Sicilia tra terra e mare
Indice dei contenuti
6-9 giugno Isole Eolie
10-12 giugno San Vito lo Capo e dintorni
13 giugno Agrigento e Valle dei Templi
14-16 giugno Scicli e le città barocche
17-19 giugno Siracusa e il sud-est
20 giugno Catania
ISOLE EOLIE: LA BELLEZZA DELLA NATURA
Partiamo da Rimini di mattina presto in auto destinazione Napoli da cui prenderemo verso sera il traghetto della compagnia Siremar per Lipari. A Napoli arriviamo per l’ora di pranzo e decidiamo di festeggiare l’inizio della nostra vacanza con la famosa pizza margherita di Michele. Dopo una passeggiata per le vie del centro ci imbarchiamo per le isole Eolie. Il viaggio è molto lungo e arriviamo al porto di Lipari per mezzogiorno. Allo sbarco ci attende Eugenio della casa vacanze Villa Hermes presso la quale soggiorneremo quattro notti: l’appartamento è grande e pulito e questa soluzione ci permetterà di cucinare qualche volta a casa. Pranziamo col pane cunzato, il tipico piatto eoliano con pane, pomodori freschi, formaggio, olive e basilico nella pittoresca piazza di Marina Corta e decidiamo di trascorre le ultime ore del pomeriggio nella suggestiva e poco affollata spiaggia di Valle Muria raggiungibile solo a piedi grazie a un sentiero tra erba alta, fiori e fichi d’India. Il giorno dopo ci imbarchiamo con la compagnia privata “Da Massimo dolce vita” per un tour di Panarea e Stromboli. La prima tappa è un bagno nelle acque cristalline di Cala Junco per poi sbarcare sull’isola e fermarsi un paio d’ore per visitarla: ritenevo Panarea un’isola snob e preda del jet-set ma complice anche la bassa stagione mi ritrovo a scrivere di un’isola meravigliosa immersa in uno paesaggio affascinante (a questo proposito consigliata la passeggiata che da San Pietro arriva sino a Cala Junco in mezzo a bouganville, fichi d’India e rocce rosse arse dal sole).
Ripartiamo con la nostra motonave grazie al cielo non troppo affollata di turisti verso l’isola di Stromboli: passeggiamo per le vie del piccolo centro invidiando gli escursionisti in partenza per il vulcano. Un bagno al tramonto sulla spiaggia di finissima sabbia nera di Ficogrande con vista sull’isola di Strombolicchio e sul suo faro e siamo pronti a rientrare a bordo per la cena servita dai marinai a base di penne all’eoliana. L’ultima tappa del tour prevede una sosta di mezz’ora di fronte alla Sciara del fuoco con la speranza di vedere qualche segno dell’attività stromboliana… purtroppo non siamo fortunati, Iddu (come lo chiamano gli isolani) non ci regala neanche un lapillo. L’indomani ci avventuriamo alla scoperta di Salina. Raggiungiamo l’isola con il veloce aliscafo della compagnia Ustica Lines e noleggiamo uno scassato scooter al prezzo di trenta euro per l’intera giornata. Dopo una colazione con granita siciliana e brioche al famoso Bar Alfredo a Lingua ci dirigiamo lungo la strada provinciale 182 alla spiaggia di sassi dello Scario a Malfa, nessun turista e acqua azzurra. La tappa successiva è Pollara, poche case arroccate su un promontorio incantevole sovrastato dal Monte dei Porri: Pollara è famosa perché qui sono state girate numerose scene del film Il Postino con Massimo Troisi. A pranzo non perdetevi le trenette al pesto di capperi e la caponata eoliana dell’agriturismo Al Cappero. Prima di rientrare ci concediamo un giro nell’entroterra fino alla località Valdichiesa da dove parte il percorso per salire in cima al monte Fossa delle Felci da cui si gode una vista mozzafiato. L’ultimo giorno eoliano andiamo alla scoperta di Lipari, la più popolosa delle Eolie. Da non perdere il belvedere di Quattrocchi e le spiagge bianche sovrastate dalla vecchia cava di pomice: la strada per arrivarci è unica e il mare è reso dalla polvere di pomice sul fondale di un azzurro chiarissimo. Chiudiamo il nostro soggiorno eoliano con una romantica cena a lume di candela da E Pulera.
SAN VITO LO CAPO E RISERVA DELLO ZINGARO
Ci svegliamo all’alba e salutando a malincuore queste splendide isole ci imbarchiamo per Milazzo che raggiungiamo in un paio d’ore. La prima tappa di questa intensa giornata di viaggio è rappresentata da Cefalù, bella cittadina costiera di pescatori con un centro storico affascinante (non è un caso che Tornatore l’abbia scelta come location del film Nuovo Cinema Paradiso). La giornata è calda, ci fermiamo ad ammirare le piroette che i ragazzi del paese fanno tuffandosi nel porto dalle acque cristalline e dopo un rigenerante bagno e un pranzo veloce ripartiamo direzione Monreale. Attraversiamo la caotica Palermo e dopo diverso tempo passato in coda riusciamo nel tardo pomeriggio ad arrivare al magnifico e celebre Duomo di Monreale, considerato da molti il massimo capolavoro dell’architettura normanna in Sicilia per via dei suoi mosaici perfettamente conservati. Assistiamo anche a un matrimonio, non deve essere male sposarsi qui… Arriviamo a San Vito lo Capo in serata, alloggeremo per tre notti nel pulito e ospitale bed & breakfast Athena a poca distanza a piedi dal mare e dalle vie centrali del paese. La giornata seguente è dedicata interamente alla scoperta della riserva dello Zingaro, patrimonio Unesco. La riserva ha due ingressi, quello a nord dista circa una decina di km da San Vito lo Capo mentre quello a sud un km dal borgo di Scopello. Consiglio di partire la mattina presto per essere fra i primi ad avventurarsi nei suggestivi sentieri immersi nel verde che portano alle calette dall’acqua cristallina (su tutte la più bella per me è Cala dell’Uzzo). Ricordatevi di portare dietro acqua e cibo perché non ci sono servizi. Utile anche un ombrellone nel caso in cui decidiate di trascorrere le ore più calde della giornata in spiaggia.
Il giorno seguente il tempo è nuvoloso quindi decidiamo di esplorare le numerose bellezze di questa zona partendo dal grazioso borgo di Scopello, celebre per la sua tonnara affacciata sul mare (set di una scena del film Ocean’s twelve): l’interno della tonnara non è visitabile in quanto ospita un albergo mentre è accessibile la banchina antistante pagando un biglietto di 3 euro e 50. Da qui ci si può tuffare con panorama sui faraglioni. Nel pomeriggio ci spostiamo verso Trapani e scendendo poco più a sud visitiamo Mozia, antica città fenicia situata su un isolotto nella laguna della riserva naturale dello Stagnone. Complice il vento che soffia forte l’atmosfera è molto suggestiva, peccato che il sito non sia molto curato e 5 euro di battello per arrivarci e 9 di biglietto sono decisamente troppi. Interessante il museo che espone una collezione di manufatti fenici. Ripercorriamo la via del Sale verso Trapani ammirando le saline e i mucchi di sale scintillanti, la prossima tappa è Erice, suggestivo borgo medievale arroccato sul monte omonimo. Se cercate un panorama che rimarrà indelebile nei vostri ricordi di viaggio questo è il posto giusto: basta spostarsi di qualche metro lungo le mura per poter ammirare le baie intorno al Monte Cofano a nord-est e Trapani e le isole Egadi a sud-ovest. Obbligatoria la tappa da Maria Grammatico, la pasticcera più famosa di tutta la Sicilia: le sue genovesi sono strepitose! Rientriamo a San Vito lo Capo e per l’ultima sera proviamo il piatto tipico di questa zona, il cous cous (a settembre si tiene un festival a lui dedicato). Scegliamo il ristorante Crik & Crok, porzioni abbondanti e gustose. Passeggiamo sul lungomare di questa graziosa cittadina che a metà giugno è già affollata di turisti (non voglio immaginare in alta stagione…). Ripensiamo a questi giorni trascorsi qui nella Sicilia occidentale davvero ricca di fascino e storia, un mare dalle acque limpide e una natura incontaminata e selvaggia grazie alle diverse riserve naturali che la tutelano (in primis quella dello Zingaro). Domani si riparte, destinazione Agrigento e Valle dei Templi
LA SICILIA GRECA E ROMANA: UN TUFFO NELLA STORIA
La prima tappa è Segesta, sito archeologico nell’entroterra trapanese con un tempio dorico ben conservato costruito su una gola a strapiombo. Il tempio è raggiungibile con una breve camminata di una decina di minuti mentre ben più lunga è la strada in salita che porta all’anfiteatro greco (c’è un servizio navetta a pagamento). Arriviamo a Realmonte verso metà pomeriggio, ad attenderci Claudio del b&b Villa del Saraceno: un ringraziamento per la sua ospitalità è doveroso, si è prodigato di consigli e soprattutto ci ha suggerito di posticipare la visita alla Scala dei Turchi alla mattina seguente per via del forte vento e di recarci alla Valle dei Templi che si rivelerà irresistibile al tramonto. Sulla Valle dei Templi c’è poco da dire, luogo magico con templi maestosi e testimonianze storiche uniche. Posso solo aggiungere di fare un salto al Giardino della Kolymbetra, sito in una piccola vallata e curato dal FAI (per questo richiede un biglietto extra) per rivalorizzare un territorio abbandonato. Il Giardino ospita oltre 300 specie di piante e si respira al suo interno una quiete unica: interessante l’area della vegetazione rupestre con piante che affondano le proprie radici nelle fenditure della roccia. La sera sempre su consiglio di Claudio ceniamo ad Agrigento alla trattoria Concordia, antipasto siculo e orata con patate. La mattina seguente scendiamo in spiaggia per fotografare la Scala dei Turchi, una bianca falesia a picco sul mare. Le onde si abbattono fragorose e il riflesso della luce solare è abbagliante. Il ritorno in salita sotto il sole cocente ci mette a dura prova, stremati ci addentriamo nuovamente nell’entroterra verso la Villa Romana del Casale vicino a Piazza Armerina. Questa residenza appartenuta a un esponente dell’aristocrazia senatoria romana è famosa per i suoi mosaici; mettete in conto almeno un paio d’ora per girarla tutta per bene. Facciamo poi tappa a Caltagirone per una visita veloce del centro storico e per comprare un vaso in ceramica, prodotto tipico di questa città. A causa di strade interrotte e deviazioni mal segnalate (finora era filato tutto liscio con la “temuta” viabilità siciliana) giungiamo a Scicli in tarda serata. Alloggeremo qui per tre notti, al b&b Conte Ruggero.
SULLE TRACCE DI MONTALBANO
Questa mattina ci vogliamo concedere un po’ di mare e nonostante il forte vento che continua a soffiare da giorni sulle coste mediterranee della Sicilia ci immergiamo nelle mosse acque della spiaggia selvaggia della Fornace Penna a Sampieri (la Mannara di Montalbano). Nel pomeriggio ci dedichiamo alla scoperta di Ragusa e Modica seguendo un itinerario dei luoghi che compaiono nella fiction di cui mia moglie è grande appassionata. Da non perdere a Ragusa Ibla (la città vecchia) la Cattedrale di San Giorgio in piazza Duomo con la sua maestosa scalinata e il Giardino Ibleo, perfetto per rifocillarsi e rinfrescarsi dopo essersi persi per il dedalo di vicoletti del centro storico. Attraversiamo l’arida campagna costeggiando i tanti muretti a secco che delimitano le proprietà agricole fino ad arrivare a Modica nel tardo pomeriggio. Avendo poco tempo a disposizione decidiamo di salire al volo sull’ultimo trenino turistico in partenza per il tour barocco, scelta azzeccata in quanto a Modica i capolavori storici patrimonio Unesco sono sparsi in tutta la città. Il trenino ci lascia nel punto più alto di fronte alla Chiesa di San Giovanni Evangelista nei cui pressi una terrazza panoramica offre fantastiche vedute. Rientriamo a Scicli in serata e ceniamo all’aperto nella bella piazza del Municipio (la questura di Montalbano). Per il secondo giorno dedicato alla scoperta dei luoghi celebri di Montalbano ci dirigiamo a casa del commissario a Punta Secca. Vicino alla casa di Montalbano c’è anche il celebre ristorante da Enzo a mare dove ci attende il migliore pranzo di pesce di tutta la vacanza. Trascorriamo il pomeriggio in spiaggia e ci concediamo numerosi bagni. Rientriamo a Scicli per esplorare meglio il suo grazioso centro storico barocco che ci ha ospitato per tre notti ma a cui non avevamo ancora dedicato molte attenzioni.
