South Africa Express 2003

Viaggio di 24 giorni e oltre 3.000 Km (alcuni con una Jeep 4x4, tutto il resto con una Fiat Palio rossa) attraversando tutte le principali regioni, e i più bei parchi naturali (Kgalagadi, De Hoop, Tsitsikamma, Addo Elephant, Hwulue Umfolozi, Santa Lucia, Kruger) e gli animali più disparati (incluse le balene). Partenza da Cape Town. Puntata nel...
Scritto da: dome69
south africa express 2003
Partenza il: 30/07/2003
Ritorno il: 24/08/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Viaggio di 24 giorni e oltre 3.000 Km (alcuni con una Jeep 4×4, tutto il resto con una Fiat Palio rossa) attraversando tutte le principali regioni, e i più bei parchi naturali (Kgalagadi, De Hoop, Tsitsikamma, Addo Elephant, Hwulue Umfolozi, Santa Lucia, Kruger) e gli animali più disparati (incluse le balene).

Partenza da Cape Town. Puntata nel Northern Cape, per visita del Kgalagadi Transfrontier Park (e le sue dune di sabbia rossa), ai confini con Botswana e Namibia.

Rientro a Cape Town e proseguimento del tour, attraversando Western Cape, Eastern Cape, Kwazulu Natal, lo stato dello Swaiziland, l’Eastern Transaval, per terminare nel Gauteng a Johannesburg. Dettaglio itinerario (30 Luglio): Volo Verona – Francoforte – Johannesburg e coincidenza immediata per Cape Town.

(31 Luglio): Volo Johannesburg – Cape Town. Pomeriggio sulla vetta della Table Mountain. Notte a House on the hill.

(1 Agosto): In giro per Cape Town (pioggia). Notte a The Muse.

(2 Agosto): Cape Town (Kirstenbosh Gardens). Volo Cape Town – Upington. Noleggio Jeep 4×4. Notte a Protea Lodge.

(3 Agosto): Upington – Twee Riveren (310 Km). Visita Kgalagadi Transfrontier Park e Night Drive (la prima leonessa). Notte a Twee Riveren Chalet.

(4 Agosto): In giro in macchina per il Kgalagadi Tranfrontier. (280 Km). Notte a Nossob Chalet (grigliata).

(5 Agosto): Kgalagadi Tranfrontier mattina presto.Twee Riveren – Upington (550 Km). Notte a YEBO Backpackers.

(6 Agosto): Volo UPI 8.05-CPT 9.25. Fiat Palio. Simon Town (pinguini). Capo di Buona Speranza. Hermanus.(271 Km). Notte a Hermanus Esplanade.

(7 Agosto): Hermanus (le balene!!). Cape Agulhas (dove si incontrano gli oceani). De Hoop Natural Reserve. (260 Km). Notte a Park Chalet De Hoop.

(8 Agosto): De Hoop Natural Reserve (dune di sabbia, balene). Trasferimento a Outdshoorn. (370 Km). Notte a Outdshoorn B&B.

(9 Agosto): Cango Caves – Knysna – Storm River (305 Km). Notte a The Armagh B&B (10 Agosto): Tsitsikamma Natural Park – Addo Elephant National Park. (250 Km). Notte in B&B poco fuori il parco.

(11 Agosto): Addo National Park – East London (Km 700). Notte a Mimosa Residence.

(12 Agosto): East London – Umtata – Kokstad – Drakensberg (Himeville) (560 Km). Notte in B&B a Himeville.

(13 Agosto): Drakensberg – Durban – Hluhluwe (580 Km). Notte a Hluhluwe in un camping poco fuori il parco.

(14 Agosto): Hluhluwe Umfolozi Park – Mtubatuba- Santa Lucia. (40 Km). Notte a Santa Lucia in B&B.

(15 Agosto): Mtubatuba – St Lucia Resort – Sodwana Bay (215 Km). Notte a Vis Agie.

(16 Agosto): Sodwana Bay Immersioni (30 Km). Notte a Vis Agie.

(17 Agosto): Sodwana Bay – Komatipoort (attraverso Swaiziland) (385 Km). Notte a Komati River Chalets.

(18 Agosto): Komatipoort – Mopani (Kruger National Park) (360 Km). Notte a Mopani Rest Camp.

(19 Agosto): Mopani Shingwedzi Olifants (470 Km). Notte a Olifants Rest Camp.

