SPAGNA ATLANTICA e PORTOGALLO

SPAGNA ATLANTICA E PORTOGALLO: a zonzo tra capi, fari e spiaggePartenza: 2 settembre 2007 Rientro: 28 settembre 2007 Percorsi: Km. 6.971Domenica 2 Settembre 2007 (Santena – Briançon) Eccoci pronti per le nostre prime vacanze da pensionati. La cosa ci sembra molto strana perché da anni Settembre ha rappresentato il...
Scritto da: Franco & Carla
spagna atlantica e portogallo
Partenza il: 02/09/2007
Ritorno il: 28/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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SPAGNA ATLANTICA E PORTOGALLO: a zonzo tra capi, fari e spiagge

Partenza: 2 settembre 2007 Rientro: 28 settembre 2007 Percorsi: Km. 6.971

Domenica 2 Settembre 2007 (Santena – Briançon) Eccoci pronti per le nostre prime vacanze da pensionati. La cosa ci sembra molto strana perché da anni Settembre ha rappresentato il rientro al lavoro e così ci sembra ancora impossibile il fatto di poter partire fuori dai canoni imposti da altri e di non dover chiedere autorizzazioni di sorta. Così alle 21,20 siamo partiti in direzione Briançon dove siamo giunti alle ore 23,55. Contrariamente alle altre volte non abbiamo più potuto sostare nel bel parcheggio ai piedi della fortezza e vicino alla città vecchia perché un bel cartello informa del divieto di sosta ai camper dalle 22,00 alle 8,00. Essendo già informati su questo divieto abbiamo cercato e trovato l’area camper situata in Rue Georges Bermond – Gonnet angolo Rue Jean Moulin nel piazzale con il Parc des Sports. L’area è bella, spaziosa ed illuminata e c’è la possibilità di carico e scarico.

Ci sono già una ventina di camper e così senza esitare abbiamo fermato il nostro mezzo fra gli altri e buona notte.

Domani ci attende l’inizio vero e proprio della nostra nuova avventura.

Lunedì 3 Settembre 2007 (Briancon – Carcassonne) Sveglia alle 7,00 con una temperatura esterna di 11° ed interna di 18°. E’ decisamente freschino ed il cielo è sereno. Molti chilometri ci attendono e questa è la temperatura ideale per viaggiare.

Oggi è una tappa di solo trasferimento quindi non ci attendono luoghi da visitare a meno che cammin facendo non incontriamo qualche cosa di interessante.

La nostra destinazione odierna è Carcassonne dove vorremmo passare la notte, anche se non siamo sicuri di poterlo fare tenuto conto che è nostra intenzione percorrere strade normali e non fare quindi autostrade. Alle 8,00 partenza e ad Embrun, prima sosta per rifornimento gasolio. Il primo tratto di strada non è stato del tutto sconosciuto avendolo percorso in primavera in occasione del nostro breve viaggio in Provenza. La strada è molto bella ed attraversa distese di frutteti ed in particolare mele e pere. Alle 13,00 sosta pranzo a PONT de CRAU alle porte di ARLES e ripartenza poco dopo le 14. Percorrendo la N572 abbiamo raggiunto Montpellier e poi con la N109 – E11 , Bezier. Di qui con la D11 e poi la D5, poco dopo le 18 siamo giunti a Carcassonne. Dopo aver fatto un giro per la città in cerca di un parcheggio, abbiamo seguito le indicazioni per “La Ville” (città vecchia dentro le mura) e qui abbiamo trovato posto in un parcheggio per soli camper ed autobus al costo di €. 10 per 24 ore, munito di carico scarico e servizi.

Il parcheggio è proprio sotto le mura della città vecchia e senza esitazione siamo entrati.

Dopo esserci sistemati ci siamo recati dentro le mura ed abbiamo fatto il giro del bellissimo borgo medioevale conservato egregiamente e con un sacco di negozietti e locali. L’imponenza e la bellezza delle mura e la visuale che si ha esternamente di tutto il complesso della città vecchia è veramente eccezionale e merita sicuramente una sosta. Vista la presenza di altri camper, decidiamo di utilizzare la comoda area di sosta anche per la notte. Così ci siamo potuti godere anche lo spettacolo della rocca illuminata da grossi riflettori che dal basso puntano una bella luce ambrata sulle vecchie mura, sulle torri e sul castello donando loro un aspetto suggestivo ed irreale .

Il nostro piccolo compagno di viaggio è stato costretto come noi a trascorrere una giornata di segregazione in camper, ma la passeggiata sulle mura e tutto intorno alla roccaforte lo hanno rigenerato e reso felice.

Domani ci attende un’altra tappa di trasferimento e poi finalmente avranno inizio le tappe brevi e le camminate. Martedì 4 Settembre 2007 (Carcassonne – Duna du Pilat) A conferma di quanto immaginato ieri sera, la notte è trascorsa nella più assoluta tranquillità. Alle 7,15 sveglia con 18° esterni e 27° interni, il cielo è coperto e tira un vento piuttosto freddo. Dopo colazione ed aver effettuato le operazioni di carico e scarico, alle 8,45 siamo partiti con destinazione la Duna du Pilat, imponente altura di sabbia sottile il cui volume aumenta di anno in anno con l’azione dei venti e delle correnti. E’ la duna più alta d’Europa con i suoi 2,7 Km di lunghezza, 500 mt. Di larghezza e 107 mt. Di altezza. Il suo versante occidentale degrada dolcemente verso l’oceano mentre quello orientale scende quasi a picco verso l’immensa foresta di pini che a poco a poco sta sommergendo. La foresta Landese che nacque su ordine di Napoleone III mediante la piantagione di un milione di ettari di pini marittimi al fine di bonificare una zona paludosa, viene divorata dalla sabbia per circa 4 metri ogni anno. I chilometri che ci attendono sono nuovamente molti, però come nostro solito preferiamo toglierci velocemente i tratti di puro trasferimento per poi goderci pienamente tutto il resto dell’itinerario.

Come sempre abbiamo impostato il navigatore su percorsi da effettuare su strade non a pedaggio sia perché le autostrade in Francia sono molto care, sia perché si ha modo di godere maggiormente il panorama e conoscere meglio le zone che si attraversano. Lungo il percorso abbiamo avuto così modo di incontrare il “Canal du Midi”, molto suggestivo ed oserei dire romantico. Ci siamo fermati un attimo in corrispondenza di una delle 103 chiuse presenti lungo il Canale e che servono per superare un dislivello totale di 190 metri: l’Ecluse de Montgiscard con, nei pressi, un bel barcone coloratissimo e pieno i fiori che galleggiava placidamente sull’acqua verdastra del fiume. Per fortuna il temporale che ci ha accolti strada facendo si è esaurito così abbiamo avuto modo di far fare una breve passeggiata al nostro cagnolino.

Il Canal du Midi è un canale artificiale che si trova fra le città di Tolosa e Sete, fu inaugurato nel 1681 ed in origine doveva collegare l’Oceano Atlantico al Mar Mediterraneo per evitare la circumnavigazione della Spagna. Oggi si può percorrere affittando barconi senza la richiesta della patente nautica.

Siamo ripartiti ancora accompagnati da grossi nuvoloni neri che non promettevano nulla di buono. La strada N113, che da Carcassonne porta a Tolosa, è molto bella, varia, con un ottimo fondo stradale e corre fra piantagioni immense di girasoli, campi di grano e granoturco. Lasciata la N113, dopo Tolosa abbiamo seguito la N124 ugualmente molto bella ed è su questo tratto di strada che ci siamo fermati per il pranzo a VIC FEZENSAC in una bella area alberata con servizi, acqua e tavoli pic-nic. Nel frattempo larghi sprazzi di azzurro si sono fatti largo fra i nuvoloni e dopo pranzo, dopo una piccola riassettata al camper e breve passeggiata, siamo ripartiti per percorrere gli ultimi 312 Km. Che ci separano dalla Duna.

Percorrendo sempre la N124 abbiamo raggiunto MONT DE MARSAN e poi con la N134 è iniziato il tragitto nel territorio di Guascogna, patria dell’Armagnac e dei 3 Moschettieri. La strada molto bella e veloce attraversa il Parco Naturel Regional des Landes de Gascogne che da MONT DE MARSAN arriva al bacino di ARCACHON. Decidiamo di fare una puntatine a CAP FERRET prima di recarci alla Duna du Pilat perché, nel limite del possibile, vorremmo assistere al tramonto dalla sommità sabbiosa. Raggiungiamo CAP FERRET percorrendo la D106 che passa attraverso una lunga striscia di terra, zona di villeggiatura ricca di campeggi e strutture alberghiere. Dopo tanto tempo abbiamo nuovamente avuto modo di assistere allo spettacolo delle imbarcazioni in secca a causa della bassa marea. Questa è una scenografia che ci attrae sempre moltissimo. Raggiunto il capo e dopo aver sistemato il camper nel parcheggio adiacente, dove abbiamo trovato facilmente posto perché siamo a Settembre, ci siamo recati alla punta dove si può’ ammirare un’ampia spiaggia di sabbia finissima ed in lontananza l’imponente Duna du Pilat. Prima di riprendere la strada per la duna ci siamo concessi ancora una breve sosta presso il faro di Cap Ferret che è possibile visitare al costo di €. 4,50. Nel frattempo il cielo è diventato terso e di un azzurro intenso. Alle 19,30 abbiamo raggiunto la duna percorrendo la litoranea del Bacino di Arcachon, assai trafficata a quest’ora, ed un bel tratto della N250. Dopo aver sistemato il camper all’interno del bel parcheggio alberato, a pagamento, nell’area adibita ai camper , di corsa ci siamo cambiati le scarpe e ci siamo recati alla duna che si raggiunge direttamente dal parcheggio percorrendo un sentiero con a lato chioschi e negozietti di souvenir. Una lunga e comoda scalinata facilita la salita sulla enorme montagna di sabbia. Una volta raggiunta la vetta lo spettacolo è garantito: un’infinita e morbida distesa di sabbia che da un lato subisce le bizzarrie dell’Atlantico e dall’altro lato domina ed invade inesorabilmente la bella foresta di pini. E’ incredibile come la natura possa offrire spettacoli indescrivibili per la loro grandiosità e maestosità. Le ombre della sera poi hanno contribuito a migliorare il grandioso panorama regalando toni di chiaro e scuro e di ombre che mettevano ancora più in evidenza gli avvallamenti e le sommità conferendo a tutto l’insieme un aspetto vellutato. Charlie come ha avuto il contatto con la morbida sabbia è letteralmente impazzito ed ha iniziato a correre su e giù per l’ampia collina sabbiosa. E’ stato uno spettacolo nello spettacolo. A piedi nudi, nonostante il vento freddo e la sabbia gelida, ci siamo messi a correre su quell’ampia distesa morbida ed incredibilmente confortevole; ovunque spaziava il nostro sguardo si aveva il desiderio di muovere le gambe in quella direzione. Il senso di infinito e libertà è riemerso vivo e prepotente come quando eravamo sulle ampie dune danesi e come allora lo spirito infantile che è latente in ognuno di noi emerge e ti trasmette vitalità e vigore, voglia di urlare e giocare con la propria ombra che si staglia lunghissima sulla quella superficie così duttile nella sua grandiosità. Nel frattempo il sole è arrivato a lambire l’oceano e la sua enorme palla rossa ha creato riflessi dorati e purpurei nel cielo e sull’acqua. Gelati ma strasoddisfatti e pieni di sabbia, siamo tornati al camper dove dopo esserci lavati e sistemati , Charlie compreso, ci siamo finalmente concessi il meritato pasto serale.

Constatata la presenza di numerosi altri camper decidiamo di non spostarci e fermarci per la notte.

Dopo cena, come era facile immaginare, Charlie è letteralmente crollato e noi ci siamo rilassati studiando il percorso di domani che dovrebbe battezzare il nostro ingresso nei Paesi Baschi, zona a noi ancora del tutto sconosciuta. Fuori c’è un buio pesto ed un silenzio assoluto, fattori che preannunciano una notte di riposo e di tranquillità, almeno speriamo.

Mercoledì 5 Settembre 2007 (Duna du Pilat – Zumaia) Sveglia alle ore 8,00 con 11° esterni e 20° interni e cielo sereno. La notte è trascorsa tranquilla sotto i grandi pini del parcheggio ed a fianco dell’immensa Duna che da 8.000 anni dialoga e combatte con l’Atlantico. La grande sorpresa di prima mattina ci è giunta quando abbiamo notato che la sbarra dell’uscita era alzata e nessun addetto occupava la guardiola, per cui non c’è stato alcun esborso per la sosta con un risparmio di €. 9,60. Alle 9 quindi è iniziato il percorso che ci deve condurre lungo la costa Atlantica spagnola.

Percorrendo una bellissima strada immersa nella foresta Landese e costeggiando la Duna per un lungo tratto, alle 11,30 siamo giunti a CAPBRETON dove ci siamo fermati, attirati dal nome, per una breve sosta. Seguendo le indicazioni siamo arrivati ad una bellissima area camper con acqua, carico, scarico e corrente situata proprio a 50 mt. Da una spiaggia vastissima dietro un bel gruppo di dune di sabbia chiarissima. Questa spiaggia segna il termine dei 104 Km ininterrotti di costa sabbiosa che trova il suo inizio a Biscarosse, località che si incontra appena superata la grande duna. Dopo aver goduto del bel panorama siamo ripartiti per fermarci quasi subito a Labenne per far rifornimento gasolio. Alle 13,30, sempre lungo costa, abbiamo raggiunto ST. JEAN de LUZ e seguendo le indicazioni, a inizio paese, ci siamo diretti a destra per avvicinarci al mare. Su questo beve tratto di strada sono presenti molti campeggi. Abbiamo parcheggiato lungo la strada proprio di fianco alla bella spiaggia, cosa che pensiamo sia stata possibile perché siamo a Settembre. Infatti è ben visibile il divieto di sosta ai camper che noi da bravi italiani abbiamo fatto finta di non vedere visto che in giro non c’era anima viva se non qualche bagnante sulla battigia. Dopo pranzo relax sulla spiaggia e verso le 16 ripartenza in direzione Spagna.

Il primo paese Basco raggiunto è stato HONDARRIBIA dove ci siamo fermati parcheggiando il mezzo appena fuori le vecchie mura della città. Dopo una breve escursione nel centro storico, in pieno fermento con i preparativi per una grande festa religiosa che avrebbe avuto luogo a fine settimana, alle 18 siamo ripartiti seguendo le indicazioni di un percorso panoramico segnalato dalla Guida. Troviamo la strada GI 3440 alla prima rotonda appena fuori dall’abitato. Il tratto costiero è fresco ed alberato e si inerpica su di un colle verdeggiante ed il percorso panoramico si snoda per 17 chilometri. Dopo 6 Km si incontra il Santuario di Nostra Senora de Guadalupe con bella vista sulla vallata sottostante, ma lo spettacolo migliore si ha quando si giunge alla sommità del colle Jaizkibel a circa 500 mt. S.L.M. dove si ha una panoramica straordinaria su tutta la costa sottostante. La sosta è consigliata. Il percorso continua in discesa e continua ad offrire ottime prospettive e spunti panoramici sui verdi pendii che contrastano con l’azzurro del cielo e che pare lambiscano l’oceano. Giunti al termine del percorso abbiamo seguito le indicazioni per San Sebastian o Donostia per i baski, dove, dopo aver cercato invano un luogo dove fermarci, ci siamo arresi proseguendo il nostro viaggio. La città è molto bella ed elegante, luogo di villeggiatura per un turismo balneare d’elite. Posta in una splendida baia, offre una stupenda spiaggia a forma di conchiglia (concha) , percorsa in alto dal bellissimo lungomare (paseo). Purtroppo, il caos, una folla incredibile che riempiva strade, vicoli ed il lungomare, ci hanno indotti a pensare che tutto il mondo si fosse dato appuntamento a San Sebastian e di conseguenza a rinunciare ad una meritata sosta. Ci siamo così accontentati di osservare dal camper alcuni scorci della città e della splendida baia. Stanchi ed affamati siamo quindi giunti a ZUMAIA dove ci siamo fermati in una tranquilla vie della cittadina per la cena ed il pernottamento. Una delle particolarità dei Paesi Baschi è data dalle indicazioni stradali e delle vie cittadine che riportano le informazioni sia in lingua spagnola che in lingua basca.

Giovedì 6 Settembre 2007 (Zumaia – Orinon) La notte è trascorsa discretamente bene ma non tranquilla come le precedenti essendo sistemati su una via cittadina. La temperatura mattutina è sempre piuttosto bassa: 11° esterni e 20° interni con cielo sereno.

Alle 9,00 lasciamo Zumaia per percorrere la strada costiera ed è incredibile come cambia immediatamente il paesaggio come si lascia il mare; ci si trova praticamente ed immediatamente su strade di montagna con tanto di curve e tornanti. Attraversando immensi boschi di pini ed eucalipti che sprigionavano nell’aria il loro intenso aroma ed aver percorso un bel tratto particolarmente prodigo di splendidi paesaggi, siamo giunti a DEBA posta sulla bocca dell’omonimo fiume e con una bella spiaggia. Da qui abbiamo proseguito per ONDARROA, quindi LEKEITIO, ELANTXOBE ed infine SOLLUBE dove ci siamo fermati per breve passeggiata ed acquisto pane. La cosa incredibile è che mentre si può godere di scorci panoramici veramente stupendi sulla costa e sull’oceano è altrettanto vero che nei centri abitati che si incontrano strada facendo praticamente impossibile parcheggiare. Inoltre la bellezza della costa contrasta incredibilmente con il grigiore degli agglomerati urbani che si presentano oltremodo brutti e del tutto privi di buon gusto.

