Sorprendente Cuba

Cultura e relax con un meraviglioso sottofondo musicale
Scritto da: maya83
sorprendente cuba
Partenza il: 06/08/2013
Ritorno il: 24/08/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Quest’estate avevamo voglia di cambiare tipo di vacanza, di alternare alle visite culturali un po’ di bel mare e… praticamente per caso ci ritroviamo negli anni ’50 a Cuba.

Partiamo il 6 agosto con un volo BluPanorama Roma – L’Havana, che contro ogni previsione negativa si è rivelato meno peggio del previsto, infatti registriamo solo 1 ora di ritardo! Certo le sedute sono piccole, gli schermi a tubo catodico, i bagni fermi nel tempo, ma 12 ore sono passate e alle 9 di sera arriviamo nella capitale.

Con il taxi prenotato tramite la casa raggiungiamo il Vedado e la nostra prima sistemazione, la Residencia Umpierrez (calle 19 n. 53, e. M y N, apartamento 4, primero piso, mary@castadenoble.net +53.7.8332828 – hanno due case una al Vedado l’altra all’Havana Vieja ma un unico indirizzo mail, quindi quando scrivete specificate e pazientate per la risposta.. nn hanno internet in casa e controllano la posta appena possono). In realtà la nostra prenotazione è stata dirottata su questa casa da Elena di Casa Tarajano su cui era ricaduta inizialmente la nostra scelta. Un paio di giorni prima della partenza Elena ci ha informati che purtroppo dei lavori che erano in corso nella sua abitazione non erano ancora terminati ma che comunque ci avrebbe riprotetti presso una sua “vicina”.

Un po’ convinti che fosse la solita scusa e preoccupati perché nn trovavamo molte informazioni sulla nuova casa, arriviamo a casa di Maite e non possiamo che restarne contenti: una bella terrazza al primo piano di questo palazzo coloniale al centro del quartiere Vedado, due camere, una interna alla casa, l’altra con accesso dalla terrazza, entrambe con bagno privato, biancheria pulita e cambiata tutti i giorni, colazione nella norma, ma soprattutto siamo ospitati da una famiglia tranquilla, serena e rispettosa di noi turisti e subito veniamo colpiti da quella estrema disponibilità che ha contraddistinto tutti i cubani incontrati.

Abbiamo poi avuto modo di conoscere anche Elena di Casa Tarajano, anche lei gentilissima, ci ha messo a disposizione il suo computer per modificare il nostro itinerario e fornito delle cartine per girare la città, oltre ad una serie di informazioni su ristoranti e luoghi da visitare che si sono mostrati molto utili.

Ps: i lavori in casa c’erano davvero per cui chi dovesse optare per questa casa troverà dei bagni nuovissimi :)))) anche se la terrazza di Maite è impareggiabile.

La prima sera usciamo giusto per prendere qualche bottiglia d’acqua e sgranchirci le gambe, e poi subito a recuperare le forze per vivere al meglio quest’esperienza cubana!!

Il 7 agosto ci rechiamo al quartiere dell’Havana Vieja, che visitiamo in lungo ed in largo, perdendoci per le sue strade acciottolate che collegano le 4 piazze principali, fermandoci ad ammirare ogni palazzo, ogni scorcio..tutti unici.

Ovviamente nn sono mancate le tappe di rito alla Bodeguita de Medio, a El Floridita ed al mercatino artigianale San José (superando il porto e proseguendo sul lungomare, poco dopo la bellissima Almeda de Paula)

Quella sera inauguriamo la cucina cubana al ristorante Café Laurent, al Vedado in calle M, tra 19 e 21 (+53.7.8312090 – 8326890), ristorante di lusso che si trova proprio alle spalle della nostra casa, dove mangiamo abbondanti piatti di pesce pagando 30 cuc a testa..ci renderemo poi conto che per Cuba è uno sproposito, ma i piatti sono stati buoni ed abbondanti ed il servizio efficientissimo..fuori da qualunque immaginario cubano.

