Sinfonie viennesi

Descrivo in queste righe la splendida 4 giorni viennese, trascorsa in compagnia della mia amica Vale. Giungiamo a Vienna la mattina del 26gennaio volo Austrian Airlines partito da Fiumicino alle 10.30 e giunto all'Aereoporto Internazionale della capitale austriaca in perfetto orario (12.15). Raggiungiamo con una navetta il nostro hotel (Wimberger)...
Scritto da: FraRu111
sinfonie viennesi
Partenza il: 26/01/2008
Ritorno il: 29/01/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Descrivo in queste righe la splendida 4 giorni viennese, trascorsa in compagnia della mia amica Vale. Giungiamo a Vienna la mattina del 26gennaio volo Austrian Airlines partito da Fiumicino alle 10.30 e giunto all’Aereoporto Internazionale della capitale austriaca in perfetto orario (12.15). Raggiungiamo con una navetta il nostro hotel (Wimberger) sito sulla Westbahnof, a due passi dalla stazione ferroviaria e dall’omonima fermata della metro. Facciamo una frugale spesa da Billa, una catena di supermarket che vede negozi sparsi qua e là per la città (dai prezzi non proibitivi) e dopo aver pranzato in albergo decidiamo di avere un primo approccio con la città. Ci sono i saldi, diamo un’occhiata ai negozi constatando come i prezzi siano abbastanza abbordabili e dopo aver caminato per circa venti minuti giungiamo al Museum Quartier. Vista l’ora (17.30) rimandiamo la visita alla Pinacoteca, attraversiamo Josefplatz (constatando che i semafori viennesi sono stati progettati da Carl Lewis; il pedonale dura giusto il tempo di una velocissima atttarversata) e giungiamo al complesso dell’Hofburg. Il vento viennese, fortissimo nei primi due giorni, traversando le arcate prossime al complesso provoca un fischio molto suggestivo. Infreddoliti entriamo da Starbuck coffee per una cioccolata (cara) quindi dopo aver visto, da fuori, il celebre Hotel Sacher decidiamo di tornare in albergo per prepararci in vista della serata. Il vento frusta senza pietà, nella Piaristenkirche, una piccola chiesa molto particolare, assistiamo ad un breve concerto dedicato ad Haydn; nel 2009 ricorrerà il bicentenario della sua morte e le celebrazioni sono già iniziate da un pezzo. Quindi per la cena optiamo per la vicina Pianistenkeller, una bellissima locanda in cui cenavano lo stesso Haydn e Mozart e che ospita un’esposizione di vini e dei cappelli appartenuti alla famiglia Asburgica. Vi sono anche delle riproduzioni di cappelli d’epoca con cui è praticamente obbligatorio sfilare a fine cena. Il pasto è leggero ma gradevole; zuppa di fagiano, carne con salsa di mirtillo e contorni vari. Nel frattempo un orchestra ci delizia con brani di musica classica e il gestore, un simpatico signore barbuto, ci intrattiene con aneddoti sulla storia della locanda.

All’indomani decidiamo di fare l’abbonamento giornaliero (4.20 euro) e con la metro puntiamo dritti a Stephanplatz dove visitiamo la stupenda cattedrale. Dopo un giretto sulla Graben, strada piena di negozi e pasticcerie riprendiamo la metro direzione Schonbrunn. La fermata è però chiusa e quindi ci tocca scendere a quella precedente e raggiungere la reggia in autobus. Percorrere il viale che porta al celebre palazzo è un’impresa considerando il vento fortissimo, e lo spettacolo tetro offerto dai giardini del parco in versione invernale, lontani parenti di quelli verdi e fioriti che si vedono in cartolina non ci appaga dello sforzo. Nn interessandomi più di tanto la visita all’interno del palazzo torniamo indietro per pranzare. Scegliamo un localino nei pressi dell’albergo dove opto (7.90euro) per una Schnitzler con patatine (la tipica cotoletta viennese, niente di eccezionale comunque).

Alla sera siamo ospiti alla Rathaus per una cena di gala organizzata in occasione della fiera del turismo (Actb) per cui siamo accreditati. Buffet libero e non ci facciamo mancare lafoto di rito con la coppa Henry Delaunay (coppa europa di calcio). Torniamo in albergo verso mezzanotte, mi aspetta un indomani solitario visto che la mia compagna di viaggio sarà impegnata in fiera. Mi sveglio all’indomani col chiodo fisso di quel Danubio non ancora visto. Prendo un abbonamento giornaliero (le macchinette elettroniche sono multilingua) e parto in direzione Alt Donau (da Westbanhof devo cambiare linea a StephanPlatz). Il celebre ristorante girevole sul Danubio si rivela una delusione: non è altro che una torre di cemento con una struttura in cima (il ristorante appunto). Il Danubio offre invece uno spettacolo unico con la sensazione di sconfinatezza che incute nell’osservatore e con la pacificità delle stradine che lo costeggiano. Tornato a StephanPlatz prendo qualche ricordino (le classiche mozartkugeln, qualche cartolina e una maglia della nazionale austriaca) in un punto Mostly Mozart, catena di negozi per souvenir diffusissima per le strade viennesi, e cedo alla tentazione delle torte viennesi fermandomi alla pasticceria Luhmann per una fetta di Sacher (4 euro) e una torta di frutti di bosco (3euro). Quindi a piedi mi dirigo al Museum Quartier per visitare la pinacoteca ch ospita tra gli altri dei dipinti del Caravaggio, ma vengo a sapere che il lunedì è il giorno di chiusura settimanale e con sommo dispiacere devo quindi rinunciare al proposito (dato che all’indomani ci tocca partire per l’Ungheria). Per pranzo compro da Billa dei wurstel bernesi (squisiti) e dopo una pausa internet (l’hotel è munito di postazioni ad accesso libero) mi reco col tram 18 al belvedere. Dopo la visita al parco, alquanto deludente considerando l’ora tarda e il cielo plumbeo, ritorno in hotel per preparare l’ultima serata viennese, la più lunga. Ceniamo di nuovo alla Pianistenkeller per poi recarci ad una sagra di prodotti sloveni ospitata dal Museo delle Arti Naturali (ne approfittiamo anche per visitarlo) e infine a ballare al Kurtsalon, discoteca bellissima sita a due passi da Josefplatz. All’indomani ci aspetta una giornata di “lavoro ” in fiera, a due passi dal Prater che vediamo dall’autobus ma che, a causa della fitta nebbia in cui annega, rinunciamo a visitare. Vienna mi è piaciuta moltissimo ed ho riscontrato che non è carissima come dicono. Ha la capacità di fondere nell’aria sonorità diverse, rockeggia, ma al tempo stesso da ogni sua pietra trasudano quelle note che l’hanno accompagnata e resa unica negli ultimi secoli. E se anche luoghi pur incantevoli come Schonbrunn e il Prater d’inverno non danno il meglio di se resta l’idea di una città capace di adattarsi ad ogni stagione e ad ogni stato d’animo.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche