Seychelles: il paradiso giurassico
Dopo anni di sogni e mesi trascorsi a rimirare il poster appeso in ufficio il 13 luglio partiamo per l’isola di Mahè. Abbiamo organizzato il viaggio con largo anticipo, prenotando voli e sistemazioni alla fine di gennaio e cercando di pianificare il tutto al meglio. Dopo anni di viaggi organizzati attorno al mondo questa volta abbiamo deciso di organizzarci da soli…È il nostro primo lungo raggio fai-da-te e le nostre scelte ci hanno permesso di costruirci un viaggio da sogno senza spendere una fortuna…Le aspettative sono alte, incrociamo le sita, si parte!!!! L’aereo decolla con 3 ore di ritardo generato in parte da problemi operativi in parte da un terribile temporale scatenatosi su Malpensa. Dopo un volo di 9 ore giungiamo a Victoria alle ore 10.15 di domenica mattina. Abbiamo perso la nostra coincidenza per Praslin (il nostro volo era prenotato per le 10.30) ed ora dobbiamo aspettare un posto libero sui prossimi in partenza. Come se non bastasse veniamo sorpassati da turisti arrivati con noi, ma accompagnati dai tour operator e anche da qualche furbo…La cosa mi fa arrabbiare parecchio visto che questo volo l’ho prenotato e pagato con 6 mesi di anticipo…A questo punto alzon un po’ la voce e finalmente alle 11.30 veniamo imbarcati.
Il volo per Praslin dura 15 minuti ed è fantastico… sembra di sorvolare un’enorme piscina! L’aereo è piccolissimo, di quelli ad elica e dal mio posto sembra di essere il pilota! Prima dell’atterraggio facciamo in tempo a vedere Anse Georgette dove andremo tra due giorni. Ritirati i bagagli (a Praslin non esistono i nastri, le valigie vengono scaricate dall’aereo e consegnate da una minuscola serranda) prendiamo un taxi diretti ad Anse Volbert dove si trova la guest house che ci ospiterà durante questi primi tre giorni di vacanza.
La Rosemary’s g.H. Si trova direttamente sulla spiaggia di Anse Volbert; veniamo accolti dalla proprietaria che ci lascia scegliere tra le due camere del secondo piano. Io, memore dei consigli trovati nei racconti di viaggio, decido per quella vista mare. La camera è piccola e pulita, l’arredamento un po’ vecchiotto lascia un po’ a desiderare, ma la posizione è impagabile. Fuori c’è un ballatoio con due sedie ed un tavolino che sfrutteremo molto alla sera assorti nelle nostre letture accompagnati dal rumore del mare.
Dopo esserci sistemati decidiamo di scendere in spiaggia. Anse Volbert è una lunga distesa di sabbia bianca su cui si affacciano numerosi hotel: Berjaia, Acajou, Le Village du Pecheur, Les Villas D’Or, il club IGV,… il mare è limpido e calmo ed in questa stagione non c’è traccia di alghe. Facciamo una passeggiata e ci concediamo il primo gelato da Luca: qui si paga in euro, 1 pallina -1 Euro. Essendo di strada ci rechiamo all’emporio indiano (attenzione, alla domenica i negozi chiudono all’una e riaprono alle 5) che si trova lla biforcazione della strada, è un po’ spartano, ma economico e ben fornito.
Ceniamo presto da Luca con una pizza (E 5,50) migliore di molte pizze italiane. Ci trasferiamo sul balcone dove leggiamo un po’, poi a letto presto.
Lunedì 14 luglio Sveglia e colazione da Rosemary’s: frutta fresca tropicale, thè, pane e marmellata serviti sotto la tettoia vista mare che si trova in giardino. Oggi il tempo è bello (a conti fatti la giornata più bella della vacanza) e noi siamo davvero impazienti.
Oggi andiamo ad Anse Lazio. Per farlo dobbiamo prendere l’autobus; la fermata si trova davanti al ristorante La Golue (e NON di fronte, quello è l’altro senso di marcia, qui si guida all’inglese!), prestate attenzione perché non c’è nessun cartello che indica la fermata. La direzione da prendere è Anse Boudin, il biglietto costa 3 rupie si fa a bordo, ma bisogna avere le monetine perché accettano solo quelle. Il bus è un po’ scassato e loro guidano come pazzi.
