Sognando la California, siamo finiti a casa di Kl

Sì, inizia così il ns. Viaggio, proprio sognando la California che non abbiamo ancora visto! Era la primavera del 2003 e Io e Già stavamo decidendo dove andare in vacanza. A noi piacciono i viaggi itineranti, in quanto il classico "pacchetto vacanza" lo scegliamo in inverno in un periodo in cui abbiamo poco tempo, max 8 gg. Mentre decidevamo...
Scritto da: Rosa Avola
sognando la california, siamo finiti a casa di kl
Partenza il: 16/08/2003
Ritorno il: 02/09/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Sì, inizia così il ns. Viaggio, proprio sognando la California che non abbiamo ancora visto! Era la primavera del 2003 e Io e Già stavamo decidendo dove andare in vacanza.

A noi piacciono i viaggi itineranti, in quanto il classico “pacchetto vacanza” lo scegliamo in inverno in un periodo in cui abbiamo poco tempo, max 8 gg.

Mentre decidevamo come andare in California, e soprattutto visionavamo i costi dei voli, il tempo passava e così ci ritroviamo agli sgoccioli e soprattutto con i prezzi impazziti! Niente da fare, troppo caro, e pensare che era il centenario della Harley e volevamo percorrere la “One” proprio sopra una splendida Harley.

Riflettendoci però, avevamo appena comperato la moto nuova, una splendida Breva della Guzzi, uno dei simboli italiani, ed allora perché no, si parte in moto! Per…Beh, bisogna trovare un posto che sia bello da visitare in moto e, soprattutto, almeno attraente quanto la California! Vicino all’Italia…Dove?? La Grecia ovviamente! Ma sì, tutti vanno in moto, bel mare, bel paesaggio, bella gente? Beh, questo lo valuteremo al ritorno.

Allora si parte per la Grecia.

Sì, ma la nave? Ormai sono i primi di agosto e poi io odio le navi! Ti ricordi quel fantastico viaggio di ritorno dalla Sardegna con il mare forza 9-10? Boh!…So solo che fortunatamente era notte, e dormire per terra aveva un senso! Così, pensa e ripensa… Beh, si può evitare la nave, facciamo tutta la costa di “là”! Come di “là”? Sì, dall’altra parte, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Macedonia e Grecia! Albania?? Sì, Albania! E così fù! In soli 17gg di vacanza dovevamo percorrere tutto il tragitto previsto fino ad Atene, poi un paio di isole ed infine l’imbarco a Patrasso per tornare a casa in minor tempo possibile. Percorremmo quindi tutta la costa tirrenica, ma di “là”! Partenza ore 8 del mattino, esattamente il 16 agosto, data preferita negli ultimi anni. Primo giorno un trauma! Perché la vacanza sembri vacanza bisogna almeno fermarsi in un primo paese nel quale si assapori già il profumo di vacanza e quindi, aldilà del confine Italia… Bene, prima fermata “Slovenia”! Ci fermiamo in un chiosco a Matulji a rinfrescarci e con stupore scopriamo che tutti parlano e capiscono italiano, anche se dovevamo immaginarlo visto che Fiume o meglio Rijeka era italiana.

Dopo una breve pausa ci spingiamo fino a Rijeka e oltre…In quanto cerchiamo un bel posto di mare dove riposarci almeno 1 giorno.

Così la scelta, o meglio l’unico albergo libero si trova a Lovran.

Splendido hotel 5 stelle sul mare, con diversi campi di tennis e parco incluso proprio sul lato del mare.

Splendida terrazza con vista sul mare dove fare colazione al mattino.

L’hotel doveva essere una splendida villa di chi sa chi, quando il paese si chiamava Jugoslavia! Il giorno dopo solo mare! Non accettiamo nessun compromesso…Il fondoschiena deve reggere fino ad Atene.

Solo la sera facciamo un salto a Rijeka per visitare la città di notte. L’area pedonale è molto bella ed in più al porto è attraccata una splendida nave-ristorante piena di luci e di bella gente.

La mattina del 18 agosto partiamo nuovamente per il ns. Lungo viaggio.

Prossima tappa Zadar, anche perché la strada piena di curve non permette lunghi tragitti.

Zadar è molto bella, la città storica è completamente pedonale ed è tutta bianca.

Qui troviamo in un’agenzia la possibilità di dormire in una casa privata, ci riservano la mansarda.

Il posto è bello, la casa ha uno splendido giardino, l’unico problema è la lingua. La proprietaria parla solo tedesco! Ed io non me lo ricordo più! Ma si sa, gli italiani non hanno problemi a comunicare, dove manca la parola gesticolano e sono veramente bravi.

L’accoglienza è ottima, anche quelle delle zanzare…Fortunatamente lei ci avvisa e ci dota di numerosi “raid” che dovrebbero ammazzarle stecchite…Qualcuna ha la pelle veramente dura!! Intorno a Zadar, nella parte moderna, grossi palazzoni senza stile, probabilmente tipici del periodo dittatoriale di Tito, ma soprattutto caratterizzati da numerosi buchi e danni provocati dall’ultima guerra con la Bosnia. E’ impressionante.

Si è talmente abituati a vedere i danni della guerra in televisione, che quando te li trovi davanti è tutto diverso, ed i brividi ti percorrono lungo la schiena…E non abbiamo visto Sarajevo! Il 20 agosto si parte di nuovo, questa volta andiamo a Split, giusto il tempo per fare una pausa poi il ns. Obiettivo è quello di vedere Dubrovnik.

A Dubrovnik non si arriva mai! Quante curve…Nauseante! Facciamo amicizia con un’altra coppia in moto, anche loro nauseati dalla strada.

Decidiamo un po’ per scelta un po’ per obbligo di percorrere la strada insieme, tanto ci fermiamo negli stessi slarghi lungo la strada per ammirare il panorama, laghi e verde, che più verde non si può! Arrivati a Dubrovnik dobbiamo trovare un posto per dormire e decidiamo di cercarlo insieme. Errore! Se non avete prenotato da nessuna parte e vi trovate ad agosto in Croazia non fatelo, perché alla fine vi sembrerà brutto accettare un posto per 2 quando siete in 4, e così finirete per accettare la stanza in un hotel dalle dimensioni comuniste…Migliaia di stanze! costosissime!!! Insomma, spenderete il doppio se non di più.

Dubrovnik però è spettacolare! Bellissima, sia di giorno che di notte. E vi ripagherà della fatica.

Un insieme di culture che si incontrano e cantano nei dehors dei localini all’interno della città vecchia.

In alcune zone i danni si vedono ancora, ma è praticamente tutta ristrutturata.

Di giorno è quasi impossibile farsi una foto senza doverne spedirne un paio a quelli che troverete sullo sfondo! Pertanto, visto che è anche più affascinante, fatevi le foto di notte, almeno deciderete voi con chi farvele! Il tempo scorre e noi dobbiamo andare oltre. Ci attende ancora un lungo viaggio e soprattutto scopriremo che è finita la pacchia! Fino a quel momento il passaggio del confine è sempre stata una pura formalità, un’occhiata ai documenti niente di più.

La mattina del 22 agosto, invece, ci aspetta il passaggio verso il Montenegro.

Alla dogana le formalità sono più complesse, intanto non avevo fatto in tempo a fare la carta verde per la moto e così ci tocca pagare 10 euro (in cambio dei 3 presso una normale assicurazione italiana e soprattutto valida per tutti i paesi fuori dall’Unione Europea) per adeguare l’assicurazione a quella locale.

Inoltre, dobbiamo aspettare il controllo dei passaporti ed in fila ci sono pure dei camion.

Fortunatamente ci sbrighiamo abbastanza in fretta. Non intendiamo fermarci lungo il cammino in quanto intendiamo arrivare almeno in Albania.

Lungo il tragitto un po’ di preoccupazioni mi assalgono, non dico niente ma continuo a pensare chissà se stiamo facendo la cosa giusta o ci andiamo ad infilare in qualche guaio. Dell’Albania conosciamo solo ciò che sentiamo e purtroppo vediamo ai tg, ovvero scafisti in mare con migliaia di clandestini, niente di più.

Lungo il percorso che fino a quel momento abbiamo seguito su suggerimento di “viamichelin”, troviamo la polizia locale che ci ferma.

Eccesso di velocità! Anche qui l’italiano è di casa o almeno giusto per farti la multa! Discutiamo un po’ e capiamo subito che non è tanto convinto neanche lui. Partiamo da 100 euro! di multa per poi accontentarsi di 20 e ci lascia andare.