Il giorno successivo (8 agosto) facciamo prima un giro per gli storici alberghi del Vedado e altre attrattive del quartiere fino alla piazza della Rivoluzione dove sul ministero dell’Agricoltura si trova la famosa installazione della immagine simbolo del Che e la piú recente di Cienfuegos, tappa al Campidoglio nel degradato quartiere di Centro Habana e di nuovo giro per L’Havana Vieja.

La sera decidiamo di recarci alla Fortezza Moro Cabana per vedere la cerimonia del cannone quindi giro per la sorprendentemente tranquilla città vecchia cenando molto bene sempre a base di aragosta al La Imprenta in Calle Mercadares, nei locali di quella che era un’antica tipografia e dove si possono vedere ancora storiche attrezzature.

Il 9 agosto inizia la nostra avventura cubana: a bordo di una chrevolet del ’56 ci dirigiamo verso Vinales.

Breve parentesi trasporto: dall’Italia, prima di partire non avevamo alcuna idea di come ci saremo spostati e tramite un’indicazione last minute di un’amica appena rientrata da Cuba contattiamo Pavel, un ragazzo di L’Havana di 34 anni, tassista da 3, precedentemente meccanico (una sicurezza per le strade cubane), proprietario di una chrevolet del ’56 bianca ed azzurra che per 80 cuc al giorno (tutto incluso) è stato il nostro angelo custode per la prima parte del viaggio (lianeth@infomedsld.cu +5352761916, 057761916).

Arriviamo a Vinales, paesino immerso nei verdi mogotes della regione di Pinar del Rio, caratterizzato da villette a schiera dai pati colorati e mille sedie a dondolo.

Qui alloggiamo alla casa particulares di Estrella e tramite suo fratello (o definito tale) organizziamo per quel pomeriggio l’escursione a cavallo.

Questa, iniziata alle 14 si è protratta per più di tre ore nelle quali, guadando fiumi e infilandoci in vicoletti creati tra gli alberi abbiamo raggiunto la casa di un campesino dove, sorseggiando un fresco mojto, abbiamo assistito alla realizzazione dei sigari cubani, per poi arrivare ad una cueva dove era possibile fare il bagno. In questa piacevole passeggiata abbiamo ammirato paesaggi ed una vegetazione che nn abbiamo più rincontrato per il paese e sta proprio in questa unicità il motivo per cui vale la pena organizzare qualche giorno in giro per la regione.

Unica nota negativa è stato il violento acquazzone che abbiamo incontrato nell’ultimo tratto della passeggiata..per questo un consiglio: anche se il cielo sembra limpidissimo portate sempre con voi un k-way..nn si sa mai! Inoltre concordate bene con chi vi accompagna anche per il ritorno: una persona incaricata dall’organizzatore dell’escursione ci è venuto a prendere alla casa ma alla fine della passeggiata nn c’era nessuno, né a riprenderci né a darci spiegazioni..ed inoltre è stato molto difficile trovare qualcuno che così come eravamo conciati voleva prenderci sul taxi per riportarci a casa..

Costo dell’escursione 5 cuc per ora pp.

La sera ceniamo da Estrella, senza alcuna nota positiva, come tra l’altro tutto l’alloggio, e quindi andiamo a sentire un po’ di musica al Centro Cultural Polo Montanez.

Saremo dovuti rimanere a Vinales un altro giorno ma visti i km che avevamo d’avanti abbiamo preferito anticipare la partenza e così il giorno seguente siamo partiti per Playa Larga, nella Baia dei Porci dove abbiamo trascorso un bellissimo pomeriggio nel mare turchese della Cueva de los Peces.

A Playa Larga siamo stati a Casa Capelita – La Casa del Chef (yaimarentacz@yahoo.es 045.987423 0053.52478379) da segnalare non solo perché nuova e ben tenuta, con accesso alle due camere per gli ospiti separato rispetto alla casa padronale, ma anche perché Alejandro, il proprietario è un ex chef..un’ottima cena è assicurata!

L’11 agosto ci spostiamo alla volta di Trinidad con una tappa intermedia di un paio d’ore a Cienfuegos.

