Sharm el Sheikh Underwater
Arriviamo a Sharm alle 11.30. L’aeroporto è piccolino ma pieno di gente: gli aerei non fanno che atterrare e decollare, ma le pratiche per i visti ed i controlli sono davvero lunghi… Fuori nel parcheggio ci sono tutti gli autobus dei vari operatori che accompagnano i turisti nei vari hotel e resort. Dall’aeroporto all’hotel il paesaggio è desertico: fanno da sfondo le imponenti montagne del Sinai che assomigliano a dei denti affilati, mentre sulla costa si susseguono lussuosi hotel a cui si accede attraverso lunghi viali di palme.
Noi alloggiamo al Tropicana Grand Oasis a Sharks Bay: un hotel immenso, con un corpo centrale dove si trovano bar, ristorante, reception e negozietti vari; intorno alla grande piscina ci sono tutte le casette a due piani dove si trovano le camere. Scendendo ancora e attraversando gli splendidi giardini di palme e bouganville, si arriva fino ad un “lungomare” dove si trovano il mini club, un altro ristorante, il centro diving ed un fac simile di tenda beduina dove servono il te. La spiaggia è su diversi livelli e gli ombrelloni sono distribuiti sui vari gradoni. C’è un bar con i tavolini e le sedie in legno per dissetarsi anche sotto al sole. A riva c’è il pontile perché già da un paio di metri dalla risacca inizia la barriera corallina.
Sono già le 14 .30 quando arriviamo così ce ne andiamo a pranzare. Il ristorante è al buffet e c’è l’imbarazzo della scelta. Ci accompagnano in camera, la 6202, al secondo piano con vista mare e sulla baia di Sharks. Mentre sistemiamo le nostre cose, un cameriere ci porta un bellissimo vassoio di frutta. Come da accordi, ci chiama in camera Maomi, il titolare dell’agenzia Beluga Sharm che organizza escursioni ed immersioni a prezzi decisamente più bassi rispetto quelli dei tour operator. L’obiettivo principale di questa vacanza era proprio il brevetto da sub che sto rimandando da anni. Ora non ho più scuse. Mi accordo con Maomi già per l’indomani (prima comincio prima finisco…), poi scendiamo a fare un giro.
Alle 18.30 c’è la riunione con il gruppo della In Viaggi, dove ci spiegano come muoversi all’interno dell’hotel e ci illustrano le varie escursioni che propongono.
A cena ci rendiamo conto di quanti russi ci siano in questo hotel…Una colonia praticamente! Per il dopo cena è previsto il cabaret…Ma glissiamo diplomaticamente con la scusa della stanchezza del viaggio.
25 febbraio Ore 7, suona la sveglia…Ma non eravamo in vacanza?!? Dopo colazione usciamo per incontrare l’autista che ci ha accompagnati a Sharks Bay dove ci aspettava il mio istruttore di sub: Ali. Ci accomodiamo al bar sulla spiaggia dove Ali inizia a spiegarmi i fondamentali del diving. La lezione prosegue con un dvd mentre lui fa la prima immersione con Andrea.
Poi arriva il mio turno. Inizia la vestizione: muta, calzanti, pinne, cintura con i pesi, gav, bombola, erogatori e maschera…Sembro un palombaro, non c’è niente della mia taglia…Praticamente ci “sguazzo”! Entriamo in acqua e finalmente ecco il mio primo respiro underwater!!! Che emozione. Iniziamo poi gli esercizi di rito sott’acqua come lo svuotamento della maschera, l’assetto, l’erogatore a getto continuo… Terminati gli esercizi mi merito un bel giretto per la barriera: lo spettacolo è indescrivibile, sembra davvero di essere un acquario per la ricchezza di pesci dalle mille forme, colori sgargianti e gli stupendi coralli. E poi l’acqua è davvero trasparente e priva d’inquinamento.
A causa della muta troppo larga e della bassa temperatura dell’acqua, quando esco ho un freddo da battere i denti. Provo a scaldarmi al sole ma mi ci vuole un po’.
