Seychelles: il paradiso in terra
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Molte giornate con sole pieno senza nuvole ed alcune giornate con nuvole basse in movimento col sole che andava e veniva. Mai giornate interamente nuvolose e senza sole. Anche il caldo non si è fatto desiderare, con temperature diurne mai sotto i 30 gradi e notturne mai sotto i 25. L’umidità era sicuramente elevata, soprattutto dopo gli acquazzoni, ma è stata più che sopportabile e la notte si poteva dormire anche senza aria condizionata. In questo periodo sono presenti zanzare e sand fyes, ma in numero molto contenuto e soprattutto la sera. Servono quindi i repellenti ed una crema al cortisone. Mia moglie è stata punta nelle gambe dalle sand flyes e si è portata i bozzi per una settimana.
Aprile è un mese ottimo per il mare, sempre calmo e con vento gradevole e non fastidioso. L’attraversata tra le isole con i Cat Cocos è stata piacevole e senza alcun problema di mal di mare. Le spiagge sono immense e non sono divorate dalle onde come può succedere in agosto. Acqua del mare calda (30 gradi) e trasparente e con correnti contenute. Praticamente tutte le spiagge migliori di Mahe, La Digue e Praslin sono perfettamente balneabili, anche per i bambini piccoli, ed in nessuna è vietato entrare in acqua. I cartelli indicano infatti che i divieti di balneazione vigono da giugno a novembre. Stagione ottima anche per la frutta tropicale, una vacanza ai tropici non può di certo prescindere da essa. Abbiamo trovato veramente di tutto a prezzi irrisori. Passion Fruit (mai sentito così dolce), bananini, mango, papaya, star fruit, golden apple, guava, cocco, avocado, ananas, anone e tanti altri di cui non ricordo il nome.
Se non si fosse già intuito… le Seychelles in questa stagione ci sono piaciute tantissimo con la loro natura lussureggiante e le loro spiagge da sogno. Anche per i bambini è stata una esperienza indimenticabile. Inoltre vorrei un po’ sfatare il mito di vacanza super costosa e solo per viaggiatori selezionati. Nel nostro caso i costi sono stati molto contenuti e perfettamente in linea con quelli spesi in altre occasioni (es. Caraibi, States, ecc.). La cosa importante, soprattutto quando si viaggia in famiglia, è pianificare molto in anticipo l’itinerario desiderato. Ed è per questo che ben 9 mesi prima della partenza avevamo prenotato i voli, le sistemazioni nei Self Catering e nelle ville e le auto a noleggio. La prenotazione dei trasferimenti tra le isole con i traghetti Cat Cocos l’ho fatta invece una settimana prima della partenza.
Le Seychelles non sono più collegate direttamente con l’Italia, e quindi per arrivarci bisogna sempre fare almeno uno scalo. La mia scelta, andata su Emirates, si è rivelata azzeccatissima. Il volo Emirates 206 da Milano Malpensa ci ha permesso di volare fino a Dubai su un comodissimo Airbus 380 e dopo la sosta a Dubai siamo arrivati alle Seychelles su un Boeing 777. Voli di ritorno invece tutti su questi ultimi aeromobili. Il televisorino touch di grandi dimensioni, con film anche in italiano, giochi, info sul volo, programmi live, ecc. permette di passare il tempo molto piacevolmente, inoltre anche in Economy c’è ampio spazio per le gambe, sono serviti pasti di alta qualità (per standard in aereo) preceduti addirittura dal menu, le bevande sono servite in continuazione e passano anche con delle salviette calde per pulirsi le mani e il viso. Ai bambini viene dato, su ciascun volo, uno zainetto Lonely Planet pieno di giochi, un giornalino da colorare e dei pastelli. Lo scalo all’aeroporto di Dubai passa in un lampo, sia perchè i trasferimenti da un gate all’altro sono abbastanza lunghi sia perchè è pieno zeppo di negozi, ristoranti e aree per bambini.
MAHE
La prima tappa della nostra vacanza è Mahe, l’isola più grande delle Seychelles, dove vive la maggior parte della popolazione dell’arcipelago, dove si trova l’aeroporto internazionale e la capitale Victoria. Solitamente questa isola è molto bistrattata dai tour operator e dalle agenzie italiane e infatti nei nostri giorni di permanenza qui non abbiamo incontrato italiani a differenza di Praslin e La Digue dove ce ne erano a frotte. Secondo me è un errore grossolano non visitare questa isola perchè, soprattutto in Aprile, ha tantissimo da offrire e tutte le spiagge sono perfettamente fruibili. Il mio consiglio è di partire alla scoperta delle Seychelles proprio da Mahe, passando solo successivamente alle altre spettacolari isole. In questo modo si lascia il meglio alla fine e si inizia con un antipasto più che degno.