E’ meglio che controlliamo di più la strada prima di finire tutti i soldi in Montenegro! La costa è decisamente diversa dalla Croazia, molto meno ricca, un solo posto di mare con spiaggia attrezzata a Budva. Il viaggio continua e il ns. Itinerario prevede l’entrata in Albania da Podgorica.

L’adetta all’itinerario sono solitamente io, pertanto insisto per prendere una strada che sembra tutto meno che una strada diretta ad un confine.

Intanto chiediamo per sicurezza a più persone, cosa che odio!, ma Già insiste per verificare l’esattezza del percorso, anche perché siamo già nel tardo pomeriggio e non abbiamo idea di quanto possa essere concretamente distante. Un conto i kms indicati, un conto il tempo che impieghi per percorrerli, normalmente non è proporzionato.

Tutti ci indicano una strada diversa, perché tutti ci vogliono far passare dal Kosovo. Nulla in contrario, anche se il nome mi ricorda un po’ di “pericolo” ma preferisco fidarmi del mio “viamichelin” che non mi fa passare dal Kosovo e poi 100 kms in più in moto sono pesanti soprattutto su quelle strade. Conclusione: si segue il vecchio itinerario ed iniziamo ad addentrarci in una strada strettissima e piena di roveti, possibile che porti al confine??!! Vi è un accenno di discordia tra Già che vuole tornare indietro ed aspettare l’indomani mattina per informarsi meglio, ed io che voglio continuare “testarda” sulla strada del mio “viamichelin”.

Si fa un patto: ancora qualche metro e poi se la strada non cambia si torna indietro, io già triste accetto. Fortunatamente iniziano a venirci incontro un paio di macchine con la targa albanese, e poi altre 2, e così di seguito! Quindi si continua sulla stradina di roveti e buche. Alla fine, come per incanto la strada si apre a davanti a noi appare il confine dell’Albania!! Fantastico, non crediamo ai ns. Occhi. A lato uno splendido lago, siamo in un’area protetta con folti alberi, tanta natura, peccato solo che siano le 6 di sera! Il lago si chiama “Liqeni i Shkodres”. Siamo entusiasti! Ci guardiamo ed abbiamo negli occhi la gioia di chi ha vinto un premio alla lotteria! Siamo orgogliosi di noi, ci sembra di essere arrivati in capo al mondo! Siamo in Albania e continuiamo a ripetercelo come per convincerci di un qualcosa che ha dell’incredibile.

Già si fuma la sua sigaretta soddisfatto ed io non ho bisogno di nulla, sono già entusiasta di aver vinto la battaglia per la strada…Il mio “viamichelin” ci ha portati dritti dritti al confine facendo meno kms possibili.

Effettivamente non è uno di quei confini da turista, anche se di turisti non avremo modo di incontrarne da nessuna parte.

Erano tutti albanesi, sia in uscita, con vecchie auto di marche sovietiche, sia in entrata, splendide auto occidentali nuovissime e di grosse cilindrate.

E la storia dei popoli che si ripete, si emigra per sopravvivere e magari tornare vincitori! Per entrare in Albania dobbiamo pagare una tassa di soggiorno di 1 euro a persona, più 5 euro per adeguare l’assicurazione della moto. Lo stesso pagheremo all’uscita, 1 euro a persona al giorno per tutti i giorni di permanenza.

Nei ns. Pensieri era prevista una tappa a Shkroder una cittadina a 30 kms dal confine. Sulla cartina sembrava sufficientemente grande per avere un hotel dove fermarci a dormire. Lungo il percorso fatto di strade veramente approssimative, ovvero buche, pietre, terra e fango, incontriamo di tutto. Le persone sono povere, poverissime, donne coperte da un velo che portano a spasso la loro mucca ben legata ad una corda.

Solo campagna, niente di più, qualche bancarella che vende frutta vicino a sporadici agglomerati di case.

Questa è la zona nord dell’Albania.

Percorriamo i 30 km previsti sempre sullo stesso tipo di strada, pentendoci di non aver aspettato la mattina per passare il confine; avremmo avuto più tempo per fotografare questo paesaggio surreale. Sembra di essere nell’Italia del dopoguerra, almeno per quanto visto nei documentari mandati in onda da Rai3.

Ma il tutto ci affascina. L’adrenalina è alta, soprattutto mano a mano che la giornata volge all’imbrunire e noi iniziamo a vedere sempre meno, anche perché le luci non rientrano ancora nella viabilità albanese! Finalmente arriviamo a Shkroder, è già buio e la città non presenta alcuna segnaletica stradale o indicazioni di hotel. L’unico hotel che ci appare davanti non ci sembra convincente e guardandoci attorno ci sembra di essere nel far west! Così decidiamo di farci forza e coraggio e di proseguire nel cammino e capiamo anche che è assolutamente necessario arrivare a Tirana. Praticamente abbiamo davanti altri 40 kms e se sono come i primi 30… Ci fermano ad un posto di blocco, del resto si saranno chiesti chi potessero essere quei 2 pazzi sulla moto, di notte sulle strade albanesi! Fortunatamente la polizia è simpatica, ci saluta con un grande sorriso e ovviamente in italiano si chiacchera un po’. Difatto nessuno ci chiederà i documenti per tutta la ns. Permanenza in Albania.

Solo dopo scopriremo che nella zona nord vi sono diversi posti di blocco a causa della guerriglia tra clan/famiglie, niente di nuovo direi! Fortunatamente non tutti. Continuando il ns. Percorso, scorgiamo persone sedute ai bordi della strada, in piena campagna ed al buio completo che forse trascorrono in serenità la serata! A noi piglia un colpo per ognuno che incontriamo!! Anche perché li scorgiamo a malappena attraverso la poca luce che una moto riesce a fare.

Finalmente dopo altri 10 kms di off road intravediamo quella che secondo i cartelli stradali sarebbe un’autostrada, per noi una dritta statale e niente più, ma meglio di niente.

Ci fermiamo un attimo per riprenderci dalla strada fino ad’ora percorsa, siamo felici ma allo stesso tempo non spegnamo assolutamente la moto…Non si sa mai! All’improvviso rallenta una macchina, apre lo sportello e ci chiede se va tutto bene. Noi atterriti in un primo momento, sorridiamo e rassicuriamo l’uomo che senza fermarsi richiude lo sportello e va via. Quello sarà solo l’inizio di una lunga fila di persone che incontrandoci ci dimostrerà cordialità, simpatia ed attenzione nei ns. Confronti.

Finalmente dopo altri 30 kms di autostrada arriviamo a Tirana. Ormai è buio profondo anche se sono solo le 22.30, come già visto nella precedente cittadina, anche a Tirana i cartelli si fanno desiderare, e così chiediamo alla polizia se ci indica un hotel dove fermarci per la notte.

Con grosso stupore, i poliziotti hanno delle splendide moto Guzzi, proprio quelle che aveva in dotazione la ns. Polizia fino a qualche anno fa, persino con gli stessi colori! Ci indicano subito un hotel che si rivelerà un posto splendido e super accogliente. E’ un 4 stelle, ma la stanza costa solo 70 euro compresa la colazione e facciamo un’ottima cena a base di pesce alla modica cifra di 25 euro in 2! A mezzanotte, orgogliosi di noi stessi, giriamo a piedi per Tirana… Noi siamo in moto, e la ns. Preoccupazione è ritrovarla il mattino dopo. L’hotel non ha parcheggio, ma ci risponde in un modo che diventerà uno standard in tutta l’Albania: “non c’è problema”. Beh, noi qualche problema lo intravediamo, ma loro ci mettono a disposizione un guardiano per la moto, che starà seduto tutta la notte accanto a lei!! Io non so, se quella persona sia veramente rimasta tutta la notte a prendersi cura della ns. Moto, ma difatto l’indomani mattina la troviamo ancora lì che ci aspetta, piena di terra come lo eravamo noi la sera prima. Il giorno dopo, giro cittadino. La gente è solare, disponibile e ci sentiamo come a casa, del resto tutti parlano italiano e tutti vedono e conoscono i programmi della DeFilippi, Amici, Saranno Famosi, di Kledi, Anbeta e gli altri partecipanti. Tutti vedono Canale5.

