Siria bella bella

“ Gruppo Biagini “ In sei da Firenze dal 16 al 27 marzo 2007 Ispirati dal “Finalmente in Siria “ letto sul vostro sito ,abbiamo organizzato il nostro viaggio partendo da Firenze con Austrian Airlines. Il volo su Damasco via Vienna, molto comodo per le coincidenze, è costato 433 euro e testa. Per sicurezza abbiamo stipulato anche...
Scritto da: vannabru
siria bella bella
Partenza il: 16/03/2007
Ritorno il: 27/03/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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“ Gruppo Biagini “ In sei da Firenze dal 16 al 27 marzo 2007 Ispirati dal “Finalmente in Siria “ letto sul vostro sito ,abbiamo organizzato il nostro viaggio partendo da Firenze con Austrian Airlines. Il volo su Damasco via Vienna, molto comodo per le coincidenze, è costato 433 euro e testa. Per sicurezza abbiamo stipulato anche una assicurazione con Europaeische Reiseversicherung comprensiva di cancellazione volo, assistenza sanitaria … Alla modica cifra di 29 euro per ciascuno. L‘Agenzia siriana di riferimento era la Nawafir Travel & Tours con la quale abbiamo accordato l’itinerario e gli alberghi. Ci ha accompagnato la guida Mr. Ayman Ashraf, in italiano, molto preparata, cortese, disponibile e soprattutto dotata di molta pazienza. Data la sua esperienza e cultura ci ha suggerito dei cambiamenti di programma dandoci la possibilità di apprezzare meglio la bellezza della Siria.

Avevamo un pulmino a 8 posti con autista, anch’esso gentile. Per questo pacchetto (volo, Hotel con prima colazione, auto, autista, guida, ingressi nei siti e musei, tour di 11 giorni, trasferimenti da e per aeroporto) abbiamo speso 1100 euro a testa!! Mangiare in hotel o altre località che abbiamo incontrato, è costato al massimo 10 euro a testa a pasto.

TOUR 16/3 – Arrivo a Damasco nel primo pomeriggio e trasferimento all’hotel Dar al Yasmin,dove dormiamo per tre notti. Palazzo antico nel cuore della vecchia città, nel quartiere cristiano, dove la mattina è la campana di una chiesa ortodossa cristiana che ci sveglia.

Ci sono ben 12 riti e confessioni religiose che convivono nella città, da secoli. Musulmani e crisitiani, qui in Siria, vivono insieme come fratelli.

Per la strada incontri donne dal capo scoperto, con i capelli sciolti, vestite all’occidentale, di tutte le età; donne velate completamente con un fazzoletto nero; donne con il fazzoletto di vari colori che lascia scoperto il viso; donne che si coprono tutto eccetto gli occhi, a volte nascosti dietro occhiali neri.

Qui regna il rispetto, la tolleranza di tutti verso gli altri. Non ci sono insofferenze, in Siria c’è questa magica convivenza che lascia noi incantati, affascinati e attratti .

17/3- Visitiamo l’ affascinante Damasco con la nostra guida Ayman che è sempre sollecito e premuroso. Per pranzo preferiamo delle pizzette di pane arabo speziate, farcite di formaggio, verdure procurate da Ayman che ci mangiamo tutti insieme nel giardino di Azem Palace. Ci sorprende nella moschea la presenza di cristiani e musulmani: venerano entrambi il mausoleo di Givanni Battista.

18/3- Ci spostiamo a Sud: Shahba, città dei Drusi dagli uomini con grandi baffi, il cappello a tronco di cilindro nero e le donne dai fazzoletti bianchi e abito nero. Ci meravigliamo di quanti abbiano gli occhi di un celeste quasi turchese. Poi Qanat, i mosaici stupendi di Sweeida, il teatro romano di Bosra, Ezra.

19/3- Da Damasco verso il nord: Sydnaya, Maalula, il monastero di Santa Tecla e la gola scavata nella roccia dentro la quale ebbe scampo la santa, secondo la leggenda. Il monastero di S.Sergio dove si ascolta il Padre Nostro in aramaico ; la ragazza del negozio ci dice estasiata che anche lei parla italiano, imparato in 6 mesi da un padre religioso e che vorrebbe tanto venire in Italia. Le memorie cristiane in Siria non sono solo tracce archeologiche o museali, la presenza della comunità è ben evidente ( 12 % della popolazione).

