Singapore e Indonesia 2

Tour di Singapore, Flores, Bali e isole Gili
Scritto da: Aletag
singapore e indonesia 2
Partenza il: 15/07/2014
Ritorno il: 04/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Singapore e Indonesia 2014

15 luglio 2014: partenza Roma- Singapore

Dopo due anni dal ns bellissimo viaggio in Malesia, eccoci per la seconda volta nella ns splendida Asia: Selamat Datang (benvenuti) a Singapore, dove arriviamo con un comodissimo volo diretto della Singapore Airlines di 12 ore, alle 6 del mattino del 16 luglio.

16- 20 luglio: stupefacente Singapore!

Singapore non finisce mai di stupirci in questi giorni, è una città fantastica, dove angoli di giungla si alternano a grattacieli, dove l’ordine regna sovrano ed incontrastato, dove è tutto pulito, efficiente, ricco e perfettamente organizzato, dove tutto è vietato ma tanto non ce ne sarebbe bisogno… è la città in cui, clima a parte per via dell’altissima umidità, vorremmo vivere!!

Già l’aeroporto Changi dà un’idea di quanto sia tutto come sopra descritto: contiene giardini di orchidee, aree dove ci sono computer con i videogiochi o per connettersi a internet, aree dove si può disegnare, la palestra, i ristoranti.. il tutto talmente pulito che si potrebbe apparecchiare per terra!

Dopo delle veloci formalità per il visto e aver cambiato degli € in dollari di Singapore, decidiamo di raggiungere l’hotel prenotato (il Bayview su Bencoleen Street, una traversa di Orchard Road) tramite lo shuttle bus della Ground Transport Desk a circa una decina di posti (9 dollari ciascuno): è comodissimo, si dice al conducente dove si deve andare e il bus ti porta comodamente in hotel (non raggiunge però Sentosa e altre zone molto periferiche).

Fortunatamente ci viene assegnata subito la ns camera, molto spaziosa…la scelta dell’hotel si rileverà soddisfacente, sia per la vicinanza ad Orchard Road, la principale strada dello shopping, sia per la fermata della metropolitana a due passi (Bras Basah), sia per il resto. Forse gli unici “nei” sono: 1) la colazione, che sicuramente offre ampia scelta agli orientali ma non agli occidentali 2) i lavori per la costruzione di una nuova fermata di metropolitana proprio sotto al palazzo. Tuttavia l’hotel ci aveva avvisati, per cui eravamo coscienti che ci sarebbe stato un po’ di rumore.. anche se è del tutto sopportabile! Insomma, rapporto qualità/prezzo ok!

Decidiamo di riposarci un po’, dopo tante ore di viaggio, così potremo iniziare la visita di Singapore rilassati!

Mappa alla mano (ne distribuiscono gratuitamente anche in aeroporto), ci dirigiamo verso Fort Canning Park, che subito ci dà un’idea di quanto la vegetazione sia rigogliosa!! Attraverso questo parco arriviamo al Singapore River, zona Claque Quay, e decidiamo di prendere un battello fino al Merlion Park, per cominciare a regalarci qualche scorcio di questa magnifica città, lungo il fiume fino ad arrivare al mare, e soprattutto all’hotel più appariscente della città, il Marina Bay Sands! Arrivati al Merlion, statua simbolo di Singapore, ci dirigiamo verso l’Esplanade Park, ove c’è il teatro a forma di durian, poi verso il quartiere coloniale, passando per il Civilian War Memorial, St. Andrew Cathedral, il Palazzo del Parlamento, Raffles Landing, l’Asian Civilitation Museum..Tutto stupendo! Ci sono molti lavori in corso, scopriremo che durano notte e giorno! Decidiamo di passare la serata nel quartiere Clarque Quay, ricco di ristoranti e locali.. mangiamo cucina italiana al ristorante Ricciotti sul lungofiume.. solo questa…. già ci manca J

La mattina successiva decidiamo di fare un abbonamento di tre giorni per la metropolitana. Costa 20 dollari ciascuno più 10 di cauzione, che viene prontamente restituita nel momento in cui si riconsegna la tessera (se può esservi utile, il tourist pass non può essere fatto in tutte le stazioni ma solo nelle seguenti: CityHall, Bugis, Orchard, Ang Mo Kio, Cangi Airport, Chinatown, Hatbourfront, Raffles Place, Lavender).

Stamattina si visita il magnifico giardino botanico, contenente l’altrettanto, se non più magnifico ancora, giardino delle orchidee (solo quest’ultimo a pagamento, 5 dollari). La fermata della metro è, appunto, Botanic Garden, proprio accanto al Bukit Timah Gate, uno dei cancelli di ingresso al parco.

Ci godiamo per circa 4 ore questa “esplosione” di natura tropicale: attraverso laghetti, piante grasse, palme, bambù, spezie, “the rain forest”, arriviamo al giardino delle orchidee, tutte bellissime e dai colori più stravaganti ed improbabili.. peccato solo non aver trovato quella nera!

Da un parco nel senso classico del termine, decidiamo di passare ad un altro parco supertecnologico, ad una natura “futuristica”: i supertrees dei Gardens by the Bay.

L’ingresso ai giardini è libero, solo per salire sugli alberi si paga un biglietto (5 dollari): alcuni di questi alberi sono collegati da una passerella, da cui si gode una stupenda vista sul parco.. non si può non andareJ

Nei Gardens by the Bay ci sono anche delle serre molto belle.. noi visitiamo la Cloud Forest, serra a 7 piani, ognuno dei quali rappresenta un determinato ambiente naturale. .. è veramente stupefacente!!

Alle 20 in punto siamo pronti sui gradini di fronte al Marina By Sands per vedere il Wonder Full Show, emozionante spettacolo di luci, colori, fontane…vengono proiettate delle immagini che rappresentano la storia della vita.. Le parole non riescono a spiegare cosa si prova.. si è lì, di fronte al mare, con tutti i grattacieli illuminati come sfondo, con le bolle di sapone che ti passano davanti e rendono “magico” questo momento.

Gli altri spettacoli ci sono alle 21.30 e, solo dal venerdì alla domenica, alle 23.