Arriviamo a Trinidad alle 14 e ci dirigiamo alla casa Amigo del Mundo (calle San José, entre Real y Amargura, +537041994780, +5341994780 mariaelenatrinidad@yahoo.com) consigliata da Elena di Casa Tarajano dove però sapevamo già di non avere posto per la prima notte, ma la padrona di casa Maria Elena aveva riservato per noi la casa accanto alla sua quella di Tanya y Nemesio che assolutamente ha vinto il primato di peggiore casa della vacanza..dobbiamo passarci solo una notte e va bene così..

La casa Amigos del Mundo si è rivelata invece una delle migliori in cui abbiamo soggiornato: le camere affacciano sul patio interno ma hanno creato anche una finestra sul retro, l’arredamento è essenziale (e chi è stato a Cuba lo leggerà sicuramente come un complimento) senza copriletti in raso o tende alle pareti a mascherare finte finestre, buona la colazione servita in terrazza e anche la cena. Molto abile poi Maria Elena nell’organizzare spostamenti e nel mettere in contattato i turisti con varie casa del paese anche se in alcuni momenti ci è sembrato quasi di non avere scelta rispetto a quello che ci stesse proponendo.

Il tempo di una doccia e subito in giro per le sconnesse strade del centro cittadino (le due case sono proprio alle spalle di Plaza Mayor, nell’area del casco historico chiuso al traffico) che si visita in pochissimo tempo.

D’obbligo è una tappa alla casa della musica, dove si beve e si ascolta musica a tutte le ore, ovviamente lo spettacolo migliore è di sera quando i cubani mostrano tutte le loro abilità di ballerini.

Restiamo a Trinidad 3 notti.

La giornata del 12 la trascorriamo a Playa Ancon dove ci godiamo un po’ di relax sulla spiaggia davanti all’Hotel Club Amigo Ancon mentre il giorno seguente abbiamo fatto l’escursione al parco El Cubano (9 cuc pp), una passeggiata in una vegetazione simile alla giungla che è terminata con un bagno rinfrescante nelle cascate; al pomeriggio siamo nuovamente stati a Playa Ancon.

Nelle 3 sere a Trinidad una l’abbiamo trascorsa a cena nella casa particulares, le altre al ristorante La Parranda, mangiando del maiale arrostito su un enorme spiedo girato a mano quel pomeriggio, e al Obbatalá, su una terrazza di fronte la Casa de la Trova, per una buona cena di pesce.

Il 14 partiamo per Santa Clara. Accompagnati da Pavel ci dirigiamo subito al monumento a Che Guevara, dove visitiamo la sala con la fiamma perenne in cui sono custodite le spoglie del Comandante e il museo in cui viene raccontata la storia della sua vita. Ci rechiamo quindi alla casa particulares scelta, quella di Mary e Raicort, consigliata da Maria Elena ma segnalata anche sulla Lonely Planet, in pieno centro pedonale. Una bella casa, posta al primo piano e addirittura una delle due camere ha il balcone!

Andiamo quindi in giro per la città visitando il monumento all’assalto del treno blindato (1 cuc pp), la fabbrica di sigari con annesso shop per finire ad osservare il via vai degli abitanti di questa viva città seduti su una delle panchine della Parque Vidal.

La sera decidiamo di cenare nel patio del Santa Rosalia, nella strada che dalla pedonale calle Indipendencia porta alla piazza principale, assistendo anche allo spettacolo di un duo canoro.

Il 15 agosto è il momento del relax: ci aspettano 4 giorni a Cayo Guillermo.

Accompagnati da Pavel, più emozionato di noi per il non essere mai stato su un Cayo esclusivo, attraversiamo i 27 km di ponte che separano la terra ferma dagli isolotti di Cayo Coco e da li Cayo Guillermo dove alloggiamo al Melia.

Salutiamo l’ormai amico Pavel tra momenti di commozione ed iniziamo a conoscere la struttura; sicuramente qualche stella è stata lasciata in giro ma nel complesso non ci si può proprio lamentare e poi Il cielo che quella mattina era coperto inizia anche a ripulirsi..il tutto promette proprio bene!

Di quest’hotel avevamo letto pareri discordanti ma il nostro non può che abbracciare il lato positivo, probabilmente gioca a suo favore il fatto che venivamo da parecchi giorni di case particulares e ritrovandoci in una stanza grande più del doppio di quelle le precedenti, televisore in camera, letto a tre piazze, bagno con bidet, balcone con vista, aria condizionata silenziosa non potevamo non sentirne la differenza e in positivo.

Nel complesso la struttura presenta 4 ristoranti, buffet e italiano aperti sia a pranzo che a cena, laguna solo per la cena ed il ranchon sulla spiaggia aperto solo a pranzo; unica pecca é che per la sera l’italiano ed il laguna vanno prenotati entro le ore 12 e noi siamo riusciti a fare la prenotazione solo per la terza sera perché sempre pieni..

Inoltre la struttura è un vero all inclusive, con possibilità di bere e mangiare qualsiasi cosa a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Breve parentesi per la prenotazione della struttura: volevamo vivamente soggiornare su questo cayo e perciò avevamo individuato delle date orientative e prenotato dall’Italia sul sito Melia facendo prima la tessera clienti per un piccolissimo sconto; una volta a Cuba abbiamo sfatto e rifatto il nostro giro ipotetico e ci siamo ritrovati a dover modificare la prenotazione; a questo punto abbiamo testato che volendo prenotare tramite un’agenzia cubana a L’Havana (come invece ci consigliavano di fare tutti per risparmiare) il costo era identico se non superiore di qualche euro e comunque volevano il pagamento in contanti, mentre una volta in albergo ad una coppia di spagnoli arrivati sul posto hanno chiesto più di due volte il costo da noi pagato..probabilmente in altri periodi dell’anno direttamente a Cuba si troveranno delle tariffe speciali, ma ad agosto e nei periodi di alta stagione io non rischierei, sia per il non trovare posto che per le tariffe.

La prima giornata restiamo sulla spiaggia dell’hotel che però era a tratti ricoperta di alghe mentre i giorni seguenti li trascorriamo sulla famosissima Playa Pilar, sicuramente il principale motivo per cui abbiamo scelto quest’isola. La spiaggia è davvero bella, il mare trasparente e pieno di stelle marine giganti, la sabbia bianca tanto sottile da sembrare talco; qui si possono noleggiare lettini a 3 cuc e usufruire dell’ombra offerta dalle strutture di paglia disseminate ovunque, inoltre proprio in spiaggia trovate un chiringitos dove poter prendere da bere e piatti di frutta, mentre per un pasto più consistente c’è un ranchon nascosto nella vegetazione poco dopo il parcheggio. La spiaggia dista qualche chilometro dal Melia e la si può raggiungere o con un taxi privato al costo totale di 20 euro o con uno dei pulman rossi a due piani per turisti che si vedono anche nelle nostre città (unico caso di come in questa nazione si sia uniformato il turismo al resto del mondo!) al costo di 5 euro pp.

Le giornate qui passano davvero in fretta e senza aver recuperato fino in fondo le energie ci ritroviamo di nuovo in cammino per Camaguey, che raggiungiamo in circa 4 ore con un taxi privato al costo di 130 cuc.

A Camaguey alloggiamo alla Casa de Huespedes, della S.ra Alba Cepero (calle San Juan de Dios 63 +53.32.292572), nella norma ma comodissima perché praticamente a due passi dalla graziosa Plaza de San Juan de Dios.

La città è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco e per questo motivo è in piena fase di restauro, facciamo comunque una bella passeggiata fermandoci a prendere un gelato allo storico Café Ciudad, mentre la sera ci fermiamo a mangiare al ristorante Campana de Toledo, anch’esso in Plaza San Jaun, dall’aspetto rustico e pulito, rimanendo però molto delusi..piccolo aneddoto: ordiniamo due porzioni di pollo all’arancia ed uno normale, i tre piatti portati a tavola erano identici, quando chiediamo quale fosse quello al naturale ci dicono, senza scusarsi, che in realtà la glassatura all’arancia non si può mai avere..ma comunicarcelo al momento dell’ordinazione?

