Seychelles fai da te 4
VOLO: noi abbiamo valutato solo AIR SEYCHELLES, d’altronde per il nostro periodo c’erano ottimi prezzi…Addirittura per l’andata c’erano varie soluzioni a solo 200€ – poi, volare con la compagnia di bandiera, è un po’ come iniziare già il viaggio; inoltre, abbiamo optato per fare l’andata diretta da milano e ritorno su roma: così facendo abbiamo potuto fare 10 gg/8notti (anziché le classiche 6 notti); peraltro abbiamo comprato, sempre tramite loro, il volo interno RO-Mi pagandolo la metà del prezzo di vendita ufficiale (60€ anziché 120); alla fine il prezzo finito è stato di 670€ a testa…Pagamento con bonifico bancario da inviare via fax all’ufficio di Roma; sito internet di facile consultazione; compagnia efficiente e puntuale!!! DORMIRE : innanzitutto, tramite il sito del turismo delle Seychelles, potete farvi spedire delle cartine delle tre isole che saranno molto utili per organizzare gli spostamenti e orientarsi nella scelta delle strutture; sempre sul sito, trovate delle e-brochure con tutte le informazioni necessarie (Sistemazioni, noleggi auto, spiagge, ristoranti…); in particolare noi, dopo aver scaricato le info sulle Guest House, abbiamo spedito a tutti delle mail di richiesta; dopo le prime risposte, abbiamo scelto quelle più interessanti (per sistemazione e prezzo) ed abbiamo riscritto per chiedere qualche sconto e/o agevolazione…Alla fine abbiamo prenotato (senza cmq dover anticipare l’acconto): Praslin – 3 notti : HIRONDELLE 65€/notte – Ottima scelta La digue – 3 notti : PENSION RESIDENCE 75€/notte + noleggio gratis di 2 bici – “no comment” v.Racconto Mahè – 2 notti: CHOICE VILLA 60€/notte (con colazione) – Ottima scelta Noi abbiamo scelto strutture in solo pernotto per fare self-catering (così ci facevamo la colazione e la sera qualche volta prendevamo al takeaway); SPOSTAMENTI : Per andare da Mahè a Praslin noi abbiamo optato per il Cat Cocos (su www.Catcocos.Com trovate le info aggiornate), un comodo catamarano che in 45 minuti vi porta a praslin (42 € a tratta); tra l’altro, via e-mail potete prenotare il posto (comunque pagando il biglietto direttamente al porto) ed anche il transfer gratuito dall’aeroporto al porto di Victoria (nel racconto ci sono i dettagli); da Praslin si arriva a La Digue con la Inter island ferry (www.Seychelles.Net/iif/ ) con circa 20 minuti di navigazione (20€ a/r); a Mahè abbiamo noleggiato l’auto da TROPIC CAR (il titolare si chiama Sonny – tropicar@seychelles.Net); abbiamo pagato 40€ al giorno; in realtà si potrebbero ottenere anche prezzi più bassi ma abbiamo richiesto l’assicurazione “all-risk”, tra l’altro riuscendo anche ad ottenere il noleggio senza dover lasciare la carta di credito per garanzia.
CONSIGLI : Noi abbiamo speso circa 1300 € a testa…Tutto compreso…!!! Aver avuto i self-catering dove poter far colazione e qualche cena con il take away è stato sicuramente comodo. Per il tipo di viaggio che piace a noi, non siamo rimasti troppo entusiasti perché si avverte molto che il turista è visto come un “pollo da spennare”…Ed in tal senso soprattutto Praslin ci ha un po’ deluso; meglio sicuramente La digue (ancora abbastanza selvaggia anche se, essendo un cantiere unico, non so quanto resisterà…) ed ancora di più Mahè dove, girando liberamente in macchina, si ha la possibilità di respirare un po’ di più la vita locale. 8 novembre 2008 Sabato Ore 19.45 partenza puntuale da Malpensa.
Volo Air Seychelles con un ottimo servizio: check in e imbarchi aperti in anticipo, aperitivo con champagne, menù dei pasti che saranno serviti, kit con mascherina per la notte e calze, mappa gratuita delle 3 isole, buon cibo, arrivo strapuntuale. Uniche note negative: alla colazione mancano, perché sono finite, i carboidrati: pane e brioche. Ma poi alla fine il croissant arriva! E i posti sono scomodissimi!! L’Aereo è piccolo e di vecchia concezione: 1 solo bagno molto piccolo e programmazione TV centralizzata. La notte è così scomodo dormire che, nonostante i preziosi cuscini da viaggio, Frà diventa un fachiro riuscendo a dormire rannicchiato per terra tra il sedile e lo schienale del posto davanti! J.
9 novembre 2008 Domenica Ore 7.20: atterriamo puntuali tra l’emozione di vedere dall’alto le isole che, nonostante siano veramente piccole sono verdissime, rigogliose e con delle montagne granitiche veramente alte! In pratica sono cucuzzoli di montagne sommerse circondati da una stretta lingua di terra e spiaggia bianca di circa 500 mt.
Disbrigo delle pratiche doganali velocemente anche se accurate ed infatti chiedono di vedere la prenotazione del volo di ritorno e il documento d’immigrazione compilato in aereo. Per l’hotel è sufficiente l’indicazione del nome. Usciamo e chiediamo subito del free shuttle del Cat Cocò (prenotato unitamente ai posti del Cat Cocò! Mi raccomando è da prenotare!). Anche se all’inizio nessuno riesce a darci indicazione alla fine Franci chiede al bancone della Creole Service e un gentile signore ci accompagna allo shuttle del Creole Service che parte alle 8.25. Alle 9 siamo all’imbarco e acquistiamo subito il ticket a/r per € 168.
Per il ritorno ci assicurano che, se anche dovessimo perdere il boat prenotato, possiamo fare un cambio di prenotazione. Ci imbarcano i bagagli e prendiamo posto al secondo piano – all’aperto – a sinistra dove non batte il sole. Il mare per fortuna è calmo e dopo aver scattato le foto di rito ed esserci emozionati per la partenza crolliamo in un sonno profondo risvegliandoci proprio davanti a PRASLIN.
All’arrivo ci attende Robert, il taxista mandatoci dalla Guest House, che per € 10 ci porta davanti all’ HIRONDELLE. All’arrivo la sig.Ra Emilia ci fa sistemare nel dehors della villetta. Ci offre 2 splendidi succhi di polpa di mango mentre compiliamo il registration form. Il posto è bello, pulito, con safe box gratuito in camera e in una posizione assolutamente strategica: proprio di fronte alla Cote d’Or e vicino ai diversi servizi dell’isola (supermercato gestito dagli indiani, ristoranti, bancomat, diving center etc…).
Emilia ci fa vedere la nostro camera e, pur avendo prenotato solo una camera con “private bathroom enclosed” e uso cucina in condivisione con gli altri ospiti, abbiamo la casa tutta per noi (perché non ha affittato le altre stanze)! Disfiamo rapidamente i bagagli, indossiamo i costumi, paghiamo in anticipo l’hotel (€65×3 notti=€195) e alle 12.00 siamo già in spiaggia! La giornata è dedicata all’esplorazione della Cote d’Or, ombreggiata e molto ventilata, e ai primi bagni in un’acqua cristallina e tiepida.
La sabbia è finissima ed è talmente bianca che in pieno sole abbaglia. Il mare è limpido ma con pochi, o quasi nessuno, pesci. Verso la fine della spiaggia, dopo il Paradise Sunrise, troviamo i primi massi granitici. Verso le 15.00 ci avventuriamo a piedi in cerca della Anse Petit Core percorrendo a piedi la strada lungo costa. Purtroppo non riconosciamo la deviazione, anche perché forse l’accesso è privato e riservato all’Hotel La Reserve. Proseguiamo così fino ad Anse Possession molto più rustica e frequentata solo da locali e lì ci rilassiamo fino alle 17.00.
