Sicilia orientale in 4 giorni

Parto da Torino con Ale il 30 Agosto, con un volo Meridiana acquistato direttamente sul sito della compagnia aerea per 130 € a/r. Destinazione Catania. Ho passato parte della mia infanzia tra le bellissime spiagge della Sardegna, ma non ero ancora mai approdata sull'altra nostra isola, la Sicilia, e la voglia di vederla era veramente tanta. Amo...
Scritto da: Mony_85
sicilia orientale in 4 giorni
Partenza il: 30/08/2009
Ritorno il: 03/09/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Parto da Torino con Ale il 30 Agosto, con un volo Meridiana acquistato direttamente sul sito della compagnia aerea per 130 € a/r. Destinazione Catania.

Ho passato parte della mia infanzia tra le bellissime spiagge della Sardegna, ma non ero ancora mai approdata sull’altra nostra isola, la Sicilia, e la voglia di vederla era veramente tanta. Amo viaggiare, amo scoprire il mondo, tutto ciò che è lontano e sconosciuto, ma sono dell’idea che in Italia ci sia tanta, tanta bellezza, e che sia giusto scoprire anche ciò che ci è sotto il naso.

Per questo riesco a convincere Ale ad avventurarci in terra sicula. Il desiderio principale è quello di raggiungere le Eolie, ma ci teniamo quattro giorni per visitare la costa orientale.

Sempre on-line prenotiamo sul sito della Maggiore una pandina per girare la costa autonomamente. Scegliamo la Maggiore in quanto ci offre la tariffa più “conveniente” (se così si può definire in Italia, visto che i costi del noleggio auto sono sempre folli rispetto agli altri paesi del mondo!!): auto dal 30/08 con ritiro a Catania al 03/09 con rientro a Milazzo € 199. Ci accontentiamo.

Appena atterrati l’aeroporto non mi fa’ presagire nulla di buono. Ovunque attorno a noi valigie disperse, veramente tante. Incrociamo le dita e attendiamo al nostro molo. Fortunatamente sono arrivate! Ci dirigiamo verso l’autonoleggio (sono tutti raggruppati in un grande parcheggio. Uscendo dagli arrivi dritto a destra) e proprio qui a Catania scopriamo che in realtà a Milazzo l’agenzia chiude il 1 Settembre e che quindi la macchina la si dovrà lasciare a Messina.

Ci arrabbiamo abbastanza in quanto la macchina è stata prenotata nel mese di Maggio! Avrebbero almeno almeno potuto avvertirci. Ma no. Siamo in Italia e si sà, le cose funzionano così. Decidiamo di sorvolare e partiamo (il traghetto per le Eolie lo si può prendere anche da Messina, ma sono meno frequenti e ovviamente più cari rispetto alla tratta Milazzo-Eolie. La durata del viaggio in aliscafo anzichè di un’ora è di 2 e trenta.).

Ci tuffiamo nel traffico e io rimango allibita. Non esistono regole sulle strade. Le rotonde a Catania (parlo di Catania perchè non avendo visitato il resto della Sicilia non sono certa sia così) non hanno idea di come funzionino. Così come non hanno idea a cosa servano gli specchietti, i freni, i semafori rossi, i caschi. Famigliole di 4 persone giravano sugli scooter come nulla fosse, senza casco (bambini di 3/4 anni a bordo), sotto gli occhi indifferenti dei vigili.

Un’altra cosa che mi ha lasciata senza parole è stato il vedere case su case (in alcuni centri città come anche fuori), mai terminate ma abitate, con i mattoni e la calce a vista; con un piano senza pareti, ancora da costruire; ed il tutto per non pagare le tasse. Cercherò di sorvolare il mio pensiero a riguardo, certo è che non è proprio bello da vedere.

Cerchiamo di raggiungere il nostro hotel (l’hotel Villa Mater, prenotato on-line su Expedia per la cifra complessiva di 186 € in 2, 4 notti. Camere grandi e spaziose, pulite, non comodissimo al centro se non muniti di auto) non senza difficoltà. I cartelli stradali sulle autostrade/tangenziali o sono scoloriti o sono coperti di edera. Attraversiamo strade piene di immondizia, vediamo case veramente mal conciate, e riusciamo finalmente a raggiungere l’albergo.

Dopo esserci ripresi un attimo innanzitutto dal caldo (mi hanno sempre detto “noooo! ma giù il caldo non si sente!! anche se ci sono 40 gradi è secco! si sta bene!”. Noi saremo stati sfortunati, ma sembrava di essere a Bangkok!) risaliamo in macchina con destinazione Catania Centro. Passeggiamo per Via Etnea, la via principale piena di negozi, fino a raggiungere la piazza del duomo (molto bella). Ci fermiamo a pranzo proprio nel bar del Duomo, seduti fuori sulla piazza. Mangiamo arancini, sfoglie di prosciutto pomodoro e mozzarella (a dir poco squisiti) e la fantastica granita siciliana, la migliore mangiata in Sicilia durante tutto il viaggio. Il tutto a soli 10 euro. Ci godiamo un pò la piazza, la festa indiana che ci passa sotto gli occhi con danze e canti, e ripartiamo per la nostra passeggiata.

Il caldo si fà veramente insopportabile, ma continuiamo a camminare. Tolta la piazza del duomo, Catania non ci ha entusiasmati. E’ una città decadente che ancora non si è ripresa dalle varie catastrofi naturali che ha subito nel corso degli anni, ed è un dispiacere vedere situazioni simili proprio nel nostro paese.

Torniamo in hotel per una bella doccia e ci prepariamo per la cena.

Consigliati dalla nostra inseparabile “Guida delle Osterie” decidiamo di cenare in un’osteria di Pedara, paesino alle pendici dell’Etna: La Tana del Lupo (Corso Ara di Giove, 138. Non rimane esattamente sul Corso ma in un piccolo vicoletto cieco. E’ comunque ben indicata ma tenete gli occhi aperti!!) L’osteria è veramente molto caratteristica, l’interno arredato con travi in legno a vista è molto intimo, e la piccola terrazza lo è allo stesso modo. Ceniamo mangiando prodotti di terra, ravioli al pistacchio, maialino nero dei monti Nebrodi, contorno di verdure e infine un fantastico semifreddo alla mandorla. Il tutto per all’incirca 35 euro.

Soddisfatti torniamo in albergo, pronti per una bella dormita! Il giorno seguente la sveglia suona alle 8. Oggi ci aspetta un bel giro impegnativo: Siracusa-Fontane Bianche-Noto-Ragusa! Sbirciamo la colazione dell’albergo e decidiamo di fermarci (è compresa nel prezzo) alla vista delle grossissime brioches (fresche di pasticceria) poste sul buffet! La signora che si occupa della sala è simpatica e disponibile. Ci prepara due cappuccini, mangiamo le nostre enormi brioches e via! Alla volta di Siracusa! Ci dirigiamo subito verso Ortigia, la città vecchia, dove ci imbattiamo in un variopinto mercatino. Passeggiamo per le vie del centro storico fino al Duomo. Ci stupiscono i colori chiari della città e ci rendiamo conto che la parte più bella e caratteristica è la più lontana da Siracusa, quella più a Nord dell’isola dove le viette sono bianche, le abitazioni sono bianche, e il mare, verde, contrasta con la città. Ci fermiamo a fare pranzo al ristorante Vite Vitello (Piazza Corpaci, 1) dove mangiamo dei fantastici piatti di pesce per 23 euro. (Un primo, Un secondo, Dolce, Acqua) Dopo pranzo torniamo alla macchina alla volta del parco archeologico. Diamo un’occhiata al parco da fuori, e dopo un piccolo consulto decidiamo di non visitarlo. Vogliamo arrivare fino a Ragusa in giornata passando per Noto e per Fontane Bianche. Il tempo stringe, e ripartiamo, Fontane Bianche è una zona balneare a circa venti minuti da Siracusa. Le spiagge libere sono due. Sono molto piccole e non particolarmente belle. In alternativa potete affidarvi alle spiagge private che con pochi euro vi daranno accesso alla spiaggia, lettino, ombrellone, doccia. Il tempo inizia a farsi nuvoloso. La spiaggia è si bianca e fine ed il mare è bello, ma non ci entusiasma. Quindi saltiamo il bagno per ripartire alla volta di Noto. (Per raggiungere le spiagge libere, segnalate da diversi cartelli, dovrete lasciare la macchina sulla via principale per scendere in spiaggia dalle apposite scalette).

Arrivati a Noto ci perdiamo. Iniziamo a fare un sali scendi continuo tra le strade della piccola cittadina senza mai arrivare in Corso Vittorio Emanuele II, la principale arteria barocca piena di fascino e di arte.

Non si sa come, riusciamo ad arrivare alla Porta Reale e a parcheggiare nel piccolo giardino antistante. Corso Vittorio è bellissimo. La Chiesa di San Domenico, il Duomo, i palazzi barocchi sono eccezionali.. Dicono che Noto sia il paese barocco più bello d’Italia. Ci siamo avventurati per le viottole che contornano il corso, ma purtroppo la bellezza non è paragonabile: ci siamo di nuovo ritrovati nella decadenza.

