Siria fai date on the road

Siria fai da te on the road (con disavventura)! Abbiamo acquistato un ottimo volo di linea della Austrian Bologna-Vienna-Damasco attraverso il nostro amato CTS di Forlì (Gabri è mitico) ad un prezzo molto accettabile e siamo partiti per una delle nostre “avventure”. Metto fra virgolette per via dei punti di vista. Secondo alcuni facciamo un...
Scritto da: RosaLuca
siria fai date on the road
Partenza il: 03/12/2005
Ritorno il: 12/12/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Siria fai da te on the road (con disavventura)! Abbiamo acquistato un ottimo volo di linea della Austrian Bologna-Vienna-Damasco attraverso il nostro amato CTS di Forlì (Gabri è mitico) ad un prezzo molto accettabile e siamo partiti per una delle nostre “avventure”. Metto fra virgolette per via dei punti di vista. Secondo alcuni facciamo un po’ troppo “da noi” correndo rischi, secondo altri che fanno avventure vere questo è nulla…Decidete voi.

Noi pensiamo che questo è il viaggiare che piace a noi, organizzarci da soli, arrangiarci, essere liberi e prenderci i tempi che vogliamo.

Giorni di viaggio: 10 Costo complessivo a testa (viaggio, macchina, vitto, alloggio, ingressi): 600 Euro Partecipanti: 4 (io, mio marito e le nostre due figlie di 17 e 18 anni) Visto: si, a Roma, tramite corriere, ma lo fanno anche in arrivo (averlo saputo si poteva provare, ma forse è stato meglio averlo già fatto così l’immigrazione è stata più liscia) Mezzi di trasporto: auto Europcar (patente internazionale) a noleggio da aeroporto ad aeroporto e taxi nelle città Cose prenotate dall’Italia: il solo volo Guide: sempre almeno due (oltre alle letture varie preparatorie ed alla visita di siti ufficiali dell’Ente del Turismo), vale a dire l’EDT, soprattutto per alberghi e logistica, ed il Touring per piantine e descrittivi, in aggiunta carta stradale (per fortuna, perché là non l’avremmo trovata facilmente e non c’era neppure nell’auto a noleggio) Periodo: 3/12 dicembre 2005 Tempo: sempre splendido, non una nuvola, temperatura mite.

Vaccinazioni: siamo coperti per tifo, epatite A e B e febbre gialla Valuta: va benissimo l’Euro, lo accettano dappertutto, ma va bene anche il dollaro Lingua: arabo e sempre e solo arabo, pochissimo inglese! Attrezzarsi con qualche parola e almeno con i numeri. Noi abbiamo un bel vocabolario con tante cose utili, ma è dura.

