Siviglia in primavera

A zonzo per le strade e i vicoli della bella città spagnola
Scritto da: Robert
siviglia in primavera
Partenza il: 24/03/2014
Ritorno il: 28/03/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Per festeggiare l’arrivo della primavera 2014 decidiamo con la mia compagna Corina di trascorrere alcuni giorni a Siviglia, la quarta città della Spagna per popolazione e una delle maggiori mete turistiche.

Lunedì 24/03 – Viaggio e albergo

Attorno alle ore 20,00 partiamo da Ciampino con la solita RyanAir. Il volo con un Boeing 737 è affollatissimo, ma regolare e puntuale. All’arrivo a Siviglia (22,30 circa) la riconsegna del bagaglio è praticamente immediata. Decidiamo di andare in città con un taxi, prezzo fisso di euro 27, al ritorno usufruiremo invece del bus pubblico. Tale bus siglato “EA” effettua varie fermate lungo il Paseo Cristobal Colon e lungo l’Avenida Pelayo fino alla stazione ferroviaria di Santa Justa e quindi diretto per l’aeroporto. Il prezzo del biglietto acquistabile a bordo è di 4 euro a testa e i tempi di percorrenza a seconda del luogo di partenza e del traffico cittadino sono tra i 40 e i 90 minuti. Abbiamo prenotato una stanza con uso cucina presso l’Hotel Resitur vicino Plaza de Cuba. La struttura e gli arredi sono un po’ datati e risentono dell’usura del tempo, ma la pulizia è buona e ottima l’ubicazione. Si trova a 10 minuti di cammino dalla piazza della cattedrale e con negozi e supermercati a portata di mano. Nel complesso ha un buon rapporto qualità/prezzo per chi è interessato a questo tipo di sistemazione.

Martedì 25/03 – Casa de Pilatos, Barrio de Santa Cruz, Plaza de Espagna

Iniziamo il nostro tour della città attraversando il fiume Guadalquivir sul ponte di San Telmo. Da qui si ha una bella vista su uno dei simboli di Siviglia, la Torre de Oro, una fortificazione medioevale costruita dagli arabi nel 1226 per proteggere quello che al tempo era il porto della città. Oggigiorno da questo luogo partono i battelli turistici per la minicrociera sul fiume. Sul lungofiume e nei giardini che incontriamo ai margini del centro storico una rigogliosa vegetazione di palme, aranci, gigantesche magnolie e varie altre piante e fiori regalano un profumo di Africa e ci ricordano che questa è una delle città più meridionali di Europa, sensazione confermata dal cielo azzurro e dal sole che splende. Dopo aver costeggiato il grande complesso neoclassico dell’antica Fabrica de Tabacos, oggi sede dell’Università, ci immergiamo nel Barrio (quartiere) de Santa Cruz, antico ghetto giudaico e sicuramente uno dei più suggestivi e intatti quartieri di Siviglia. Una intricata rete di viuzze e vicoletti, case imbiancate a calce con fiori appesi a tutti i balconi e gli ingressi che si aprono sui classici patios sivigliani abbelliti da maioliche, azulejos e, in qualche caso, fontanelle di acqua. Ogni tanto si aprono delle piazzette su cui domina qualche palazzo o chiesa (spesso ex moschee o sinagoghe) che spiccano sulla linearità del quartiere.

Raggiungiamo la cosiddetta Casa de Pilatos o più propriamente Palazzo Alcalà-Medinaceli, edificio ancora oggi di proprietà privata e in parte ancora usato dalla famiglia dei duchi di Medinaceli, una delle più antiche di Spagna (si pensi che furono tra i finanziatori del primo viaggio di Colombo nel 1492). Il palazzo, eretto nei primi decenni del sedicesimo secolo dopo un pellegrinaggio in Terrasanta dell’allora duca, avrebbe dovuto riproporre la pianta del pretorio di Pilato a Gerusalemme… da qui il nome popolare. All’ingresso un bellissimo portale in marmo, poi un patio con 24 arcate rivestite di azulejos. Varie stanze sono ornate con statue e busti greco-romani, in parte autentici in parte copie rinascimentali. Al piano superiore stanze affrescate e ammobiliate con pezzi d’epoca, argenterie, manoscritti.