Arriviamo all’aeroporto di Mahe alle 6:30 del mattino e dopo un veloce disbrigo delle formalità di immigrazione e dopo aver recuperato le valigie andiamo al banco dell’autonoleggio (Nelson Car Hire) a ritirare le nostre auto, delle Hiunday I10 con cambio automatico, dove in qualche modo riusciamo ad infilare una valigia grande, una media e un trolley. Costo giornaliero del noleggio 45 Euro. La guida alle Seychelles, pur essendo nella carreggiata di sinistra e col volante a destra, è molto semplice perchè le strade sono poche, si viaggia abbastanza lentamente (fatta eccezione per i bus che sfrecciano ad alta velocità) e ci sono pochissime rotonde, quasi solo a Victoria. La benzina costa pochissimo. Con 40 euro abbiamo girato in lungo e in largo Mahe e Praslin. Le Seychelles hanno un buon sistema di trasporto pubblico, ma quando si viaggia con i bambini è molto meglio l’auto, che da una libertà assoluta su come organizzarsi la giornata. Prima di partire cambio un po’ di Euro in Rupie (1 Euro = 14 Rupie) all’agenzia di cambio dell’aeroporto e poi compro una scheda telefonica Cable & Wireless da 200 Rupie che garantisce circa 30 minuti di telefonate, anche verso l’Italia. Volendo si possono comprare anche dei pacchetti per il traffico internet.
In circa 30 minuti di guida arriviamo al nostro Self Catering, chiamato Surfers Beach, situato proprio di fronte alla spiaggia di Anse Parnell, sulla costa a sud-est di Mahe. Si tratta di un appartamento ampio, pulito, confortevole e perfettamente condizionato, con una cucina molto attrezzata, un bagno nuovissimo e wi-fi gratuito e veloce. I bambini hanno dormito nel divano a letto che si trova in soggiorno. La struttura dispone anche di un comodo parcheggio privato, si trova in una location molto tranquilla con vista mare ed è un’ottimo punto di partenza per visitare le migliori spiagge di Mahe. Disponde anche di un ristorante sul mare dove si mangerebbe abbastanza bene se non fosse per l’estrema lentezza del servizio.
Il nostro primo assaggio delle Seychelles, versione 2017, è quella che tutti reputano la miglior spiaggia di Mahe: Anse Intendance. A sud-ovest. La raggiungiamo in circa 20 minuti seguendo le indicazioni per il resort Banyan Tree. Il parcheggio è vicino alla spiaggia che, al primo impatto, ci ha lasciato letteralmente a bocca aperta. Sabbia bianchissima, quasi accecante ed un mare praticamente senza onde di un color turchese unico e meraviglioso. La spiaggia è servita da un bar con alcuni tavolini e qualche lettino. Stiamo in spiaggia fino al primo pomeriggio per poi andare a pranzare al ristorante Sound Garden Bar and Grill, alla Baia di Lazare dove abbiamo mangiato il miglior filetto di tonno alla griglia mai provato prima, in una location suggestiva interamente immersa nella giungla. Dopo mangiato torniamo all’appartamento dove riposiamo un po’ prima di fare un tuffo nella spiaggia antistante di Anse Parnell e prima di sistemarci per la serata. Per cena andiamo a prendere dei piatti creoli in un take away che si trova ad Anse Royal, a pochi minuti di distanza. Se i ristoranti delle Seychelles sono molto costosi e con un rapporto qualità prezzo generalmente basso, i take away offrono piatti locali autentici a prezzi bassissimi. Per intenderci al ristorante una famiglia da 4 persone spende mediamente 1.000/1.200 Rupie mentre al take Away la spesa è di circa 200/300 Rupie per porzioni molto abbondanti.
Il giorno seguente prendiamo la direzione nord, fino a raggiungere Port Launay, dove c’è una bella spiaggiona racchiusa in una baia con mare calmo e trasparente, con molta ombra naturale e dove è possibile fare snorkeling sul reef che si trova a breve distanza dalla riva, con una buona varietà di pesci. La zona è quasi interamente occupata dal resort Constance Ephelia e quindi pranziamo in spiaggia attingendo ad un take away di modesta qualità. Ci spostiamo poi verso Port Glaud dove ci fermiamo a comprare un cocco lungo la strada. Lasciata l’auto, imbocchiamo a piedi la prima stradina a destra dopo la chiesetta di Port Glaud fino ad arrivare alle Sauzier Waterfalls. Il percorso è corto e facile in quanto basta seguire il corso del fiume circondato dalla mangrovie. Le cascate non sono niente di trascendentale ma sono incastonate in una cornice naturalistica molto bella, proprio in mezzo alla giungla ed ai loro piedi c’è un laghetto dove è possibile fare il bagno e rinfrescarsi un po’ dalla calura. Veramente una bella esperienza, acqua fresca ma comunque gradevole. Alcuni locali si esibivano in tuffi dalle rocce e dagli alberi.
Tornati al parcheggio contrattiamo con dei locali il trasporto via motoscafo a Ile Therese, un’isola granitica disabitata che si trova proprio di fronte. Per una escursione di due ore dalle 15 alle 17, ci chiedono 800 Rupie per tutto il gruppo di 8 persone con pagamento al ritorno. Accettiamo senza pensarci due volte ed in 10 minuti sbarchiamo in una location da sogno con una vegetazione molto fitta e rigogliosa. Una lunga spiaggia bianchissima della consistenza della farina tutta a nostra disposizione, con una barriera corallina proprio di fronte che consente un ottimo snorkeling in un mare calmo e trasparente. L’unica facility presente è una piccola zona barbecue con un paio di tavoli e alcune amache. Niente bagni ne docce. All’orario prefissato ci tornano a prendere e torniano al nostro appartamento col buio. Qui alle Seychelles alle 18:30 il sole tramonta e dopo cena non ci sono attrattive particolari.
La terza giornata a Mahe prevede, in mattinata, la visita della capitale Victoria, il cui centro cittadino è molto piccolo e composto da un nugolo di strade. Le cose veramente interessanti da vedere sono poche, così come i parcheggi. Ma arrivando abbastanza preso la mattina si riesce a lasciare l’auto nei pressi della rotonda col la Clock Tower, una copia del Big Ben londinese in scala ridotta. Carino e pittoresco il Sir Selwyn Clarke Market, un grande mercato di frutta, verdura, pesce fresco e spezie, con un piano rialzato dove si trovano negozietti di artigianato, souvenir e abbigliamento. Qui abbiamo comprato la migliore frutta tropicale di tutto il viaggio. A fianco del mercato c’è il Tempio Induista di Victoria, la cui facciata è ornata dai simboli di questa religione. Lo abbiamo anche visitato internamente, dopo aver tolto solo le scarpe, notando che a ciascuna divinità è dedicata una zona del tempio ed i fedeli si fermano a pregare di fronte a ciascuna di esse in una sorta di percorso circolare.
Fa molto caldo e quindi decidiamo di lasciare Victoria e di spostarci alla vicina Beau Vallon, la zona più turistica di Mahe, che raggiungiamo in circa 15 minuti. Parcheggiamo in prossimità del resort Coral Strand ed in pochi minuti arriviamo nella lunga spiaggia bianca, con acque basse e limpide senza scogli o coralli. I colori sono caldi e tenui e il celeste degrada lentamente verso il blu, con la sagoma di Silhouette Island a fare da sfondo. Qui a differenza delle altre spiagge c’è un buon affollamento, ma mai esagerato come un po’ ovunque alle Seychelles, ci sono sdrai e divertimenti da mare come parasailing, canoe, uscite in barca per snorkeling, ecc. Restiamo fino ad ora di pranzo, mangiamo in uno dei tanti take away lungo la promenade che si trova dietro la spiaggia e poi riprendiamo l’auto in direzione sud.