Per fortuna a Sollube ci è stato possibile parcheggiare lungo la via che entra in paese e ci mettiamo all’affannosa ricerca di una “Panaderia” ma pare che in questo luogo la gente non si nutra visto che non c’è ombra di un negozio al di fuori di un bar. Il paese è tutto in salita e le stradine non invitano ad una visita. Vediamo infine un signore del luogo con il pane e chiediamo dove l’ha comprato. Ci viene indicata una porta anonima sopra un piccolo ballatoio con ringhiera. Saliamo i pochi scalini ed entrando ci troviamo dentro un piccolo bazar dove il pane ci viene appoggiato sul bancone con a fianco una borsina di plastica usata. Facciamo finta di non vedere il sacchetto e prendiamo la baguette in mano e ce ne andiamo un po’ sorpresi e sconcertati. Scopriamo anche che qui la strada finisce ed usufruendo della piazzetta di manovra del bus, riusciamo a invertire il senso di marcia e tornare indietro per qualche chilometro per raggiungere ed attraversare BERMEO all’uscita del quale imbocchiamo una deviazione a destra per raggiungere CABO MATXITXAKO. La strada si inerpica nuovamente su per la montagna e dopo qualche chilometro si incontra sul lato destro una bella area pic-nic con tavoli, panche e barbecue ed inutile oramai dirlo, una vista stupenda sull’oceano e le alture adiacenti. Il cielo è terso, il sole bollente ma l’aria piuttosto fredda. Poco più avanti troviamo il capo, luogo riconoscibile per la presenza di un orrendo monumento in ferro rossiccio posto su un punto panoramico di tutto rispetto. Da questo posto si ha modo di vedere la bella baia sottostante dove con nostra grande sorpresa abbiamo potuto ammirare uno scoglio in mezzo al mare con alla sommità una piccola chiesa. Lo scoglio è collegato alla terra ferma da un comodo sentiero percorribile solo a piedi. Scopriamo, da un successivo parcheggio poco lontano, che è possibile scendere al mare e raggiungere la chiesetta arroccata. La strada però è vietata ai camper o mezzi di grosse dimensioni.

Decidiamo di fare la sosta pranzo in questo bellissimo luogo. Riprendiamo il cammino per fermarci poco dopo a BAKIO, bellissima località di mare, più accessibile al turismo che le precedenti e con una bellissima spiaggia. Da Bakio ci siamo diretti poi a BILBAO dove per fortuna non abbiamo incontrato grosse difficoltà di parcheggio trovando posto in Calle Ripa a pochi metri dalla città vecchia “Casco Viejo” pagando 2 € per un’ora e mezzo.. I parchimetri di Bilbao rilasciano lo scontrino solo se si indica il numero di targa del mezzo. Dopo aver attraversato il bellissimo ponte sulla Ria de Bilbao, ci siamo addentrati nel centro storico formato da “Siete calles” vicoli e stradine pieni di vecchi palazzi , chiese e molti negozi. Dopo aver fatto alcuni acquisti siamo tornati al camper percorrendo il Paseo Arenal, bel viale alberato sul lungo fiume ed aver attraversato l’omonimo ponte dal quale si ha una bella visuale dell’antico palazzo sede del Teatro Arringa e dell’imponente edificio della Stazione Ferroviaria. Uscendo da Bilbao ci siamo soffermati a scattare le foto di rito alla modernissima struttura del famosissimo MUSEO GUGGENHEIM. Riprendendo la strada della costa siamo giunti a CASTRO URDILES, grosso centro sull’Oceano con un bellissimo lungomare sul quale naturalmente è impossibile sostare. Non trovando alcuna sistemazione proseguiamo alla ricerca di un posto idoneo per la notte. Finalmente vediamo un’immensa spiaggia resa ancora più grande dalla bassa marea. Ciò che però ci attira maggiormente è che al limitare della spiaggia c’è un bel parcheggio libero e non è una chimera perché l’abbiamo raggiunto e ci siamo comodamente sistemati con finestra vista oceano. Siamo ad ORINON e la cosa ancora più incredibile è che proprio di fianco a noi ed a altri due camper c’è un bel campeggio, aperto e funzionante!!! Speriamo che questa inaspettata facilità di parcheggio sia di buon auspicio per il proseguimento del viaggio e che sia dovuto al fatto che con BILBAO i Paesi Baschi sono terminati e con loro, ci auspichiamo, anche le difficoltà visto che nel corso del loro attraversamento non abbiamo notato alcuna disponibilità e servizi nei confronti dei camperisti. Nulla da eccepire circa la disponibilità e la cordialità dei suoi abitanti o per la bellezza della sua costa e delle sue spiagge, ma assolta mancanza di strutture dedicate ai camper e scarsissima presenza di luoghi idonei per la sosta. Questa sarà la prima notte in CANTABRIA. Prima di cena non ci siamo trattenuti dal fare una bella scorrazzata sulla spiaggia ed abbiamo dovuto camminare un bel po’ prima di raggiungere l’acqua dell’oceano. Charlie è nuovamente impazzito al contatto della morbida sabbia dorata e nemmeno le chiazze di acqua lasciate qua e là dalla bassa marea, hanno frenato il suo entusiasmo. E’ ormai risaputo che il nostro piccolo amico detesta l’acqua, ma oggi ha nuovamente dato il meglio di sé correndo come un pazzo cercando di evitare il più possibile le pozzanghere. A fine passeggiata aveva sabbia ovunque! Dopo esserci lavati, sistemati ed aver mangiato con vista oceano, serata di relax. L’unico rumore che si sente è quello delle onde e l’esterno non è del tutto buio visto che possiamo godere dell’illuminazione del campeggio: meglio di così…!! Venerdì 7 Settembre 2007 (Orinon – Vega) Notte all’insegna dell’assoluta tranquillità. Solo Charlie ha avuto la bellissima idea di grattarsi per gran parte della notte preoccupandoci un pochino. Questa mattina è tranquillo e può darsi che nonostante il bagnetto un po’ di sabbia sia rimasta in mezzo al suo folto pelo. La temperatura esterna è di 13°, interna di 20° e qualche nuvola si è presentata in cielo: speriamo in bene! Partiamo da Orinon verso le 9 in direzione LAREDO. Strada facendo, appena entrati nel centro abitato di LIENDO, sulla destra abbiamo trovato una bella e comoda fontanella in pietra con pressione dell’acqua spaventosa. Naturalmente ci siamo fermati per rabboccare il serbatoio dell’acqua. Giunti a LAREDO, non notando nulla di eccezionale, tranne la spiaggia, abbiamo proseguito lungo la litoranea fino a SANTANDER nel cui tragitto l’unico vero spettacolo è dato dalle spiagge che sono una più bella dell’altra e che a quanto pare da queste parti sono un luogo comune. Effettivamente ogni centro abitato situato sul mare ha la sua bella spiaggia che nella maggior parte dei casi è libera e munita di servizi, doccia e sorveglianza.

Giunti a Santander, bella ed elegante città costiera situata in una stupenda baia e capoluogo della Cantabria, abbiamo percorso il Paseo di Pereda che è la lunga passeggiata lungomare ornata con belle aiuole fiorite, monumenti e fontane. Proseguendo prende il nome di Avenida Reina Victoria fino alla Penisola della Maddalena che chiude la baia. E’ doveroso dire che su questo bel tratto di strada centrale i posteggi sono numerosi e gratuiti. Quindi appena trovato il posto adatto alle nostre dimensioni, ci siamo fermati per una bella passeggiata sul lungomare dove abbiamo potuto ammirare l’enorme spiaggia ancora molto affollata. Riprendendo il cammino ci siamo involontariamente trovati sulla strada per CABO MAYOR con tanto di Faro. Senza esitare abbiamo deviato per tale direzione. Poco dopo eravamo in cima ad una falesia con il faro che si stagliava maestoso nel cielo azzurro. A proposito, le nuvole di questa mattina sono completamente scomparse. Trovando posteggio ai piedi del faro, ci siamo fermati per godere del panorama a dir poco stupendo. Abbiamo quindi percorso un sentiero che ci ha condotti alla sommità del Cabo dove è possibile ammirare un gran tratto di costa rocciosa e selvaggia. Ci è stato così molto chiaro il motivo per cui il faro è chiamato “Faro di Bellavista”.

Tornati al camper vista l’ora ed udendo i brontolii di stomaco, ci siamo cocessi la pausa pranzo. Siamo quindi ripartiti raggiungendo ed attraversando SUANCES per poi proseguire verso la spiaggia di Tagle, molto carina, raccolta in una baia rocciosa con docce, sabbia bianca ed acque “caraibiche”. Il sole caldo e l’aria frizzantina invogliavano ad una sosta con bagno ed è con vero rammarico che abbiamo rinunciato per riprendere il viaggio e raggiungere COMILLAS, altra cittadina balneare, molto carina ed accogliente, naturalmente con il suo bel golfo e la sua bella e sabbiosa spiaggiona. Incredibilmente siamo riusciti a sostare in un bel parcheggio libero vicinissimo alla spiaggia trovato subito dopo aver superato il porticciolo di pesca. Sarebbe stato il posto ideale per fermarci e passare la notte, ma vista l’ora ed il sole ancora molto alto, abbiamo preferito proseguire. Giunti a SAN VICENTE de la BARQUERA siamo stati attratti dalla bellezza del luogo e da un’imponente spettacolo offerto dalla bassa marea. Qui però ci è giunta la prima delusione: non siamo riusciti a trovare un posto idoneo per la notte. Così dopo le foto di rito abbiamo proseguito per LLANES dove ci siamo fermati per il rifornimento carburante, (che in Spagna costa ancora meno che in Francia) e per cercare un’area di sosta però sfortuna vuole che nel paese stava per iniziare una gran festa religiosa ed il caos era indescrivibile tanto da indurci ancora a proseguire. Cerchiamo quindi posto a RIBADESELLA, ma anche qui nulla da fare. Tutti i parcheggi erano pieni e quelli liberi avevano la sbarra a 2,50 mt. Di altezza.

Un po’ delusi, piuttosto stanchi e sfiduciati finalmente abbiamo notato le indicazioni della spiaggia di VEGA, raggiunta la quale finalmente notando già molti altri camper sistemati nel gran piazzale erboso antistante la spiaggia, ci siamo aggregati senza esitazione. Il luogo è attrezzato per i bagnanti con docce, servizi e acqua corrente, nonché bar e ristorante. Anche qui non manca lo spettacolo della spiaggiona con bassa marea che ci ha permesso di godere cenando di un bel tramonto sull’oceano. La spiaggia di Vega fa già parte delle ASTURIE e con San Vicente de la Barquera è terminata la Regione CANTABRIA. Nel percorso da San Vicente a Vega la strada si snoda tra boschi di pini ed eucalipti e si ha modo di ammirare le alte cime dei PICOS de EUROPA gruppo montuoso che si trova a cavallo tra le Asturie e la Cantabria e alcune delle sue cime superano i 2.500 mt. . E’ incredibile la diversità di panorama che si ha come si lascia il mare; giungendo a Vega si percorre una stradina fra due alte pareti rocciose. La cosa però che sa dell’incredibile ed unico è che con le montagne così vicine e che lambiscono il mare racchiudendo ogni golfo, si possano trovare spiagge così vaste e sabbiose. Ci aspetta un’altra notte all’insegna della tranquillità, Charlie permettendo. Sabato 8 Settembre 2007 (Vega – Playa de Cadavedo) Il cielo nuvoloso ci ha dato l buon giorno. Non ci lasciamo influenzare e dopo colazione e naturalmente una notte passata cullati dal rumore delle onde, ci incamminiamo verso LUANCO. Dopo poche centinaia di metri e superata una breve galleria si è notata sulla destra una piccola area pic-nic con fontana in pietra. Inoltre il logo è incredibilmente suggestivo perché ci si trova improvvisamente fra le gole di un piccolo corso d’acqua.

Giunti a Luanco alle 11,30, decidiamo di fermarci e fare due passi sul lungomare, porticciolo e centro città. Qui i parcheggi non mancano ma il paese non ha nulla di particolare se non una bella ed antica chiesa fronte mare ed un caratteristico ed antico borgo di pescatori dove abbiamo notato la presenza di alcuni locali caratteristici dove era possibile mangiare pesce. Come è risaputo in Spagna non si tocca forchetta prima delle 14, così in attesa di mangiare, decidiamo di raggiungere il vicino CABO PENAS che dista soli 9 Km. Seguendo prima le indicazioni per il Capo e poi quelle per il Faro siamo giunti sulla sommità di una falesia dalla quale si può godere di panorami stupefacenti sull’oceano e su tutta la costa. Lo spettacolo è garantito!! Nei pressi del faro è situata una colonna con diverse sirene che vengono utilizzate in caso di nebbia. A proposito, continua il tempo nuvoloso ma ciò non disturba il panorama e nemmeno l’escursione. Tornati a Luanco abbiamo optato per un locale molto poco raffinato ma molto caratteristico: tavoli con piano in marmo, senza tovaglia, lunghe panche e trucioli di legno per terra. I camerieri versano “La Sidra” (vino di mele) nel loro modo spettacolare e cioè alzando la bottiglia oltre ad un metro di altezza rispetto al capiente bicchiere; ciò per togliere il torbido e permettere l’esalazione dell’alcol alla bevanda. E’ impressionante vedere quante bottiglie vengono vuotate in poco tempo! Secondo il nostro parere i trucioli di legno sul pavimento servono per assorbire l’eventuale Sidra che gli avventori meno esperti versano a terra prima di centrare il bicchiere. Dopo aver consumato un ottimo pasto a base di pesce, in particolare un favoloso “Pulpo alla gallega” ed aver speso l’esorbitante somma di 20 € in due, soddisfatti e divertiti siamo tornati al camper.

Nel percorso tra LUANCO e CUDILLERO il cielo è tornato nuovamente azzurro. CUDILLERO PORTO è un simpatico borgo di pescatori che viene omai utilizzato in gran parte a scopo turistico. Infatti è pieno di negozi di souvenir, ristorantini e sidrerie. Per fortuna i pescatori ci sono ancora e addirittura è possibile, con un costo non indifferente, partecipare alla pesca ospitati sui loro pescherecci.

Ripartiti con destinazione CADAVEDO, ci siamo concessi una deviazione per raggiungere CABO e FARO VIDIO: altro panorama mozzafiato, altro spettacolo offerto dagli impressionanti strapiombi sull’oceano e dalle vaste distese di erica rosa. E’ incomprensibile e spiacevole constatare che certi luoghi così unici e selvaggi, facilmente raggiungibili anche con un mezzo di 7 mt. E più, non siano pubblicizzati o almeno citati sulle guide turistiche. Siamo dell’idea che non è cosa di tutti i giorni poter godere di certi spettacoli della natura!! Ancora estasiati dallo spettacolo appena goduto e piuttosto infreddoliti a causa del gran vento che ha accompagnato la nostra escursione sulla falesia, ci siamo rifugiati in camper e subito ripartiti questa volta con l’intenzione di cercare un luogo dove cenare e passare la notte senza aspettare l’ultimo momento. Incrociando le dita ci siamo diretti a CADAVEDO e seguito le indicazioni per la “Playa”. Ormai non è più una sorpresa per noi percorrere strade che si snodano fra boschi di eucalipti e pini e così è stato anche nel tragitto effettuato per raggiungere la spiaggia che con nostro grande piacere abbiamo trovato già frequentata da altri camper. Ci siamo così sistemati comodamente vicino ad altri cinque camper francesi. Il caso vuole che proprio questa sera c’è la partita di calcio fra ITALIA e FRANCIA, e noi…Siamo l’unico equipaggio italiano!!! Naturalmente la spiaggia che in questo raro caso è in parte ghiaiosa, segna il termine di un piccolo e suggestivo golfo racchiuso da due belle pareti rocciose e con bellissimi scogli affioranti.

Il parcheggio erboso si trova rialzato rispetto alla spiaggia ed è fornito di servizi con docce e corrente, acqua, area pic-nic, barbecue, doccia e due rubinetti sulla spiaggia, servizio di sorveglianza nonché un piccolo chiosco con servizio bar. Altro elemento positivo è dato dal fatto che dalla spiaggia è possibile vedere il camper.

Dopo cena relax sportivo: visto l risultato di parità non siamo potuti andare a fare la ola vicino ai camper francesi!!! Alle 23,30 tutti a nanna cullati dal fragore delle onde che si infrangono contro gli scogli. L’alta marea è arrivata. Domenica 9 Settembre 2007 (Playa de Cadavedo) Sveglia alle 8,00 e fa piuttosto freddo ma il cielo annuncia nuovamente una giornata splendida. Decidiamo così, tenuto anche conto della comodità del luogo, di fermarci tutto il giorno. Così sono iniziate le grandi pulizie: camper fuori e dentro, bucato e per finire bella ed abbondante doccia calda, carico e scarico.

Approfittando dei comodi bracieri dell’area pic-nic, abbiamo deciso di concederci per pranzo le nostre braciole scongelate e cotte alla brace. La giornata è poi trascorsa in pieno relax ed un bel sole con venticello fresco hanno aiutato a renderla più che gradevole, così come è stato altrettanto piacevole assistere tranquillamente all’alternanza delle maree. E’ stato inoltre così curioso e pittoresco vedere i gabbiani che, ogni qual volta l’acqua si ritirava, in gran numero sopraggiungevano per occupare ed ispezionare la spiaggia che a poco a poco si ingrandiva, riempiendo l’aria con il loro chiacchiericcio. Anche Charlie ha potuto godere del suo giorno di libertà considerato che per tutto il tempo ha scorrazzato in qua e là senza guinzaglio. Decidiamo di fermarci ancora per questa notte e riprendere il viaggio domani mattina. Lunedì 10 Settembre 2007 (Playa de Cadavedo – A Coruna) Dopo un’altra notte super tranquilla siamo stati svegliati dalle grida di gabbiani al pascolo sulla spiaggia appena abbandonata dall’acqua dove il sole nascente crea riflessi dorati ed argentati. La giornata è nuovamente splendida e come sempre la temperatura piuttosto bassa. A malincuore lasciamo il luogo che ci ha così comodamente ospitati e che ci ha permesso di rigenerarci per raggiungere LUARCA. La strada è bella e con il nostro fido Tom-Tom che ci consente di sfruttare tratti autostradali privi di pedaggio, ben presto giungiamo a destinazione e scegliamo di percorrere la strada per il faro notata subito a inizio paese. La scelta è stata azzeccata perché da quella posizione abbiamo avuto modo di avere una bella e completa panoramica sul paese, sul porticciolo, sulla spiaggia e la costa. Con la sosta a LUARCA terminiamo la visita alla costa Asturiana. Da RIBADEO, nostra prossima meta, ha inizio la costa della GALIZIA.