(20 Agosto): Olifants (morning walk) – Orpen Gate Sabi Sand Riserve (Chitwa Chitwa) (160 Km). Notte a Chitwa Chitwa Game Reserve.

(21 Agosto): Chitwa Chitwa – Blyde River Canyon (three rondavels) – Graskop (250 Km). Notte a Mogodi Lodge. (22 Agosto): Graskop. Pilgrim Rest. Johannesburg. (480 Km). Notte a Someplace Else.

(23 Agosto): Johannesburg Tour (Soweto, Vilakazi, Apartheid Museum). Volo Johannesburg 20.45 – London 06.55. Notte in aereo.

(24 Agosto): Heathrow 06.55. Londra (Buckingam Palace – Big Ben – Trafalgar Square). Volo Londra 12.20 – Milano Linate 15.20.

I momenti più emozionanti (fra i tantissimi): 20 Agosto: Kruger Park. Olifants. Morning Walk. Al check in all’Olifant Rest Camp alla sera sentiamo parlare del “morning walk”, una breve camminata per il parco, al mattino presto, per poter apprezzare in modo più naturale la wildlife.

Considerando che tutti i giri per i parchi naturali sono sempre in macchina o jeep, decidiamo di provare.

Sveglia alle 5.00 di mattina.

Una Jeep ci scarrozza per una ventina di minuti per il parco.

Arrivati nel posto che le nostre due guide reputano migliore, scendiamo e, ancora un pò rincitrulliti dalla sveglia anticipata, partecipiamo al breve briefing. Iniziamo il tour. I due nostri angeli custodi sono Dan, un nero paffutello e Paul, bianco alto e magro, probabilmente più esperto.

Ci spiegano in dettaglio come ci muoveremo, dove dirigeremo e come comportarci per non turbare la wildlife.

Partiamo per il nostro “morning walk”.

Siamo per la maggior parte del tempo in fila indiana, nel silenzio più assoluto, solo i nostri piedi che ogni tanto spezzano qualche ramo secco per terra, con Dan e Paul, ciascuno con un fucile a testa, a chiudere la coda, o a volte uno davanti, l’altro alla fine.

Passano 10 minuti e ci troviamo di fronte, quasi dal nulla, ad un gigantesco (come potrebbe essere diversamente?) elefante che pare infastidito dalla nostra presenza.

Barrisce (ci sembra quasi che faccia tremare la terra), agita le orecchione in modo minaccioso e si avvicina velocemente verso di noi.

Quando il panico sta per prendere l’intero gruppetto di malcapitati, Dan si mette davanti a tutti e inizia a strisciare il piede per terra, simulando un toro prima della carica.

Il pachiderma si ferma un istante, probabilmente pensando fra se e se: “chi sono ste formiche sul mio cammino?”.

Dopo un istante decide che non siamo pericolosi e rimette in moto le sue zampone.

Un filo di paura torna a farsi sentire.

Ma ecco il jolly.

Paul si gioca il jolly.

Ovvero urla, spezzando il silenzio assoluto, all’indirizzo del Dumbo del Kruger: “Ehi !! Stay there !!”.

In men che non si dica il pachidermone si volta su se stesso e corre via letteralmente terrorizzato.

La paura si trasforma istantaneamente in un misto di ilarità e tenerezza per questo gigante buono e il suo bluff smascherato da un piccolo uomo e il suo vocione.

Ci spiegano che gli elefanti non riconoscono immediatamente gli uomini, alla vista. Ma quando ne sentono la voce, capiscono e si tengono a distanza.

Per stemperare l’atmosfera e approfondire l’episodio il drappello si ferma. Colazione e anche qualche bisogno. Un tedesco parte con carta igenica e scompare dietro un albero. Per un istante penso che magari non lo rivedremo mai più. Pensa se gli arriva un leopardo mentre è in tensione sulle ginocchia…

Rifocillati, proseguiamo il nostro tour a piedi. Le guide ci mostrano pezzi di ossa di animali, tracce del loro passaggio, ci spiegano le caratteristiche della vegetazione.

Improvvisamente, il silenzio è spezzato da un ruggito sommesso ma autoritario, sicuro, bellicoso.

Il ruggito, per altro, è in stereofonia…

Nel senso che due secondi dopo il “RRRRRRR” di sottofondo, dal bush si palesano due graziose leonesse, incazzate come leonesse (!) per la nostra presenza.

Immediatamente Dan e Paul ci fanno segno di stare immobili (e chi si muove?!) e si mettono in testa al gruppo, fra noi e le leonesse.

