Singapore, Borneo e Kuala Lumpur
Abbiamo scelto di volare con la compagnia Emirates che al momento della prenotazione (marzo) era quello con il rapporto prezzo/orari di partenza e arrivo migliore. Abbiamo fatto scalo a Dubai spezzando così il lungo viaggio in due tratte di 6 ore. Comfort a bordo discreto, abbiamo molto apprezzato gli schermi TV individuali e la programmazione di film anche in italiano.
La nostra prima tappa è stata Singapore, città molto fotogenica e multiculturale. Abbiamo alloggiato all’hotel Pan Pacific che si trova nella zona della baia. Grande hotel con un servizio impeccabile. Si può spuntare un buon prezzo prenotando in anticipo su internet. Cara ma ottima la colazione con grande varietà di piatti della cucina orientale e occidentale. La posizione è ottimale per visitare la zona della baia, la metropolitana è a cinque minuti a piedi. Abbiamo visitato tutta la città utilizzando il servizio bus Hop On Hop Off che con tre itinerari copre tutta la città: la baia, la zona coloniale, Chinatown, Little India, i Giardini Botanici. In due giorni interi siamo riusciti a visitare quasi tutto più il Museo sull’Asian Civilisations che merita sicuramente una visita.
Abbiamo sempre pranzato e cenato nelle bancarelle lungo la strada o all’interno dei centri commerciali dove c’è sempre un Food Court a prezzi veramente economici.
Da Singapore siamo volati nel Borneo con la compagnia Air Asia, economica e puntuale. Per alcuni voli interni abbiamo usato anche Air Malaysia con tratta in offerta se acquistate su internet.
Prima tappa il Sarawak, Kuching. Qui abbiamo alloggiato per due notti all’hotel Pullman. Ottimo rapporto qualità/prezzo, stanza e bagno ampio, nuovo e pulito. Kuching è una città graziosa, che si visita comodamente a piedi in una mezza giornata. Da non perdere una passeggiata lungo il fiume una visita ai negozi lungo Central Market addentrandosi magari anche nelle viuzze laterali e una cena al Top Spot (sulla Lonely Planet è indicato con precisione). Abbiamo mangiato gamberoni alla griglia, verdure, riso e calamari fritti per un totale di otto euro. Consigliato lo stand numero Sei. Non prendetevi paura del caos, quando vedono che siete stranieri, vi aiutano con l’ordinazione e vi trovano un tavolo.
L’altra giornata l’abbiamo passata al Bako National Park con escursione organizzata della Borneo Adventure. La particolarità del parco è che ci si arriva esclusivamente in barca partendo da un villaggio di pescatori. L’escursione è stata faticosa per il clima umidissimo e caldo e il trekking abbastanza pesante in mezzo alla foresta. Di animali se ne vedono pochissimo. Soprattutto le scimmie nasiche stanno nascoste sui rami più alti ed è molto difficile individuarle. Ottima l’organizzazione della Borneo Adventure con guida competente, piccolo gruppo e molta puntualità.
Da Kuching siamo andati nel Sabah atterrando a Sandakan. Questa parte del viaggio l’abbiamo organizzata con l’agenzia locale Borneo Eco Tours scegliendo un itinerario che comprendeva due notti sul Kinabatangan e due notti nella Danum Valley. E’ l’unica agenzia che abbiamo trovato che facesse tutti e due i parchi. L’agenzia l’abbiamo contattata qualche mese prima di partire e abbiamo organizzato tutto via posta elettronica. All’arrivo a Sandakan ci attendeva un taxista con una busta contenente tutte le istruzioni e molti opuscoli informativi. L’organizzazione è stata buona e tutto è filato liscio. L’unico neo è stata la carenza di informazioni in loco, nel senso che non abbiamo avuto una guida fissa con noi per tutti e cinque i giorni, ma venivamo affidati alla guida dei vari lodge.
La prima notte abbiamo soggiornato al Sepilok Nature Resort, tanti bei chalet immersi in una folta vegetazione. E’ qui che abbiamo visto i primi buceri e abbiamo fatto il ns primo safari notturno a piedi. Si vedono tanti insetti e uccelli notturni, ma per me è stato un po’ inquietante per la paura di pestare serpenti, formiche velenosi o sanguisughe. Non eravamo ancora attrezzati con i famosi “leech socks” e infatti un paio di sanguisughe ce le siamo prese.