Alle 14 rientriamo in hotel dove pranziamo prima di andare in spiaggia. Ci piazziamo sotto un ombrellone a rilassarci…Peccato che alle 15 inizia la musica ed arrivano gli animatori proponendo tornei e giochi a freccette…Si stava così bene…E allora via! Decidiamo di prendere il taxi e fare un giro a Naama Bay, centro cosmopolita di Sharm el Sheikh.
La strada che collega i paesi sulla costa è una grande arteria a 4 corsie dove le macchine corrono anche a 150km/h . Qui le regole del sorpasso sono praticamente inesistenti quindi ci si vede spuntare il muso delle auto indistintamente da a destra o sinistra. I clacson sono assordanti e continui: suonano per avvisare di una manovra, suonano i tassisti per attirare l’attenzione dei passanti, suonano per salutarsi tra loro, suonano per mandarsi al quel paese…Insomma un caos! Percorriamo i 15km che dividono Sharks Bay da Naama Bay e scendiamo all’inizio del viale principale. Sembra di entrare in un altro mondo: qui è pieno di luci, suoni, gente, bar, locali, negozi. In mezzo alla via c’è un mega schermo poi inizia un altro grande viale con l’immancabile Hard Rock Cafè, centri commerciali ed un locale arroccato su una collina, il “Panorama”. Qui molti imprenditori italiani hanno aperto hotel e locali quando ancora non c’erano che beduini. Adesso assomiglia ad un’appendice della nostra Penisola, sia per la massiccia presenza di compatrioti che per i numerosi ristoranti italiani, pizzerie e negozi di abbigliamento made in Italy. E poi tutti i locali parlano italiano! Giriamo fino alle 20 poi torniamo al ritrovo con il nostro autista per rientrare in hotel. Per questa sera abbiamo prenotato il ristorante di pesce: è vicino alla spiaggia ed il menù è alla carta. Ci sono molte portate: abbiamo scelto in modo da assaggiare un po’ tutto ed era davvero buono! Lo spettacolo serale era davvero pietoso così abbiamo optato per la ritirata! 26 Febbraio Levataccia anche stamattina: oggi si va in escursione a Ras Mohammed, primo parco marino d’Egitto, riserva naturale di mare e di terra…Organizzata dal tour operator!!! Non è affatto mia abitudine, anzi, ma visto che questa mi è stata offerta, sarebbe scortese rifiutare. Siamo in 12 e ci troviamo fuori dove ci aspetta il bus. Prima sosta in un negozio per noleggiare l’attrezzatura per lo snorkeling: considerata la temperatura dell’acqua non è proprio il caso di farne a meno! La sosta dura molto più del dovuto e non si capisce per quale motivo (ecco perché non partecipo alle escursioni dei t.O.). Finalmente si prosegue. Arriviamo al parco e facciamo la prima sosta per osservare il panorama: il terreno è completamente desertico e si susseguono dune di sabbia. In contrasto con il panorama, ci sono poi le magnifiche spiagge, insenature e l’ambiente sottomarino. A Barracuda Bay il deserto circostante risalta lo splendido azzurro dell’acqua. Scattiamo le foto di rito poi si riparte verso la spiaggia. S’è alzato un venticello niente male. Infiliamo la muta, ma nonostante quella l’ingresso in acqua non è dei più piacevoli, ma il coraggio è ben ripagato dallo spettacolo che ci aspetta sott’acqua: è una meraviglia di pesci e colori…Ma anche di sub purtroppo… Nuotiamo per circa tre quarti d’ora ma poi il freddo ci spinge ad uscire, nella speranza di poterci scaldare al sole. Sfortunatamente il venticello di prima s’è fatto sempre più insistente, quindi anche stesi al sole si battono i denti. Riprendiamo di nuovo il bus per andare al Lago Magico: si chiama così perché si dice cambi colore durante il giorno…Di certo