Shadas, maldive in libertà

Da qualche tempo ci balenava per la testa la voglia di andare alle Maldive, ma l’idea di dover trascorrere tutto il soggiorno in una piccola isoletta, seppur coccolati dalle attenzioni di un resort, avrebbe disatteso un po’ le nostre aspettative. E fu così che, parlando con quelli che sarebbero diventati i nostri quattro compagni di viaggio,...
Scritto da: cocarum
shadas, maldive in libertà
Partenza il: 23/01/2009
Ritorno il: 31/01/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Da qualche tempo ci balenava per la testa la voglia di andare alle Maldive, ma l’idea di dover trascorrere tutto il soggiorno in una piccola isoletta, seppur coccolati dalle attenzioni di un resort, avrebbe disatteso un po’ le nostre aspettative.

E fu così che, parlando con quelli che sarebbero diventati i nostri quattro compagni di viaggio, decidemmo di provare una vacanza itinerante, a bordo di una barca, non troppo grande, per poter meglio assecondare le nostre esigenze.

La proposta di “shadas” venne accolta con entusiasmo e facendo qualche ricerca in rete scopro che pure Syusy e Patrizio conoscono questa barca, nel febbraio del 2004, quando Adriatica stava solcando i mari maldiviani, furono invitati a bordo da Claudio, il proprietario di shadas, in occasione del compleanno di Syusy. Non ci restava che attendere il giorno della partenza, vigilando sui siti internet le previsioni meteo ed augurandoci che potesse diventare una vacanza indimenticabile.

primo giorno, venerdì 23 gennaio 2009 Arriviamo all’aeroporto di malpensa con un pò di anticipo, nel tardo pomeriggio una pioggia mista neve rende l’attesa della partenza ancor più affascinante. L’idea di abbandonare, anche se per pochi giorni, questo inverno così umido e ricco di precipitazioni nevose ci rende ancor più felici. L’ airbus A330 della eurofly ci porta puntuale nella capitale Malè, ottimo il servizio a bordo, dove atterriamo alle 8 locali sotto un sole leggermente velato, ma siamo all’inizio della nostra vacanza, e non ce ne facciamo un problema.

secondo giorno, sabato 24 gennaio 2009 Sbrigate le consuete formalità aeroportuali ad attenderci troviamo Claudio con la sua compagna, ci accompagnano verso la banchina, dove saliamo sul barca di servizio, il classico dhoni maldiviano che in dieci minuti ci porta dove ormeggia l’imbarcazione che ci porterà a spasso tra le isolette degli atolli di Malè Nord, Malè Sud e Felidhoo, o Felidhu. “Shadas”, questo il nome della barca di Claudio, è interamente in legno, sobria e spartana, tre cabine doppie per gli ospiti più una a prua dove “abita” Claudio, termine più che opportuno dal momento che questo italiano di origini venete si traferì qui diversi anni or sono, amando talmente tanto le Maldive da intraprendere questa attività turistica. A poppa della barca notiamo un casco di banane appeso sopra le nostre teste. Ci viene detto che stanno maturando, ed ogni giorno che passa diventeranno sempre più dolci . Ci dirigiamo al largo, i grattacieli di Malè al nostro sguardo diventano sempre più piccoli, anche barche, pescherecci e barche veloci si fanno più rade, costeggiamo l’atollo notando i vari resort che dagli anni 70 iniziarono a dar vita al turismo di massa, portando alle Maldive milioni di turisti in tutti i periodi dell’anno. Navighiamo verso sud, il mare si fa più grosso nell’attraversare il canale oceanico e ci portiamo nell’atollo di Malè Sud, godendo sdraiati sul ponte di prua le meraviglie di un’acqua sempre più limpida, fino ad arrivare all’isola di Guraidhoo, dove stazioneremo fino a domani. Non sono neanche le undici quando siamo pronti, indossando maschera con boccaglio e pinne ci immergiamo in un mare color turchese, la barriera corallina è popolata di pesci di ogni genere, picasso, angelo, chirurgo, farfalla, imperatore per citarne alcuni. Pranziamo in barca, e conosciamo le capacità di Daniel, cuoco originario dello Sri Lanka che ci delizia con ogni genere di pietanza. Nel tardo pomeriggio con il dinghi, una piccola barchetta a motore, raggiungiamo la costa, il villaggio che conta meno di duemila persone è decisamente animato, molti i bambini che ci guardano divertiti, percorriamo i vialetti tra le case dei pescatori, qualche piccolo negozio di souvenir, un paio di empori alimentari, piccole attività e cantieri in costruzione. Visitiamo le scuole elementari, passiamo davanti alle due moschee, una per gli uomini e l’altra per le donne, sostiamo per un pò sotto l’ombra di alcune piante, dondolandoci su strane amache comode e rilassanti. In serata torniamo in barca, dove prendiamo posto sul ponte di shadas, per non rinunciare agli ultimi attimi di sole di questa prima giornata di vacanza. Il tempo di realizzare che stiamo vivendo un sogno ed è già ora di cena, Daniel ci ha preparato pesce, riso, verdure, ananas dolcissimo… Dopo cena un buon caffè e poi via, ancora sdraiati sul ponte di prua ad osservare un cielo stellato e rilassarsi coccolati dalla brezza che, speriamo, spazzi via le nuvole che vediamo in lontananza.

terzo giorno, domenica 25 gennaio 2009 La giornata sembra ottima, il sole un pò timido si nasconde tra le nuvole. Ci alziamo di buon mattino, alle sette stiamo già facendo colazione, e che colazione! oltre a tutto quello che troviamo in tavola, tea, caffè solubile, pane tostato, marmellate, miele, succo, etc. Tiriamo fuori dalla valigia l’immancabile nutella… Siamo italiani, che ci possiamo fare? Dopo colazione ci mettiamo in navigazione, oggi ci attende uno spostamento piuttosto lungo, attraversiamo l’atollo di Malè Sud ed entriamo nel distretto di Vaavu, lungo l’atollo di Felidhoo, quattro ore e mezzo di navigazione incremati dalla punta dei piedi fino alle orecchie per il sole che si è fatto largo tra le nuvole e picchia duro. Non ce ne rendiamo conto, la barca in movimento non ci fa capire quanto forti siano i raggi del sole, ma stiamo troppo bene! Lungo il tragitto notiamo due resort, il Dhiggiri e l’Alimathaa, ubicati in minuscole isolette circondate dalla barriera corallina accolgono il flusso turistico di un atollo che in tutto conta meno di duemila abitanti, dislocati in cinque isole. C’è tutto il tempo di posizionare una canna da pesca ed un paio di lenze a poppa della barca. Ottima idea, che ci permetterà di cenare assaporando un succulento piatto di pasta con il tonno pinna gialla pescato, per passare poi ad un carangide , cotto magistralmente da Daniel. Arriviamo a Felidhoo ed il capitano Alì decide di gettare l’ancora a ridosso della barriera corallina posta a fianco di una striscia di sabbia bianca grande meno di un campo da calcio completamente circondata dal mare. Credetemi, l’effetto di guardarsi tutto intorno a 360 gradi e vedere solo acqua ed una piccola isoletta deserta in lontananza rende veramente l’idea di quanto immenso sia un oceano! Giusto il tempo di pranzare e poi via con pinne e snorkel, per poi giungere sulla striscia di sabbia e scattare le foto che terranno vivi i ricordi di questa vacanza, che per il momento si sta rivelando entusiasmante e ricca di emozioni . Dopo cena ci sdraiamo sul ponte, tutto intorno il buio più totale, nessun rumore, nessuna luce, nemmeno in lontananza, restiamo ancora un pò a guardare le stelle, assaporando già il programma del giorno dopo.

quarto giorno, lunedì 26 gennaio 2009 La solita abbondante colazione e siamo pronti a partire. Mezz’ora di navigazione ed arriviamo nell’unica isoletta che si notava all’orizzonte la sera prima, Fotteyo Bodufushi, punta estrema ad est dell’arcipelago delle Maldive, oltre a noi solo oceano indiano, fino allo Sri Lanka .

