Una settimana a Siviglia

Quando a Torino fa freddo e il cielo è grigio una settimana di cielo azzurro e temperature primaverili fa piacere.
Scritto da: Lurens55
una settimana a siviglia
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11/02/22 – 18/02/22

Partecipanti: io e Franca

Prologo

I viaggi a lungo raggio sono ancora sottoposti a molte limitazioni dovute al covid e l’Italia rende le cose ancora più complicate rispetto ad altri paesi europei.

Per viaggiare in Europa le difficoltà sono minori e la Spagna adotta misure covid molto meno restrittive dell’italia.

Di recente Ryanair ha messo dei voli da Torino verso varie destinazioni europee. Vari voli hanno orari abbastanza scomodi. Per Siviglia invece si parte verso le 13 e per il ritorno si parte alle 10. Quindi niente levatacce o arrivi a notte fonda.

Per il volo A/R per 2 persone, ciascuna con zainetto e trolley da cabina, abbiamo speso 175€.

Giorno 1

Lasciata l’auto a Caselle al parking Ceretta (35€) andiamo in aeroporto con la navetta. Un po’ di gente al controllo bagagli c’è. Segno che si ricomincia timidamente a viaggiare.

Il volo parte in orario e arriva a Siviglia con una decina di minuti di ritardo. Dopo l’atterraggio l’aereo vaga per un bel po’ in aeroporto e parcheggia in una zona molto periferica. Si sbarca a piedi e si fa una lunga camminata fino all’aerostazione.

Acquistiamo i biglietti del bus che va in città (4€ a persona) e dopo una mezz’oretta siamo alla fermata Prado de San Sebastian dove scendiamo. C’è un sole caldo e un cielo azzurro bellissimo (a casa era freddo e grigio).

In 10 minuti a piedi siamo all’hotel Casual San Juan Tenorio, ubicato in un edificio di fine ‘800 in pieno centro storico a 300 m. dalla cattedrale (circa 105€ a notte la doppia con colazione). La camera è molto pulita, ma un po’ piccola. Però il bagno è grande con bidet!

Usciamo per un giro orientativo. Belle case decorate. Merenda in un tapas bar a pochi metri dalla Cattedrale.

All’ufficio turistico chiediamo un po’ di informazioni sulle visite ai monumenti principali. Non esiste una forma di abbonamento. Ogni monumento ha un biglietto. La Cattedrale include anche la visita ad un’altra chiesa, mentre l’Alkazar comprende la visita a Casa Fabiola, il museo antiquario e il museo della ceramica.

Chiediamo anche per fare una gita a Cordoba in giornata. Suggerisce il treno AV che ha costi altissimi. In 2 A/R costa 160 € (come il volo). A Cordoba siamo già stati due volte e la Mezquita l’abbiamo visitata entrambe le volte. Quindi soprassediamo.

Giriamo un po’ a casaccio per il centro storico e ci fermiamo in un ristorante che propone la paella per cena. Non male.

Sfiniti in camera.

Giorno 2

La colazione è così così (scarsa sulla parte dolce). Comunque più che sufficiente.  Il cielo oggi è molto velato e la temperatura è scesa.

Con una passeggiata di venti minuti siamo a Plaza de Espagna, complesso realizzato per l’esposizione iberoamericana del 1929. Purtroppo hanno svuotato i canali interni e senz’acqua la piazza è meno bella. Torneremo nei prossimi giorni. Sotto il porticato c’è un gruppo di musicisti con ballerina di flamenco e ci fermiamo un po’ a seguire lo spettacolo ad offerta libera.

Ci inoltriamo poi nell’enorme parco di fronte (giardini di Maria Luisa) dove ci sono alberi di magnolia di dimensioni incredibili.

Ci avviamo poi lungo il fiume Guadalquivir e arriviamo al movimentato barrio Triana dove c’è in grosso mercato coperto. L’idea era quella di mangiare qualche piattino in uno dei tanti ristorantini che ci sono all’interno, ma è l’ora di punta ed è impossibile trovare un tavolino libero nei mille mila tapas bar.