SIRACUSA E LE SPIAGGE DEL SUD-EST
Salutiamo Scicli, ad attenderci questa mattina Noto e il suo centro barocco. La via principale di Noto è a mio avviso davvero incantevole, dovunque ti volti ti ritrovi affiancato da splendidi edifici e chiese barocche (da non perdere la cattedrale di San Nicolò e Palazzo Nicolaci). Oggi fa molto caldo, ci rinfreschiamo con la gustosa granita alla mandorla dello storico Caffè Sicilia in corso Vittorio Emanuele. Dopo un pranzo al sacco ci spostiamo nella spiaggia di Calamosche (attenzione perché la deviazione lungo la provinciale 19 non è segnalata benissimo): si lascia la macchina in un parcheggio custodito a pagamento e si cammina per circa venti minuti a piedi fino a questo angolo di paradiso che in alta stagione è affollato di turisti. Ci godiamo gli ampi spazi a nostra disposizione e ci immergiamo nelle acque turchesi di questa insenatura tra due promontori rocciosi. Scarpe comode e acqua e cibo sempre con voi, non c’è nessun servizio! Chiudiamo la giornata con una passeggiata nella quiete Oasi di Vendicari poco più a sud di Calamosche: qui il tempo pare essersi fermato, la consiglio a tutti gli appassionati di birdwatching per via delle numerose specie di uccelli che si incontrano. Ci trasferiamo poco più a nord dove prendiamo possesso della nostra stanza nell’agriturismo Masseria sul Mare a poca distanza da Avola dove ci fermeremo tre notti.
Il giorno seguente lo dedichiamo interamente alla scoperta di Siracusa e del suo centro storico (Ortigia). Consiglio di recarsi in mattinata a visitare il parco archeologico della Neapolis: da non perdere il teatro greco e l’Orecchio di Dionisio, dove secondo una leggenda Dionisio di Siracusa ascoltava di nascosto i complotti dei prigionieri grazie alle particolari proprietà acustiche della grotta. Dedicatevi al pomeriggio alla visita di Ortigia dove ogni angolo e ogni vicolo può rappresentare una vera scoperta soprattutto al tramonto. Se vi avanza del tempo fate un salto all’originale museo del Papiro. Prima di rientrare all’agriturismo torniamo a Noto per ammirarla anche alla sera e ceniamo alla trattoria al Buco nei tavolini lungo il corso proprio di fronte alla Chiesa di San Francesco. Per il penultimo giorno di vacanza ci inoltriamo verso l’estremità più a sud della Sicilia, l’Isola delle Correnti, luogo pieno di fascino dove Mar Jonio e Mar Mediterraneo si scontrano dando vita a spumose onde che si infrangono sulle coste dei dintorni. L’isola è raggiungibile a piedi lungo una stradina irregolare di pietra solo se la marea lo consente. Pranziamo a Portopalo di Capo Passero (il comune più a sud d’Italia) e risaliamo verso nord per fermarci alla Cantina Rudinì (vicino a Pachino) dove consigliati dall’esperto e cordiale proprietario degustiamo ottimi vini e portiamo a casa del Nero d’Avola. La nostra giornata si conclude con un ultimo bagno a Marzamemi, placido villaggio di pescatori nella cui piazza principale ci concediamo un aperitivo al tramonto.
CATANIA
Siamo arrivati al nostro ultimo giorno di vacanza che trascorriamo interamente a Catania da cui salperà a tarda notte il nostro traghetto per Napoli. Da non perdere nella città etnea il pittoresco mercato del pesce (sconsigliato ai deboli di stomaco), la Cattedrale di Sant’Agata e la Chiesa di San Benedetto. Per mangiare i migliori arancini recatevi al bar pasticceria Savia in via Etnea mentre per un buon pranzo di pesce consiglio la trattoria da Nino in via Biondi 19.