Siviglia, fascino andaluso

Tre giorni immersi in un'atmosfera intensa e fascinosa in una città dove il clima accogliente, il buon cibo, le belle ed eleganti donne e un'architettura fantastica sapranno conquistarvi
Scritto da: micheledemo
siviglia, fascino andaluso
Partenza il: 06/03/2012
Ritorno il: 09/03/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Finalmente ci ritroviamo a preparare le valige, chiudere la porta dietro di noi e a salire in macchina con un sorriso a 32 denti anche se sono le 2 di notte. Dai, fai presto! Siviglia ci aspetta!

Indice dei contenuti

06/03/12

Il volo Ryanair diretto da Bergamo per Siviglia (costato € 96 a/r per due persone) decolla alle 06.30 circa. In due ore e mezzo atterriamo nell’assolata terra andalusa assaporandone il tepore dopo un inverno genovese decisamente freddo. Qui, alle 09.00 del mattino ci sono già 18 gradi, e pensare che solo 6 ore prima abbiamo dovuto affrontare una nevicata tra Genova e Serravalle! Affamati come non mai corriamo alla ricerca di un bar all’aeroporto. Ci servono (ovviamente a prezzi da aeroporto) due brioches enormi in un piatto con forchetta e coltello… noi ci guardiamo interdetti e da bravi italiani preferiamo impugnare le brioches con un fazzoletto di carta e addentarle al volo… Prima lezione imparata… qui le brioches hanno la glassa o son coperte di miele, quindi come potrete immaginare abbiam mangiato cornetto e carta…. Bando alle ciance, usciamo dall’aeroporto e per una vacanza che voleva essere low cost scartiamo il taxi e prendiamo il bus che era già lì ad aspettarci. Con 2,4 euro a testa arriviamo alla stazione di Santa Justa. Da qui con altri 1,3 euro a testa prendiamo il bus C4 che mooolto lentamente ci porta in Plaza de Armas, a 200 metri dal nostro albergo. Albergo ultra-economico in Calle de la Gravina, prenotato tramite booking.com per soli 106 euro per tre notti. Non ne farò il nome perchè non lo consiglio… giudizio insufficiente, ma comunque sistemazione dignitosa. Dato che siamo arrivati un po’ presto per il check-in non saliamo in camera. Lasciamo solo i bagagli e ci diamo una rinfrescata e via. Prima tappa il vicino Museo di Belle Arti in Plaza del Museo 9 (www.museosdeandalucia.es). Ingresso gratuito, ma non esistono audioguide o materiale informativo in italiano. Viene distribuita solo una piantina con qualche accenno alle opere più prestigiose (in spagnolo). Il museo (un ex convento) merita assolutamente una visita. Oltre alle opere pittoriche e scultoree di gran pregio vanno visti e goduti i meravigliosi patii abbelliti da graziose fontane e curatissimi giardini. Che pace tra i colonnati… l’unico rumore era quello del vento che accarezzava le fronde delle alte palme. Una menzione particolare per una sala che prima ospitava la chiesa del preesistente convento: alzate gli occhi al soffitto e rimarrete a bocca aperta. Per pranzo scegliamo il primo Burger King che ci capita a tiro lungo la strada per l’albergo. Dopodichè ci precipitiamo in stanza per una doccia e per la “spagnolissima” siesta. La siesta ci impegna parecchio… usciamo di stanza al tramonto, giusto in tempo per un giro in battello sul Guadalquivir (€ 16 a testa – www.crucerostorredeloro.com) in partenza dalla Torre dell’Oro. Comunque niente di che… lo sconsiglio, troppo costoso e non si vede nulla che non si possa già ammirare dalle due sponde del fiume. Scesi dal battello ci incamminiamo alla volta del centro storico alla ricerca di un ristorantino dove assaggiare le mitiche tapas! Per tapas si indende un assaggio di piatti. Dal primo al secondo al contorno. E’ un ottimo espediente per spiluccare un po’ di tutto senza spendere una fortuna! Girovagando per i vicoli brulicanti di vita e tenuamente illuminati ci imbattiamo in un ristorante che promette bene in Calle de la Cuna: è il Pando Cuna (www.pandorestaurantes.com/restaurante-pando-cuna.php). Atmosfera romantica ed elegante. Un bellissimo edificio storico, sapientemente arredato, con un patio abbellito da una fontana in stile giapponese. Assaggiamo un sacco di roba deliziosa; non chiedetemi cosa… non ricordo… so solo che era tutto buonissimo! Una menzione speciale la merita la cara e simpatica Nicoletta, la cameriera italiana (fortunati!) del ristorante che ci ha pazientemente spiegato tutto il menu e consigliato tutti i piatti! Data la gradevolissima esperienza culinaria promettiamo di tornare l’indomani sera. Anche il conto è perfetto: 34 euro per 7 tapas, una birra, acqua e due caffè. Più soddisfatti che mai usciamo e gironzoliamo ancora un po’ immersi nella fantastica atmosfera sivigliana notturna. Curiosiamo tra le vetrine (chiuse, ovviamente) di decine di negozi di ventagli e vestiti di ballerine di flamenco (bellissimi), ci mischiamo allo “struscio” serale dei giovani tra le vie e le piazze del caratteristico centro storico. Il clima e l’atmosfera invitano a far due passi, o a bere una birra e far due chiacchiere con gli amici fuori da minuscoli bar.