Strada facendo il tempo si è leggermente guastato. Giunti a Ribadeo, città sul mare come sempre con bella spiaggia ma senza altre grosse attrattive, ci siamo fermati per sosta pane e ci siamo fatti tentare dall’acquisto delle tanto decantate “Impanades”, torte salate ripiene con ingredienti diversi; si possono trovare con tonno, carne e verdure, altri tipi di pesce (Bonito). Così facendo ci siamo garantiti il pranzo odierno. Da Ribadeo verso VIVEIRO abbiamo notato ed imboccato, facendo una deviazione al nostro percorso, la “Caretera de las Praias”, una bella strada lungo mare ricca di spiagge stupende. La strada termina in bellezza con la spettacolare “PRAIA des CATEDRALES” da non perdere e da vedere assolutamente con la bassa marea. Non ci sono parole tali da descrivere lo spettacolo che offre questa spiaggia. Dalla passerella sovrastante abbiamo notato la scaletta che permette l’accesso alla spiaggia dove già molte altre persone passeggiavano in qua e là. Siamo scesi e lo spettacolo è triplicato: ci siamo praticamente ritrovati a camminare sul fondale marino tra enormi scogli, grotte, archi nella roccia, dove poco tempo prima ed in fase di alta marea le onde si infrangono e l’acqua si riprende il suo territorio. Dentro le belle e profonde grotte si possono vedere i mucchi di detriti accumulati dal mare durante le piene. Esperienza unica ed indimenticabile !!! A malincuore abbiamo lasciato questo luogo incantevole, anche perché i segni dell’arrivo dell’alta marea erano più che evidenti. Lungo il tragitto verso ORTIGUIERIA sosta per il pranzo in un’area pic-nic all’interno di un bosco di eucalipti. Naturalmente il nostro pasto è stato a base di “Impanada” che è buonissima !! La nostra successiva sosta è avvenuta alla PUNTA de ESTACA DE BARES che è l punto più a nord della Galizia. Dopo una breve passeggiata al faro e lungo i sentieri della punta, siamo ripartiti per raggiungere CABO ORTEGAL che per sentito dire è un luogo ove la nebbia è sempre di casa tanto da impedirne la visuale sulla costa. Proprio per questo motivo abbiamo scrutato spesso e volentieri il cielo sperando di avere più fortuna di altri. E così è stato anche se un po’ di foschia aleggiava tutt’intorno. Ciò però non ha assolutamente guastato il panorama o impedito la vista della punta; anzi l’atmosfera puramente nordica, il vento freddo con forti raffiche hanno contribuito a rendere l’ambiente particolarmente suggestivo e quasi irreale. Il fatto poi di poter parcheggiare il camper proprio sotto il bel faro che è situato in uno spiazzo creato in punta allo strapiombo, non è cosa da poco. Quindi altra esperienza indimenticabile !! Se non abbiamo trovato la tanto temuta nebbia a Cabo Ortegal, siamo riusciti a prenderne in dosi massicce seguendo la strada che da CARINO porta a CEDEIRA, passando da SAN ANDRES. Per fortuna la strada è bella ma la scarsissima visibilità ha reso il tragitto piuttosto difficoltoso. Viaggiando a passo d’uomo siamo giunti alla sommità di un colle dove molte pale eoliche sembrano enormi fantasmi che appaiono e scompaiono nella nebbia. Enormi banchi di nebbia che spinti dal forte vento si muovono a velocità incredibile, creano sprazzi di sporadica visibilità tanto da permetterci di osservare la zona circostante brulla e simile ad una brughiera. Che spettacolo impressionante !!! Per fortuna nel corso della discesa la nebbia come per miracolo è sparita per lasciare l posto ad un cielo incredibilmente azzurro. Rasserenati e più tranquilli abbiamo potuto poi goderci scendendo il bel panorama sulla costa finché alcuni cavalli selvaggi hanno pensato bene di fermare il nostro cammino perché se ne stanno comodamente fermi in mezzo alla strada. Altri gruppi di cavalli invece pascolano tranquillamente nei prati circostanti. Questa giornata così piena di sorprese ed emozioni si è conclusa in bellezza con il nostro arrivo a A CORUNA, bellissima città di mare e capitale storica della regione Galizia. Percorrendo il bellissimo lungo mare ci siamo poi fermati nell’ampio parcheggio gratuito sotto la “Torre di Hercules” , bellissimo faro alto 104 mt. Che pare risalga all’epoca romana e che sia il più antico ancora funzionante. La zona è molto bella anche perché al di sotto del maestoso faro, posto sulla punta più settentrionale della penisola, c’è un bel parco con comodi sentieri che permettono di poter raggiungere l’estremità che si affaccia sull’oceano e di poter visualizzare da vicino e calpestare l’enorme Rosa dei Venti creata nel prato tra il faro e la fine della scogliera. Il bellissimo tramonto sul faro e dintorni è stato poi l’apice di una giornata eccezionale. E Charlie? Naturalmente ha scorrazzato tutto il giorno lasciando segni del suo passaggio ovunque con grande sua gioia e soddisfazione. Dopo cena e bagnetto è crollato!! Martedì 11 Settembre 2007 (A Coruna – Muros) Solitamente quando si dorme in un parcheggio cittadino il sonno è sempre un pochino disturbato, ma questa volta così non è stato e la notte è trascorsa in assoluta tranquillità. La zona è molo tranquilla ed il parcheggio molto ampio è di fronte ad un grosso centro sportivo e di fianco al carcere. Alle 9 con l’autobus 3A (il biglietto si acquista a bordo) abbiamo raggiunto il centro della città. A piedi ci siamo recati in Plaza Maria Pita, eroina della città, dove c’è l bellissimo palazzo comunale. Dalla piazza, molto bella, ci siamo diretti nel Casco Viejo (Città vecchia) che a nostro avviso non è particolarmente interessante, per poi raggiungere il lungo mare famoso per i suoi bei palazzi dalle caratteristiche verande. Con l’autobus n° 5 abbiamo fatto ritorno al camper ed ammirato ancora una volta lo splendido faro e la zona circostante. E’ doveroso specificare che non ci siamo trattenuti maggiormente in questa ed in altre città, anche se molto grandi, sia perché la nostra meta principale è il Portogallo, sia perché la guida turistica ha segnalato come più importanti i luoghi da noi visitati. Naturalmente lasciando perdere i vari musei e le numerose chiese.

Ripartiti con destinazione CABO VILAN, dove siamo giunti per l’ora di pranzo o poco più. Con nostra grande sorpresa ci siamo potuti fermare nel cortile dell’edificio del faro che a nostro avviso è uno dei più belli in assoluto da noi visti fin’ora. Già nel tragitto che da CAMARINAS porta a Cabo Vilan ci siamo resi conto della particolarità del luogo. Questo tratto di costa appartiene alla RIAS DA COSTA DA MORTE, cioè il punto in cui è avvenuto nei secoli il maggior numero di naufragi. La costa è in effetti molto selvaggia e solitamente battuta da forti venti. Proprio per sfruttare la presenza costante del vento, in prossimità del capo è stata creata una grossa centrale eolica. In prossimità del faro lo spettacolo non ha eguali: la sua maestosità stampata nel cielo azzurro, l’attiguo straordinario contesto fornito dalla scogliera frustata dalla collera dell’oceano e la schiuma bianca delle onde in contrasto con il blu intenso dell’acqua, le forti raffiche del vento che tutto inesorabilmente percuotono, il silenzio rotto dal suo sibilo ininterrotto e costante, tutti fattori che ci hanno suscitato un entusiasmo incontenibile. Queste fanno parte di quelle situazioni estreme che provocano estreme emozioni! Naturalmente, vista la possibilità di poterlo fare, abbiamo pranzato nel cortiletto dell’edificio del faro e dopo pranzo siamo tornati a Camarinas, grazioso centro balneare e di villeggiatura, per prendere la strada per CABO FISTERRA, il punto più occidentale di Spagna.

Il percorso per raggiungere l nuovo capo è molto bello, pieno di Rias e spiagge bianche ed immense con un mare veramente incantevole. Una delle più belle spiagge di questo tratto è quella di LANGOSTEIRA.

Per dovere di informazione è utile specificare che la lunga costa galiziana è segnata quasi ininterrottamente da Rias, ampie insenature che molto spesso hanno l’aspetto di fiumi, veri e propri fiordi di acqua salata che creano un paesaggio altamente spettacolare. Tra una e l’altra, spiagge intervallate da scogli, porticcioli, stazioni balneari. I 1.600 km del litorale, dal confine con le Asturie a quello con il Portogallo, si dividono in tre imponenti zone: Rias Altas, Rias da Costa da Morte, Rias Baixas. La Rias Altas si estende da capo Ribadeo a A Coruna; la Rias da Costa da Morte è la parte di costa attorno a Capo Fisterra; La Rias Baixas occupa la costa che offre scenari incantevoli da Muros a A Guarda.

Inoltre in Galizia è possibile ammirare un numero veramente alto di Hòrreos, piccoli, medi e grandi, che sono delle costruzioni in pietra o pietra e legno, posizionati su piedestalli a forma di fungo, utilizzati fin dall’antichità ai giorni nostri come granai o magazzini. Giunti al Faro e Cabo Fisterre, dove non ci sono assolutamente problemi di parcheggio, abbiamo fatto la solita escursione nei dintorni. Anche qui il panorama non delude assolutamente e si ha veramente la possibilità di constatare l’immensità dell ’oceano, però dopo aver visto Cabo Vilan, questo tratto di costa è meno selvaggio e quindi meno suggestivo. Naturalmente questo è il nostro modesto parere e giudizio! Abbiamo quindi ripreso il viaggio verso MUROS ed avvicinarci così sempre di più al confine con il Portogallo. La strada è molto bella, larga e comoda dalla quale è possibile ammirare la costa meno aspra anche se ancora selvaggia, ma veramente bella.

Giunti a Muros ciò che ci ha subito colpito è la grandezza della Rias che crea un golfo molto ampio. Abbiamo fortunatamente trovato parcheggio sul molo del porticciolo di fronte al lungomare contornato da case con le belle verande già viste a A Coruna, anche se di dimensioni inferiori.

Durante una passeggiata prima di cena abbiamo notato la presenza di numerose Pulperie, locali dove è possibile gustare pesce ed il famoso Pulpo a la Gallega. Naturalmente abbiamo approfittato della bella occasione ed alle 20,30 eravamo comodamente seduti in uno di questi locali. La cena è stata deliziosa e tutta a base di pesce: Pulpo, baccalà e sardine con birra, acqua, vino e caffé alla cifra di €. 28,80 per due persone.

Soddisfatti e sazi ci siamo concessi un’ulteriore passeggiata nella parte vecchia della cittadina ormai illuminata e molto suggestiva, per smaltire un pochino la lauta cena e permettere a Charlie di battezzare alcuni alberi e lasciare così anche qui traccia del suo passaggio. Il vento è molto forte e speriamo che ci permetta di passare tranquillamente la notte. Comunque nel caso in cui non fossimo tranquilli abbiamo già individuato altri possibili punti di sosta e cioè nella piazzetta antistante la chiesa o nel parcheggio sopra la chiesa. Ambedue sono situati più in alto rispetto al mare ma riparati dal vento. Mercoledì 12 Settembre 2007 (Muros – Viana Do Castelo) Ci siamo addormentati e svegliati con il rumore del vento ma per fortuna le raffiche non sono state tali da disturbarci il sonno.

Alle 8 con 18° esterni e 24° interni, ci siamo alzati constatando fin da ieri che la temperatura è cambiata ed il caldo inizia a farsi sentire. Stiamo procedendo verso sud e l’influenza della costa atlantica non è così determinante come nei giorni scorsi tanto che anche la vegetazione è di tipo mediterraneo.

Siamo partiti da Muros verso il Portogallo. Sappiamo già che oggi è una giornata di trasferimento per cui non ci concederemo grandi soste. La prima sosta quindi è stata a CARRIL dove ci siamo fermati per sgranchirci le gambe e per ammirare molte persone che rastrellavano alacremente il fondo della Ria in bassa marea alla ricerca di molluschi. Avendo inoltre notato una fontana nei giardinetti vicino al porticciolo ne abbiamo usufruito per il carico d’acqua. La successiva sosta è stata a CAMBADOS dove al suo ingresso si incontra la cinque-seicentesca Praza de Fefinans, che riesce a mantenersi deliziosa benché sia attraversata dalla strada provinciale. Il luogo è veramente suggestivo e di una bellezza antica. In uno dei tanti negozi presenti nelle vie adiacenti la piazza abbiamo acquistato alcune bottiglie di vino galiziano, visto che questa zona è famosa per i suoi vigneti. Sosta per il pranzo nel parcheggio con servizi della bellissima Praia de AREAS fuori dal centro abitato di SANXENXO.

Verso le 16 (le 15 locali) abbiamo raggiunto CAMINHA nostra prima sosta portoghese. La cittadina ha un bel centro storico ed è racchiusa da bellissime mura dai cui camminamenti è possibile osservare l’estuario del fiume Minho. Giunti quindi a VIANA DO CASTELO, abbiamo seguito le indicazioni per il Santuario di Santa Luzia in posizione molto elevata rispetto alla città, raggiungibile anche con la funicolare. Da questa posizione si ha una panoramica eccezionale su tutta la città, piuttosto grande. La basilica è molto bella e merita sicuramente una visita anche solo per ammirare il bel panorama. Considerato che i tanti parcheggi intorno e sotto la Basilica sono quasi tutti liberi, decidiamo di fermarci per la cena ed il pernottamento. La stanchezza ci impedisce di scendere in città per cercare altra sistemazione, con il rischio di non trovare nulla di soddisfacente e poi nel rispetto della verità dobbiamo ammettere che le grosse città non ci attirano particolarmente quando si tratta di sostare per la notte.

Anche qui è possibile trovare acqua dietro la basilica in una nicchia del piccolo e curato giardino. Lo spettacolo del tramonto e poi della città illuminata sono le ultime belle attrazioni di questa intensa giornata. Unico inconveniente saranno le campane che speriamo non disturbino troppo il nostro riposo. Giovedì 13 Settembre 2007 (Viana Do Castelo – Porto) Le campane non hanno affatto disturbato, anzi sono state una dolce compagnia in quel silenzio ed in quell’atmosfera irreale creata dalla Basilica illuminata sullo sfondo nero delle tenebre. Sfacciatamente abbiamo posteggiato il nostro mezzo proprio davanti alla scalinata centrale che sale alla Basilica. Non sappiamo se in altri periodi ciò sarebbe possibile ma pensiamo che questo è un luogo molto frequentato di giorno e quindi con meno possibilità di parcheggio. Di sera il luogo è comunque frequentato ma solo per ammirare il panorama sulla città che è veramente notevole e per godere un po’ di refrigerio. Alle 8 come al solito ci siamo alzati ma con nostra grande sorpresa aprendo gli scuri abbiamo scoperto che era ancora buio. Dopo il primo momento di sconcerto ed aver guardato più volte i nostri orologi ci siamo ricordati che il Portogallo è indietro di 1 ora rispetto all’Italia, quindi come ora solare erano le 6, con l’ora legale per il Portogallo le 7 e per noi italiani le 8.

La voglia di tornare a letto è stata istintiva ma poi abbiamo pensato che era meglio fare come nostro solito e continuare a rispettare la nostra ora. Così alle 9,00 siamo partiti, dopo aver fatto scorta di acqua, alla volta di BRAGA per visitare uno dei luoghi più suggestivi di questa città: il Santuario di Bom Jesus do Monte che si trova a 4 Km dal centro e situato su un colle a 400 mt. Di quota s.L.M.

E’ possibile raggiungere il Santuario in camper anche perché la strada è bella ed è possibile parcheggiare a pochi metri dal Santuario oppure a piedi tramite un’ampia scalinata immersa nel verde a fianco della quale, parallelamente sale anche una funicolare.

Il luogo è veramente molto bello ma lo spettacolo maggiore si ha guardando la chiesa dalla base della scenografica scalinata a rampe incrociate. Dal grande piazzale di fronte alla chiesa invece si ha una bella veduta su Braga. Il luogo merita veramente una visita!!! Terminata l’escursione ci siamo rimessi in marcia verso PORTO.

Giunti nei pressi della città abbiamo iniziato a cercare parcheggio, cosa che è risultata subito piuttosto difficoltosa. Alla fine piuttosto esausti ed affamati ci siamo decisi a fermarci sulla riva sinistra del lungo fiume, in un luogo tranquillo ma molto lontano e scomodo dalla città.

Dopo pranzo sono nuovamente iniziate le ricerche. Avendo avuto indicazioni del campeggio “Prelada”, siamo andati a cercarlo. Giunti nella zona del camping, non riuscendo ad individuarlo, abbiamo chiesto informazioni ai poliziotti fermi sulla strada e così abbiamo scoperto che il campeggio era chiuso e che Poto non è attrezzata per la sosta dei camper. E’ iniziata così nuovamente la ricerca e quando oramai disperati e piuttosto nervosi eravamo decisi ad andarcene, improvvisamente ci siamo trovati di fronte un grande piazzale sterrato adibito a parcheggio in Rua Do Conselheiro Veloso da Cruz nel paese situato proprio sull’opposta riva del fiume e cioè a VILA NOVA DE GAIA famoso per le sue cantine di produzione del celebre vino Porto.