Dopo 20 minuti di tragitto, ad una biforcazione della strada, c’è la fermata per Anse Lazio. Da lì si prosegue a piedi, il primo tratto è molto ripido, ma ben ombreggiato, segue una discesa molto impegnativa completamente sotto il sole. Dopo un quarto d’ora di cammino, però dimentichiamo tutta la fatica. Anse Lazio è magnifica: un capolavoro della natura, mare calmo e cristallino incastonato tra rocce granitiche scolpite dal tempo, alle spalle il verde rigoglioso delle palme che si inclinano accarezzando la sabbia bianca…Non avrei mai potuto immaginare tanta bellezza! Camminiamo lungo la spiaggia, (guardando il mare verso sinistra) e ci sistemiamo in una piccola baia riparata. La giornata vola via tra bagni e sole, così alle 14 e 30 ci rimettiamo in cammino e riprendiamo l’autobus per Anse Vobert.
Gelato da Luca (abbiamo saltato il pranzo!), passeggiata in spiaggia e doccia. A cena di nuovo da Luca dove gustiamo un’ottima pasta al tonno.
Martedì 15 Oggi il tempo non è un gran chè, ma noi abbiamo la prenotazione per Anse Georgette. Questa spiaggia infatti si trova dentro al famoso hotel Lemuria e per potervi accedere è necessaria una prenotazione (l’ammissione è a numero chiuso). Potete farvi annunciare direttamente dalla g.H. (ma occorre avvisare e prenotare un giorno prima) oppure mandare una mail dall’Italia. Noi abbiamo scelto questa soluzione perché temevamo che essendo luglio ci fosse molta gente.
Dopo colazione prendiamo l’ autobus con direzione Mont Plaisir, in questo caso la fermata è di fronte a La Golue. Durante il tragitto attraversiamo il villaggio di Baie Saint Anne, la Vallée de Mai e costeggiamo l’aeroporto (sulla strada c’è il semaforo che impedisce il transito al passaggio degli aerei).
Scendiamo in corrispondenza del vialetto d’ingresso del Lemuria, dopo 100mt, al cancello, mostriamo alla guardia la ns mail di prenotazione. Poi costeggiamo il campo da golf mentre Ale fantastica sul suo futuro da golfista (e io sulle vacanze da golfista!), facciamo un bel pezzo in salita e scendiamo nella valle che porta ad Anse Georgette. Anche questa volta restiamo senza parole, è un ricordo forte, un’immagine che porterò per sempre dentro nei miei ricordi dei luoghi più belli. Massi di roccia levigata dalle forme morbide e primordiali emergono tra la vegetazione meravigliosa della foresta tropicale. Il rosso e il grigio dei massi si fondono con il verde intenso delle palme. In sottofondo il rumore degli uccelli e delle onde che si infrangono sul bagnasciuga. Un posto meraviglioso, un vero paradiso giurassico.
Restiamo in contemplazione ed io vorrei accamparmi lì a rimirare il paesaggio, ma abbiamo camminato tanto per vedere la spiaggia: una mezzaluna di sabbia bianchissima, incastonata tra monoliti granitici bagnata dal mare turchese. Alle spalle la foresta di palme e frangipani che la cingono come in un abbraccio.
Anse Georgette è deserta, prima di noi solo una coppia che, guarda caso, se ne sta andando. Ci sistemiamo sotto una palma e scattiamo qualche foto anche se i colori sono smorzati dal tempo variabile. Il mare è abbastanza agitato ed un cartello sconsiglia di fare il bagno a causa delle forti correnti. Trascorriamo il tempo a rimirare il paesaggio e ad un certo punto inizia anche a piovere; uno scroscio violento che dura alcuni minuti. Nel pomeriggio arriva parecchia gente ed alle 14 e 30 decidiamo di rientrare. Prendiamo l’autobus che durante il tragitto si affolla di bambini che rientrano dalle lezioni pomeridiane.
Una volta giunti da Rosemary decidiamo di tornare in spiaggia a godere dell’ultimo sole. Più tardi facciamo un po’ di spesa e prepariamo i bagagli, domani si va a La Digue!! Pizza da Luca e a letto presto.