Qualcuno parla anche dei famosi sbarchi di clandestini, affermando che dietro ci sono i politici albanesi, altrimenti come potrebbero organizzarli loro, che non hanno un soldo? E questo sembra essere verissimo. L’Albania è un paese povero, molto povero. Lungo il percorso incontriamo i ns. Vecchi pullman di linea, i ns. Vecchi treni…Insomma, una ns. Colonia.

Però tutti, proprio tutti, quando ci incontrano fermi per strada ci chiedono subito se abbiamo bisogno di aiuto, e si mettono a disposizione, offrendoci anche da bere o addirittura da mangiare. Nessuno vuole soldi, anzi è una grave offesa e così finiamo per non poter pagare neanche un caffè! Tutti ci parlano dei loro parenti che risiedono e lavorano nel ns. Paese. Tutti ci conoscono.

Purtroppo il tempo vola, e noi abbiamo un altro obiettivo, quello di arrivare ad Atene, così siamo costretti a riprendere il viaggio.

Il ns. Itinerario prevede di passare dalla Macedonia e scendere ad Atene attraverso il confine delle montagne, e così facciamo.

Arriviamo anche qui di sera. Ma fortunatamente il passaggio in Macedonia, sia entrata che uscita è più semplice, almeno non paghiamo nulla.

Poi siamo in Grecia e qui non ci controllano neanche. Rispunta dopo diversi giorni il simbolo dell’Unione Europea.

Le strade non sono tanto illuminate neanche in Grecia. Alle 22.30 arriviamo a Florina, un posto sconosciuto a tutti.

Il paese è piccolo e vi è una festa patronale in corso, sembra proprio di essere al ns. Sud! Cerchiamo un hotel dove fermarci per la notte, ma ahimè tutto completo! Del resto la festa ha attirato molte persone da fuori. Ci fermiamo in un bar a mangiare qualcosa e a gesti ci facciamo capire dalla proprietaria, in quanto qui l’Italiano non è proprio di casa. Lei gentilissima fa un giro di telefonate e ci trova un posto in hotel.

A dire il vero, in quel hotel c’eravamo già stati, ma probabilmente non avevamo lo stesso charme della compaesana! Così finiamo dritti a dormire, è stata un’altra giornata lunga e faticosa.

25 agosto, dopo aver fatto colazione si parte per Volos. Oggi Volos è conosciuta ad una partita disputata dall’Italia durante le Olimpiadi di Atene dello scorso anno. Noi la ricorderemo per aver pagato una banale colazione ben 17 euro in 2!! Visitiamo Skiathos (ecco perché ci fermiamo a Volos) e poi andiamo ad Atene, da dove partiremo con una super nave veloce verso Paros.

Proprio a Paros rischiamo di farci derubare di notte e mentre dormiamo! Un baldo giovane ha tentato di entrare in camera dalla finestra.

Fortuna che ho il sonno leggero…E pensare che arrivavamo dall’Albania!! Appena sbarcati sulle isole, vieni assalito da infiniti venditori di stanze, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per esperienza però posso dire che i prezzi non sono poi così convenienti, almeno a Paros ci è capitato di pagare esattamente quanto la stanza di un hotel, mentre normalmente dovrebbero costare meno, visto che il servizio offerto alla fine non è paragonabile a quello di un hotel.

Un’altra particolarità, non chiedete un caffè o un bicchiere d’acqua al bancone di qualsiasi bar, a meno che non abbiate voglia di litigare con il cameriere. In Gracia si serve qualsiasi cosa al tavolo, anche un semplice bicchiere d’acqua, appunto. Il costo sarà comunque equivalente alla consumazione con servizio, anche se consumato in piedi! Atene è esattamente come tutte le città del Sud, caotica e piena di vicoli stretti e tortuosi dove, soprattutto di sera, si incontrano gruppi di persone che vagano da un locale all’altro, riprendendo un po’ la movida spagnola.

Il cibo è l’unica cosa che non mi manca! In Grecia finisci per mangiare sempre la stessa carne, anche perché il resto è carissimo, compresa la colazione! Il ns. Viaggio volge al termine e così prenotiamo la nave di ritorno in un’agenzia di Atene.

L’agenzia è bellissima ed in pieno centro, peccato che il personale ci riserva una spiacevole sorpresa.

Il problema inizia quando dobbiamo decidere l’orario di partenza, sulla data non vi sono dubbi, avendo a disposizione solo 17 giorni dobbiamo obbligatoriamente partire il 1 settembre.