non mentre eravamo lì. Nei dintorni si trovano anche diverse spaccature del terreno, causate dal terremoto, dalle quali s’intravede l’acqua cristallina sottostante. Sosta successiva per il pranzo: arriviamo in una baia circondata dal deserto, dove si stendono dei teli a terra sui quali ci sediamo per mangiare. C’è un riparo in muratura dove allestiscono il buffet: insalata di tonno e pomodori, spaghetti, patate, melanzane, pollo, salsicce (di manzo ovviamente) e pesce. Tutto molto buono…Perlomeno per noi: il resto del gruppo con cui siamo partiti non era d’accordo, come del resto hanno avuto da ridire su tutto fin dall’inizio! A fare da sottofondo abbiamo avuto per tutta la mattina i loro commenti banali e scontati del tipo “ma questi non hanno mai visto il mare che abbiamo in Sicilia”, lamentano il fatto che abbiamo mangiato seduti a terra (N.B siamo nel deserto!), che in hotel non si mangia bene e vorrebbero trovare una pizzeria…Lo stereotipo d’Italiano in vacanza purtroppo che quando viaggia non è aperto alle novità e ad immergersi nella cultura locale, ma cerca di imporre la propria. Il colmo è stato quando uno degli organizzatori del tour ha offerto un “caffè” (Nescafè sciolto nell’acqua calda) ad uno di questi ragazzi palesemente insoddisfatti. Per tutta risposta, il tipo, non gradendo il pensiero, ha pensato bene di buttare tra la sabbia il caffè, sostituendolo con della Coca Cola e pensando di non esser visto…Ma si sbagliava! Che tristezza…E che figuraccia…Noi ce ne siamo rimasti in disparte per la durata di tutto il tour, magari apparendo come degli asociali, ma quelle poche volte che abbiamo provato ad interagire non ci siamo affatto trovati.
Credo che questa sia un’ennesima motivazione per evitare di tour con gli operatori: in fondo la compagnia che si trova è quella che preferisce spendere di più per essere venuti a prendere dentro a l’hotel, accompagnati per mano metro per metro, quelli che non vogliono rischiare di fare “brutti incontri” con la gente locale.
Dopo pranzo ci siamo stesi al sole, ma il vento è sempre più forte e più freddo così quando ci annunciano che è ora di rientrare non ci dispiace affatto.
Alle 14 siamo in hotel e proviamo a fermarci un po’ in piscina, ma le temperature ci fanno scappare dopo meno di un’ora.
Per la serata abbiamo prenotato il ristorante orientale: gustoso! Prendiamo la navetta per Naama Bay alla ricerca di una muta adatta a me che mi eviti l’assideramento…Ma niente xs! Ci consoliamo con un ottimo frullato di frutta fresca in uno dei bar lungo il viale, che trasmette anche il derby Juve – Torino terminato in pareggio.
Torniamo a piedi a prendere la navetta al Rosetta per ritornare al nostro hotel.
27 Febbraio Stamattina ci alziamo alle 7.45…No, non è proprio una vacanza all’insegna del relax… Ali viene a prenderci fuori dall’hotel: oggi abbiamo in programma immersioni a Tiran. E’ un’isola militare, quindi l’attracco non è consentito, ma il fondale è un giardino ricchissimo di pesci e coralli. Al porticciolo di Sharks Bay dove arriva a prenderci una barca per immersioni, capitanata dalla russa Nathalie, un mastino di donna che sa come farsi rispettare da tutti i sub! Mi sistemo all’interno per guardare il dvd della lezione prevista per oggi, ma la puzza di scarico che entra è nauseante! Arriviamo a destinazione e gettiamo l’ancora all’altezza di una nave russa degli anni ‘80, il cui relitto è per metà sulla superficie dell’acqua. Si dice che il suo comandante, leggermente brillo, si sia incagliato con i coralli sui fondali.