Alle 17 ci rimettiamo in cammino per andare al supermercato locale (gestito da indiani) a comprare acqua e qualcosa per la colazione del mattino seguente (€ 10 per: 2 birre, 1 pacco di Fonzies al Pollo J, 6 bottiglie d’acqua, cracker-biscottati, marmellata e caffè di cicoria – stile nescafè-). Purtroppo è domenica e ci sono un sacco di negozi chiusi ma per fortuna gli Indiani tengono aperto fino alle 20.30. Purtroppo non abbiamo ancora fatto il cambio della moneta e per gli acquisti gli Indiani ci applicano il cambio a 15, anche se all’aeroporto abbiamo visto che quello ufficiale è 18 per l’acquisto e 20 per la vendita; così contrattiamo con loro per fare il cambio necessario per la cena serale e ci accordiamo per 18, e così alla sera convertiamo € 30 a 18 scr.
Alla Guest House facciamo la doccia e l’aperitivo nella nostra veranda con le 2 birre e le Fonzies e, a tenerci compagnia, un passero rosso goloso ma un po’ diffidente, il tutto con davanti la cote d’or ed il suono del mare di sottofondo (a parte quando passano le rumorose auto). Verso le 19.00 usciamo in cerca del posto per cenare ma purtroppo sia La Golue che il Coco Rouge, 2 tra i ristoranti più consigliati e che avevamo deciso di provare sono chiusi la domenica. Alla fine, dopo aver chiesto al Berjaja che per take away faceva solo la pizza, ripieghiamo sulla gelateria da Luca. Ci eravamo ripromessi di non fare i classici turisti italiani che ovunque vogliono pasta e pizza ma…Non abbiamo scelta! In ogni caso riusciamo ad ordinare qualcosa di “esotico”, prendendo un piatto di steak Fish con riso e insalata (niente di eccezionale perché condito con una salsa all’aceto e il pesce è un po’ duro) e Octopus curry con riso e insalata (tradizionale piatto creolo delle Seychelles) buono e speziato! € 20 in 2. Lì facciamo quattro chiacchiere con due coppie di italiani a fine vacanza che, di ritorno dai loro tour sulle tre isole, ci danno qualche consiglio per il proseguo della vacanza.
Facciamo un ultimo giro veloce tra la spiaggia e i negozietti e alle 22.30 siamo già a nanna! 10 novembre 2009 Lunedi Sveglia alle 7. Colazione in veranda con caffè di “cicoria” (come in tempi di guerra), biscuit cracker e mixed fruit jam ed il passerotto rosso già conosciuto la sera prima che ormai si fida a tal punto da prendere le briciole direttamente dalla mano. Alle 8.30 siamo già ad aspettare il bus per andare alla Valle de Mai. Il primo bus che passa non va direttamente alla Vallè de Mai ma decidiamo cmq di prenderlo per andare al jetty dove dovrebbero passarne di più. Il biglietto si fa a bordo per cui è bene avere delle monetine perché altrimenti si rischia che non ti diano il resto (RPS 3 per persona per tratta). Al jetty attendiamo circa 15 minuti e finalmente passa il nostro bus. Per quanto riguarda i bus, sinceramente le attese sono un po’ lunghe ma con un pizzico di pazienza si fa tutto. Il pulman è folkloristico: ci sono un sacco di ‘‘indigeni’’, la guida è spericolata e l’autista lascia le porte aperte durante la corsa. Alle 10 circa siamo all’ingresso della Valle de Mai (€ 15 per persona) e lì passeggiamo per un paio d’ore guardandoci intorno incuriositi e leggendo tutte le spiegazioni botaniche. Arriviamo anche fino al famigerato belvedere da cui si gode di vista panoramica della foresta e lo sguardo arriva fino al mare. Troviamo interessanti le dettagliate info sul famoso Coco de Mer di cui abbiamo visto moltissimi semi della pianta femmina (le note noci doppie) e maschio (tipo piselloni enormi) e all’uscita incrociamo un gruppetto di ‘indigeni’ che portano via semi appena raccolti, trasportandoli sulla testa.
All’uscita riusciamo a decifrare l’orario dei pullman capendo che quello che ci serve per raggiungere direttamente Anse Lazio dovrebbe essere appena passato. Invece, dopo pochi minuti passa il bus che ci serve e lo prendiamo al volo. Comunque cambiamo programma e decidiamo di fermarci a Baia St. Anne avendo visto che c’erano diversi posti per pranzare. Infatti diversamente dalla Cote d’Or, ci sono diversi mini market più forniti. Chiediamo in giro per acquistare della frutta ma ci dicono che non è stagione infatti ci propongono solo un mango acerbo e dei frutti rossi e strani di cui Frà aveva letto in un racconto. Scopriamo che si chiamano Jamalà e prudentemente ne acquistiamo solo sei ma, dopo averne assaggiato uno (croccante, acquoso e dal gusto un po’ acidulo e dissetante) ne acquistiamo altri 10 (RPS 8).
Visto che per pranzo non sono “sufficienti” notiamo che dal Coco Rouge, di cui abbiamo già sentito parlare, c’è la fila al take away (RPS 25 half portion, 30 full, 40 mixed). Prendiamo ½ porzione di noodle con carne e verdure (buone!) e una porzione di semplice insalata mista che mi rimette al mondo. Frà mi romperà tutta la giornata per la mia scelta “banale”. Mangiamo seduti in riva alla baia che però non è eccezionale, dopodiché andiamo dal market dei cinesi ad aspettare il bus per circa 20 minuti. Ad aspettare con noi c’è una “mami” con una bimba con tanto lecca lecca; all’arrivo del bus lasciamo passare la mamma che ha difficoltà a salire e, a sorpresa, si gira mettendo spontaneamente la piccola in braccio a Frà come se fosse la cosa più normale del mondo. La bimba non fa una piega neppure quando nello sballottolamento ci sbava tutti con il suo lecca lecca. Dopo ½ ora di bus arriviamo al capolinea di Anse Boudin proprio davanti al Villa Manoir (che su internet ci aveva offerto la camera a € 60: struttura carina ma decisamente fuori mano). Da lì ci avviamo verso Anse Lazio: in 15-20 min di salite e discese pazzesche arriviamo in spiaggia. Anse Lazio è molto bella e l’abbiamo girata in lungo e largo. Prima ci siamo sdraiati verso destra, all’ombra dell’albero poco più avanti del Bonbon Plume, dove nel mare davanti si fa del buono snorkeling. I pesci sembrano pasturati e ti seguono; ad un certo punto ci siamo girati e dietro di noi c’era la scia…! Abbiamo visto diversi pesci pappagallo, farfalla, branchi di pesci semi trasparenti ma soprattutto dei “pescioloni” a strisce verticali di circa cm 50×50! Lì inoltre si sta formando la barriera corallina e il fondale è interessante. Successivamente ci siamo spostati al fondo a sinistra dove sapevamo che superati i primi blocchi di granito si trovano diverse calette appartate e con angoli molto suggestivi. Abbiamo fatto snorkeling anche qui ma complice anche il mare che si stava ingrossando non è stato eccezionale e non ci siamo potuti spingere troppo al largo. Dopo aver scattato un po’ di foto decidiamo di aprire un cocco raccolto lungo la strada. Naturalmente aprire un cocco con un coltellino svizzero è un’avventura ma alla fine, dopo un’estenuante lotta, ce la facciamo e con soddisfazione è pure succoso e maturo al punto giusto. Rimaniamo in spiaggia fino alle 17.30 e andiamo a cercare il recinto con le tartarughe giganti del Bon Bon Plume (letto nei racconti); sembra che stiano quasi per dormire ma quando ci avviciniamo si svegliano. Gli offriamo un po’ di cocco e un Jamalà e apprezzano così tanto che una involontariamente mi morde un dito! Sono veramente grandi e fanno versi strani che sembrano russare! Alla fine sentiamo passare una delle poche macchine rimaste e ci buttiamo sulla strada per chiedere un passaggio (l’idea di rifare la salita era spaventosa!!!) e la coppia di ragazzi tedeschi alla fine ci porta fino al Le Duc sulla Cote d’Or (per fortuna perché probabilmente avremmo perso l’ultimo bus!!!).
