Sognavo l’India…

... E adesso finalmente posso raccontarvi il mio viaggio tra Jaipur, Varanasi, Agra...
Scritto da: azizas
sognavo l'india...
Partenza il: 17/03/2012
Ritorno il: 01/04/2012
Viaggiatori: due
Spesa: 2000 €
Sognavo l’India da quando avevo 8 anni e perciò dico a tutti: non smettete di sognare perchè quando si crede in qualcosa, alla fine si riesce a raggiungere la meta! Sono partita con mio marito e ho organizzato il viaggio da sola. Ho cominciato con il biglietto aereo, acquistato on line, approfittando di una vendita ” special price” della Qatar Airways a 440 euro a/r per la tratta Malpensa/ Doha/ Delhi.

Per il tuor ci siamo affidati alla agenzia di Jaipur di Karni Sing, scoperta sul sito di Turisti per Caso e che si è rivelata più che vincente. Il nostro tour di due settimane ci è costato 975 euro a persona e comprendeva: l’auto con autista (e il suo vitto e alloggio), spese di carburante, autostrada, tasse statali, parcheggio e hotel 4 o 5 stelle con colazione a buffet, treno da Satna a Varanasi in cuccetta di seconda classe e volo interno Varanasi/Delhi.

Questo è il mio diario.

17 marzo

Partenza da Malpensa alle 14,40 con volo della Qatar diretti a Doha dove atterriamo puntuali alle 22,30. L’aeroporto è immenso e per raggiungere la zonadi transito viaggiamo sul bus per 15 minuti. Qui il popolo dei viaggiatori è cosmopolita, un via vai di gente di tutte le nazionalità, pochissimi gli arabi. Le tre ore e mezza di attesa le passiamo cercando di dormicchiare …più o meno. Poi si riparte alla volta di Delhi. Con mia delusione siamo nella fila centrale dell’areo e cosi’ non potrò cogliere i primi scorci dell’India vista dal cielo. E’ destino che io debba avere il primo impatto con questo paese coi piedi per terra e respirando “L’odore dell’India” come diceva Pier Paolo Pasolini.

18 marzo

Atterriamo puntuali alle 7,45, recuperiamo le valigie arrivate ma in condizioni pietose (strappi vari) e ci avviamo verso l’uscita e qui c’è Mahesh, il nostro autista col suo bel cartello “Welcome”: è un ragazzo che scoprirò più tardi ha la stessa età di mio figlio, 34 anni ma con una storia personale ben diversa. E’ simpatica a prima vista. Mi rendo conto di essere impacciatissima nel congiungere le mani e rispondere Namastè al saluto di Mahesh ma ho la borsa e la valigia che mi intralciano non poco. Si parte verso Delhi e qui mi sento subito a casa perchè mi ricorda Il Cairo dove vive mia sorella da anni. Stessi odori di spezie nell’aria, il caos cittadino strombazzante nelle strade, marciapiedi alti 40 cm e mezzi rotti, se non fosse per lo svolazzare dei sari delle donne potrei essere a Zamalek, in Egitto. Riposino di due ore all’Hotel Florence Inn e poi si parte per la visita alla città. Dal parcheggio all’ingresso del Forte Rosso prendiamo il risciò, esperienza che non ripeteremo più. Il disagio di essere trasportati, in salita, da un essere umano è sconvolgente. Continuo a ripetermi che l’India va vista con gli occhi di un indiano e che se nessuno montasse sui risciò questi uomini non avrebbero di che mangiare ma per me e mio marito è stata dura… Visitiamo l’India gate e il luogo dove è stato cremato Gandhi poi siamo ko , dopo una notte insonne vediamo solo il letto.

19 marzo

Partiamo alle 7,30 per Jaipur. Mahesh col suo sorriso e le sua mani giunte… namastè… ci augura buon giorno. Nelle strade c’è il caos anarchico che vedremo in tutto il nostro tour, autostrada con dromedari che tirano il carro, fermate del bus con gente che aspetta, aspiranti suicidi che schizzano come razzi cercando di attraversare le corsie, mucche stravaccate a fare la siesta in corsia di sorpasso, pazzi che viaggiamo contromano a tutta birra. Alle 9,30 vediamo il cartello: Rajastan, ci siamo e cominciamo a vedere i sari bellissimi e colorati delle donne. Visitiamo il Galgati Temple (stupendo), fuori Jaipur, siamo gli unici turisti stranieri. Prima di rientrare in hotel vediamo anche il Birla Temple. Alle 17 lasciamo libero Mahesh che vive in città e può tornare a casa a dormire con la famiglia. Noi ceniamo all’Hotel Royal Orchid, ottimo livello.

20 marzo

Partenza alle 8 verso Amber e il suo magnifico forte. Sappiamo che saliremo al forte sul dorso dell’elefante, tutto turistico ma davvero divertente. La postura dei viaggiatori è a dir poco esilarante. Non si sta a cavalcioni e neppure nelle nelle ceste appese ai lati ma su uno scomodo sedile sul groppone del bestione, gambe dritte e si sale dondolando avanti e indietro. Il forte è davvero bello e se si va al mattino presto si può evitare l’assalto dei gruppi organizzati che arrivano a frotte di 50 persone alla volta. Proseguiamo la visita della città, il City Palace (meravigliosi gli interni), il Mahal Mahal e facciamo un pò di spese. Mahesh ci porta in un emporio dove per pochi soldi compriamo pantaloni, camicie e pashmine di tutti i colori. Capi bellissimi come qualità dei tessuti e introvabili al bazar. Da domani il mio look sarà da indiana.

21 marzo

Partiamo verso Jhodpur alle 9,30 e attraversiamo il deserto del Tar: La strada è lunga, trafficata come al solito e arriviamo a destinazione alle 16. L’Hotel Ranbanka ci fa una bella sorpresa: suite con lettera personalizzata di benvenuto, cesto di frutta, aperitivi e frigo bar gratuito. E qui passeremo due notti, che bello. Nel pomeriggio vediamo i templi di Mandor e il bazar delle spezie. In un bel negozio comperiamo tanti tipi di tè e incenso da portare a casa anche qui a poco prezzo.

22 marzo

Alle 9 si parte alla volta di Mehranghart Fort e poi il Jaswan Thada, tutto quello che vediamo è grandioso, solo Umaid Bwan dice pochino, si può saltare la visita all’interno. Alla sera ceniamo con Mahesh che ci racconta un pò della sua vita. Lavora da quando ha 10 anni, prima come lava macchine poi una volta cresciuto un pò ha viaggiato per anni sui Tir come ragazzo di fatica (scaricava le merci). Gli autisti dei Tir gli avevano insegnato a guidare e cosi’ a 18 anni ha cominciato a fare l’autista prima di tir poi di bus turisti e adesso per l’agenzia di Karni. Questi driver non hanno uno stipendio mensile, vengono pagati solo quando lavorano e quindi la mancia è per loro fonte di sostentamento quando sono a casa disoccupati. Prima di andare in hotel ci fermiamo in un emporio dove per 10 euro realizzano in giornata camicie su misura, di ottima fattura e cotone. Compro anche tante pashmine, dai 3 euro in su a seconda della qualità del tessuto, borse per le mie nipoti e patchword fatti a mano a 5 euro.

23 marzo

Partiamo alle 8 alla volta di Ranakpur dove giungiamo alle 12. Non ho parole per descrivere la bellezza di questi templi da non perdere perchè sono meravigliosi. Ci fermiamo per strada a fare uno spuntino e poi viaggiamo nella giungla dove si vedono scimmie ovunque, la strada è tortuosa e gli animali sono seduti con la schiena appogggiata al parapetto, all’ombra, guardano interessati il via vai delle auto. Alle 14 arriviamo a Kumbhalgarth Fort, unici turisti stranieri tra un mare di ragazzini in gita; scattiamo le foto, prendiamo appunti con l’indirizzo del distretto scolastico e… chissà se le foto spedite saranno arrivate? Stupendo questo forte ma immagino difficilmente raggiungibile dai bus, la strada d’accesso è molto stretta e tortuosa. Alle 17 arriviamo a Udaipur, alloggiamo all’hotel Ram Paratat Palace, molto bello.

24 marzo

Giornata dedicata alla visita della bellissima città col suo City Palace e il Jagdish Mandir.

25 marzo

Partiamo alle 8 e alle 9,30 siamo a Chittaugarh Fort, meraviglioso a dir poco, da non perdere. Mangiamo in trattoria e alle 16,30 siamo a Puskar. Che meravigliosa cittadina! L’hotel Jagat Palace è vista lago, abbiamo un bel balcone dove potere ammirare il tramonto. Ceniamo molto bene, il ristorante è all’aperto proprio sul lago e sia sta di incanto. Puskar è molto poco indiana, Mahesh ci ha detto che qui vivono moltissimi stranieri, l’atmosfera è hippy, ci sono tanti israeliani sia residenti che in viaggio come noi. Il bazar è grande ma ci sono gli stessi articoli che si possono trovare nelle altre località.