Poiché abbiamo precedentemente adocchiato un ristorante italiano proprio nelle vicinanze del Bayview Hotel (trattoria La Fiandra), decidiamo di provare: ottima scelta!

La mattinata successiva è dedicata all’isola di Sentosa, di fronte a Singapore, che è famosa sia come parco giochi, sia per le spiagge “tropicali”.

Ci sarebbero vari modi per raggiungere l’isola: tramite un ponte pedonale daVivocity oppure una monorotaia, o anche tramite la più caratteristica cable car, per cui optiamo: si tratta di una cabinovia che parte dalla fermata Mrt HarbourFront e, passando sul mare, arriva fino al monte Imbiah, sull’isola di Sentosa: in realtà avemmo voluto usare la cable car solo all’andata e tornare tramite ponte pedonale, ma il biglietto si può fare solo andata e ritorno… quindi ok così!

Il parco ha moltissime attrattive, a volerle fare tutte si spenderebbe un patrimonio, quindi conviene documentarsi un po’ e sceglierne qualcuna!

Noi abbiamo decido di percorrere un pezzo d passerella nella giungla, che parte vicino al punto in cui arriva la cabinovia, poi abbiamo acquistato i biglietti per tre corse con il Luge & Skyride: si scende dalla collina attraverso delle piste nella foresta con una sorta di go-cart e si risale con una seggiovia, con dei caschi protettivi. Il gioco è adatto a tutti, anche ai bambini.. vengono dati dei caschi protettivi e, prima di partire, vengono date delle istruzioni su come frenare/sterzare.

Con la seggiovia si arriva a Siloso Beach, una spiaggia bianca con delle palme e degli isolotti artificiali davanti: a parte il mare (perché comunque ci sono moltissime barche del porto), sembra un paesaggio caraibico. Ci sediamo sotto una palma e ci mangiamo qualcosa… passeggiamo via spiaggia fino all’estremità a nord di Sentosa e andiamo a visitare l’acquario, comprensivo dello spettacolo dei delfini rosa: l’acquario non è male, solo che abbiamo già visitato due anni fa quello di Kuala Lumpur, che è decisamente superiore… quindi non usciamo entusiasti… con il senno di poi sarebbe stato meglio sostituire l’acquario con il MegaZip… una zip-line di 450 mt che dal Monte Imbiah arriva fino ad un piccolo isolotto di fronte a Sentosa: sarebbe stato ben più emozionante J

Con dei piccoli bus gratuiti arriviamo a visitare anche le altre spiagge, Palawan Beach e Tanjiong Beach, l’una più bella dell’altra, soprattutto perché sono molto meno affollate di Siloso Beach.

Sulla prima delle due c’è il punto più a Sud del continente asiatico: attraverso un ponte di legno si arriva su un’isolotto veramente carino!

Verso le 16 decidiamo di tornare in albergo per una doccia rinfrescante!

Ripartiamo poi per la visita dello Skypark del Marina By Sands, al cinquantasettesimo piano, dove c’è anche il famoso locale Ku De Ta, ove è molto piacevole sorseggiare un aperitivo. Lo Skypark è sullo stesso piano della piscina che unisce le tre torri dell’hotel, alla quale però possono accedere solo gli ospiti dello stesso. Si riesce però a vederla.. ci sono molte persone e pensiamo che deve essere molto piacevole rinfrescarsi a quell’altezza, tra le palme, con quella magnifica vista sulla baia!

Al tramonto poi, momento consigliato, è stupendo… c’è un sole rosso rosso che si perde tra i grattacieli! Da lì vediamo anche lo spettacolo delle 20 del Wonder Full, ma forse perde un po’ da così lontano.

Mangiamo qualcosa all’interno del centro commerciale del Marina By Sands e.. è troppo bello… di nuovo lo spettacolo delle fontane delle 21.30.

La mattina successiva ci dirigiamo con la metropolitana al Labrador Park (Labrador MRT), parco che costeggia il mare, dove percorriamo un piacevole sentiero.. ci piace alternare i parchi alla città! In teoria dovrebbero esserci i secret tunnels, dei bunker costruiti dai britannici, che però non vediamo… chissà perché?!

Passeggiando passeggiando arriviamo a Henderson Street, attraversata da una passerella ondulata, Handerson Waves, che congiunge i due parchi del Southern Ridges: Hort Park e Telok Blangah Hill Park. Ci rifocillamo ad un distributore automatico sul ponte e, in un caldo umido pazzesco, arriviamo fino a Point Faber. Da lì, tramite una scalinata nella giungla arriviamo ad una fermata MRT e andiamo in albergo per una meritata doccia.

Dopodiché andiamo a visitare Chinatown, una Chinatown incredibilmente ordinata nonostante la folla, ove visitiamo il suggestivo tempio del dente di Buddha, (tutti i piani sono visitabili e all’ultimo c’è un bel giardino Zen e un’enorme ruota di preghiera, all’interno del padiglione dei diecimila Buddha).

Poi nel perderci piacevolmente tra i vicoli del quartiere ci imbattiamo nel tempio Hindu più antico di Singapore famoso per il coloratissimo portene d’ingresso, il Sri Mariamman Temple.

Brevemente visitiamo anche Little India, che però ci entusiasma meno!

Siamo ormai agli sgoccioli della nostra permanenza a Singapore e tra un giretto e una commissione (riconsegna tessera magnetica MRT per recuperare ben 20$ ciascuno di cauzione), decidiamo di regalarci un’ottima cena presso la trattoria la Filandra. Dopo cena, e a pancia piena, non resistiamo all’idea di un’ultima lunga passeggiata notturna presso Marina Bay Sands passando per il Singapore river e il Clarke Quay… torniamo poi in albergo stremati ma felici e con ancora le mille luci dei grattacieli negli occhi e nel cuore.

20 luglio: di passaggio a Bali

Questa mattina ce la prendiamo con molta calma, ci svegliamo tardi, prepariamo le valigie e alle 12.30 chiediamo alla reception del Bayview Hotel un taxi per l’aeroporto.