Torniamo in macchina dopo esserci gustati un bel gelato alla volta di Ragusa.

Inizia a calar la sera, e nei pressi di Cava d’Ispica incontriamo un fantastico tramonto. Decidiamo così di deviare e di inerpicarci su per la strada scavata nella roccia. Il tramonto è bellissimo e ci regala dei colori stupendi tra le pendici del paesino.

Ripartiamo, superiamo Modica (un vero e proprio presepe pieno di luccicchii) e arriviamo finalmente a destinazione: Ragusa, per la precisione: Ragusa Ibla.

Ragusa Ibla è uno dei luoghi più belli visitati in questa Sicilia orientale, vecchio paese medievale restaurato dopo il cataclisima e riportato al suo originale aspetto. Le sue stradine di ciottolato, i sali scendi, le sue luci tenui accese la sera, il Duomo svettante con la sua cupola illuminata di blu. Scorci bellissimi. Arriviamo a Ragusa intorno alle 8 di sera, e per le sue strade non troviamo anima viva. La pace più totale. Soltanto io e Ale camminavamo per quelle antiche stradine. L’abbiamo apprezzata molto. Facciamo cena in una piccola osteria sita vicino alla piazza del Duomo: “Cena e Vino”, all’interno di un bellissimo palazzo ottocentesco. Mangiamo pesce in abbondanza per un totale di 40 € in due.

Stanchi, stanchissimi, ci rimettiamo in macchina con un forte desiderio: quello di raggiungere il letto! Martedì 1 Settembre: Taormina ci aspetta! Saliamo sul nostro pandino dopo la solita abbondante colazione alla volta di Taormina. Attraversiamo tutta la costa passando per i paesini di Aci Castello ed Aci Trezza (ho cercato a lungo Padron ‘Ntoni senza trovarne traccia!). Fate attenzione a lasciare le macchine incustodite anche solo per brevissimo tempo. I vigili (o chi per loro) sono sempre pronti ad attaccarvi un bell’avviso di regolarizzazione della sosta sul vostro lunotto (forestieri??). Noi ci siamo allontanati dall’auto 3 minuti contati e quando ci siamo rivoltati abbiamo visto questo fogliettino svolazzante che ci invitava a regolarizzare la sosta entro 15 minuti per non vederci arrivare la contravvenzione… Ci fermiamo a pranzare lungo il mare a Riposto con un pezzo (enorme) di pizza comprato nella panetteria del paesino. Pizza + bevanda per due: 3,40 €! Più che ottimo per un pranzetto in riva al mare.

Arriviamo a Taormina nel primo pomeriggio. Vi consiglio di lasciare la macchina nel primo parcheggio multipiano che trovate, in quanto grazie all’ascensore del parcheggio in meno di 1 minuto vi troverete davanti alla porta d’entrata della città. Il parcheggio non è caro da furto (due ore 2,50 €) e comunque non avrete alternativa: trovare un parcheggio intorno alle mura della città è un’utopia.

Passeggiamo per la bellissima Taormina, linda e ospitale come tutti i paesini turistici, piena di negozietti di souvenir e di bar, sorseggiando come al solito una squisita granita siciliana. L’entrata al teatro greco a picco sul mare costa 6 €.

Decidiamo che è tempo di farci un bel bagno nelle splendide acque siciliane. La famosa spiaggia di Giardini Naxos non è nulla in confronto alla spiaggia di Mazzarò, con accanto l’isola Bella. (per trovarla dovete andare oltre Taormina, e parcheggiare nuovamente in un parcheggio custodito poco distante dalla spiaggia in quanto trovare parcheggio sul tratto di statale è un colpo di fortuna!!).

La spiaggia è una spiaggia di sassi con un mare stupendo, e l’isola Bella così vicina, legata alla spiaggia da un lembo di sabbia è veramente suggestiva. Ci sdraiamo al poco sole rimasto e ci godiamo la bellezza di questo luogo. Facciamo un pò di snorkeling rilassati nell’acqua. Accanto a noi un giovane artista di nome Vladi dipinge i sassi trovati sulla spiaggia trasformandoli in simpatiche coccinelle e pesci di ogni genere.

Il sole inizia a calare e si nasconde dietro la collina, lasciandoci freschi all’ombra. Poco prima delle otto decidiamo che è ora di rimetterci in pista, e lasciamo questo piccolo magico luogo.