La mattina dopo con un po’ di ritardo ci sono passati a prendere dal lodge in pullman per andare al Kinabatangan facendo però prima una sosta al Sepilok Rehabilitation Centre per vedere gli orangutango. Purtroppo ne abbiamo visto solo uno con il cucciolo. C’erano con noi altre persone che però non hanno proseguito con noi il viaggio e abbiamo scaricato lungo il percorso. Abbiamo pranzato con altre due coppie rimaste sul pullman in un ristorante cinese sul porto Sandakan e poi con un grosso motoscafo ci hanno portato al Sukau Rainforest Lodge. L’accoglienza al lodge è avvenuta con un briefing del direttore che in un inglese molto stretto e colorito ha spiegato a tutti l’organizzazione della giornata e di quella seguente al lodge. Naturalmente, tutti quelli che non erano di lingua madre inglese hanno faticato parecchio a capire l’organizzazione. Siamo riusciti a individuare la ns guida, che nessuno ci aveva presentato, e lui cortesemente ci ha spiegato meglio il tutto. Il programma prevede una crociera sul fiume alle 18,30, la cena, un’uscita dopo cena sempre sul fiume e il giorno successivo crociera all’alba, uscita a metà mattina con breve escursione anche a piedi, pranzo e nuova uscita prima di cena. Lo scenario sul fiume è davvero spettacolare a tutte le ore del giorno e le uscite non sono faticose perché fatte sempre in barca. Si avvistano tanti uccelli, iguane e scimmie sugli alberi, coccodrilli. Peccato non aver visto i piccoli elefanti del Borneo ma ci sarebbero anche quelli. Il lodge è grazioso e le stanze sono state rinnovate di recente e sono molto accoglienti. Il pranzo e la cena vengono servite nella terrazza sul fiume e la sera si indossa il sarong che ti fanno trovare in camera. Da lì ci siamo poi trasferiti alla Danum Valley. La guida ha accompagnato solo noi due ad una breve visita alle Gomatong Caves e poi a Lahad Datu dove ci ha lasciato in un ristorante per il pranzo e poi ci ha accompagnato agli uffici della Borneo Nature Tours che gestisce il lodge nella Danum Valley. Questa agenzia ci ha fatto un’ottima impressione e avendola conosciuta prima avremmo organizzata il viaggio con loro invece che con la Borneo Eco Tours. Il personale ci ha accolto molto gentilmente, ci ha illustrato nel dettaglio le caratteristiche del parco, del lodge e il percorso fino alla Danum Valley di due ore e mezza su una strada non asfalta abbastanza accidentata. All’arrivo si viene accolti dal personale del lodge che ha già in mano le chiavi della camera e ti presenta la guida che ti seguirà per tutti e due giorni. Tutta un’altra organizzazione rispetto al lodge sul Kinabatangan. Gli chalet sono molto ampi e belli con terrazza vista fiume. Ottimo il ristorante con servizio a buffet per la colazione, il pranzo e la cena. Veramente spettacolare la natura, difficile però avvistare animali in uno spazio così immenso. Le guide sono tutte professionali, molto preparate e competenti su qualsiasi pianta o animale della giungla. Rispondono a qualsiasi domanda. Anche qui sono previste diverse uscite al giorno, più impegnative rispetto a quelle sul fiume perché sono tutte a piedi e in un clima umidissimo, completamente coperti per paura degli insetti, piante velenose e sanguisughe.. Bisogna prevedere di fare più docce al giorno e di portare tante cambi soprattutto di magliette che non si asciugano. Le scarpe si infangano facilmente. Non comprate i “leech socks” prima di partire; tutti i lodge li vendono a prezzi irrisori (3-4 euro il paio).
