Siviglia con i bambini

[anche al tempo del Green Pass] dal 27/01/22 al 30/01/22
Scritto da: ElviraRabuazzo
siviglia con i bambini

Siviglia Q.B. si và con una bimba a seguito [anche al tempo del Green Pass] dal 27/01/22 al 30/01/22”

Visto che non mi è possibile pensare di restare a casa per il mio compleanno e fortuna vuole che la mia Bimba condivide la stessa passione di viaggiare nonché la stessa settimana del suo compleanno, non mi faccio sfuggire l’occasione della quasi “tregua di Gennaio” post 3° dose “Booster”; complici le buone condizioni meteo, biglietti Low Cost della Ryanair con volo diretto da Catania – Siviglia non ci rinuncio!

D’altronde la Spagna è sempre una bella scoperta, già abbiamo visitato Madrid e Barcellona, ci spostiamo più a sud in Andalusia. Prezzi contenuti: non solo i voli al costo di 170 euro, ma anche il pernottamento all’Holiday Rentals Tempa Museo  [Calle San Vicente, 4, 41002 Sevilla, Spagna con 225 euro, a cui ho aggiunto un’assicurazione in caso di cancellazione per Covid, perché chi viaggia al momento fa i conti con questo, i tamponi, etc.

Oltre alle altre cose, come l’EUPLF e lo Spain Travel Health, fortunatamente tutto era in ordine con il super green pass, che come si vedrà più avanti era necessario ma non sufficiente da solo a tornare in Italia.

Giorno 1

Partenza alle 10:30 da Catania, arrivo a Siviglia alle 13:35. Prenotiamo un Uber, evitando di prendere mezzi pubblici per tutto il viaggio, sia perché la città è abbastanza concentrata per vederla a piedi sia perché anche per gli Uber occorre fornire alcune indicazioni per le restrizioni sanitarie; ad ogni buon conto, la corsa fino al nostro Aparthotel costava circa 17 euro.

La posizione centrale ma non troppo, accanto al Museo de Bellas Artes, permette di raggiungere la maggior parte delle attrazioni a piedi, e consiglio, per chi ha bimbi piccoli, di munirsi di passeggino. Posate le valigie, si pranza passeggiando, non vogliamo perderci un solo minuto, dirigendoci verso la Cattedrale e i luoghi più interessanti nei dintorni, come il Real Alcazar, Santa Cruz e Plaza de España.

Ci fermiamo tra un forno e una pasticceria, e assaggiamo un po’ di tutto: dolci, caffè e Jamon. Cominciamo a fare l’occhio con l’architettura tipica, con la Lonely Planet pocket in tasca, ci facciamo guidare dall’istinto; per certi versi, il centro storico ricorda un po’ le città siciliane e il dominio moresco ha avuto una incidenza non da poco.

Finita la bellissima passeggiata, torniamo a casa per uscire a tapear. Scegliamo la Taberna Coloniales, dove una tapas chiama l’altra, il posto è piccolino ma i proprietari gentilissimi, infatti ci ritorneremo anche per l’ultima cena a Siviglia.

Tra le specialità da provare: Carrillada a la Miel, Huevos de Corral con Cebolletas y Jamón, sono buonissimi. Finito di cenare, si va a nanna!

Giorno 2

Sveglia e colazione in un piccolo Bistrot accanto all’aparthotel, churros e cioccolato e cappuccino da portare a casa.

Visitiamo il Real Alcazar, l’attrazione principale, il sole splende nonostante sia gennaio e rende piacevole la visita all’interno ed all’esterno. Tra pavoni che camminano liberi e l’architettura mudejar che lascia senza fiato, ammiriamo l’interno riconoscibile per chi ama le serie TV. Le mura di questo grande palazzo reale sono state lo scenario della residenza reale a Dorne, dove governa la casata Martell, durante le riprese della 5° stagione di Game of Thrones. Le stanze dell’edificio principale sono state utilizzate durante le scene degli interni. Insomma, riusciamo a vedere tutto trovando una certa calma nel farlo, per cui il mio suggerimento è prendersi del tempo prima di ritornare nel caos cittadino.