Un pò di snorkelling per prendere confidenza con l’ambiente, il mare blu cobalto dove è più profondo, per poi sfumare piano piano diventando azzurro turchese dove l’acqua arriva alle ginocchia, una vera piscina naturale. L’acqua è così calda che l’unico modo per tirarci fuori è quella di urlarci dalla barca che il pranzo è pronto. La giornata è troppo bella e vogliamo goderci al meglio ogni attimo, subito dopo pranzo scendiamo sull’isoletta, dove resteremo fino al tardo pomeriggio, sabbia bianchissima, palme, mangrovie, noci di cocco che Alice tenta invano di aprire, una vera meraviglia, in alcuni tratti purtroppo rovinata dalla presenza dell’uomo, che gettando dalle barche bottiglie vuote, lattine e rifiuti vari toglie alla spiaggia quell’atmosfera di incontaminata bellezza. Rientriamo in barca per una breve pausa, la consueta merenda con tea o caffè, rituffandoci in barriera corallina per gli ultimi momenti di sole della giornata. Claudio ci informa che stasera non si cenerà in barca, ma un barbecue sull’isola renderà la serata ancor più affascinante. Ed infatti non poteva che essere così, sotto un cielo tempestato di stelle ci accompagnano con il dinghi sulla spiaggia, preparata a dovere dai ragazzi dell’equipaggio, con tanto di tavolo realizzato dal capitano Alì intrecciando le foglie delle palme ed illuminata da un falò dove Daniel ha cucinato pesce e patate alla brace, uova, un riso saporitissimo alle verdure ed altre specialità, finendo con anguria ed ananas. La serata si conclude con un bagno dove tutti noi finiremo a mare in costume tranne Luisa che invece non ha fatto in tempo a togliersi i vestiti che indossava… Cose che succedono! quinto giorno, martedì 27 gennaio 2009 Stamattina sembra davvero di essere in paradiso, non ci sono nuvole ed il mare è talmente calmo che sembra una tavola. L’abbondante colazione ormai è diventata un’abitudine, il tempo di metterci la crema e con un tuffo siamo già in barriera, mentre Claudio sta preparando sul dhoni tutto il necessario per un’immersione. Il primo a scendere con lui è Mirko, che dopo una ventina di minuti risale affascinato dal mondo sommerso, contento di aver visto non solo tutti i pesci visti con lo snorkelling ma anche una murena ed una tartaruga della specie imbricata. Dopo Mirko scendiamo noi, Marco in testa, poi io e timidamente anche Silvia, davvero emozionante come avventura ! E’ già ora di pranzo, Daniel ci ha preparato un succulento spezzatino di manzo con lo zenzero, riso, il frutto del pane con il latte di cocco e spezie, verdure fresche, papaya . Dopo un ottimo caffè (sottolineo ottimo dal momento che ce lo siamo portati noi dall’Italia) ci immergiamo incuriositi nel versante dell’isola non ancora visto, e proprio qui troveremo la barriera corallina più vivace finora mai vista, anemoni con coppia di pesci pagliaccio, pesci pappagallo, pesce sergente, cernie maculate, pesce istrice, banchi di pesce chirurgo e farfalla di ogni specie, pesci balestra e fucilieri, angeli imperatori e addirittura pesci unicorno e una coppia di mante. Qui il corallo ha forme e colori molto vivaci, un pò come nel mar rosso, il tempo ci vola, e ce ne rendiamo conto dal calore che sentiamo su schiena e sulle spalle, chiari segnali che ci invitano ad uscire dall’acqua e raggiungere la striscia di sabbia . Prima di piazzarci al sole troviamo pure il tempo di raccogliere un pò di vongole dal bagnasciuga, che saranno molto gradite al cuoco per preparare una ghiotta spaghettata. Torniamo in barca, sono già le 17, tutto questo movimento ci fa particolarmete gradire la merenda con tea e biscotti, e più tardi resteremo ad attendere che il sole, come una palla di fuoco, si spenga all’orizzonte… Che fantastica giornata! Per cena troviamo un filetto di pesce impanato e la sempre, tanto cara e amata pizza . Dopo cena una partita a carte e più tardi ci sdraiamo sul ponte, fortunatamente riusciamo pure a vedere alcune stelle cadenti. Tutti a nanna, domani si parte alla volta di Guraidhoo.

sesto giorno, mercoledì 28 gennaio 2009 Colazione alle 7 e poi subito in navigazione, abbandoniamo a malincuore questa laguna e man mano che shadas si allontana ci rendiamo conto che in questo posto abbiamo lasciato una parte di noi… Mentre navighiamo i ragazzi dell’equipaggio, Gadir e Lithon riescono a pescare anche un piccolo tonno e poi incuriositi notiamo i veloci movimenti dei pesci volanti che impauriti dal nostro passaggio a pelo d’acqua dribblano le onde con molta eleganza. In mare aperto il capitano Alì rallenta permettendoci di osservare meglio quello che inizialmente pensavamo fossero un banco di delfini ma che prontamente Claudio ci ha detto essere clobicefali chiamati anche orche finte, per l’assomiglianza della pinna. Un paio d’ore di navigazione ed entriamo nella laguna di Alimathaa, dove resteremo fino a domani, gettando l’ancora a ridosso del reef di una minuscola lingua di sabbia priva di vegetazione, lunga non più di 50 metri e larga una ventina. Anche qui la barriera corallina non tradisce le aspettative, oltre a tutti i pesci già visti notiamo un paio di murene e terminato lo snorkelling sulla striscia di sabbia ci riposiamo un pò, la luce del sole crea sul mare e sulla sabbia bianca un riflesso accecante, che difficile resistere senza occhiali da sole! Tra barca, mare e isoletta deserta ci vola anche questa soleggiata giornata, qualche foto al tramonto ed è già tempo di pensare a domani .

