Sorprendente Torino
Si tratta di un’immersione notturna in una città sfavillante di luci per conoscere l’anima esoterica di Torino accompagnati da Somewhere, che ci scorterà tra simboli massonici e astrologici, Sindoni dipinte, mascheroni apotropaici, reggilampada a forma di diavolo e battacchi raffiguranti il grugno del demonio. Il filo conduttore alla base del “viaggio incantato” di stasera è l’esistenza di due Torino, una scura e una chiara, che si oppongono specularmente. Il bus gran turismo che ci porterà a spasso nel mistero si mette in moto nell’ottocentesca Piazza Statuto, concepita allorché Torino fu nominata capitale d’Italia, che secondo la nostra guida sarebbe il luogo in cui si concentrano le energie negative della metropoli sabauda, ovvero una sorta di triangolo delle Bermuda locale e pertanto ci meravigliamo che non ci sia capitato nulla di male venendo qui. Al centro di questo vastissimo spazio spicca il monumento che rende omaggio ai caduti del tunnel del Frejus. Lo scultore Luigi Belli ebbe l’ispirazione di andarsi a scegliere dei massi rimossi dalla montagna per scavare la galleria, che fece portare in questa piazza e con essi creò un rilievo piramidale dalla valenza simbolica. Lungo le pendici di questo monte in miniatura sono distribuite delle statue bianche, che assumono posizioni contorte cercando di aggrapparsi alle rocce per non precipitare. La loro intenzione è quella di salire sulla sommità dove si trova un genio alato nero che si libra nell’aria, che contrasta con le figure sottostanti: è l’allegoria della tecnologia e della scienza. Applicando però una lettura di carattere esoterico gli uomini bianchi potrebbero alludere al faticoso cammino dell’ascesa verso la sapienza e la rivelazione della verità, l’angelo nero sarebbe Lucifero, l’unico a possedere un tipo di conoscenza che non è disposto a cedere a nessuno.
Insomma, come già detto ci stiamo addentrando sempre più nel quartier generale della scalogna, poiché siamo nella parte ovest, che equivale a tramonto-morte, infatti sotto di noi c’era una necropoli ai tempi dei romani, il che significa essere arrivati al capolinea dell’esistenza terrena. Ma niente paura, ci rivolgiamo verso il polo positivo, il Po, ubicato a Est, che all’alba si tinge della luce del sole nascente, anche se per farlo dobbiamo attraversare una zona iellata nei pressi di Corso Valdocco, la cui etimologia è “vallis occisorum”, la valle degli uccisi, visto che vi sarebbero stati martirizzati i tre santi protettori della città, Solutore, Avventore e Ottavio e inoltre perché nello slargo alla confluenza dei corsi Valdocco, Principe Eugenio e Regina Margherita era situato il patibolo per le esecuzioni capitali. A volte coloro che finivano giustiziati erano negromanti o streghe e forse non ci crederete ma la superstizione toccava le alte sfere dello Stato, cioè casa Savoia. Pensate che alla fine del Seicento Vittorio Amedeo II si avvaleva delle doti di due personaggi che praticavano le arti magiche, vale a dire il mago Fortebracci e la monaca Serafina, una veggente, mentre si sa che Cristina di Francia, figlia di Enrico IV e consorte di Vittorio Amedeo I, fu specialmente attratta dagli alchimisti. In sostanza la ricerca della pietra filosofale e l’idea del soprannaturale affascinava e intimoriva tutti quanti, nessuno escluso e proprio stasera pure noi avvertiamo un brivido andare su e giù per la spina dorsale quando in piazza S. Giovanni, quella del Duomo per intenderci, si palesano davanti ai nostri sguardi stralunati due spettri abbigliati di scuro. Il primo a presentarsi è Messer Giovanni, che afferma di essere il guardiano di Palazzo Madama e di avere 150 anni ben portati. Lo spiritello ha dei modi un po’ spicci, difatti ci chiede con giuliva sfacciataggine se ci sentiamo vivi e ci comunica che ci aspetta con calma nell’aldilà. Poi si materializza il fantasma di Madama Reale e noi spettatori ascoltiamo irretiti i due che s’impegolano in battibecchi riguardanti la fama di “femme fatale” di Cristina di Francia. Lei vorrebbe scrollarsi di dosso la sua nomea di frivola e civetta, invece lui continua a punzecchiarla insinuando che stesse guancia a guancia con Filippo conte di S. Martino e che si circondasse di amanti, di cui a un certo punto, annoiata, si sbarazzava gettandoli nelle acque limacciose del Po. Alla fine scrosciano gli applausi: la serata ha ripreso quota.