Mercoledì 16.
Oggi, compleanno di Ale, ci trasferiamo a La Digue. Le aspettative sono grandi, soprattutto da parte mia. Stando a quello che ho potuto leggere dai racconti La Digue rappresenta il mio mondo ideale. Niente automobili, poca gente, la sera a letto presto, vita a contatto con la natura.
Ultima colazione da Rosemary, facciamo una passeggiata in spiaggia e finiamo di preparare i bagagli.
Alle 10.15 arriva il taxi chiamatoci da Herbert (il figlio della signora Rosemary), in 15 muniti siamo al jetty x La Digue. La tratta costa 10 Euro. Qui scopriamo che il ferry che avremmo dovuto prendere (alle 11.15) non esiste, dovremo aspettare le 11.45. Ci accomodiamo nella sala d’aspetto e partiamo puntuali. Il trasferimento dura solo 15 minuti, ma le onde sono belle alte, noi ci siamo messi sul ponte scoperto, cosicchè giungiamo a La Digue completamente fradici.
Scesi dal traghetto troviamo ad attenderci un taxi che ci è stato mandato dal Sig. Aldo, il proprietario del bungalow che abbiamo affittato.
Il self catering Ylang Ylang si trova nella parte centrale dell’isola, il porto di La Passe dista solo 5 minuti in bicicletta e la strada è tutta pianeggiante (elemento importantissimo da considerare!). L a struttura si trova in un bellissimo giardino ed è costituita da tre bungalows (più un quarto in costruzione) di cui uno più piccolo, che è quello affittato da noi. Gli edifici sono nuovi e ben attrezzati. Abbiamo una bella camera dal letto, con un armadio, il ventilatore e la zanzariere. Il bagno è nuovo, piastrellato nei toni dell’azzurro, la doccia funziona bene e c’è acqua calda a volontà.
La cucina è attrezzata meglio della nostra (manca solo il Bimby!): frigorifero, lavello, fornello ad un fuoco, bollitore x the è caffè americano, bollitore normale, tostapane, cuoci pasta elettrica e fornetto! Stoviglie, asciugapiatti,lenzuola (di lino ricamate!), asciugamani e teli mare sono compresi. Fuori c’è lo stendino e una piccola veranda con due poltrone. In questo bgw non c’è il tavolo, ma si può mangiare nel gazebo in legno del giardino che si trova proprio davanti al bgw. Abbiamo visitato anche gli altri due bgw, sono più grandi, con soggiorno e camera da letto separate e se non ricordo male hanno anche l’aria condizionata. Appena giunti all’Ylang Ylang veniamo accolti dal Signor Aldo, il proprietario italiano sposato con una signora del posto, che ci conduce al nostro bungalow. Poi ci invita a casa sua, una bella villa in stile coloniale che si trova all’estremità opposta del giardino dove, cartina alla mano, ci dà tutte le informazioni utili per il nostro soggiorno a La Digue.
Conclusa la nostra piccola riunione informativa prendiamo le bici (2 mountain bike affittate da lui a 5 Euro al giorno) e ci dirigiamo ad Anse Severe. Per raggiungerla bisogna superare l’abitato di La Passe e proseguire lungo la strada costiera che passa davanti al cimitero. Oltrepassata la salita (!) inizia la bella spiaggia di Anse Severe. Qui è possibile fare snorkeling, ma bisogna avere le scarpette in gomma perché il fondale diventa roccioso a pochi metri dalla riva e bisogna camminare parecchio prima di buttarsi dal reef. La spiaggia è molto bella, in una baia protetta ed ombreggiata circondata da enormi massi granitici. Rimaniamo un paio d’ore a poltrire, poi, quando ormai il sole inizia a calare, inforchiamo le bici e andiamo alla ricerca del supermercato Gregoire’s. Facciamo un po’ di spesa (c’è davvero di tutto) e torniamo a casa prima che faccia buio. Cena in bungalow con una buona pasta al tonno, poi a letto presto.