26 marzo

Partenza alle 7,30 e Mahesh ci porta ad Abhaneri dove c’è questa antica residenza reale e un pozzo incredibile, uno dei più profondi di tutta l’India. Pranzo veloce e poi andiamo a Fatehpur Sikri, sono le 15,30 e troviamo pochissimi turisti. La città è suggestiva e miracolosamente intatta: stupenda! Alla sera arriviamo ad Agra (Utkarsh Vilas Hotel).

27 marzo

Levataccia alle 5, ma ci aspetta il Taj Mahal perciò non ci lamentiamo. Siamo in coda alle 6 e riusciamo a entrare tra i primi e a scattare foto senza nemmeno una testa di turista. Mi vengono le lacrime agli occhi davanti a una tale bellezza, davvero indimenticabile. Torniamo in hotel per la colazione e poi partiamo per Gwailor dove giungiamo alle 11, tutto stupendo! Quando ripartiamo verso Orchha siamo bloccati da un polizizotto che ci dice che la strada è interrotta. Indica col dito la deviazione: uno sterrato di tre metri che si allunga nella campagna fino all’orizzonte. Cosi’ inizia il nostro rally; per un’ora attraversiamo villaggi dove la gente usciva a guardare a bocca aperta questo serpentone di auto, bus e camion che arrancavano in questo sentierone polveroso. Alla fine siamo riusciti a trovare la strada per Orchha dove siamo giunti alle 16,30 (l’hotel Amar Mahal è stupendo e si mangia benissimo).

28 marzo

In mattinata abbiamo vistato la città suggestiva e poco turistica e poi di nuovo on the road verso Khajuraho. Che dire? Templi maestosi e davvero uno dei posti più belli che abbiamo visitato in India. L’ultima cena con Mahesh è in una bella trattoria con vista sul centro del paese, templi illuminati all’orizzonte, un’ottima cucina e la recita di un dramma all’aperto. Siamo all’Hotel Clarks, molto moderno.

29 marzo

Siamo partiti alle 7,30 verso la stazione di Satna. Abbiamo attraversato il Panna Tiger National park, tante scimmie ma niente tigri e siamo arrivati a destinazione con largo anticipo. Il nostro Kamajani Express train arriva con tre belle orette di ritardo da noi passate sulla pensilina perchè le variazioni di orario venivano date di mezz’ora in mezz’ora. Salutiamo con grande dispiacere il nostro driver che è stato per noi un grande compagno di viaggio e ha contribuito non poco alla riuscita dello stesso. Il treno per fare 318 km ci impiega 7 ore e mezza. Siamo in cuccetta di seconda classe e per passare il tempo cerchiamo di dormire. Arriviamo a Varanasi alle 22 e qui ci aspetta il nuovo autista, parla inglese con accento indiano quasi incomprensibile… L’hotel Radisson è un tuffo nel lusso.

30 marzo

Si parte alle 10 verso Sarnath che visitiamo per poi tornare in città. Vediamo l’università, la parte islamica e i templi induisti. Alle 18,30 siamo sul gat ad aspettare il barcaiolo che ci porterà a vedere i gat crematori. Qui l’emozione è stata grande, indescrivibile e indimenticabile. Ho toccato con un dito il Gange, nonostante sia cosi’ contaminato e ho messo la mia barchetta coi fiori e il lumino sull’acqua a ricordo dei miei cari che non ci sono più. Davvero toccante!

31 marzo

Ci alziamo alle 5 per essere mezz’ora più tardi sul Gange ad ammirare l’alba e le preghiere: è emozionante come la sera e mi sento un pò fuori posto a fotografare questi uomini e donne che pregano immersi nell’acqua. Nel pomeriggio partiamo per Delhi, col volo della India Air.

1 aprile

Sveglia di nuovo alle 5, ci aspetta il volo di rientro. Questo viaggio in India ha significato per me non solo la realizzazione di un sogno ma la scoperata di un paese straordinario. L’approccio con la miseria non è facile, non è facile quando si sono finiti gli spiccioli dovere dire di no a mani tese, bambini imploranti che cercano di venderti la loro merce e la vista di gente che soffre in silenzio. Ciò che mi rimane nel cuore dell’India è un cocktail di odori, colori, grandiostà dei suoi momunenti, la dolcezza di tanti volti, la pazienza degli indiani e su tutto vince la nostalgia che a ottobre mi farà ripartire verso nuove strade in Himachal Pradesh e Utturakand.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche