Skyros 2010

Dal traghetto Ancona Patrasso alla tanto sognata isoletta greca, per godersi in agosto una vacanza tranquilla fuori dal turismo di massa, alla ricerca dei sapori che la Grecia riesce a darti.
Scritto da: torregg
skyros 2010
Partenza il: 17/08/2010
Ritorno il: 28/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
La scelta dell’isola è stata frutto di selezione:

– pochi turisti – non più di due ore dalla terraferma – Descrizione Lonely Planet convincente

Ed ecco dal gruppetto di isole papabili emergere Skyros. Il traghetto Ancona Patrasso è l’unica certezza, il resto… da godere.

Patra Kimi : una cavalcata trionfale sulle autostrade greche, l’unica autostrada in cui la corsia di emergenza è in pratica adibita a corsia per agevolare i sorpassi, alla faccia delle pattuglie appostate. Arrivati a Kimi scopriamo con piacere che i traghetti sono puntuali…ora 17.05, abbiamo perso il traghetto per 5 minuti; cogliamo l’occasione per trovare una stanza, è il 10 Agosto e meno di 50 non li toglie nessuno; ci gustiamo un’abbuffata greca alla taverna Mouria, sulla strada principale del paesino, 200 metri s.l.m. I calamari fritti sembrano danzare in bocca tanto sono freschi e saporiti, valeva proprio la pena perdere il traghetto. La sera dopo Skyros ci accoglie a braccia aperte, con tanto di arrivo trionfale alla marcia di…. Che ci accoglie nel porto di Linaria. Le notizie in porto sono poco edificanti: Skyros is full, inglese stentato concetto chiaro. Dopo 4 ore di infiniti tentativi ci arrendiamo. Ore 1: cena con deliziosi polpi alla griglia, da provare, poi macchina parcheggiata di fronte al traghetto, fermo per la notte. Hotel the Stars dicono da queste parti, in pratica dormire in auto. Un fatto imprevisto ci fa conoscere Labros e Vaso, una coppia greca che ha molte cose da condividere e chiedere; loro pure hanno deciso, dato il pienone, di pernottare all’hotel più lussuoso di Skyros, the Stars, un milione di stelle tutto compreso. Mattina sveglia presto e passeggiata nel paese principale dell’isola: Skyros, un’acropoli tutta bianca stile cicladico con deliziose stradine lastricate, un piacere passeggiarvi. Cercando la colazione sull’agoras, la via/vicolo principale troviamo la nostra casetta: scala irta per accedere ad un mono/bilocale con una vista da urlo sui tetti della città e sul mare, uao! L’isola è piena di ateniesi principalmente, un po’ di francesi, qualche italiano e pochi altri, sì siamo proprio pochi sull’isola, sebbene il paese sia un crogiolo animato di sapori e di gente. I giorni di ferie si rincorrono come i nomi delle spiagge: Palamari, Kalamitsa, Acherounes ma la più bella rimane Agios Fokas, un tempo spiaggia dispersa su cui crogiolavano le foche, oggi un piccolo paradiso con annessa taverna, deliziosa ed economica in cui a crogiolarci siamo mia moglie ed io. La taverna è gestita in famiglia: il nonno pesca con la barchettina ed arriva al piccolo approdo alle h 12, la nonna dà le direttive e cucina, oltre a dare un’appeal un po’ country al locale, la figlia ed i nipoti aiutano a servire ed a gestire una griglia da sballo. Uno dei ragazzi sembra una figura mitologica, qui in terra di Achille lui è il Caproriere, figura dal corpo umano e dalla testa di capra, una figura poetica che mi fa ripensare a 3000 anni fa quando i pochi abitanti dell’isola accompagnavano le loro greggi tra le foreste montagne dell’isola mangiando un pezzo di feta ed un tozzo di pane.

Consigli gastronomici? Qui è buono tutto, ad Agios Petros mangiate la Chachika in salsa di limone, commovente. Per il resto … fate un giro in paradiso!



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