07/03/12

Colazione da Cafe de Indias in viale Alfonso XII. Stavolta usiamo forchetta e coltello per mangiare le brioches! Ahahah! La giornata di oggi comincia con la visita all’Arena e al Museo Taurino. Nell’attesa dell’apertura del cancello facciamo qualche foto con le statue di vari toreri famosi, fuori sul lungofiume. La visita guidata (lingue: spagnolo e inglese, € 8 a testa) comincia dall’arena per un bel colpo d’occhio, mentre la guida snocciola dati sulla capienza e robe simili sull’arena… Il tempo di qualche foto e poi entriamo nel museo taurino, dove sono conservati tanti cimeli, come costumi di toreri famosi, manifesti d’epoca di stagioni di corride, dipinti del XIX secolo, statue, e addirittura diverse teste impagliate dei tori più valorosi appese alle pareti… Ascoltando la guida apprendiamo come si svolge una corrida ora e come si svolgeva tanti anni fa, che l’arena è di proprietà di una famiglia dell’aristocrazia spagnola, aneddoti di corride, tori e toreri rimasti negli annali, ecc. In passato le corride erano più ben viste perché la carne dei tori e dei cavalli che morivano durante gli spettacoli (e si, anche i cavalli ci andavano di mezzo) veniva distribuita gratuitamente ai poveri. Considerate che in una corrida morivano 6 tori e solitamente una dozzina di cavalli per via delle ferite. Oggi invece la carne viene venduta normalmente. Per fortuna che almeno i cavalli ora indossano una sorta di corazza che li protegge dalle cornate… Nonostante la crudeltà, la corrida rimane uno spettacolo travolgente e unico al mondo. Una chicca della visita è la scoperta della cappelletta dove i toreri vanno a pregare prima della corrida. Terminato questo piccolo tour guidato ci dirigiamo senza perdere tempo alla cattedrale. Va ricordato che la cattedrale di Siviglia è la terza chiesa più grande al mondo dopo la Basilica di San Pietro e la basilica di St. Paul di Londra e comunque la chiesa gotica più grande al mondo. Nata come moschea nel periodo della dominazione araba (i lavori si conclusero nel 1198) venne consacrata come chiesa cattolica nel 1248 una volta sconfitti e cacciati i mori. Nel corso dei secoli subirà varie rivisitazioni, ampliamenti e decorazioni, fino ad arrivare ad essere ciò che è oggi: ovvero una fortunatissima miscellanea di elementi arabi (i due terzi inferiori della Giralda, alcuni portali e il giardino degli aranci), gotici, rinascimentali (es. cappella Reale, corpo superiore della Giralda) e barocchi (parrocchia del Sagrario). La coda all’ingresso scorre veloce, il biglietto costa € 8,5 a testa e l’audioguida in italiano € 3 (e qui mi chiedo come mai ti fan pagare per visitare una chiesa… favorevole a pagare per l’audioguida, ma per l’ingresso a una chiesa… o la fai diventare un museo o niente pedaggio!). Nel prezzo è compreso anche l’ingresso alla Iglesia del Salvador, che noi non abbiamo visitato. Si rimane subito a bocca aperta per l’enormità degli spazi (lunghezza 126 metri, larghezza 83) e l’altezza dei colonnati (37 metri!). Cinque navate, un’infinità di bellissime cappelle, statue, dipinti, affreschi, tumuli sepolcrali di gran fattura (tra cui Ferdinando e Cristoforo Colombo!), un tesoro da far invidia agli sceicchi… (tra cui spicca una corona fantasmagorica con incastonata la seconda perla naturale più grande al mondo… corona che viene fatta indossare alla statua della Madonna durante la processione della Semana Santa). La visita prosegue con la scalata alla torre della Giralda, per fortuna non ci sono scale, ma 34 rampette che facilitano di molto la salita. Dalla cima (96 metri) si gode di un emozionante panorama a 360° sui tetti di Siviglia. Scendiamo e prima di uscire il passaggio è obbligato per il Giardino degli Aranci, una volta spazio riservato ai musulmani per le abluzioni prima delle preghiere. Infatti il giardino è ornato da graziose fontane in stile moresco, e quella centrale, più grande, dà vita al sistema di irrigazione degli alberi: su tutto il pavimento sono scavati solchi che partendo da questa fontana portano l’acqua ad ogni pianta. Attenti a non inciampare! Usciamo dalla cattedrale intorno alle 14. Proprio di fronte all’uscita c’è un negozio che somiglia alle nostre pizzerie al taglio. Decidiamo di sederci al tavolino fuori e consumare un paio di pezzi di pizza e una cerveza fresca. Siamo troppo stanchi e affamati per cercare altro, i piedi chiedono pietà! Appena troviamo il coraggio per farlo, ci alziamo e andiamo in albergo per una rigenerante siesta, ma non disdegnamo lungo la strada di fermarci in una pastilleria d’altri tempi per un bel pasticcino di dimensioni apocalittiche. Dopo il sonnellino pomeridiano ci rechiamo (sempre rigorosamente a piedi) alla zona dei grandi e complessi giardini del Parco di Maria Luisa, concessione dell’omonima principessa che li donò alla città nel 1893. Passiamo anche davanti al famoso Hotel Alfonso XIII (il più lussuoso e bello della città) dove sono state girate alcune scene del film Knight and Day con Tom Cruise e Cameron Diaz, ammiriamo i giardini dell’università, l’ordine e l’eleganza del viale Calle San Fernando e arriviamo finalmente nella meravigliosa e magica Plaza de Espana! Centro dell’esposizione universale del 1929, questa enorme piazza semicircolare ti catapulta in una fiaba. Tutta piastrellata con delicati azulejos, attraversata da sinuosi canali artificiali navigabili con piccole barchette a remi (da noleggiare), impreziosita da una bella fontana centrale e contornata da un immenso e monumentale colonnato. Ponti che ricordano quelli veneziani conducono dalla parte centrale a quella dei colonnati con grandiosi edifici ai lati e al centro. Bellissime poi le panchine piastrellate e decorate a rappresentare ognuna una delle 34 province più importanti di Spagna. Qui le foto si sprecano. Poi passiamo all’esplorazione dell’immenso parco, ma dato che eravamo all’imbrunire non ce lo siamo goduto, e data la stanchezza abbiamo deciso di non girarlo…un gran peccato. Passeggiando sul lungofiume in attesa dell’ora di cena ci godiamo lo spettacolo del sole che si inabissa tra i tetti del quartiere Triana dall’altra parte del Guadalquivir, osserviamo la gente che va in bici, che fa jogging e che fa canoa. Qui lo sport cittadino sembra proprio essere il canottaggio e dovunque in città troverete i parcheggi delle biciclette a noleggio del comune di Siviglia. Non me l’aspettavo, ma tantissima gente le usa e sono tenute benissimo; per non parlare delle onnipresenti piste ciclabili. Proprio come da noi… Ok, sia lo stomaco che l’orologio ci dicono che è ora di cercare il ristorante di ieri. Impresa non semplice… infatti ci perdiamo tra i vicoli, ma non importa, ci godiamo la vita sivigliana. Una cosa che mi rimarrà nel cuore è stato scorgere all’interno di un negozio di vestiti tradizionali per bambine una bimbetta che si provava il suo costume. Era bellissima, sfoggiava un sorriso vanitosissimo e una rosa rossa tra i capelli e sembrava adorare le mille attenzioni delle sarte e della mamma tutte indaffarate intorno a lei… Poi ho scorto anche una donna in un altro negozio simile, che provava il suo abito. Questa volta lo spettacolo era bello, ma diverso: non tenerezza, ma grande fascino. Girando e rigirando ci imbattiamo in un negozio di cioccolato e roba gommosa. Facciamo scorta, non si sa mai.. .Alla commessa poco cordiale domandiamo indicazioni per raggiungere il ristorante. In spagnolo lei cerca di spiegarci e noi capiamo tutto. In effetti qui a Siviglia riusciamo a capire perfettamente l’idioma locale, a differenza di quando siamo stati a Barcellona e Valencia. Sarà perchè si parla il Castigliano invece che il Catalano? Bho! Eccoci finalmente al ristorante al cospetto della nostra ormai amica Nicoletta che anche stasera ci propone piatti fantastici. Stasera prendiamo anche del vino e non esageriamo con le tapas perchè vorremmo concludere la cena con un dolce. Ci fidiamo del consiglio di Nicoletta e ordiniamo una specie di muffin al cioccolato, con all’interno un cuore di cioccolato fuso caldo! oddioooooo. Per smaltire i due miliardi di calorie ingerite gironzoliamo ancora un po’ per i vicoli, divertendoci a girare senza guardare la cartina e scoprendo piazze e stradine caratteristiche, dove bravissimi artisti di strada creano un’atmosfera surreale suonando il flamenco sotto una luna piena indimenticabile. Gli unici altri suoni che si odono sono i passi sull’acciottolato dei vicoli dei passanti. Rendo l’idea? Verso mezzanotte si torna in albergo a dormire, domani è l’ultimo giorno e dobbiamo ancora fare e vedere tante cose!

08/03/12

Ultimo giorno, ahimè! Dopo la ricca e gustosa colazione al Cafe de Indias puntiamo verso il Real Alcazar, o in italiano Castello Reale.(entrata € 8,5 a testa – audioguida € 3,6). Fu edificato, per ordine di Pietro I, nel 1350 circa, tra i palazzi già precedentemente costruiti dai potentati moreschi. Tempo dopo anche altri sovrani ci misero del loro e il risultato è indescrivibile. Come posso raccontarvi le sensazioni che si provano all’interno di questo gioiello di architettura? Vi dirò che sembrava di essere nei palazzi delle fiabe di Mille e una notte… Patii deliziosi con fontane, vasche, piante, fiori e porticati. Stanze piastrellate e decorate con motivi islamici, cancelli e portoni intarsiati, alcove, passaggi e giardini segreti, stanze enormi adorne di enormi arazzi e dove si sono celebrati matrimoni reali… che meraviglia! Per non parlare del parco dove oltre alle belle fontane e ai giardini minuziosamente curati potrete imbattervi in altezzosi pavoni che scorrazzano liberi. Godetevi (se non ci sono troppi turisti) la tranquillità, il silenzio e la frescura di questo angolo di paradiso in centro città. Tra una cosa e l’altra ci abbiamo passato tutta la mattinata. Ora un pranzo veloce e siesta obbligatoria. Il pomeriggio è dedicato all’acquisto di souvenirs, cartoline e cosa più importante i biglietti per lo spettacolo di flamenco! Non potevamo perderlo. Decidiamo di non spendere una fucilata… diffidate dai locali che vi propinano incessantemente gli albergatori. Sono cari e troppo turistici. Noi scegliamo l’Auditorio Alvarez Quintero (in Calle Alvarez Quintero, 48 – www.alvarezquintero.com). Tutte le sere alle ore 21 offre uno spettacolo di un’ora con artisti che variano in base al giorno della settimana. Il prezzo è di € 17 a testa, ma la prenotazione e l’acquisto vanno effettuati prima. Consiglio anche di arrivare prima dell’apertura delle porte delle 20,30 per poter accaparrarsi i posti migliori ed evitare addirittura di stare in piedi, dato che il locale è piccolino. Poi, con una camminata da guinness dei primati, arriviamo al quartiere Triana. Meno turistico rispetto al centro storico, ma ugualmente caratteristico e con un’atmosfera di romantica decadenza. Qui il traffico mi sembra meno intenso rispetto agli altri quartieri di Siviglia che abbiamo visto e il tempo sembra scorrere più lento. Qui i bambini giocano ancora per strada, le signore anziane osservano le strade dai loro balconi fioriti, e i bar invadono le piazzette assonnate con tavolini dove i ragazzi prendono un aperitivo al sole già caldo della primavera andalusa. Tante scuole di flamenco (anzi, si dice che il flamenco sia proprio nato qui), negozi tipici e le solite firme delle multinazionali. Una chicca è la strada intitolata al marinaio che per primo avvistò terra nella storica spedizione di Colombo, originario proprio di Triana. Riattraversiamo il Guadalquivir per cenare (purtroppo non nel nostro caro ristorante) in un Mc Donald. Dobbiamo fare in fretta e intanto risparmiamo. Insalata, patatine, due panini e due Coke per soli € 11,50. Prima di arrivare all’auditorio ci deliziamo un’altra volta percorrendo i vicoli illuminati con lampioni retrò che tingono di giallo l’atmosfera e ci deliziamo davanti una vetrina di un antiquario… una scena assurda… questo vecchietto sommerso da anticaglie, con alle spalle una libreria stracolma di vecchi volumi, che sfogliava con trasporto un catalogo di francobolli, poggiato su una scrivania occupata da mille scartoffie illuminata da una lampada stile liberty… sembrava un film noir! Eccoci nel locale. Lo spettacolo è intenso, travolgente. Il virtuoso chitarrista, la cantante gitana e la bellissima ballerina sono artisti di prim’ordine. Trasmettono tutta la struggente nostalgia e la passione tipiche del flamenco. Non dimenticheremo mai questa esperienza. Non dimenticheremo mai Siviglia!

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