Che continuano ad avanzare, lentamente, verso di noi.

Ripropongono la melina del finto toro.

Che sortisce lo stesso effetto della volta precedente.

Ferma le leonesse per circa 5 secondi.

Poi si rimettono in moto, lentamente ma inesorabilmente verso di noi.

Proviamo a giocarci il jolly anche stavolta. “Ehi !! Stay there !!” Solo che evidentemente, al contrario di Dumbo, o non hanno ben capito che siamo umani, o forse l’hanno capito e non gliene può fregare di meno.

E continuano ad avanzare, lentissime.

Nel frattempo, con l’adrenalina che ha ormai completamente sostituito tutto il mio sangue in corpo, non so come mi viene in mente di cercare di immortalare il momento.

Accendo la macchina fotografica che simpaticamente inizia a cercare il fuoco con l’autofocus, emettendo rumori poco consoni alla situazione.

Una delle due guide distoglie lo sguardo dagli aggressori per voltarsi e intimarmi di piantarla immediatamente.

Nella più totale incoscienza, riesco a scattare un paio di foto. Mosse. Completamente mosse. Comprensibile.

Garantisco.

Oltre a mandarmi a quel paese, Dan ricorda al gruppo di rimanere immobili e che anche nel caso peggiore che le due leonesse partano di scatto verso di noi, di rimanere immobili. (nel briefing ci avevano spiegato che data la loro velocità, sarebbe assolutamente inutile e anzi controproducente).

La situazione è ormai al limite del fuori controllo.

Si percepisce nell’aria, anche la tensione di Dan e Paul.

Improvvisamente Dan e alza il fucile (fin’ora abbassato) e carica il colpo in canna.

Tutta la mia vita mi è passata davanti in un secondo.

Avete presente come nei migliori film.

Ecco, proprio così.

“Siamo alla resa dei conti”, ho pensato fra me e me.

Le leonesse si guardano un istante fra loro, continuando sempre il loro sommesso, minacciosissimo e costante “RRRRRRRR” di sottofondo.

E poi riprendono a venire verso di noi.

Dan guarda nel proprio mazzo di carte e prova a giocarsi l’ultimo asso rimastogli prima del colpo in canna.

E urla nuovamente, con più energia di prima: “Go back !! I don’t want to shoot you! “.

Le due leonesse si fermano e si guardano nuovamente.

Una delle due si gira su se stessa e lentamente riprende la strada del bush.

L’altra rimane un pò spiazzata. Ferma a 5 metri da Dan e Paul, a non più di 7 da noi.

Gira la testona verso la compagna, poi la rigira verso di noi, poi ancora verso la compagna, quasi scomparsa nel bush.

E decide di seguirla.

Si volta e lentamente come è venuta verso di noi, se ne va.

Sempre con il ruggito costante di sottofondo, a voler significare: “ce ne andiamo, ma siamo sempre qui dietro…Non è una resa incondizionata solo una ritirata strategica. Vedete voi cosa è meglio fare…”.

Il gruppo tira un sospiro di sollievo. E decide all’unanimità di accendere un cero al santo protettore dei gruppi di umani che fanno i morning walk.

Dan e Paul, un pò tronfi per la loro capacità di difesa, ci spiegano che probabilmente, dietro il bush avevano dei cuccioli o una preda morta da difendere.

Più probabile la versione della preda, perchè durante l’assedio, si era intravista una Iena in background, che gironzolava a qualche centinaio di metri.

Sotto l’occhio vigile di Dan e Paul, ci ritiriamo anche noi sui nostri passi.

Per almeno 15 minuti continuiamo a sentire il ruggito delle due regine della savana, a ricordarci che è solo una tregua.

Ogni tanto ci ripenso e rivivo la scena come allora.

Adrenalina allo stato puro.

23 Agosto: Johannesburg. Apartheid Museum. Verso la fine del tour per il museo, un televisore, passa in continuo un video con la registrazione della seduta del parlamento Sud Africano del 2 Febbraio 1990, con il discorso del Presidente De Klerk : “I wish to put it plainly, that the government has taken a firm decision to release Mr. Mandela unconditionally”. In quel preciso istante, la storia del Sud Africa cambiava. Un uomo aveva vinto, dalla prigione, una battaglia durata oltre 25 anni. Impossibile non commuoversi.

Se volete vedere la foto con l’itinerario del viaggio e anche qualche foto: Se volete chiarimenti o consigli non esitate a scrivermi.

Buon viaggio a tutti Dome



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