Il 19 siamo di nuovo in viaggio su un altro taxi privato (90 cuc) che ci porta a Gibara.

E qui si apre un altro capitolo.

Volevamo spendere qualche giorno di mare nella provincia di Holguin e basandoci sul suggerimento di Maria Elena di Trinidad ma comunque di tutti i cubani con cui ci siamo intrattenuti a chiacchierare optiamo per questa cittadina definita “la seconda Trinidad”.

Anche la Lonely, pur menzionando un terribile uragano che si era abbattuto sulla zona nel 2008, ci rassicurava affermando che Gibara si era sorprendentemente ripresa e che ci avrebbe positivamente colpiti..

Purtroppo dobbiamo dissentire da tutti i giudizi positivi..a parte gli effetti devastanti dell’uragano Ike ancora purtroppo visibilissimi, la cittadina nn offre nulla al turista, nessun bar o ristorante dove trattenersi, vicoletti desolati e abbandonati, una piazza appena rimessa a nuovo su cui si affaccia una fabbrica di sigari nn visitabile ed il cinema dove ogni anno ad aprile si svolge a il Festival Internacional de Cine Pobre, un lungomare come di consueto non sfruttato, un unico posto dove intrattenersi la sera, l’Artex al Bastione Ferdinando VII dove fanno un po’ di musica, e per finire il mare così nero che nn sembra neanche essere ai Caraibi.

Fortunatamente la casa segnalata da Maria Elena si è rivelata un’ottima sistemazione: 3 belle camere con bagno privato, di cui due comunicanti, un patio con le immancabili sedie a dondolo, una bella terrazza con vista sull’oceano (anche se noi causa vento nn l’abbiamo sfruttata) un giardino sul retro dove si consumano colazione e cena. Ovviamente non avendo alternative restiamo qui anche per la cena, piacevole anch’essa e soprattutto la gentilissima cuoca si è preoccupata di non farci trovare sempre le stese pietanze.

Altra nota positiva della casa è il suo proprietario Arnel che è stato per noi fonte importantissima sulla vita cubana, essendo un ragazzo che ha viaggiato anche in Europa ci ha dato una visione più obiettiva e meno buonista di come si vive veramente sull’isola, dei pro e contro del regime, delle restrizioni e dei proibizionismi a cui sono sottoposti.

(Hostal Las Brisa, J Perarlts 61, hostallasbrisas.gibara@yahoo.fr, 0124.845134 0053.24.845134).

Cmq utilizziamo questa cittadina come base per visitare altre località turistiche della zona quali Guardalavaca, invasa dai cubani, qualche albergone degli anni 70 e mare nn eccellente, e l’incantevole Playa Pesquero, piccola oasi con alberghi di lusso e mare cristallino, dove mischiandoci ai “residenti” abbiamo sfruttato la spiaggia ed il bar all inclusive di uno di questi bei resort. Le due spiaggia distano circa 10 minuti l’una dall’altra e le raggiungiamo da Gibara in più di 1 ora con un taxi privato che per 50 cuc ci ha attesi per tutto il tempo.

La soluzione potrebbe essere alloggiare ad Holguin che dicono sia bella e vitale e raggiungere da li la zona di mare.

Il 21 ci apprestiamo a compiere il nostro ultimo trasferimento (90 cuc) verso Santiago dove il 23 abbiamo il volo di rientro.

Alloggiamo alla Casa Jardin di Mari e Felix (Maximo Gomez – San German – 165 entre Rastro y Gallo, +53 653720).

Situata ai margini del casco historico, non vi fate intimorire: quell’intrigo di vicoletti è tranquillissimo sia di giorno che di sera

La casa poi è davvero bella (sempre basandoci sugli standard cubani..è ovvio!!) e grande: 3 camere per gli ospiti, bella cucina e ampio salone, con un giardino e diversi terrazzi pieni di piante.