L’ultimo giorno, dopo l’uscita mattutina e il tempo di una doccia veloce e del pranzo, ci hanno riportato all’aeroporto di Lahad Datu. Destinazione Kota Kinabalu. La città non offre granché, ma è un buon punto di partenza per diverse escursioni in zona e per le isole del Abdul Ramhan National Park. Abbiamo passato solo una notte a KK giusto il tempo per una puntata al fornitissimo mercato dell’artigianato (prezzi molto convenienti, c’è di tutto) per poi imbarcarci per Pulau Gaya. Abbiamo soggiornato tre notti al Bunga Raya Beach Resort, bellissimo resort nascosto tra gli alberi su una spiaggia bianchissima. I bungalow hanno tutti una veranda esterna, sono molto grandi e molto belli immersi in una natura fin troppo rigogliosa, il servizio è quasi impeccabile. Abbiamo passato delle belle giornate fra la spiaggia (l’acqua del mare è sempre calda) di sabbia bianca, la bella piscina a sfioro e la Solace Spa dove abbiamo provato la reflessologia plantare e il massaggio collo/schiena rilassante. Alcuni difetti di questo pur bellissimo resort: è immerso nella natura con tutti i pro e i contro che ne conseguono; l’areazione delle stanze non è buona, bisogna sempre tenere accesa la pala e l’aria condizionata perché le finestre non hanno zanzariere e non si possono tenere aperte per il rischio che entrino insetti o animali. Pochi lettini in piscina e in spiaggia quando ci sono abbastanza ospiti. La barriera corallina è in fase di crescita, ma per noi principianti è stata comunque un piacevole diversivo. Il tempo è quasi sempre perturbato, la mattina presto e a fine pomeriggio rannuvola sempre. La prossima volta proveremo le isole a est del Sabah forse più adatte alla vita di mare puro come lo intendiamo noi.
Da l’isola di Gaya siamo andati a Kuala Lumpur per trascorrere gli ultimi tre giorni prima del rientro. Siamo atterrati al terminal low cost da dove è disponibile solo il servizio pullman per la stazione centrale. Il viaggio dura un’ora abbondante in mezzo ad un traffico incredibile. Dalla stazione centrale si prende poi un taxi (comprare un ticket al bancone) per l’albergo. Ci si mette più tempo dall’aeroporto all’albergo (due ore in tutto) che da Kota Kinabalu a KL soprattutto nel traffico pomeridiano. Forse conviene trasferirsi all’altro terminal da cui parte il treno per la stazione centrale.
La città è molto caotica, trafficata, rumorosa e inquinata. Difficilissimo spostarsi a piedi con passaggi pedonali praticamente inesistenti e marciapiedi rotti; più facile l’economica metropolitana anche se ci sono più reti scollegate tra loro. Splendide le Petronas Tower di giorno e di notte. Caratteristico il quartiere cinese e i templi indù. Da visitare almeno un centro commerciale senza l’illusione di fare affari d’oro, i prezzi delle grandi marche sono in linea con i nostri.
Il ns albergo, il Royale Chulan, non era comodissimo per la metropolitana, ma gli abbiamo dato un dieci più per la camera, la bella piscina, la super colazione e la professionalità del personale. Anche a Kuala Lumpur abbiamo sempre mangiato dentro i centri commerciali, soprattutto nel Food Court del Suria (ottimo il ristorante cinese Spring Garden) e del Pavillon (da provare il giapponese Ichibanboshi) che si trovava proprio dietro il ns hotel.
L’ultimo giorno abbiamo preso un taxi fino alla stazione centrale da dove parte il comodo treno per l’aeroporto internazionale. Con un biglietto della Malaysia Airlines o della Emirates si fa addirittura il check in direttamente in stazione prima di prendere il trenino per l’aeroporto.
Questo è in breve il nostro viaggio nel Borneo Malese, a Kuala Lumpur e a Singapore. Alcune riflessioni/pensieri a posteriori:
Avendo più tempo a disposizione, ci sarebbe piaciuto visitare i dintorni di Kota Kinabalu (il Monte Kinabalu per esempio) – sacrificando magari il Bako – Malacca e le Cameron Highlands. Abbiamo preferito fare un po’ di mare nelle isole a ovest del Sabah per una facilità di collegamento, ma forse erano migliori le isole a est.
È un viaggio che si può benissimo organizzare da soli, per le escursioni nei parchi affidatevi però alle agenzie locali, vedrete di più e meglio. Consigliamo a tutti l’agenzia Borneo Nature Tours per itinerari nel Sabah e Borneo Adventure nel Sarawak. Sono ben strutturate e più flessibili ed economiche dei tour operator italiani.
Grazie a tutti i “turisti per casi” che con la pubblicazione del loro diario viaggio ci hanno aiutato ad organizzare tutto. Per qualsiasi cosa, informazione aggiuntiva o curiosità, contattateci pure.