Shukran Giordania
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Venerdì 27 DICEMBRE 2013
Partiamo da Venezia. Il volo Turkish Airlines decolla verso le 19, scalo ad Istanbul e infine arrivo all’aeroporto di Amman il giorno dopo, verso le 5 del mattino. All’aeroporto di Istanbul era stato praticamente impossibile reperire qualche JD, perciò ci affrettiamo all’exchange per cambiare lo stretto necessario per il visto, che si fa direttamente all’aeroporto (JD 20). Fuori ci aspetta l’assonnato tassista mandatoci dal primo hotel in cui soggiorniamo, il Black Iris di Madaba. Abbiamo deciso di scappare subito dalla caotica Amman e usare Madaba come base nei primi giorni del nostro viaggio, in cui visiteremo il nord del paese. Girare la Giordania è semplice e sicuro; si può agevolmente noleggiare un’auto, cercando di fare rifornimento appena se ne ha la possibilità (le pompe di benzina non sono moltissime) e facendo attenzione a non perdersi (le indicazioni stradali scarseggiano e non sono chiarissime); noi optiamo invece per utilizzo di taxi, con corse che vengono organizzate direttamente dall’hotel in cui soggiorniamo, a prezzi fissi già stabiliti per ogni destinazione: si risparmia tempo perchè ovviamente conoscono bene le strade (e anche ai check point si passa velocemente) e i prezzi sono piuttosto convenienti. Appena scesi dall’auto, ci colpisce subito l’aria pungente del primo mattino di Madaba e, alla reception del Black Iris , ci accoglie il proprietario, Odeh, che stava schiacciando un pisolino col sacco a pelo sul divano, strategicamente posizionato davanti alla stufetta mentre ci aspettava. Nel corso del viaggio, le sue dritte si riveleranno molto preziose e, inoltre, la struttura vanta anche un buonissimo rapporto qualità-prezzo, anche per quanto riguarda la gestione dei taxi.
Sabato 28 DICEMBRE 2013
Visto che la stanza non sarebbe stata pronta fino alle 14, decidiamo di partire subito, scegliendo l’escursione + lontana. Odeh ci lascia depositare i bagagli, ci prepara la colazione (la prima di una lunga serie di scorpacciate della sua fantastica marmellata di fichi fatta in casa, spalmata sul khobz) e ci fa usare il bagno, dopodiché, alle 7 in punto, ritorna lo stesso autista che ci aveva prelevati all’aeroporto (tra le risate generali, visto che poco prima l’avevamo salutato augurandogli una buona dormita) per portarci ad Umm Qais – Ajloun – Jerash. Dopo un paio d’ore abbondanti d’auto e la veloce fermata ad un check point, arriviamo ad Umm Qais. Il sito dell’antica Gadara è spettacolare, non tanto per le rovine romane e ottomane che, per la verità, richiedono un certo sforzo di immaginazione per apprezzarle, ma quanto per la sua posizione: si trova a nord-ovest della Giordania, incuneato tra Siria, Palestina e Israele, per cui ammirarne il panorama seguendo le indicazioni dei vari confini fa davvero un certo effetto. Ad ogni tappa, l’autista ci dice sempre che lui ci aspetterà lì per tutto il tempo che ci serve, per cui con calma finiamo la nostra visita e torniamo alla vettura. Ripartiamo poi alla volta di Ajloun per visitarne il castello. Il posto è particolarmente ventoso e fa abbastanza freddo, ma ne vale la pena soprattutto per il panorama che si ammira da questa antica roccaforte delle battaglie ai crociati. Infine raggiungiamo Jerash. Gerasa è un sito romano per il quale consigliamo di prendersi tutto il tempo necessario, visto che è abbastanza vasto. Molte sono le immagini di Jerash che ci accompagneranno ancora a lungo: l’entrata attraverso l’ Arco di Adriano, l’ Ippodromo, il Foro, il Tempio di Artemide, i Teatri, il Ninfeo…tutto lascia un senso di grandezza e antico splendore!
Visto che è inverno e il sole tramonta presto, verso le 16 siamo già di ritorno all’albergo. La sera ci facciamo un giretto in centro e scegliamo di cenare al Queen Ayola dove io mi gusto la prima di una lunga serie di gustose zuppe di lenticchie e dove facciamo una scorpacciata di khobz intinto nell’ hummus. Che buona la cucina giordana!
Domenica 29 DICEMBRE 2013
Sveglia di prima mattina, oggi si parte per un giro che comprende Monte Nebo – Betania e Mar Morto. Le prime due località, più che per quello che effettivamente offrono, sono significative da un punto di vista religioso. Il biglietto per il Monte Nebo costa 1J (più o meno tutti gli ingressi a pagamento in Giordania costano 1-2 JD) e il luogo, sin dall’apertura al mattino, è assalito da orde di pullman di turisti, molti dei quali italiani. Si tratta del luogo da cui Mosè ha visto per la prima volta la Terra Promessa ed infatti la cosa più interessante qui senz’altro è il panorama. Purtroppo la mattinata è fredda e non molto limpida e la basilica, coi suoi mosaici, non è visitabile perchè in restauro. Torniamo quindi in auto e ci dirigiamo a Betania. Per visitare il sito usufruiamo del bus navetta. Il costo totale, compresa la guida che ci accompagna, è di 12 JD per persona. Ci sono molte mosche fastidiose. Ci fermiamo una prima volta, senza scendere, a Tell Elias, il luogo in cui il profeta Elia è asceso al cielo. La guida ci indica il punto in cui è possibile vedere anche la città di Gerico. L’atmosfera è particolare, c’è un silenzio che trasmette la sensazione della sacralità dei luoghi. Proseguiamo e scendiamo pre proseguire a piedi per raggiungere il corso del fiume Giordano. Il posto è di confine, l’area è militarizzata, si notano le reti col filo spinato e la guida ci raccomanda di stare uniti. Proseguiamo a piedi su un sentiero alberato. È inverno, ma fa caldo. Alla fine arriviamo al sito del battesimo di Gesù. Qui si vedono i resti di un’antica chiesa, con il solco sul terreno di dove un tempo passava il fiume (ora non più, ed è tutto secco). Ovviamente, per chi è credente, il sito è veramente carico di significato e si avverte. Proseguiamo, sempre a piedi, finché arriviamo ad una chiesa ortodossa,da visitare anche all’interno,e poi scendiamo fino al vero e proprio corso del Giordano. Mentre ci si avvicina si scorgono dei militari, e il perchè è presto detto: appena si scende al fiume si vede dall’altra parte la sponda appartenente ad Israele, con i turisti che come noi, come in uno specchio, stanno scendendo al fiume. L’acqua ha un colore veramente poco invitante, ma non c’è fedele che non immerga almeno un dito pregando, tanti ne prendono un pò da portare a casa, ma le più organizzate sono due signore russe che si spogliano e indossano una tunica bianca per immergersi completamente nel fiume, che in questo tratto è quasi soltanto un piccolo canale, per battezzarsi di nuovo.
Ritorniamo al bus e poi alla nostra auto e ripartiamo alla volta del Mar Morto. È difficoltoso farvi il bagno senza utilizzare la spiaggia di un resort o di un bagno attrezzato, per cui noi scegliamo la spiaggia della struttura di O Beach. L’esperienza è sicuramente consigliata, anche se non è per niente a buon mercato: l’ingresso costa 25JD, che naturalmente sono molto più ammortizzabili d’estate, quando si possono sfruttare le piscine della struttura per passarci tutta la giornata. Però, pur essendo inverno, non fa per niente freddo e ci si mette in costume da bagno senza problemi, anche se di certo non viene la voglia di sdraiasi su di un lettino a prendere il sole…poi si spendono altri 3JD per ottenere un lucchetto dove depositare la propria roba e altri ancora ce ne vogliono se si ha bisogno l’asciugamano…alla fine dei conti, è consigliabile arrivare con almeno 2 teli, uno per scendere al mare e uno per asciugarsi dopo la doccia. La struttura è lussuosa e gli spogliatoi sono belli e puliti. L’esperienza è surreale e i turisti che galleggiano divertiti sembrano tante nuotatrici di sincronizzato che compiono evoluzioni a pelo d’acqua. C’è anche la possibilità di fare i fanghi, ma la cosa più importante è la disponibilità di docce per ripulirsi dal sale! Una volta risciacquati per bene, ce ne torniamo al nostro albergo con la pelle vellutata.
La sera ceniamo di nuovo al Queen Ayola, visto l’impressione positiva del giorno precedente. Il proprietario ci riconosce e gentilmente ci offre degli involtini primavera (!).