Parlando con la proprietaria ci vengono mostrati anche qui gli effetti devastanti di un uragano che si abbattuto sulla città nell’ottobre 2012 e la signora ci racconta anche di come hanno gestito la tragedia e di come i santiagheri abbiano mostrato tutta la loro generosità in questa situazione.

Santiago è diversa da tutto il resto.

Innanzitutto il clima..caldissimo!! Alle 10 del mattino il termometro della piazza principale segnava già 28 gradi..

Il calore della città si ripercuote sulla sua popolazione fatta di persone super socievoli ed espansive… anche troppo… fino a diventare invadenti e petulanti. E’ qui infatti che abbiamo avuto il vero ed unico incontro con gli jiniteros, ma alla fine per pochi cuc di mancia queste persone riescono a farti vedere un lato dei luoghi in cui noi turisti, da soli, non riusciremo ad arrivare.

Poi il traffico impazzito, un numero indefinito di macchine e motorini e l’immancabile smog..se ci penso ancora oggi nn respiro!

La sera c’è musica ovunque, in ogni angolo, in ogni bar, in particolare alla Casa de la Trova, la più antica, e a quella de las Tradiciones.

Non è molto battuta dal turismo, si vede dal fatto che non c’è nessun ristorante di alto livello, praticamente nn ci sono strade pedonali, poca illuminazione di sera, ma nn per questo meno sicura..anzi sicuramente più vera, anche se al primo impatto ci siamo chiesti perché tanta voglia di venirci..

Ci è poi successa una cosa particolare, la prima sera in città, seguendo consigli presi in giro arriviamo al ristorante “La Terrazza” scelto proprio per cenare all’aperto ed in alto per stare lontani dallo smog. Il livello non era granché ma i prezzi per gli standard cari.. Parlando con due vicini di tavolo colombiani capiamo che hanno il menù in doppia moneta..nazionale per i locali o quelli che dall’aspetto parevano tali (come gli amici colombiani) e in pesos convertibile per noi turisti..la cosa è anche giusta perché noi abbiamo un potere d’acquisto fortunatamente superiore al loro ma il prezzo per i turisti era davvero fuori luogo. Comunque sentendoci parlare tra di noi quando abbiamo chiesto il menù per il dolce ci hanno portato il menù nazionale ed il conto è stato tale! Ci siamo così resi conto di quanto poco costi per loro fare la spesa e di quanto arrivino a caricare i prezzi i ristoranti per turisti.

A Santiago le cose da vedere sono poche, anche se ad ogni passo vi verrà indicato un palazzo, un angolo, in cui si è verificato un evento legato alla rivoluzione ed al Movimento 26 luglio. Immancabile è la Caserma Moncada, anche se visitabile solo dall’esterno e che oggi è una scuola; la Plaza de Marte dove si riuniscono i tifosi di baseball; la via semi pedonale José A Saco su cui si incontra la Plaza de Dolores e la via dedicata al mercato artigianale; ovviamente la piazza principale dominata dal Parque Cespedes, dalla Catedral de Nostra Senora de la Assuncion e dalla Casa di Diego Velasquez.. ci avevano avvisati: provateci anche voi a visitarla ma a qualunque ora vi verrà sempre detto che è chiusa; il quartiere Tivoli con il suo saliscendi, i belvedere sul porto, le abitazioni colorate e la Casa de las Tradiciones dove sono nati i Buena Vista Social Club; il cimitero Santa Ifigenia con il cambio della guardia al mausoleo José Martì ogni mezz’ora; il Castillo del Moro (4 cuc pp) e l’isolotto fermo nel tempo di Granma (raggiungibile con un brevissimo tragitto in traghetto al costo di 3 cuc pp).

A Santiago abbiamo anche vissuto l’unico raggiro della vacanza e tutto questo in aeroporto, dove prima volevano intascarsi il resto della tassa di uscita (ricordate di conservare questi 25 cuc a testa) per poi arrotondare il cambio a loro favore davvero un po’ troppo..saremo stati fortunati ma nn ci era mai successo in tutta la vacanza!