La nave impiega ben 20 ore per arrivare ad Ancona, partendo da Patrasso. Così in agenzia si apre una discussione sulla nave da prendere.

Vi sono 3 navi al giorno, la prima parte alle 17.30 e l’ultima alle 20.00.

Già pensa che la prima sia quella giusta, in quanto arriva nel primo pomeriggio ad Ancona e noi possiamo fare con tranquillità gli ultimi 650 kms che ci separano da casa.

A me la Anek Line non piace e quindi preferirei prendere quella delle 20.00 la Superfast che è una delle più belle navi e soprattutto veloce.

L’impiegato dell’agenzia capisce che se vuole venderci i biglietti deve accontentare entrambi, così mentre assicura me sulla qualità della nave e del servizio, assicura Già sulla disponibilità dei posti e sulla velocità della nave. Alla fine facciamo i biglietti.

Il giorno della partenza, scopriamo che l’unico ad avere il posto assicurato è proprio Ringhio (così nel frattempo abbiamo chiamato la ns. Moto), noi niente! Dobbiamo accomodarci sul ponte, o meglio su 2 poltrone occupate nel corridoio della nave, e mai lasciate pena la perdita del posto. L’aria condizionata a palla per tutta la notte sarà una dei ns. Compagni di viaggio! Fuori la gente inizia ad “arredare” e a rendere accogliente tutti gli angoli riparati della nave, loro sanno per esperienza come proseguirà il viaggio. Il più bello arriva a Igoumenitsa. Di sicuro c’è solo la fermata che dovrebbe essere limitata al carico delle persone che tornano in Italia ed invece…La nave inizia a riempirsi in maniera spropositata, ad aspettarci nella banchina d’attracco migliaia di persone e macchine! La prima ora trascorre senza destare preoccupazioni anche perché era immaginabile che ci volesse tanto tempo visto la coda sulla banchina.

Il problema è che dopo un’ora non siamo ancora partiti e purtroppo ci vorrà molto di più! Nel frattempo le navi previste ad orari successivi arrivano, caricano e se ne vanno…Noi sempre lì! Purtroppo, anche la nave delle 20.00, ultima prevista, arriva e se ne va…Sono le 24.00 e noi siamo ancora attraccati a quella cavolo di banchina. Il vero problema, di cui si sparge la voce poco dopo, è legato alla vendita di un numero di biglietti superiore alla disponibilità della nave, ed il grosso problema è che i biglietti non si riferiscono tanto alle persone bensì alle auto, camion e addirittura un pullman gran turismo che non intendono cedere alla possibilità di non partire affatto! Così scoppiano le liti, si arriva ad una lotta tra i marinai ed i turisti beffati, deve intervenire la polizia e tutto questo comporta un fatidico ritardo di ben 3 ore che la nave ahimè non recupererà mai! Anzi, a notte fonda, quando si riesce a partire, il sovrappeso della nave le impedirà di andare veloce ed eventualmente di recuperare qualcosa.

Unica nota positiva, la conoscenza di una coppia del Bangladesh, lui uno dei caschi blu in servizio in Bosnia e che ha promesso alla moglie un viaggio in Italia, quello che appunto si accingevano a fare, lei un insegnante. Si riveleranno molto simpatici tanto che ci invitano a fare una vacanza in Bangladesh, ma ad oggi di loro ci è rimasta soltanto una foto. L’indomani arriviamo ad Ancora con tutto il ritardo con il quale siamo partiti, e lì, già attraccate, troviamo tutte le navi che sono partite dopo di noi da Patrasso, ma in orario da Igoumenitsa. Belle e pulite pronte per il nuovo viaggio verso casa, a noi non resta che prendere l’autostrada verso Torino e caso vuole buchiamo proprio vicino ad Alessandria.

E’ tardi, buio e purtroppo la mancanza di luce non ci aiuta a riparare il copertone, che comunque riusciamo a fare grazie al fast, anche se con grosse difficoltà. In dotazione abbiamo solo una piccola torcia e purtroppo nessuno si ferma per offrirci un aiuto, anche solo le luci della propria auto…Giusto, dimenticavo, siamo in Italia e qui fermarsi è pericolosissimo, non siamo certo in Albania! E’ lei la regina delle ns. Vacanze 2003.



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