Giovedì 17 luglio Sveglia alle 6.30 e giro in bici a La Passe. Alle 8.30 ci viene servita la colazione nella veranda della villa del Signor Aldo. Più tardi ci mettiamo in viaggio verso la tenuta dell’Union Estate dove si trova la spiaggia di Anse Sous d’Argeant. Dopo aver pagato il biglietto d’ingresso di 4 Euro è possibile proseguire in bicicletta fino al ristorante Lambousir, da qui imbocchiamo il sentiero che porta alla spiaggia. Il paesaggio è mozzafiato, identico alle fotografie dei cataloghi. Ci fermiamo lungo il sentiero per qualche scatto, poi ci sistemiamo nell’ultima parte della spiaggia dove si trova una bellissima laguna. Da qualsiasi parte si osservi il paesaggio sembra sempre di notare qualcosa di nuovo: i massi cambiano colore a seconda della luce e il mare si tinge di tantissime sfumature di turchese. Siamo estasiati.
Rimaniamo lì tutto il giorno, tra sole, bagni (Ale vede la tartaruga!!) e fotografie tra i massi. Verso sera la marea inizia a salire, ci spostiamo così lungo il sentiero per ammirare il panorama con le luci del tramonto.
Rientriamo a casa, poi usciamo di nuovo per un giro a La Passe. Per cena compriamo del pesce al take away di La Passe e lo mangiamo in giardino da noi. Ci rilassiamo al fresco in veranda, poi alle 10 a nanna.
Venerdì 18 luglio.
Sveglia e colazione da Aldo.
Ci dirigiamo ad Anse Patate, la spiaggia del Patran Village che si trova subito dopo Anse Severe. E’ una spiaggia molto piccola, ma scenografica ed è accessibile solo con la bassa marea. La balneazione è difficile a causa del fondo roccioso e oggi anche dal mare molto mosso. Rimaniamo fino all’ora di pranzo quando decidiamo di spostarci verso Anse Severe per fare il bagno.
Nel pomeriggio esploriamo in bici la zona est dell’isola. Il percorso è abbastanza accidentato con salite e sentieri di sabbia che “arenano” la bici, come se non bastasse il vento contrario ci rende la vita difficile. Oltrepassiamo Anse Gaulettes, Anse Grosse Roche – completamente sommersa dall’alta marea- ed Anse Banane. Infine raggiungiamo Anse Fourmis dove decidiamo di sostare e dove in effetti termina la strada.
Questa zona dell’isola è molto affascinante ed inquietante allo stesso tempo in quanto non è urbanizzata e la natura selvaggia domina incontrastata sul paesaggio. Il mare però è molto pericoloso tanto che in alcuni punti ci sono dei cartelli in più lingue che invitano i turisti a non fare il bagno e a prestare attenzione alle correnti.
Rientriamo al porto e torniamo a casa; dopo le docce usciamo a cena. Anche questa sera prendiamo al take away.
Sabato 19 luglio Sveglia presto, colazione e partenza per le spiaggie a sud. Per raggiungere questa spiaggia bisogna attraversare una parte dell’isola poco turistica poichè si trova nell’etroterra e lontana dal mare. E’ sabato mattina e gli abitanti sono intenti a fare le pulizie o a raccogliere la frutta. Qualcuno ci saluta, qualcun altro se la spassa mettendo musica reggae a tutto volume. Io fatico non poco, ma sono contentissima, mi guardo in giro e penso che nonostante la fatica non potrei essere in un posto più bello di questo.
Dopo una pedalata di mezz’ora abbastanza impegnativa (c’è molta salita!) arriviamo a Grand Anse. La spiaggia è molto bella, una lunga striscia di sabbia bianca bagnata dal mare turchese che ci ricorda quelle atlantiche. La zona è molto battuta dal vento, il mare mosso con forti correnti (anche qui troviamo il cartello che avverte i turisti della presenza di correnti pericolose).
