Siviglia in bicicletta
Era da tanto tempo che sognavamo questa meta, ma non avevamo mai trovato il momento giusto per raggiungerla: infatti volevamo evitare di andarci in piena estate (periodo in cui abbiamo più giorni di ferie) per via delle temperature presumibilmente roventi, e ripiegare sui mesi più freschi; tuttavia durante i ponti in cui noi avevamo ferie (Pasqua, Capodanno, ecc.) i prezzi dei voli salivano inesorabilmente.
Ma questi giorni di ferie capitati fortuitamente subito dopo il ponte dei Santi ci hanno risolto il problema. E’ vero che 4 giorni sono pochi per visitare tutta l’Andalusia (Siviglia, Granada, Cordoba, Gibilterra, Cadice, Malaga…), ma sono bastati per vedere bene Siviglia e Cordoba: le altre mete sono rimandate ad un viaggio successivo.
COSTI: Abbiamo prenotato i voli su internet a metà Settembre spendendo veramente poco: volo Ryanair Pisa – Siviglia e ritorno per 2 persone 98 euro (tasse incluse).
Il volo di andata partiva alle 6.45 del mattino: non ci sono treni che arrivano in tempo utile alla stazione di Pisa Aereoporto, così siamo andati in macchina usufruendo del Parcheggio Chericoni, che costa meno di quello “ufficiale” dell’aereoporto, ma è ugualmente comodo. Infatti, anche se dista circa 600 metri dall’aeroporto ti fornisce un servizio di navetta gratuita sia all’andata che al ritorno. Per 4 giorni e mezzo di parcheggio abbiamo speso 35 euro.
Anche l’albergo l’abbiamo prenotato su internet (tramite il sito “Hotelopia”): Hotel Convento La Gloria, 3 stelle, in pieno centro (Calle Argote de Molina, a 2 passi dalla Cattedrale e dall’Alcazar), molto carino (si tratta di un vecchio convento ristrutturato e trasformato in hotel), pulitissimo e con personale davvero gentile. Il costo è stato di 55 euro a notte per la camera doppia con bagno, colazione (abbondantissima!!!) inclusa.
Per i pasti abbiamo speso circa 10 euro (in 2) per pranzo, mangiando panini o tapas; 30-35 euro (sempre in 2) per 1 cena al ristorante.
Mezzi pubblici: la corsa in autobus dall’aereoporto al centro città costa 2,10 euro; la stessa corsa in taxi costa 20 euro (tariffa fissa). Non abbiamo usufruito di altri mezzi pubblici in città (autobus e metro di superficie), quindi non vi sappiamo dire i loro costi.
La spesa maggiore si è rivelata il biglietto del treno per Cordoba; il costo cambia a seconda della tipogia di treno utilizzato: per esempio il treno che da Siviglia a Cordoba impiega 1 ora e mezzo costa 8,10 euro; quello che impiega 45 minuti costa 14,50 euro; quello che impiega ancora meno costa 29 euro. Trovate orari e costi nel dettaglio sul sito www.Renfe.Es.
Comunque il mezzo più pratico e davvero più economico per girare in città si è rivelata la bici. Infatti Siviglia è letteralmente disseminata di rastrelliere in cui sono parcheggiate biciclette “pubbliche” (il simbolo è “Sevici – Sevilla a tu ritmo”, le bici sono di colore rosso e argento): basta fare un abbonamento alla colonnina che si trova ad ogni parcheggio (l’abbonamento per 7 giorni costa 5 euro, quello annuale 10 euro; occorre la carta di credito, ma non so se va bene anche quella ricaricabile tipo postepay) e questo ti da’ il diritto di prendere quando vuoi, 24 ore al giorno 7 giorni su 7, una delle bici presenti in ogni rastrelliera. Se restituisci la bici entro la prima mezz’ora non paghi niente, l’ora successiva costa 1 euro, quelle ancora successive 2 euro ciascuna; il “segreto” sta nel restituire la bici prima che scadano i 30 minuti e riprenderne subito un’altra; infatti non c’è l’obbligo di restituire la bici alla stessa rastrelliera in cui l’hai presa. La mappa con l’indicazione delle rastrelliere e delle piste ciclabili si trova presso gli uffici del turismo.