Evitiamo il caotico centro di Victoria e imbocchiamo la strada di montagna chiamata La Misere Rd, che taglia a metà l’isola e conduce sulla costa ovest. Lungo il tragitto sosta fotografica in un bel punto di osservazione dal quale si ammira dall’alto la città, la zona residenziale luxury di Eden Island e tutte le isole del parco marino di St. Anne. Dopo circa un’ora di tragitto a dir poco spettacolare arriviamo al Four Season, forse il miglior resort di tutte le Seychelles. All’entrata ci rimbalzano al parcheggio antistante del Casino Club Liberté, poi prendono le mie generalità e ci fanno passare. Dopo una passeggiata in discesa di 20 minuti lungo la collina giungiamo ad una spiaggia (Petite Anse) molto bella e ampia, contornata da rigogliosa vegetazione. Le strutture del Four Season sono molto eleganti e non ci sono particolari controlli e limitazioni quindi possiamo utilizzare i lettini liberi ed anche fare il bagno della grande piscina. C’è anche un bar, un Kid’s Club ed un recinto con alcune tartarughe giganti. Per tornare all’uscita proviamo ad andare al parcheggio delle golf car che trasportano i clienti dell’hotel e qui troviamo un gentilissimo autista che ci porta fino in cima evitandoci una dura scalata. Devo dire che l’ospitalità del Four Season è stata veramente ottima sotto tutti gli aspetti.
LA DIGUE
Dopo aver trascorso alcuni giorni molto piacevoli a Mahe è arrivato il momento di cambiare isola. Destinazione La Digue! Prendiamo il Cat Cocos delle 7:30 che in un’ora ci porta a Praslin e da qui un altro traghetto per La Digue della Inter Island Ferry che parte alle 9:00. I biglietti li avevo acquistati prima di partire dall’Italia sul sito www.seychellesbookings.com pertanto una volta arrivato nei porti è stato sufficiente cambiare i voucher con le carte di imbarco (sia per l’andata che per il ritorno). L’attraversata è stata molto piacevole visto che il mare era una tavola. Nei pressi del parco marino di St. Anne abbiamo anche avvistato un delfino. Arriviamo a La Digue alle 9:15 in perfetto orario e qui ci accoglie un acquazzone tropicale breve ma violento che ci costringe per alcuni minuti sotto la tettoia del porto. Prendiamo poi un taxi che in pochi minuti ci porta alla nostra nuova sistemazione: Villa Melon, una villa enorme nel villaggio di La Passe con quattro camere da letto e due bagni, perfettamente in grado di accogliere tutto il nostro gruppo. All’esterno un grande porticato ed una bellissima piscina che di notte viene illuminata.
I responsabili della struttura sono molto gentili e ci hanno anche fornito le biciclette per tutti (7 euro al giorno). La Digue infatti è un’isola in miniatura che si visita solo con questo mezzo. Ci si può muovere sui sentieri dell’isola (quasi tutti asfaltati) in totale tranquillità, contribuendo così all’atmosfera rilassante del posto. E’ proprio questa intimità che la contraddistingue dalle altre isole e per conoscere veramente La Digue bisogna soggiornare qui più giorni e non fare l’errore di una toccata e fuga in giornata da Praslin. Durante il giorno infatti, quando arrivano i visitatori in gita giornaliera, l’idillio a volte scompare a causa del caos che si viene a creare. Le prime ore del mattino e le ore serali, quando per spostarsi è necessaria una torcia a causa della scarsa illuminazione, sono momenti magici e fuori dal comune che vanno assolutamente assaporati.
Essendo arrivati troppo presto, la villa non era ancora pronta quindi molliamo le valige, inforchiamo le bici ed andiamo nella spiaggia più vicina, Anse Severe, che a quell’ora del mattino presentava una marea bassissima e colori spettacolari. Facciamo tanti bagni con avvistamento di numerosi pesci colorati. Qui c’è anche un banchetto con frutta tropicale dove è possibile gustare degli ottimi cocktail. Pranziamo al take away Gala e poi torniamo alla villa per sistemarci e riposarci un po’. Sul tardo pomeriggio ritorniamo ad Anse Severe dove nel frattempo la marea è salita notevolmente e dove aspettiamo che il sole tramonti sotto l’antistante isola di Praslin. Per cena ci riforniamo di ottimi piatti creoli al take away Bor Lanmer, proprio in centro, gestito da un ragazzo italiano di origini seycellesi. Concludiamo la giornata stando a mollo in piscina in una calda serata tropicale con la sola luna che illuminava l’ambiente. Una esperienza che non dimenticheremo mai.