In giro c’è poca gente, noi scattiamo qualche foto e decidiamo di proseguire a piedi imboccando il sentiero che costeggia la spiaggia – si trova alla sinistra del ristornate Lambousir guardando il mare. Proseguiamo fino alle rocce che chiudono la baia, a questo punto inizia un breve tratto in salita (necessarie la scarpe!). Dopo circa cinque minuti si scende verso Petite Anse, identica a Grand Anse, ma più piccola. Anche qui mare molto mosso e forti correnti. Foto di rito e poi via! Riprendiamo il sentiero che si inoltra nel pianoro retrostante la baia. Nonostante le nuvole qui fa molto caldo e l’umidità si fa sentire. Attraversiamo il prato costeggiando una palude, scavalchiamo il fossato attraversando un ponte improvvisato con degli assi probabilmente messi lì da qualche altro turista. Iniziamo di nuovo ad arrampicarci tra le rocce. Questo tratto è abbastanza impegnativo, soprattutto se si hanno gli zaini sulle spalle e fa caldo, arrivati alla sommità dello sperone però si gode di una vista impagabile: dall’alto è possibile fotografare Grand Anse e Petite anse insieme in un contrasto meraviglioso tra il verde lussureggiante della foresta, il celeste intenso del mare e il bianco spumeggiare delle onde che si infrangono sul litorale. Proseguiamo scendendo di nuovo e finalmente eccoci ad Anse Coco. E’ una spiaggia molto bella dalla forma a mezzaluna e, diversamente dalle altre due, ben ombreggiata dalle palme. Anche qui il mare è molto mosso, ma spingendosi fino all’estremità sinistra della spiaggia è possibile fare il bagno in una splendida piscina naturale. Ci sistemiamo sulla piccola spiaggia della laguna, facciamo un sacco di foto bellissime e restiamo fino alle 14.30 quando dal cielo inizia a cadere qualche goccia.
Decidiamo di ritornare a Grande Anse dove ci fermiamo approfittando del ritorno del sole. Poi riprendiamo le biciclette e, superata la terribile salita iniziale, ci godiamo il ritorno in discesa! Alla sera, distrutti, abbiamo le forze solo per una pizza da Gregoire’s (mangiata all’aperto perché nel locale c’è una temperatura polare causa aria condizionata).
Domenica 20 Oggi il tempo è brutto. Molte nuvole minaccia pioggia. Nella tarda mattinata ci dirigiamo ad Anse Severe dove rimaniamo fino a metà pomeriggio. Da qui assistiamo al passaggio dei carretti dei buoi che conducono le famiglie alla messa. Le signore indossano degli abiti molto eleganti e qualcuna di loro ha anche il cappello. I carretti, per l’occasione, sono decorati con delle ghirlande di fiori, Poi facciamo un giro in bici e visitiamo la bella chiesa dell’Assunta sulla strada della tenuta dell’Union. Proseguiamo il nostro giretto ed arrivati in corrispondenza della piazzola d’atterraggio dell’elicottero imbocchiamo la strada che va a sinistra e che conduce ad una zona più nuova dove si trovano il campo di calcio e una serie di villette in costruzione. La strada prosegue nella campagna e nell’ultimo tratto un po’ in salita si ricongiunge con la strada che conduce a Grand Anse.
Rientriamo a casa e in serata ceniamo da Tarosa. Il temporale e la vicinanza al mare ci fanno patire un po’ il freddo, ma la bontà della cena ci ripaga ampiamente. Mangiamo filetto di pesce alla griglia e filetto di pesce al tonno spendendo 180 Rupie.
Lunedì 21 Giornata splendida, ma ventosa. Ci dirigiamo ad Anse Sous d’Argeant. Oggi il mare è più calmo della scorsa volta così che il sole ci regala degli splendidi colori. Scattiamo moltissime fotografie e la mattinata trascorre in modo piacevole. La spiaggia è molto affollata, questo anche alla grande quantità di escursionisti che, incoraggiati dal sole, sono arrivati sin qui da Praslin. Nel pomeriggio il vento si intensifica diventando a tratti fastidioso. Trovo riparo in un angolo assolato dietro una roccia e trascorro un paio d’ore di perfetto relax. Quando il sole inizia a calare ci godiamo i bellissimi colori del panorama mentre le rocce si tingono di rosa ed il mare scintilla argenteo controluce. Questa sera ceniamo a casa: pasta e sugo alla bolognese Barilla comprato da Gregoire’s.
Martedì 22 Anche oggi la giornata promette bel tempo, così decidiamo di sfruttare il nostro ingresso gratuito per l’Union (conservando due biglietti d’ingresso il terzo è gratis). Lungo il tragitto ci fermiamo a salutare le tartarughe che si trovano nel recinto della tenuta e ne fotografiamo una che dorme beata.
