Singapore: grattacieli e foresta tropicale
Essendo rimasti per una settimana abbiamo potuto conoscere abbastanza bene la città. Per conoscerla bisogna camminare abbastanza a piedi anche se c’è una metropolitana efficiente che serve bene il centro e i quartieri residenziali, ma non la zona degli alberghi che sarà collegata entro il 2021, quindi abbiamo utilizzato la navetta gratuita dell’ albergo per raggiungere il centro. Noi abbiamo acquistato la carta ricaricabile EZ-Link che permette di viaggiare in metropolitana e sugli autobus: è in vendita in tutte le stazioni della metropolitina dove si può anche ricaricare, costa 12 dollari di Singapore e contiene 5 dollari di traffico. Si possono comunque prendere anche singoli biglietti. Sugli autobus, se non si ha l’EZ-Link, si paga al conducente. Bisogna avere l’importo esatto perchè non è possibile avere il resto.
Prima di tutto le cose imperdibili per chi si ferma poco tempo.
Per prima cosa la zona di Marina Bay dove si trova il famoso Merlion, un monumento-fontana metà pesce e metà leone che è diventato il simbolo della città (il cui nome significa città del leone). Lì ci sono i theatres on the bay due edifici coperti di lamelle mobili che ricordano un riccio. Un ponte, l’Helix bridge, porta alla zona dall’altra parte della baia dove, oltre al museo di scienze e arte e l’ennesimo superlussuoso centro commerciale, c’è il famoso Marina bay Sand Hotel fatto da tre grattacieli che sorreggono un “cappello” dove si trova la famosa e grandissima piscina a sfioro che però è utilizzabile solo dagli ospiti del costoso hotel. Agli altri è consentito, a caro prezzo, di salire alla terrazza da cui si ha una spettacolare vista.
Noi abbiamo scelto invece di salire sulla terrazza dei Duxton Pinnacles (un gruppo di 5 grattacieli collegati fra loro da due passeggiate con alberi e panchine: una a metà altezza riservata ai residenti, l’altra in cima aperta a tutti) da dove, con 5 dollari di Singapore, è possibile aver un’ampia vista sui grattacieli e sul porto.
A proposito di grattacieli, non ci era mai capitato di prendere una cabinovia al quindicesimo piano di un grattacielo: a Singapore questo è possibile. La cabinovia che collega il monte Faber a Sentosa, isola dei divertimenti, passa, con la fermata intermedia, attraverso un grattacielo. Dalla cabinovia si ha una vista imperdibile della giungla sottostante. Sì, perché la giungla attraversa in alcuni tratti la città. Ad esempio fare una lunga passeggiata sui Southern Ridges significa attraversare un tratto di giungla, in parte a terra, in parte su passerelle all’altezza delle chiome degli alberi dove è possibile incontrare le scimmie. All’interno della città ci sono altri tratti da giungla, da cui però si possono vedere i grattacieli residenziali di edilizia popolare. A Singapore, a causa della forte densità demografica e della modesta superficie dell’isola, l’Housing Development Board ha deciso di costruire grattacieli residenziali, belli e puliti a prezzi accessibili. Hanno fatto più di un milione di unità abitative. Da non crederci!
Per tornare alle esperienze imperdibili meritano una visita i Gardens by the Bay collegati al Marina Sand Hotel da una passerella che scavalca un paio di trafficatissime strade (per arrivare al Marina Sand si può prendere la metropolitana fermata Bayfront, proprio alla base dell’ hotel. Il sesto piano, da cui parte la passerella, è raggiungibile con un ascensore, all’esterno dell’hotel). I Gardens by the Bay sono molto curati, come tutto del resto, ricchi di piante e di zone dove sono riprodotti i giardini di vari paesi: tutto questo è gratis. Ci sono poi le due famose serre: una riproduce il clima mediterraneo (per noi inutile ce lo abbiamo tutto l’anno) e l’altra la foresta pluviale; essendo molto costose, come quasi tutte le cose a pagamento di Singapore, abbiamo invece preferito salire sui famosi supertrees dove, una passerella che li collega permette di avere un’ampia visuale dei giardini, del porto e dei grattacieli.
Per chi ha poco tempo, una sosta al Raffles hotel permette di rivivere le atmosfere coloniali; dormire in questa meraviglia di altri tempi è parecchio costoso (più di 1400 dollari a notte), ma prendere un té può essere un’esperienza da fare. Noi siamo arrivati al Raffles in taxi e un corpulento portiere sikh ci ha aperto la portiera inchinandosi.
