Singapore: please, mind the gap

25/01/2006 - mercoledì sera Mi suonano le scarpe! Di nuovo!! E pensare che l’ultima volta era successo a Miami, aeroporto blindatissimo, a Bologna mai… si vede che hanno modificato la soglia di tolleranza. Cosa? Incredibile, il tipo me le fa anche togliere, dice… per evitare una perquisizione nella stanzina, meno male che ho i calzini...
Scritto da: brumbellina
singapore: please, mind the gap
Partenza il: 25/01/2006
Ritorno il: 12/02/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
25/01/2006 – mercoledì sera Mi suonano le scarpe! Di nuovo!! E pensare che l’ultima volta era successo a Miami, aeroporto blindatissimo, a Bologna mai… si vede che hanno modificato la soglia di tolleranza.

Cosa? Incredibile, il tipo me le fa anche togliere, dice… per evitare una perquisizione nella stanzina, meno male che ho i calzini puliti e senza buchi 🙂 Non voglio iniziare la vacanza con una bella perquisizione… quei guantini bianchi mi mettono a disagio! Destinazione Singapore, già già! Quella minuscola isoletta, dal nome troppo lungo per stare sopra l’isoletta nelle cartine, tanto bistrattata e usata molto spesso solo come scalo per la maggioranza dei voli diretti in Australia, Nuova Zelanda e compagnia bella.

Noi invece ci andiamo, intenzionati proprio a vederla, sarà la nostra prima tappa della risalita Singapore-Malesia-Thailandia.

Sono un po’ pigra, e non sono mai riuscita a tenere un diario, inizio, ma non arrivo mai alla fine, poi invece penso a quanto mi siano sempre stati molto utili i diari scritti dagli altri viaggiatori, e quindi stavolta mi impegno, scrivere è un po‘ come dire “grazie” e ricambiare il favore! Voliamo con Lufthansa, Francoforte-Singapore, inizia subito maluccio, perché partiamo con 3 ore di ritardo a causa della neve (3 ore a bordo…), non me la prendo, cerco sempre di pensare positivo, almeno in vacanza.

L’importante è partire (e arrivare!), assisto anche al lavaggio dell’aereo, per togliere 5 cm di neve, cosa che non mi era mai capitata.

Il volo è abbastanza comodo (anche se preferisco la Thai), le hostess sono gentili, ma passano molto meno, il cibo è commestibile, anche se gli odori che si sprigionano dai fornetti, sono per me sempre nauseabondi.

26/01/2006 – giovedì Arriviamo a Singapore verso le 20.30 di sera, abbiamo dormicchiato, ma mai profondamente, almeno la maggior parte del tempo è passato.

Cambio un po’ di soldi dentro l‘aeroporto, seguendo il consiglio di cambiare dopo la dogana, ma non risparmio assolutamente nulla (il cambio è identico, almeno in tutti gli sportelli dove ho cercato io, tant‘è che alcuni sono esattamente gli stessi money changer, la stessa signorina si affaccia dai due sportelli, uno da una parte e uno dall‘altra) Seguiamo le indicazioni per i treni della MRT, molto economici per raggiungere il centro, acquistiamo la comodissima tessera EZ-Link, 15$S (7$S di corse su MRT, bus e taxi, 5$S costo della tessera, 3$S cauzione), prendiamo il nostro primo treno e facciamo la conoscenza con quella che sarà un’esperienza meravigliosa della metropolitana di Singapore.

Già già… Singapore sotto e Singapore sopra, due mondi paralleli, separati dal suolo.

Qualche aggettivo per descriverla? Efficientissima, pulitissima, modernissima! Ogni stazione è decorata a tema, ci sono migliaia di scale mobili, televisori al plasma ovunque, neanche una cartaccia (e non vedo bidoni), tutto strapulito e puntualissimo.

Semplicissima da usare e stracomoda. Ti porta ovunque, persino dentro ai centri commerciali.

Ci sono negozi, bancomat, telefoni, bagni… e una vocina metallica più una serie di filmati che ti dicono cosa fare in particolari situazioni.

Eheheh… mi fa sorridere, penso alle rappresentazioni del futuro nei film hollywoodiani, mi viene in mente “Blade Runner” e “Io, Robot”.

Sul treno che collega l’aeroporto con il primo scambio per la città, non c’è molta gente, il treno è quasi deserto, occidentali nessuno, solo io e Ivan con il nostro zaino.

Io guardo tutti, ho una passione “fotografica” per i volti, cerco di trovare dei tratti simili tra i visi, ma qui sono tutti estremamente diversi… Tutti hanno le cuffiette nelle orecchie e ascoltano musica e se non ascoltano musica parlano al telefonino… Anche sotto terra! Scendiamo a Little India, alla prima uscita che ci capita, poi capiremo che ne esistono almeno 4 di uscite e che ti evitano gli attraversamenti stradali 😉 Arriviamo al nostro hotel, l’Albert Court, a pochi passi dalla fermata, saliamo in camera, piuttosto piccola, facciamo una veloce doccia per riprenderci e verso le 22 usciamo a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

Mangiamo in una sorta di bancarella con i tavolini sulla strada, non molto lontano dall‘hotel, c’è tantissima gente seduta, spendiamo 12$S in due e mangiamo qualcosa scelto “a gesti” 🙂 dal menu e dalle fotografie appese, tra cui due roti prata, una sorta di piadina un po’ unta, che puoi far farcire con quello che vuoi, del riso e pollo con verdure, tagliolini con verdure e gamberi e due birre, cenetta niente male! Scorta d’acqua al seven/eleven e ritorniamo in albergo.