Primo giorno: Arrivo a Damasco nel primo pomeriggio. Operazioni di immigrazione piuttosto lente, pur se senza problemi. Appena prima del controllo passaporti c’è un cambia valute che ha fatto il prezzo migliore di tutti e un piccolo ufficio turistico che ci ha dato materiale informativo e notizie varie. Dopo i bagagli presso il desk dell’Europcar (in Siria associata alla Transtour) abbiamo preso la macchina, non senza qualche problema, soprattutto ad intendersi! Poi, con un po’ di panico, anche perché in questo periodo alle 16,00 precise fa buio pesto in 10 minuti e dovevamo cercare strada ed albergo…, ci siamo buttati nella nostra vacanza! Impatto tosto, tutto scritto in arabo e poco di leggibile in caratteri occidentali di difficile individuazione. Seguendo un po’ la corrente abbiamo fatto i circa 20 Km verso Damasco in una discreta autostrada a 4 corsie. Poi panico vero da difficile orientamento. Un po’ a naso (seguire vie trafficate e illuminate) e un po’ a fortuna siamo arrivati in una zona centrale. Avevamo identificato una zona di alberghi a ridosso della città vecchia e della Cittadella e l’abbiamo trovata. Il primo albergo che ci è parso invitante si è rivelato ottimo. E’ stato un sollievo, era già buio e l’arrivo in una città nuova e un po’ particolare è sempre un emozione forte. L’Hotel si chiama Al Iwan e ci hanno dato una sorta di suite con una stanza matrimoniale ed un salottino nel quale hanno sistemato i due letti per le nostre figlie: due TV con addirittura il satellite e RAI1, il frigorifero ed un bagno messo molto bene. Il tutto, compresa una bella colazione a buffet per l’equivalente di 70 USD a notte in 4! Che cosa chiedere di più? Abbiamo chiesto consiglio per un ristorante (segnato anche nella guida) e così abbiamo girovagato (si raggiunge bene a piedi dall’hotel) in un’aria tiepida, strade animate, gente tranquilla e tanti negozi comunque con aria abbastanza esotica. Siamo a Damasco veramente? La Siria è uno di quei luoghi che desideravamo vedere da tempo…Ed eccoci qui, già sistemati e in pista! Ristorante elegante, cena squisita a meno di 3 Euro a testa! Secondo giorno: visita di Damasco. Taxi (difficile spiegarsi, infatti ci facciamo lasciare in zona ma non dove avremmo voluto!) per il Museo Archeologico, stupendo, poi visita al vicino Museo militare, tenuto male ma valido per la collezione polverosa di scimitarre e per l’ambientazione con zona di negozietti artigianali non male. Altro taxi per la Cittadella e da lì entriamo nel famoso suk. Meraviglia, anche perché, come del resto quasi ovunque, zero turisti e solo siriani e siriane in attivissimo shopping. Ai lati della strada principale (lunghissima e tutta coperta) stradine “tematiche” di ogni tipo. Per gente come noi, che dei mercati di questo tipo ne ha girati parecchi (Tunisi, Istanbul, Cairo, Amman, Marocco) la cosa che colpisce è quella di essere assolutamente lasciati in pace! Sbucati fuori dall’immensa zona coperta superbe colonne romane ci accolgono a ridosso del muro esterno della mitica Moschea degli Omayadi. La visitiamo (le donne si devono vestire con una palandrana e coprirsi la testa) ed è veramente stupenda per i mosaici, le dimensioni, la pace e l’assortimento strano dei tre minareti tutti diversi. Casa Azzem, mausoleo del Saladino, cioccolataio della Regina Vittoria Al Ghraoui, deliziosa casa damascena ristrutturata a bar-ristorante Jabri House (merita!) etc. Etc. Torniamo a cena al ristorante Al Kamal di ieri sera. Ci fanno festa e c’è un mucchio di gente, musica e una gran vita! Terzo giorno: 334 Km da Damasco verso Hama passando da Malula (cittadina dove si parla ancora aramaico e ricca di santuari cristiani) e dal Krak dei Cavalieri. l Hotel di Hama “Noria Hotel” con suite da 4 con vista su una mega noria per 50 Euro in 4 con colazione! L’uscita da Damasco in macchina non è proprio facile, ma chiedendo molto (sono tutti disponibili e gentilissimi) becchiamo l’autostrada, gratuita e trafficata, che va verso Aleppo. Usciamo per una puntata a Malula e la riprendiamo per uscire nuovamente verso Latakia (città di mare), strada che passa dal famoso Krak dei Cavalieri, una delle cose cui tenevamo in particolare.

Appare in cima ad un colle avvolto nella nebbia mattutina. E’ mozzafiato. Parcheggiamo e ci inerpichiamo. La visita è piuttosto lunga perché è grandissimo e pieno di salite a terrazze panoramiche e anfratti di ogni tipo. Incrociamo alcuni turisti spagnoli e francesi in gruppo (di sfusi neanche l’ombra!). E’ uno di quei posti dove potresti stare giorni, ma a malincuore ripartiamo per Hama per ritagliarci il tempo per le famose ruote. Arriviamo senza problemi, troviamo un ottimo hotel al primo colpo e subito andiamo alle ruote. Sono enormi, cigolanti e suggestive. Le vediamo quasi tutte, dentro e fuori dal paese e ceniamo al “Four Noria” famoso ristorante con vista sulle 4 norie più grandi.

Quarto giorno: Da Hama ad Aleppo passando da Apamea, città morte, San Simeone. Km 369 Hotel di Aleppo “Garnada Hotel” 55 Euro a notte (il più scarso del viaggio, ma Aleppo è anche la città più cara!).