A mio parere merita una visita anche Sentosa l’isola dedicata ai divertimenti, raggiungibile in metropolitana o in cabinovia. Noi abbiamo scelto di visitare l’acquario e l’annesso museo navale, ma svariate sono le attività da fare. L’acquario, molto interessante, è formato da molte vasche, ma la più scenografica è quella degli squali dove c’è un tunnel che permette di passare sotto le vasche e avere gli squali che nuotano sopra la tua testa.
Ancora, per una visita breve vale la pena di andare a chinatown dove si può mangiare bene presso i banchetti di strada (cibo buono, si possono ottenere anche le forchette per chi non sa usare le bacchette, unica accortezza avere fazzoletti di carta perchè i tovaglioli non sono contemplati). Noi abbiamo visitato il Buddha tooth Relic Temple dove era in corso una cerimonia religiosa coinvolgente.
Se possibile ritagliarsi un po’ di tempo per una passeggiata nella giungla urbana dei Southern Ridges. Noi, avendo una settimana, abbiamo anche visitato l’orto botanico che è gratuito, tranne il giardino delle orchidee dove è raccolta una grandissima varietà di orchidee molte delle quali dedicate a diversi personaggi famosi. Nel giardino è presente anche una porzione di foresta tropicale originale… abbiamo visto un “lucertolone” non meglio identificato!
Siamo stati anche allo zoo, molto moderno dove gli animali non pericolosi possono anche uscire sui sentieri pedonali. E’ ricchissimo di specie diverse. Dopo il tramonto abbiamo visitato con un trenino, ma si può passeggiare al buio muniti di torcia lungo i sentieri, il Night Safari. Gli animali diversi da quelli dello zoo sono visibili in una luce azzurrata.
Un discorso a parte meritano i musei, molto moderni e ben presentati, naturalmente non hanno niente a che vedere con i nostri, ma spiegano molto bene la storia la vita e le abitudini locali. Noi abbiamo visto: L’Asian Civilisation Museum con reperti provenienti da tutta l’ Asia, il Peranakan Museum che presenta la storia e le tradizioni dell’etnia Peranakan (incrocio di europei con indiani cinesi e malesi) e il National Museum of Singapore, che ripercorre tutta la storia della città con particolare attenzione al periodo dell’occupazione giapponese.
Interessante è anche il quartiere coloniale dove ci sono gli edifici risalenti al periodo in cui Singapore era una colonia inglese comprese alcune chiese che sembrano trasportate direttamente dall’Inghilterra (si cerca sempre di ricreare la patria anche se si colonizzano paesi lontani!) Interessanti sono anche alcuni edifici a due piani appartenuti a ricchi mercanti cinesi nascosti vicino a i grattacieli in una traversa di Orchard Road, la strada dei grandi centri commerciali imperdibili per gli o le appassionati di stilisti famosi. Lì ci sono tutti, presenti con diversi negozi.
Anche Little India merita una visita, ma qui i marciapiedi sono in disordine, le case hanno la pittura scrostata, è un altro mondo, ma la strada principale è tutta un susseguirsi di oreficerie, per gli indiani comprare oro è un mezzo per impiegare i risparmi. Nel quartiere, ma anche in altre parti della città, abbiamo incontrato a poca distanza templi indù, moschee, templi buddisti e chiese. Sembra che a Singapore la tolleranza religiosa sia la regola, in effetti la popolazione è una tale mescolanza di etnie…
Un discorso a parte merita il cibo. A Singapore si mangia bene dappertutto e si possono assaggiare cucine di tutto il mondo. Noi abbiamo fatto un viaggio gastronomico spaziando fra molti paesi senza allontanarci di più di qualche chilometro. Siccome fa molto caldo e camminare mette sete, invece di bere bevande in lattina, un’ottima soluzione sono le spremute di frutta di tutte le qualità fatte al momento. Si comprano nei chioschi che si incontrano ad ogni angolo di strada.
Un’ultima accortezza: appena cadono le prime gocce d’acqua la gente corre a ripararsi: abbiamo capito perchè: in pochi minuti si scatena il diluvio che però è destinato a durare pochissimo, poi torna subito il sole che in un momento asciuga tutto.
Alberghi: ce n’è una scelta infinita. Noi abbiamo soggiornato prima al Grand Cophorne Waterfront, un 5* meritatissime. Fantastica la prima colazione. Poi, non essendoci più posto al Four Point by Sheraton, un buon 4*.
Abbiamo volato con Emirates, che è sempre un’ottima scelta… con breve sosta a Dubai, il che ci ha permesso di dividere in due parti il viaggio.
Buon viaggio a tutti.