settimo giorno, giovedì 29 genaio 2009 Ci risveglia un bel sole con qualche nuvoletta di passaggio. Facciamo colazione ringraziando Daniel che ci ha preparato delle squisite ciambelle, ideali con l’aggiunta di miele e marmellata. Poco dopo leviamo le ancore e partiamo alla volta del villaggio di Guraidhoo, dove stazioneremo con Shadas per una notte. Prima di pranzo c’è il tempo per un bagno, il reef, vicino alla riva, è molto colorato, e non mancano i vari pesci che lo popolano. Dopo pranzo Claudio ci suggerisce un posto nuovo, una lingua di sabbia poco lontana, lasciamo Shadas ormeggiata nella laguna del villaggio e saliamo sul dhoni, il sempre sorridente capitano Ibrahim in meno di mezzora ci porta in questa minuscola isoletta, maschera e pinne sono d’obbligo e notiamo subito la particolarità di questo reef, che scende rapidamente a picco in profondità, c’è pure un gruppo di sub sotto di noi, riusciamo a distingure la loro posizione dalle bolle che emergono in superficie, qui la luce che filtra offre tutte le tonalità di colori, dal traparente in prossimità della sabbia bianca al turchese fino al blu dei fondali più profondi. Ci distendiamo per un pò sul bagnasciuga, per poi riprendere la nostra passeggiata sul pelo dell’acqua. Su questo lato dell’isola, verso il mare aperto,la corrente si fa piuttosto forte, puntiamo verso la barca e Mirko è così fortunato da riuscire a vedere un esemplare di squalo pinna bianca, piccolo ma curioso, che timidamente riprende il largo prima che possiamo avvicinarci troppo. Arriviamo in barca, il tempo per una doccia ed è già ora di cena, con sorpresa troviamo pure le lasagne al forno, non c’è che dire, ci stanno proprio coccolando. ottavo giorno, venerdì 30 gennaio 2009 Il cielo stellato ci faceva già pensare ad un ultimo giorno all’insegna del sole, ed invece durante la notte un improvviso acquazzone ci sveglia, costringendoci a chiudere velocemente l’oblò della cabina. La pioggia, insistente all’inizio, cessa in poco tempo. Quando ci alziamo il cielo è nuvoloso, ma il sole si sta facendo spazio tra le nuvole e dopo colazione Claudio ci porta in un posto poco lontano, in meno di un quarto d’ora con il dhoni faremo snorkelling in quella che secondo me è stata la barriera corallina più vivace, vistosa e colorata di tutta la vacanza. Ad un certo punto sento Marco che urla: “squalo!squalo!” ero lì vicino e prontamente ho fotografato un giovane squalo pinna bianca anche se la sua rapidità nel movimento ce l’ha fatto perdere di vista dopo pochi secondi.

Questo è stato il nostro ultimo bagno, ritornati su shadas dopo pranzo abbiamo ripreso la navigazione, destinazione Malè, la capitale delle Maldive. Attraversare il canale oceanico sdraiati al sole con gli schizzi d’acqua che ci rinfrescavano di continuo è una sensazione difficile da spiegare a chi non l’ha mai vissuta. Dopo poco meno di tre ore di navigazione raggiungiamo la baia, dove pernotteremo per l’ultima notte. Lasciamo shadas nel primo pomeriggio e ci troviamo a passeggiare per le vie del caotico centro di Malè, curiosando tra i banchi del mercato della frutta e del pesce. La città è trafficata, auto che sfiorano i passanti, le vie strette, piene di negozietti di tutti i tipi. Il mezzo di trasporto più usato è indubbiamente il motorino, ne vediamo a centinaia parcheggiati ad ogni angolo, gli unici caschi che notiamo sono quelli di banane, casco da motociclista nemmeno uno! Claudio ci porta in una gelateria, ci rilassiamo comodamente seduti all’ombra, e chiaccherando sull’esperienza vissuta in barca, la prima per tutti noi, ci rendiamo conto che tutto sta per finire. Non più abituati al caos lasciamo Malè, con i suoi odori, i rumori, il traffico di auto e scooter, torniamo in barca e con non poca nostalgia iniziamo a prepararci la valigia… Ceniamo insieme per l’ultima volta, ringraziando Daniel e tutto l’equipaggio per la disponibilità, persone sempre sorridenti, molto discrete, decisamente cordiali. Stacchiamo dal casco le ultime banane, segno evidente che la vacanza purtroppo è finita.

nono giorno, sabato 31 gennaio 2009 Sveglia di buon mattino, colazione e poi via, in aeroporto. L’equipaggio ci accompagna con il dhoni, aiutandoci con i bagagli. Ci allontaniamo da shadas, ne sentiamo già la nostalgia. Claudio resta con noi fino all’ ingresso dell’ aeroporto, una forte stretta di mano, mi guarda e con aria soddisfatta capisce che la vacanza ci è davvero piaciuta, lo legge nei nostri occhi. A noi l’augurio di tornare presto in questo paradiso, a Claudio l’augurio che il suo nuovo progetto, di sicuro il più importante, si realizzi presto, di cosa sto parlando? Beh… questa è un’altra storia, ve la racconterò la prossima volta… andrea frasson



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