L’aeroporto di Singapore è qualcosa di magnifico, il tempo passa velocissimamente, ci sono i videgames, postazioni pc per connettersi ad Internet, si può disegnare, si può sostare nei giardini di orchidee…

Il ns volo per Denpasar- Bali è super puntuale, appena arriviamo dobbiamo fare il visto e pagare a tassa di ingresso (29 € cadauno, ma forse sarebbe stato meglio disporre di 25 dollari americani) .

Cambiamo anche un po’ di € in Rupie e acquistiamo una utilissima Simphaty Card, tessera telefonica utile sia in loco sia per contattare le ns famiglie in Italia.

Ci serve subito per telefonare al driver dell’hotel prenotato (Radiant Hotel) perché l’aeroporto è veramente affollatissimo e non riusciamo a scorgerlo.

Il Radiant Hotel è veramente un’ottima scelta se si deve soggiornare vicino all’aeroporto, dal quale dista 5 minuti di macchina, in quanto si tratta di una struttura molto carina (le camere si affacciano su una piscina nel corpo centrale della struttura).. e si mangia anche piuttosto bene.

Inoltre, l’hotel organizza, compreso nel prezzo della camera, il pick up da e per l’aeroporto.

21-27 luglio: semplicemente Flores, da Ende a Labuan Banjo

Oggi siamo diretti all’isola di Flores con un turboelica della Wings Air.. devo ammettere che a volte prima di partire pensavamo a questo volo e ci veniva quasi da farci il segno della croce… però è stato veramente tutto perfetto, a parte che non viene offerto nulla di nulla, neanche un bicchiere d’acqua.

Facciamo un breve scalo a Labuan Banjo, giusto per caricare qualche turista matto come noi diretto ad Ende…

Quando si atterra ad Ende, ci si trova catapultati in un mondo che è difficile da immaginare, non so neanche dire quali emozioni e quali pensieri ti passano per la testa… arrivare da Singapore, ultramoderna e ultra tecnologica a Flores è sconvolgente! Vivendo quest’isola ci si rende poi conto che è un paese rimasto forse 50 anni indietro rispetto all’Occidente, ove la vita scorre lentamente e semplicemente, ove i bambini giocano insieme spensierati e corrono incontro ai turisti sorridendo e fissando incuriositi le loro macchinette fotografiche… ma poi magari ti ritrovi a sentire la stessa musica e a cantare le stesse canzoni!

All’aeroporto di Ende, all’attesa dei bagagli, dietro i vetri che lo separano dall’isola, tanti locali aspettano i turisti “all’avventura” con impazienza, per organizzare al momento tour di Flores con i loro mezzi.. battono sui vetri per farsi notare, e tu sei lì e ti chiedi dove sei capitato.. ti si vogliono accaparrare a tutti i costi.

Mentre aspettiamo che arrivino le ns valigie, scorgiamo però Florianus detto Flori, la ns guida della Perama Tour, con un cartello con su scritti i ns nomi. Ha una faccetta così simpatica e ci sentiamo rincuorati. L’agenzia è davvero eccezionale, una organizzazione impeccabile, una macchina super nuova, bottigliette d’acqua sempre a ns disposizione, nonchè una guida e un’autista molto discreto e con un’ottima guida, Toti.

La guida ci appare subito come un ragazzo simpaticissimo ed educato, che ci presenta Flores e ci dà qualche prima informazione generale.. ci sentiamo catapultati in un mondo magico….attraversiamo verdi vallate, foreste, montagne. Vediamo bufali, risaie.. centinaia di risaie, mercati locali (il terreno a Flores è molto fertile per cui frutta e verdura sono ottimi e assaggiamo dei mandarini veramente niente male!). Siamo diretti a Moni, piccolo villaggio in una zona montagnosa ai piedi del vulcano Kelimutu, dove pernottiamo al Pondok Hidaya, un posto spartano, ma quella è la qualità media di Flores. Stiamo comunque bene, ceniamo al “piano bar” della struttura, i proprietari hanno una pianola e amano da morire la musica.. cantano a squarciagola e suonano fino a oltre la mezzanotte… per fortuna che crolliamo in un sonno profondo, anche perché domani la sveglia “fa male”.. ore 4, diretti al Kelimutu!

Questo posto è stupendo, il trekking parte di notte da un parcheggio e passa attraverso una strada di montagna (a proposito, a Flores non ha mai fatto eccessivamente caldo… anzi! Nelle zone montuose è piuttosto fresco) arrivando ad un punto panoramico, ove si aspetta l’alba.

Quando le prime luci dell’alba arrivano, si cominciano a delineare sempre meglio i tre laghetti che si trovano nei crateri del vulcano Kelimutu. La particolarità sono i colori dei laghetti, tutti diversi tra di loro.. e nel tempo cambiano colore, a seconda di varie fumarole subacquee! Questi laghetti, secondo le credenze locali, ospitano le anime degli antenati, rispettivamente gli anziani, i giovani uomini e le giovani nubili. La visita viene fatta all’alba perché più tardi è più probabile che i vulcani siano coperti da nuvole. Torniamo all’Hidaya per la ns meritatissima colazione e partiamo per Riung. Abbiamo chiesto alla Perama di includere Riung anziché Ruteng (di solito compreso nel circuito più turistico), perché fortemente incuriositi dal parco marino delle 17 isole.

Si arriva a Riung dopo chilometri di strade molto dissestate, ma per fortuna l’autista ci sa fare alla guida del ns bolide. Facciamo tappa alla spiaggia dei sassi blu, nei pressi di Ende, Pantai Biru. Qui le donne e i bambini raccolgono questi sassi e li dividono per tonalità di blu, forma, dimensione. Vengono rivenduti poi all’estero, anche come ornamenti dei giardini.

Nella ns strada per Riung, ma in generale a Flores, rimaniamo colpiti dalla fila mostruosa alle pompe di benzina: ce ne sono poche, il rifornimento arriva da Bali, per cui quando si deve fare benzina ci si arma di santa pazienza e si attende oltre mezz’ora!

Riung è un villaggio di pescatori, sicuramente nella zona più povera di tutta Flores, alcuni vivono addirittura in palafitte. Gli abitanti sono in genere pescatori e la barca più comunemente utilizzata è quella a bilanciere.