A poca distanza dal parcheggio c’è la fermata dell’autobus 409 oppure del 15 che ambedue portano nel centro storico di Porto. Usufruendo così dell’autobus i cui biglietti si acquistano a bordo dall’autista, siamo scesi nei pressi del Ponte Luis I° per percorrere a piedi questa grande opera di architettura in ferro ad unica arcata e a due livelli dotati ciascuno di una strada a due corsie e di due marciapiedi, che permette di attraversare il fiume Douro e mettere in comunicazione i quartieri alti e bassi della città con quelli di Vila Nova de Gaia, sobborgo sede delle cantine vinicole. La sua costruzione risale al 1886, progettato su modello della Tour Eiffel, da un assistente di G. Eiffel; dal passaggio pedonale superiore si possono godere belle vedute sulla città. Inoltre, da questa posizione è possibile scorgere l’altra grande arcata metallica che attraversa il fiume, il Ponte de Dona Maria Pia, alto 61 metri e costruito nel 1877 da Gustave Eiffel. Ambedue le strutture ricordano molto la famosa torre parigina. Il nostro primo impatto con la città ci ha immediatamente colpito per il gran caos, il rumore ma soprattutto per lo stato di degrado veramente notevole ed incredibile. Per avere una panoramica completa della città e poter vedere così i luoghi di maggiore interesse, si è deciso di effettuare un giro turistico su uno dei tanti bus scoperti al costo di €. 10 cad. Per 24 ore, con possibilità di scendere e risalire ogni qual volta si ritiene opportuna una visita più approfondita. Charlie ha potuto partecipare e non ha pagato! Il tour è durato quasi due ore ed è stato molto interessante sia perché abbiamo avuto la possibilità di udire in cuffia le spiegazioni dei vari luoghi in italiano e per aver avuto modo di conoscere i punti più caratteristici, i monumenti principali ed i diversi distretti della città con i palazzi dai balconi in ferro battuto ed i vecchi azulejos , dimore che meriterebbero di essere restaurate ma che a quanto pare vengono cedute in uso al popolino. Su un volantino di informazione turistica abbiamo letto che Porto è un grande quartiere che vive e non una vetrina per soli turisti e l’inflazione immobiliare, al contrario dei centri di altre grandi città europee, non ha ancora cacciato il popolino. Questa è una cosa che abbiamo appurato e devo dire condiviso anche se il risultato obiettivo non è dei più idilliaci ma il valore umano è immenso! Tornati sulla piazza centrale Praca da Libertade, siamo poi andati a vedere l’antica Stazione Ferroviaria di Sao Bento che presenta delle decorazioni interne con dipinti ed affreschi degni di un museo; al suo interno troviamo infatti le tipiche piastrelle in ceramica colorate conosciute con il nome di Azulejos. Abbiamo poi raggiunto il Distretto di Ribeira, forse il più tipico quartiere di Porto. Situato lungo la riva del fiume Douro, esso si presenta con le tipiche stradine e viottoli in acciottolato ed in ripida discesa verso il fiume. Qui è possibile conoscere la vita quotidiana degli abitanti più umili della città che si guadagnano la giornata tra le belle ma decadenti facciate degli edifici a volte decorate con Azulejos. Nel quartiere, che è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, sul lungo fiume oltre alla presenza di molti tascos (bar) rumorosi e animati, ristorantini e negozietti vari, i minuscoli mercati improvvisati all’angolo di una strada, i balconi fioriti con i panni stesi al vento e le botteghe dei barbeiros e cabeleireiros (barbieri e parrucchieri) è possibile ammirare le caratteristiche imbarcazioni chiamate Barcos Rabelos, che venivano usate tanto tempo fa per il trasporto del vino Porto dalle cantine ai magazzini sull’altra sponda del fiume. Non è da tutti i giorni assistere a certi spettacoli e non avrei proprio immaginato che una situazione tale di degrado potesse suscitare tanto interesse fino a diventare caratteristica, entusiasmante ed accattivante! Riattraversato il ponte, questa volta nella parte bassa perché più breve, ci siamo poi recati a visitare una delle tante cantine che si trovano sul bel lungo fiume. Dopo aver assaggiato ed acquistato qualche bottiglia di questo fantastico vino, stanchi ed affamati per l’intensa ed interessantissima giornata, siamo rientrati nella nostra piccola casa viaggiante dove dopo una bella doccia ristoratrice ci siamo rifocillati e rilassati. Passeremo qui la notte anche perché il luogo pare tranquillo. Charlie, stremato dalla stanchezza è crollato subito dopo il bagnetto e si è fatto rapire senza protestare dal buon Morfeo.

Venerdì 14 Settembre 2007 (Porto – Coimbra) A parte le molte coppiette che si sono appartate in macchina nel piazzale senza però creare alcun disturbo, la notte è trascorsa senza problemi ed in tutta tranquillità. E’ stata veramente una gran fortuna trovare casualmente questo parcheggio, tenuto conto del grandissimo enorme caos che vige in Porto. Sicuramente Vilanova de Gaia è molto più tranquilla e consigliabile per un’eventuale sosta. Le due città sono solo divise dal Douro e sono collegate egregiamente dai bei ponti. Alle 9 abbiamo lasciato il nostro punto di sosta programmando Tom Tom su AVEIRO. Durante il percorso di uscita dalla città abbiamo notato che lungo le strade della parte alta di Vilanova de Gaia c’è molta possibilità di parcheggio. Per alcuni chilometri una fitta nebbia ha accompagnato il nostro cammino ed è proprio con la nebbia che abbiamo avuto un’ultima visione suggestiva sul Douro e sulla città che in parte coperta dalla foschia sembrava sospesa su una grande nuvola. Naturalmente lo scostamento di orario ha ancora una volta influito donando uno scenario malinconico immerso nel generale torpore. Raggiunta AVEIRO, deliziosa e pittoresca cittadina attraversata da alcuni canali, che sorge sulle coste di una grande laguna dove è possibile ammirare le saline riconoscibili dai grandi mucchi bianchi di sale che spuntano qua e là ai bordi delle vasche. Fortunatamente non ci sono stati problemi di parcheggio e ci siamo comodamente sistemati lungo la banchina di uno dei canali appena dietro al centro storico, seguendo le indicazioni del Parcheggio Ponte de S. Joao. All’inizio del parcheggio, subito dopo il ponte a destra c’è una fontanella con acqua che naturalmente abbiamo utilizzato per il carico. Il tempo si sta rasserenando ed il sole sta già facendo sentire i suoi primi tepori. Dopo aver visitato il caratteristico centro storico reso ancora maggiormente piacevole dalla bella musica del Fado che proviene da un negozio di dischi, ed aver effettuato alcuni acquisti ci siamo recati ancora a Praca do Peixe con al centro il mercato coperto del pesce. Rientrati per il pranzo ci siamo trovati in compagnia di altri camper che nel frattempo si erano aggregati. Partiti con direzione PRAIA DE MIRA, all’altezza di BARRA, ci siamo imbattuti nel bel faro di Aveiro che domina su una bellissima e vasta spiaggia di sabbia bianca dietro una lunga duna.

Scegliamo quindi di seguire le indicazioni stradali per percorrere la via delle spiagge. La scelta è stata azzeccata perché strada facendo, prima di giungere a MIRA, abbiamo attraversato un singolare e grazioso lungomare con casette in legno dalle pareti esterne a righe verticali bianche e blu, oppure bianche e rosse, verdi, gialle ecc. Il contesto è veramente stupefacente ed allegro. Giunti a PRAIA DE MIRA siamo stati immediatamente colpiti dal nome di un canale posto all’ingresso del centro abitato: Vala das Lavadeiras e cioè Canale delle Lavandaie. La cosa che però ci ha stupito maggiormente è che le lavandaie , lungo la sponda ci sono davvero e dopo aver insaponato il bucato lo sciacquano nell’acqua del canale! Incredibile ! Anche l’abbigliamento singolare delle donne anziane del luogo ci ha particolarmente attratti: classico grembiulino sui vestiti indossato in modo ostentato quasi come abbellimento, calzini corti scuri e cappellino in testa. Questa è una località di mare e di soggiorno; le vie vicino alla spiaggia sono piene di chioschi e punti vendita di tutto un po’. Certamente il caos e la confusione non mancano ma è una delle tante caratteristiche comuni viste fin’ora creando nel contempo un certo tipo di folclore. Giunti al limite della bella ed enorme spiaggia, ci siamo imbattuti in un personaggio caratteristico del luogo: una vecchietta tutta in nero, foulard e cappellino compresi. Ci avviciniamo e chiediamo il permesso a scattare una foto con il risultato che si è messa in posa ed ha gradito molto la proposta oltre al fatto di aver poi scambiato con noi alcune battute scherzose. La nonnina ha 92 anni ma lo spirito scatenato di una ventenne!!! Ripartiti rallegrati dal bellissimo incontro e con un bel cielo sereno e sole caldo, ci siamo diretti verso FIGUEIRA DE FOZ per recarci a CABO MONDEGO. Giunti sul luogo, abbiamo imboccato una strada molto in salita che ci ha condotti sulla sommità di una falesia. La strada ad un certo punto non è più asfaltata così decidiamo di fermare il camper su una comoda piazzola e proseguire a piedi. Dopo la prima curva il panorama che si presenta ai nostri occhi è fantastico: scogliera altissima e scura, spiaggia dorata, l’immensità dell’oceano di un blu intenso macchiato dalla schiuma bianca delle onde. Percorrendo ancora un tratto di strada si ha la possibilità di vedere anche il faro posto sulla sommità di un’altra falesia. Molto soddisfatti siamo ripartiti per raggiungere COIMBRA celebre città universitaria e d’arte sulla riva destra del Mondego. La città è divisa in due parti: alta dove si trovano i principali edifici storici e bassa sede commerciale e di servizi. Trattandosi di una grande città sono ovviamente iniziate le problematiche legate alla sosta. Dopo molto girare finalmente troviamo posto in un ampio parcheggio proprio a fianco del Presidio della protezione Civile di Coimbra, in Rua Pedro Nunes.

La zona sembra tranquilla ma piuttosto lontana dalla parte storica cittadina. Charlie oggi ha riscosso un successone: a quanto pare in Portogallo i cani come lui sono rari e così è stato osservato, coccolato e vezzeggiato da tutti coloro che abbiamo incontrato. In Spagna invece i cani della sua razza sono numerosi e popolari. Così ebro di complimenti e tronfio per il suo attimo di gloria si è abbandonato ad un sonno profondo. Sabato 15 Settembre 2007 (Coimbra – Peniche) Passare la notte in un parcheggio cittadino non è proprio come dormire su una tranquilla spiaggia o sotto un faro, comunque è andata piuttosto bene. Alle 8 sveglia ( ore 7 locali, ore 6 solari) con 16° esterni e 24° interni. La giornata è serena e ci aspettiamo sin d’ora un bel caldo.

Lasciamo il parcheggio quando il traffico cittadino non è ancora iniziato così possiamo raggiungere facilmente la cittadella universitaria di Coimbra, trovando facilmente parcheggio per il fatto che oggi è sabato e le facoltà non sono interamente frequentate. Questa è un’informazione che molto gentilmente ci ha fornito uno dei ragazzi del servizio di Protezione Civile.

La sede universitaria di Coimbra è una delle più importanti e famose di tutto il Portogallo e non solo. In effetti il rione universitario è imponente e caratteristico con i suoi grandi edifici nei quali hanno sede le varie facoltà. Molto interessante e particolare è il patio del nucleo antico dell’Ateneo. Uscendo dal polo universitario abbiamo incontrato le belle arcate dell’Acquedotto Romano lungo 1 Km, e dopo aver visto la vecchia Sé (Cattedrale) e la Nuova Sé, siamo tornati al camper. Costeggiando il giardino botanico ed attraversando il bel Ponte di Santa Clara, abbiamo poi deviato in direzione BATALHA sede di un antico monastero. La strada che da Coimbra conduce a Batalha, un’ottantina di chilometri, non offre nulla di particolarmente interessante con il suo paesaggio anonimo e spoglio, però è buona e facilmente percorribile. Giunti a destinazione quando il sole è ormai alto in cielo ed il suo calore piuttosto opprimente, ci siamo trovati davanti l’imponenza del bel Monastero già visibile dalla strada. Nel cercare parcheggio, con nostra grande enorme sorpresa notiamo immediatamente le indicazioni di un’area camper attrezzata che si raggiunge senza difficoltà e situata proprio alle spalle della grande chiesa. Da quando siamo entrati in Spagna e poi in Portogallo questa è la prima volta che incontriamo un’area dedicata ai poveri camperisti!! Meglio tardi che mai!!! L’area è ampia, in sterrato, con carico e scarico e per ora gratuita anche perché abbiamo l’impressione che sia nuova di pacca. L’unico handicap è che si trova in pieno sole e qui il signor calore non scherza: ma per fortuna c’è !!!! Sistemato quindi il camper, sotto un sole cocente, ci siamo diretti alla grande Basilica. L’ingresso è imponente e situato su una piazzetta contornata come sempre da diversi punti vendita di souvenir e luoghi di ristoro. Ci ha stupiti un pochino il fatto che fra le varie classiche botteghe di ricordini e artigianato locale siano presenti due botteghe di alimentari con tanto di frutta e verdura esposta fuori. Non è nulla di trascendentale però è piuttosto inusuale. Terminata la visita, risultata assai soddisfacente e sorprendente per la sua manifattura sorprendentemente certosina piena di intarsi simili a merletti in pizzo, siamo tornati al camper per il pranzo. Il termometro ci informa che all’esterno ci sono 35° e siamo a metà Settembre!!! Dopo pranzo abbiamo poi raggiunto ALCOBACA, a 20 Km da Batalha, sede di un altro capolavoro e di uno dei monumenti più famosi e grandi del Portogallo. Con la Basilica di Batalha, anche il Monastero di Alcobaça è stato nominato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. A differenza del sito religioso precedente su cui spiccavano gli stili gotico e manuelino, questo monastero è molto più grande e costruito con uno stile molto più lineare ed austero ma di una bellezza sorprendente. Anche qui ai lati della piazza locali e negozi vari. Tornati al camper comodamente sistemato nel grande parcheggio, molto in pendenza, fuori dalla città e dopo esserci rinfrescati perché il caldo continua a perseguitarci, siamo ripartiti questa volta con aria condizionata accesa, per raggiungere PENICHE e tornare così nuovamente sulla costa Atlantica. Durante il percorso siamo passati per NAZARE’, famosa stazione balneare e per la bellissima BAIA di SAO MARTINHO do PORTO. Da qui proseguimento per OBIDOS, graziosa cittadina racchiusa completamente dentro le mura che si presentano integre ed in ottimo stato di conservazione. La veduta panoramica sulla cittadina è veramente pittoresca per le sue casette bianche che contrastano con il colore ocra delle mura. Nel tragitto prima di raggiungere OBIDOS, sbagliando strada ci ritroviamo il percorso impedito da un passaggio a livello chiuso. Dopo qualche minuto di attesa ci rendiamo conto che c’è qualche cosa di anomalo perché siamo l’unico mezzo fermo davanti alle sbarre. Il nostro sguardo cade infine su un foglio di carta incollato ad un palo leggendo il quale scopriamo che il sabato, la domenica e le feste comandate le sbarre rimangono assolutamente chiuse! Ed oggi è sabato!!! Ancora increduli e piuttosto sconcertati ma anche divertiti, con un po’ di manovre riusciamo a tornare indietro ed imboccare un altra strada che ci ha poi condotti ad OBIDOS. Il Portogallo è veramente sorprendente e queste cose sono inimmaginabili !!! Finalmente con una temperatura meno torrida giungiamo a PENICHE, bella località balneare e porto di pesca, situata su un promontorio roccioso affacciato sull’Oceano, con il centro storico isolato su una penisola rocciosa dentro le mura, e da qui proseguendo per altri 3 Km. Fra grandissimi scogli ed insenature si raggiunge CABO CARVOEIRO con il suo bel faro. Sistemato il camper sul piazzale dietro il faro siamo andati alla scoperta del Capo. Il contesto è formato da un insieme quasi caotico di rocce frastagliate e da scogli altissimi dove le onde si infrangono come potenti rulli. Inutile dire che anche qui la natura ha messo tutto il suo impegno e l’aspetto altamente selvaggio del luogo lo rende oltremodo incantevole ed incredibilmente lunare. Il terreno sopra la falesia è ricoperto di erica e di piante grasse che hanno invaso tutta l’area dove il vento ha depositato sabbia e terra.

Il tempo è clemente, non c’è vento e così decidiamo di fermarci qui per la notte. Per essere più tranquilli chiediamo informazioni in merito ai poliziotti in pattuglia appena giunti i quali ci forniscono indicazioni di sicurezza, tenuto anche conto che nell’edificio sotto il faro c’è un presidio della Marina Militare. Così decidiamo di non spostarci più: è un po’ una nostra passione riuscire a dormire sotto i fari. Ceniamo godendo dello spettacolare tramonto sul mare che possiamo ammirare dalla finestra del camper.

Dopo cena piccola passeggiata sulla falesia e poi serata relax.