Usciamo intorno alle 14.30 e abbiamo una certa fame, per andare a pranzare all’Hard Rock Cafè, tappa immancabile nei nostri soggiorni all’estero. Purtroppo, a causa delle restrizioni sanitarie, dobbiamo rinunciare al solito jumbo combo, ma non al Legendary Burger. Decidiamo di tornare in Plaza de España (che sempre in tema di film, e per i nerd amanti del genere, sapranno che è il Palazzo reale di Naboo, nell’atto dei cloni) dove si esibivano delle ballerine di Flamenco, l’occasione è buona per continuare a farci suggestionare dalla bellezza della città, e tornando in albergo, acquistiamo alcuni souvenir, passando dal quartiere di Santa Cruz.

Piccola nota di stile. Dovete sapere che Elvira, che non è un nome molto diffuso in Italia, è di origine spagnola (così si chiamava anche la moglie del Cid Rodrigo Ruiz). Pronunciato nel giusto luogo, acquista tutto un altro suono. Proprio all’interno del quartiere di Santa Cruz, esiste un piazza (dove si scambiano libri), un albergo e un ristorante chiamati Doña Elvira, pertanto decidiamo di cenare con Tapas lì accanto. In realtà, costringo mio marito e mia figlia a passare dalla piazza che porta il mio nome, e finalmente mi sento come Bart Simpson che dopo aver cercato la targa con il suo nome (Bort-Bert-Burt…) al parco giochi di “Grattachecca e Fichetto” finalmente la trova. Altra cosa che mi è piaciuta è stata la presenza di tantissimi alberi di arancio ovunque.

Giorno 3

Per tornare in Italia in aereo, in attesa del decreto in vigore dal 01/02/22, oltre al Green Pass occorre un tampone antigenico, fatto in clinica, e non in farmacia. Il concierge del nostro hotel-residence, ci prenota all’Hospital St. Isabel (40 euro a tampone), finito il tutto e con i certificati prodotti per l’EUPLF nel check-in per il ritorno di domani, facciamo colazione al bistrot, accanto alla clinica.

Finito con le pratiche, andiamo al mercato di Plaza Mayor, riconoscibile dal Monumento Parasol. Ci attardiamo a comprare pane e Jamon, che decidiamo di consumare davanti alla Giralda, entriamo dentro ma decidiamo di vedere la città all’aperto, pertanto ci dirigiamo lungo il Paseo de Cristobal Colon, per vedere la Torre de Oro e visitare la Plaza De Toros. Lo sport in se è discutibile, ma fa parte di una cultura secolare, comunque non essendo mai passati per una corrida è comunque un’esperienza. Torniamo verso il Parco di Maria Luisa, così mia figlia può fare qualche gioco all’aperto, e finiamo con una serata tranquilla mangiando dai Coloniales, passando da una processione e dal Museo delle Belle Arti aperto fino a tardi e gratuito per i genitori che accompagnano i bambini. Il punto è che, anche senza uno schema preciso, abbiamo apprezzato in così poco tempo, una città che si lascia scoprire. Torniamo in appartamento e prepariamo le valige e le dichiarazioni necessarie al rientro in Italia, compreso il modello dPLF. Viaggio concluso, si ritorna a Catania con arrivo alle 10:05.

Considerazioni finali

Munirsi di applicazioni come Uber e/o equivalenti, il costo di ogni corsa è irrisoria, comunque tutto abbastanza economico. Per chi vuole prendere i mezzi pubblici pare che costino pochissimo, rifarei volentieri una capatina per il mio amore nei confronti della Spagna, del cibo e degli spagnoli, magari inserendo le altre città dell’Andalusia che non ho visitato.

Elvira Rabuazzo

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