Partiamo presto sempre in autostrada (uscire dalle città è sempre peggio che entrare e azzeccare la via giusta è un problema) e usciamo in direzione Apamea. Peniamo non poco a trovarla nelle sperdute campagne. E’ pochissimo indicata e c’è solo un baracchino per i biglietti isolato e sperduto. Comunque il sito è forse uno dei più suggestivi in assoluto. 2 Km di colonnato candido e rettilineo lungo una strada per molti tratti in ottimo stato, fiancheggiata da resti di negozi, con vista su un isolato castello arabo. A metà della scarpinata (sempre soli!!!) incrociamo un mini gruppetto di turisti francesi. Un posto favoloso! Poi proseguiamo e con una enorme fatica raggiungiamo (avremo chiesto 50 volte a pastori e pastorelli) la più famosa delle città morte bizantine: Seljilla. Qui il paesaggio è pietroso e ondulato e ovunque si scorgono resti abbandonati di edifici e tombe. Stranissimo. La città che visitiamo è particolarmente ben conservata e bella per la posizione. Ci incrociamo un gruppo di spagnoli già visto al Krak dei Cavalieri. Mi sa che siamo tutti qui! Riprendiamo verso il santuario di San Siemone lo stilita, sopra Aleppo, per giungerci al tramonto e lasciarci il cuore per la vista ed i resti che si tingono di rosso e mentre le mie figlie leggono la storia di questo stravagante asceta noi tocchiamo i resti consunti della colonna ed è così che dalle antiche pietre ci tornano linfa e radici! Infine arriviamo ad Aleppo che è già buio e ci piazziamo vicino al famoso (e troppo costoso ed austero) Hotel Baron dove soggiornò Agata Christie! Per la cena la strafamosa Sissi House veramente ganza e con cibo ottimo.

Quinto e sesto giorno: visita di Aleppo e dramma Dedichiamo la giornata alla città vecchia, al mitico suk con i suoi saponi, alla cittadella (più che straordinaria) agli ammam in stile turco, insomma una vera delizia.

Purtroppo al rientro in hotel dopo cena scopriamo che ci hanno rubato la macchina. Inizia un dramma in stile kafkiano che dura la note e buona parte del giorno dopo: giro dei depositi delle auto spostate per divieto di sosta (ce ne sono tre immensi in tre zone della città) giro dei preposti uffici di polizia (messi malino e un po’ inquietanti) giro di consolato italiano e agenzia Europcar per vedere di avere macchina sostitutiva etc. Etc. Il tutto in ambienti sempre fumosi (è stata la cosa peggiore) con sempre lunghe attese e senza mai spiegarsi. In due occasioni alla polizia ci hanno procurato un interprete russo che parlava inglese. In sintesi tutti, consolato italiano compreso, sostenevano che non esiste che in Siria qualcuno rubi qualcosa e quindi la macchina doveva saltare fuori. Comunque a forza di insistere la polizia ha scritto (naturalmente in arabo e noi abbiamo firmato senza sapere cosa, tanto che fino all’imbarco per il ritorno un po’ di ansia l’abbiamo sempre avuta) questa famosa denuncia che ha dato liberatoria all’agenzia che in zero minuti ci ha dato un’altra macchina. Tutto sommato, a pensarci poi, è andata benissimo! Alla sera per festeggiare abbiamo cenato in un’altra famosa casa ottomana “Dar Zamaria Martini”, lusso ed eleganza e cibo ottimo.

Straordinaria la gentilezza dell’hotel, del consolato italiano e della stessa polizia. Peccato non riuscire a spiegarsi.

Settimo giorno: da Aleppo a Deir Azzor lungo l’Eufrate attravero Rassafa, Dura Europos e Mari. Km 688 Hotel a Deir Azzor “Ziad Hotel” a 51 Euro a notte in 4 con colazione. Forse il più bello, arredato stile Ikea (esattamente come diceva la guida) con piumini e legno super confortevole.