Cerchiamo un tapas bar nella via pedonale, ma anche lì è tutto strapieno. Torniamo in hotel per rinfrescarci un po’ e riposare. Abbiamo già fatto un bel po’ di chilometri a piedi.

Riprese le forze si riparte per Plaza de la Encarnacion per vedere il controverso Metropol Parasol. Una struttura di design contemporaneo che alcuni trovano bella altri no. Come sempre!

Girando per le animate vie della città, verso le 17 troviamo finalmente un tapas bar con un tavolino libero e ci sediamo. Troppo bello! Alle 17 non servono cibo. Prendiamo da bere e visto che vicino c’è un botteghino che vende empanadas ce ne prendiamo due per non bere birra a stomaco vuoto.

Bighelloniamo senza una meta precisa per il centro fermandoci ogni tanto a guardare la facciata decorata di una casa, il portale di una vecchia chiesa, una piazzetta gremita di gente. Visto il problema a trovare un tavolo a pranzo cerchiamo un ristorante prenotabile da internet. Tra quelli che hanno della buone recensioni c’è Donaire Azabache, che si può prenotare con thefork con lo sconto del 30%. La cena è stata buona, ma per far applicare lo sconto è stato necessario discutere. Furbastri! Oggi il contapassi segna 18 km a piedi.

Giorno 3

Alle 10 siamo andati a sentire un pezzo di messa in cattedrale. La liturgia inizia con le lodi cantate nel coro ligneo. Poi il sacerdote officiante passa tra i banchi a benedire i presenti e quindi inizia la messa vera e propria. Essendo in spagnolo si capisce ben poco e quindi dopo un po’ ce ne andiamo.

Facciamo un giro per i vicoli non ancora percorsi e alle 11 andiamo all’hotel America. Un po’ meno centrale (10 minuti a piedi dalla cattedrale), ma con camera più grande, colazione molto elogiata su booking e costo nettamente inferiore (75€ la doppia con colazione).

Il check in è alle 14 e per ingannare il tempo andiamo a visitare il museo delle belle arti nelle vicinanze (gratis per cittadini UE). Davanti a noi alla biglietteria tre inglesi, causa brexit, hanno pagato. Nel museo sono prevalentemente esposti quadri di arte sacra di artisti spagnoli. Ho apprezzato alcuni quadri nella sezione XIX e XX secolo. Tra le opere esposte c’è una scultura della testa mozzata di San Giovanni con i vasi sanguigni che escono dal collo. Abbastanza impressionante.

Facciamo merenda con qualche tapas e birra in un baruccio senza pretese e continuiamo a bighellonare per il centro storico. Ogni vicoletto ha qualcosa di caratteristico. Per cena andiamo a ristorante El paseillo. Nonostante fosse abbastanza affollato (in generale è un buon segno) la cena è stata senza infamia e senza lode.

Giorno 4 – Cattedrale

Alle 10.30 ci mettiamo in coda alla Cattedrale per comperare il biglietto e siamo all’inizio della fila. Alle 10.45 aprono e danno la precedenza ai gruppi accompagnati, così dobbiamo aspettare. Alle 11.15 finalmente abbiamo i biglietti. Biglietto intero 12€, over 65 anni ridotto a 7 €, audioguida 5€. L’audioguida è uno smartphone che ogni tanto si pianta e bisogna farlo ripartire. La cattedrale è imponente e le opere d’arte sono un’infinità. Però sono dentro le cappelle che sono chiuse da colossali inferriate  per cui non si vedono bene soprattutto quelle sulle pareti di fianco. Dopo poco meno di 2 ore abbiamo completato il giro e saliamo in cima alla Giralda. Si sale comodamente perché invece degli scalini ci sono delle rampe. Essendo stata costruita originariamente come minareto, le rampe consentivano al muezzin di salire a dorso di asinello. Dalla cima il panorama a 360 gradi merita. Scendiamo al patio degli aranci e usciamo. La visita completa ha richiesto 2 ore e mezza.