Ci prepariamo per la prima immersione, ma fa freddo…Oggi il mio entusiasmo non è proprio al massimo. Comunque c’immergiamo e Andrea è con noi. Facciamo qualche esercizio e nuotiamo un po’. Certo che lì sotto sembra davvero di far parte di un documentario! Risaliti in barca mi scaldo al sole e pranziamo. Alle 14 siamo di nuovo tutti e 3 in acqua. A pochi metri da noi, nascosta tra le rocce, c’è una murena gigantesca: stupenda! E poi è pieno di pesci farfalla, pagliaccio e pappagallo, che hanno macchie e strisce colorate.
Alle 16 siamo di nuovo in porto. Ali ci accompagna a Sharm Vecchia dove conosciamo Maomi: ha un ufficio nella parte più nuova della zona che si chiama Beluga Sharm. Lo gestisce con sua moglie, una signora padovana trasferitasi in Egitto, dove hanno avuto anche il loro figlioletto: un bambino di 2 anni dagli occhi verdi ed i riccioli biondi! Sono persone davvero squisite e molto disponibili. Li abbiamo conosciuti grazie alle segnalazioni in internet e la scelta si è verificata davvero azzeccata: innanzitutto loro propongono le stesse escursioni di villaggi ed hotel, stessi programmi, stessa professionalità (infondo Maomi ha lavorato per anni nei tour operator), ma è il prezzo che fa la differenza! Questo vale sia per i tour che per le immersioni, corsi e giornaliere. Ad esempio: io per la durata del corso, ho avuto a disposizione un insegnante tutto per me che mi seguiva e mi correggeva gli errori. Questo non sarebbe successo con un corso di 10 persone ed un unico insegnante! Abbiamo bevuto karkadé, chiacchierato un po’ e alle 19 un taxi ci riaccompagna in hotel.
Siamo esausti, è stata una giornata lunghissima, così abbiamo cenato presto e siamo rientrati per fare i quiz previsti dal corso.
28 Febbraio Oggi si parte alle 8.30 per Ras Mohammed, ma stavolta via mare. Imbarchiamo al porto di Sharm Vecchia, stessa barca di ieri, stesso mastino di donna a dettare legge…E guai a contraddirla! Oggi il mare è più calmo di ieri, splende il sole e non c’è vento: insomma una giornata perfetta! Faccio la prima immersione da sola con Ali mentre Andrea va con il gruppo. Oggi mi aspettano esercizi niente male: togliere e rimettere la maschera, sganciare il gav e l’attrezzatura, prove di assetto.
Rientrati a bordo, come al solito batto i denti e mi scaldo al sole, ma la pausa non dura poi molto visto che la seconda immersione è prevista prima di pranzo. Stavolta niente esercizi: scendiamo con il gruppo ed è solo divertimento. Il posto è davvero molto bello, nuotiamo perfino dentro ad una grotta e mi sbizzarrisco con le foto (come se non bastassero quelle sopra l’acqua). Se non fosse per il freddo insopportabile grazie alla muta troppo grande sarebbe davvero tutto perfetto! Risaliamo in barca, pranziamo e abbiamo tempo per starcene stesi al sole! E’ il momento del mio quiz finale: rispondo alle 50 domande e finalmente Ali mi consegna il mio brevetto! Sono ufficialmente una Open Water Diver! Andrea ha una sorpresa per me: il libretto per registrare le immersioni effettuate…Sperando che siano le prime di una lunga serie! Prima di rientrare in porto ci fermiamo al Fanar, una baia dove nuotano i delfini: che spettacolo! Rientriamo verso le 17.