Tornando vs casa ci fermiamo al market in centro in cerca di birra e frutta, ma con quest’ultima siamo sfortunati e troviamo solo dei manghi acerbi e mele! Sulla via del ritorno incrociamo Emilia, in auto con la figlia, dal market degli indiani e decidiamo di aspettarla per assicurarci che ci faccia la prenotazione per il giorno dopo ad Anse Georgette. Rientrati all’Hirondelle, mentre attendiamo Emilia per prendere le chiavi, scopriamo insieme agli altri ospiti che siamo senza acqua. A causa della forte siccità l’acqua è stata razionata ed oggi è stata distribuita per una sola ora, ragione per cui la tanica della Guest House si è esaurita. Momenti di panico!!! Quando ormai c’eravamo rassegnati all’idea di passare la notte con addosso sale e sabbia, mentre Frà sorseggia impassibile la sua Guinness in veranda, Emilia ci informa che di lì a 5 minuti ce ne sarebbe stata una piccola quantità per una doccia frugale. Ci prepariamo per la sera, dosando l’acqua della doccia col contagocce, e verso le 20.15 andiamo dagli indiani a comprare le birre per il dopocena da passare in veranda. Alle 20.30 circa siamo da La Golue e appena ci vedono ci informano che non hanno acqua, patatine e poco riso!…Oiboh, che sfiga! Decidiamo cmq di fermarci. Il posto è carino e dopo aver scoperto che i piatti tradizionali creoli (che ci sembravano i più interessanti!) sono disponibili solo se prenotati in anticipo e lasciando una caparra(…!?), ordiniamo King prawn Marie Rose, grilled fish with tomato sauce e acqua grande. I piatti arrivano con un bell’impiattamento ed una bella presentazione ma in quantità decisamente limitate (5 gamberi!!!). La qualità è discreta ma non soddisfa il nostro desiderio di cucina locale e men che meno l’appetito. Tra l’altro spendiamo € 25 in due. Dopo cena facciamo due passi per la “movimentata” cote d’Or in compagnia della coppia già incontrata la sera prima da Luca e andiamo all’internet point per telefonare ed avere la conferma della Guest House di La Digue. Sfortunatamente non c’è nessuno…Pazienza, telefoneremo domani. Rientriamo e visto che siamo piuttosto stanchi rinunciamo al dopocena in veranda anche perché domattina ci sveglieremo presto per goderci l’ultimo giorno a Praslin.
11 novembre 2008 Martedi La sveglia suona alle 6.30 e ci alziamo dopo aver oziato un pochino. Colazione in veranda, con il passerotto ormai sempre più audace, ed alle 8.15 siamo in spiaggia nella speranza di essere “adescati” da un beach boys per acquistare l’escursione a St Pierre e Curieuse. Percorriamo tutta la Cote d’Or sotto un sole già cocente. La spiaggia è deserta ed ancora più bella dopo l’alta marea notturna perché totalmente liscia e senza tracce umane: ne approfittiamo per fare qualche foto su una scenografica con tanto di palma piegata stile catalogo. Alla fine, un po’ sconfortati, andiamo noi a caccia di organizzatori di escursioni. Tutti i taxi-boat si trovano davanti alla pizzeria Berjaia e lì incrociamo Imier, un ragazzo rasta con cui ci accordiamo per € 50 per 2 tasse incluse (!!!!) per la ½ giornata – senza pranzo-. Imier ci fa aspettare un quarto d’ora per il rifornimento di benzina e Frà ne approfitta per farsi una bella “corsetta ristoratrice” in spiaggia fino alla Guest House per avere conferma da Emilia della prenotazione ad Anse Georgette e regolarci con gli orari ed incastrare le varie cose da fare. Dopo 20 minuti (la cote d’or è lunga…) arriva tutto sudato e con la conferma della prenotazione per le 15. Saliamo in barca e dopo un paio di false partenze capiamo che i ragazzi uniscono le partenze di più gruppi per ottimizzare i costi. Alle 9.30, dopo 5 min di navigazione siamo a St pierre dove facciamo un’oretta di snorkeling e alle 10.30 il taxi boat ci viene a riprendere. Lo snorkeling è piuttosto deludente: abbiamo circumnavigato l’isolotto, a destra (vedendo dalla spiaggia) è più interessante perché si sta formando un po’ di barriera sugli scogli granitici mentre a sinistra ci sono solo coralli morti. In sintesi niente in confronto a Maldive o Mar Rosso…Sic! Prima di ripartire arriva la Guardia Marina per il pagamento del ticket d’ingresso al parco marino e nonostante le nostro spiegazioni e rimostranze, perché ritenevamo di aver pagato il biglietto nel costo dell’escursione, siamo costretti a pagare i 20 euro. Già preannunciamo “battaglia” al nostro accompagnatore (perché Imier ha fatto solo da tramite) per quando rientreremo (!!!!) . Alle 10.45 sbarchiamo a Curieuse e ci accordiamo per essere ripresi alle 13 alla Doctor House. Ti lasciano nell’ansa dove c’è la reception del parco, i barbecue approntati per i visitatori che pranzeranno lì e le tartarughe giganti a zonzo. Inizio subito a coccolarle accarezzandole sotto il collo e offrendogli di ogni e loro mangiano con piacere qls tipo di foglia. Ci avviamo poi subito verso la Doctor House e sul cammino assolato, lungo e poco interessante, incontriamo un’altra tartaruga solitaria che appena ci vede ci viene incontro attratta dai frutti rossi che ho raccolto lungo il cammino. Dopo un’altra scarpinata arriviamo alla Doctor House e ci tuffiamo immediatamente in uno splendido mare rigenerante. La Doctor House è una delusione, non ci sono tartarughe e io avevo raccolto un paio di kili di frutta per loro! Ci riposiamo una mezz’oretta rigorosamente all’ombra ed alle 13 puntuale arriva il nostro taxi boat per tornare sulla Cote d’Or. Quando arriviamo Imier ci viene incontro, ha già i nostri € 20 in mano pronto a restituirceli: evidentemente gli erano arrivate voci sulle nostro lamentele (!!!). Passiamo dall’Hirondelle per cambiarci e prendere il bus per Mont Plaisir. Nel frattempo Frà cambia € 100 in banca che alla fine, con la forte svalutazione di questi giorni, è il cambio più conveniente che troviamo anche perché è senza commissioni. Infatti abbiamo provato a cambiare in nero ma nessuno ci ha fatto il cambio richiesto e anzi più di uno ci ha suggerito di cambiare in banca dove, per altro, ti danno la ricevuta che torna utile per il cambio finale. Prima di prendere il bus compriamo un po’ di frutta (banane e manghi – principalmente verdi) e senza dover neppur attendere, puntuale (anzi in anticipo), arriva il bus per Mont Plaisir. Dopo quasi ¾ d’ora di viaggio, comunque emozionante per paesaggi, guida da rally e strade tortuose con forte pendenza, arriviamo al capolinea dopo aver fatto un’ultima salita al limite della gravità terrestre, che ci fa sospettare di aver sbagliato strada… Ed infatti l’autista ci conferma che saremmo dovuti scendere prima comunque “no problem! Sit down”…, si riparte e torna indietro e, dopo la discesa libera, ci fa scendere al bivio giusto. Così, belli gaudiosi, ci presentiamo all’ingresso dove ci aspetta l’ennesima sorpresa seychellese: la nostra prenotazione non c’è!!!! Cerchiamo anche noi tra gli appunti del portiere ma niente! Dopo averlo supplicato ed una telefonata alla reception centrale riusciamo comunque ad entrare… Il resort è veramente impressionante; passiamo nel campo di golf sbagliando strada un paio di volte. Per fortuna un ragazzo con la camionetta per gli ospiti ci offre un passaggio fino alla spiaggia, non prima di averci fatto fare un giro per portarci a due punti panoramici con vedute mozzafiato del resort e di Anse Georgette dall’alto. È stato così gentile che gli diamo scr 25 di mancia. La spiaggia è decisamente molto bella. Una Anse Lazio in piccolo meno frequentata. Dopo un paio di tuffi, foto di rito e merenda a base di frutta (mezzo cocco aperto in spiaggia e 2 manghi acerbi) ci rilassiamo un’oretta. Verso le 17 siamo di nuovo in marcia per cercare di prendere uno degli ultimi bus: questa volta non siamo fortunati e l’unica golf car che passa raccoglie due turisti che rientravano dopo di noi e così dobbiamo farcela tutta a piedi. Alle 17.20 siamo fuori e alle 17.25, puntuale, arriva il bus. Alle 18.15 siamo all’Hirondelle, salutiamo Emilia che ci spiega che il disguido alla reception di Anse Georgette è dovuto al fatto che ha avuto una telefonata “animata” con il titolare – alla fine ci stavamo rimettendo noi -!!!. Ci facciamo prenotare il taxi per la cena al Coco Rouge a Saint Anne e per domattina per raggiungere il jetty che ci porterà a Praslin (€ 15 a/r per il Coco Rouge e € 10 per il collegamento per il jetty) alle 18.30 andiamo a fare l’ultimo bagno sulla cote d’or e, anche se il sole tramonta dall’altro lato dell’isola, c’è un suggestivo gioco di colori e l’acqua è un brodo tiepido e caldo.
