Siviglia, che meraviglia 3

Incanto, stupore e magia nella capitale dell'Andalusia
Scritto da: Noemi.G.
siviglia, che meraviglia 3
Partenza il: 15/04/2015
Ritorno il: 19/04/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Quando la nostra amica Serena ci ha detto che sarebbe andata in Erasmus a Siviglia abbiamo deciso che la primavera era l’ideale per andarla a trovare. Scegliamo il periodo (14-19 aprile), il volo (Rayanair Roma-Siviglia , la casa (Entre Catedrales Singular Apartaments), ed eccoci qua, siamo pronte per la partenza: quattro universitarie alla volta di Siviglia.

Giorno 0

Il volo parte da Roma alle 6.30, e noi in fase di organizzazione al grido di “Abbiamo vent’anni, una notte all’aeroporto la possiamo fare!” decidiamo di partire il giorno prima del volo da Napoli con l’Intercity delle 18.30 (in offerta a 9 euro), poi bus alle 21.50 Roma Termini-Fiumicino (Terravision 6 euro) ed alle 23 circa siamo in aeroporto. Dopo 2 ore sulle sedie della sala di attesa la nostra scelta non ci sembra più così tanto furba, ma come dice De Filippo “adda passà a nuttata”.

Giorno 1

Alle 6.30 dopo un bel cappuccino ci imbarchiamo e alle 9 ,in perfetto orario, atterriamo.

Siamo in spagna, olè.

Dall’aeroporto prendiamo il bus EA (4 euro) che ci porta al centro della città, scendiamo a Plaza de Armas e, a casa della nostra amica ci diamo una rinfrescata e posiamo le valigie, dato che la consegna della stanza è prevista per le 3. Prese dall’entusiasmo decidiamo di tuffarci a capofitto nell’esplorazione di questa città che già nel tragitto in bus ci ha stregato. Iniziamo con la vista della Cattedrale (per gli studenti il biglietto ridotto costa 4 euro però è necessario portare con sé carta d’identità e tessera dell’università). Che spettacolo! La struttura è gotica ma all’interno c’è una grande mescolanza di stili e ad ogni passo lo sguardo è rapito dalla miriade di dettagli che arricchiscono tutte le cappelle disposte lungo la navata. Bellissimo anche il chiostro con gli alberi geometricamente disposti. Il biglietto permette anche di salire sul campanile “La Giralda” che è l’emblema della città. La salita è agevole perché non ci sono scale ma rampe e dall’alto la vista sulla città è stupenda. Ci accorgiamo che è l’una dal rintocco delle campane che ci fa sobbalzare. Scendiamo dal campanile e ci dirigiamo da los coloniales un ristorantino suggeritoci da Serena, qui fuorviate all’idea di tapas, dai prezzi modici e dalla fame ordiniamo tre piatti a testa…Errore! Le porzioni sono grandi ed una tapas a testa sarebbe più che sufficiente. Noi ci vediamo arrivare al tavolo un’infinità di cibo che non riusciamo a finire, il tutto spendendo solo 10 euro a testa. Andiamo a recuperare le valigie e verso le 4 prendiamo possesso dell’appartamento. Si trova in Calle Francos 21, a pochi passi dalla Cattedrale, è molto carino, dotato di tutti i confort, la posizione è strategica. A pochi passi c’è un supermercato MAS abbastanza grande dove facciamo un po’ di spesa e poi distrutte ci buttiamo sul letto per un po’ di meritato riposo. Dopo aver cenato a casa alle 9 abbiamo appuntamento per andare a vedere il flamenco alla Carboneria. Questo locale molto “verace” situato nel cuore di Santa Cruz, ha lunghi tavoli con panche in legno. Ci si siede dove c’è posto in queste lunghe tavolate e si può sia bere che mangiare. Lo spettacolo è molto bello alterna al flamenco momenti di solo canto, non si paga un extra è solo obbligatorio consumare qualcosa, ma non è certo un problema perché Tinto de verano e Sangria costano molto poco, anche meno dell’acqua, e poi fanno atmosfera.Il ritmo del flamenco ci ammalia e trascorse un paio di ore, attraverso il labirinto di vicoli che è Santa Cruz riprendiamo la via di casa.

