Sinai in libertà di prima parte

Premessa: per i miei viaggi, con gli amici o solo con mia moglie Clementina, fossero in Europa piuttosto che in Africa o in Asia, non mi sono mai affidato ad un tour operator; sono anche fermamente convinto che il turismo organizzato sia la rovina di tutti i luoghi che tocca. Anche il Sinai , pur essendo meta di migliaia di turisti balneari,...
Scritto da: Fiorenzo Poli
sinai in libertà di prima parte
Partenza il: 02/03/2002
Ritorno il: 10/03/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Premessa: per i miei viaggi, con gli amici o solo con mia moglie Clementina, fossero in Europa piuttosto che in Africa o in Asia, non mi sono mai affidato ad un tour operator; sono anche fermamente convinto che il turismo organizzato sia la rovina di tutti i luoghi che tocca.

Anche il Sinai , pur essendo meta di migliaia di turisti balneari, rientrava tra i luoghi che volevo, insieme a mia moglie visitare.

Tramite Internet, visto che l’arrivo a Sharm, era previsto circa alle 22, ho prenotato le prime due notti a Sharm, in un Hotel lontanuccio dal mare, ma economico e ben tenuto (credo si chiamasse Sun Seet). Tra l’altro siamo arrivati con molto ritardo, ma un incaricato dell’hotel era li ad aspettarci. Persone gentilissime.

Il giorno dopo, in taxi raggiungiamo Nahama Bay, descritta da tutte le guide come la Rimini del Sinai, per cui arriviamo un pò prevenuti: be non esageriamo, per me Rimini è molto più brutta, si è vero è molto turistica però mi sembra molto ben costruita, senza quei brutti palazzoni che caratterizzano la riviera romagnola. E poi c’è un mare… E’ cosi che la giornata ce la godiamo tra sole e bagni.

Nel tardo pomeriggio cominciamo a cercare un autonoleggio perchè è nostra intenzione, la mattina successiva, spostarci a nord.

La troviamo, costa un pò, ma non ci sono alternative valide, una Polo scassata. Naturalmente arrivati in hotel, ci dicono che se l’avessimo chiesta a loro l’avremmo pagata la metà!!.

La mattina successiva partiamo con meta Dahab, passando da Nabq.

E’ in corso una tempesta di sabbia che rende il tutto surreale, c’è una luce rossastra e il sole è offuscatissimo.

Arrivati all’altezza dell’aeroporto, prima di imboccare la pista che conduce all’oasi di Nabq, mi fermo per fare rifornimento e controllare le gomme: sorpresa, quella di scorta è bucata. E’ presto ed il meccanico(!) ancora dorme. Riesco, in quanto a rompere i maroni sono un grande, a far svegliere il mitico meccanico, che riesce, armato di pompa, baccinella d’acquae mastice, a riparami il pneumatico. La morale é: controllate sempre all’atto della consegna, anche la ruota di scorta.

La pista (una cavedagna) che costeggia il mare è, per un buon tratto, delimitata da filo in spinato, in quanto la zona è ancora infestata da mine; regalino lasciato dagli israeliani durante l’arbitraria occupazione durata parecchi anni.

Arriviamo a El Ghargana, un accumulo di baracche abitate da beduini, che, con molta discrezione, ci vengono incontro per venderci collanine. La zona è famosa per le foreste (si dice cosi?) di mangrovie e per una nave, che noi non abbiamo visto, incagliatasi, anni or sono, a pochi metri dalla riva. In realtà la parte più bella ed emozionante, ce la regala il ritorno sulla strada asfaltata; la pista (e qui è davvero pista) corre per diversi chilometri, in mezzo ad una specie di grande canalone, e non è nemmeno ben segnalata. Sono un pò in apprensione, anche se, e qui non vorrei fare il grosso, ho alle spalle tre attreversate del deserto Algerino, ma forse è proprio per questo, perchè so che basta un niente per perdere l’orientamento . Va bè, forse ho un pò esagerato, ma tenete conto che sotto il culo non avevo il 4×4 di turno, ma una Polo.

Dopo avere superato un posto di blocco, raggiungiamo l’asfalto e di li dopo pochi Dahab.

Prima cosa trovare da dormire; anche qui nessun problema, hotel con vista e splendida terrazza sul mare a 24$ (Abbiamo scelto la più costosa!).

Dahab è molto diversa da Sharm, noti subito l’atmosfera frichettona che vi regna, a noi piace un sacco, a parte un paio di ragazzini che ci fiocinano le palle a dovere con le loro escursioni sul dromedario.