Noi abbiamo sfruttato veramente appieno questo servizio perché a costo quasi zero ti dà la possibilità di girare la città in piena libertà: le rastrelliere sono dappertutto e facilissime da trovare, le bici sono circa 2.500 in tutta la città, sono in perfette condizioni, leggere e maneggevoli; il sistema di ritiro e riconsegna è semplice ed efficace; inoltre la città è percorsa ovunque da piste ciclabili. Sono tantissimi anche i Sivigliani che utilizzano questo servizio, che, se il tempo è buono come lo abbiamo trovato noi, costituisce una validissima alternativa ai mezzi pubblici.
Ma procediamo con il racconto del viaggio.
MARTEDI’ 04/11: Partenza da Pisa alle 6.45, arrivo a Siviglia alle 9.10, con qualche minuto in anticipo rispetto al previsto. In Italia abbiamo lasciato vento e pioggia, qui per fortuna splende un sole meraviglioso.
Appena usciti dall’aeroporto troviamo la fermata dell’autobus “Los Amarillos” che ti porta in città; la corsa costa 2,10 euro, il tragitto è di circa ½ ora; gli orari li potete trovare sul sito www.Turismo.Sevilla.Org.
La corsa dell’autobus termina all’incrocio tra Avenida Isabel la Catolica e Avenida de Portugal (dalle parti di Plaza de Espana). Da qui proseguiamo a piedi verso il nostro albergo attraverso i Jardines de Murillo, costeggiando il muro di recinzione dell’Alcazar e passando davanti alla Cattedrale, che decidiamo di visitare subito, una volta lasciati i bagagli in albergo e trangugiato in fretta un panino.
Il biglietto di ingresso alla Cattedrale costa 7,50 euro a persona ed è comprensivo della salita sulla “Giralda”, faticosa, ma imperdibile perché da lassù si gode un panorama unico di tutta la città.
Non mi soffermo sulla descrizione della Cattedrale che potete trovare in qualunque guida turistica, vi dico solo di visitarla assolutamente, anche perché si tratta di una delle chiese cristiane più grandi del mondo (alcuni dicono la terza dopo S. Pietro in Vaticano e St. Paul a Londra). Una curiosità: all’interno della cattedrale si trova l’imponente tomba di Cristoforo Colombo; analisi del dna hanno confermato che le spoglie che vi sono contenute appartengono al navigatore, tuttavia altre analisi svolte su presunti resti di Colombo conservati a Santo Domingo hanno dato lo stesso responso!!! Un consiglio: alla fine della visita godetevi un momento di pausa nel Patio de los Naranjos, davvero caratteristico; si tratta dell’antica entrata alla moschea, dove gli arabi facevano le abluzioni necessarie prima di entrare nel luogo sacro.
Usciti dalla Cattedrale percorriamo Avenida de la Costitution, una delle strade principali del centro di Siviglia, piena di negozi, bar, artisti di strada, fino a Plaza Nueva (dove c’è l’edificio dell’Ajuntamiento, cioè il municipio); qui troviamo una delle tante rastrelliere di “Sevici”: chiediamo all’ufficio del turismo (che si trova lì accanto) come funziona il sistema, facciamo il nostro abbonamento settimanale e via!!! verso il Guadalquivir e la Torre de Oro. Questo è un altro dei simboli di Siviglia, fu eretta dagli arabi nel XIII secolo e faceva parte della cinta muraria della vecchia città; oggi ospita il museo navale, che noi, però –complice la bella giornata e la voglia di stare all’aperto- decidiamo di non visitare. Facciamo un po’ di foto e percorriamo il lungofiume fino al Puente Isabel II. E’ davvero rilassante, il Guadalquivir è costeggiato da palme altissime e da aree verdi in cui molta gente sosta a mangiare, leggere, riposarsi: sono le 2 del pomeriggio ed è l’ora della siesta e noi decidiamo di imitare i Sivigliani.
Dopo qualche minuto di meritato riposo inforchiamo di nuovo le nostre bici e ci dirigiamo nella direzione opposta verso Plaza de Espana e il Parco Maria Luisa, realizzati in occasione dell’Esposizione del 1929.
La Plaza è davvero suggestiva e ci soffermiamo a lungo per visitarla bene, ammirare gli azulejos, i ponti, le scale, ecc.