Rientriamo in hotel per prepararci questa volta con una doccia abbondante ed alle 19.20 usciamo per telefonare dall’internet point per la conferma della prenotazione presso la Pension Residence. Tutto ok risponde Florence (!!! vedremo poi come andrà…!!!) . Alle 1930 arriva Robert puntuale e partiamo alla volta del Coco Rouge. Il menù è a buffet creolo, servito da loro,e comprende: Octopus curry, grilled fish with creole sauce, verdure saltate, crema di zucca, crema di lenticchie, riso e insalata di mango per 225 SCR (12€) per persona. Beviamo acqua e prendiamo due gelati extra menù, inaspettatamente buoni, al gusto passion fruit (tipo solero tropicale). Il posto e il servizio sono piuttosto veraci ma finalmente oltre a gustare la cucina ci immergiamo nello spirito creolo. Il prezzo SCR 520 = € 26 ci sembra onesto e il nostro avventarci sul cibo che ingurgitiamo in mezz’oretta ci lascia uscire pienamente soddisfatti. Chiediamo alla signora del Coco Rouge di chiamarci il taxi e dopo aver fatto due passi per l’ ‘animata’ Saint Anne, Robert arriva per riportarci all’Hirondelle. (N.B.: qui i taxi non girano spesso e occorre prenotarli sempre in anticipo, soprattutto per gli spostamenti serali occorre mettersi d’accordo per farsi venire a prendere). In veranda sorseggiamo due birre (in compagnia di grossi scarafaggi) ed alle 22.30 ci mettiamo a dormire.
12 novembre 2009 Mercoledì La sveglia suona alle 7; finiamo di preparare i bagagli, iniziati la sera prima, e facciamo colazione in veranda con l’ormai inseparabile passerotto rosso e lucertola seychellese ghiotta di biscotti. Nel frattempo Frà va a prendere un po’ di sabbia della Cote D’or come souvenir ed a restituire i vuoti delle birre (ti ridanno la cauzione).
Alle 8.15 arriva Robert con il taxi ed alle 8.30 siamo al porto che facciamo il biglietto a/r (€ 40) per LA DIGUE e ci vengono consegnati 2 “maxi-biglietti” – tipo fish del casinò. Anche qui facciamo direttamente l’a/r perché ci confermano che, se dovessimo perdere il jetty per il ritorno, possiamo fare comunque un cambio. Inoltre, per questa tratta è meglio prenotare perché il traghetto è più piccolo del Cat Cocò ed è più frequentato, anche per le gite effettuate in giornata di chi rimane a Praslin. Anche qui il cambio di prenotazione è possibile in funzione della disponibilità dei posti. Al porto riincontriamo la “simpatica signora” conosciuta nell’escursione di ieri quando si lamentava che non avessero lasciato un ‘negretto’ a sorvegliarci durante lo snorkeling (!!!). La traversata dura circa ¼ d’ora e quando si arriva a La Digue si nota immediatamente che ci si trova su un’isola più selvaggia, anche se è in forte sviluppo in quanto è un cantiere aperto. Appena scesi capiamo che la PENSION RESIDENCE non ha mandato il folkloristico ‘ox-taxi’ (carretto trainato dai buoi) e così, zaino in spalla, col carretto ci limitiamo a scattare una foto. Alla Pension Residence ci accoglie Isabelle, socia di Florence con cui avevamo scambiato le mail, e ci fanno accomodare in reception, offrendoci due cocchi rouge da bere (che scopriamo essere diversi dai cocchi cui siamo abituati e che arrivano di solito in Italia; qui sono usati principalmente per essere grattati e per l’estrazione del latte che serve a cucinare il pesce). Nel frattempo conosciamo un signore che lavora qui e che si rende disponibile per i consigli sulle spiagge e ci fornisce la tabella per le maree che qui incidono notevolmente sulla fruibilità delle spiagge molto più che a Praslin. I bungalow visti sul sito sono nel giardino tropicale che circonda l’edificio, un po’ fatiscente in cui ha sede la reception, e sono nuovi e molto ben tenuti. Quando dopo un po’ arriva George, ci invita stranamente a salire sulla camionetta, e ci porta fuori dalla pension, ci iniziamo ad insospettire… Percorriamo circa 200/300 metri nella direzione opposta a La Passe e, subito dopo aver superato il cimitero (!!!!!), ci fermiamo davanti a una casa in stile “molto, ma molto locale” (tetto in lamiera, pavimento in plastica…Etc…)…Si confermano i nostri sospetti…Arriva anche Florence, ci mostra la casa, sicuramente “vissuta” (ci sono le foto dei proprietari (?) nel portafoto usati a soprammobile) dicendoci che è tutta per noi…!!!. Insomma, per farla breve, dopo che ci lascia soli e continuiamo l’esplorazione per la casa, capiamo che ci hanno messo nella casa di qualcuno che è stata liberata per l’occasione. La casa è certamente grande ma niente a che vedere con quello che ci aspettavamo così, dopo aver disfatto gli zaini, ancora un po’ sconcertati, scendiamo alla reception per ritirare le bici – comprese nel prezzo – (che peraltro pensavano che ce ne fossimo dimenticati…!!!) e per lamentarci. La discussione con Florence è animata, spieghiamo le nostro ragioni e chiediamo uno sconto oppure fare una sola notte e poi vedremo…Alla fine lei ci dice ‘you tourist are so difficult’ potete andarvene subito…! E fa per portarsi via le bici. A quel punto, presi noi un po’ dal panico all’idea di dover rifare gli zaini e dover cercare un’altra sistemazione in fretta e furia, decidiamo cmq di fermarci. Paghiamo in contanti € 225 (€ 75xnotte incluso le bici che Florence dice essere le sue) e anche se chiediamo la fattura (non si sa mai che si inventi qualcos’altro) non ce la fanno. Tanto per confermarci “difficult tourist” le facciamo tribolare per trovarci dei lucchetti per le bici. Chiaramente la casa non ha safe box e lasciamo i nostro pochi averi alla reception. Comunque alle 11.30 finalmente siamo in bici in direzione nord. Davanti ad Anse Severe c’è un signore che sta approntando un banchetto per vendere frutta tropicale molto invitante; chiediamo e ci dice che per SCR 75 (4 €) ce ne fa un piatto misto e così decidiamo di pranzare lì in spiaggia. Si mette al lavoro, sciacquando la frutta direttamente in un secchio di acqua di mare e nel frattempo facciamo due chiacchiere con Rouland. Scopriamo che, se ha delle prenotazioni, a mezzogiorno cucina anche pesce alla griglia con frutta in spiaggia per SCR 100 (€ 5,5). Dopo la sosta continuiamo la nostra biciclettata e arriviamo al Patatran, veramente bello e in posizione scenografica. Da lì vediamo dall’alto la piccola Anse Patate ma decidiamo di proseguire oltre. Ci fermiamo così ad Anse Goulettes che è consigliata per lo snorkeling; la spiaggia è bella e poco frequentata (solo 3 coppie di cui 2 già in pieno snorkeling) e li seguiamo a razzo. Lo snorkeling è bello ma niente di eccezionale. Dopo quasi un’oretta si inizia ad alzare il mare e il vento e con qualche difficoltà riusciamo ad uscire (in realtà Frà se l’è vista veramente brutta…Era rimasto indietro per fotografare i pesci (!!!) e, con il mare mosso che faceva risacca, ha faticato non poco…!!!) . Io faccio un’oretta di sonno mentre Frà “Furio” legge indefessamente i racconti di Turisti per caso per aggiornarsi su La Digue e scatta foto. Mentre ci stiamo preparando per andar via Frà vede una macchia scura nel mare. Incuriositi ci avviciniamo ed è una tartaruga di mare proprio vicino al bagnasciuga che però appena ci avviciniamo prende il largo. Verso le 15.30, stanchi anche per il forte vento, risaliamo in bici in direzione Parco dell’Union Estate. Facciamo la strada più lunga passando dall’interno dell’isola e riconoscendo tutte le guest house contattate via mail ed attraversando belle case indigene circondate da giardini tropicali e con un’atmosfera rilassante arriviamo al famoso eliporto e, da buoni italiani, proviamo a entrare a scrocco passando dal mare che costeggia il muretto dell’eliporto. Purtroppo la marea è alta e, un po’ la paura di non conoscere bene modo e tempi per uscire e un po’ il rimorso, torniamo indietro passando dall’ingresso. Tra l’altro scopriamo che entrando dopo una certa ora (le 17) il ticket d’ingresso (€5) è valido anche per il giorno successivo. Con le bici, sbagliando direzione, arriviamo dalle tartarughe giganti: sono tante ed enormi ma soprattutto golose delle foglie che gli diamo in abbondanza. Le coccolo un po’ accarezzandole sotto il collo e dopo aver fatto diversi filmini proseguiamo verso Source d’Argent. All’arrivo l’impatto è indescrivibile: sarà perché c’è poca gente o perché la luce del tramonto esalta colori e sfumature del granito ma è veramente mozzafiato. Inoltre, andando avanti di caletta in caletta si scoprono squarci sempre più suggestivi. Facciamo foto e filmini da catalogo e tramontato il sole, verso le 18 usciamo ancora esaltati dallo straordinario spettacolo visto.
Inizia a farsi veramente buio (e siamo senza torce…) e rischiamo di perderci dentro al parco ma, una volta trovata l’uscita, sperimentiamo l’emozione di andare in bici al buio… Comunque con qualche difficoltà, dopo esserci fermati da Gregoires ed in un altro negozietto arriviamo a ‘casa’. Doccia, pulizia dell’attrezzatura da snorkeling e decidiamo di andare a prendere la cena da ZEROF. Prima ci fermiamo in reception per prendere degli zampironi e qualche soldo dalla safe box. Ora Florence non è più astiosa. La pedalata fino a Zerof è impegnativa (+ di 2 km). Nel locale, molto rustico e carino non c’è molta gente e ordiniamo il take away. La scelta è obbligata con le portate previste dal menù del ristorante (€ 13xpersona il menù) e quindi prendiamo un pollo al curry e uno steak fish con riso per SCR 70 =€ 3,5 totali!!!. Rientrati ceniamo in veranda, sistemata ad hoc con tavolino, ventilatori e zampironi. Il cibo onestamente non è un granchè soprattutto se confrontata con la qualità della cena del Coco Rouge. In compenso la quantità è abbondante e non riusciamo a finire le porzioni. Dopo cena, foto alla mano, scriviamo il nostro racconto e verso le 22.30/23 si va a nanna.
13 novembre 2008 Giovedì La prima notte nella casa rustica passa tranquillamente al di là di ogni più rosea aspettativa: senza, o quasi, zanzare e abbastanza fresca da spegnere il ventilatore. Sveglia alle 7 per Frà che si avventura in una rasatura della barba con il travel-kit, residuo del viaggio in Turchia, da cui ne esce vivo. Alle 7.30 mi sveglio anch’io e facciamo colazione in veranda con caffè, marmellata e biscotti (residui di Praslin) e due pandolci comprati da Gregoire’s. Se siete in self catering ricordate di mettere tutto in frigo perché le formiche arrivano ovunque…!!! Alle 8.30 siamo in sella e ci fermiamo subito al vicino (“purtroppo”) cimitero perché vediamo Rouland che, come ci aveva detto, dalle 9 alle 11 la mattina lavora qui, così prenotiamo il pranzo in spiaggia per le 14 di oggi. Si inizia la galoppata verso Grand Anse, con sosta per rifornimento acqua da Gregoire’s che scopriamo essere un po’ rabbino (2 acque 30 Scr – ieri ci ha fatto pagare il sacchetto e oggi non restituisce la cauzione per le bottiglie di vetro). Il tragitto per chi non è allenato è piuttosto impegnativo e già prevediamo che il ritorno, soprattutto vista la ripida salita finale che ci aspetta, la faremo spingendo la bici. Il percorso cmq è incantevole perché si passa tra le case in tipico stile creolo con buoi, galline con pulcini che razzolano liberi e alla fine un branco di maialini che scappano appena ci vedono. Alle 9.30 siamo a Grand Anse; parcheggiamo le bici vicino al Loutier Cocò e facciamo un po’ di puccetto rigenerante, ben attenti alla forza del mare che qui è effettivamente potente. La spiaggia con la bassa marea è immensa, bianca, e delimitata dai massi granitici e da una natura selvaggia. Il fatto che siamo completamente (o quasi) soli, rende ancora più affascinante lo scenario. “Fortunatamente” il cielo è coperto perché tutta la spiaggia e buona parte del cammino verso Petit Anse ed Anse Cocò è senza riparo. Dopo il bagno Vale si mette le scarpe da trekking ed iniziamo il cammino… Per arrivare a Petit Anse bisogna ‘solo’ scollinare arrampicandosi su un sentiero sulle rocce granitiche: la si raggiunge in 10 minuti. La spiaggia anche qui è bella e come dice il nome, è proprio una Grand Anse in piccolo…Proseguiamo il cammino, ogni tanto ci sono delle indicazioni in verde per Anse Cocò, al bivio del sentiero alla fine di Petit Anse, bisogna andare a sinistra (come ci aveva avvertito la coppia di ragazzi incontrati da Luca a Praslin). Dopo un’altra mezz’oretta di cammino arriviamo ad Anse Cocò proprio mentre inizia a piovere. È la prima pioggia che troviamo. Ci dirigiamo subito verso i massi granitici al fondo della spiaggia, dove, dopo avere messo al riparo gli zaini, facciamo il bagno sotto la pioggia!! L’acquazzone dura una mezz’oretta e quando esce il sole ci ripariamo sotto uno dei due ripari già presenti, costruiti con le foglie di palma, che avevamo già puntato. Questa spiaggia probabilmente è più godibile con l’alta marea perché si può fare il bagno nelle lagunette che si creano tra i massi di granito, al riparo dal mare mosso. Nel nostro rifugio all’ombra ne approfittiamo per aggiornare il racconto e alle 12 riprendiamo la strada del ritorno…C’è Rounald che ci aspetta per il pranzo!! Appena ripartiamo ricomincia a piovere e questa volta è un vero acquazzone che ci accompagna per tutto il tragitto ma appena arriviamo a Grand Anse esce il sole e ci tuffiamo di nuovo tra le onde. Alle 13 ci rimettiamo in sella (si fa per dire perché il primo pezzo di salita, come previsto, lo facciamo spingendo) e rientrando cerchiamo la bakery dietro la Police Station che sfortunatamente è chiusa. Peccato ripasseremo nel pomeriggio. Breve sosta a casa per rifornimento acqua e rullino e già mi stavo arrabbiando perché non erano state fatte le pulizie ma proprio in quel momento arriva una “mami”… Arriviamo ad Anse Severe puntuali alle 14 da Rouland che è già impegnato a preparare i piatti per altre due coppie. Ci dice di aspettare i nostri piatti in spiaggia e dopo poco ci consegna 2 ricchi piatti con pesce alla griglia, insalatina di verza e cetriolo, pane in cassetta e frutta a volontà (arance, bananine, papaia, mango e jamalà) – 100 scr= 5 € a piatto -!!! . Mangiamo tutto d’un fiato ed è veramente buono. Mentre io faccio un’oretta di pennica Frà prova a fare un po’ di snorkeling ma il mare è ancora troppo basso e mosso. Ad Anse Severe lo snorkeling non dovrebbe essere male ma bisogna trovare la marea giusta e mare calmo. Al mio risveglio cambiamo programma e rinunciamo alla biciclettata nella zona est dell’isola perché abbiamo deciso che domani non faremo l’escursione a Cocò e Felicitè (troppo sbattimento…!?) per restare a goderci la tranquilla e rilassata atmosfera di La Digue. Così dopo essere passati da Anse Patate, carina ma cmq molto piccola e affollata, andiamo in ‘centro’ dove ci accorgiamo che i prezzi dei souvenir sono esorbitanti anche considerando che le cose proposte sono le stesse già viste ed acquistate, ad esempio, alle Maldive (sottobicchieri da € 6 cad, magneti per frigo da € 4 in su etc…!!!). Finalmente troviamo aperta la rinomata panetteria vicina alla Police station (seconda stradina sulla sinistra guardando la Police station) ed acquistiamo 2 birre “Sey brew”, 2 snack indiani di cui una samosa e 5 pandolci (per SCR 55, circa € 2,70). Riprendiamo le bici in cerca di una spiaggetta dove fare l’aperitivo guardando il tramonto e ci fermiamo ad Anse Royale. Il tramonto non è dei migliori perché il cielo è coperto ma cmq contempliamo il panorama per una mezz’ora sorseggiando la nostro Seybrew e sbocconcellando i nostri snack. Tornando ci fermiamo a comprare due acque “dall’ormai amico” della panetteria dietro la Police station ed a prendere una Pepsi dal negozio poco prima del cimitero. Rientriamo e ci prepariamo, avendo ormai preso le misure per muoverci a nostro agio in casa, ed alle 19.30 siamo di nuovo in sella…
Ci fermiamo alla reception a prendere qualche soldo e per chiedere se dopo domani George può venirci a prendere alle 6.45 per andare al jetty, senza doverci così camalare gli zaini…Tutto ok…E quindi via alla ricerca del take away. Questo pomeriggio abbiamo visto che poco prima del Villa Autentique ce n’era uno molto indigeno e questa sera decidiamo di provarlo anche perché il Villa Autentique è deserto. Il bancone, a differenza di Zerof, ha una discreta varietà anche se molte cose stanno per finire, vista anche l’ora tarda per i locali; prendiamo una porzione intera ed una half di riso, octopus curry, fish & vegetable e papaia salad per totali SCR 80 (€ 4)!!!!. Ceniamo nella nostra veranda e la scelta ci premia: il cibo è ottimo, molto più del take away di Zerof della sera prima. Partitina a carte ed alle 22…Ninne!! 14 Novembre 08 Venerdì sveglia alle 6.30… Anche questa notte siamo riusciti a dormire nella “cimitery house”, anche se ha fatto un forte acquazzone. Colazione in veranda mentre i vicini, dopo averci chiesto il permesso, raccolgono le foglie dell’albero davanti casa che, ci spiegano, servono per l’acqua di cottura del pesce alla creola. Prima di partire all’esplorazione della parte est dell’isola passiamo a La Passe, all’agenzia Mason per confermare il volo di ritorno. Qui, per la prima volta alle Seychelles, un ‘beach boy’ ci propone l’escursione a Cocò; decliniamo e siamo piuttosto stupiti del fatto che l’unico punto in cui lavorano sia proprio di fronte ad un’agenzia ufficiale…Voglia di sbattersi creola!? Partiamo in sella alle nostro bici non prima di effettuare la sosta (al cimitero!) da Rouland per prenotare, anche per il pranzo di oggi, il pesce alla griglia. Piacevole biciclettata fino ad Anse Banane, dove incontriamo una tartaruga gigante libera: sta facendo i bisognini proprio di fronte al baracchino di frutti e ci fermiamo a godercela un po’. Questa, anche se non è socievole come quelle in cattività, non scappa alla nostro vista mentre la osserviamo mangiare cocce di coco rouge e bucce di papaia che la signora del chiosco ci ha offerto per foraggiare la sua ‘addescatrice’. Proseguiamo la pedalata fino al termine della strada ad Anse Fournis. C’è la bassa marea e la barriera sta emergendo in tutta la sua maestosità. Scattiamo qualche foto e torniamo ad Anse Banane a riposarci un po’. Passeggiamo sulla barriera facendo attenzione a non calpestare coralli vivi. Il bagno, aldilà di un puccetto nelle acque lagunari è infattibile. Verso le 12, prima di andare via, ci fermiamo dal chiosco per gustarci due succhi (uno papaia ed uno mango arancio) veramente squisiti – 30 scr = 1,5 €/Cad – seduti sulla panchina vista oceano…Abbiamo l’aria da scena così idilliaca che invogliamo a fermarsi altri turisti di passaggio! Prima di andare a pranzo da Rouland ci fermiamo ad Anse Gaulette a fare un po’ di snorkeling: pinne, maschere e tubo e proviamo a entrare. Sfortunatamente la marea è troppo bassa e l’esperienza del giorno prima ci convince a lasciar perdere.
Ci rilassiamo un po’ in spiaggia e all’13.30 puntuali siamo da Rouland, ad Anse Severe, per il pranzo. Oggi, che sembriamo gli unici ad aver preso il pesce, la porzione è più abbondante e sembra ancora più gustosa (d’altronde siamo ormai degli habitué…)! Il tempo dove siamo noi continua ad essere buono ma vediamo Praslin, di fronte a noi, attraversata da un bell’acquazzone e cmq, calcolando i venti, la pioggia non dovrebbe colpirci… Così sarà! Verso le 15 ripartiamo verso Anse Source d’Argent percorrendo la strada interna su cui ci sono i negozietti meno turistici ma, neppure qui, troviamo qualche souvenir che ci convinca. Entriamo all’Union Estate utilizzando l’ingresso omaggio che ci avevano dato perché, 2 giorni fa, siamo entrati dopo le 17; ci fermiamo dalle tartarughe giganti che oggi sono particolarmente ‘eccitate’ infatti assistiamo in diretta ad un paio di accoppiamenti…
Arrivati alla spiaggia l’assenza del sole e l’acqua ancora stagnante per la bassa marea tolgono parecchio pathos allo scenario visto due giorni fa. Facciamo il bagno in un’acqua caldissima e ci rilassiamo in spiaggia dove vediamo il cane banane, già citato in altro racconto, che gioca con un piccolo granchio del cocco perso sulla spiaggia. Alla fine, facciamo la nostra buona azione, riuscendo a salvare il granchio distraendo Banane offrendogli dell’acqua. Decidiamo di rientrare prima visto che il sole proprio non sembra voler far capolino per il tramonto e cmq siamo ancora estasiati per il tramonto visto di due giorni fà. Tornando verso le bici facciamo finalmente conoscenza con i veri granchi del cocco… In particolare ne stuzzichiamo un paio nelle loro tane per scattare qualche bella foto. Tornando ci fermiamo da Gregoires per comprare una decina di cartoline (che alla fine sono risultate le più belle e convenienti dell’isola – ) e troviamo anche diversi souvenir in legno carini; compriamo un sale e pepe per noi e delle posate da insalata per mia sorella (totale 218 scr). Ci fermiamo dalla bakery ma purtroppo non ha più un granché e prendiamo solo due pezzi di torta per domattina, una tonica ‘Seyperl’ (che è l’unica bottiglia locale con vetro trasparente in cui Franci può mettere la sabbia corallina raccolta sulla Cote d’Or), un’acqua e un sacchetto di nuvolette di gambero che si riveleranno untissime ma gustose ( 40 scr= 2 €). Facciamo l’ultima sosta alla ‘reception’ per ritirare i nostro effetti dalla safe box e lei stessa ci conferma che domattina george verrà a prenderci alle 6.45 per accompagnarsi al jetty. Iniziamo a preparare i bagagli, prima di cena ci concediamo un ultimo aperitivo nella nostro “splendida” veranda e verso le 20.30 inforchiamo le bici in direzione Ocean o Patatran: questa sera ci vogliamo regalare una cena di “lusso”… Dopo essere passati davanti ad entrambi i ristoranti decidiamo per l’Ocean, sia perché sembra più frequentato, sia perché ci sembra meno fighetto. L’offerta della sera è un menù a € 15 composto da: insalata di tonno, cotoletta di pollo al pepe verde con contorno di piselli ed insalata di patate e riso saltato, dolce e caffè. Decidiamo di prendere un menù ed ordiniamo un pesce in salsa ginger alla carta. Mentre aspettiamo ci godiamo il posto veramente carino: il ristorante è molto curato, con i tavolini con il doppio fondo in vetro contenente una specie di ricostruzione dei fondali marini (sabbia, conchiglie, stelle…). Il panorama è molto suggestivo, abbiamo il tavolino affacciato sull’oceano e ceniamo con la luna riflessa sul mare…Cielo stellato ed anche stella cadente per Frà che esprime il desiderio di rito. Alla fine, verso le 21.30 (il ristorante stava chiudendo!!) paghiamo € 32 onestissimi, considerando il posto e qualità/quantità del cibo eccellente. Per il momento il miglior ristorante in cui abbiamo cenato. Facciamo una breve passaggiata fino al Patatran e poi in sella alle bici andiamo a fare un giro ‘in centro’ al Tarosa. Come ci aveva detto più volte in questi giorni Roulant, il venerdì sera al Tarosa c’è musica…Infatti troviamo la tipica atmosfera da sagra di paese con bambini che corrono ovunque, le mami in pista a ballare, gli anziani seduti a guardare e i ragazzi che girano vestiti a festa. Sorseggiamo un coco d’amour (liquore tipico stile batida de coco) e un Takamaka cocco (rum) per scr 50 cad. (€ 2,5). Dopo circa mezz’ora ci dirigiamo verso casa. Alle 23 ninna.