Proseguiamo per il Krac dei cavalieri, la fortezza crociata davvero imponente e ben conservata con un bel panorama. Mangiamo al Restaurant Al Qalaa situato ad Ovest del castello con bella veduta e buona cucina. Ad Hama alloggiamo al confortevole Orient House, palazzo antico molto ben restaurato. La strada principale della città è tutta sotto sopra per lavori. Gironzoliamo per il suq dell’ oro. La Sera dopo le 17 si anima di donne che affollano i negozi 5 o 6 per negozio a trattare gli acquisti. E’ curioso, in ogni città abbiamo notato questa usanza. Poi improvvisamente alle 20 sparisce la folla delle donne.

20/3- Visita di Hama, il vecchio quartiere e le Norie sull’ Oronte, dislocate in vari punti della città. Percorriamo la verde vallata dell’ Oronte fino ad Apamea. Incredibile, in alto su di una collina erbosa. Grandioso il colonnato lungo il Cardo di circa 2 chilometri di lunghezza, originali le colonne a tortiglione. Proseguiamo per la città morta di Serjlla. Avvolta dal silenzio in una conca verde di una brughiera collinosa, ha un’ aria quasi spettrale con i suoi edifici quasi intatti , disabitati. Pranziamo a Maanat in un ristorante “ full monthy” ossia lavaggio auto compreso nel prezzo. Specialità una teglia di carne d’ agnello con melanzane e pomodori passata in forno , molto appetitosa. Arriviamo ad Ebla, una delle città stato più potenti della Siria. Ma al di là di quello che possiamo vedere, esercita il suo fascino per la sua importanza storico-archeologica. Mentre stiamo scendendo dalla collina, verso il nostro pulmino, una scolaresca di ragazzine, al via del loro insegnante, attacca a cantarci una poesia di benvenuto in arabo. Poi si avvicinano, ci fanno domande in inglese, stringono la mano a tutti, sorridono, vogliono le foto con noi, ci salutano baciandoci. Non andrebbero più via sul loro pulmino sgangherato e superstivato. Che emozione, che gioia sprigiona da quei bei visetti sorridenti mentre ci dicono “Welcome to Siria”. Siamo ad Aleppo dove pernotteremo 3 notti al Beit Wakil Hotel nel quartiere di Al Jdeida con i suoi stretti vicoli. Vecchia abitazione del 18° secolo molto ben restaurata; ottima anche la cucina del ristorante. Siamo andati anche a cena da Beit as Sissi, ristorante di fronte all’ hotel, dove si servono anche alcolici, la cucina è siriana.

21/3 -Prima della visita di S. Simeone, lo stilita, a Nord di Aleppo, Ayman ci porta a Sceik al Soleiman dove, con sorpresa troviamo un raduno di Curdi, accampati nei verdi prati intorno alle rovine, mentre preparano il pranzo. Ci sono rovine di torri a forma quadrata sulla cui cima vivevano dei solitari (stiliti), rovine di chiese, basiliche e conventi anche ben conservati a Mushabak, molto interessanti. Verso Ain Dara cominciamo a trovare sulla strada traffico di scalcinati, variopinti furgoni, trattori che trainano carrelli affollati di varia umanità: bambini, giovani, vecchi, ragazze truccate e vestite di sgargianti costumi, intere famiglie. La collina di fronte, sulla quale 1000 anni prima di Cristo sorgeva un tempio Ittita, brulica di folla in festa. Sembra le scena di un film Colossal con centinaia di comparse seminate sui colli. Sono Curdi che festeggiano Newroz e che al nostro passaggio ci salutano e ci invitano ad unirsi a loro . Abbiamo imparato che per i Siriani lo straniero è loro ospite. Amano condividere con noi la loro gioia fatta di valori semplici ma fondamentali che noi ormai abbiamo dimenticato. Fa bene stare qui e vivere questi momenti, ma si capisce anche cosa oggi abbiamo perduto del nostro passato. Rientriamo ad Aleppo frastornati da queste forti emozioni.

22/3- Oggi visita ad Aleppo. La guida più volte pone la nostra attenzione su gli Armeni e la loro tragedia, quasi 2 milioni sono stati massacrati nel 1915. La sera torniamo a piedi dalla Cittadella verso l’albergo e ci perdiamo nelle strette stradine della città. Sono le 23 è giovedì, i barbieri sono aperti; c’è la fila degli uomini che si fanno belli per la festa. Altri piccoli negozi sono aperti e gentilmente ci indicano la strada. Qui la mini criminalità non esiste, si può camminare anche di notte senza pericoli.

