Slovenia all around di e un po’ di Croazia
I miei compagni di viaggio: Paolo, Mario, Rosa e il suo cane Loona, un simpatico incrocio tra un volpino e qualcos’altro.
Partiamo da Bologna il 31 luglio con una Megane station wagon presa a noleggio. La radio profetizza bollini rossi e neri ma noi siamo fortunati e giungiamo al confine senza problemi. La nostra prima meta (Radovljica) si trova nei pressi di Bled e decidiamo di giungervi da Tarvisio, passando anche attraverso l’Austria. Naturalmente siamo stati edotti sulla famosa “vignetta” da acquistare per viaggiare sulle strade slovene: andremo a spasso per circa 12 giorni per cui prendiamo quella che ci copre un mese, a 30 euro.
Quando arriviamo al nostro b&b (hotel Jansa) è ancora pomeriggio per cui dopo aver sistemato i bagagli e bevuto un aperitivo di benvenuto fatto in casa offertoci dal nostro simpatico gestore Joseph (che per accertarsi che abbiamo inteso le sue indicazioni in un esperanto fatto di inglese, tedesco e italiano ci chiede sempre: “Capiscio?”), partiamo alla volta di Bled. Facciamo il giro a piedi del lago (ci vogliono 2 o 3 ore a seconda di quanto ci si ferma), ne apprezziamo la quiete, la luce sull’acqua che cambia all’approssimarsi del tramonto, la stazza del castello che ci sovrasta e il fatto che non ci sia tantissima gente. Più volte constateremo che quelli definiti sulle guide come Posti Turistici, non hanno tuttavia presenze tali da condizionarci o da farci perdere tempi eccessivi in code. Meglio così.
Rientriamo in serata e, grazie alle indicazioni di Joseph, andiamo a cenare presso un ristorante di Radovljica. Il paesino ci fa una bella impressione e sicuramente ci ritorneremo con la luce.
A Radovljica ci fermeremo 4 notti (a 18 euro a testa a notte senza colazione) e sarà strategica per visitare tutto quello che c’è in questo nord-ovest. Il giorno dopo abbiamo in programma un altro lago, quello di Bohinj. Il tempo però oggi non ci accompagna e sulla strada per il lago ci coglie un acquazzone molto violento. “Sarà passeggero?”, ci chiediamo. Mentre attendiamo che smetta in un bar ai bordi del lago, dopo un paio d’ore una risposta si fa strada nelle nostre teste. E la risposta è: “no, non è passeggero!”. Salta quindi la passeggiata lungo il lago e, tuttavia speranzosi, ci rimettiamo in macchina per raggiungere le cascate di Savica. Vestiti in modo più o meno adeguato per la pioggia cominciamo la scalata in un percorso non molto impegnativo che dopo mezz’ora circa ci porta alla meta. Per fortuna la pioggia ci da un po’ di tregua per cui al ritorno riusciamo a fare una breve passeggiata sulle rive del lago e a visitare una chiesetta del ‘400 molto carina a Ribcev. Strani gli affreschi interni, gli angeli sembrano vampiri. All’esterno un affresco di San Cristoforo: leggenda vuole che i viandanti che avessero visto l’affresco avrebbero avuto la certezza che non sarebbero morti quel giorno. Mettere la foto sul desktop?
Si torna a casa e mentre Mario, Rosa & Loona si riposano, io e Paolo facciamo un mini tour per i paesi vicini più interessanti. Anche perché oggi, 1 agosto, è il mio compleanno e voglio mangiare qualcosa di speciale. Facciamo un salto a Škofja Loka, della quale apprezziamo la piazza e i palazzi del centro, oltre che la vista dal castello per poi procedere alla volta di Kranij. Gironzolando per le strade di questa cittadina non facciamo caso all’orario limite per mangiare qualcosa. I tentativi presso i ristoranti ricevono una sola risposta: “la cucina è chiusa”. La cena speciale per il mio compleanno consisterà in un tristissimo panino al formaggio presso un venditore ambulante vicino al parcheggio della nostra auto. Auguri.
Il 2 agosto il sole ci bacia in fronte. Dopo una breve visita a Radovljica e al suo museo dell’apicoltura (…adesso sappiamo tutto sulle api), partiamo per la gola di Vintgar, che si percorre attraverso una passerella in legno che segue il torrente e lo attraversa più volte. Il frastuono dell’acqua è notevole e la gola si stringe molto in alcuni punti. Le foto si sprecano.
Decidiamo di ritornare per la stessa strada (esiste un percorso alternativo più lungo) e poiché la giornata è ancora lunga partiamo per le montagne, direzione Kranjska Gora e il passo di Vršce. Superata la nota stazione sciistica (che comunque non merita granché) ci fermiamo presso un laghetto a prendere il sole. I tentativi di fare un bagno vengono smorzati dalla temperatura glaciale dell’acqua. Il paesaggio montano è davvero rilassante oltre che maestoso. Oltre che faticoso… Superato il passo siamo ormai sulla strada per Kobarid, alias Caporetto. Vi giungiamo verso le 18.30 e poiché il museo chiude alle 19 abbiamo una mezz’ora per schiarirci le idee su quanto accaduto da queste parti durante la prima guerra mondiale. Il signore della biglietteria ci tranquillizza: terrà aperto il museo il tempo necessario per la nostra visita e per la visione del filmato. Di fronte alla nostra titubanza quando ci dice che il biglietto costa 5 euro ci fa: “va bene, vi faccio il prezzo per i pensionati!”. All’uscita è già tardino e rifare tutte quelle curve non è proprio il massimo: quindi la strada migliore passa…per l’Italia. Puntiamo quindi a Tarvisio dove approfittiamo per fare bancomat senza sorprese, per qualche chiamata senza il dubbio di addebito di costi stratosferici e, naturalmente, per farci una pizza. È notte fonda quando rientriamo a casa. Zzzzzzzzz.
Oggi è il 3 agosto e la nostra tabella di marcia prevede Lubiana. Per fortuna le distanze non sono proibitive e in un’oretta siamo già a destino. Giriamo un po’ per il centro e lungo le rive della Ljubljanika. Visitiamo anche il castello che, a parte la veduta sulla città, non ci dice granché. Nel pomeriggio incontriamo Krisztina, una mia amica che vive lì e con la quale visitiamo il parco di Tivoli, il giardino più importante della città. In serata Kris ci porta nella trattoria più antica di Lubiana (della quale ho naturalmente dimenticato il nome): prezzo bassissimo e ottima qualità. Lubiana avrebbe diversi musei e gallerie da visitare ma abbiamo fatto la scelta di restar qui solo un giorno, quindi…la prossima volta.
Il giorno dopo. Cielo un po’ coperto, incrociamo le dita. Salutiamo Joseph e dopo abbondante colazione presso una Pekarna (uno dei pochi termini sloveni imparati in questi giorni grazie all’associazione delle parole Ape e Carne) ovvero di una panetteria, tutti in macchina alla volta di Kropa, un bel paesello noto per la sua attività di forgiatura del ferro, della quale ci sono ampie testimonianze: una fucina ancora attiva, un museo ma, soprattutto, le diverse opere in ferro battuto che abbelliscono le casette del centro storico. A metà giornata siamo sulla strada per Kamnik (breve sosta) e, più precisamente, per l’altopiano di Velika Planina. Ci arriviamo attraverso una cabinovia in prossimità di Kamniška Bistrica. Arrivati ad una prima stazione dove quel pozzo senza fondo di Mario si rifocilla con insaccati e formaggi, prendiamo una seggiovia che ci porta sopra 1.600 metri in un posto fuori dal mondo, con delle casette stile hobbit, tra pascoli di un verde brillante e con le mucche libere di andare un po’ ovunque. Pace assoluta.
La visita si svolge attraverso diversi sentieri. Ma non possiamo allontanarci più di tanto. Dobbiamo arrivare a Ptuj, ad est, e sarà bene tornare indietro. Arrivati alla stazione della seggiovia constatiamo la curiosa assenza dell’uomo che la aziona che, tra l’altro, abbiamo incrociato per strada con la sua moto. Ipotesi: sarà andato a comprare le sigarette. Mentre sommiamo a questa altre possibilità, Paolo legge un cartello e poi formula il seguente quesito: “ragazzi, per caso oggi è Thursday?”. Ahimè, sì: quel giorno la seggiovia chiude prima. Non solo ma abbiamo 34 minuti esatti per raggiungere la cabinovia che alle 18 farà l’ultima corsa. Ci guardiamo per un attimo negli occhi e in quel momento comincia a piovere. Superata la voglia di mettersi a piangere ci facciamo coraggio e cominciamo a scendere per un sentiero ripido seguendo i piloni d’acciaio. Se non becchiamo la “coincidenza”, raggiungere la macchina significherà altre 3 ore di cammino al buio (e sotto la pioggia). Mentre camminiamo sull’erba bagnata e su terreni franosi mi tornano in mente le scene iniziali del Rocky Horror Picture Show. Con delle facce stravolte arriviamo alla cabinovia un minuto esatto prima della partenza. Qui incontriamo anche l’omino della moto, col quale abbiamo una breve discussione tra l’irritazione (la nostra) e il divertimento (il suo) sulla necessità di comunicarci o meno gli orari di ritorno. Vabbè..
Sulla strada per Ptuj la pioggia, che non ci abbandona un attimo, in prossimità dell’arrivo, si placa regalandoci un bel tramonto. Il nostro albergo (hotel Botra – 24,50 euro a notte colazione inclusa), senza oneri ed onori, è un po’ fuori mano e quando arriviamo (dopo le 21.30) non servono più da mangiare. Divideremo avidamente per 4 un pacco di grissini, per fortuna accompagnandoli con della birra (che, per fortuna, servono fino alle 22).
È il 5 agosto quando cominciamo il cosiddetto “sentiero del vino” che comincia da Ormož e arriva a Ljutomer, passando attraverso colline di vigneti a schiera che incantano la vista sotto un sole caldo. Ci fermiamo presso un paio di cantine dove è possibile un assaggio dei vini (soprattutto bianchi) e delle grappe che producono in questa zona. In una quiete assoluta sostiamo in una di queste case rurali a fare uno spuntino, a bere e a prendere il sole. Per fortuna la polizia ha pensato bene di fermarci questa mattina PRIMA del tour alcolico, appioppandoci una multa da 60 euro… (“verrebbe 120 euro ma vi facciamo lo sconto”…forse quello per i pensionati, chissà…). Abbandonati i vigneti, nel pomeriggio visitiamo quella che passa per la città più antica della Slovenia, ossia Ptuj, che è davvero un gioiellino incastonato tra fiume e collina.
Poiché non vogliamo farci mancare niente troviamo il tempo per fare una visita anche a Maribor. Niente di eccezionale. È ora di cena e dopo vario peregrinare ci fermiamo in una pizzeria: gli altri 3 prendono una pizza che, credo, stiano ancora cercando di digerire mentre io un maxi bastoncino findus. Maribor bocciata!
6 agosto, oggi si va all’estero. La meta è Zagabria: è relativamente vicina e poi ci aspetta la mia amica Zvjezdana che ci sottoporrà ad un tour de force per visitare tutta la capitale croata in mezza giornata. Il meteo ci è amico così ci godiamo le piazze e i giardini fermandoci di quando in quando per bere qualcosa nella miriade di locali che si susseguono ininterrottamente. In serata baci e abbracci e partenza per un posto sperduto sulla collina croata (Ribnik), al confine con la Slovenia. Il posto (Srakovcic Heart of Nature Rural Retreat – 36 euro a notte colazione inclusa) è semplicemente favoloso, lontano dalla civiltà in una posizione da cui si gode la valle sottostante. Gli alloggi sono ricavati da vecchie strutture rurali ed hanno tutti i confort. Inoltre la cucina è davvero notevole e cenare all’aperto sotto il gazebo sarà un ricordo indelebile (soprattutto quello dell’anatra arrosto).
Il giorno dopo, mentre la coppia Mario&Rosa si riposa in loco passeggiando nei paraggi per la gioia di Loona che si rotola in ogni dove, gli esploratori Franz e Paolo si addentrano in Croazia, destinazione il parco di Plitvice che, con il suo susseguirsi di laghi e cascate, è il primo posto che incontriamo con un afflusso di turisti importante (forse anche perché oggi è domenica e in Croazia è stato festivo anche il venerdì). Il tour completo dei laghi, tra sentieri e passerelle, cascate, cascatelle e tour in battello ci prende quasi 4 ore (il cartello prevedeva dalle 6 alle 8…ma noi abbiamo le ali ai piedi). Il posto è bello dunque merita. Sicuramente si apprezza di più con meno gente che si ferma ogni due passi per fotografare qualsiasi cosa: la prima parte del percorso è davvero snervante e la tentazione di qualche sgambetto innocente per far finire in acqua fotografi della domenica o bambini particolarmente iperattivi è forte…ops!
Al ritorno ripetiamo l’esperienza del grigliatone di carne e della zuppa di funghi e andiamo a nanna.
8 agosto: ci tocca nuovamente la dogana ma per fortuna questa volta niente coda come all’andata. Superato il confine la nostra prossima meta è Novo Mesto, dove passiamo l’intera mattinata. Prima del prossimo obiettivo, vale a dire le grotte di Postumia, proviamo a fare un tentativo per la visita del monastero di Stična ma ci accorgiamo troppo tardi che oggi, essendo lunedì, è chiuso. Pazienza.
Dunque Postumia. Mario e Paolo decidono di desistere. Io e Rosa prendiamo il trenino che per un bel tratto ci porta nelle viscere della terra. Dopo di che comincia il percorso a piedi. Le grotte sono belle e la sensazione di essere sotto terra circondati da stalattiti e stalagmiti è sempre piacevole. A turno il nostro gruppo di italiani bombarda la guida con le domande più assurde, compresa quella immancabile sul terremoto (…mani che frugano nelle tasche…). Notevole la sala del concerto, dedicata a Mascagni che vi diresse la Cavalleria Rusticana. Facciamo visita anche al famoso proteus, questo animaletto che vive soltanto in questa grotta completamente cieco, che può stare 2 anni senza mangiare e che può campare oltre un secolo… Ma che vita di m…
All’uscita ricomponiamo il gruppo e ci dirigiamo al castello di Predjama del XIII secolo, che si trova a due passi dalle grotte. La cosa più interessante è la posizione della rocca, incastonata in una montagna carsica su più livelli. Pare che il castello sia stato imprendibile. La storia narra del cavaliere Erasmo Lueger vissuto nella seconda metà del XV secolo che litigò con un parente dell’Imperatore e lo uccise. Poi, per sottrarsi alla condanna a morte, si rifugiò nel castello di Predjama. L’imperatore ordinò di catturare Erasmo ma l’assedio dei soldati, che speravano di sfinire il ricercato per fame, fu vano: grazie ad un passaggio segreto attraverso il quale poteva liberamente entrare ed uscire dal castello Erasmo si faceva beffe di loro, gettandogli dall’alto pezzi di carne e frutta fresca. Fu solo con l’aiuto di un servitore infedele che gli assedianti ebbero la meglio: il servo segnalò la posizione di Erasmo mentre era intento alle sue necessità fisiologiche e le pallottole di pietra catapultate dalla vallata sfondarono la finestrina della ridotta e lo colpirono alla testa uccidendolo sul colpo… Ma che fine di m….
Siamo alla fine di questa lunga giornata e i nostri piani ci portano a Lipica, dove abbiamo prenotato un albergo per le ultime tre notti. Ieri però ho ricevuto una mail in cui mi si dice che l’albergo (hotel Lipica) è chiuso per lavori (???!!). Per fortuna si aggiunge che veniamo dirottati presso un altro hotel di categoria maggiore (hotel Maestoso), allo stesso prezzo (25,50 euro colazione inclusa). Beh, poco male allora.
Lipica non è un paese. È una scuderia, probabilmente tra le più antiche del mondo. Per intenderci, i cavalli bianchi che finiscono nei circhi vengono da qui. Alla reception ci chiedono se vogliamo assistere allo spettacolo di cavalli del giorno dopo e alla visita guidata delle scuderie. Mentre ci guardiamo per un rapido sondaggio, la signora ci dice : “considerando che avete tre notti lo spettacolo, che normalmente cosa 18 euro, è gratuito”…. Uff, e dillo subito!!! Cena a Divača poi tutti a nanna mentre per la gente che sia aggira per i numerosi Casino incontrati per la strada la serata sta per cominciare.
Siamo al 9 agosto: prima tappa le grotte di Skocjan o, se volete, di San Canziano. Hanno la caratteristica di essere attraversata da un fiume sotterraneo che, a seconda dei tratti attraversati, conferisce a questa cavità i nomi di “grotta del silenzio” e “grotta del rumore”. Anche qui godiamo di ambienti unici e ci divertiamo a giocare a “quello somiglia a …”. Le allusioni sessuali si sprecano. Dovendo fare due turni per tenere Loona che non può entrare, chi resta fuori può fare un bel sentiero che gira intorno ad un burrone in fondo al quale si vede il fiume che entra nella grotta, e dopo vari punti di osservazione giunge al paesino di Skocjan.
Rientro in albergo appena in tempo per presentarci all’ingresso dello spettacolo di cavalli…un sonno! Sarà che le musiche conciliano, saranno i chilometri macinati in questi giorni, sarà il sole…sta di fatto che vengo continuamente svegliato dagli applausi. Più interessante la visita delle scuderie, dove ci spiegano tutto il lavoro che c’è dietro per mantenere la purezza della razza di questi cavalli e per stabilire quale debba essere il loro destino (riproduzione, spettacoli, vendita, ristorante).
Alla fine del giro equino, raccogliamo le energie residue e facciamo una visita a Štanjel, che sembra popolato solo da bambini. Il castello, le case con i tetti in pietra, i pozzi, le piccole cantine, i fiori…tutto molto bello. Saliamo in cima ai resti di una rocca e godiamo dell’ultimo sole guardando la valle.
In serata, dopo una cena passata a ricordare tutte le battute di una famosa scena del film con Totò e Fabrizi, i Tartassati, in albergo ci riuniamo in camera e ci riguardiamo tutto il film su youtube. Lacrime agli occhi per le risate.
Accidenti, oggi è il nostro ultimo giorno in Slovenia, vediamo di fare almeno un po’ di mare. Tuttavia, la nostra prima sosta è prevista presso la chiesetta romanica della Santa Trinità di Hrastovlje, famosa per la sua fortificazione e per gli affreschi interni, in particolare quelli della cosiddetta danza macabra, con la Morte raffigurata da più scheletri, che porta per mano tutte le categoria sociali verso un’unica meta…
Con questi messaggi pieni di speranza per il futuro ci avviamo verso Koper (Capodistria). Facciamo un giro nel centro storico che è decisamente meglio di quanto mi aspettassi. La nostra destinazione della giornata, però, è Pirano, dove ci concediamo qualche ora in spiaggia. Oddio “spiaggia” non è proprio il termine esatto. Si tratta di un lungomare in cemento, con qualche area verde. Beh, ognuno deve fare con quello che ha. Alcuni di noi fanno il bagno anche se la vicinanza del porto di Trieste e le grandi navi che si vedono in distanza non sono una visione molto confortante.
Il centro di Pirano merita. In particolare – ed è una valutazione che vale per tutta la Slovenia – la gente è sempre molto disponibile, gentile, sorridente senza il sospetto di compiacere…. Tra le piazze, le stradine, le chiese, le mura antiche, il lungomare, tiriamo ormai le somme di questa bella vacanza nel verde e nel relax. Terminiamo la serata attendendo il tramonto sulle saline di Sicciole, ai confini con la Croazia. Domani, dopo appena un chilometro da Lipica, saremo già in Italia.
Ciao ciao Slovenia. Se potete, andateci.