Sfumature di Cile

I paesaggi e i colori del Paese, dal deserto di Atacama alla metropoli di Santiago
Scritto da: Devis&Claudia
sfumature di cile
Partenza il: 06/03/2014
Ritorno il: 24/03/2014
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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Quest’anno per scegliere la nostra meta di viaggio abbiamo deciso di accogliere la sfida lanciataci dalla nostra nonna ottantenne: accompagnarla a trovare alcuni parenti a Santiago del Cile.

Volo AirFrance con partenza da Verona alle 18.00; scalo a Parigi ed arrivo a Santiago dopo 16 ore di volo (totali).

Finiti i controlli doganali di routine (allungati da un pezzo di formaggio Grana messo in valigia dalla nonna) siamo finalmente riusciti ad abbracciare i nostri cari.

Del nostro primo giorno a Santiago abbiamo approfittato per fare la conoscenza di tantissime nuove persone e per riprenderci dal viaggio, ma già dal giorno successivo abbiamo iniziato la nostra visita a questo paese meraviglioso.

San Pedro di Atacama

Affidata la nonna alle cure dei parenti (o meglio, affidati i parenti alle 1.000 attenzioni di nonna), abbiamo preso un volo interno per Calama. Sull’aereo, contrariamente alle aspettative, i turisti erano pochissimi: la quasi totalità dei passeggeri era composta da minatori e ingegneri diretti al nord per iniziare la settimana lavorativa nelle numerosissime miniere di rame.

La cittadina di Calama, nonostante sia considerata l’orgoglio minerario del Cile, dal punto di vista turistico, viene spesso tralasciata in quanto usata solo come scalo per poi raggiungere San Pedro di Atacama in circa 1ora e ½ di autobus. L’impatto climatico è sicuramente molto forte: nonostante stia per finire l’estate cilena, i 35 gradi del deserto si fanno sentire. Caricati gli zaini in spalla ci siamo diretti verso il centro del paese per cercare un Hostal dove alloggiare per 3 notti: abbiamo scelto l’Hostal San Pedrino. Successivamente abbiamo cercato una agenzia turistica locale dove prenotare le nostre escursioni. Girando per le vie del centro le agenzie sono veramente numerosissime: i prezzi sono pressoché simili, ma con un po di pazienza è possibile trovare anche qualche offerta interessante. Per i primi due giorni,per evitare problemi legali all’altezza, ci hanno consigliato di fare delle escursioni pomeridiane a non più di circa 3.000 metri. Per il terzo giorno, invece abbiamo prenotato l’escursione ai Geyser del Tatio a circa 4.200 metri sul livello del mare.

Valle della Luna e Valle della Morte: si trova a circa 15 km da San Pedro e, per chi ha un po di allenamento, è facilmente raggiungibile anche con la bicicletta. Il paesaggio è veramente spettacolare; sembra di essere atterrati sulla luna. Lo sguardo si perde in mezzo a creste di roccia erose dapprima dall’acqua e poi dal vento e da dune di sabbia altissime che vengono utilizzate da sportivi appassionati di sandboard. Nella valle della morte (chiamata così in quanto si pensa non possa esistere alcuna forma di vita) ci godiamo il nostro primo tramonto in questo paesaggio veramente straordinario.

Laguna Cejar, Ojos del Salar e la Laguna Tebenquinche: Laguna Cejar si trova nel Salare di Atacama. Arriviamo alla laguna alle 17.00 circa, tuttavia il sole è talmente caldo che accettiamo molto volentieri di immergerci nell’acqua turchese del piccolo lago salato. Il paesaggio è veramente sensazionale: acqua azzurra, circondata da una spiaggia di sale bianchissimo…come se non bastasse il Licancabur (uno dei vulcani spenti della zona che misura 5.900 metri) ci guarda dall’alto. L’acqua è talmente salata che si riesce a rimanere a galla senza sforzi ed una volta usciti la pelle è tutta coperta da una patina bianca di sale.Continuiamo la nostra gita in pulmino verso “Ojos del Salar” due pozze d’acqua in mezzo al deserto perfettamente circolari. Il colore dell’acqua è sicuramente poco invitante, tuttavia molti usano questa sosta per togliersi di dosso un po del sale rimasto.