Partiti da Aleppo peniamo un po’ a trovare la strada lungo l’Eufrate che va diretta in Iraq. Subito facciamo una deviazione per vedere una fortezza sul lago Assad. Ipersuggestiva. Incrociamo coppia di tedeschi con camper/camion/bunker, tosti e in solitaria, gli unici in solitaria che abbiamo trovato! Poi altra deviazione per la città del deserto Rassafa (Sergiopoli). Solo un pecoraio e noi! Deserto a perdita d’occhio, scintillio dei quarzi bianchi inclusi ovunque nell’arenaria rossa delle mura. Che posto! Mentre ripartiamo arrivano i due tedeschi! Socializziamo e scopriamo che vengono via terra da Berlino e vanno in Giordania e stanno in giro 5 mesi. Beati loro! Ripartiamo e puntiamo diretti a Dura Europos, altra mitica e antichissima città di cui restano solo rosse mura nel deserto, e poi a Mari (Tel Harir), a 5 Km dal confine con l’Iraq (non una pattuglia di polizia, tutto tranquillissimo) super culla di civiltà, famosa città mesopotamica di più di 5000 anni fa con palazzo reale di 300 stanze! Famose le 25.000 tavolette di argilla scritte da cui si sono potute sapere moltissime notizie.

Arriviamo che è già buio a Deir Azzor e ceniamo con un kebab da passeggio camminando sul ponte pedonale sospeso sull’Eufrate. Ecco, questo fiume, che avevamo visto solo dall’alto del Nemrud Dagj in Turchia (altro posto straordinario), adesso l’abbiamo vissuto più da vicino e, anche lui, come tutti questi luoghi, trasmette suggestioni di storia antica….. Si era capito che queste cose ci piacciono? Ottavo giorno: da Deir Azzor a Palmyra. Km 245 Hotel “Palmyra”, 80 Euro a notte (però ci hanno dato due doppie stupende con vista sugli scavi e sull’oasi) E’ un hotel per noi “di lusso” infatti ci troviamo il primo e unico gruppo di giapponesi! Colazione ottima in cima al palazzo con vista incredibile.

La strada da Deir Azzor a Palmyra è bellissima e l’arrivo è mozzafiato. Subito facciamo il giro delle tombe (bisogna andarci ad orari fissi con la guida) e lì troviamo gli unici italiani di tutto il viaggio: 4 coppie con guida antipatica che non li abbandona mai. Poi andiamo alla città, tempio, colonnato (più piccolo di quello ci Apamea), teatro e infine castello arabo al tramonto da cui si gode una vista superba. Qui ci raggiungono i giapponesi (gli italiani no, li rivediamo a sera, sempre con la guida appresso, e ci dicono che sono stati nella Jacuzzi dell’hotel, poverini). Cena scarsa in ristorante di lusso, probabilmente perché in giro non c’è anima viva.

Comunque abbiamo girato Palmyra in lungo e in largo alla grande. Ci sarebbe voluto forse più tempo, ma paghiamo la giornata persa ad Aleppo.

Nono giorno: Palmyra Damasco Km 244. Torniamo all’hotel dell’arrivo, ormai vecchi amici! Completiamo con calma la visita di Damasco facendo anche la cappella di Anania nella zona cristiana molto bella. Spese di ogni tipo nel suk, kebab, spremute e caffè turco nei locali più tipici (ce ne facciamo altri tre segnati sulla guida e carinissimi). Ultima cena! Decimo giorno: Damasco e ritorno.

Torniamo al Museo per qualche ultimo souvenir, torniamo alla statua del Saladino per le ultime foto e facciamo un giro di acquisti di vestiti consigliati da donne locali e negozianti simpatici. Saponi e collane di vetro, strumenti musicali e via in aeroporto. Riconsegniamo la macchina senza problemi (un po’ ancora avevamo paura di chissà cosa!) e lasciamo la Siria. E’ stato bello, un po’ tosto ma non troppo, pieno di suggestioni che foto e filmati ci riportano alla mente. Ma ciò che più ci portiamo dentro è questo senso di “culla della civiltà” che parla da luoghi così lontani e così antichi e che supera nelle emozioni le incomprensioni religiose e culturali edificate stupidamente dall’uomo stesso!



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