E’ un posto che ci colpisce molto, dato che siamo abituati (anche) ai semafori, al traffico, lo smog. Pernottiamo al Bintang Wisata, una struttura tutto sommato senza infamia e senza lode… se non fosse che il proprietario ci accoglie scalzo e ha i piedi neri ma neri!! Mah… Ceniamo all’unico ristorante del posto, mangiamo pesce, calamari, molto buoni ma purtroppo ci dimentichiamo di chiedere di non mettere salse! La guida ci avvisa che è meglio togliere le chiavi da dietro la porta della camera e chiudersi dentro… ci mette un po’ pensiero questa cosa, ma tutto sommato non è molto diverso da quello che può succedere ovunque. Ovvio che in un posto povero, non è opportuno sfoggiare chissà quali oggetti preziosi… la notte scorre comunque tranquilla.

La mattina successiva partiamo per un tour delle 17 isole, anche se in realtà non sono proprio 17 ma una ventina. Si chiamano così in onore del giorno dell’indipendenza dell’Indonesia (17 agosto).

Ci avviciniamo con la ns barca ad un isola piena zeppa di batfruit, i pipistrelli della frutta, che svolazzano a centinaia tra gli alberi, e rimaniamo ad ammirarli per un po’. Dopo una tappa di snorkeling, approdiamo ad una delle isole del parco marino, che acqua turchese! E’ veramente bellissimo, ci siamo solo io, Fabio, la nostra guida e i due proprietari della barca. La guida ci accompagna lungo un sentiero su per la collinetta dell’isola, da dove si vede un paesaggio stupendo a 360 gradi, l’acqua è veramente trasparente a riva e assume varie tonalità di bu a mano a mano che lo sguardo si allontana. Mentre facciamo questa passeggiata, gli altri due ragazzi preparano un tonno (pescato poco prima) al barbecue eccezionale! Dopo pranzo girovaghiamo un po’ sulle spiagge dell’isola, ci facciamo qualche altra foto d’obbligo, e siamo pronti per un altro giro di snorkeling (in realtà non eccezionale), prima di tornare a Riung.

Soddisfatti della mattinata, siamo pronti per ripartire per Bajawa, con fantastica sosta alle Hot Springs. Si tratta di sorgenti termali naturali, dove si incontrano due fiumi, uno di acqua calda (le sorgenti sono a 40 gradi) e uno di acqua fredda, creando ovviamente un fiume di acqua tiepida. Il fiume di acqua calda, tale perché proviene dalla camera magmatica del vulcano, crea delle cascatelle dove si fa un idromassaggio da sogno. Per cui, insieme anche alla guida e all’autista, ci godiamo questo particolarissimo posto.

Ci sono molti locali, fanno il bagno vestiti, e qualche turista, per lo più francese. Di italiani ne incontriamo veramente pochi un tutta Flores. Ci asciughiamo un po’ alla meglio e ci dirigiamo a Bajawa, il ns hotel è L’Edelweis, che finalmente si avvicina decisamente ai ns standard (bagno escluso! Non si capisce perché non si divida in qualche modo la doccia dal resto del bagno…). Cenetta davvero niente male ad un ristorante di fronte all’albergo!

Andiamo a letto piuttosto presto perché la strada per Labuan Banjo è davvero lunga e dobbiamo svegliarci molto presto domani.. tanto per cambiare.

Quello che visitiamo la mattina successiva ci colpisce tantissimo, non avremmo mai immaginato si potesse vivere così… parliamo del villaggio tradizionale Bena, dove vive l’etnia ‘Ngada, avvolto nella nebbia e da una leggera pioggerellina che si sposa bene con l’ambiente. Bena è importante per il culto degli antenati, della famiglia e dei figli, per la cultura megalitica, ci sono infatti delle tombe megalitiche che, alte e appuntite, rappresentano il legame tra i vivi e gli antenati. Il centro del villaggio è l’area protetta che rappresenta la fertilità della famiglia così come della terra. Tutto intorno ci sono le “case” dei locali, fatte di paglia e bamboo, quelle delle famiglie più importanti sono contrassegnate da un pilastro con una fila di corna di bufali che sono stati sacrificati durante le cerimonie funebri o anche celebrate in occasione dell’acquisto di una nuova casa. Sul tetto della casa del capo clan vi è il simbolo di un uomo, a voler rappresentare il suo compito di mantenere unita la famiglia. Le donne espongono fuori le porte delle loro case, dei tessuti colorati (detti ikat), per la vendita. Alcune masticano una radice rossa e quando ti sorridono hanno labbra e denti completamente bordeaux. I bambini giocano tra di loro a campana nella polvere.. sembrano tutti così sereni.. veramente un altro mondo!

Il percorso per Labuan Banjo è davvero lungo ma facciamo tante soste interessanti.. probabilmente quest’ultimo tratto di Flores è il più “modernizzato”, dai panni stesi sui cespugli si passa ad una sorta di stendini, dalle case di paglia e dai tetti in eternit comincia ad apparire il cemento… non ci sono più persone che si lavano nei fiumi. Insomma, si capisce che la zona di Labuan Banjo e il parco nazionale di Komodo è indubbiamente quella più sviluppata e turistica.

Dopo Bena c fermiamo a visitare una distilleria dove si produce l’Arak, un liquore tipico, un lago, un altro villaggio tradizionale, delle stupende risaie di Cancan, a forma di ragnatela, probabilmente le più straordinarie che abbiamo visto!

Arriviamo verso sera ad un hotel veramente stupendo, al di là di ogni ns più rosea aspettativa, l’Hotel Laprima di Labuan Banjo, con un ottimo ristorante. La stanza è veramente spaziosa e pulita.. e il bagno poi… ha una parete trasparente e una vasca da bagno! Accessori di ogni tipo… questo si che è lusso… bene, ci rilassiamo per essere pronti il giorno dopo per la gita più emozionante di tutto il viaggio: la crociera di due giorni nel parco nazionale di Comodo, organizzata sempre dalla Perama Tour. Quanto tempo prima di partire abbiamo pensato ai draghi di Komodo! E ora finalmente siamo arrivati al momento di incontrarli.