Lunedì 30 Dicembre
Oggi percorriamo la Strada dei Re (più lunga, ma anche più panoramica) per raggiungere Petra. La prima fermata è per contemplare il panorama mozzafiato del Wadi Mujib. Poi raggiungiamo il castello dei crociati di Karak. Il castello è molto famoso, ma per noi non è il migliore fra quelli visitati. Soffia un vento molto freddo, e di questo posto ci ricorderemo soprattutto per il tè alla menta sorseggiato in un bar appena poco fuori l’uscita. Il proprietario ci dice orgoglioso che usa solo menta fresca di Karak e noi pensiamo che ha ragione di esserne fiero, perchè è assolutamente delizioso!
Ripartiamo, e dopo un’altra breve sosta per ammirare il paesaggio di Dana, arriviamo al castello di Shobak. È in assoluto il nostro preferito e già soltanto la strada per raggiungerlo è spettacolare: si trova su di un altopiano, assolutamente in mezzo al nulla e tutta la zona è molto suggestiva. Anche questo è un castello crociato, che alla fine è stato conquistato da Saladino dopo un assedio di 18 mesi. L’atmosfera che si avverte, passeggiando tra le mura, è pregna della sua storia. Infine giungiamo all’hotel dove alloggeremo a Wadi Musa per visitare Petra: La Maison. Si rivelerà una scelta azzeccata perchè è abbastanza vicino al sito per raggiungerlo comodamente a piedi. La giornata volge al termine per cui l’unica cosa che facciamo è acquistare i biglietti per il Petra by Night (che ci verranno rimborsati, perchè la sera una pioggia scrosciante impedisce la visita al sito) e poi facciamo un giro delle agenzie della cittadina per organizzare il nostro pernottamento al Wadi Rum (consigliamo di provarne più d’unaprima di scegliere, perchè le offerte dei servizi e i prezzi applicati possono differire anche parecchio). Noi scegliamo il pacchetto che ci propone la Jordan Memories.
Martedì 31 Dicembre
Oggi finalmente visitiamo Petra. Decidiamo di acquistare il biglietto valido per l’entrata di due giorni (55JD invece dei 50JD per un giorno solo). Avevamo già deciso prima di partire di dedicare due giornate a questo sito, per poterlo visitare con calma e senza avere il timore di partire senza aver avuto la possibilità di gustarcelo tutto. Alla fine la nostra decisione si rivelerà azzecata, perchè abbiamo avuto la possibilità di partecipare al Petra by Night solo al secondo tentativo ( non si tiene ogni sera) e poi siamo potuti rientrare dopo la prima giornata esausti, intirizziti e fradici di pioggia sapendo che quello che avevamo mancato l’avremmo visto il giorno dopo; infine, perchè abbiamo potuto ammirare il Tesoro sia con la pioggia che con il sole, che fortunatamete splendeva il giorno dopo. In definitiva, una giornata è sicuramente sufficiente per visitare velocemente i siti più significativi, ma due giornate danno un pò più di sicurezza in caso di condizioni meteo avverse!
Sapendo di avere due giorni a disposizione, noi al mattino siamo sempre partiti con calma alle 8, ma ci sentiamo di consigliare di entrarci anche prima, per evitare la folla e potersela godere con più tranquillità.
La prima giornata non è delle migliori, ma l’emozione di essere qui non ci fa badare al freddo e alla pioggierella fastidiosa che va e viene. Seguiamo il percoso classico, e subito dopo l’ingresso percorriamo il bellissimo sentiero iniziale che porta al Siq, un lungo passaggio, una gola rocciosa indimenticabile, finché, dopo circa 2 km di cammino, si arriva al punto in cui inizia ad intravedersi il Tesoro e l’ emozione monta. Ovviamente davanti al Tesoro c’è la massima concentrazione di turisti, cammelli, asini e beduini che vendono mercanzie e reclamizzano in tutte le lingue del mondo i vari mezzi di trasporto a disposizione. Ecco, c’è subito da abituarsi a queste voci continue che continuano a cantilenare “ 1JD, 1JD” o “donkey ride to Monastry” senza rimanerne infastiditi, perchè sarà la colonna sonora ufficiale dei prossimi due giorni. Nel rifiutare basta essere educati, ma decisi. Pensandoci poi, mi spiace di non essermi portata qualcosa in più da lasciare ai bimbi beduini che affollanno il sito e ci lavorano instancabilmente dalla mattina alla sera.
La tappa successiva è l’Altura del Sacrificio, una camminata abbastanza impegnativa che mette a dura prova chi soffre di vertigini. Per chi non ce la fa ci sono gli asini, ma noi non ce la sentiremmo mai di consigliarli in queste salite-discese perchè, soprattutto scendendo, c’è da assumere la postura più adatta in groppa per non sbilanciarsi e noi proviamo un brivido ogni volta che vediamo passarci accanto un turista in quelle posizioni….Poi raggiungiamo il Teatro e la Strada colonnata (davvero imponente), ma soprattutto andiamo per i 40 minuti di salita (molto meno impegnativa e senza problemi di vertigini) che portano al Monastero. Il Monastero è una delle attrative più belle di Petra, nella nostra personale classifica batte addirittura il Tesoro, ed è assolutamente da vedere! Dopo esserci presi il tempo per osservarcelo per bene ci incamminiamo per la discesa, e la nostra buona stella ci assiste perchè inizia a piovere proprio mentre stiamo scendendo gli ultimi scalini (sarebbe stato davvero scivoloso fare tutto il ritorno sotto la pioggia). Torniamo quindi all’ albergo, decliniamo il loro invito al mega-cenone- party di Capodanno organizzato per i turisti (le persone locali di religione islamica ovviamente non festeggiano il Capodanno occidentale) e finiamo per cenare al Three Steps Restaurant & Café, dove ci offrono cenone speciale a 13JD per persona, che comprende vari piatti tipici: mezze vari, mensaf di pollo e agnello, baklava e tè. Ci intratteniamo a parlare con lo sconsolato proprietario e la cameriera filippina che si lamentano dei giorni di magra, visto che i turisti scarseggiano in Giordania in questo periodo perchè temono ingiustamente che il paese sia pericoloso a causa della vicinanza con la Siria. Che peccato!
Mercoledì 1 Gennaio
Stamattina ci svegliamo con particolare calma, e partiamo con lo zainetto carico di snack comprati all’alimentari il giorno prima per pranzare a Petra.
Oggi fortunamente è una bella giornata di sole e quindi abbiamo l’occasione di rivedere i monumenti con una luce diversa e di concentrarci su quello che abbiamo saltato il giorno prima : in particolare le Tombe Reali (magnifiche) e la Chiesa. Poi ci concediamo un pò di relax per essere in forma per la sera, per il Petra by Night. Diciamo che lo spettacolo che offrono davanti al Tesoro non è niente di che, ma quello che vale assolutamente il biglietto è ripercorrere il Siq sotto il cielo stellato, seguendo il sentiero segnato dalle candele. E poi sedersi in circolo, su delle stuoie, davanti al Tesoro, mentre i beduini ci offrono il tè. Ecco, l’atmosfera è veramente magica ed è importante fare più silenzio possibile per non rovinarla (ahimé. ci sono alcuni turisti che non lo capiscono e rompono in schiamazzi sguaiati).
Giovedì 2 GENNAIO
Oggi lasciamo Petra per raggiungere il Wadi Rum. Come concordato con l’agenzia, ci viene a prendere un taxi, con un autista come sempre gentilissimo, che ci porta fino al Visitor Centre, dove poi proseguiamo con un fuoristrada attraverso il deserto fino all’accampamento dove passeremo la notte. A questo punto vale la pena fare una precisazione: come da ogni parte del mondo, anche in Giordania vale la regola che si ha quello che si paga. Noi abbiamo corso il rischio, acquistando uno dei tour meno costosi, che però ci ha fatto fare ben 6 ore di corsa in jeep nel deserto e la sera ci ha fatto pernottare nella tenda di una vera famiglia beduina. Altri tour più costosti offrono sicuramente strutture di più alto livello, con tende dotate di letti e bagni con acqua calda, ma noi sinceramente, per quanto pur sempre turisti, volevamo avere del deserto un’esperienza quanto più autentica possibile e siamo stati felici di aver scelto la soluzione più spartana.
