Siviglia, città coinvolgente dal fascino andaluso
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Primo giorno
Appena arrivati davanti l’hotel, notiamo un continuo passaggio di stupendi cavalli che trainano carrozze lucidate a festa condotte da cocchieri dalle divise inappuntabili. Bellissime donne vestite con il traje de sevillana, il tipico vestito flamenco e con un fiore tra i capelli, si dirigono a gruppi verso il quartiere de Los Remedios. Nel primo pomeriggio ci avviamo verso il fiume Gualdaquivir e passeggiamo lungo le sue rive sino a raggiungere Plaza de Toros de la Maestranza gremita di persone che sono in attesa di entrare ad assistere alla corrida. Decidiamo di rimanere fuori e così approfittiamo per ammirare l’esterno dell’edificio in stile barocco dai colori bianco-ocra. Poco lontano ci appare la fortezza militare della Torre del Oro alta trentasei metri con all’interno il Museo Naval de Sevilla in cui si possono notare reperti navali e documenti storici. Dalla sua sommità, il panorama sulla città è interessante. Attraversiamo il Ponte de San Telmo e siamo nel quartiere de Los Remedios. In lontananza vediamo una maestosa porta di accesso colorata con tre archi e cupola al centro con disegni arabeschi che ci permette di entrare alla “feria de abril” che si tiene ogni anno due settimane dopo Pasqua. Ci sembra di stare in un piccolo paese addobbato a festa. La tipica musica flamenco si espande per tutto lo spazio della fiera e tante persone improvvisano danze ovunque si trovano. Giovani donne e non, con i loro abiti colorati indossati per l’occasione, s’incamminano a fianco di uomini elegantissimi per entrare nelle “casetas” private a mangiare, ballare e divertirsi. Impareggiabile la sfilata delle carrozze. Il clima che si vive qui è coinvolgente: risate continue, balli, canti, cibo e rebujito fanno si che sivigliani e turisti siano tutt’uno.
Secondo giorno
Dopo aver fatto colazione all’Hotel Derby in Plaza Duque de la Victoria, usciamo per andare a visitare la Cattedrale de Sevilla. Con i biglietti acquistati on-line entriamo quasi subito nella chiesa gotica più grande di Spagna sorta sui resti della Moschea grande. Con l’audioguida conosciamo tutta la sua importanza. Notiamo le cinque navate, le ventidue cappelle, il sepolcro di Cristoforo Colombo, il Tesoro, l’altare dell’Argento. Saliamo sulla torre Giralda, nome preso dalla statua posta sulla sua sommità che girava quando il vento cambiava. E’una torre campanaria alta 104 metri e sorta come minareto della moschea. Per arrivare sulla cima, non percorriamo scalini, ma bensì comode rampe che permettevano ai cavalli di salire con i loro cantori i quali invitavano con una specie di nenia, i fedeli a pregare. Anche da questo punto, panorama magnifico su tutta città.
Nel pomeriggio visitiamo la Casa de la Condesa de Lebrija, palazzo-museo privato risalente al 1500 molto elegante e dallo stile arabo. Conosciamo la storia di questa contessa che adorava le belle cose come piatti, ceramiche, vasi, statue e affreschi. Le azulejos per la maggior parte di colore azzurro e bianco che si notano sulle pareti, sulle scale, sui pavimenti, sui soffitti, sulle bordure delle fontane, trasmettono una sensazione di calma e serenità. Prima di uscire, ammiriamo due capolavori del pittore fiammingo Rubens, prestati a questa città dalla Galleria Sabauda di Torino. Usciti, ci dirigiamo al Metropol Parasol struttura dall’architettura moderna, ma che non stona per niente con gli altri monumenti storici della città. È la struttura in legno e cemento più grande al mondo costruita col sistema di bioedilizia e si trova sulla piazza de la Encarnaciòn. Sembra un enorme fungo o ombrello-parasole forato. È suddivisa in cinque livelli: al piano di sotto c’è un museo archeologico con interessanti reperti risalenti all’epoca romana. Infatti, Siviglia è una delle città spagnole fondata dai romani. Al primo livello il mercado de la Encarnaciòn e alcuni punti ristoro, nonché la biglietteria. L’ascensore ci porta al secondo livello. Arriviamo al quinto livello dove si trova il Mirador altro 29 metri. Da qui la vista spazia su tutta la città! Panorama indimenticabile. Prima di cercare un tipico ristorantino in cui cenare, decidiamo di visitare bene il pittoresco quartiere Barrio de Santa Cruz dove è affascinante perdersi nei numerosi vicoli. Lungo le viuzze troviamo numerosi negozi di artigianato locale e di souvenir tipici.