La mattina del 25 luglio saliamo a bordo di una barca di una dozzina di metri, tutta per noi..e l’immancabile Flori più tre membri dell’equipaggio.

Durante il tragitto per Rincha Island prendiamo il sole sul tetto della barca e avvistiamo le tantissime isole dell’arcipelago, in gran parte disabitate. Arriviamo a Rincha Island e siamo molto emozionati… Entriamo nel parco e, mentre ci dirigiamo verso le casette dei ranger, cominciamo a vedere, prima da lontano, poi sempre più in primo piano, qualche dragone semi-dormiente e anche qualche scimmietta! Il ranger ci chiede se vogliamo fare lo short trail, il medium o il long, scegliamo il medium.. ma perché?! Avremmo dovuto fare il long:)! Una volta che ci siamo… Il tour dell’isola non si può fare da soli ma soltanto, appunto, accompagnati dai ranger (e ovviamente da FloriJ), muniti di bastoni biforcuti (contro eventuali attacchi dei dragoni?! Mah..) e che ci forniscono tante interessanti informazioni sull’isola e suoi “abitanti”. La ns guida ci spiega che i dragoni possono essere lunghi fino a tre metri e pesare fino a 100 kg, possono correre fino ad 80 km/h e vivere fino a 50 anni. I draghi di Komodo hanno dei particolari batteri nella saliva, in genere attendono con molta tenacia che le loro prede, come cinghiali, bufali, cervi ecc, si addormentino e poi li mordono, attendendo anche per alcuni giorni che muoiano. Cacciano da soli ma banchettano tutti insieme. Proteggono le loro uova ma quando nascono i piccoli tentano di mangiarli tanto che i baby Komodo sono costretti a vivere sui rami degli alberi fino a verso i tre anni di età.

Percorriamo un bellissimo sentiero nella savana, fa molto caldo ma c’è vento. Rincha ha una vegetazione molto bassa, pochi alberi, solo palme. Arriviamo su una collinetta da dove c’è una vista mozzafiato, un mare così turchese! Ci facciamo un sacco di foto. Scopriamo che la gente del posto ha il pallino di farsi le foto con i turisti. Incontriamo un gruppo di ragazzi di Bali, in gita, e non ci lasciamo più andar via.. vogliono avere tutti una foto con noi.. chissà perché?! Ci capiterà molte altre volte anche a Bali, ogni tanto qualcuno ti ferma e molto cortesemente ti chiede qualche scatto insieme!

Rincha Island ci ha veramente soddisfatto! Risaliti sulla barca, che ci attende nel porticciolo, siamo diretti a Pink Beach, detta così per il colore tendente al rosa del bagnasciuga.

Lo snorkeling qui è veramente soddisfacente, vediamo dei coralli bellissimi, un calamaro e una tartaruga. L’acqua però è un po’ freddina e io mi devo necessariamente stendere un po’ al sole!

L’unica cosa che un po’ ci “disturba” durante la crociera è che appena approdi in qualche porticciolo o ti avvicini a riva, arrivano dei bambini (ma anche degli adulti) del posto con delle barchette e cercano a tutti i costi di venderti i loro souvenir, tentano anche di salire sulla barca… e a quel punto decidiamo, per stare più tranquilli, di chiudere a chiave la porta della ns cabina e di nascondere la chiave nella borsa delle pinne!

Dopo lo snorkeling, si getta l’ancora in una baia riparatissima vicino a Kalong Island. Il mare è piatto, arrivano altre 5/6 barche che passeranno come noi la notte in baia. Ceniamo e poi ci distendiamo ad osservare un bellissimo cielo stellato.

Una serata stupenda, ma non una nottata, perché Fabio verso mezzanotte si sveglia un po’ solleticato sulla gamba.. a causa uno scarafaggio rosso gigante! Alla fine della lotta testa a testa Fabio avrà la meglio. Che strano però, prima di coricarci abbiamo passato in rassegna la cabina e i letti ed era tutto pulito.. chissà forse la finestra che non si chiudeva bene…

Riprendiamo sonno a fatica e la mattina successiva, alle 6 l’equipaggio riaccende la barca e, fatta colazione, ci dirigiamo a Komodo Island, dove arriviamo alle 7.30 del mattino, per incontrare nuovamente i dragoni.

Komodo è un’isola stupenda, un documentario a cielo aperto, la vegetazione è più fitta rispetto a Rincha, scegliamo il trekking lungo stavolta, per un totale di circa 4 km percorribili in un paio di orette, sempre con un ranger che ci spiega, più o meno, quanto ci ha già detto la guida di Rincha.

Avvistiamo subito un paio di dragoni all’inizio del sentiero, in particolare una femmina di 25 anni bella grossa, che ci fermiamo ad osservare mentre cammina lentamente e ci guarda con la coda dell’occhio, e mentre tira fuori la lingua biforcuta da una bocca piena di bava. Da lontano un cinghiale e un cervo la tengono sott’occhio, immobili. Camminare lì è stupendo e, a posteriori, rimarrà l’escursione più bella di tutta la vacanza. E’ tutto un susseguirsi di particolari che ci stupiscono: vediamo, infatti, le orchidee selvatiche sui tronchi delle palme (la guida ci dice però che la miglior fioritura è nella stagione delle piogge, durante il ns inverno), ascoltiamo e riusciamo a vedere con lo zoom della macchinetta fotografica un pappagallo bianco e giallo su un albero, vediamo l’albero della zucca selvatica, un altro albero che produce semi simili alle noccioline, dicono commestibili, una strana lucertola con un collo colorato.. la guida e flori ci dicono che siamo stati fortunati a vedere i dragoni all’inizio del sentiero (ma neanche uno successivamente), perché non è certo che si possano incontrare. Un altro gruppo di turisti infatti non ne ha visti. Ci viene anche spiegato che fino ai primi anni 90 i guardiani dell’isola davano da mangiare animali già morti ai draghi, ora invece, per non impigrirli troppo, non è più così e si procurano cibo solo autonomamente.

