Sol y Sal
Sei ore di volo che ci portano fuori dall’Europa, puntando dritti verso Espargos, unico aereporto in grado di accogliere voli internazionali sull’arcipelago.
Ancora in volo non facciamo fatica a capire quali siano stati gli strumenti usati per dipingere queste splendide isole. Su una tela di sabbia bianca infatti si staglia il blu cobalto del mare aperto che diventa turchese sotto la spuma bianca e fragorosa delle onde atlantiche, chiazze di un verde spento attenuano di tanto in tanto la luce gialla riflessa dal deserto, i tratti del pennello sembrano essere inflitti da una mano rude e severa con un segno fin troppo regolare che segue la spinta degli Alisei, piegando tutto cio’ che incontra.
Il breve tragitto tra l’aeroporto ed il villaggio conferma le nostre prime impressioni, la terra brulla del deserto prende alla gola, il paesaggio è piatto, lunare, i pochi e scarni alberi sono tutti piegati nello stesso senso, schiacciati dal vento costante.
Sospiro di sollievo all’arrivo nel nostro splendido villaggio in stile Caraibico di colorati bungalow e curate aiuole di piante grasse e palme.
Cocktail di benvenuto e poi subito ad assaggiare la bianchissima spiaggia, li dove l’Oceano divora il deserto.
Veder piovere da queste parti è quasi un evento, buona notizia per il turista in cerca di qualche giorno di mare e relax, molto meno buona per gli indigeni che sono costretti ad utilizzare con parsimonia l’acqua potabile, esempio da seguire anche per i visitatori nel rispetto di questi luoghi e di chi li abita.
Il mare è cristallino, anche se non bisogna mai dimenticare la sua natura piuttosto irruenta. Le isole di Cabo Verde sono un paradiso dei surfisti e di chiunque ami gli sport acquatici, meno consigliate a chi cerca un tuffo in mare tranquillo con bambini e famiglie al seguito.
L’isola di Sal non offre moltissimo ai suoi visitatori, i mercatini sono tutti molto simili e l’insistenza dei loro attori li rende quasi snervanti, inoltre gran parte dell’artigianato non è caboverdiano ma senegalese.
Da visitare sicuramente le saline, in cui è possibile immergersi per un trattamento rigenerante, e le piscine naturali costruite nei secoli dalla forza del mare.
Per chi partendo da Sal vuole visitare le altre isole dell’arcipelago si armi di coraggio e pazienza, i voli locali spesso vengono annullati senza preavviso in base al numero delle prenotazioni ricevute.
Assolutamente da provare il Grogue, distillato alcoolico famoso ai più come bevanda del mitico pirata LeChuck, ed il tonno, tra i più buoni al mondo e pescato ancora all’amo (anche se poi la mattanza avviene sulla spiaggia con pari violenza).
Ottima la birra portoghese Sagres, migliore sicuramente della cerveza locale.
Per chi non vuole rinunciare al comfort ed al divertimento (anche perchè sull’isola se ne trova poco) consiglio il Villaggio Bravo Club, strutture di alto livello e sapiente mix tra tradizione locale e cucina italiana praticamente h24 sono stati i fiori all’occhiello del nostro soggiorno.
Un capitolo a parte merita l’animazione, sempre pronta a proporre senza imporre le varie attività quotidiane, i simpaticissimi Fabio, Andrea, Lello, Sergino (uno di noi !), le splendide e dolcissime Fabiana, Michela, Cristina, Roxy e Valentina che collaborano in maniera fantastica sotto la supervisione e l’organizzazione dei due “Massimiliani” , tutti instancabili e sempre cordiali dalla mattina presto a notte inoltrata.
Nonostante le sei ore di volo e le tre di fuso orario una sola settimana è piu’ che sufficiente per chi non ha intenzione di visitare le altre isole o di cimentarsi negli sport acquatici.
Una vacanza sicuramente da provare, in un luogo che forse è più Caraibi che Africa, che è più Brasile che Senegal, o che forse è “soltanto” Capoverde.
Un saluto a tutti gli amici del gruppo “One of us” che si è creato in loco ma è come se fosse vissuto dentro di noi dal giorno della nostra nascita, Massi, Sami, Luca, Dani, Mirko, Erika, Alessio, Barbara, Marco, Saby oltre ovviamente a me e Micky.
Simone