Sicilia doc
Partiamo da Venezia e, puntualissimi, dopo un ora e venti di volo atterriamo a Palermo dove ci fermiamo una notte in un hotel del centro storico, prenotato via internet e che assomiglia ad un palazzo dell’Avana (ma tenuto peggio). La stanza però è grande e pulita e, cosa più importante, l’aria condizionata funziona bene.
Il poco tempo a disposizione ci porta a visitare la centrale piazza Marina, il mercato popolare della Vucciria e la Cattedrale che presenta una bellissima parte absidale.
La voglia di emozioni ci spinge alla Cripta dei Cappuccini nei cui sotterranei sono esposti scheletri, salme e mummie di preti e nobili palermitani. Una bambina morta e imbalsamata nel 1920 sembra un’opera iper realista. La visita suscita discussioni nel gruppo, non tutti ritengono che dopo la morte sia carino essere esposti alla curiosità del pubblico soprattutto se non si può esibire la forma migliore. Ma la vita continua e così andiamo a visitare il duomo di Monreale, una costruzione arabo-normanna con interni molto ricchi e splendidi mosaici dorati ed un meraviglioso chiostro.
Ci avviamo poi, con il furgone preso a noleggio, verso la nostra nuova destinazione : Secca Grande nei pressi di Sciacca.
Per strada però non resistiamo al richiamo di un cartello stradale che indica Corleone. Il paese non presenta niente di particolare da visitare e si trova isolato tra le montagne aspre del centro della Sicilia. L’unica fabbrica che notiamo è un cementificio (!!). Ci fermiamo in un locale e ordiniamo una pasta pomodoro e melanzane per la quale aspettiamo quasi due ore ma, considerando dove ci troviamo, non ci sembra assolutamente il caso di protestare, in fin dei conti il piatto è veramente speciale.
La località scelta per la prima settimana ci consente di godere di un bel mare e anche di accedere a importanti siti archeologici come Selinunte, fondata nel VII secolo a.C. Dai Dori che conserva templi, necropoli e santuari e la Valle dei Templi di Agrigento che comprende rovine molto ben conservate (se sono ben conservate è giusto chiamarle rovine?) dell’antica Akragas considerata nell’antichità “la più bella città tra quelle abitate dai mortali”.
Tutti i siti archeologici sono posti in punti estremamente panoramici con vista sul mare e circondati da una macchia mediterranea profumata.
Se però per sfuggire al caldo pensate di fare una levataccia sappiate che per i siciliani l’alba è il momento migliore … per dormire e la biglietteria non apre prima delle 8,30.
Dopo tanta cultura decidiamo di rinfrescarci con un bagno sulla spettacolare Scala dei Turchi nei pressi di Realmente. La sensazione è quella che si prova gustando un gelato caldo cinese, sembra di trovarsi su di una colata di ghiaccio a gradoni che si tuffa nel blu; in realtà stiamo passaggiando su calde rocce calcaree di un bianco accecante.
In Sicilia per colazione ci è sempre stata proposta una granita al limone con brioche, la cosa non ci ha mai ispirato, ma dopo una notte trascorsa con una temperatura di 35° decidiamo di provare ed in effetti la colazione si rivela una vera mano santa. Facendo uno strappo alla nostra regola, dal momento che purtroppo nessuno ci paga, citiamo il mitico bar Roma di Sciacca.
Nonostante si trovi quasi dalla parte opposta della Sicilia veniamo tentati dalla fama di Taormina. La ricerca di un parcheggio tra le strette vie del paese ci fa sudare più del vento caldissimo proveniente dall’Africa; ma una volta risolto il problema veniamo rapiti da questa località turistica situata in alto ad una rocca. Ci godiamo il teatro greco del III sec. A.C., dalle cui gradinate si gode di un panorama assolutamente unico sul mare e sull’Etna; facciamo poi una bella passeggiata tra gli eleganti vicoli di questo centro di origine medioevale la cui fama è assolutamente meritata.
Al ritorno ci fermiamo a Catania ma il gran caldo ci impone di sederci in un locale e goderci l’ottima pasticceria cittadina e la lettura del cartello esposto nel negozio di abbigliamento adiacente “ Cercasi commessa che abbia veramente voglia di lavorare”.
Una delle attività preferite dai siciliani e che condividiamo in pieno, è sedersi ad un tavolo in locali semplici in cui gustare ottimo cibo genuino generalmente a base di pesce. In linea di massima i prezzi non sono alti anche se le eccezioni ci sono sempre, abbiamo anche visto un locale che offriva pizza, piatto di fritto e lattina per 10 €! Terminata la prima settimana carichiamo le pesantissime valigie (con il dubbio che le figlie ci abbiano nascosto dentro i fidanzati) sul furgone e ci avviamo in direzione di S. Vito Lo Capo dove trascorreremo la nostra seconda settimana.
Il trasferimento è l’occasione per visitare Mozia e le saline nei pressi di Marsala. Purtroppo il caldo ci costringe a dare forfait e rinunciare agli assaggi gratuiti della cantina e, da bravi veneti, ci piange il cuore.
Visitiamo anche Erice splendida cittadina situata sulla cima di un monte a 700 metri, e passeggiamo sulle strade lastricate tra chiese e case medioevali in pietra, senza mai perdere di vista il bellissimo panorama sul mare e il zelante ausiliario del traffico.
S. Vito Lo Capo è un paese che offre una grande spiaggia bianca a volte con riflessi rosa e un mare dai colori di mille sfumature che non è esagerato definire caraibico. A rendere ancora più interessante il paesaggio ci sono le rocce del monte Monaco che si trova all’estremità della spiaggia.
Tanta bellezza però attira un’infinità di turisti anche in settembre e non osiamo pensare a cosa poteva essere la spiaggia nella settimana di Ferragosto.
E’ invece deludente la qualità dei locali del paese mentre i prezzi sono mediamente alti.
L’unica gita che facciamo in questa seconda settimana è alla riserva dello Zingaro, a pochi chilometri da San Vito, che è costituita da una montagna che degrada verso il mare su cui ci sono delle splendide calette; passeggiamo confortati da un clima finalmente amico e da un natura incontaminata. Riusciamo anche a trovare un comodo parcheggio pur svegliandoci (per i nostri standard) con comodo.
In un mondo in cui tutto tende ad uniformarsi troviamo che la Sicilia abbia mantenuto la sua identità (anche se non credo che tutti gli anziani siano d’accordo) grazie alle sue grandi tradizioni e d’altra parte chi preferirebbe un hamburger ad un piatto di spaghetti con le sarde? Un libro della Kinsella ad uno della Agnello Hornby? O un format televisivo internazionale di quiz allo struscio serale con gli amici? Mentre torniamo verso l’aeroporto la voce di Olga, il nostro navigatore satellitare, forse in tilt o forse no, continua a ripetere “fare inversione a U”, manca solo che ci dica : “Mischini le vacanze finite sono”! Potremmo dire molto di più sulla Sicilia ma persone di panza (in siciliano “che si fanno i fatti loro”) siamo …Diventate!