15 novembre 2008 Sabato Sveglia alle 6; facciamo colazione e verso le 6.40 arriva George puntuale, anzi in anticipo, per accompagnarci al jetty. Alle 6.50 siamo già là! Volevamo arrivare prima per fare i biglietti con calma, ma scopriamo che si fanno direttamente a bordo. Verso le 7.15 vediamo avvicinarsi al molo una specie di carretta del mare e Franci, premurosamente, mi suggerisce di prendere le pastiglie per il mal di mare… Infatti è il nostro traghetto…È un veliero ad un piano, niente a che vedere con il catamarano moderno dell’andata! Impiega quasi il doppio del tempo a raggiungere Praslin e scopriamo che viene utilizzato per i viaggi meno frequentati. Imbarcandoci incontriamo Carlo, un signore della provincia di Mantova (di Viadana per la precisione), che per 2 anni starà alle Seychelles per insegnare la coltivazione della verdura. È piuttosto contento di poter parlare in italiano e infatti ci racconta di ogni…Dall’indolenza creola alla spiegazione della svalutazione della rupia. La traversata è un po’ movimentata ma cmq sopportabile per la breve durata. Arrivati a praslin (salutiamo Carlo) e subito un solerte “negretto” (per dirlo come la signora dell’escursione…) della Cat Cocò ci indica dove depositare i bagagli che saranno poi imbarcati sul jetty per Mahè. Partiamo con il Cat Cocò delle 8 e questa volta ci mettiamo al coperto al piano di sotto: è una sala viaggio con tutti i confort (sala bar, a/c, tv plasma…). Anche questa traversata è piuttosto movimentata e mentre io crollo in trance, complice anche la pastiglia, Frà soffre un po’, anche perché mi legge i diversi racconti di Turisti per caso pianificando il soggiorno a Mahè (e per fortuna che il mare era abbastanza calmo…). Appena sbarcati cerchiamo il nostro referente per il noleggio auto della Tropic Car e notiamo un signore baffuto con un cartello con scritto ‘VALENTIN…O’; in un primo momento pensiamo sia un errore e dopo avergli parlato ci convince che è lui il nostro uomo, anche se scopriamo che lavora per la City Car; per dissipare ogni dubbio e vincere la nostro diffidenza chiama Sonny della Tropic Car al telefono…Tutto ok; il nostro iniziale sospetto era anche dato dal fatto che oltre ad essere di un’altra agenzia, nei paraggi abbiamo visto un tizio, con un cartello recitante ‘Mr Francesco Cat Cocò ore 10’, che continuava a guardarsi intorno alla ricerca del suo cliente…Alla fine capiamo che era un agente Avis che si era presentato lo stesso, venendoci a cercarci in virtù di una delle tante mail mandate da Frà per avere preventivi!!! Nel baretto vicino, i vari agenti stipulano i contratti di noleggio, il nostro risponde alle attese…Infatti €40 al giorno e, anche se non capiamo bene le assicurazioni previste (doveva essere all inclusive), l’importante è che non ci chiede la carta di credito come garanzia (diversamente da un’altra coppia di italiani che era lì con noi). La macchina è una Dayatzu 1300 benzina, aria condizionata, color giallino francese e si dimostra affidabile. Frà inizia a prendere confidenza con la guida a sinistra, facendo un giretto nel parcheggio ma, dopo essersi preparato a tutte le difficoltà possibili, non aveva messo in conto che anche le frecce sono al contrario…In sostanza ad ogni incrocio partivano i tergicristalli. Cmq dopo qualche incrocio e rotatoria il peggio era passato. Decidiamo di visitare Victoria, la capitale più piccola del mondo, anche perché essendo sabato, nel pomeriggio ed alla domenica, sarebbero stati chiusi i negozi e soprattutto il rinomato mercato. Parcheggiamo nel primo parcheggio utile (vicino allo stadio) e iniziamo la visita. La città è piccolissima e non così caotica come raccontata. Facciamo le foto di rito al Big Ben in miniatura e al coco de mer gigante di fronte al post office dove compriamo i francobolli (scr 35 cad.). Il mercato è indubbiamente carino ma piuttosto piccolo e affollato ma è comunque abbondante di merce al pari degli altri mercati etnici visitati nel mondo. Suggestivo il banco del pesce con una distesa di enormi pesci tra cui anche un povero pappagallo. Cerchiamo anche dei souvenir, che qui hanno prezzi molto più abbordabili che nelle altre isole, ma alla fine compriamo solo un sacchetto misto di spezie con annessa ricetta per fare il pesce/pollo alla Creola (40 scr=2€). Iniziamo ad avere appetito e ci fermiamo ad un vicino take away per una vaschetta di noodle (30 scr= 1,5 € !!); qui se ne trovano molti di più e sono di quelli che piacciono a noi…Molto caratteristici. Proviamo anche a cambiare degli euro presso i cambi ufficiali ma le banche il sabato chiudono alle 11 e il bureaux de change ha finito le Rupie!!!!!! Riprendiamo la macchina e scolliniamo in direzione Beau Vallon facendo anche benzina (100 scr a 20 scr/litro). Anche grazie alle indicazioni trovate su internet, troviamo facilmente il CHOICE VILLA che, in effetti, si raggiunge con una salitina finale niente male. La struttura è bella: ci sono tre bungalow vista mare grandi, nuovi e ben accessoriati ma quando Cecile ci porta verso il retro pensiamo: ci risiamo con una nuova fregatura…!!! Invece, anche se la nostro sistemazione non è l’appartamento vista mare, è comunque un’ampia camera doppia nuova, con un bel bagno con doccione ed angolo attrezzato con frigo, bollitore, safe box, ventilatore A/C e soprattutto vetri alla finestre! Mentre Frà disfa i bagagli io crollo nuovamente in coma fino alle 14…Effetti collaterali della pastiglia contro il mal di mare! Verso le 14.30 usciamo in direzione Tea Factory e poi Port Launey. Per arrivare alla tea factory la strada sembra proprio di montagna ed in effetti si passa ai piedi del monte Morne Seychellois alto mt 905 sulle cui cime si vede anche la nebbia. La the factory purtroppo è chiusa perché è sabato e così andiamo dritti verso il mare. Sulla strada si aprono belle vedute. Passiamo da Port Glaude e ci fermiamo al Sun Down Restaurant (molto carino) a prendere due succhi (papaia e guave) e un sandwich tonno e maio (SCR 88 = 4,4 €) e dopo andiamo a Port Launay: bella baia con un ampia spiaggia che, essendo sabato pomeriggio, è frequentata da locali. Ci rilassiamo un po’, ma non troppo, perché vogliamo rientrare a Beau Vallon per il tramonto così alle 17 partiamo. Vogliamo fare un giro diverso passando dall’altra strada che attraversa l’isola; ma rientrare è stata un impresa, infatti, le indicazioni sono quasi inesistenti ed alla fine, dopo quasi un’ora di macchina arriviamo nell’immensa spiaggia di Beau Vallon con il tramonto quasi finito. Non perdiamo cmq occasione di rilassarci un po’ e arriviamo alla guest house verso le 19. Stavolta è Frà a crollare e verso le 20, dopo un veloce aperitivo in camera a base di snack locali, andiamo a cena da ’La Fontaine’ che aveva buone recensioni. Il posto è carino ma il cibo mediocre, spicca però la zuppa di pesce per antipasto (pagate rigorosamente in Rupie perché il cambio che applicano con gli euro è vantaggioso solo per loro… Cena:423 Scr). Verso le 22.30/23 si va a nanna.