Domenica 16 Settembre 2007 (Peniche/Cabo Carvoeiro – Cabo da Roca) Le informazioni della polizia sono risultate esatte e così la notte é trascorsa tranquilla in compagnia di alcuni pescatori. A quanto pare la zona è molto pescosa e la pesca viene effettuata dall’alto della scogliera. La temperatura è di 18° esterni e 24° interni. Purtroppo non ci è possibile vedere il sorgere del sole perché una leggera foschia aleggia su tutta la scogliera. Nel parcheggio ci sono i servizi così ne approfittiamo per scaricare il WC. Alle 9,30 partiamo in direzione ERICEIRA, cittadina costiera. La strada che da Peniche conduce ad Ericeira, passando per TORRE VEDRAS, corre fra fertili colline ampiamente coltivate ad ortaggi, frutteti e poi vigneti. La zona non è anonima ma ben curata, come curate ed ordinate sono le abitazioni e tutta la zona presenta un certo stato di benessere. Un particolare tipico del Portogallo è dato dalle indicazioni delle vie nei centri abitati. Dalle borgate più piccole e meno abbienti alle grandi città i nomi delle vie sono scritti su Azulejo, come quasi tutte le case, sia vecchie che nuove, hanno un Azulejo posto su una delle pareti esterne, come oggetto di abbellimento ed ornamento. I soggetti decorati sono molteplici; si possono vedere paesaggi, scene di vita, fiori o temi religiosi. Ancora su Azulejos la scritta di benvenuto all’ingresso di molte cittadine. A proposito degli Azulejos, lungo la strada è possibile trovarli ed acquistarli già pronti su pannello, nei punti vendita di arredi da giardino e vasi, oppure ci sono le indicazioni per trovarli da qualche artigiano che li dipinge a mano. Poco prima di arrivare nel centro abitato di Ericeira facciamo una sosta su un punto panoramico ben visibile per i suoi parapetti lavorati e colorati in giallo. Da un’informazione, naturalmente su azulejos, veniamo a conoscenza che il luogo è famoso per la pratica del Surf e che addirittura dal 1989 si tengono i campionati mondiali di tale sport. Affacciandosi dalla balconata si ha modo di ammirare la bella scogliera sottostante con tanto di piccole baie sabbiose. Peccato che una fitta nebbia ci impedisce di ammirare al meglio lo scenario sottostante. Dal punto panoramico parte una bella scalinata in legno che permette la discesa lungo la scogliera e che porta in prossimità della spiaggia sottostante. Naturalmente siamo scesi e così riusciamo a vedere, nonostante la nebbia, molti surfisti all’opera sopra le onde. Non ci aspettavamo di poter assistere a tale attrazione e così soddisfatti ripartiamo per la nostra meta. Già alle porte di Ericeira notiamo che è una bella cittadina votata al turismo ed improntata ad offrire servizi mirati al surfisti. D’altra parte è più che ovvio che nel luogo ove avvengono i campionati mondiali di surf siano presenti strutture alberghiere, belle abitazioni e parecchi negozi. Proseguendo il viaggio, a 4 Km. Da MAFRA, ci imbattiamo in un posto veramente singolare: la riproduzione di un antico villaggio portoghese con tanto di botteghe dei vari artigiani impersonati da bellissimi manichini e ricche di attrezzi e suppellettili dell’epoca, la scuola con banchi e cattedra veri, il mulino, la giostra, il palco per il ballo con la musichetta, il panettiere dove è possibile acquistare il pane cotto nel forno a legna. Nel piccolo villaggio c’è la possibilità di mangiare nella riproduzione del ristorante e di usufruire del bar, antica bottega del vinaio con tanto di palco con l’orchestrina rappresentata da finti musicanti. Al centro della piazzetta del villaggio c’è la statua del personaggio del luogo che ha ideato ed ha creato questo deliziosa riproduzione utile a trasmettere ai posteri gli antichi usi e costumi. Ci siamo fermati nell’ampio e comodo parcheggio dietro il borgo dove un posteggiatore con megafono impartisce le istruzioni sul parcheggio e sul fatto che è gradita un’offerta libera da versare dentro un apposito barattolo adiacente l’ingresso. Attenzione a non lasciare cadere nemmeno un pezzo di carta a terra perché il tipo si altera e si mette a strillare dentro il megafono e ti indica il contenitore dei rifiuti; in effetti il parcheggio è super pulito ed ordinato! Se ti sei comportato bene quando te ne vai ti saluta attraverso il megafono con un gran sorriso ed un inchino. Eccezionale!! Dopo pranzo, rilassati e divertiti, siamo ripartiti per raggiungere MAFRA, località al centro dell’Estremadura, famosa per il suo convento. Dopo aver raggiunto la grande piazza nel centro cittadino dove si erge l’imponente e bellissimo edificio del Palacio Nacional che comprende il Convento, il Palazzo Reale e la bella Basilica con scalinata frontale, posta proprio al centro fra i due precedenti edifici. All’interno ci sono statue fatte da artisti italiani con il nostro marmo di Carrara. L’intero e grandioso complesso si affaccia su una grande piazza contornata come sempre da locali e molti negozi.

Oggi metà della piazza è occupata da un grande mercato che si estende anche nella via laterale adiacente l’edificio del palazzo reale. Incredibile ma vero, proprio davanti alla scalinata della basilica c’è un banco che vende biancheria intima e costumi con tanti bei perizoma appesi in esposizione. Viva l’anticonformismo !! Dopo la visita ed un breve giro all’incredibile mercato, siamo ripartiti per raggiungere CABO DA ROCA. Durante il tragitto abbiamo avuto modo di ammirare molti antichi mulini a vento tipici di questa zona. Purtroppo a causa delle scarse indicazioni stradali e della momentanea indisposizione di Tom Tom a causa di assenza del segnale, abbiamo sbagliato strada e dopo molto vagare fra le colline abbiamo deciso di puntare su CASCAIS sulla costa, per poter raggiungere il CABO da sud. Nel nuovo percorso ci siamo ritrovati ad ESTORIL proprio nel giorno del Gran Premio motociclistico del Portogallo. Nei pressi dell’autodromo è inverosimile il numero di moto che sono parcheggiate lungo ed in mezzo alla strada, nei fossi, ovunque si guardi si vedono veicoli a due ruote di tutti i colori, modelli e marche. Il caos è veramente indescrivibile e dalla strada si ha modo di sentire il rumore dei motori delle moto in gara. In seguito abbiamo saputo che il vincitore è stato Valentino Rossi, tanto per cambiare. Raggiunto CASCAIS, bella località turistica per avventori d’elite, diventata famosa per aver ospitato in esilio l’ultimo Re d’Italia Umberto II, seguiamo la strada costiera che ci permette di ammirare la Praia do GUINCHO, lido selvaggio e stupendo, fino a raggiungere CABO RASO, con il suo bel faro e la sua magnifica scogliera frastagliata battuta dalle onde. Luogo incantevole che merita una sosta. Finalmente dopo qualche chilometro troviamo le indicazioni e raggiungiamo CABO DA ROCA, estremo punto occidentale dell’Europa, da cui si gode uno splendido panorama sulla costa selvaggia e dirupata. All’Ufficio del Turismo, su richiesta e dietro pagamento di 5 o 10 €. , rilasciano il certificato nominativo attestante la visita al sito. Naturalmente, non essendoci tantissimo vento, decidiamo di stoppare qui la nostra giornata e di riprendere il viaggio domani mattina. Così dopo aver sistemato il camper nel parcheggio proprio al di sotto del bel faro risalente al 1700, dove è anche riparato da eventuale arrivo di vento, è iniziata la nostra escursione sull’imponente scogliera. Ormai siamo assuefatti a certi spettacoli ma ogni capo da noi visitato è riuscito a sorprenderci e stupirci ognuno per l loro caratteristiche. Questo oltre ad entusiasmarci per la grandiosità del luogo ci emoziona particolarmente perché siamo consapevoli di calpestare uno dei quattro punti estremi della vecchia Europa. Siamo in punta al capo ed nostri occhi puntano sulle acque blu dell’Atlantico consci del fatto che oltre a quella immensa distesa d’acqua il primo lembo di terra appartiene alla Signora America: “Dove la terra finisce ed il mare comincia e dove palpita lo spirito della Fede e dell’Avventura che ha spinto le caravelle portoghesi alla ricerca di nuovi mondi per il mondo”. Ancora entusiasti ed un tantino euforici, quando il sole ormai sta salutando la giornata, torniamo al camper per la cena. La lanterna del faro si è nel frattempo illuminata e grandi fasci li luce bucano le tenebre e sciolgono la leggera nebbiolina. Noi godiamo di questo suggestivo ed inusuale spettacolo dal finestrone posto sul soffitto del camper e ci riteniamo soddisfatti, appagati e contenti di essere nella nostra piccola ed angusta casa viaggiante piuttosto che in una bellissima, spaziosa e super accessoriata stanza di albergo. Altri due camper nel frattempo si sono affiancati e ciò ci rasserena ulteriormente.

Come sempre Charlie ha scorrazzato tutto il giorno, continua a riscuotere simpatie ovunque si vada ed è anche lui ufficialmente sul certificato di presenza che ci hanno rilasciato. Domani ci attende Lisbona. Lunedì 17 Settembre 2007 (Cabo da Roca – Lisbona) La notte è trascorsa in un silenzio assoluto; nemmeno lo stridio dei gabbiani ha accompagnato il nostro sonno. In effetti, fin dal nostro arrivo sul capo, abbiamo notato la completa assenza dei famosi volatili. Alle 8 con 18° esterni e 25° interni è suonata la sveglia e prima di ripartire facciamo ancora una breve passeggiata sulla falesia e dentro il cortile dell’edificio sottostante il faro, le cui luci si sono appena spente. Purtroppo il cielo è nuvoloso ed uno degli addetti al faro ci ha informati sull’arrivo imminente della pioggia. Siamo quindi ripartiti in direzione SINTRA per ammirare la Praia Grande altro regno dei surfisti. La spiaggia sabbiosa è veramente enorme e giustifica ampiamente il nome che le è stato attribuito. La stagione balneare è giunta al termine ed alcuni addetti stanno smontando le attrezzature dalla spiaggia. Nonostante tutto però alcuni surfisti stanno cavalcando le onde incuranti del brutto tempo. Una pioggerellina leggera inizia a scendere quando noi decidiamo di riprendere il viaggio per raggiungere LISBONA, la capitale del Portogallo, dove arriviamo poco dopo le 11 ed aver notato che un bel temporale deve essere appena finito. Ci sistemiamo comodamente nel campeggio MONSANTO, situato sulla circonvallazione della città e trovato facilmente grazie a Tom-Tom. Fortunatamente, essendo a metà settembre, non abbiamo fatto la famosa coda all’Ufficio accoglienza del camping dove in pochi minuti sono state svolte le pratiche burocratiche.

Prima di pranzo, approfitto della comodità per fare un bel bucato mentre Franco sistema il camper nella piazzola. Il cielo è ancora imbronciato ed ogni tanto apre i suoi serbatoi. Per fortuna però si è alzato il vento che ha contribuito a fare in modo che il mio lavoro di lavandaia non venisse del tutto pregiudicato. Dopo pranzo con l’autobus n° 714, la cui fermata è poco distante la campeggio (uscendo dal cancello si svolta a dx e si prosegue per circa 200 mt. Seguendo il passaggio pedonale che fiancheggia il camping. Giunti alla fine della rete di recinzione si vede la pensilina della fermata del bus dal lato opposto della strada) abbiamo raggiunto il centro di Lisbona, in Piazza Figueira, capolinea del bus. Il tempo è ancora nuvoloso ma non piove e qualche squarcio di azzurro sta già facendo capolino.

Appena scesi dall’autobus ci siamo trovati immediatamente in un ambiente molto animato dal traffico di auto e bus e dalle numerose persone presenti sulla piazza. Ovunque si spazia con lo sguardo si vede movimento e persone di ogni razza e colore con indumenti europei e vestiti dei loro paesi di origine. La confusione è veramente tanta.

Decidiamo di dirigerci subito in Avenida da Libertade n° 2, grande corso alberato fiancheggiato da bei palazzi in uno dei quali ha sede l’Hard Rock Cafè, tappa d’obbligo per i souvenir ai nostri ragazzi. Proprio da questo quartiere “Il Rossio” è iniziato il nostro tour di perlustrazione della città. La grande piazza D. Pedro IV denominata “Rossio” rappresenta il nodo principale della città bassa e del traffico animato della capitale, dove è possibile ammirare la bella facciata del Teatro Nacional, la altrettanto bella facciata dell’ Estaçao do Rossio edificio neomanuelino a tre piani utilizzato inizialmente come stazione ferroviaria ed ora come terminal di linee suburbane, le fontane al centro della piazza che fanno da cornice ad una statua di bronzo posta su un’altissima colonna in pietra, lo storico Caffè Nicola in stile Arts Decò frequentato da numerosi scrittori ed intellettuali a tra il 1800 ed il 1900. Il Rossio comprende anche una zona molto popolare frequentata principalmente da persone di colore. Questo è un quartiere molto modesto ma sicuramente caratteristico con i suoi vecchi bazar, le vecchie botteghe degli orafi che acquistano e vendono oro, i lustrascarpe all’opera, le case in uno stato di degrado indicibile con tanto di bucato steso all’esterno delle finestre, l’odore di spezie, la merce esposta fuori dai negozi. Proprio in una di questo dedalo di viuzze chiassose abbiamo individuato un piccolo ed antico locale dove ci è stato possibile assaggiare la famosa “Ginjina” liquore fatto con le amarene che viene servito anche con i frutti con tanto di nocciolo. Di solito si usa sputare i noccioli a terra, ma abbiamo preferito buttarli nell’apposito cestino dei rifiuti. Dopo averne acquistato una bottiglia da portare a casa, abbiamo continuato la nostra perlustrazione nel quartiere uscendone poi più stupiti e sorpresi che mai. Infine dal lato est del Rossio si accede a Praça Figueira con la sua bella statua equestre. In antichità la piazza fu sede del mercato quotidiano della città. Da piazza Figueira ci siamo quindi inoltrati nella “Baixa” quartiere molto animato della città con la centrale Rua Augusta, resa in parte isola pedonale, con i suoi negozi dalle belle ed eleganti vetrine, gli edifici occupati dagli Istituti Bancari, le gioiellerie, i tavolini dei bar e dei ristorantini sistemati in mezzo alla strada protetti da grandi ombrelloni bianchi, le bancarelle ai lati della strada. L’esatto contrario del quartiere del Rossio appena visitato e sicuramente meno artificioso. L’animata Rua Augusta termina in bellezza nella grande Praça do Commercio che si raggiunge oltrepassando il bellissimo Arco Triunfal do rua Augusta. La monumentale piazza circondata da bei palazzi d’epoca confina con il Rio Tago, il grande fiume che bagna la città, dove è ancora presente l’antico imbarcadero che un tempo veniva utilizzato come atrio nobile per raggiungere la città dall’acqua. Tornando indietro ripercorrendo Rua Augusta abbiamo notato in fondo all’omonima via, l’elevador de Santa Justa, notevole ascensore racchiuso dentro una particolare costruzione in ferro alta 32 mt. Che permette di raggiungere uno dei quartieri alti della città. Durante il tragitto di ritorno abbiamo inoltre notato che le facciate di quasi tutti gli edifici della via, non sono assolutamente in armonia con il lusso delle vetrine sottostanti e del bel selciato stradale. Nella maggior parte dei casi sono scrostate, sporche ed assolutamente bisognose di restauro. E pensare che questa è la via dello shopping, del passeggio e quindi una delle più frequentate della città. Rientrati in Praça Figueira siamo tornati ancora nel Rossio in Praça Pedro IV perché, avendo prima notato un chiosco dei Trasporti Urbani Lusitani , vogliamo acquistare i biglietti validi per qualche giorno su tutti i mezzi pubblici, compresi gli elevadores. ‘ possibile fare l’abbonamento per due o più giorni, ma noi abbiamo optato per quello valido 2 giorni al prezzo di €. 7,20 cad. Nel frattempo il sole ha bucato le nuvole ed in poco tempo il cielo ne è stato completamente sgombro.

Un pochino stanchi per l’intensa giornata, ci siamo poi recati al capolinea dell’autobus 714 per far ritorno al campeggio che abbiamo raggiunto in circa 45 minuti, visto l’intenso traffico.

Dopo cena, doccia calda abbondante ed assoluto relax.

Charlie come sempre ha riscosso il suo quotidiano successo e per festeggiare questo momento di gloria in un attimo di euforia ha pensato bene di salire sul telecomando della TV sballando completamente tutta la programmazione. Vista l’ora tarda e la stanchezza decidiamo di lasciar perdere e rimandare il tutto a domani. Non è poi così importante ed un grande danno visto che più che altro accendiamo la TV per seguire i TG e sapere così cosa succede nel nostro Paese. Martedì 18 Settembre 2007 (Lisbona) Alle 8 solita sveglia con cielo sereno. Il campeggio, nonostante le molte presenze, è silenzioso. In lontananza si sentono le macchine che corrono sulla circonvallazione, ma non disturbano. Alle 9,15, zaino in spalla, siamo partiti per la nostra seconda visita alla città. Con il bus 714 siamo nuovamente giunti al capolinea e da lì ci siamo recati in Praça M. Moniz per prendere il famoso Electricos n° 28E, che è uno dei più antichi Tram che percorre le più importanti tappe del centro storico di Lisbona. Con il n° 28 anche l’Electricos n° 25 fa parte dei tram delle due linee più antiche della città. Alcune delle loro vetture risalgono al 1930. Facendo l’abbonamento a trasporti pubblici viene consegnata una busta contenente tutte e informazioni necessarie per i trasporti compresi anche gli Electricos ed i loro percorsi.