Arriviamo quindi al 23 agosto, giorno della partenza. Dopo un ultimo giro cittadino e un pranzo veloce alla casa particulares che ci aveva lasciato una camera per un’ultima doccia, con un taxi raggiungiamo in pochissimo tempo il minuscolo aeroporto di Santiago e da qui il volo di rientro diretto per Roma.

Che dire..bilancio più che positivo per questa vacanza. Sarà che siamo partiti con pochissime aspettative preoccupati dal fatto che questa fosse una metà troppo comune e quindi troppo turistica per i nostri gusti, ma siamo ritornati entusiasti per questa nazione e per la sua gente, genuina, disponibile, ingegnosa..ovviamente ci sono posti come Trinidad o i Cayo in cui si è circondati da stranieri ma basta girare l’angolo, scegliere un’altra destinazione e subito ti ritrovi a vivere la vera Cuba, con le sue difficoltà, le sue contraddizioni, i suoi sorrisi, i suoi suoni, ma soprattutto la sua vitalità travolgente!

Raccomandazioni di rito

Se viaggiate nella nostra estate portate sempre con voi un ombrello o un k-way: un temporale torrenziale è sempre dietro l’angolo anche poi dopo meno di mezz’ora passa e tornerà un sole che spacca le pietre.

Ci vuole molto spirito di adattamento nelle case e nei ristoranti: difficilmente troverete un ottimo standard in termini di pulizia, anche se siete in un 5 stelle. In generale noi abbiamo pagato sempre 25 cuc la camera più la colazione dai 3 ai 5 cuc per persona, mentre a cena circa 6/8 cuc per un piatto di carne, 8/10 per il pescato, 12/15 per l’aragosta, ovviamente con ogni piatto vi verrà servito un antipasto, un insalata ed un contorno e in alcuni casi anche il dolce!

Partite con una valigia piena, svuotatela strada facendo e tornerete a casa carichi di “grazie”.. Ovvero tutto ciò che di abbigliamento non utilizzate più portatelo con voi e regalatelo facendo così felici tante persone; sicuramente molti cubani non possono permettersi di acquistare nulla ma anche quelli che hanno una minima disponibilità non hanno negozi in cui farlo, quindi regalate a tutti senza pensare di poter offendere nessuno perché i vostri regali saranno molto più che graditi. Io poi tornando a casa ho visto il mio armadio ancora stracarico e con cose che nn indosso praticamente mai è mi sono pentita di non aver portato altro con me.

Altra cosa che vi verrà chiesta ovunque sono saponi, shampoo, bagnoschiuma..sono prodotti che li costano tantissimo e loro non possono permetterselo..io ero carica di campioncini degli alberghi e ne ho portati con me tantissimi, ogni giorno uscivo di casa con almeno 10 pezzi e tornavo sempre a mani vuote.

Dimenticate a casa tranquillamente tablet e smartphone: connessione internet assente ovunque, solo nei grandi alberghi è possibile comprare a 6 cuc l’ora delle schede prepagate per connettersi con i loro computer, troverete in alcune case il computer del proprietario che spesso vi metterà a disposizione, tenete presente che nn hanno tariffe tutto incluso come da noi ma che anzi pagano parecchio, e che la connessione è incredibilmente lenta.

Contanti ovunque, carta di credito mai: sono accettate solo nei grandi alberghi e con una alta commissione (3%); anche prelevare è difficile, pochissimi ATM, file e commissioni alte.

Per lo shopping di souvenir l’unico posto in cui è possibile e in cui c’è tantissima scelta è a L’Havana al Centro Cultural y Artesanal San José; nelle altre cittadine, anche nella turistica Trinidad, troverete pochissimi negozi, zero scelta e prezzi “alti”.

Ultima ma principale raccomandazione: andate a Cuba il prima possibile, prima che cambi tutto, dalle auto americane ‘anni 50, ai palazzi decadenti, alla escursioni senza misure di sicurezza, alla genuinità della popolazione, al tutto “Hecho en Cuba”.



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