Il secondo giorno a La Digue è interamente dedicato alla Union Estate, il cui ingresso è a pagamento. Cento Rupie ad adulto mentre per i bambini fino a 12 anni l’ingresso è gratuito. Qui ci sono varie location da visitare tra cui un punto di osservazione per fare fotografie su Anse Reunion, un mercatino dove comperare spezie, una piantagione di vaniglia, un recinto con decine di tartarughe giganti, un cimitero storico e un giardino botanico. Ma il piatto forte è costituito da quella che da tanti viene ritenuta una delle spiagge più belle del mondo, da sempre sede di set fotografici e pubblicitari: Anse Source d’Argent. Con le sue basse acque turchesi protette dalla barriera corallina, la bianca spiaggia sabbiosa e le imponenti rocce granitiche, la spiaggia lascia veramente a bocca aperta. Grazie ad un meteo perfetto, senza una nuvola per tutto l’arco della giornata, osserviamo i colori cambiare a seconda dell’illuminazione solare.
La zona migliore per fare il bagno è la prima spiaggetta che si incontra appena superati i monoliti rocciosi, dove ci sono tantissimi pesci che nuotano in mezzo alle persone senza alcun timore. Il mio consiglio è di assestarsi in questa zona e di percorrere poi tutto il tragitto fino alla fine della spiaggia per vedersela tutta. Magari bevendo un cocktail o una macedonia di frutta tropicale al bellissimo Tropic Bar. L’ombra naturale non manca e la giornata qui trascorre molto tranquillamente. Sul tardo pomeriggio sale un po’ la marea, i colori svaniscono un po’ e l’acqua del mare si intorpidisce quindi ne approfittiamo per fare qualche acquisto e per girare nel parco. Per cena ci siamo fatti preparare alcuni piatti creoli dai signori che gestiscono la villa, che al modico prezzo di 120 euro ci hanno preparato ottimo pesce in svariate tipologie (tra cui anche affumicato), pollo, insalate, chutney, riso ed un dolce a base di banane. Tutto da leccarsi i baffi ed è stato sufficiente per 8 persone per 2 giorni.
La giornata successiva può essere definitiva Epica a tutti gli effetti. La destinazione finale è stata Anse Coco, una delle spiagge più remote dell’isola ed anche una delle più selvagge e spettacolari. Partenza di buon ora per evitare il gran caldo e dopo circa mezz’ora di pedalata, tra cui un ripido tratto in salita fatto a mano, arriviamo a Grand Anse. Da notare che in questa parte dell’isola la balneazione è ammessa solamente da marzo a giugno a causa delle forti correnti che nei restanti mesi rendono impossibile avvicinarsi al mare. Nel nostro caso solo qualche ondona divertente e mai pericolosa, nemmeno per i bambini, in un mare di un color azzurro intenso. Dopo una breve sosta per recuperare le forze, riprendiamo la marcia verso Petite Anse seguendo un cartello che ne indicava la direzione. Il tragitto è abbastanza breve (circa 10 minuti) e non troppo faticoso. Petite Anse è la versione in piccolo della precedente spiaggia, stessi colori, stesse onde, stesso divertimento. L’ombra è poca e ci sono alcune capannine sotto cui ripararsi dal solleone. Qui c’è anche l’ultimo avamposto per rifornirsi di acqua e frutta. Proprio dietro il bar parte il tragitto, di almeno 30 minuti, verso Anse Coco.
Si parte con un tratto pianeggiante che costeggia tutta la spiaggia per poi addentrarsi nel cuore della vegetazione, tra laghetti e mangrovie. Il tragitto non è segnalato ma il sentiero è abbastanza battuto quindi è praticamente impossibile sbagliare strada. La scalata del promontorio è abbastanza faticosa ma avviene interamente all’ombra essendo immerso nella foresta. Dal punto più alto si ha una splendida veduta lungo tutta la costa ovest di La Digue. Segue poi la discesa verso Anse Coco. Anche qui l’ombra scarseggia, ci sono solo alcuni alberi nella parte iniziale. La parte migliore è invece completamente al sole e serve una lunga passeggiata per raggiungerla. La fatica verrà però immediatamente ripagata dal bagno nelle piscine naturali formate dalle grandi rocce granitiche che circondano la parte finale della spiaggia. Qui l’acqua è calma e calda ed il posto assolutamente idilliaco. Al contrario è abbastanza complicato fare il bagno nella restante parte della spiaggia perchè il fondale marino è pieno di rocce e coralli anche vicino a riva. Dopo un pranzo al sacco a base di panini, a metà pomeriggio riprendiamo la via del ritorno fino ad arrivare a Grand Anse dove ci dissetiamo al bar che si trova sulla spiaggia (qui volendo c’è anche un ristorante) e dopo un bel bagno riprendiamo le biciclette. La salita del ritorno è ancora peggiore di quella dell’andata e ce la facciamo nuovamente a mano. Tornati alla villa, dopo l’immancabile tuffo in piscina iniziamo a sistemare le valige (che a dire il vero non abbiamo mai disfatto) perchè il giorno dopo cambiaremo nuovamente isola. E’ arrivato il momento di scoprire Praslin!