Usciti dal palazzo proseguiamo la nostra passeggiata dirigendoci a nord, una visita alla gotica chiesa di San Pedro poi ci troviamo alla Plaza della Incarnacion a contemplare un esempio di architettura moderna il complesso del Parasol chiamato popolarmente “El Fungo” per la sua forma. Si tratta di una struttura che copre la piazza e che costituisce un insieme di centro commerciale punto panoramico ed attrazione turistica. Ci dirigiamo poi verso Calle de los Sierpes una animata via chiusa al traffico con negozi, caffè, luoghi di ritrovo molto frequentata e vivace, a metà via un palazzo tardo medioevale oggi sede del Banco Hispano Americano nei secoli scorsi una prigione in cui, tra gli altri, fu rinchiuso per debiti lo scrittore Cervantes che qui iniziò a scrivere il suo capolavoro “Don Chisciotte della Mancia”. Alla fine di Calle de Sierpes la chiesa del Salvador, un grande edificio barocco nel cui interno nell’altare maggiore c’è un immenso retablo del 1700. Un suggerimento, per entrare nella chiesa si paga un biglietto di 8 euro valido anche per la cattedrale con la differenza che in cattedrale occorre fare una fila di una o due ore, mentre se acquistate il biglietto qui non fate alcuna fila né da una parte né dall’altra. Raggiungiamo la Plaza di San Francisco chiusa tra l’antico palazzo del tribunale e quello dell’Ayuntamento (municipio) con la facciata adornata da busti, statue e decorazioni a rilievi. Più avanti, verso il fiume, si trova l’antico Hospedal de la Caridad, tuttora funzionante. Fu fondato nel diciassettesimo secolo da Don Juan Tenorio, famoso e leggendario libertino che ispirò Mozart nella composizione della sua opera “Don Giovanni”, in cui gli attribuisce la conquista di 1033 donne! Dopo una vita di dissolutezze, in vecchiaia si dedicò ad opere di carità tra cui la maggiore fu appunto la fondazione dell’Ospedale. Finalmente andiamo in quella che è una delle maggiori attrazioni turistiche di Siviglia, la Plaza de Espagna. E’ situata al centro del grande Parco di Maria Luisa. La piazza è stata costruita nel 1929 ed è costituita dagli sfarzosi padiglioni eretti in occasione della mostra ibero-americana disposti a semicerchio. Un canale corre tutto intorno alla piazza attraversato da piccoli ponti. La piazza è contornata da pannelli di ceramica con le allegorie delle 58 provincie della Spagna. La completa assenza di traffico e il verde del parco contribuiscono a fare dell’insieme un colpo d’occhio difficilmente dimenticabile.

Mercoledì 26/03 – Alcazar, Cattedrale, Giralda

Dall’anno 712 fino al 1248 Siviglia fu dominata dagli arabi. Questi cinque secoli abbondanti hanno lasciato impronte decise e indelebili sulla città. L’Alcazar, antica reggia-fortezza, nonché dimora degli emiri di Siviglia, ne è sicuramente la testimonianza più importante. Si tratta di un complesso di più palazzi e di 5 ettari di giardini circondati da mura merlate costruite in mattoni. All’interno sale e saloni con finissime decorazioni mudejar, lo stile misto arabo-cristiano tipico del sud della Spagna. Da segnalare alcuni ambienti: il Patio de Los Doncellas, con doppio ordine di arcate e azulejos policrome; il Salon de Embajiadores, con una grande cupola emisferica a complicati arabeschi; il Patio de los Munecas (delle bambole), cosiddetto per due minuscole e un po’ misteriose testoline femminili che ornano due dei tanti capitelli; il salone di Carlo V in stile gotico e con alle pareti arazzi che celebrano la conquista spagnola di Tunisi. I giardini sono semplicemente stupendi. Sono disposti a terrazze con vasche e fontane, sono curatissimi e offrono una vera oasi di pace e quiete. Uscendo, poco lontano, la Casa Lonja, palazzo rinascimentale che ospita l’Archivio des Indias con manoscritti autografi e documenti dei viaggi e della colonizzazione dell’America.

Siviglia con il suo porto fluviale è stato un importante centro sulla via delle Indie. Qui Colombo sbarcò al termine del suo primo viaggio di scoperta e qui nei decenni successivi arrivarono l’argento, l’oro e le spezie che i conquistadores strappavano al nuovo mondo. Visitiamo infine la grandiosa cattedrale, una delle più estese al mondo. L’edificio sorge sul luogo dove c’era la Grande Moschea, emblema, come tante altre volte, della sopraffazione di una religione sull’altra. La chiesa è in forma gotica con vari portali decorati da sculture e pinnacoli. Sul lato nord-ovest sorge la Giralda, emblema di Siviglia, colossale minareto della moschea eretto nel 1184 e poi trasformato nel campanile della cattedrale. Si può salire fino alla cella campanaria da cui si gode uno splendido panorama della città e della piazza circostante. In cima alla torre si trova una statua in ferro che rappresenta la Fede e che gira al vento, da qui il nome della torre. L’interno della cattedrale è un vero e proprio museo con decine di opere di artisti del calibro di Munoz, Murillo, Cano, Goya, Della Robbia e tanti altri. Alle finestre grandi vetrate multicolori donano preziosi effetti di luce. Nell’altare maggiore un retablo gotico, opera del fiammingo Dancart, è il più grande al mondo. Nelle cappelle tombe, spesso decorate, di vescovi, canonici della cattedrale e nobili. Al centro del pavimento dell’ingresso c’è la tomba di Fernando Colombo, figlio minore di Cristoforo e suo erede. In una cappella del transetto, invece, un feretro grandioso relativamente moderno (1890): contiene i resti di Cristoforo Colombo (anche da morto ha viaggiato molto). Deceduto a Vallalolid, nel nord della Spagna, il suo corpo è stato portato nei Caraibi prima, a Santo Domingo poi, successivamernte a Cuba e, infine, dopo l’indipendenza dell’isola, a Siviglia. Nell’interno della grande chiesa non mancano cancellate in ferro battuto, preziose collezioni di reliquiari e arredi sacri, antichi mobili di sacrestia e un bellissimo coro in legno. Si esce infine dal Patio de los Narajos (degli aranci) cortile dell’antica moschea piantato ad aranci ed ornato al centro di una fontana.

Giovedì 27/03 – Cadice, Triana

Oggi decidiamo di effettuare un’escursione a Cadice. Ci rechiamo di buon mattino nella stazione di Santa Justa e in treno, impiegando poco più di un’ora, raggiungiamo la città portuale che occupa una penisoletta circondata da tre lati dall’Oceano Atlantico. Nel porto, a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria sono ancorate navi da crociera e navi della marina militare spagnola. Arriviamo alla Plaza de Espagna (anche qui!) ornata da un imponente monumento alle Cortes di Cadice che celebra la prima costituzione della nazione. Da qui saliamo sugli imponenti bastioni che corrono lungo tutto il promontorio. E’ una magnifica passeggiata con ampie viste sull’oceano e sulla baia. Ogni tanto si aprono degli slarghi ornati di palme e di una lussureggiante vegetazione semitropicale. Il castello di Santa Catalina è in ristrutturazione e non visitabile. Il Cabo Cronico è una scogliera pedonalizzata che si protende in mare per più di un chilometro con all’estremità il castello di San Sebastian, un’imponente opera difensiva del porto di Cadice. Proseguendo il giro più a sud ci sono ampie spiagge di sabbia dove, approfittando del bel sole e dei 25 gradi di temperatura, è rilassante stendersi a riposare. Nel centro storico caratteristiche stradine si dipartono a raggera con diversi ristorantini, naturalmente il pesce prevale sui menù, e punti di ritrovo. Con il treno rientriamo a Siviglia e nel tempo rimasto ci aggiriamo per il Barrio de Triana, un quartiere popolare al di là del Guadalquivir. Al centro sorge la gotica chiesa di Santa Ana che merita una visita. Ci imbattiamo anche in due bande musicali che stanno eseguendo le prove per la famosa processione della settimana santa.

Venerdì 28/03 – Castello di San George, Mercato di Triana

Mancano poche ore alla partenza, camminando sul lungofiume Cristobal Colon raggiungiamo la Plaza de Toros arena per le corride, purtroppo ancora in uso a Siviglia. Attraversiamo l’antico Ponte de Triana per arrivare al Castello San George, poche rovine sparse, un tempo terribile sede dell’inquisizione. A fianco l’allegro e colorato mercato di Triana con banchi di frutta, salumi, molto pesce tra cui grandi tonni e pesci spada. Ci rimane negli occhi un’ultima immagine di Siviglia che ci ricorda il calore e la vivacità che sembrano permeare la città accogliente e adatta a tutti i visitatori… buon viaggio se decidete di andare.

Corina & Roberto



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