Con il 28, dopo un’attesa estenuante, abbiamo iniziato la nostra avventura comodamente seduti sulle panche in legno. Ben presto però ci siamo trovati letteralmente schiacciati e soffocati sui nostri bei sedili per l’enorme presenza di passeggeri raccolti alle successive fermate. Abbiamo così scoperto che il 28 non è un tram turistico ma è un mezzo pubblico a tutti gli effetti con passeggeri locali oltre che ai diversi e numerosi turisti. Non riuscendo a vedere assolutamente nulla dopo alcune fermate decidiamo di scendere e proseguire a piedi, seguendo il percorso aiutandoci con la cartina. Abbiamo così raggiunto il Miradouro (Belvedere) da Senhora do Monte che offre uno dei più ampi panorami sulla città. Siamo quindi entrati nel quartiere dell’ALFAMA formato da un fitto dedalo di strade, vicoli (becos), scale, piccoli giardini e piazzette attorno ai quali si stringono case addossate una all’altra dove spesso non penetrano i raggi del sole. Percorrendo le strette stradine in salita, raggiungiamo il famoso Miradouro Santa Luzia, posto su un terrazzo panoramico il cui muretto è rivestito di azulejos e con al centro alcune aiuole che formano un giardino. L’unica cosa bella è lo stupendo panorama che si gode su tutto il quartiere e sul fiume Tago, perché è veramente indecoroso lo spettacolo offerto dall’incuria del giardino e dallo stato di degrado di tutto il sito: gli azulejos erano belli prima di essere rovinati e mezzi staccati. D’altra parte tutto il quartiere, pur se caratteristico, è veramente in uno stato di degrado incredibile ed è quasi impossibile trovare una casa od un palazzo in condizioni accettabili. Per non parlare poi delle strade in acciottolato sporche e piene di buche. In effetti in gran parte della città è presente questa condizione e dei bei palazzi che presentano tracce evidenti dei fasti di un tempo, ben poco è rimasto. Solo le chiese sono curate e tenute in ordine. Parecchi sono però i locali decorosi dove è possibile mangiare a prezzi più che convenienti ma quasi tutti con l’adesivo sulla porta che segnala il divieto di ingresso per i cani. Sentendo i brontolii del nostro stomaco iniziamo così a cercare un posto dove mangiare. Siamo così entrati ugualmente in un ristorantino con Charlie in braccio con la speranza che venisse comunque accolto, ma ne siamo usciti immediatamente. Proseguendo finalmente entriamo in una trattoria modesta ma pulita senza adesivo e dove ci accolgono con un bel sorriso e fanno pure i complimenti al nostro cagnolino. Dopo aver pranzato a base di pesce, soddisfatti anche per la modesta somma pagata, 17 € in due con acqua, vino e caffè, abbiamo ripreso il cammino. Decidiamo di usufruire degli Elevadores , caratteristici trenini gialli a cremagliera, che si inerpicano su per le ripide stradine e permettono di raggiungere con poca fatica i quartieri alti della città. Gli elevadores presenti in città, naturalmente nominati monumenti nazionali, sono quattro in tutto: do Lovra, da Gloria, da Bica, de Santa Justa ; in realtà quest’ultimo è un vero e proprio ascensore. Raggiungiamo così l’elevador de Sana Justa, l’ascensore dentro la struttura in ferro vista ieri ed inaugurato nel 1902, che conduce su una terrazza panoramica e poi tramite una passerella si giunge a Largo do Carmo dove è possibile ammirare la più imponente chiesa gotica della città. Da qui a piedi abbiamo raggiunto il CHIADO, altro quartiere “bene” della city, dove percorriamo la sua famosa via pedonale e centrale “Rua Garret” ricca di bei negozi e dove c’è il caratteristico ed antico café Da Brasileira frequentato da artisti e letterati tra i quali Fernando Pessoa del quale nei pressi c’è una statua in bronzo.. Ridiscesi in Praça Figueira cerchiamo e troviamo l’Elevador Do Lovra che è il più antico della città essendo stato inaugurato nel 1884. La carrozza gialla con all’interno le panche laterali in legno si inerpica su per una stradina con una pendenza impressionante. Il tragitto è breve ma l’elevazione è tanta. Dopo aver girato un po’ per il quartiere alto e non rilevando nulla di molto interessante, abbiamo ripreso l’elevador per tornare alla base per cercarne un altro.

Troviamo quasi subito l’elevador da Gloria che si inerpica fino al BAIRRO ALTO, altro quartiere di Lisbona, dove come in precedenza abbiamo trovato grandi palazzi interamente rivestiti dagli azulejos affiancati a case totalmente lasciate all’abbandono, alcune addirittura pericolanti e con i tetti invasi da erbacce, strade trasandate e nulla che attiri più di tanto la nostra attenzione. La stanchezza intanto ha iniziato a farsi sentire così decidiamo di riprendere il vecchio elevador per rientrare. Percorriamo così la vertiginosa discesa e lo stridio delle ruote sui binari è veramente insopportabile tanto da non farci provare invidia nei confronti di coloro che abitano in quella via. Tornati in campeggio, mega doccia, cena, sistemazione telecomando della TV e relax assoluto.

Oggi per Charlie è stata una vera impresa farsi accettare: gli autisti degli autobus non lo volevano ma poi con la promessa di metterlo nello zaino hanno chiuso un occhio; i ristoranti lo hanno rifiutato tranne uno; il cameriere del ristorante sul punto panoramico dell’elevador di S.Ta Justa come l’ha visto ci ha fulminati e con faccia truce ci ha detto con tono imperativo NO DOG! Però il nostro cagnolino ci ha seguiti ovunque alla faccia di tutti i divieti ! Certamente non vogliamo essere trasgressivi o non rispettare le regole in casa altrui, ma ciò che proprio non comprendiamo è questa avversione verso gli animali quando per le strade bisogna fare attenzione dove si cammina per non pestare di tutto e di più e dove si incontrano certi elementi che penso non sappiano dell’esistenza di acqua e sapone. Però hanno accesso ovunque! Questa sera intanto, a scanso di equivoci e per maggior sicurezza il bagnetto di Charlie è stato più accurato del solito !! Mercoledì 19 Settembre 2007 (Lisbona – Sesimbra) Seconda notte in campeggio trascorsa in assoluto silenzio. Oggi pomeriggio lasceremo Lisbona dopo aver visitato ancora uno dei suoi quartieri: BELEM. Alle 9,30 con cielo piuttosto coperto, prendiamo il solito bus 714 per scendere questa volta a metà percorso rispetto ai giorni precedenti. Belem è un bel quartiere sul fiume Tago e la fermata del bus è proprio di fronte alla famosa ed antica pasticceria dove vengono confezionate le squisitissime e famose paste di Belem e dove solitamente c’è la coda per entrare. Vista l’ora portoghese, 8,30, pochi avventori sono presenti davanti al bancone perciò con tutta calma siamo riusciti a gustare i dolci ed acquistarne altri. Ci siamo poi diretti al Monastero dos Jeronimos de Belem, dall’altro lato della pasticceria. Il monastero è il più importante monumento di Lisbona ed è un vero capolavoro dell’arte manuelina tanto che è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Al centro dell’enorme complesso domina la fantastica struttura della chiesa dedicata a Maria, di una bellezza sconvolgente sia esternamente che al suo interno, dove è possibile ammirare anche il sarcofago con le spoglie di Vasco de Gama. E’ in assoluto una delle più belle chiese da noi visitate !!! Parte del monastero è ora adibito a Museo Archeologico ed a Museo della Marina.

Dopo la visita fruttuosa e soddisfacente ci siamo poi diretti sul lungo fiume per mezzo del sottopasso situato appena superata l’enorme struttura del Centro Culturale di Belem. Camminando ci siamo chiesti se questo quartiere appartiene ancora a Lisbona perché è molto bello, ben curato e pulito compreso il percorso del sottopassaggio che solitamente sono indecenti. Giunti sul lungo fiume ci siamo trovati di fronte all’imponenza del Padrao dos Descobrimentos, imponente monumento a forma di prua di nave dedicato alle imprese di navigazione ed eretto in occasione del 500° anniversario della morte di Enrico il Navigatore. Ai piedi della struttura, sulla pavimentazione, è stata creato un planisfero che riporta tutte le tappe e le date delle esplorazioni fatte dai vari navigatori portoghesi. Da qui abbiamo raggiunto la bella Torre di Belem, altro emblema della città. Nel percorso abbiamo notato la presenza di diversi camper in sosta sulla banchina del fiume. Rientrando abbiamo attraversato un bel giardino attrezzato con panchine in pietra ed arricchito da statue e belle fontane, dal quale ci siamo poi recati alla fermata del bus. Nel tragitto, siamo passati davanti alla residenza del Presidente della Repubblica portoghese con tanto di guardie davanti al portone d’ingresso. Ci è venuta spontanea una riflessione e ci siamo chiesti se il motivo di tanta cura e pulizia fosse dovuto alla presenza della massima autorità dello Stato ! In effetti questa città non ci ha dato molto a livello di emozioni e gradimento, anzi siamo rimasti anche un pochino delusi, perché abbiamo sempre sentito nominare Lisbona come città stupenda e magica. In effetti sotto certi aspetti è incredibile e molto singolare, come è unica e caratteristica per i suoi vecchi tram ed i suoi incredibili elevadores, elementi che ci hanno notevolmente e favorevolmente colpiti. Dicono che Lisbona va vista e vissuta di notte, quando le luci fanno brillare la città e le note del Fado si diffondono nell’aria ed invadono interamene i quartieri. In questo contesto l’atmosfera cambia e l’animo viene invaso da quella famosa magia facendo anche dimenticare ciò che l’occhio ha visto con la luce del giorno.

Noi non siamo riusciti a vedere la città in notturna e forse questa é stata una nostra carenza perché probabilmente l’avremmo apprezzata e compresa di più. Naturalmente questa è la nostra opinione che andrà sicuramente a scontrarsi con i giudizi di tutti coloro che da subito hanno saputo cogliere quelle sensazioni positive che ogni luogo sa trasmettere e si sono fatti così trasportare dall’entusiasmo della scoperta. Tornati al campeggio, pranzo ed operazioni di carico, scarico per poi ripartire verso le 16,30 in direzione Sud, verso SESIMBRA.

Abbiamo così avuto modo di attraversare il bellissimo e spettacolare ponte sospeso a due livelli per il transito automobilistico e ferroviario, 25 do ABRIL, lungo 2200 mt. Al termine del ponte sulla sinistra si può notare l’enorme statua del Cristo Rei.

Prima di giungere a Sesimbra ci siamo diretti a CABO ESPICHEL, dove oltre al bel faro del sec. XVIII° abbiamo trovato una bella chiesa del 1700 racchiusa da due lunghi edifici laterali con portici (ex monastero) e posizionata in fondo ad un grande cortile sterrato.

La chiesa è tutto il complesso conventuale sono stati costruiti sull’alto di una enorme ed altissima falesia. Dietro l’edificio possibile ammirare il faro e lo strapiombo impressionante sull’oceano. Secondo noi questo è un luogo di possibile sosta e nel grande cortile è presente un rubinetto con acqua. Sulla falesia invece non è più concessa la sosta perché l’ingresso dei veicoli è stato ostruito. Mediante una strada sterrata, dissestata ma percorribile è possibile raggiungere il faro e parcheggiare di fronte al medesimo. In serata siamo giunti a SESIMBRA POENTE dove abbiamo raggiunto immediatamente il bel porticciolo di pesca dove ci siamo sistemati per la cena ed il pernottamento, non prima di aver chiesto al alcuni pescatori che ci hanno tranquillizzati circa la possibilità di sosta. Da questa posizione si può vedere tutto il piccolo golfo con alle spalle la città: il vecchio borgo di pescatori è stato sommerso da un numero elevato di nuove costruzioni. La collina sovrastante è colma di nuclei di villette a schiera ed altre ne stanno nascendo. Il cemento ha cancellato la caratteristica locale trasformandolo in un luogo di villeggiatura. Dopo cena passeggiata sul molo dove alcuni pescatori stanno sistemando e preparando le barche per l’uscita notturna. Al rientro relax.

Giovedì 20 Settembre 2007 (Sesimbra – Zambuiera do Mar) La notte è trascorsa tranquillamente. Prima di lasciare il porticciolo ci siamo fermati presso una piccola bottega per acquistare 1 Kg abbondante di enormi e fresche sardine che cercheremo di cuocere possibilmente alla brace. Siamo quindi partiti in direzione sud passando per PORTINHO di ARRABIDA e SETUBAL. Poco prima di Sines ci siamo fermati per il pranzo.

Superata Sines, città industriale e sede di un enorme oleodotto, scegliamo di seguire le indicazioni per la spiaggia. Ci siamo così ritrovati a proseguire il percorso transitando su una bella strada a bordo mare e prima di giungere a PORTO COVO ci siamo imbattuti in un susseguirsi di scogliere stupende, con insenature sabbiose ed acqua cristallina. Naturalmente ci siamo fermati ed abbiamo così notato che alcune spiagge sottostanti sono raggiungibili grazie a belle e comode scale che sono state create ai lati delle falesie. Di fronte a tanto spettacolo ci siamo concessi una bella pausa al sole per poi proseguire il nostro cammino attraversando il piccolo paese di Porto Covo molto grazioso con le sue casette bianche bordate di giallo o di azzurro intenso. Dopo alcune soste per ammirare ancora il panorama ed aver così notato , su tutta la costa, la presenza di numerosi camper, abbiamo raggiunto VILA NOVA de MILFONTES, altro bel centro balneare, più grande del precedente ma ugualmente caratteristico, situato su una stupenda insenatura. Il nostro percorso odierno ha poi trovato lo stop a ZAMBUIERA do MAR, dove, dopo il superamento del piccolo paese posizionato sull’alto di una bella falesia, ed aver oltrepassato la bella spiaggia, ci siamo sistemati su un comodo spiazzo, in parte erboso ma in gran parte sabbioso, situato su un tratto di scogliera mozza fiato. Penso di non esagerare nel dire che è uno dei capolavori della natura più belli che abbiamo visto fin’ora. Questo spiazzo ed un altro sul fianco destro delle stesse dimensioni adiacente un campetto da pallone rigorosamente sabbioso e senza erba, si raggiungono rapidamente percorrendo una strada piuttosto ripida ed in parte sterrata. Dopo aver cotto alla brace le nostre belle sardine ed averle gustate , ci siamo concessi completamente allo spettacolare tramonto e ad ammirare la scenografica scogliera che con la luce del sole calante ha assunto colori incredibili. Ma lo spettacolo nello spettacolo ci è stato offerto da un grande scoglio in mezzo all’acqua raggiunto ed occupato come dormitorio da un numero inverosimile di gabbiani tanto da far mutare il colore della roccia. Si è avuta infatti l’impressione di vedere la punta innevata di un piccolo Cervino. La cosa ancora sorprendente è che grazie al supporto del binocolo abbiamo visto tranquillamente appollaiate sullo stesso scoglio alcune cicogne e diversi cormorani. Non ci era mai successo di assistere a tali magnificenze della natura e per di più a titolo gratuito. Ip ip urrà per il camper ! Senza dubbio, vista la presenza di altri due equipaggi, decidiamo di fare il terzo incomodo e ci fermiamo per la notte. Oggi, Charlie non ha dovuto combattere con nessun divieto ed ha scorrazzato tutto il giorno battezzando tutto ciò che ha potuto. A proposito, tutte le belle spiaggette viste oggi lungo la costa, compresa quella attuale sono libere e non ci sono così divieti per i cani. Venerdì 21 Settembre 2007 (Zambuiera do Mar – Lagos) Il buio sul piazzale era veramente intenso ed il rumore del mare sembrava amplificato, per di più tuoni e fulmini hanno cercato di disturbare la nostra prima parte di sonno ma poi hanno desistito riducendosi ad un lontano brontolio ed al picchiettare sul tetto del camper di alcune gocce di pioggia. La notte è trascorsa quindi senza alcun inconveniente. La giornata è nuvolosa e la temperatura mite. Prima di partire siamo ancora andati una volta ad ammirare la scogliera e non ci siamo trattenuti dal scendere per la comoda scala, in parte in legno e poi in pietra, che conduce alla bellissima spiaggia. Ci siamo trovati così ad osservare dal basso le bellezze viste dall’alto con lo stesso identico risultato più che positivo. La luce particolare del mattino abbinata alla particolare influenza del cielo fumoso donano a tutto il contesto un contrasto di colori caldi ed ombrosi incredibilmente affascinante. Soddisfatissimi siamo ripartiti anche se un po’ a malincuore, con destinazione la famosa costa dell’Algarve. Prima di prendere la strada per raggiungere la nostra meta, ci siamo concessi ancora una deviazione a CABO SARDAO, 15 Km dopo Zambujera. Ammettiamo di essere un po’ patiti ed appassionati per Capi, Punte e Fari e quando ce li troviamo inaspettatamente sul percorso li raggiungiamo senza esitare e siamo quasi sempre premiati per quanto ci offrono. Anche qui breve passeggiata sull’imponente scogliera debitamente fotografata e poi partenza alla scoperta di altre meraviglie. Devo aprire una piccola parentesi che ritengo sia alquanto interessante vista la sua particolarità. Da quando siamo partiti da Lisbona abbiamo costantemente percorso strade che attraversano vallate e tratti pianeggianti in parte ricoperti da ampie foreste di pini marittimi ed eucalipti, in parte coltivati a vigneti e granoturco ed altri a sterpaglia: il tutto rigorosamente ed assolutamente su sabbia chiara. Rare sono state le chiazze di terra scura. Anche nel percorso odierno ci ritroviamo a percorrere strade fra le dune ricoperte di vegetazione; ed è proprio in un piccolo centro immerso nelle dune, CARRAPATEIRA, che appena fuori dal paese proprio sulla sinistra della strada principale, troviamo una fontanella a doppio rubinetto da dove è possibile attingere acqua da ambedue i lati della struttura in pietra. Naturalmente ne approfittiamo.