PRASLIN
La partenza da La Digue avviene col traghetto delle 9:30, che in circa 15 minuti ci porta al Jetty di Praslin, nella Baia di St. Anne. Qui sono ad attenderci le autovetture che avevo prenotato attraverso Natasha, la proprietaria di Villa Milou, al prezzo di 35 euro al giorno. In circa 30 minuti arriviamo alla villa che si trova all’inizio di Anse Possession, proprio di fronte al mare, con una splendida vista sull’isola di Curieuse. Lasciamo le valige nella bella villetta, anch’essa con 4 camere da letto climatizzate, due bagni, una cucina fornitissima ed un grande portico aperto su due lati con un divano, numerose sedute ed alcuni comodi lettini. Presente anche un bel giardino, una zona esterna per barbecue ed una per stendere i teli mari. Il wi-fi era gratuito e abbastanza performante, anche se talvolta cadeva la linea.
La nostra prima tappa sull’isola è costituta da Anse Lazio, che raggiungiamo in circa 15 minuti di saliscendi lungo la costa. Anse Lazio è davvero una meraviglia della natura! Una lunga striscia di sabbia bianchissima e finissima, cinta da una lussureggiane foresta di palme e da centinaia di diverse tipologie di piante tropicali e delimitata da due imponenti quinte di massi granitici levigati dall’Oceano Indiano, si apre su uno specchio d’acqua dai colori che vanno dall’azzurro al turchese al verde smeraldo. Nella spiaggia, che può contare anche su due ristoranti, sfocia anche un fiumiciattolo che crea una zona lagunare con tutte le possibili sfumature di verde. Noi ci spostiamo nella zona rocciosa più a ovest, dove con maschera e pinne abbiamo potuto ammirare pesci variopinti di barriera all’interno di una sorta di acquario naturale delimitato dalle rocce. Nel cielo blu le volpi volanti si stagliano continuamente in tutta la loro imponenza. In questo paradiso terrestre trascorriamo quasi tutta la giornata. Sul tardo pomeriggio andiamo ad Anse Volbert, sulla Cote d’Or, a fare la spesa per la cena serale ed a prenotare i ristoranti per le giornate successive. Senza prenotazione infatti non è possibile sedersi per mangiare in nessuno dei ristoranti qui presenti.
La vigilia di Pasqua si è rivelata probabilmente la giornata più divertente di tutto il viaggio alle Seychelles e sicuramente rimarrà negli annali. Già parecchi mesi prima della partenza avevo prenotato l’escursione di una intera giornata alle isole di Curieuse e St. Pierre con Ziblo Boat Charter, un tour operator locale gestito da Elena, una simpaticissima ragazza italiana trapiantata a Praslin da tanti anni e da suo marito Stephen. L’appuntamento è alle 9 ad Anse Volbert, dove ci aspetta la barca a motore che ci conduce a Curieuse in circa 20 minuti. Sbarchiamo nella Baia di Laraie dove paghiamo una tassa di ingresso di 200 Rupie ad adulto. Qui c’è l’unica riserva di tartarughe giganti in libertà di tutte le Seychelles. Vedere questi animali scorazzare liberamente senza essere costretti in un recinto è sicuramente un’esperienza gratificante. Elena ci spiega come distinguere un maschio da una femmina, ci illustra le loro abitudini e ci fa conoscere una vecchietta di 180 anni, abbastanza scorbutica. Poi ci avviciniamo al recinto delle tartarughe baby, che prendiamo anche in braccio. Le bambine sono in estasi e riescono anche a cavalcare alcune giovani tartarughe. La tenuta è molto bella, ricca di vegetazione tra cui le palme del Coco de Mer ed ha anche numerosi laghetti dove le tartarughe vanno a rinfrescarsi. Ci incamminiamo poi nel sentiero che unisce Baie Laraie ad Anse José. La camminata dura 40 minuti, l’umidità è elevata ma il panorama è mozzafiato e molto vario. Prima si scala un promontorio di granito nero per poi costeggiare per un lungo tratto la costa di Curieuse attraversando una fitta foresta di mangrovie su delle passerelle di legno sopraelevate. Si taglia poi verso il centro dell’isola fino ad arrivare sull’altro versante.