Poi ci dirigiamo alla caletta del giorno prima- quella con i rasta che vendono la frutta- che sembra essere la più adatta a noi perché ben ombreggiata e poco battuta dal vento. Anche quest’oggi il tempo passa velocemente. Rientriamo a casa un po’ prima del solito perché il vento forte ci rende difficile restare in spiaggia. Sulla via del ritorno perdiamo un po’ di tempo girovagando nella tenuta dell’Union dove visitiamo le coltivazioni e curiosiamo nel giardino della villa del presidente dove qualche anno fa trascorse qualche giorno di vacanza anche Tony Blair. Più avanti si trova il cantiere navale dove è sistemata una vecchia nave pirata.
Rientriamo a casa per il tea time e ceniamo di nuovo da Tarosa: antipasto di calamari, fish curry coco e octopus coco per una spesa di 270 rupie.
Mercoledì 23 Oggi il tempo è brutto. Prendiamo le bici e ci dirigiamo ad anse Fourmis dove ci fermiamo un po’ ad osservare il mare. Nel pomeriggio il tempo sembra migliorare così ci spostiamo ad Anse Severe. Qui per un soffio non vengo colpita da un grosso ramo che si è staccato dall’albero sotto al quale mi stavo riparando.
Ce ne andiamo in giro a zonzo per l’’isola: qui sono tutti sorridenti e quando ci incontrano ci salutano con il loro “Bonzour!”, quest’isola è davvero una favola!!! Alle cinque prendiamo il tea a casa, per cena prendiamo dei noodles e pollo al curry al take away.
Giovedì 24 In mattinata ancora brutto tempo. Andiamo ad anse Severe, ma vista la mancanza di sole, decidiamo di fare un giretto in paese. Lasciamo le bici all’ingresso dell’hotel Island Lodge e ci incamminiamo lungo la spiaggia curiosando la sistemazione più costosa dell’isola. Rimaniamo un po’ sulla spiaggia a godere del sole che nel frattempo si è affacciato timidamente. Arrivano anche i bambini in pausa pranzo dai loro impegni scolastici. Più tardi ci avventuriamo nella riserva naturale della Veuve creata per salvaguardare l’ambiente naturale di questo uccello raro. La Veuve è una sorta di grosso fringuello con una lunga coda nera listata a lutto, si tratta di una specie endemica e molto rara che abbiamo avuto la fortuna di ammirare mentre riposava sull’albero di fronte al nostro bungalow.
Nel pomeriggio spunta il sole e, considerato che è calata la marea, andiamo alla spiaggia accanto al Jetty (lungo la strada di anse Severe) dove il mare è calmo ed è possibile rinfrescarsi senza essere travolti dalle onde. Anche questa sera cena da Tarosa: zuppa, octopus salad, octopus curry, filetto di pesce al curry per 310 rupie.
Venerdì 25 Oggi decidiamo di tornare ad Anse Source d’Argeant. Lungo la strada incontriamo i bambini delle scuole che festosi rientrano a casa: da oggi saranno in vacanza per un mese.
Ad anse Source c’è molto vento e al mattino ci sistemiamo nell’ultima spiaggia, più protetta dagli alberi. Al pomeriggio la marea cala e torniamo alla spiaggia dei rasta dove troviamo posto dietro una roccia al riparo dal vento. Restiamo fino alle 5 e scattiamo delle bellissime foto.
Cena al ristorante del Chateuaux Saint Cloud, un hotel elegante che si trova vicino al nostro bungalow. L’ambiente è carino, ma il buffet non è niente di speciale.
Sabato 26 Oggi il tempo è brutto.
Passiamo la mattinata da Anse Severe, poi ci spostiamo in paese per curiosare tra i negozietti di souvenir. Facciamo un giretto in bici e torniamo a casa per iniziare a preparare i bagagli.
Ultima cena a La Digue da Tarosa.
