Sinai di Sharm: voglia di relax e di scoperta
Era da un po’ che io (Federico Chierichetti di Milano) e la mia fidanzata (Daniela) avevamo voglia di fare una tranquilla vacanza al mare e non un viaggio “on the road” come di solito preferiamo fare.
L’idea è così caduta sul Mar Rosso, penisola del Sinai. Era giunto il momento di conoscere questo posto così amato dagli italiani.
Abbiamo prenotato una settimana a Sharm El Sheikh in un bell’albergo (Hotel Sofitel) vicino a Naama Bay, ma al tempo stesso tranquillo e isolato su un tratto di costa tutto suo. Ci siamo trovati davvero bene: clientela internazionale, pochissima animazione solo di sera e solo per i più piccoli, 3 spiagge spaziose a ridosso della barriera corallina, servizio di ottimo livello. Insomma una soluzione diversa (e un po’ più cara) rispetto ai villaggi vacanze per noi un po’ troppo “rumorosi”, anche se di solito molto graditi dalla clientela italiana. Una soluzione che consigliamo a chi ama andare in vacanza non replicando l’Italia all’estero e a chi desidera un po’ di pace.
Siamo partiti il 15 aprile e siamo rientrati il 22 aprile 2006.
Lo spirito “viaggiatore” ha comunque prevalso e non siamo riusciti a starcene tutta la settimana in panciolle al sole e abbiamo quindi fatto qualche gita alla scoperta del Sinai.
Oltre alle varie visite serali a Naama Bay (raggiungibile dall’albergo con 15 minuti di passeggiata lungomare), centro nevralgico del divertimento della penisola (che casino!), siamo stati a visitare “l’Old Market” di Sharm vecchia, una parte un po’ più caratteristica in cui le attività commerciali fervono soprattutto nel tentativo di accalappiare turisti.
Nel complesso l’idea che ci siamo fatti è che Sharm è esattamente come ce lo aspettavamo: un “luna park” per il divertimento e il relax dei turisti occidentali. Con il vantaggio di affacciarsi su un mare davvero splendido. Nessun egiziano ha deciso di vivere stabilmente qui trasferendosi con la famiglia. Gli uomini ci vengono solo per lavorare per periodi di 3-4 mesi, poi tornano per un paio di settimane al Cairo, ad Alessandria o Luxor.
Abbiamo dedicato un’intera giornata alla visita del Monastero di S. Caterina, a ca. 250 km da Sharm attraversando una parte del deserto de Sinai. Oltre all’indubbio interesse storico del Monastero, costruito scenograficamente ai piedi del monte Sinai, è stato bello vedere i paesaggi: deserti sabbiosi, ma anche rocciosi circondati da montagne che preannunciano l’avvicinarsi del monte Sinai e popolati dalle tribù beduine. Durante il viaggio abbiamo percepito chiaramente che il Sinai è una penisola presidiata e militarizzata nel tentativo di scongiurare traffico di esplosivi e i conseguenti attentati che purtroppo però si verificano ormai sempre più spesso ai danni del turismo (il 24 aprile, due giorni dopo la fine della nostra vacanza, a Dahab c’è stata l’ennesima esplosione). I posti di blocco sulla strada sono stati numerosi e in molte occasioni ci è stato chiesto di esibire il passaporto con il visto.
Al rientro abbiamo fatto sosta proprio a Dahab, la cittadina a 100 km da Sharm che di li’ a poche ore sarebbe stata devastata dall’attentato. Al di la’ dello sconcerto di aver fatto foto sul ponticello e sul lungomare che sarebbe stato immortalato dalle TV di tutto il mondo come luogo di morte, la cittadina è davvero carina, si respira un’aria decisamente rilassata, frequentata com’è da giovani “alternativi” che vengono un po’ da tutto il mondo anche per fare immersioni nel Blue Hole, oltre che per fumare il Narghilè sdraiati sulla spiaggia.
Abbiamo anche dedicato mezza giornata alla visita del bellissimo Parco Naturale di Ras Mohamed, la punta sud della penisola del Sinai, dove tra le altre cose abbiamo fatto snorkelling in un punto in cui la barriere corallina è molto bella.
Per il resto tanto mare, buone mangiate e molto relax. Una breve vacanza da ricordare.