La nostra gita termina alla Laguna Tebenquinche: il paesaggio più candido che abbiamo mai visto. Inoltre i colori del tramonto creano delle sfumature incredibili. L’atmosfera è resa ancora più piacevole da una aperitivo di Pisco Suor servito dalla nostra guida.

Geyser del Tatio: partenza alle 04.30 del mattino e dopo circa due ore di viaggio in pulmino arriviamo a destinazione. Il mattino presto è il momento migliore per vedere questo spettacolo della natura: Tutta la zona é piena di vapore che esce dalla terra e la temperatura é di circa -9 gradi sotto lo zero. Passeggiamo e facciamo fotografie in mezzo alle colonne di fumo e circa dopo un’ora ci ritroviamo vicino al nostro pulmino dove ci aspetta la nostra guida con un banchetto a base di uova sode, panini, cioccolata calda, thè e caffè….la colazione perfetta per riprenderci dalle temperature glaciali. A mano a mano che passano le ore ed il sole sorge dalle montagne, la nebbia che avvolgeva l’intero paesaggio comincia a diradarsi. Ci spostiamo verso il lago termale poco distante dove i più temerari possono fare il bagno in una piscina con l’acqua a circa 25-30 gradi. Il problema è uscire dall’acqua, soprattutto se si considera che la temperatura esterna è di circa -5 gradi. Una sosta nel piccolissimo villaggio Machuca (dove vivono circa 7 persone) per consentire ad alcuni turisti di riprendersi dai problemi derivanti dalla pressione con una tisana e ad altri di assaggiare i buonissimi spiedini di llama.

Lungo la strada per il ritorno, riusciamo anche a vedere alcune Vicune, un branco di Llama, dei Fenicotteri e degli enormi cactus alti più di 8 metri.

Arrivati a San Pedro approfittiamo della mezza giornata rimasta per guardare le bancarelle e i coloratissimi negozietti, comperare qualche ricordino e gustarci un’ottima cena al ristorante “casa de pietra”.

Lungo la costa settentrionale

Il giorno seguente in nostro viaggio ricomincia e con i puntualissimi autobus turistici (TurBus,Condor Bus, Pullman Bus e molti altri) iniziamo la nostra discesa lungo la costa settentrionale.

Nonostante la nostra intenzione iniziale fosse quella di trascorrere alcune giornate al mare per prendere un po di tintarella, purtroppo, il cielo nuvoloso e le temperature di circa 15 gradi, non ce lo hanno permesso. Ad ogni modo ogni paesino o città in cui abbiamo sostato, ci ha lasciato un ricordo indimenticabile:

Come Chanaral, cittadina d’appoggio per visitare il parco Naturale Pan de Asucar, che con tutte le problematiche che la legano profondamente all’estrazione del rame ci ha rubato un pezzetto di cuore;

Caldera con il piccolo porto che ospita una colonia di leoni marini e la bellissima Bahìa Inglesa;

La Serena con il suo mercato artigianale “La Recova”, la sua lunghissima spiaggia che la unisce alla cittadina di Coquimbo e le ottime cene lungo Av. Francesco di Aguirre (come al ristorante “Casona del 900”).

Vina del Mar: anche se avvolta dalle nuvole basse che ci hanno ricordato l’autunno in pianura Padana, è riuscita lo stesso a farci apprezzare la bellezza del suo piccolo centro e delle sue spiagge.

Valparaiso racchiusa in una piccola baia ma dalla quantità impressionante di case e di colori. “Valpo” (chiamata così dai cileni) viene classificata come la seconda città del Cile per importanza. Il suo territorio si sviluppa su due livelli: “El Plan” quartiere commerciale che ospita il grande porto (parte della città sconsigliata soprattutto nelle ore notturne) ed i 42 “cerros” (colline), ovvero un incrocio di strade ripidissime che si inerpicano alle spalle del porto. Per questa tappa il sole ha deciso di manifestare tutta la sua potenza dandoci la possibilità di apprezzare ancora meglio il museo a cielo aperto che offre questa particolarissima città. Dopo aver visitato le mete turistiche di rito (come la 2°casa di Pablo Neruda, ed i vari punti di vista) decidiamo di passeggiare semplicemente tra le vie di Cerro Alegre, Cerro Concepcion e Cerro Bellavista per ammirare i coloratissimi disegni presenti sulle facciate degli edifici: una vera meraviglia. Approfittando della bella giornata, raggiungiamo con la Metro anche il Paseo Weelright dove una colonia di leoni marini riposa tranquillamente su una piattaforma di cemento vicino alla costa mentre i porteni praticano gli sport più diversi.

Con molto dispiacere riprendiamo il nostro viaggio in pullman verso l’ultima tappa programmata: Santiago.

SANTIAGO… da bere

Accompagnati da uno dei nostri parenti acquisiti (cugino JuanCarlo) oltre alle classiche mete turistiche abbiamo chiesto di visitare alcuni locali frequentati prevalentemente dai santiagheni.: il locale più caratteristico è sicuramente la Piojera (sito vicino al Mercato centrale) dove, oltre al cibo molto abbondante e saporito, servono anche il famoso Terremoto: bevanda alcolica a base di gelato all’ananas, vino pisco e fernet o granatina, chiamata così per i vistosi barcollamenti che provoca dopo il primo bicchiere.

Un po traballanti, passando per il Parque Forestal, ci dirigiamo verso il quartiere Bellavista dove visitiamo la 1° casa di Pablo Neruda, ed il Cerro San Cristobal (per esperienza personale consigliamo di salire in funicolare e scendere a piedi). Disidratati dall’afa e dalla fatica, decidiamo di fare un’altra piccola sosta nel viale Pio IX dove il nostro accompagnatore ci lancia una sfida dicendoci che non possiamo lasciare il paese senza aver assaggiato l’originale Pisco Sour (coktail a base di vino pisco, con zucchero liquido e succo di limone). Messo a dura prova il nostro equilibrio, ci facciamo accompagnare verso Cerro Santa Lucia, a nostro avviso, il parco più spettacolare della città dal quale si può godere un’ottima vista di tutta Santiago. Oltre ai giganteschi palazzi dalle forme più varie, tra la foschia, si riesce ad intravedere la cordigliera delle Ande con le sue cime innevate. Un panorama che ci lascia letteralmente senza fiato soprattutto se si considera il paesaggio desertico che ci ha accompagnato per gran parte del nostro percorso. Anche qui ci viene proposta una ulteriore bevanda locale, ma questa volta rigorosamente analcolica: il mote, ovvero una bevanda preparata con pesche reidratate nello sciroppo e chicchi di orzo.

Stanchi ma soddisfatti della nostra giornata, facciamo ritorno a casa, dove ci aspetta una ulteriore sorpresa: ignara della nostra difficile giornata di assaggi, la nonna ha deciso di festeggiare l’ultima cena della vacanza in compagnia dei parenti lontani, preparando un’ottima e abbondante grigliata di carne, accompagnata da una bottiglia di vino rosso locale: un cabernet sauvignon del 2012… una vera delizia.

Il giorno seguente, tra la tristezza di tutti, abbiamo preparato i nostri bagagli per fare rientro in Italia, ma con la grande promessa di ritornare presto a trovarli, magari per visitare l’altra metà di questo paese fantastico per noi ancora sconosciuta.

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