Domenica 27 Ultima colazione a La Digue. Alle 9 e 15 arriva il taxi che ci porta al jetty. Lasciamo con grande dispiacere questo posto splendido che più si avvicina al mio ideale di luogo in cui vivere…Ci siamo sentiti davvero a casa pur essendo a migliaia di km di distanza! Prendiamo il ferry per Praslin e giunti al porto un taxi che ci riporta ad anse Volbert all’hotel Berjaja dove trascorreremo quest’ultima notte. All’arrivo in hotel veniamo accolti molto cortesemente, la camera è al piano terreno, si affaccia sulla piscina. L’arredemento è spartano, ma è molto grande e ristrutturata di recente. Nel pomeriggio il tempo peggiora, fa quasi freddo e siamo costretti ad indossare la felpa per poter restare all’aperto. Ceniamo di nuovo da Luca e andiamo a dormire presto.
Lunedì 28 luglio.
Partiamo all’alba dall’hotel per recarci in aeroporto. Il tempo è pessimo e durante il volo interno l’aeroplanino traballa un po’.
Giunti a Mahè ci viene comunicato che il nostro volo per Roma, che aveva già un ritardo di un’ora è stato di nuovo posticipato. In questo modo siamo certi di perdere la nostra coincidenza a Fiumicino. Informiamo la nostra agente in Italia per farci riproteggere sul volo successivo. Finalmente alle ore 12 partiamo mentre fuori diluvia. Arriviamo a Roma 40 minuti prima del nostro volo. Prendiamo il trenino e cambiamo terminal, poi, ci lanciamo di corsa verso il gate…L’imbarco è chiuso, ma la hostess, gentilissima fa in modo di imbarcarci comunque. Giungiamo a Linate con la certezza di non poter recuperare il bagaglio che è rimasto a Roma e che giungerà a Milano con il volo successivo e che ci verrà recapitato il giorno seguente.
Torniamo a casa soddisfatti, pieni di ricordi ed immagini indimenticabili, con la consapevolezza che quello che spesso viene considerato un paradiso per turisti ricchi e hotel prestigiosi in realtà nasconde un tesoro che va oltre l’azzurro del mare e il verde della foresta.
Alcuni consigli pratici.
Voli: Air Seychelles.
Andata diretto Mxp-SEZ Ritorno via Roma con coincidenza AirOne.
Li abbiamo prenotati a Gennaio spendendo circa 900 incluso il volo interno a/r Mahè-Praslin operato sempre da Air Seychelles. Per ragioni pratiche li abbiamo comprati in agenzia da un’amica, ma si può fare anche online.
Sistemazioni: A Praslin: Rosemary’s Guesthouse sulla Cote d’Or. 80 Euro al giorno in BB. Sistemazione spartana (camera e bagno), ma posizione impagabile.
A La Digue: Self Catering Ylang Ylang: 95 Euro al giorno in BB (nello chalet piccolo). Eccellente la struttura e l’accoglienza, bungalow nuovo, bagno con acqua calda e cucina attrezzata.
Clima Se volete andare alle Seychelles a luglio preparatevi a trovare un clima incerto, con possibilità di piogge brevi, ma frequenti. Per esperienza consigliamo di andarci in primavera.
Altro… Ovunque: -portate repellenti per le zanzare e olio Johnson per i sand flies – portate delle cerate o mantelle tipo K-way -portate le scarpette per i coralli – ricordatevi di riconfermare il vostro volo di ritorno due giorni prima della partenza A Praslin.
– Muovetevi con l’autobus: è comodo, economico e divertente – Se volete andare ad Anse Georgette ricordatevi di farvi annunciare dalla guest house il giorno prima oppure di prenotarvi via internet.
A La Digue.
– A meno che non abbiate prenotato una guest house in centro a La Passe preparatevi a pedalare: su quest’isola ci si sposta in bicicletta – Portatevi una torcia, (quelle da testa vanno meglio per andare in bicicletta) sull’isola l’illuminazione pubblica è molto scarsa – Se volete andare ad Anse Cocos portatevi delle scarpe (meglio se da trekking) o dei sandali robusti – Al supermercato si trova di tutto, provate anche i dolci del panettiere vicino al molo, si trova nel vicolo accanto al rent a bike. E’ un negozietto col portone verde.
– Le spiagge a sud a luglio non sono balneabili – Anse Severe è una delle spiagge meno ventose dell’isola, ma risente molto delle maree, con quella bassa il mare tende a scomparire, mentre con quella alta la spiaggia si riduce molto. Qui per fare il bagno servono le scarpette per i coralli.