Ci viene anche detto che nell’isola, come nel resto dell’Indonesia, ci sono serpenti anche velenosi come il mamba verde o il cobra ma – fortunatamente – escono dalle tane soprattutto nella stagione delle piogge. Durante tutta la vacanza non ne vediamo neanche uno infatti! Prossima tappa è il Manta Point, una zona in mezzo al mare un po’ correntosa (niente di sconvolgente comunque) ma di mante neanche l’ombra. Ricordo infatti di aver letto da qualche parte che le mante si possono avvistare solo nel periodo delle piogge, da novembre a febbraio esattamente, ma se ci sono le mante ci sono i serpenti e in realtà io non voglio vedere né mante ( mi fanno un po’ senso) né serpenti, quindi a posto così!

Ultima tappa della crociera è Bidibari Island per lo snorkeling, poi si rientra a Labuan Banjio per le 16. E’ stata una splendida esperienza, lotte con insetti a parte, che ci sentiamo di consigliare a chiunque abbia un po’ di spirito di adattamento e ami la natura e il mare. A malincuore è arrivato il momento di congedarci dalla nostra guida, è stata veramente un’ottima guida e un simpatico compagno di viaggio, molto preparato sulla cultura locale, che ci è stato sempre vicino e ci ha fatto sentire a casa in un posto così “lontano” da noi… Il driver dell’Hotel Laprima, dove abbiamo prenotato anche l’ultima notte a Flores, ci viene a prendere al porto e ci porta in hotel.

Qui ci aspetta una piacevole sorpresa: in reception ci dicono che è disponibile una camera di livello superiore, la Deluxe, allo stesso prezzo già pagato tramite la Perama..,uno spettacolo!! Una stanza enorme, con due delle quattro pareti completamente di vetro, e una vista sulla baia e sul parco nazionale di Komodo, dove ci godiamo uno dei tramonti più rossi e più romantici della ns vita.

Ceniamo sempre nel ristorante dell’hotel, che peccato andarsene da qui, veramente bellissimo e confortevole!!

27- 30 luglio: affascinante Bali

Alle 8.30 abbiamo il volo della Wings Air per Denpasar, arriviamo verso le 6,30 ma l’aeroporto apre con molta calma verso le 7.

Il volo anche stavolta è puntuale e, arrivati a Bali, abbiamo appuntamento con il fantastico Kade di Bali Fantastic Tour.

In realtà il referente per gli italiani di questa agenzia turistica locale è Victor, una persona veramente squisita che ci ha riempito, nella fase organizzativa del viaggio, di consigli di ogni genere, che ci ha contattati telefonicamente per chiarire ogni ns dubbio e rispondere ad ogni ns domanda (così come la referente della Perama Tour, Diana, per Flores.. siamo stati davvero fortunati nella organizzazione fai da te di questi viaggio!).

Kade è simpaticissimo, parla molto bene l’italiano perché ha vissuto svariati anni in Italia, è lui che ci organizza il pick up per Ubud e i tour dei due giorni successivi a Bali.

Con lui ci si sente al sicuro, nel senso che si ha possibilità di contattarlo in qualsiasi momento per qualsiasi evenienza.. lui c’è!

Bali ci appare subito come molto trafficata ed incasinata rispetto alla più tranquilla Flores, appare evidente che è più turistica e ci sono molti più italiani.

A Ubud abbiamo prenotato una bella camera all’hotel Jati 3, sinceramente è un vero peccato che una struttura così bella, con una camera enorme con vista sulla foresta dove scorre un fiume, poi si perda in certi particolari: la camera non pronta a metà mattinata, nonostante ce ne fossero varie libere, la lampada del comodino rotta, le batterie del telecomando dell’aria condizionata non funzionanti, il bagno non troppo pulito, alcune formiche che passeggiano allegramente sul cuscino di uno dei due letti matrimoniali, la colazione poco varia…Insomma, a volte è un po’ scoraggiante questo Jati 3, comunque cerchiamo di pensare ai lati positivi anziché ai particolari, dunque alla camera, alla vista dal terrazzo, alla posizione centrale della struttura. Per pranzo, avendo avvistato un ristorante- pizzeria italiano, sentendo una certa mancanza della ns cucina, andiamo a mangiare una buona pizza al ristorante Mamma Mia. Dopo pranzo la camera è finalmente pronta… per email avevo chiesto se fosse possibile una stanza ai piani superiori e ovviamente, nonostante ce ne fossero di libere, ce ne danno una al piano seminterrato! Fortunatamente, riusciamo a cambiare con un’altra stanza in un piano intermedio, molto meglio. Nel pomeriggio gironzoliamo un po’ per la Monkey Forest, ove vivono tantissime scimmiette! Molto carino il posto, ci sono tantissimi turisti, ma dicono che ad agosto sia molto più affollato! Andiamo poi a vedere il Palazzo reale, un mercatino locale pieno zeppo di souvenir, che naturalmente acquistiamo! Carina Ubud, c’è tantissima gente e molti italiani.

Per i due giorni successivi abbiamo prenotato due escursioni con Bali Fantastic Tour. Ci viene dunque a prendere la ns guida, che si fa chiamare Ugo e parla molto bene l’italiano. I tour sono organizzati più o meno come a Flores, sia con un’autista che con una guida tutti per noi, solo per noi. Il ns primo tour è volto alla esplorazione del centro di Bali. In primis assistiamo ad una tipica danza balinese Barong e Kriss a Batubulan: sembra in parte una danza in parte teatro, in particolare la danza in costume rappresenta l’eterna lotta tra il bene (Barong) e il male (il demonio Rangda).. molto suggestivo! Andiamo poi in un negozio dove alcune donne dipingono il Batik: sono molto brave e pazienti, la lavorazione del batik si basa infatti su un processo piuttosto lungo, dal momento che si deve disegnare sulla stoffa, coprire i disegni con la cera, ripassare il colore, eliminare la cera ponendo la stoffa in acqua bollente, lasciare asciugare.. Comunque questo negozio vende cose molto carine, peccato non aver acquistato anche qui un souvenir.. pentimento!