Terzo giorno
Visita al Real Alcazàr (o Palazzo dei Sultani). Notiamo la fila immensa di persone in coda, ma per fortuna noi entriamo subito con i biglietti acquistati anche questa volta on-line che consiglio di sicuro. Il palazzo reale, imponente, in stile moresco, è probabilmente il più antico del mondo. Le strutture esterne sono decorate con le magnifiche azulejos e con stucchi notevoli. Tutto è magnifico. Entriamo dal Patio de Leon dove re Pietro il Crudele decideva se graziare oppure no i condannati a morte. Proseguiamo a visitare appartamenti e patii, tutti decorati con le immancabile piastrelle colorate che ci lasciano stupiti dalla loro bellezza, finché arriviamo nella sala de Audiencias dove gli enormi arazzi molto raffinati (sembra che siano delle copie) meritano di essere apprezzati. È la sala in cui fu costituito il 21 giugno 1982 il primo parlamento dell’Andalusia. Gli appartamenti reali presentano soffitti decorati sempre con le azulejos e gli stucchi alle pareti li rendono di una bellezza unica. Arriviamo ai giardini dell’Alcazàr e veramente non sappiamo dove cominciare a guardare. Sentiamo nell’aria un profumo di agrumi e in effetti queste piante sono numerose. Sul nostro percorso vediamo altissime palme, roseti dai mille colori, fontane zampillanti, tempietti, vasche con papere che ci sguazzano dentro, terrazze con rigogliose piante verdi, il labirinto… proprio il luogo in cui rilassarci. Dopo una pausa pranzo in una trattoria situata in una calle lì vicino, ci incamminiamo verso la Plaza de Espana. Quando siamo vicini, la sua ampiezza la notiamo immediatamente. Entriamo e rimaniamo estasiati da tanta bellezza. E’ grande e ha forma semicircolare. Fu costruita tra il 1914 e il 1928 in occasione dell’esposizione ibero-americana tenutasi nel 1929. E’ formata da due torri ai lati d’entrata, da una fontana zampillante centrale, da un canale lungo circa mezzo chilometro posto nel suo mezzo, dove i turisti si divertono a manovrare le barche a remi, da quattro ponti le cui strutture sono ricoperte di splendide azulejos. Il portico semicircolare ospita (non tanti) venditori di prodotti del luogo.
Bellissime le quarantotto postazioni con relative panche che rappresentano le altrettante provincie spagnole, decorate con mosaici e simboli che caratterizzano ognuna di queste. Entusiasmante, emozionante e folkloristico è stato lo spettacolo di flamenco che alcuni gitani hanno messo in atto per la gioia dei turisti, noi compresi. Questo tipo di avvenimento lo abbiamo riscontrato con grande piacere anche in altri angoli della città. Una visita veloce la dedichiamo anche al parque de Maria Luisa, forse il più grande parco di Siviglia al cui interno troviamo piante e fiori particolari, laghetti artificiali e statue. Dopo tanta bellezza, ci avviamo all’hotel da cui usciamo per la cena verso le venti e trenta (qui si pranza e si cena tardissimo). Domani presto il transfer (GetYourGuide € 55,00 da aeroporto a Hotel e viceversa) ci aspetta per la partenza. Ci dispiace tanto andare via. Pazienza, ci torneremo senz’altro in questa calda città dal vero stile andaluso.
Abbiamo pranzato e cenato in numerosi esercizi di cui due ci tengo a evidenziarli:
El Porton-General Polavieja, 20 (buona paella)
Cerveceria-Abaceria ALBOREA c/ San Jacinto, 26-Triana
Dopo aver mangiato tapas, baccalà, calamari e paella a volontà, l’ultima sera avevamo desiderio di un piatto di casa nostra e siamo stati fortunati a trovarne un ristorante italiano: Il Vesuvio (eccellente) c/Sierpes, 54