Ad Anse José troviamo la Doctor’s House, la casa del dottore, una meraviglia dell’architettura coloniale Creola, oggi adibita a museo naturalistico. Qui la spiaggia e il mare formano un connubio eccezionale… l’acqua era completamente ferma e cristallina e ci siamo subito tuffati per trovare un po’ di sollievo dopo la lunga scarpinata. L’escursione prevede anche il pranzo in spiaggia, dove è presente una vasta zona barbecue coperta con molti tavoli a disposizione sia degli escursionisti che dei locali. Stephen ci prepara del pesce grigliato sublime, pollo, salsiccia, riso, insalata di mango, cocco, babane ed altra frutta. Tutto buonissimo. Dopo pranzo ci rilassiamo in spiaggia per altre due ore, dopo di che ci prelevano per portarci all’isolotto di St. Pierre, poco più che uno scoglio in mezzo al mare, dove facciamo il miglior snorkeling di tutto il viaggio, nuotando con una quantità ed una varietà elevatissima di pesci colorati che scorazzano in un’acqua dalla trasparenza assoluta. Terminato lo snorkeling torniamo a Praslin dove ha termine l’escursione ed anche una bellissima giornata. La sera ceniamo ottimamente al ristorante Village du Pecheur, che si trova proprio in riva al mare sulla spiaggia di Anse Volbert in una location elegante e raffinata.
Il giorno di Pasqua sveglia di buon’ora perchè dobbiamo attraversare l’intera isola, il che equivale a circa 45 minuti di guida. La destinazione è Anse Georgette, quella che viene definita come la spiaggia più scenografica di tutta Praslin. Per arrivarci bisogna prenotare in anticipo l’ingresso al resort Constance Lemuria in quanto i posti sono limitati. Operazione che avevo chiesto a Natasha di Villa Milou almeno due settimane prima. In alternativa si può telefonare al Guest Relation del resort al numero +248/4281052 oppure mandare una email a gr@lemuriaresort.com. Al cancello verificano la mia prenotazione, mi fanno compilare un modello e ci fanno passare. Altre persone senza prenotazione sono state respinte e sono riuscite ad entrare solo attraverso un percorso alternativo della durata di circa 1 ora in mezzo alle sterpaglie abbastanza faticoso, che richiede la guida di una persona del posto (se ne trovano che si offrono a costo abbastanza contenuto). Anche attraverso il Lemuria non è di certo una passeggiata di salute, perchè per raggiungere la spiaggia servono almeno 20 minuti a piedi. Per fortuna il tragitto è quasi tutto in ombra e si dipana in mezzo ai bellissimi campi da golf del resort. Un piacere insomma.
Anse Georgette è una spiaggia di dimensioni contenute, e ad inizio mattina si presentava radiosa ed in tutto il suo splendore. Sabbia candida della consistenza del borotalco, rocce granitiche alle estremità ed un mare di un celeste talmente trasparente che una volta in acqua si riescono a vedere i pesci ad occhio nudo. Qui non c’è la barriera corallina e le onde arrivano fino a riva lambendo la sabbia molto dolcemente. Questa stagione è sicuramente la migliore per fruire di questa spiaggia in quanto il mare è calmo e la spiaggia immensa e deserta: saremo stati in tutto 30 persone. La location è completamente circondata da palme ed un piccolo ruscello forma un laghetto. L’ombra naturale non manca così come una tettoia coperta da foglie di palme secche che lasciano passare i raggi del sole. Attenzione al fatto che in questa spiaggia non ci sono servizi, fatta eccezione per alcune persone che vendevano della frutta. Niente bar, niente ristoranti e nessun servizio igienico. Bisogna quindi attrezzarsi con panini, acqua, ecc. per tutta la durata della permanenza. Il rientro è leggermente più duro dell’andata e purtroppo nessuna golf car ci ha dato un passaggio.