Sosta in un bar per rinfrescarci. Poi alla Chiesa del Divino Salvador (biglietto incluso con quello della Cattedrale). Uno stile barocco esageratamente pesante. Pale d’altare alte fino al soffitto (15 metri?) ricoperte di oro e argento. Statue vestite con tessuti pregiati.

Giorno 5 – Alkazar

Oggi andiamo a visitare l’Alkazar. Biglietto intero13.50€. Over 65 pagano ridotto 7€. Audioguide 6€. Chi ha almeno il 30% di disabilità certificata entra gratis e pure un accompagnatore. Questo straordinario palazzo l’avevo già visitato nel 2004 quando abbiamo fatto in famiglia le vacanze itineranti in Spagna. Sarà l’età che avanza ma non ricordavo assolutamente nulla di ciò che stavo vedendo. E’ stato come fosse la prima volta. Insieme al biglietto, per facilitare la visita, danno una piantina del sito con i pallini numerati delle zone da visitare. Ma non è troppo chiaro. Ad un certo punto non capivo dove fossimo. Ritrovato l’orientamento abbiamo ripreso l’itinerario. Anche per l’Alkazar la visita ha richiesto  circa 2 ore e mezza e siamo usciti un po’ stanchi.

Pranzo light al Bar Catedral (tante tapas buone e economiche). Con il biglietto dell’Alkazar si possono visitare gratuitamente altri 3 siti entro 10 giorni dall’emissione del biglietto. Andremo tra domani e dopodomani. Ce ne andiamo a leggere al sole sulle panchine dei giardini di Maria Luisa di fronte a piazza di Spagna. Poi un po’ di relax in camera per riposare le stanche membra.

Cena di tapas al bar Catedral. Stiamo provando tutto il campionario. Tutto sempre buono. Tonno e guancia di maiale buonissimi.

Giorno 6 – Antiquarium

Prima tappa il museo Antiquarium nel sotterraneo del Metropol Parasol. Lo spazio espositivo di circa 5000 metri quadri ha una zona con resti romani dal I al IV secolo con i mosaici ben conservati. Una seconda zona è relativa all’epoca andalusa della città (secoli XII-XIII), che include i resti di una casa islamica almohade. Visto che il biglietto dell’Alkazar dà diritto all’ingresso gratuito merita fare un giro.

Poi a casa Fabiola (anche questa inclusa nel biglietto dell’Alkazar). Sono esposti quadri e sculture.

Nel tardo pomeriggio siamo tornati a Plaza de Espagna. Oggi hanno rimesso l’acqua nei canali interni e la piazza ha tutto un altro fascino. Anche questo pomeriggio sotto il porticato si suona e si balla il flamenco.

Giorno 7 – archivio delle Indie, museo della ceramica e Guadalquivir

Oggi visita all’archivio delle Indie. L’ingresso è gratuito e all’interno ci sono cartelloni che raccontano dei traffici commerciali degli spagnoli dopo la scoperta dell’America. Dopo andiamo al museo della ceramica (incluso nel biglietto dell’Alkazar) nel barrio di Triana. La collezione permanente raccoglie piastrelle del XV e XVI sec. molto ben conservate.

Pranzo in un tapas bar del mercato coperto (oggi si trova posto).

Poi approfittando della giornata di sole stupendo e temperatura primaverile facciamo una interminabile camminata lungo il Guadalquivir. Stanchi morti torniamo in hotel per rinfrescarci e riposare.

Poi a cena di nuovo al Bar Catedral a mangiare la Paella de Mariscos. Buona, ma niente di speciale. Meglio le tapas.

Giorno 8

Alle 7.30 prendiamo il taxi per l’aeroporto. Ryanair aveva mandato una mail raccomandando di arrivare 2 ore e mezza rima dell’ora di partenza. Pesavamo ci fosse molto affollamento, invece al check in non c’era la minima coda.

Partito in orario. Arrivato in orario. A Siviglia c’era sole caldo e cielo azzurro. A Torino 6 gradi e cielo grigio.

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