16 novembre 2008 Domenica La sveglia suona con “calma” alle 7.30; ci prepariamo ed alle 8.15 puntuali siamo in veranda per la colazione (qui compresa nel prezzo): omelette, deliziosa frutta tropicale, caffè, pane e marmellata e succo. Ne approfittiamo anche per cambiare € 25 con Cecile (ci cambia a 20) perché siamo rimasti senza e dobbiamo fare benzina. Alle 9 siamo in macchina verso le spiagge del sud e, dopo aver fatto 100 scr di benzina, passiamo dall’aeroporto per cambiare al cambio ufficiale ma all’ingresso veniamo intercettati da Jack (il nostro noleggiatore dell’auto) che, facendoci lo stesso cambio del cambio ufficiale (21) ci converte €50.
La strada è più lunga di quel che sembra e prima di arrivare a Anse Royale uno strano tizio chiamato “lupo alberto” ci ferma vaneggiando sulle sue grigliate organizzate sulla spiaggia con lino banfi ed altri, mostrandoci articoli su di lui pubblicati su gente viaggi del 96…!!! Tanto per onor di cronaca…
Ci fermiamo ad Anse Royale, consigliata per lo snorkelling, dove nuotiamo per circa un’ora tra gli scogli compresi tra Ile souris e la spiaggia: oltre a tanti pesci soliti…Vediamo un ragazzo con un polipo appena pescato alla sua fiocina ed una piccola razza veleggiare proprio davanti noi… Appena usciamo arriva un forte acquazzone ed il posto migliore per non prendere la pioggia… È stare in acqua, che è pure piacevolmente calda. Verso le 11.15 si riparte verso Anse Intendance e Takamaka. Inutile dire che sbagliamo strada e finiamo nella punta più bassa dell’isola – anse police (chiamata così per la stazione di polizia, dove un giovane poliziotto ci indica la strada…). Anse Intendance e Takamaka sono carine ma niente a confronto con le spiagge di La Digue.
Sono quasi le 14 e ci viene fame… è il momento di andare ad Anse Soleil dove c’è anche il consigliato ANSE SOLEIL CAFE’. Un altro acquazzone ci coglie e sbagliando nuovamente strada riusciamo cmq ad arrivare ad anse soleil a cui si accede praticamente dall’omonimo ristorante che, benché siano le 14.30, è strapieno di gente e dobbiamo fare anche un po’ di fila prima di sederci nel nostro tavolino con i piedi nella sabbia. Il posto è molto carino, praticamente sul mare e tra le palme. Facciamo un’ordinazione originale: oltre all’insalata di polpo, prendiamo “Shark steak e crab ginger”!! Abbiamo appena finito il pranzo, veramente squisito e abbondante (scr443 = 21€); in particolare la bistecca di squalo era veramente grande e con una salsina tipo barbecue veramente deliziosa, il granchio era buono ma così difficile da pulire che alla fine non me lo sono neanche gustato; il tutto viene servito con contorno di riso, sugo alle cipolle per condirlo ed insalata di papaia…Manco a dirlo abbiamo spazzolato tutto!! Ora 1 caffè e 1 espresso e poi in spiaggia a goderci gli ultimi raggi di sole…Sono le 16!! La spiaggia è molto piccola e graziosa, con una piccola isoletta davanti e contornata dai caratteristici massi granitici.
Assistiamo al nostro ultimo tramonto seychellese che, contrariamente ad ogni aspettativa (visto le piogge della giornata), è molto bello e suggestivo! Chiaramente ce lo godiamo fino all’ultimo raggio di sole e ripartiamo che sono ormai le 18.20 ed inizia ad imbrunire (l’unica pecca di anse soleil è che rimane fuori mano, ed affrontiamo con qualche timore la ripida salita semi-sterrata che ci collega con la via principale).
La strada del ritorno vs Beau Vallon è trafficata ed impieghiamo quasi 1 ora!!! Naturalmente, avendo finito di mangiare alle 16 non abbiamo appetito e stasera vogliamo stare leggeri… la pizzeria del Beraja ci sembra una buona soluzione e prendiamo una soup of the day al chicken e 1 fish and chips (283 Scr – 14 €). La cena al beraya, per noi viaggiatori zaino in spalla, è un po’ una desolazione…La struttura è sicuramente bella ma un po’ grottesca perché cercano in tutti i modi di rendere un servizio chic senza riuscirci del tutto, siamo sempre in africa!; cmq eravamo andati lì per mangiare un’insalata e l’unica che avevano era lattuga/pomodoro/cetriolo…Che triste!! Dopo cena vogliamo fare tardi…E così dopo aver girato per il nulla di beau vallon (sono solo le 22) ci fermiamo “AL MARE” dove ci accoglie il simpatico gestore italiano: prendiamo una seybrew alla spina e un takamaka rum (molto buono…) – 135 scr.
Con le onde del mare in sottofondo scriviamo le cartoline e ci godiamo gli ultimi istanti di quest’ultima giornata seychellese veramente da ricordare!!! 17 novembre 2008 Lunedi Sveglia alle 7.30 per chiudere i bagagli; è tutta la notte che piove (anche forte) e anche stamattina non è da meno.
Colazione alle 8 e dopo mezzora siamo già in macchina per andare a Victoria a spendere le ultime SCR (ne abbiamo ancora più di 600!!!) in souvenir.
A Victoria facciamo il giro del mercato appena aperto che, senza la presenza dei turisti, è ancora più suggestivo, in particolare il banco del pesce (ancora + ricco ad inizio giornata), dove fanno bella mostra due squali, un tonno enorme e un colorato pappagallo, nonché uno di quelli giallo e nero, per fotografare il quale Frà stava per affogare a La digue… Compriamo un altro sacchetto di spezie con ricetta in italiano e giriamo ovunque in cerca di un souvenir per i nipotini e gli immancabili magneti che collezioniamo. Alla fine, visto che l’artigianato locale è scarso e piuttosto ripetitivo, acquistiamo una tartaruga in legno (la meno peggio…) per 90 scr – 4,5€, mentre rimandiamo l’acquisto dei magneti ai chioschi vicino lo stadio (che avevamo già visto). Gironzolando dietro al mercato vediamo un market vicino al tempio buddista; lì compriamo un rum takamaka black (225scr – 11€) ed uno al cocco (160 scr – 8 €) – il rum della sera prima ci era proprio piaciuto…!!!; faccio anche scorta di gelatine.
Riprendiamo la macchina e ci fermiamo dai chioschi di souvenir dello stadio per i magneti, finendo le ultime rupie… In aeroporto ci cambiamo (via boxer e infradito e su jeans e scarpe…Sic…!!) e prepariamo gli zaini, cercando di proteggere al meglio le bottiglie di rum…Speriamo di rivederle intere in Italia!! Frà va a riconsegnare la macchina e, come ci avevano avvisato, non essendoci nessuno al baracchino lascio le chiavi nella cassetta…Massima fiducia, visto che non avevamo lasciato neanche la carta di credito!!! Le pratiche di imbarco sono rapide ed il personale Air Seychelles si conferma efficientissimo (Ps: nonostante il ritorno fosse su Roma, con successivo volo Airone per Milano, i bagagli arriveranno diretti a Milano). Partiamo puntuali, ed alle 18.30 circa siamo puntualmente a Roma…E qui scopriamo che il volo Airone per Milano (previsto per le 21.30) è invece in ritardo…Cmq con un’oretta ce la caviamo e rientramo a casa…!