Stasera torniamo a Naama Bay con la navetta dell’hotel. Portiamo le foto fatte sott’acqua a sviluppare: sono davvero bellissime anche se dovremmo fare un po’ più di pratica con l’inquadratura… Andiamo al Roof, un locale sul tetto di un edificio, con vista sulla via principale di Naama Bay. Il posto è davvero molto carino: c’è tanta gente, musica, ci sono sia tavoli che cuscini per sedersi a terra e fumare narghilé. Si sta davvero bene! 29 Febbraio Era ora! Una mattina senza sveglia: questa si che è vacanza! Finalmente ci aspetta il meritato relax: una giornata di mare, sole e dolce far niente! Dopo colazione andiamo in spiaggia e ci sistemiamo su 2 lettini sotto ad un ombrellone…Ci voleva proprio! L’unica cosa che guasta l’atmosfera è la musica fastidiosa emanata dalle casse del dj…Anche perché non è che faccia da colonna sonora alle “numerose attività organizzate dell’animazione”… Meglio andare in acqua e dedicarci ad un po’ di snorkeling: almeno lì sotto c’è più silenzio! L’ingresso in mare senza muta non è dei più invitanti…Sarà per questo che a fare il bagno ci sono solo russi!? Comunque quello che c’è sott’acqua è davvero stupefacente: nonostante gli “sgambettii” delle tante persone i pesci sono talmente tanti e per niente intimoriti! E’ proprio vero che qui a Sharm non è necessario essere sub per ammirare lo spettacolo underwater.
Mentre nuoto urto una roccia con un piede, ma continuo l’immersione. Solo una volta uscita mi accorgo che la situazione è peggio di quella che sembrava ho un bel taglio ed inizia a sanguinare copiosamente. Un tipo russo mi viene incontro e cerca di spiegarmi qualcosa di totalmente incomprensibile: continuava ad indicare il mio piede, ma non avevo bisogno di lui per rendermene conto…Alla fine un suo amico dici “farmacy!” e mi indica un ragazzo sul pontile. Ora ci siamo! Con l’aiuto di Andrea saltello fino alla postazione e chiediamo la cassetta del pronto soccorso. Il tipo s’improvvisa Dottor House e con una grazia a dir poco animalesca vorrebbe strofinarmi il taglio. S’indispettisce perché non voglio farmi toccare da lui: chiediamo solo un pezzo di garza e del disinfettante per far fare ad Andrea. Chiudiamo la ferita alla meno peggio nell’attesa di andare in una farmacia più attrezzata.
Andiamo a pranzo al ristorante in spiaggia e torniamo in camera. Alle 16 chiamiamo il taxi di ieri, Morgan, con cui abbiamo familiarizzato, per andare a Sharm Vecchia. Passiamo prima a prendere Maomi a casa sua: abita in un quartiere splendido ad ovest di Naama Bay, Tower Road, ed ha per vicino di casa nientemeno che Tony Blair! Facciamo un giro di quella zona e scendiamo in centro: attraversiamo l’arco dell’Old Market e visitiamo una specie di montagna con cascata annessa ed immancabili bar all’aperto, interamente costruita per i turisti come scenografia delle loro foto; attraversiamo le bancarelle di frutta colorata, spezie variopinte e foglie di tè ordinate a piramide su cestini di vimini; macellerie che mostrano quarti di manzo appesi all’aria aperta, inevitabilmente ricoperte di mosche; narghilé di varie misure e colori, ristorantini tipici e poi i soliti negozietti turistici con magliette varie, ciabattine in cuoio, magneti per il frigo e cartoline. Alle 18 salutiamo e ringraziamo Naomi, e torniamo all’appuntamento con il nostro taxi: stavolta c’è Mohammed, fratello di Morgan. Lungo la strada tra Sharm Vecchia e Naama Bay, c’è l’imponente moschea. Gli chiedo se può cortesemente fermarsi solo un attimo per una foto. Lui non capisce l’italiano ed il suo inglese è quasi tutto ad intuizione: si ferma e spegne l’auto; ci fa segno di scendere; prende una felpa che avevamo appena comprato per farmela indossare e toglie il giubbetto ad Andrea per legarmelo attorno alla vita a coprirmi le gambe. Si dirige verso la moschea e noi lo seguiamo. Giriamo tutt’intorno, visitiamo i bagni dove i fedeli devono lavarsi prima di iniziare la preghiera e di fronte all’ingresso intravediamo l’interno. Mohammed si guarda continuamente intorno come se temesse che qualcuno dei fedeli possa avere da ridire sulla nostra presenza, finché un gruppetto di uomini ci chiama. Pensiamo subito di aver messo nei guai il nostro tassista. Uno di loro parla con Mohammed e poi il poveretto cerca di spiegarci con il suo inglese…Inutilmente, ma l’uomo parla perfettamente inglese e con nostra grande meraviglia inizia a darci spiegazioni circa la costruzione della moschea, i riti di preparazione alla preghiera. C’invita persino a tornare se vogliamo saperne ancora. Sarà che siamo così diffidenti che ci aspettavamo ci chiedesse qualcosa in cambio, invece niente! Ci salutiamo e continuiamo il giro prima di tornare in hotel. Dopo cena, con la navetta torniamo a Naama Bay. Durante il nostro giro scopriamo la parte del lungomare: una passeggiata con bar e stabilimenti sulla spiaggia davvero bella! Alle 11 incontriamo Alì e la sua ragazza Pinuccia, una piemontese trasferitasi in Egitto da qualche mese per amore! Ci sediamo in uno di quei locali con i tavolini lungo il viale ed ordiniamo una specie di frappé al cocco.
Ci salutiamo verso le 23.30 e torniamo a prendere il nostro taxi. 1 Marzo Eccoci al nostro ultimo giorno di vacanza, che ovviamente trascorreremo in spiaggia nella speranza che non si verifichino altri incidenti! Questa volta però scegliamo uno degli ultimi ombrelloni della spiaggia, il più lontano possibile dalla musica e dalla folla! La scelta si è verificata azzeccata. Oggi si sta divinamente: c’è sole, un leggero venticello che rende gradevoli persino i 30 gradi. Beh, almeno torniamo a casa con un po’ d’abbronzatura, altrimenti nessuno avrebbe creduto che siamo stati a Sharm.
Abbiamo prenotato la cena di nuovo al ristorante di pesce: infondo a noi era piaciuto, a differenza di quei disadattati che non hanno fatto che criticare.
Con la navetta siamo tornati a Naama Bay per un altro giretto.
2 Marzo Giorno di partenza. Alle 8.30 andiamo a fare colazione e aspettiamo che alle 10 venga a prenderci la navetta per l’aeroporto. Il check in è pieno di gente: ci sono code lunghissime all’accettazione verso ogni destinazione. Ce ne sono diversi per Bologna e, come al solito scegliamo la fila più lenta: la macchinetta che emette le etichette per i bagagli s’è rotta. Restiamo in coda quasi 45 min più del dovuto…Nel frattempo sentivamo dei passeggeri dire di aver pagato centinaia di euro per sovrappeso del bagaglio. Le nostre valigie praticamente esplodono: con tutta l’attrezzatura da sub abbiamo molto più dei canonici 15kg a testa…Per non parlare dei 5kg del bagaglio a mano. Nel frattempo continuavamo a sentire gente lamentarsi per queste 10 euro di penale per ogni chilo in più. Mi ero quasi rassegnata a sganciare almeno 200 euro, ma quando arriva finalmente il nostro turno, vedo Andrea che tira fuori il portafogli di fronte all’addetto al controllo del peso (un uomo con 2 pollici!!!). Il tipo carica solo una delle 2 valigie (che sfiorava da sola quasi 30kg!!!) e mette l’altra direttamente sul tapis roulant: praticamente di 2, ha pesato solo un bagaglio. Dal portafogli Andrea ha tirato fuori l’ultima banconota egiziana che avevamo deciso di lasciarci come ricordo, (credo non fosse nemmeno 1 euro!!!) e lo allunga all’addetto. Ancora non ci spieghiamo questa concessione, resta il fatto che nel bus verso l’aereo tutti lamentavano centinaia di euro di penale senza nemmeno una ricevuta, minacciavano cause contro la compagnia ed erano infuriati. Noi ancora allibiti nel nostro angoletto non abbiamo avuto il coraggio di replicare.
Decolliamo da Sharm verso le 13. Il capitano annuncia che al nostro arrivo a Bologna troveremo circa 27 gradi ad attenderci…Non male vero?! Almeno il rientro sarà meno traumatico!