Giorno 2

La mattina seguente, dato che in città sono molto rilassati e prima delle 10 è aperto ben poco, con calma ci alziamo e preparati panini per il pranzo ci dirigiamo al Real Alcazar (2 euro ridotto studenti) all’ingresso c’è un po’ di fila ma scorre velocemente. Avevo letto che qui erano state girate alcune puntate dell’ultima stagione del Trono di Spade, e appena entrata è proprio lì che mi sento catapultata… L’atmosfera è quella un luogo incantato con passaggi segreti, labirinti verdi, e una forte influenza architettonica mediorientale che rende tutto ancora più magico. C’è da camminare e pur non essendo una giornata di pieno sole il caldo si fa sentire. Restiamo quasi 4 ore immerse nel Alcazar e buona parte del tempo la passiamo a far foto perché ogni scorcio sembra preso da un libro di fiabe. Sosta ad bar per rifocillarci un pò e poi Plaza de Espagna. Anche qui effetto wow!!! Il colpo d’occhio è pazzesco una piazza enorme con fontane e completamente decorata con piastrelle in ceramica dipinte.Complice l’ora il sole comincia a calare e una luce arancione rende tutto ancora più suggestivo. Per cena ci fermiamo alla gitana loca una specie di fastfood che comunque serve tapas, si ordina al banco e si porta tavola da soli non male, ma non imperdibile (circa 5-6 euro a testa). Tappa a casa una rinfrescata, cambio d’abito e pronte per una serata in discoteca.Andiamo al Hojo 19, è carino ,non è enorme, ma ci divertiamo e subito si fa tardi, anzi presto.

Giorno 3

Complici le ore piccole della sera prima usciamo di casa alle 13 e ci dedichiamo ad un po’ di shopping. Cominciamo dei negozietti sotto casa che sono per lo più piccini ma hanno molte cose particolari, per poi dirigerci verso Calle Sierpes e Tetuan, dove ci sono i grandi brand. Ci colpisce come numerosi negozi vendono i tipici abiti da spagnola con tutti i volant sotto, i fiori per i capelli, ecc.Si è fatto pomeriggio inoltrato quando andiamo verso il fiume dove con altri amici ci aspetta Serena. Qui c’è un’atmosfera bellissima, il prato che costeggia le rive è pieno di ragazzi che prendono il sole chiacchierano e si rilassano. Subito ci adeguiamo e passiamo un oretta a chiacchierare. Chiedendo come mai tutti quei vestiti tipici nei negozi ci spiegano che in città fervono i preparativi per la Feria de Abril, una festa tipica che si terrà la settimana successiva alla nostra partenza.In questa occasione tutte le donne indossano i vestiti tradizionali e ci si raduna in un zona della città allestita per l’occasione per mangiare bere e ballare. La nostra amica ci propone il giorno seguente di accompagnarla a comprare gli ultimi accessori per il suo “traje de feria”. Il sole sta calando quando torniamo a casa per posare gli acquisti e farci una sciacquata. Cena in compagnia da Los Coloniales poi un giro in notturna per le viuzze del centro.Anche di sera Siviglia fornisce scorci meravigliosi che ci lasciano a bocca aperta.

Giorno 4

Per l’ultimo giorno utile qui a Siviglia ci concediamo la colazione al bar “Horno San Buenaventura” che si trova proprio di fronte alla cattedrale su Avenida de la Constitucion (sui 3 euro a testa per dolce e cappuccino o spremuta), poi come deciso andiamo in giro per mercatini e negozi a cercare gli accessori che completeranno il look di Serena per la feria. L’esperienza è molto particolare e ci permette di immergerci nella vita vera di Siviglia.L’entusiasmo e il fremito che si respirano in giro mi hanno incuriosito davvero tanto e se dovessi tornare a Siviglia ci andrei sicuramente durante la Feria. Dopo la mattinata da sivigliane doc, picnic al fiume e poi in giro per prendere gli ultimi souvenir. Per la cena torniamo a casa e con un po’ di malinconia iniziamo a fare le valigie.Per salutare la città come si deve, altra notte brava, questa volta al “Casino”.Questo locale mi è piaciuto tantissimo, è una villa e c’è sia una parte all’ aperto che una interna.L’atmosfera è davvero bella, la notte passa veloce ed è quasi mattina quando torniamo a casa (complice anche il tassista che si perde e ci fa girare per mezz’ora a vuoto).

Giorno 5

Dopo una doccia veloce, e senza aver chiuso occhio, chiudiamo le valigie e facciamo un ultimo controllo per assicurarci di non lasciare a Siviglia niente oltre ad un pezzetto del nostro cuore. Sono circa le 7 quando da plaza nueva prendiamo il taxi che ci porta in aeroporto (6 euro a testa) dove stanche ma felici salutiamo questa meravigliosa città.

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