Sofia… low cost
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Dopo una prima capatina in centro siamo costretti a tornare in albergo a prendere la batteria della macchina fotografica, rimasta dentro lo zaino, a sua volta lasciato in camera. A questo punto siamo pronti per visitare la città. Saliamo in metro alla stazione Konstantin Velichkov, per scendere un paio di fermate dopo. La metropolitana di Sofia è composta da una sola linea (anche se altre due sono in fase di progettazione) ed è mezza vuota: probabilmente il fatto che ancora non serva tutto il territorio cittadino fa sì che i cittadini locali prediligano ancora altri mezzi di locomozione. Certo che prendere diverse volte la metropolitana e trovare sempre posto a sedere è il massimo, quando ci si trova all’estero! Si può dire che a Sofia le attrazioni turistiche siano concentrate tutte attorno al viale Tsar Osvoboditel: iniziamo le nostre visite dal Monumento all’Armata Rossa, imponente e suddiviso in tre gruppi scultorei. A pochi passi di distanza, lungo un’area pedonale pavimentata con mattoni di color giallo ocra, c’è la cattedrale Alexandar Nevski, costruita per commemorare la vittoria russa sui turchi del 1878, che portò alla liberazione della Bulgaria dall’impero ottomano. Questa chiesa è il simbolo della città, e senza dubbio l’edificio più famoso di tutta la Bulgaria: di stile neo-bizantino, la grande cattedrale sembra rappresentare un ponte tra l’occidente e l’oriente. L’interno è splendidamente decorato, e vale la pena soffermarvisi un po’. Usciti, ci dirigiamo verso la cripta, che ospita una nutrita collezione di icone sacre. Dopo un breve excursus al piccolo mercatino delle pulci situato nei pressi della cattedrale, ci dirigiamo verso la più piccola Chiesa di Santa Sofia (proprio da questa santa, per inciso, deriva il nome della città) per poi entrare nella piccolissima e graziosa chiesa di San Nicola, di culto russo. Procedendo per la via principale, ci imbattiamo in edifici decisamente più austeri, sedi di istituzioni politiche o di musei. Molto affascinante è anche la piccola Chiesa di San Giorgio: si tratta di un edificio a pianta circolare di epoca paleocristiana, sopravvissuto alle minacce dei secoli e che ancor oggi fa bella mostra di sé, tra gli edifici moderni da cui è attorniato. A fianco della chiesetta trovano posto anche delle rovine di epoca romana. Per il resto della giornata, non ci dilunghiamo in altre visite, e preferiamo sederci a bere e mangiare qualcosa in tutta tranquillità. Le vacanze, oltretutto, devono essere anche rilassanti!
secondo giorno
Per il secondo giorno a Sofia avevamo inizialmente progettato di recarci sul monte Vitosha, situato alle porte della città, per una breve escursione al fresco. Ci troviamo però costretti a recedere dall’idea dopo avere constatato che, per arrivarci, dovremmo cambiare tre mezzi pubblici: non che la cosa non sia fattibile, ma ci volerebbe tutta la giornata. Ci dirigiamo allora verso il centro, perdendoci tra le eleganti vie del distretto di Serdika. Appena fuori dalle arterie principali, però, tutto appare meno curato e riaffiorano qui e là oggetti e locali sopravvissuti al passato. In questa zona hanno sede la sinagoga cittadina, che vediamo solo dall’esterno, e la locale moschea, nella quale invece entriamo e che si rivela affascinante, pur nelle sue ridotte dimensioni. A completare il quadro delle grandi religioni monoteistiche manca solo il cristianesimo, ben rappresentato dalla piccolissima chiesa di San Petka, un edificio medievale nascosto da palazzi moderni in cui ci imbattiamo per puro caso. Il luogo è tranquillo, e noi ce le godiamo seduti comodamente al tavolo all’aperto di un ristorante sorseggiando un’ottima birra locale Zagorka. E’ ormai giunta sera quando facciamo ritorno in albergo, per l’ultima notte in Bulgaria.
terzo giorno
Il terzo e ultimo giorno a Sofia è anche quello della partenza. Avendo l’aereo a metà pomeriggio (almeno così pensiamo) restiamo in camera fino all’ora prevista per il check out e, dopo mangiato, decidiamo di trascorrere un paio di ore al Borisova Gradina (Giardino di Boris), un grande parco dove sorge lo stadio del Levski Sofia, una costruzione imponente il cui esterno ricorda molto di più un teatro piuttosto che un tempio del pallone. Ci addentriamo nel parco e finiamo per mescolarci ai tanti bulgari che, seduti ai tavolini di qualche bar, si godono la vista di un laghetto immerso nel verde. Quando giunge l’ora di dirigerci in aeroporto, optiamo per un autobus di linea la cui fermata è a due passi: arrivati a destinazione, ci accorgiamo che l’aereo partirà con un ritardo di circa sei ore. Non possiamo farci niente e cerchiamo quindi di ingannare il tempo, tra un cruciverba, qualche capatina al bar e un paio di chiacchiere con altri passeggeri nella nostra stessa situazione. E’ ormai notte inoltrata quando finalmente riusciamo a partire, ma visti i 26 euro a testa spesi, non possiamo certo lamentarci troppo.