Prossima tappa è una tipica casa balinese a Batuan, aperta al pubblico.. molto caratteristica.. quello che non mi piace molto è come vengono tenuti i galli da combattimento, in gabbia dove entrano a mala pena, per abbrutirli.. poverini! Diciamo che in generale il trattamento degli animali a Bali fa rabbrividire un po’, come quando si vedono i polli trasportati in un gabbie minuscole sopra a dei camioncini tutti costipati, o le vacche che sono legate con corde molto corte e non possono nemmeno fare un passo… Questo proprio non ci piace!

Visitiamo poi il tempio Pura Desa Batuan dedicato al Dio Brama: per entrare nei templi bisogna indossare qualcosa che copra completamente le gambe, e quindi all’ingresso si affittano dei parei tutti colorati.. che fanno proprio “Bali”! Nel tempio suoniamo anche degli strumenti musicali esposti nel giardino interno.

A seguire, le fantastiche risaie a forma di terrazzo di Tegalalang, patrimonio protetto dall’Unesco. Sono enormi e facciamo un breve passeggiata con Ugo per vedere alcuno scorci interessanti.

Ci dirigiamo poi in un ristorante con una terrazza panoramica sul lago e vulcano Batur. al ristorante il pranzo è “all you can eat”, ci sono dei cibi tipicamente asiatici deliziosi. Purtoppo però c’è una fitta nebbia che avvolge il vulcano e solo in alcuni momenti riusciamo a scorgere la colata nera di lava. Peccato per la scarsa visibilità!

Ora ci aspetta la visita alle piantagioni di caffè e cacao, con relativa degustazione. Ci viene spiegato il processo di lavorazione del caffè. In particolare, Ugo ci parla del caffè “cacato”… inizialmente pensavamo di aver capito male, invece è proprio cacato! Ossia la mangusta mangia i semi del caffè, ne digerisce solo la buccia e “caca” il seme, che poi viene lavorato e bevuto. Sembra che tale caffè sia più pregiato rispetto agli altri, ma.. non ce la possiamo fare.. non lo assaggiamo! Degustiamo però tutti gli altri tipi di caffè e thè che ci vengono offerti. Compriamo anche il caffè-cacao da riportare a casa, ma non c’è niente da fare, non è proprio la stessa cosa! Qui a casa sembra digerito da una mangusta! Molto suggestiva la successiva tappa: il tempio della purificazione di Tirta Empul a Tampak Siring: molto locali fanno delle offerte agli Dei (può trattarsi di frutta, fiori, biscottini) e si mettono con la testa sotto dei getti di acqua fredda, per realizzare appunto la loro purificazione. Arriviamo, infine, a Tengkulak Kaja, per visitare la grotta dell’elefante Goa Gajah, un’enorme grotta a forma di elefante appunto. La giornata è stata molto ricca ed interessante. Per cena andiamo a mangiare ad un ottimo ristorante italiano di Ubud, una pizza veramente squisita!

Per il giorno successivo abbiamo in programma un tour fino al lago di Beratan. Visitiamo il coloratissimo mercato della frutta e verdura di Candi Kuning: qui assaggiamo un frutto di cui ignoravamo finora l’esistenza e dal sapore fantastico: il mangustino! Veramente ottimo! Arriviamo ai laghi gemelli di Danau Buyan e Tambligan e ci fermiamo ad un bar con vista sugli stessi, per sorseggiare un buon thè.. qui l’aria è piuttosto fresca, da giacchetto! C’è un tipo con degli animaletti tipo un pitone, un’enorme iguana, un pipistrello. Ci chiede se vogliamo fare delle foto con i suoi “amici”.. ma si, perché no?! Peccato che una volta postate le foto sulle ns pagine Facebook, i ns genitori si siano un po’ allarmati, non sapendo che gli animaletti avevano un proprietario.. mah, a noi sembrano così innocui… Successivamente ci dirigiamo alle cascate di Munduk, volendo si può fare il bagno… Volendo, ma fa freddo!! La temperatura è di 18 gradi. Prossima tappa è il tempio sul lago di Pura Ulun Danu Beratan: è un posto incantevole, ci sono moltissime persone, sia locali che turisti.. Ad un certo punto Fabio sparisce, e io e Ugo ci accorgiamo che è stato “catturato” per fare delle foto con una famiglia balinese. Ci sono delle ballerine balinesi, un giardino bellissimo pieno di piante. L’ultimo stop è alle risaie di Jati Luwih, molto belle, peccato per una pioggerellina che non la smette più! Non abbiamo detto finora che nelle risaie possono esserci dei sanguisuga, per cui non è bene sguazzare nell’acqua! Soddisfatti anche oggi della giornata, non possiamo resistere alla tentazione di un’altra cenetta allo stesso ristorante italiano di ieri. Rincasiamo comunque prestino, perché domani abbiamo appuntamento alle 7 per il pick up della Ocean Star, che ci porterà alle isole Gili, e dobbiamo ancora preparare le valigie..… è arrivato il momento di rilassarci al mare.

L’unico neo di Bali è non aver avuto molto tempo a disposizione per visitarla.. si sa le ferie funzionano come le coperte corte, ma sicuramente sarebbe stato interessante visitare anche la zona costiera, le onde, il surf, il tempio di Pura Uluwatu.. chissà magari in futuro..:)