Ancora a piedi siamo condotti in Piazza Solferino, davanti a un trionfo di zampilli dorati: lo spettacolo è offerto dalla Fontana Angelica, battezzata così in onore della madre del committente, Paolo Bainotti, che era stato ministro delle finanze ed era un massone, per cui nascosti nei dettagli di questa fontana ci sono gli emblemi eloquenti della sua appartenenza massonica. Anziché osservare il lato “A”, dove si contemplano le statue raffiguranti le quattro stagioni, scrutiamo il lato “B” e vediamo tre putti, uno dei quali regge sulle spalle una pelle d’ariete e com’è noto il mito di Giasone alla scoperta del vello d’oro è sempre stato interpretato come il simbolo del cammino degli esseri umani verso la conoscenza della realtà.
Dopo questo chiarimento risaliamo sulla corriera per percorrere la lunga Via Po, di circa 700 m., che allaccia Piazza Castello a Piazza Vittorio Veneto ed ha una prospettiva eccellente, data dalla presenza in fondo, oltre il ponte Vittorio Emanuele I della circolare chiesa neoclassica della Gran Madre di Dio, che ricorda il Pantheon di Roma, finanziata dai torinesi per celebrare il ritorno dopo l’intervallo napoleonico di Vittorio Emanuele I. Il nome di questo edificio liturgico è strano e non comune: secondo alcuni, siccome la tribù celtica dei Taurini adorava delle divinità femminili, le matrone, sarebbe da ricollegare a un desiderio di far rivivere in qualche maniera i riti del periodo celtico. In aggiunta a ciò esiste una leggenda che vuole che la statua della Fede, sulla sinistra del tempio, ritratta come una donna velata con un calice in mano indicherebbe con lo sguardo dove è nascosto il Sacro Graal, terza reliquia più preziosa della cristianità che Torino possederebbe assieme alle altre due: la Sindone e i frammenti della Vera Croce di Gesù. A questo punto le spiegazioni diventano davvero prolisse e soporifere, mi si incrociano gli occhi per la stanchezza e l’escursione non sembra avviarsi neanche remotamente alla conclusione. Le tematiche connesse al mondo dell’occulto si sono ormai trasformate in una fantastoria in stile Voyager. Basta però una strizzata d’occhio delle guide a fine serata e non ci sentiamo poi troppo truffati. Tuttavia, allo scoccare della mezzanotte, quando io e la mia dolce metà torniamo in hotel scopriamo che la nostra camera è infestata… dai fantasmi! Ma magari è solo suggestione e stiamo patendo gli effetti nefasti del contatto con la Torino nera.
Come arrivare: in treno con trenitalia www.trenitalia.it o in auto.
Dove pernottare e dove cenare: presso l’hotel quattro stelle Mercure Royal, Corso Regina Margherita 249, Torino, Tel: 011 4376777. Se andate in macchina per parcheggiare l’auto nel posteggio privato dell’albergo si pagano 10 Euro al giorno.
Per saperne di più:
– Ufficio del Turismo Torino e Provincia, Piazza Carlo Felice, Torino Tel.011 535181
– sulla storia di Torino: https://www.youtube.com/watch?v=bjFyerTBWIE
– Sulla visita guidata organizzata da Somewhere il giovedì e il sabato sera alle ore 21.00 da Piazza Statuto n. 15, durata circa 2 ore e mezza, prezzo 22 euro: http://somewhere.it/privati/torino-magica/
Http://www.placidasignora.com/2007/10/09/fantasmi-a-torino/
Http://www.duepassinelmistero.com/Torino%20magica.htm;