Appena arrivati, abbiamo lasciato gli zaini nella tenda dove avremmo dormito la notte e poi siamo partiti per l’escursione in deserto in compagnia della guida e di una simpatica giovane coppia francese che aveva dormito lì la notte prima e che ci anticipa quello che avremmo dovuto aspettarci. Di ritorno dal tour, la guida riaccompagna i francesi al Visitor Centre, mentre noi rimaniamo nel bel mezzo del nulla per più di un’ora, da soli , ad aspettare il tramonto sulle dune…indimenticabile! Poi arriva la famiglia beduina con i nostri compagni di tenda per quella notte, una famiglia inglese, e ci prepariamo per la cena, dopo aver sorseggiato il tè in compagnia, intorno al fuoco. Per la cena si uniscono a noi, oltre al capofamiglia, due suoi amici ed un altro turista spagnolo. Il riso con pollo e verdure è squisito ed è servito su di un unico piatto da cui tutti si servono con le mani. Già consci che quella sera, ovviamente, non avremmo avuto la possibilità di farci la doccia, ci sistemiamo per la notte tutti imbacuccati, mentre il fuoco lentamente si spegne e il buio e il silenzio del deserto inghiottono tutto. Con l’ausilio di una pila usciamo per contemplare un cielo stellato immenso, che ti fa sentire infinitamente piccolo…e poi torniamo a dormire , avvolti nel sacco a pelo. A proposito del tanto temuto freddo del deserto nelle notti invernali, noi, avendo il sacco a pelo e dormendoci dentro vestiti di tutto punto, non l’abbiamo sofferto affatto, ma ci siamo accorti che portarselo dietro per gli altri turisti non sempre è così scontato, visto che gli inglesi e lo spagnolo, non essendone provvisti, hanno battutto un pò i denti …
Venerdì 3 GENNAIO
Il tempo di una frugale colazione, un ultimo saluto ai nostri compagni di tenda e ai padroni di casa e poi di nuovo sulla jeep e poi sul taxi per fare ritorno a Madaba. Dobbiamo davvero riconoscere la gentilezza degli abitanti della Giordania, visto che il tassista ad un certo punto ha avuto un serio problema familiare e ci ha chiesto se poteva farsi sostituire da un suo collega, offrendoci il tè mentre aspettava che arrivassero a dargli il cambio; e il nuovo poi si è fatto in quattro per trovare il nostro hotel, non essendo del posto. Sono persone davvero professionali, di cui ci si può senz’altro fidare.
Il pomeriggio a Madaba lo trascorriamo nella visita della città che non abbiamo potuto ammirare all’inizio del nostro viaggio non avendone il tempo, e rimaniamo incantanti soprattutto dalla Chiesa (cattolica) della decapitazione di Giovanni Battista, con le belle campane, la cripta e l’interessante mostra con foto dei primi del ‘900, assolutamente da visitare. Ci fa tanta simpatia trovarci qui e vedere un albero di Natale allestito accanto all’altare vicino al presepio e la Bibbia scritta in caratteri arabi. Non a caso, Madaba è la città della Giordania che ha la più alta concentrazione di popolazione cristiana.
Ci è tanto piaciuto il nostro soggiorno precedente qui, che siamo di nuovo alloggiati al Black Iris e torniamo a cenare al Queen Loyola, che stavolta gentilmente ci offre le bevande.
Sabato 4 GENNAIO
È il nostro ultimo giorno pieno e lo impieghiamo per visitare i castelli del deserto orientale. Partiamo alle 8 e torniamo dopo 5 ore, portandoci a 120 km dal confine con Iraq e Arabia Saudita, ad est di Amman. Il costo comulativo è di 2JD per visitare i tre castelli più famosi: Qasr Kharana, solido e suggestivo in mezzo al nulla; Qusayr Amra, di cui notevoli sono gli insoliti affreschi; Qasr al-Azraq, legato alla leggendaria figura di Lawrence d’Arabia, ma sicuramente il meno interessante dei tre. A nostro parere, se fossimo stati costretti a tralasciare qualcosa del nostro viaggio in Giordania, sicuramente sarebbe stato quest’ultimo tour, che può essere lasciato come alternativo ad una giornata di relax.
Il pomeriggio raggiungiamo il Larsa Hotel nella zona ovest di Amman e ci concediamo un giretto al vicino al City Mall per curiosare un pò nei suoi costosi negozi. Ceniamo con una leggera zuppa in camera spendendo gli ultimi JD rimasti e ci prepariamo per la levataccia
Domenica 5 GENNAIO
Sveglia alle 3 per raggiungere l’aeroporto. Decolliamo alle 6:35 e diciamo arrivederci a questa splendida terra, di cui ci porteremo dietro tante immagini: le gigantografie del re Abdullah e della sua famiglia disseminate in tutte le città, gli accampamenti dei profughi scampati dai vicini conflitti, la kefiah bianca e rossa orgogliosamente sfoggiata dagli uomini, il cibo delizioso, la sabbia rossa del Wadi Rum che non finisce più di uscire dalle nostre scarpe… shukran Giordania!