23/3- Lasciamo Aleppo dopo aver fatto acquisti di due bellissimi e coloratissimi copri tavolo a buon prezzo da un amico di Ayman. Ci dirigiamo verso il lago di Assad, proseguiamo lungo l’ Eufrate nella fertile pianura bonificata fino al castello di Jabar. Ci appare alto sul lago avvolto da un luce rossastra: è la tempesta di sabbia nell’ aria. Poi a Rasafa la luce è ancora più rossa e il vento forte e San Sergio sembra debba improvvisamente essere ricoperto dalla sabbia che lo circonda e lo sovrasta nella sua solitudine. Arriviamo ad Halabyya castello fondato da Zenobia e che durante Giustiniano faceva parte delle mura difensive orientale dell’ impero Bizantino. Oggi è venerdi e le famiglie festeggiano la festa facendo la “scampagnata “ alle rovine del castello. Si sono portati le tende, l’attrezzatura per cucinare, gli strumenti per fare musica e, come al solito, ci accolgono come stars, divi cinematografici, tra fotografie , strette di mano, presentazioni e inviti a condividere con loro un thè. L’ accoglienza calorosa ci commuove sempre. Siamo a Deir ez Zor, alloggiati al Badit Cham, della catena Cham, ceniamo in albergo e dormiamo.

24/3- Visita di Deir ez Zor e al folcloristico suq dove convergono donne con i loro coloratissimi e differenti abiti delle varie zone. Attraversiamo a piedi l’ Eufrate sul ponte sospeso. Ci viene la voglia di immergerci in questo fiume storico che esiste davvero e non solo sui libri di storia di quando eravamo ragazzi! Dopo aver visitato l’ interessante Museo e la chiesa Armena, ci incamminiamo per Palmyra senza spingersi a Dura Europos e Mari, come da programma; Ayman ci ha consigliato di saltare : “ sono solo buche scavate”. Chissà forse non ama avvicinarsi troppo all’ Iraq, sulla strada principale di collegamento. La strada scorre in un paesaggio desertico per chilometri e chilometri, interrotta solo da gruppi di greggi dal manto dello stesso colore della sabbia che pascolano e in lontananza tende di nomadi che vivono sparpagliati su queste distese . Qui il tempo sembra scorrere immutato nei millenni. Alla fine ecco Palmyra. L’ incanto tanto atteso! Le rovine color rosa sabbia e dietro una verde oasi che le fa da contrasto. Vediamo il tramonto dall’ alto del castello. Il nostro albergo è l’Heliopolis, davanti alle grandi colonne del tempio di Bal, merita davvero di dormirci.

25/3 -Vediamo l’ alba dalla terrazza all’ ultimo piano dell’ albergo, dove facciamo colazione, spettacolo indimenticabile. Continuiamo la visita alla città e in tarda mattinata partiamo per Damasco. Pranziamo al Bagdad Cafè dove ci facciamo cucinare i tartufi del deserto comprati a Deir. Il paesaggio è da film Western ma la piccola costruzione è accogliente e confortevole, simpatici e scherzosi i proprietari. Ci facciamo le foto ricordo tutti insieme. Il nostro viaggio prevedeva ancora un giorno e mezzo a Damasco, ma su consiglio di Ayman e la perfetta organizzazione di Nawafir abbiamo deciso di vedere anche Baalbeck in Libano. L’ Agenzia ci ha fornito di adeguato pulmino a benzina, in Libano non è permessa la circolazione ai Diesel, di visto d’ ingresso, di accompagnatore e autista.

26/3- La mattina partiamo da Damasco per Anjar, nella valle della Bekaa, dove a 900 metri di altitudine si incontrano le rovine della lussuosa città dei mercanti (si contano 600 negozi) voluta dai Califfi Omayyadi. Proseguiamo per Baalbeck tra posti di blocco, soldati di varie compagnie, strade dissestate e male indicate; qui è tutto diverso dalla Siria. La presenza di una guerra lunga è tangibile, ma l’ imponenza delle rovine di Baalbeck meritavano il viaggio. A 1150 metri di altitudine, circondata dalle montagne ancora innevate, si eleva un complesso di templi di pietra di dimensioni colossali, le cui colonne , trasportate da Assuan in Egitto, sono alte 22 metri. Pietre ciclopiche messe su da 35000 schiavi che ogni giorno lavoravano per edificare queste costruzioni, abbellite da fini e ricche decorazioni con una splendida architettura.

27/3 -Ultimo giorno , ultime ore spese a Damasco in giro per la città vecchia a visitare la moschea paragonata ai locali di Las Vegas, con la miriade dei suoi specchi ( Moschea Sayyida Ruquqyya) e a salutare questo paese che ci ha dato tanto. Non ce lo dimenticheremo.



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