30 luglio – 4 agosto: nuotando con le tartarughe a Gili Trawangan

Oggi il pick up della Ocean Star prevede il trasferimento, in pulmino con altri turisti, fino al porto di Padang Bai, da dove parte la speed boat per le isole Gili, con prima tappa a Gili Air e poi Gili Trawangan. Le Gili (pronuncia Ghili) sono tre isole nella parte nord-occidentale dell’isola di Lombok, partendo dalla costa si incontrano rispettivamente Gili Air, Gili Meno e poi Gili Trawangan. Io e Fabio optiamo per quest’ultima per alloggiare perché è la più grande e la più mondana, a posteriori è stata un’ottima scelta perché se si vuole si raggiunge la parte più movimentata, che è poi quella del porticciolo, altrimenti si scelgono angoli più appartati e tranquilli. Diciamo che il momento dello sbarco non è proprio dei più comodi, ci chiediamo infatti come possa una persona non proprio agile riuscire a mettere piede sull’isola.. innanzitutto non si va al molo del porticciolo, ma direttamente sulla spiaggia.. e poi bisogna camminare in equilibrio precario sul bordo della barca, con bagaglio a mano al seguito, dopodichè si salta in spiaggia! Le valigie vengono passate dall’equipaggio dalla stiva direttamente in spiaggia. Appena si arriva ci sono tantissime persone, i proprietari dei carretti chiedono ai turisti se necessitano di “aiuto”… insomma sembra tutto così incasinato, però divertente! La struttura che abbiamo scelto è super-azzeccata: il Blu D’Amare di Alessandra e Moreno, con due bellissimi bimbi.. qui sembra proprio di essere rientrati in Italia, anche per la forte presenza di connazionali. la struttura è situata a nord del porticciolo, in un tratto di mare dove ci sono molte tartarughe, ogni volta che si fa il bagno se ne incontra qualcuna. Inoltre, su queste isole non ci sono macchine o motorini, solo biciclette o appunto i carretti trainati da cavalli.

Arriviamo per l’ora di pranzo e ci adattiamo subito e tranquillamente ai ritmi e alle abitudini dell’isola. Trascorriamo 5 giorni veramente piacevoli.. facciamo fin da subito amicizia con due simpaticissime ragazze di Milano, Alessandra e Chiara, una coppia di Tivoli, Nicoletta e Roberto, con cui scopriamo subito di condividere la passione per i viaggi , e anche altre persone. Facciamo subito un giro perlustrativo dell’isola, dirigendoci verso la parte nord: qui l’acqua è veramente trasparente, anche se nel pomeriggio la bassa marea rende difficile la balneazione. Questa è la parte più tranquilla dell’isola, a mano a mano che ci si allontana dal porticciolo infatti ci sono meno persone e si possono trovare spiagge con pochissima gente. Che pace! Che silenzio! C’è un baretto appunto al nord di Gili T. con un cartello con su scritto “Just another day in Paradise” ed in effetti, guardandoti intorno, è proprio il primo pensiero che viene in mente. Ci sono delle altalene in acqua e dei bar con dei tavoli su delle palafitte in mare. Tornado invece, nella zona del porticciolo, si concentrano tutti i localini, le persone, i negozi di souvenir, ristoranti, la musica.. ce n’è per tutti i gusti! Di sera qui c’è anche il mercato del pesce, che viene cucinato nelle bancarelle .. non lo abbiamo provato, diciamo perché siamo stati un po’ attenti alla pulizia.

Il primo giorno alle Gili facciamo una lunga camminata lungo tutto il perimetro dell’isola, ci vogliono circa un paio di ore, veramente carino!

Il giorno successivo ci organizziamo con Nicoletta e Roberto e un’altra coppia per uno snorkeling trip delle Gili, decidiamo di non utilizzare la barca pubblica perché ci viene spiegato che porta circa una trentina di persone.. e vogliamo stare più tranquilli! Certo, lo snorkeling non è proprio spettacolare come in altre parti del mondo, ma comunque è piacevole e ci divertiamo molto!

Purtroppo il ristorante della struttura ricettiva in cui alloggiamo, di cui avevamo letto solo commenti positivi, in questo periodo è chiuso per ferie e allora Alessandra ci consiglia il ristorante del Danima Resort.. ottimo!

Le giornate scorrono veramente in relax, ci si rilassa al Blu D’Amare, si mangiano le buonissime bruschette di Ale e Moreno, si passeggia, si nuota tra le tartarughe, si affittano le biciclette e si fa il giro dell’isola (attenzione: nella parte nord è faticosissimo pedalare, perché la strada in molti tratti è di sabbia!), si provano i vari ristoranti dell’isola: degno di nota è il Beach Club, dove si sceglie il pesce e te lo cucinano al momento e anche la pizzeria italiana “Il Pirata”. Con la bici troviamo molto carino andare al “Sunset Point”, appunto al tramonto: che bel rosso il sole che si nasconde dietro il mare! Ci regaliamo anche un massaggio in un centro di Gili, andiamo con i ns amici di Tivoli.. Beh gli altri rimangono soddisfatti.. io, sarà che ho la schiena bruciacchiata, sarà che ho un taglio da corallo sotto il piede, sarà che non mi piace quando mi toccano i capelli, ma direi che non riesco proprio a rilassarmi.. peccato! I cinque giorni sono stati veramente piacevoli, ci siamo riposati e rilassati, esattamente come volevamo dopo un tour abbastanza “complesso”, siamo molto soddisfatti. Il momento dell’imbarco è “emozionante” come quello dello sbarco.

Praticamente dalle 10,30 circa siamo già davanti all’ufficio della Ocean Star, dove consegniamo le ns valigie e.. aspettiamo! Vediamo arrivare, caricare i turisti e ripartire per Bali praticamente le barche di tutte le compagnie… ad un certo punto ci preoccupiamo anche un po’.. ma dov’è la Ocean Star? Attendiamo fino alle 12,30, ovviamente la barca non arriva al molo ma in spiaggia. Risaliamo e ripercorriamo, nel senso opposto, lo stesso bordo della barca con lo stesso zaino addosso (anzi con uno zaino più pesante per via degli acquisti) e riusciamo finalmente a sederci e ripartire..

Dal momento che nel tardo pomeriggio abbiamo il volo di ritorno per l’Italia da Denpasar, ci chiediamo cosa succederebbe se per qualche motivo si rompesse la barca… quando ad un certo punto vengono spenti i motori e rimaniamo in mezzo al mare a dondolare tra le onde… Nel giro di qualche minuto ci chiediamo quanto possa costare comprare un nuovo biglietto aereo.. ma per fortuna c’è solo un motore dei 4 non funzionante e si riparte. Quando mettiamo piede a terra tiriamo un sospiro di sollievo.. saliamo sul pulmino della compagnia che ci porta in aeroporto in perfetto orario.. e si ritorna a casa, con una nuova e splendida esperienza negli occhi e nel cuore.

Selemat Jalan (arrivederci) Indonesia! E’ stato stupendo…

Ps se volte contattarci, per qualsiasi info, la ns email è: alefabio.tg@libero.it.



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