27/01/2006 – venerdì Sveglia presto, tanto il jet lag ci fa compagnia, siamo al settimo piano, ma si sente comunque il rumore della strada, strano perché Singapore non è esageratamente trafficata.

Colazione abbondantissima, non disdegno nulla, assaggio praticamente un po’ di tutto, riso con verdure, uova, bacon, prosciutto (di pollo! Niente maiale), fagioli, patate, pane tostato, frutta, ecc… mi sento un facocero, ma c’è chi fa di peggio.

In vacanza solitamente mangiamo molto a colazione e facciamo solo la cena, tanto stiamo in giro tutto il giorno e prima delle 7 di sera non ci viene mai fame.

Prima tappa Lavender Street per prenotare i biglietti per Malacca in Malaysia, la stazione degli autobus consiste in 3 scarcassati containers di 3 compagnie diverse (tra cui la Transnational).

Solo le prime due portano a Malacca (la Transnational va direttamente a Kuala Lumpur), noi abbiamo scelto quella da 13$S (Delima Express) perché ci ispiravano di più le foto dei pullman rispetto a quella da 11$S, però vi consiglio di chiedere alla tipa di farvi mettere sugli autobus nuovi se c’è ancora posto, perché ne sono partiti due autobus, e a noi è toccato il più vecchio, dove incredibilmente non abbiamo patito un freddo polare, ma ci siamo cremati dal caldo e le file dei posti erano da 2+2 rispetto al 2+1 dell’altro, quindi si stava un po’ strettini (anche se ho provato di peggio!).

Tutto questo se amate la comodità allo stesso prezzo 😉 Giornata dedicata al quartiere indiano, veramente delizioso, tante piccole shophouse colorate, la Moschea del Sultano solo da fuori (è venerdì) e pomeriggio ai Botanic Garden’s, se vi piacciono le orchidee non perdete il National Orchid Garden (5$S a persona per entrare).

Serata trascorsa in Orchard Road, con il naso per aria a guardare gli altissimi edifici pieni di negozi… Dicono che qui ci sia la concentrazione maggiore di negozi di tutto il mondo.

Mangiamo in un caffé lungo la strada e per dessert: frutta e cioccolata fusa!

28/01/2006 – sabato Oggi ci dirigiamo nella zona coloniale, c’è tantissima gente per la strada, si festeggia il Capodanno Cinese.

Foto di rito al Merlion, la statua mezzo leone e mezzo pesce, simbolo di Singapore e passeggiatina lungo il Singapore River.

Cosa un po’ ardua… Il lungofiume è pieno di micro-ristorantini, tutti uno attaccato all’altro, con i tavolini che si affacciano sul fiume, la vista è meravigliosa, all’andata ce l’abbiamo fatta, ma al ritorno non siamo riusciti a dire di no, all’ennesimo insistente cameriere che cercava di farci sedere.

E’ stato molto romantico, c’erano persino i fuochi d’artificio, abbiamo cenato discretamente, meno romantico è stato il conto… Una salassata!!! Torniamo in albergo, stanchi e io con due vesciche ai piedi.

29/01/2006 – domenica Stamattina funivia per il monte Faber, per tutto il tragitto nessuno dei due ha avuto il coraggio di fiatare, diciamo che più che per la vista mozzafiato, era per l’altezza e per la poca fiducia che ripongo in generale in queste scatolette appese ad una carrucola, ma io soffro di vertigini, forse non sono molto attendibile.

Il panorama però merita veramente, da una parte la città e dall’altra Sentosa Island.

Malgrado il desiderio di tornare giù a piedi, ci facciamo coraggio e riprendiamo la funivia.

Prima di andare al parco zoologico, torniamo a Chinatown per qualche acquisto.

Non sono propriamente favorevole agli zoo, anzi… Però dicono che quello di Singapore si occupa di progetti importanti, quali la salvaguardia di specie in via di estinzione come la tigre bianca e i varani.

Per raggiungere lo zoo ci si impiega quasi un’ora, 20/25 minuti di metropolitana e poi una mezz’ora abbondante di autobus.

Prima di entrare mangiamo un orrido pezzetto di pizza di plastica insapore.

Il giro dello zoo lo si può fare tranquillamente anche senza prendere il tram, dal quale devi comunque scendere a tutte le fermate se si vuole vedere qualcosa.

Posto ideale per i bambini, soprattutto il negozio all’uscita, traboccante di peluches :), per i grandi la visita è gradevole, ma niente di più.

Divertentissimo il ritorno in autobus alla chiusura dello zoo, stracolmo è dire poco, pieno all’inverosimile…Scatto anche una foto, siamo ammassati come sardine! Sono 12 ore che siamo in giro, ci ritiriamo in albergo, cotti e stracotti, domani mattina ci aspetta l’autobus per Malacca.

Singapore è una bella città, sicura, moderna e pulita! Non ho avuto propriamente la sensazione di essere in Asia, ma piuttosto in una versione ripulita di New York o di Sidney in Australia… Anche se non sono stata in nessuna delle due 😉 Due giorni interi sono per me più che sufficienti per farsene un’idea generale, per gli amanti dello shopping, invece, non basterebbero due settimane.

Buon viaggio a tutti!!!



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