A metà pomeriggio andiamo alla riserva naturale della Vallée de Mai, che si trova proprio lungo la strada del ritorno. Il biglietto è abbastanza costoso, 350 Rupie, ma i bambini non pagano. Qui è possibile scegliere tre diversi percorsi circolari che vanno da 1 a 4 Km, con possibili altre combinazioni. Noi abbiamo fatto quello intermedio da 2 Km impiegando meno di un’ora, compresa la sosta allo Shelter, il punto di osservazione più alto della riserva dal quale, in lontananza, si vede anche il mare. Camminare qui è semplicissimo, anche con le infradito, perchè il sentiero è largo e perfettamente battuto. Ad ogni intersezione ci sono dei cartelli che indicano il nome del circuito e la distanza verso l”uscita. Lungo il percorso non mancano panchine su cui sedersi a riposare. La riserva naturale Vallée de Mai è un’area naturale protetta iscritta tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. La particolarità deriva dalla presenza di una foresta di palma da cocco endemica delle Seychelles i cui semi, chiamati Coco de Mer, sono più grandi di qualsiasi altra specie vegetale. La noce di cocco è infatti doppia e assume le sembianze dell’organo genitale femminile mentre il frutto maschile ricorda l’organo genitale maschile. La fauna è rappresentata quasi esclusivamente da uccelli che, assieme all’acqua scrosciante di un ruscello fanno da colonna sonora alla nostra immersione naturalistica, piaciuta moltissimo anche ai bambini. Usciamo dalla riserva quando è già tutto chiuso (alle 17:30 se ne vanno tutti), torniamo in appartamento e ci sistemiamo per la cena al ristorante La Goulue, sulla Cote D’Or, che a mio avviso ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.
IL RITORNO
Anche l’ultimo giorno di vacanza è stato vissuto intensamente, il volo serale EK708 delle 21:45 ci permette infatti di godere a pieno dell’intera giornata alle Seychelles. Dopo colazione carichiamo le valige in auto e facciamo il bis ad Anse Lazio, che ancora un volta troviamo bellissima e praticamente deserta alle 8:30 del mattino. Restiamo qui fino alle 11:30 poi saliamo in auto e raggiungiamo il Jetty di Praslin in circa 40 minuti. Lasciamo le auto a noleggio nel parcheggio come concordato e saliamo sul traghetto veloce delle 13:00 per Mahe. Arriviamo a Victoria alle 14:00 e dopo aver recuperato le valige individuo l’addetto della Nelson Car Hire (quello del primo noleggio a Mahe) che mi consegna le auto da utilizzare nella giornata odierna, con consegna finale in aeroporto. Avevo già pagato la volta precedente quindi non devo far altro che firmare il nuovo contratto e ritirare le chiavi. Prima di partite da Praslin lo avevo contattato per ricordarli l’appuntamento. Comunque devo dire massima onestà e serietà per questa compagnia di noleggio che mi sento di consigliare senza remore.
Dopo una fugace visita ad Eden Island, doppiamo l’aeroporto ed arriviamo ad Anse Royale, dove stiamo alcune ore a crogiolarci all’ultimo sole delle Seychelles ed a fare l’ultimissimo bagno. Non c’è confronto rispetto a quanto visto nei giorni precedenti, anche a causa della sabbia scura e grossolana, ma alla fine anche Anse Royal ha il suo perchè e non ci siamo annoiati. Prima di andare all’aeroporto torniamo ad Anse Parnell, in prossimità del ristorante Surfers proprio di fronte al nostro precedente alloggio di Mahe. Qui in spiaggia c’è una doccia a disposizione di tutti ed un comodo bagno con uno spogliatoio. Ci togliamo di dosso sale e sabbia e ci sistemiamo con l’abbigliamento per il volo di rientro.
Devo dire che rimettere le scarpe dopo 11 giorni è stato un po’ traumatico, ma purtroppo siamo veramente agli sgoccioli della vacanza. Arriviamo in aeroporto alle 19:00 quando è già buio, lasciamo l’auto nel parcheggio, infiliamo le chiavi nella cassetta dell’autonoleggio e ci mettiamo in coda per il check in. Ultimi acquisti per spendere le Rupie che ci erano rimaste e poi partenza in perfetto orario alla volta di Dubai. Qui breve sosta e alle 3:40 ripartiamo per Milano dove arriveremo alle 8:15. L’Italia che avevamo lasciato con un clima quasi estivo ci accoglie con pioggia torrenziale e freddo polare. Per fortuna il ricordo delle Seychelles ha continuato a scaldarci l’animo per molto tempo ancora.