Mercoledì 2 Settembre affrontiamo quella che sarà una delle esperienze più belle di questo viaggio: l’Etna e i suoi crateri!! Arriviamo al rifugio Sapienza intorno alle 10 del mattino. A mano a mano che ci si avvicina al rifugio la strada diventa sempre più nera, e le colate di lava sempre più riconoscibili. Partiamo da Catania con un caldo insopportabile ed arriviamo al Rifugio con 15° di temperatura. Il vento soffia fortissimo. Indossiamo subito gli abiti più pesanti portati con noi: pantaloni lunghi, felpa, giacca a vento, scarpe da trekking, e ci incamminiamo verso i Crateri Silvestri, bocche spente ormai da tempo, rosse come marte, attorno alle quali potrete iniziare ad emozionarvi affacciandovi al cratere ormai spento e ricoperto. Le nostre macchine fotografiche sono ormai impazzite, quel panorma spaziale è stupendo, nero, nero, nero ovunque, nuvole basse, quasi come stare negli inferi.

Ci dirigiamo poi verso la funivia per salire al cratere. Il consiglio che vi dò, è quello di contattare qualche giorno prima dell’escursione al vulcano il gruppo di guide alpine vulcanologhe, che con 60€ vi porteranno in giro tutta la giornata intorno al vulcano, raggiungendo il cratere centrale. Noi purtroppo non conoscevamo questa opzione (bisogna prenotare giorni prima) e ci siamo accontentati spendendo 51 €!!!!!!! a testa per funivia+giro del cratere. Sono tanti soldi, si, ma ne vale veramente veramente la pena. Arrivati al Rifugio torre del Filosofo il panorama è mozzafiato, percorrere la strada disegnata sulla polvere lavica in fuoristrada è spettacolare. Degli astronauti in missione sono nulla in confronto! La guida alpina vi farà fare il giro del cratere spiegandovi l’attività vulcanica e facendovi vedere le varie fumarole (300°!!!!). Attenzione al vento che cercherà di farvi volare via ogni 3 per 2!! Attorno al cratere la strada non è larghissima, e il vento vi farà ballare alla grande! Ho seriamente pensato sarei volata via, ma in realtà il pericolo non esiste. Piu’ che altro portatevi degli occhiali da sole o comunque qualcosa per ripararvi gli occhi, in quanto la polvere lavica volerà in ogni dove!! Arriva ahimè il momento di scendere… Un pezzo di cuore lo lascio in cima al vulcano, o forse, sulla Luna.

Torniamo alla macchina, lasciata nel parcheggio a pagamento del rifugio, e scendiamo intenzionati a fare il giro del vulcano passando per i paesini limitrofi. Visitiamo quindi la famosa “Bronte” un paesino così piccolo, così piccolo, che ci domandiamo come faccia a produrre pistacchi per il mondo intero!! Facciamo quattro passi per il centro fermandoci a mangiare un ottimo calzone al Bar dello Sport, sulla via principale, per poi dirigerci verso un’azienda agricola ed acquistare i tanto famigerati pistacchi! L’Azienda Agricola nella quale ci fermiamo è la “Grassia Vincenzo”, sullo stradone che vi farà entrare in città. Ci accoglie la gentilissima signora Maria, la quale ci fa’ accomodare in una saletta piena di prodotti al pistacchio ed olii d’oliva. Parliamo di Bronte, di pistacchi (mangiandone in continuazione, visto che la Signora Maria ce ne apre uno dopo l’altro e continua ad offrircene) e scopriamo che il pistacchio di Bronte è così tanto pregiato perchè la raccolta avviene una volta ogni due anni. Ale ed io siamo quindi fortunati! Arriviamo a Bronte nell’anno della raccolta, ed abbiamo la possibilità di mangiare il pistacchio appena colto! Una delizia che nulla ha in comune con i sacchettini di pistacchi che si acquistano al supermercato! Compriamo pesti di pistacchi, creme di pistacchi (quelle che mettono nelle loro fantastiche brioches), pistacchi essiccati, pistacchi tritati… E chi più ne ha più ne metta! Ci rimettiamo in marcia sazi di pistacchio, e speriamo di riuscire a raggiungere le Gole dell’Alcantara prima della loro chiusura! L’Alcantara è un fiume, un canalone, che passa alle porte di Taormina, nel quale si può camminare in modo da poter ammirare le sue magnifiche rocce laviche lavorate dalle sue limpide acque. Al nostro arrivo scopriamo però che sono chiuse per dei lavori, e ahimè ci perdiamo questa bellissima visita, che consiglierei a tutti di provare! Ci rimettiamo in marcia verso casa dunque, percorrendo sempre la strada statale e continuando ad ammirare questo fantastico vulcano, che piano piano viene avvolto dal buio.

Arrivati in hotel, stanchi, prepariamo le valigie per la partenza del giorno seguente: finalmente… Le magiche Eolie ci aspettano!



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