Attraversando ancora un mare di sabbia ricoperto di vegetazione siamo giunti a CABO SAO VICENTE, dove riusciamo a parcheggiare in prossimità del faro, cosa forse possibile visto che siamo oltre la metà di settembre. Il luogo è nuovamente spettacolare e così dopo aver pranzato siamo partiti per il nostro giro di ricognizione. Già nel percorso per raggiungere il capo abbiamo avuto modo di vedere l’imponenza delle falesie e la loro altezza veramente impressionante. Dall’alto del promontorio poi lo spettacolo è grandioso per le sue pareti rocciose a picco sull’oceano. Osservando la falesia di fronte e vedendo le persone sulla sua sommità ci siamo resi ancora maggiormente conto dell’altezza incredibile della punta. Nel frattempo il sole ci ha nuovamente omaggiati della sua presenza e la visibilità è ulteriormente migliorata tanto da permetterci di avere una bella visuale anche della fortezza presente su due falesie prima del capo. Siamo poi ripartiti per fermarci a visitare proprio la Fortaleza de Sagres vista in lontananza, trovando sosta nei comodi parcheggi adiacenti l’antica struttura. Dopo aver pagato il biglietto di ingresso (€. 1,50 cad.) siamo entrati con Charlie al seguito senza intoppi, ed abbiamo così scoperto che della grande fortezza sono rimasti solo i muri perimetrali e che praticamente la visita si svolge percorrendo i sentieri sulla falesia. Naturalmente lo spettacolo non delude ma non giustifica il pagamento per la visita, anche se il prezzo è veramente irrisorio. Ci siamo poi incamminati verso LAGOS, sulla costa, e come sempre ha avuto inizio la ricerca del luogo ove passare la notte. Senza molta fatica ci siamo sistemati subito dopo il centro abitato di Lagos, seguendo le indicazioni e fermandoci presso la Praia do Camilo. Questo tratto di costa offre bellissime baie e scorci panoramici eccezionali grazie ai bellissimi faraglioni che affiorano sulla spiaggia e nell’acqua e che stupiscono per le loro forme ed i loro colori dal giallo ocra, al rossiccio, al marrone. Per raggiungere questo tratto di costa bisogna seguire le indicazioni per PONTA da PIEDADE, che è un altro bellissimo promontorio frastagliato con faro, dove la strada finisce. Alla punta c’è un bellissimo parcheggio ma c’è anche un bellissimo divieto per i camper dalle 20 alle 6. Comunque è possibile trovare sistemazione presso la spiaggia in un piazzale sterrato dietro il ristorante Do Camilo.

Il vento è fortissimo ma dopo cena raggiungiamo a piedi la punta, percorrendo i sentieri sulla falesia e avendo così modo di osservare la conformazione del territorio costiero dai colori affascinanti. La soddisfazione di Charlie per quest’ultima passeggiata è grande tanto quanto la nostra per aver trovato un altro posto degno di essere visitato. Ora è più stanco che mai! Purtroppo la bella spiaggia che abbiamo di fronte vietata ai cani. Il motivo è comprensibile: da oggi pomeriggio siamo entrati ufficialmente nell’ALGARVE, regione famosa e nota per le sue stazioni balneari, identificabili rispetto ai giorni scorsi, dalle belle e nuove costruzioni sulla costa. E’ vero che come dicono, in questa zona la cementificazione è stata notevole, però lo spettacolo naturale delle spiagge e delle coste rocciose non è stato assolutamente compromesso, almeno per quanto visto da noi fino ad ora. Sabato 22 Settembre 2007 (Lagos – Tavira) Notte tranquillissima in compagnia di altri camper.

Alle 10, con un cielo splendido e la temperatura estiva siamo partiti per continuare il nostro viaggio sulla costa dell’Algarve.

Man mano che si prosegue si nota sempre di più il fenomeno della cementificazione di massa, soprattutto nei centri abitati vicini al mare. Ben presto ci rendiamo conto che le spiagge non saranno più il nostro rifugio e le nostre ancore di salvezza quando non troviamo ove sostare. In questa zona le spiagge sono tutte attrezzate con ombrelloni e lettini e solitamente alle loro spalle ci sono alberghi, ristoranti, bar, negozi… Quindi abbiamo proseguito toccando tutti i centri abitati cercando un luogo per la sosta pranzo. Finalmente ad ARMARCAO DA PERA, fra Lagos e Faro, troviamo parcheggio in un bel piazzale sterrato proprio nei pressi della bella spiaggia. Il paese non è enorme ed il centro è situato poco lontano dal parcheggio. Abbiamo quindi fatto un breve giro per cercare una pescheria dove poter acquistare nuovamente un po’ di pesce fresco, ricerca che però è risultata vana. Tornando al camper, ormai sotto il sol leone, notiamo sul lungo mare un locale dove si stava svolgendo l’asta del pesce riservata però ai ristoratori locali. Così proseguendo ci siamo avvicinati maggiormente alla spiaggia che naturalmente è rigorosamente vietata ai cani. Notiamo però che poco più avanti, nel tratto di spiaggia riservato ai pescatori non ci sono divieti ma la presenza di qualche cane. Così ci siamo avventurati all’interno passando fra le capanne dei pescatori, barche e mucchi enormi di reti. Quasi in riva al mare vedendo un bel capannello di gente, ci siamo avvicinati incuriositi e così abbiamo visto alcuni pescatori che appena rientrati stavano scaricando le reti piene di pesci. Notando la disponibilità e la simpatia dei pescatori, abbiamo chiesto se era possibile acquistare direttamente quanto da loro appena pescato. Con nostra grande sorpresa ci hanno dato una borsa di plastica di medie dimensioni e ci hanno invitato a riempirla personalmente attingendo il pesce un po’ dai loro secchi ed un po’ direttamente dalla rete. Quando la borsa è stata piena, più o meno con 5 Kg. Di pesce, ci hanno richiesto l’esorbitante somma di €. 5,00. Incredibile!! Altra cosa sorprendente è che un altro pescatore intento a pulire il suo pesce, si è offerto di pulire anche il nostro e ci ha suggerito alcuni modi per cucinarlo e/o conservarlo. Così tornati al camper super soddisfatti e divertiti, abbiamo messo una parte del pesce sotto sale, come consigliato dal pescatore, ed il resto in frigorifero. Dopo pranzo siamo tornati a fare un giro sul lungomare e notando i bagni pubblici a fianco della postazione della “Cruz Vermela” (Croce Rossa) decidiamo di usufruirne per lo svuotamento del WC. L’operazione ci è stata però impedita dal gestore del vicino bar che come una furia è arrivato ed in modi poco ortodossi ci ha invitati a recarci in un campeggio. Tanto sono stati gentili e disponibili i pescatori, tanto è stato cafone il barista!! Tutto mondo è paese e certi elementi sono presenti ovunque!! Un tantino arrabbiati e contrariati ce ne siamo andati alla ricerca di un altro posto ove passare qualche ora sul mare, perché la giornata è veramente stupenda, cielo azzurro e temperatura estiva che stimola la voglia di mare e di spiaggia. Prima di arrivare ad ALBUFEIRA, abbiamo notato le indicazioni di alcune spiagge e seguendo una di queste, passando fra ville stupende e lussuose di recente costruzione, abbiamo raggiunto la praia “O Castelo” dove ci siamo potuti fermare. Il luogo è tranquillo e la spiaggia è nuovamente stupenda e contornata da bellissimi faraglioni e falesie color ambra che si specchiano nell’acqua cristallina. Dopo aver trascorso qualche ora in completo relax ed onde evitare di arrostire sotto l sole, non potendo sostare per la notte, ci siamo nuovamente messi in marcia per cercare un luogo ove pernottare.

E’ iniziato così un lungo pellegrinaggio di perlustrazione passando per: ALBUFEIRA : cittadina turistica ridotta ad un ammasso di palazzoni multicolore e di cattivo gusto; QUARTEIRA: bella cittadina costiera dove finalmente siamo riusciti a scaricare il WC sborsando 10 cent. in un bagno pubblico a chiosco di fronte al capolinea degli autobus ma dove non abbiamo trovato sosta idonea.

FARO: che abbiamo volutamente evitato perché troppo grande e dispersiva.

OLHAO: molto brutta in tutti i sensi. Dal lusso dei centri precedenti alle baraccopoli. Da evitare Finalmente prima di Tavira, seguendo le indicazioni per Praia Santa Luzia, siamo giunti in un bel parcheggiane lungo la Ria Formosa dove già altri camper francesi sono in sosta. Senza esitare ed ormai esausti, ci siamo concessi un buon pasto a base di pesce cotto magistralmente alla brace da Franco. La giornata è nuovamente stata intensa e piena di sorprese. Solo la ricerca del parcheggio è veramente problematica da queste parti anche se siamo oltre la metà di settembre. Ci viene quindi spontaneo chiederci cosa succede in luglio ed agosto!! Anche Charlie ha dovuto subire la tensione della ricerca e poi tutto contento ha assistito scodinzolando alla cottura del pesce. La sua contentezza sarà stata causata dal fatto che poteva scorrazzare un po’ oppure dalla speranza che a Franco cadesse un pesciolino?? Non si sa l’importante è vedere il nostro piccolo compagno di viaggio felice e contento!! Domenica 23 Settembre 2007 (Tavira – Mertola) La notte è trascorsa indisturbata. La giornata si presenta nuovamente stupenda tanto che alle 9 (h. 8 locali – h. 7 solari) il sole è già caldo ed in cielo non c’è una nuvola. Dopo colazione abbiamo raggiunto la lunga spiaggia sabbiosa percorrendo un sentiero lungo la ria in parte soleggiato ed in parte ombroso. Con nostra grande sorpresa, ai lati del sentiero abbiamo visto dei binari sui quali poco più avanti è comparso un trenino con carrozze in legno trainate da una vecchia locomotiva. Il singolare e simpatico mezzo è praticamente la navetta che fa servizio per i bagnanti visto che la spiaggia è piuttosto lontana dal parcheggio. Dopo la salutare camminata mattutina siamo giunti in spiaggia (Charlie compreso) dove solo una piccola parte è attrezzata e la maggior parte è libera e già abbastanza frequentata a quell’ora.

Grossi tabelloni posti all’ingresso della spiaggia e lungo il percorso informano che quella è zona protetta e parco naturale. Peccato che nel tragitto di ritorno guardando all’orizzonte verso la terra ferma, si vedono solo case ed un numero incredibile di gru che testimoniano solo che la cementificazione è più che mai attiva ed in espansione. Tornati al camper, partiamo per raggiungere TAVIRA a soli 4 Km. Passando dentro il piccolo centro di SANTA LUZIA, veramente caratteristico e bello con le sue casette bianche alcune delle quali con facciata interamente piastrellata. Qui l’edilizia moderna non ha ancora colpito ed il piccolo paese sul mare è ormai una rarità da queste parti. Lungo la via che costeggia la Ria Formosa ci sono molti locali e ristorantini tipici ma è ancora troppo presto e proseguiamo. A Tavira decidiamo di sostare perché il primo impatto con la cittadina è gradevole. Dopo un breve giro nel centro storico, abbiamo raggiunto il corso del fiume con il suo bel ponte romano e molti edifici antichi sulle due sponde. Il colpo d’occhio è veramente rilassante. Sulle due sponde del fiume ci sono molti ristoranti e locali e così decidiamo di concederci un pasto fuori camper. Oggi è domenica e non si cucina! Il pranzo, naturalmente a base di pesce, è stato ottimo, abbondante ed a prezzo più che accessibile. Dopo pranzo ci siamo ancora concessi un buon gelato sulla bella ed antica piazza della Repubblica e poi tornati al camper siamo ripartiti alla volta di VILA REAL DE SAO ANTONIO sul confine spagnolo. Dopo pochi chilometri però nuova sosta perché il caldo è veramente opprimente ed il sole bollente, così deviando per Praia Verde abbiamo trovato un bel parcheggio sotto bei pini marittimi e ci siamo fermati per una sosta relax. Dopo un’oretta piuttosto rinfrescati, siamo ripartiti ed una volta raggiunta la periferia di Vila Real ci siamo diretti verso MERTOLA. Con oggi salutiamo la costa e l’oceano ed iniziamo il viaggio di ritorno percorrendo ancora un po’ di Portogallo all’interno.

Percorriamo i 70 Km. Che separano Vila Real e Mertola in poco più di 40 minuti transitando su una strada bellissima e dritta che attraversa un territorio collinoso, arido e desertico. Solo dopo 57 Km. Incontriamo ed attraversiamo una piccola borgata. Nessun distributore ed anche il traffico è praticamente assente ma il caldo è più che mai presente e fastidioso. Alle 19, ore italiane, ci sono ancora più di 36° esterni. Siamo nuovamente nell’Antelejo. Mertola è un piccolo paese posto sulla sommità di una collina, racchiuso in parte ancora nelle mura del suo bel castello che sembra controllare dall’alto le piccole e caratteristiche case bianche dell’abitato ed il fiume sottostante.

Ci siamo sistemati nel piazzale sterrato ad inizio paese proprio di fronte alla centrale dei Bombeiros Voluntarios (Vigili del Fuoco volontari). Non avendo trovato acqua lungo il percorso ed onde evitare di rimanere a secco, ci siamo rivolti ai pompieri che con molta cortesia e disponibilità ci hanno riempito alcune taniche che ci potiamo sempre dietro come scorta. Dopo una bella doccia ed aver cenato, siamo andati a fare un giro per il paesino che presenta tracce evidenti dell’invasione araba subita nell’antichità. Non trovando anima viva ma un vero e proprio mortorio, abbiamo completato la nostra visita e fatto ritorno al camper. Fortunatamente nella sede dei Pompieri si sentono voci e musica, testimonianza che in questo luogo un po’ di vita c’é.

Il caldo si è un pochino attenuato ma la temperatura esterna alle 22,30 è ancora di 25°.

Lunedì 24 Settembre 2007 (Mertola – Romangordo) Grazie all’escursione termica il caldo non ha disturbato il nostro sonno e la notte è trascorsa benissimo. Alle 8,30, ora italiana, con 25° int. E 18° esterni e cielo super sereno, ci siamo alzati e dopo colazione abbiamo ripreso il cammino. Uscendo da Mertola abbiamo scoperto di aver dormito proprio ai piedi del centro storico e che la nuova parte del paese si estende a fianco. Pur non essendo enorme è comunque fornito di negozi e servizi. Seguendo sempre la N122 che continua a correre fra colline aride nella prima parte e poi coltivate a viti e sughere nella seconda parte, siamo giunti dopo 50 Km. A BEJA, grosso centro abitato per proseguire poi per EVORA, città storica ed antica capitale dell’Antelejo, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La strada è sempre bella e la zona anche se meno arida e coltivata a viti e ulivi è scarsamente abitata. Giunti ad Evora notiamo immediatamente che c’è ampia possibilità di parcheggio lungo tutta l’area perimetrale delle mura in prossimità delle porte che entrano nel centro storico. Noi scegliamo di sostare nel parcheggio proprio sotto l’imponente e bellissimo acquedotto del 1500. Sono le 11, il cielo terso ed il caldo inizia a farsi sentire. Entriamo nel centro storico, costeggiando l’acquedotto, notiamo immediatamente un particolare curioso: sotto le arcate sono state costruite delle abitazioni sfruttando i due piantoni come pareti laterali delle case. Ci addentriamo nella città percorrendo stretti viottoli con pavimentazione in acciottolato e fra vecchie case rigorosamente bianche e bordate di giallo nei cui cortiletti la biancheria è stesa al sole ed al vento. La città ci piace subito nella sua austera semplicità. All’Ufficio del Turismo ritiriamo una piantina della città che iniziamo a girare in lungo e largo scoprendo angoli suggestivi ed edifici stupendi. La via centrale è ricca di bei negozi mente la Via 5 de Outubro, che porta alla bella cattedrale, è fiancheggiata da candide case con balconi in ferro battuto e da numerose botteghe di articoli artigianali. E’ veramente piacevole e rilassante gironzolare fra le sue stradine interrotte da archi ed altri fregi che testimoniano anche qui l’occupazione araba. Soddisfatissimi della visita, ultimati gli acquisti dei souvenir, siamo rientrati per il pranzo. Il camper parcheggiato al sole ci ha imposto di andarcene subito dopo mangiato alla ricerca di un po’ di frescura. Abbiamo così puntato il navigatore su BADAJOZ, primo paese spagnolo dopo il confine distante un’ottantina di chilometri. Strada facendo abbiamo toccato i centri fortificati di EVORAMONTE ed ESTREMOZ, situati sulla “ruta di Vino” che attraversa una fertile vallata immersa nei vigneti.

A BORBA, piacevole villaggio di case bianche e capitale portoghese del vino, ci siamo fermati notando la presenza di molte case vinicole e della Adega Coop. De Borba (Cantina Sociale), dove siamo entrati ed acquistato una serie di bottiglie di vino di loro produzione. Nella zona è in atto la vendemmia ed in paese c’è un via vai continuo di trattori con carri al traino carichi di uva bianca e nera. ELVAS con il suo bellissimo acquedotto a più arcate e la sua poderosa serie di fortificazioni tra le quali “Muralhas” la fortezza più grande del Portogallo, vista la sua posizione strategica essendo città di confine, è stata l’ultima città che ha testimoniato il nostro viaggio in Portogallo.

Alle 16,45 siamo rientrati in Spagna ed abbiamo puntato il nostro amico Tom Tom su Barcellona. Il rientro a casa è iniziato, ed è iniziato nel migliore dei modi visto che da quando abbiamo lasciato il Portogallo stiamo percorrendo la rete autostradale spagnola senza aver sborsato ancora un centesimo ed aver visto l’ombra di un casello.

Stiamo proseguendo in direzione Madrid e stiamo attraversando l’Extremadura regione piuttosto arida e montuosa che presenta distese desertiche e disabitate. Qualche mandria di tori, di mucche e greggi di pecore sono stati gli unici essere viventi che ci è capitato di vedere. Il paesaggio poi attraversando la Sierra di Guadalupe, è diventato più roccioso e molto simile a quelli visti nei film western, a conferma della correttezza dell’informazione da noi appresa circa il fatto che la maggior parte dei film del vecchio west sono stati girati in territorio spagnolo proprio per la particolarità delle sue sierre. Alle 19 decidiamo di uscire dall’autostrada per cercare un luogo dove trascorrere la notte ed optiamo per ROMANGORDO che dalla cartina risulta non troppo all’interno. Dopo soli 8 Km. Abbiamo trovato il piccolo e tranquillo paese e ci siamo sistemati nei pressi della fontana che si trova proprio ad inizio del centro abitato. Siamo in mezzo alla sierra, tra verdi colline e la temperatura è meno opprimente. Dopo cena abbiamo ripristinato le scorte di acqua, così domani mattina possiamo ripartire senza perdere troppo tempo. La notte è ormai sopraggiunta ed il cielo è pieno di stelle. Domani ci attende un’altra giornata all’insegna del bel tempo e caldo… E pensare che da casa ci arrivano notizie di brutto tempo e freddo e la cosa ci sembra impossibile. Martedì 25 Settembre 2007 (Romangordo – Bujaraloz) Secondo le nostre aspettative la notte è trascorsa tranquilla e come preannunciato dalle stelle il cielo questa mattina è nuovamente sereno. Alle 9 il sole è già molto caldo e riprendiamo così il nostro viaggio. Siamo a 200 Km. Da Madrid, città che raggiungiamo senza intoppi poco prima di mezzogiorno sempre percorrendo la bellissima E90-A2, che solo nei pressi di Madrid è diventata caotica per il traffico intenso. Ci balena l’idea di pranzare nella capitale spagnola e ci inoltriamo nel traffico cittadino seguendo le indicazioni per il centro. Dopo aver cercato invano il parcheggio, anche a pagamento, nei pressi del Palazzo Reale , decidiamo di rinunciare e dopo essere stati imbottigliati un po’ nel traffico riusciamo a riprendere la strada lasciata poco prima accontentandoci di vedere solo da lontano la Cattedrale e la “Casa” del Re. D’altra parte Madrid non era nei nostri programmi di viaggio per cui non siamo nemmeno preparati per tale evento. Poco dopo le 13,30, in perfetta sintonia con gli orari spagnoli, ci siamo fermati per il pranzo presso il parcheggio ombroso di un piccolo supermercato, con orario continuato, che visitiamo dopo mangiato per alcuni acquisti. Verso le 15 siamo ripartiti in direzione ZARAGOZA. Il percorso si snoda fra belle alture verdeggianti e rossicce dove ogni tanto domina la struttura nera di un enorme toro che si impone maestosamente contro l’azzurro del cielo. Da Guadalajara la bella strada inizia a salire apparentemente in modo dolce ma così non è visto che in poco tempo si arriva a 1200 metri s.L.M. Offrendo panorami eccezionali, inaspettatamente selvaggi ed affascinanti. Ovunque si orienti lo sguardo si ha modo di cogliere scenografie diverse; dalle grandi ed immense vallate quasi desertiche, a tratti con alte pareti rocciose, canyon e piccoli villaggi rannicchiati ai piedi di alti speroni di roccia o posti alla sommità di aspri colli come guardiani sulla valle sottostante.

Talmente rapiti e suggestionati da così tanto spettacolo riusciamo anche a vedere una diligenza inseguita dagli indiani !!!! Naturalmente stiamo scherzando ed è tutto frutto della nostra fantasia ma l’impressione è proprio quella e l’ambiente è da vero Far west. Poco prima di giungere a Zaragoza, la strada inizia a scendere in modo deciso ed un forte vento accoglie il nostro arrivo. A metà discesa si rimane nuovamente a bocca aperta nel vedere l’immensa vallata ed in lontananza morbide colline vellutate a fare da contorno. Il paesaggio sembra finto ed irreale. Superata Zaragoza, grande città posta in una conca fra le alture, sempre con vento fortissimo, la strada inizia nuovamente a salire fino a giungere a 700 metri s.L.M. Dove, alla sommità di un immenso altopiano, ci accoglie un esercito di pale eoliche in piena attività. Lo spettacolo è sorprendente e ci lascia veramente stupiti per l’enorme quantità dei mulini. Il percorso successivo, nuovamente in discesa, costeggia ancora tratti desertici ove il vento riesce a sfogare in pieno la sua collera. Percorriamo questo tratto di strada viaggiando insieme ad una quantità incredibile di autotreni, in ambedue le direzioni. In Italia si lamentano dell’eccessivo trasporto su gomma, ma a dire il vero, a noi non è mai successo di vedere così tanti Tir a formare una fila indiana interminabile. Alle 19 in concomitanza di un centro abitato, essendo il secondo incontrato negli ultimi 70 Km., ci fermiamo per constatare la possibilità della sosta notturna. Dopo poco tempo ci sistemiamo in un piccolo spiazzo dietro la chiesa a fianco della bocciofila. Dalla cartina scopriamo di essere a BUJARALOZ paesino anonimo ma molto tranquillo. La serata è fredda e tira ancora un bel vento. Il timore di patire ancora caldo durante il viaggio pomeridiano è stato vanificato da un clima molto mite grazie all’attraversamento delle alture della Cordiera Iberica e successivamente dal vento piuttosto freddo. Oggi è stata una tappa di puro trasferimento e così per Charlie non è stata una grande gioia visto che non ha scorrazzato molto e dei grandi panorami da noi così tanto apprezzati, se ne è fatto un bel baffo. Mercoledì 26 Settembre 2007 (Bujaraloz – Cunit) Il vento deve aver soffiato per tutta la notte visto che ci siamo addormentati cullati dalle sue raffiche e ci siamo svegliati alle 7,30 ancora in sua compagnia. La temperatura è decisamente fredda con 10° esterni e 20° interni. Alle 9 lasciamo il luogo che ci ha permesso di riposare tranquillamente e riprendiamo il viaggio verso Barcellona, proseguendo per un tratto sulla N11 e poi riprendendo la E90- A2, naturalmente senza alcun esborso, cosa inesistente nel nostro Centro-Nord italiano. Il primo tratto di strada offre ancora bei paesaggi e panorami di una vastità sorprendente, finché prima di FRAGA, dopo aver percorso una bella discesa ci siamo resi conto di aver appena lasciato un ennesimo altopiano e di essere tornati in pianura fiancheggiando frutteti e lasciandoci il vento forte alle spalle. Gli autotreni continuano ad essere i nostri fedeli compagni di viaggio. Dopo LLEIDA lasciamo la E90-A2 e proseguiamo verso TARRAGONA con la N240, ugualmente bella e scorrevole. Nel frattempo la temperatura è cambiata ed il sole inizia a scaldare. Raggiungiamo la costa attraversando distese immense di frutteti e vigneti e ci fermiamo a CUNIT, ridente cittadina costiera situata subito dopo CALAFELL ed a una ventina di chilometri da Tarragona.

La sosta a Cunit è stata programmata e mirata. Quella che 34 anni fa era poco più di una borgata ci aveva accolti novelli sposi in viaggio di nozze. Ora la borgata si è fatta grande ed è naturalmente irriconoscibile; il paese si è esteso notevolmente e la bella passeggiata a mare collega Cunit con Calafell. Per fortuna quella borgata è ora centro storico e così non abbiamo avuto difficoltà a riconoscere i luoghi e scoprire con grande sorpresa ed emozione che l’albergo che ci aveva ospitati è ancora lì, immutato nell’aspetto esteriore, l’insegna in ferro battuto, la scritta sulla facciata. L’HOSTAL LA DILIGENCIA è una vecchia locanda datata 1515 e prima di diventare albergo era una stazione dove venivano sostituii i cavalli delle diligenze. Purtroppo troviamo l’Hostal chiuso per ferie così non ci è possibile entrare, cosa che avremmo voluto fare ben volentieri. In compenso dietro l’edificio, all’angolo di una piccola piazzetta, troviamo ancora il locale dove per la prima volta abbiamo assaggiato la Sangria. Con una certa emozione entriamo nel piccolo locale ed improvvisamente ci siamo sentiti trasportare indietro nel tempo; in 34 anni nulla è mutato, stessi tavolini e sgabelli a forma di botte, stessa la cantina in fondo alla stanza con le grandi e vecchie botti. Incredibile! Naturalmente abbiamo immortalato il tutto con alcune foto e non ci siamo trattenuti dall’acquistare della Sangria e del vino sfuso spillato da una botte di fianco al bancone. Contenti ed ancora emozionati siamo tornai al camper ed abbiamo raggiunto il bel lungomare per la pausa pranzo. Naturalmente, essendo a fine settembre, non abbiamo avuto difficoltà a sistemarci in un piazzale sterrato proprio ai bordi della passeggiata e ad una decina di metri dalla bella spiaggia sabbiosa.

Dopo pranzo, approfittando della giornata stupenda con cielo azzurro e sole caldissimo, decidiamo di concederci l’ultima mezza giornata di relax al mare prima di chiudere definitivamente il nostro lungo periodo di vacanza. Così indossati nuovamente i costumi ci siamo piazzati sull’ampia spiaggia e ci siamo elargiti un bel bagno di mare e di sole. E’ stato veramente molto bello e non solo per noi ma anche per Charlie, che questa volta, nonostante il divieto, essendo a stagione balneare conclusa, ha potuto vagabondare allegramente tutto il pomeriggio sulla spiaggiona quasi deserta, naturalmente ad una ragionevole distanza dall’acqua. Al tramonto ci siamo decisi, a malincuore, a lasciare la battigia anche perché il forte vento sopraggiunto ha raffreddato parecchio la temperatura. Visto che il posto è tranquillo decidiamo di dormire a Cunit così dopo cena, persistendo il fortissimo vento e vedendo alcuni lampi verso il mare, ci siamo spostati in una via interna fra le case, dove siamo più protetti dalle raffiche continue e persistenti. Giovedì 27 Settembre 2007 (Cunit – Roquemaure) Il nostro spostamento ha fatto in modo che la notte passasse indisturbata. Purtroppo il vento non si è per nulla calmato e continua a farsi sentire. Alle 9 abbiamo lasciato Cunit con un cielo azzurro e mare piuttosto agitato. La temperatura è piuttosto bassa rispetto ai giorni scorsi e strada facendo alcune nuvole si sono timidamente presentate dopo i tanti giorni di completa assenza. Percorriamo inizialmente un bel tratto di litoranea della Costa “Daurada” che abbandoniamo all’inizio della Costa Brava per iniziare il tragitto che ci condurrà a Perpignan passando per Gerona e Figueras ultime città della Spagna. Così alle 12,30 abbiamo salutato definitivamente la Spagna e poco prima di Perpignan ci fermiamo per la sosta pranzo. Ripartiti e proseguendo, sempre percorrendo strade nazionali immerse in distese infinite di vigneti dove la vendemmia è in piena attività, alle 20 siamo giunti a ROQUEMAURE piccola cittadina ad una decina di chilometri da Avignone dove abbiamo trovato sosta in un bel parcheggio con portici laterali adiacente il centro storico. La zona è tranquilla e non abbiamo notato divieti per la sosta notturna. Il vento ha accompagnato quasi tutto il nostro viaggio ed in certi tratti le raffiche erano talmente forti da farci rallentare e da costringere ad una sosta forzata alcune macchine con roulotte al traino. Fortunatamente dopo Nimes si è notevolmente calmato ma la temperatura è piuttosto bassa ed il cielo nuvoloso. Siamo nuovamente in Provenza ed è la terza volta in quattro mesi che ci capita di respirare l’aria di questa bella regione francese, che abbiamo così avuto modo di vedere in tre periodi diversi: Primavera, Estate ed Autunno. Oggi Charlie è triste. Purtroppo nelle tappe di trasferimento non è possibile farlo correre qua e là come piace a lui, anche se ogni tanto sostiamo proprio per far fare al nostro cagnolino una piccola corsetta rigenerativa. Venerdì 28 Settembre 2007 (Roquemaure – Santena) Alle 6,30 siamo stati svegliati dal motore della macchina con spazzole che viene usata per pulire le strade. Cosi ci siamo alzati un po’ prima del solito con temperatura decisamente fredda e cielo grigio. Dopo aver visitato la bella panetteria vicino al parcheggio per acquistare le solite baguette ed alcuni dolci molto invitanti, alle 8,30 siamo partiti con direzione Briançon. Ricomincia così il nostro viaggio fra i vigneti e molto spesso ci capita di incontrare trattori con carri pieni di uva. Continuiamo a transitare su strade nomali molto scorrevoli a parte qualche sosta forzata ai semafori alternati sui cantieri stradali. Passando per Orange, Nyons e Gap da dove hanno inizio distese immense di piantagioni di mele e pere, giungiamo ad Embun in prossimità del Lago de Serre Ponçon poco prima di mezzogiorno e decidiamo di fermarci. Nel frattempo un tiepido sole ha bucato le nuvole e passeggiamo così una mezz’oretta in riva al lago prima di pranzare. Anche Charlie pare apprezzare la nostra decisione perché scodinzola felice e corre come un matto. Dopo pranzo riprendiamo il cammino e dopo aver fatto l’ultimo rifornimento gasolio presso l’Intermarchè raggiungiamo ben presto Briançon e poi Monginevro ed Oulx. Più avanti prendiamo l’autostrada per Torino. Alle 16,30 abbiamo fatto ingresso nel cortile di casa dove un bel sole ci ha accolti favorevolmente con il sui caldi raggi. Anche questa volta il nostro piccolo amico ci ha molto sorpresi e la cosa ogni volta ci commuove: Charlie comincia ad agitarsi quando ci avviciniamo a casa dopo alcuni giorni di assenza. Nell’ultimo tratto di strada poi inizia ad emettere strani mugolii e guardando fuori dal finestrino cerca di uscire e si dibatte se viene trattenuto. Ormai abbiamo la conferma che il nostro cagnolino riconosce i luoghi a lui familiari e pensiamo che l’input gli derivi dall’odorato. Infatti questa volta stava dormendo ed improvvisamente si è svegliato e dopo pochi secondi ha iniziato ad agitarsi. E’ veramente incredibile !! Quando poi riesce a posare le sue zampine per terra inizia a correre all’impazzata facendo due o tre giri del cortile abbaiando per far sapere al vicinato che è tornato. Per fortuna è simpatico a tutto il vicinato !!!

CONCLUSIONI Il nostro primo lungo viaggio da pensionati è giunto al termine e a differenza delle altre volte non ci attende il rientro al lavoro, particolare che ci ha permesso di godere la vacanza in piena distensione e senza l’ansia del conteggio dei giorni per il ritorno. Come nostro solito abbiamo cercato nel limite del possibile di visitare tutto il visitabile e di rispettare interamente il piano di viaggio opportunamente preparato da Franco nei mesi antecedenti la partenza.

Naturalmente e come sempre accade, alcuni posti non hanno smentito le nostre aspettative, altri non sono stati del tutto soddisfacenti ed infine alcuni anche deludenti. Questo viaggio ci ha nuovamente condotti in Francia, regione che dal nostro punto di vista non ci delude mai sia per la bellezza dei suoi luoghi sia per l’organizzazione e la predisposizione favorevole nei confronti del turismo itinerante. Cosa che purtroppo è pressoché inesistente in Spagna e Portogallo. Naturalmente questi due Stati offrono un numero consistente di campeggi ma non sono assolutamente corredati di aree dedicate ai camper. I Paesi Baschi sono stati quelli più difficoltosi per parcheggiare e forse anche quelli più deludenti, certamente non per le sue belle coste ma per l’anonimato delle sue città minori. Nel senno di poi ci sentiamo di affermare che non riteniamo valga la pena di fare tanti chilometri per passare le vacanze in questa regione spagnola quando in Italia ci sono luoghi simili e migliori. Naturalmente non è usuale in Italia trovare le belle spiagge del litorale basco, ma è altresì vero che la temperatura dell’acqua dell’oceano è meno invitante di quella dei nostri mari. Come è emerso dal nostro diario la costa Atlantica Spagnola e poi quella Portoghese sono spettacolari e meritano assolutamente la visita anche con bimbi al seguito che possono sfogarsi ampiamente sulle belle ed immense spiagge sabbiose. E’ necessario sfatare il mito delle strade brutte, rotte ed impraticabili, soprattutto riferito al Portogallo. Non è assolutamente così, anzi abbiamo trovato belle strade con buon selciato e percorribilità. Molti sono stati i cantieri stradali incontrati nel nostro viaggio, segno che le due regioni atlantiche si stanno evolvendo e stanno estendendo e migliorando le loro reti di comunicazione. Abbiamo ben accolto il fatto che in prossimità delle grosse città è possibile usufruire gratuitamente di tratti di rete autostradale per evitare gli attraversamenti urbani e snellire così il traffico cittadino, come abbiamo apprezzato i semafori intelligenti che ti impongono la fermata con il rosso se si supera il limite di velocità stabilito. Questi ultimi due particolari si scontrano enormemente con la realtà italiana che richiede il pedaggio anche per brevi tratti di tangenziale e ritiene intelligenti i semafori che grazie a telecamere nascoste producono un reddito alle amministrazioni pubbliche. A conti fatti ed a viaggio ultimato possiamo sicuramente ammettere che anche questa volta sono sicuramente in vantaggio gli aspetti positivi ed appaganti.

Certamente il Portogallo non è più quello Stato fiorente e prosperoso dei tempi delle conquiste fatte dai suoi grandi navigatori tanto da aver coniato e tramandato nel tempo il seguente modo di dire: “Vorrei essere ricco come il re del Portogallo”. Nello stesso tempo però il Paese è in crescita soprattutto nella sua regione più turistica dell’Algarve, anche se non è sempre positivo cementificare brutalmente come succede da queste parti.

Le altre regioni portoghesi sono comunque molto ospitali e la costa offre luoghi di villeggiatura più modesti rispetto all’Algarve ma, secondo noi, più caratteristici, più veri, dove si assapora meglio lo spirito di questo popolo che pur offrendo un servizio un tantino retrò riesce a farsi comunque apprezzare. Non avendo poi avuto problemi di sicurezza possiamo dire che anche sotto questo aspetto la situazione è positiva, sia in Spagna Atlantica che in Portogallo. E’ ovvio che tutto mondo è paese per cui la piccola criminalità ed i fenomeni di delinquenza sono presenti, ma non ci sentiamo di esporci in merito sia per il fatto che non siamo stati colpiti dal fenomeno sia perché l’Italia non è sicuramente meno contaminata.

Un ultimo cenno va sicuramente dedicato al popolo spagnolo e portoghese che ha dimostrato, Paesi Baschi compresi, apertura, simpatia e grande disponibilità. Carla, Franco e Charlie.



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