotata di letto alla francese, chiedo di cambiarla e vengo accontentata. Lasciamo la macchina nel parcheggio e, costeggiando a piedi i resti dell’imponente acquedotto romano, ci dirigiamo verso la Cattedrale e l’Alcazar.

Segovia mi piace, ma il mio cuore è rimasto a Salamanca. Ci godiamo gli ultimi giorni di vacanza, passeggiando per le stradine con ritmi decisamente comodi , osservando la gente e visitando le bellezze della cittadina. Il 12 partiamo alla volta dell’Escorial, 54km, attraversando paesaggi montani, 1700m di altitudine e sterminate pianure. L’Escorial non ci è piaciuto, se non per la collezione di opere d’arte al suo interno, tra cui “La deposizione” di R. Wan der Weyden. Nota positiva, ingresso gratuito per gli insegnanti, nota dolente, parcheggio nei pressi costosissimo.

Lasciamo l’Escorial alla volta dell’aeroporto di Madrid, 60km, per riconsegnare la nostra “macchinina” e ripartire per Roma, consapevoli di aver visitato alcuni dei più bei posti della Spagna.



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