Di nuovo in bici: giro del Parco, visita di Plaza de America, del teatro Lope de Vega, giro dei padiglioni dell’Esposizione del 1929, passaggio davanti all’Università (antica fabrica de tabacos), poi di nuovo lungofiume fino alla Plaza de toros. Questa arena è la più antica della Spagna ed è davvero bella a vedersi, almeno dall’esterno; tuttavia decidiamo di non visitare un posto in cui la gente si diverte a far soffrire gli animali.
Torniamo in Plaza Nueva e lasciamo le bici; per riposarci sostiamo sulle panchine di Plaza del Trunfo, proprio ai piedi della Cattedrale.
Verso le 19 cominciamo a cercare un posto in cui cenare: per gli spagnoli è presto, loro cenano a partire dalle 21, ma noi siamo stanchi morti (ci siamo alzati alle 4!!!) e non vediamo l’ora di andare a dormire. Purtroppo la fretta e la stanchezza sono cattive consigliere: girando per il Barrio di Santa Cruz ci imbattiamo in uno dei tanti locali che propongono menu a prezzo fisso e decidiamo di entrare. Per la modica cifra di 10 euro a persona promettono gazpacho andaluso, paella e dolce. In realtà il gazpacho si rivela una tazzina di acqua tinta (come si dice in Toscana) senza nessuna sostanza né sapore e la paella un risotto alla milanese con in mezzo un povero totano capitato lì per puro caso. L’unica portata che si salva è la macedonia, ma non basta a saziarci. La stanchezza e il sonno, però, superano la fame e alle 21.30 siamo già a nanna (alla faccia della movida spagnola).
MERCOLEDI’ 05/11: Sveglia alle 8.30 (11 ore di sonno ci hanno rigenerato) e ricca colazione in hotel (la fame della sera prima si è moltiplicata). Con la pancia finalmente piena andiamo all’Alcazar, che apre alle 9.30 (costo del biglietto 7 euro a persona). Consigliamo davvero la visita di questa fortezza araba, poi passata ai re spagnoli (tuttora gli appartamenti del “Cuarto real alto” costituiscono la residenza della famiglia reale a Siviglia): l’alternanza di saloni tappezzati di azulejos e patios pieni di fontane, caratterizzati da archi a ferro di cavallo, è davvero magica. Da non perdere il “Patio de las Doncellas”, il “Patio del Yeso”, il “Patio de las Munecas” e il “Salon de Embajadores”. Assolutamente consigliata anche una passeggiata nei lussureggianti giardini.
La visita del palazzo richiede tutta la mattina, usciamo all’1 passata e andiamo direttamente al “Horno San Buenaventura” in Avenida della Costitution per mangiare qualche tapas per pranzo. Anche oggi splende il sole, così prendiamo nuovamente le “Sevici” e andiamo a Triana, quartiere popolare situato sull’altra sponda del Guadalquivir. Da Calle Betis (lungofiume) si gode un panorama spettacolare sui monumenti di Siviglia e noi ne approfittiamo per scattare un buon numero di foto. Giriamo il quartiere soffermandoci soprattutto sui laboratori artigianali di azulejos e sui negozi di souvenir, che hanno prezzi molto più bassi di quelli del centro città. Dopo una pausa caffè torniamo in centro e facciamo un giro lungo le strade dello shopping: Calle Sierpes, Calle Cuna (piena di negozi di abiti da flamenco e abiti da sposa), Calle Tetuan, Plaza del Salvador, Campana, Plaza Duque de la Victoria.
Decidiamo di andare a cena al ristorante del nostro albergo, la “Meson de Don Raimundo” perché la ragazza della reception ci ha detto che fanno sconti per i loro ospiti. Il locale è molto chic, ci sono un sacco di camerieri che ti scostano la sedia, ti versano l’acqua, ecc.: ci sentiamo un po’ a disagio, sia perché non siamo abituati a queste smancerie, sia perché il nostro abbigliamento (stile sbracato da viaggio) non è proprio in tono con l’ambiente. All’arrivo delle prime portate il disagio, però, scompare: ragazzi, qui si mangia da dio!!! La roba è tanta e buona e il prezzo non è alto: spendiamo 30 euro per un menu di 2 portate, più un piatto di pesce, acqua e caffè. Domani sera si ritorna!!! Facciamo un giretto in centro per smaltire le calorie e verso le 11 andiamo a letto: domattina si va a Cordoba e ci aspetta una levataccia.