La sera polleggiati sui cuscini di uno dei tanti localini all’aperto, che caratterizzano la parte vecchia sul mare, ci concediamo momenti di abbandono totale cullati dalla musica, dal mare e dallo spipazzamento di un narghilè. Non ci posso credere!! Suona il cellulare di Clem. Tranquilli, non ha rovinato niente.

La mattina successiva, partiamo per andare a visitare Ras Abu Galum. Arrivati al posto di blocco che segna l’inizio della pista costiera, siamo oggetto di discussione, in quanto alcuni militari sostengono che la Polo “un ce la può fare”; li convinciamo e passiamo. Fino al sito subacqueo chiamato Canyon è una passeggiata, lo spettacolo, per noi che amiamo i deserti, è fantastisco. In prossimità dell’altro sito, il Blue Hole, alcuni passaggi mettono a dura prova la mia abilità, con Clem che mi assiste,(prudentemente, dice lei) fuori dall’auto. Lasciamo, con un pizzico d’orgoglio, l’auto, tra decine di 4×4 al Blue Hole, tra l’altro luogo stupendo per immersioni e snorkel.

Iniziamo cosi uno splendido treking costiero, che in circa due ore ci conduce a Ras Abu Galum, un villaggio beduino situato su una lingua di sabbia ai margini di una barriera corallina a dir poco meravigliosa. I beduini sono cordialissimi, ci invitano sotto una capanna all’ombra e rimangono li con noi a chiaccherare. Capiscono la nostra titubanza nel lasciare li, incostuditi, i nostri zaini, e ci invitano a goderci quello splendido mare in tutta tranquillità, che agli zaini ci pensavano loro. E cosi è stato. Giornata splendida.

Al ritorno, dopo un altro, splendido bagno, nelle gelide acque, siamo in Marzo, del Blue Hole e dopo avere assaporato l’idea di passare la notte in quello splendido posto, decidiamo di partire alla volta di Nuweiba. Purtroppo il tempo stringe.

Arriviamo che è sera e ci dirigiamo subito a El Tarabin, che troviamo desolatamente deserta, in quanto, ci dicono, la situazione Israeo/Palestinese, tiene lontani gli isreaeliani, che sono i più assidui frequentatori del luogo.

Mostrano meraviglia quando diciamo di essere italiani Impossibile, dicono, gli italiani si fermano a Sharm! Qui per dormire spendiamo l’equivalente, di circa 5 euro colazione compresa. O però, vi assicuro, siamo veramente soli in tutto il paese! Altra atmosfera incredibile, per un’altra serata indimenticabile.

Questa è zona di spiagge, e la mattina dopo, prima di colazione, mi concedo una splendida nuotata. Tramite il proprietario dell’hotel, riusciamo a trovare, dopo la solita lunga, estenuante trattativa, un 4×4 per raggiungere un luogo che avevo letto essere magico. Ain Uhmm Ahmed. Qui ci vuole anche un autista pratico dei luoghi, perchè il deserto del Sinai non è uno scherzo!. Dopo diverse ore di sballottamento, dentro un abitacolo, privo di aria condizionata, ma in compenso rivestito, sedili compresi di moquette a pelo lungo, arriviamo in questo posto caratterizzato da una profondissima gola, lunga alcuni chilometri, dove scorre, rinsecchito il Wadi el Ain, tra palme e roccioni che conferiscono al luogo un aspetto unico. Alla fine del canyon c’è un villaggio beduino. Ritorno al 4×4 dopo alcune ore di cammino e solo perchè dobbiamo andare anche a visitare il Canyon Colorato. Arriviamo che è prossimo il tramonto, con la luce del sole che non illumina più l’interno del canyon, per cui forse non riusciamo a goderci in pieno lo spettacolo di queste rocce che nel corso dei millenni hanno assunto fantastiche colorazioni. E’ comunque splendido. Capisci anche quanti stupidi ci siano in giro, guardando le scritte, lasciate sulle rocce, e riproducenti nomi, cuori, paduli ecc. Non so, forse sarebbe il caso di vietarne l’accesso a chiunque, o forse di randellare, chi commette simili scempi.

Dimenticavo, la mattina prima di partire, con il proprietario dell’hotel ero andato da alcuni pescatori appena rientrati a scegliere il pesce per la cena. E la sera, soli e al lume di candela… Scorpacciata di pesce verdura e birra.

La mattina seguente, lasciamo a malinquore anche El Tarabin, con destinazione Santa Caterina… Vi rimando alla seconda parte del viaggio Ciao. Fiorenzo.



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