GIOVEDI’ 06/11: Sveglia alle 7.30, colazione, prelievo delle bici e corsa verso la stazione di Santa Justa (un po’ lontana dal centro) da dove alle 9.20 prendiamo il treno per Cordoba (prezzo del biglietto 14,50 euro a persona solo andata).
Arriviamo a Cordoba alle 10 e prendiamo subito un bus che ci porta verso il centro storico.
La posizione di questa città deve essere particolare: infatti siamo partiti da Siviglia con il sole, ma qui siamo entrati in una coltre di nebbia che si dissolverà solo dopo le 12, lasciando, per fortuna, di nuovo posto al sole.
Per prima cosa decidiamo di visitare l’Alcazar perché chiude alle 13.30. La visita di questo monumento (biglietto 4 euro a persona) si è rivelata un po’ deludente: ci aspettavamo qualcosa di simile all’Alcazar di Siviglia, ma si tratta di tutt’altra cosa. Infatti del palazzo originario è rimasto poco o niente (l’unica cosa interessante è l’esposizione di alcuni mosaici romani rinvenuti nel centro di Cordoba qualche anno fa) e i giardini sono piccoli e un po’ spogli.
La meta successiva è la Mezquita (biglietto 8 euro a persona), il monumento più importante e interessante di Cordoba, assolutamente da vedere.
Si entra dal Patio de los Naranjos (anche qui: evidentemente era una caratteristica delle moschee), molto grande, dal quale si accede all’interno della chiesa vera e propria. Qui si rimane letteralmente allibiti perché ci si trova circondati da un numero infinito di colonne (più di 850) che danno proprio l’impressione di essere in una foresta; lo sguardo si perde tra gli archi di pietra bianca e rossa che si susseguono nella penombra, fino ad arrivare al Mihrab (il punto principale per la preghiera dei musulmani), che costituisce il capolavoro di questo edificio.
Oggi, però, questa è una cattedrale cattolica: infatti nel XVI secolo, dopo la “reconquista”, Re Carlo I fece distruggere la parte centrale della moschea per crearvi una chiesa cattolica, quella che oggi è la Capilla Mayor.
Facciamo più volte il giro dell’edificio stregati dal suo fascino e scattiamo decine di foto.
Una volta usciti visitiamo la “Juderia”, ovvero il vecchio quartiere ebraico che si stende intorno alla Mezquita e che è costituito da un dedalo di viuzze su cui si affacciano edifici imbiancati a calce pieni di fiori alle finestre e di negozi di souvenir e bar al piano terra. La via più famosa e più suggestiva è “Calleja de las Flores”. Il quartiere è molto carino, ma noi, così come gli altri turisti, veniamo continuamente importunati da “signore” che pretendono di leggerci la mano o che chiedono elemosine e che non si fermano al primo rifiuto: conviene accelerare il passo.
Usciti dalla Juderia ci avviamo verso il fiume e attraversiamo il Ponte romano, godendoci la vista sui resti dei mulini arabi presenti su alcuni isolotti del Guadalquivir. Arriviamo alla Torre de la Calahorra (antica torre di difesa della città, oggi sede di un museo), da cui si ammira un bel panorama della Mezquita, e torniamo indietro, avviandoci verso la stazione per tornare a Siviglia.
Sulla via del ritorno passiamo da Plaza del Potro, Plaza de Corredera, Calle Claudio Marcelo e Plaza de las Tendillas.
Alle 15.40 prendiamo il treno per Siviglia (costo di nuovo 14,50 euro), dove arriviamo alle 16.20.
Fuori dalla stazione prendiamo le bici e torniamo in centro per visitare l’Iglesia de San Pedro e l’Iglesia Santa Catalina, passando per Plaza Alfalfa e curiosando all’interno dei bellissimi patios che danno accesso a case private, ricoperti da coloratissimi azulejos e rinfrescati da fontane e piante in vaso.
All’imbrunire riprendiamo le bici per fare un giro lungofiume alla luce del tramonto: davvero romantico.
Per aspettare l’ora di cena facciamo un giretto in centro per guardare un po’ di vetrine: ci sono un sacco di negozi e le strade brulicano di gente, sembra di essere in un salotto.
Un’altra cosa positiva che abbiamo notato in questa città è senz’altro la pulizia, sia degli edifici che dei locali e delle strade: il centro storico di Siviglia è un dedalo intricatissimo di viuzze e vicoletti che potrebbero diventare (come succede spesso in Italia) ricettacolo di spazzatura; qui, al contrario, non si vede una cartaccia in giro: complimenti.
A cena torniamo nel “nostro” ristorante, dove per 35 euro gustiamo un’ottima paella.
Altro giretto in centro sotto la luna e ritorno in albergo.
VENERDI’ 07/11: Oggi sveglia un po’ più tardi, verso le 9. E’ un’altra giornata serena e tiepida.
Dopo colazione visitiamo un altro dei monumenti di Siviglia dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: l’Archivio de Indias. In pratica si tratta di un edificio del ‘500 creato in origine per ospitare una Borsa dei mercanti, trasformato poi in archivio dell’Impero Spagnolo nelle Americhe (le “Indias”, appunto). L’ingresso è gratuito e all’interno troviamo un’esposizione di antiche carte geografiche e documenti relativi alla scoperta dell’America ed al successivo sviluppo di questi territori.
Una volta usciti ritiriamo in Plaza Nueva le nostre fedeli compagne di viaggio (le bici) e ci dirigiamo verso la Torre de Oro; da qui percorriamo tutto il lungofiume fino al Puente del Alamillo, realizzato (credo) con il Puente de la Barqueta in occasione dell’Esposizione Universale del 1992. Torniamo indietro fino alla Barqueta e da qui andiamo alla Torre de los Perdigones e al quartiere Macarena, dove riconsegnamo le bici.
Gli edifici più interessanti in questo quartiere sono il Parlamento dell’Andalusia, l’Iglesia della Macarena e un tratto piuttosto lungo e ben conservato delle antiche mura che cingevano Siviglia nel XII secolo. Da qui prendiamo Calle de la Feria (la via più importante del quartiere) fino alla Iglesia San Luis e alla Alameda de Hercules, descritta dalla guida come il quartiere più “alternativo” di Siviglia: noi non ce ne siamo accorti, ma forse l’atmosfera cambia con il calar del sole.
Ci ritroviamo alla Campana, dove io faccio un giretto al “Corte Ingles”.
Ormai sono quasi le 2, così andiamo al “Horno San Buenavantura” a prendere un panino per pranzo.
Calmati i morsi della fame, riprendiamo le bici (ormai siamo allenatissimi) per tornare in uno dei posti che ci sono piaciuti di più: Plaza de Espana. Altri giri della piazza e del parco, poi di nuovo lungofiume fino alla Passerela de la Cartuja (dalla quale si gode una vista particolarissima sui ponti Barqueta e Alamillo), che attraversiamo per andare a visitare il monastero che si trova dall’altra parte del fiume e che nell’’800 è stato trasformato in una fabbrica di ceramiche, rimasta aperta fino al 1980. Davvero assurda la mescolanza degli edifici sacri con i forni di cottura della ceramica!!! Ora l’edificio ospita delle mostre temporanee e alcune sedi universitarie.
Torniamo in centro, dove giriamo fino a sera per non perdere neanche un angolino di questa meravigliosa città che domattina dovremo lasciare.
Ultimo edificio visitato: la Casa de Pilatos, residenza privata dei duchi di Medinacelis aperta al pubblico (visita del piano terra 5 euro, anche il primo piano 8 euro). Consigliamo questa visita: la casa sembra un Alcazar in miniatura.
Il dopo cena ci riserva una gradita sorpresa: le strade intorno alla Cattedrale sono percorse da gruppi di studenti universitari di varie città (Siviglia, Valencia, Cordoba) che, vestiti con costumi particolari, cantano e suonano canzoni tipiche spagnole. Davvero un bel saluto a questa città che si è rivelata ancora più bella di quanto ci aspettavamo.
SABATO 08/11: Sveglia presto, colazione veloce, taxi (è troppo tardi per prendere l’autobus) fino all’aeroporto, da dove il nostro volo per Pisa parte puntuale alle 9.50.
Ciao Siviglia, torneremo appena possibile!!!