Seychelles da signori
Essendo un viaggio organizzato dal tour operator cui si erano rivolti i miei genitori non ci siamo dovuti, per una volta, preoccupare di nulla: avremo fatto un’imprevista vacanza da signori. Tutto infatti era predisposto: il volo diretto con Air Seychelles Roma-Mahè, il volo locale di un quarto d’ora che ci avrebbe portato a Praslin e il trasporto sino al nostro stupendo resort, caratterizzato, oltre che dalla piscina più grande dell’arcipelago, da una baia di fatto privata con spiaggia bianchissima avente come sfondo l’isola di Curiouse e il più lontano isolotto de L’Aride.
Il resort organizzava quotidianamente gite in barca e visite dell’interno dell’isola: ogni giorno dunque avremmo avuto qualcosa di diverso da fare, e la cosa si è rivelata eccellente perchè abbiamo avuto modo di fare escursioni in catamarano alle isolette di Sister Island e Coco Island oltre che alla caratteristica isola de La Digue, dove si circola in bicicletta. Abbiamo anche affittato una macchina per una giornata con la quale abbiamo fatto il giro completo di Praslin, andando pure a fare il bagno ad Anse Lazio: un posto decisamente bellissimo.
Siamo dunque partiti lunedi 3 marzo da Fiumicino con il volo diretto dell’Air Seychelles e siamo arrivati all’aeroporto di Mahè la mattina dopo; ci siamo lasciati alle spalle l’inverno e in loco abbiamo trovato sole e caldo: ciò ci ha abbastanza tranquillizzato perchè un dubbio che avevamo riguardava il periodo scelto per il viaggio. Marzo è infatti ancora nella stagione umida: la buona stagione inizia solamente ad aprile. Ma a parte qualche nuvolone, il tempo sembrava buono e tale si sarebbe mantenuto, più o meno, per tutta la settimana. Svolte le formalità doganali, siamo stati accolti dal tizio del tour operator e ci siamo diretti verso il terminal dei voli domestici, destinazione Praslin,la seconda isola per dimensioni delle Seychelles famosa, oltre che per le sue spiagge, anche per la Vallèe de Mai, il parco nazionale dove sono protette numerosissime specie di alberi, fra cui il celebre Coco de Mer, il simbolo delle Seychelles (perfino il timbro del passaporto ricalca la sua forma). Qui avremmo trascorso l’intera vacanza, con varie escursioni alle isolette vicine.
Dopo un volo di circa 15 minuti su uno strano aereo simile ad un autobus con le ali da 30 posti siamo atterrati sulla pista di Praslin, dove abbiamo trovato un tempo migliore che a Mahè: meno nuvole e una piacevole temperatura, calda ma sopportabile. In breve, un pulmino ci ha portato dalla parte opposta dell’isola, dove si trovava il nostro resort. Dopo il necessario riposo abbiamo cominciato ad apprezzare maggiormente il posto: siamo andati a bordo piscina per pranzare (c’era il grill e anche il bar a pelo d’acqua) e abbiamo visto il recinto dove una serie di tartarughe giganti, vera attrattiva dell’isola, stazionavano. Qui alle Seychelles vivono le tartarughe più grandi del mondo, sia marine che terrestri: quelle terrestri avremmo avuto modo di vederle nei giorni seguenti molto spesso, nel recinto, anche mentre,davanti a tutti e senza alcuna vergogna, si accoppiavamo rumorosamente. Il resort ogni giorno organizzava qualcosa di diverso, specialmente gite in barca: il primo giorno siamo partiti alle 16,30 per un breve giro in catamarano per fare un bagno alla vicina Anse Lazio (incredibile, si chiama proprio così…) e ammirare il tramonto, che lì è più o meno sempre alle 18,30, tutto l’anno. Il mare era ancora un pò mosso ma il vento umido, simile al nostro scirocco, sembrava che si stesse calmando, facendoci ben sperare per il giorno dopo.
La cena veniva servita in un bellissimo ristorante posto su un molo che si protendeva nel mare (naturalmente coperto…) e ogni sera prevedeva un menù diverso. Dopo cena ci fermavamo al bar per prendere un cocktail e sentire un pò di musica dal vivo, talvolta con il capo cameriere che si metteva a cantare…
Il secondo giorno, ancora scossi dal fuso, ci siamo alzati presto per fare la gita prevista in catamarano alle isole Coco e Sister, a poca distanza da Praslin: il sole picchiava fortissimo e ci siamo dovuti mettere le creme protettive più potenti, ancorchè, però, insufficienti. Il catamarano ci ha preso direttamente in albergo e ha puntato subito verso sud est dopo aver doppiato il piccolo promontorio che chiudeva la nostra baia. Ci siamo ancorati dopo circa 45 minuti di navigazione vicino a Coco Island, un posto bellissimo di granito liscio e rosa, spiagge bianchissime, mare turchese e palme varie. Qui armati di maschera, pinne e boccaglio abbiamo raggiunto la riva non senza ammirare i pesci e i coralli sotto al mare. Un posto decisamente fantastico, anche per noi che non siamo fissati per il mare…
Caratteristica delle Seychelles è appunto il granito levigato e rosa che fa da contrasto alla spiaggia bianchissima. Siamo rimasti qui per circa un’oretta, poi siamo stati richiamati sul catamarano per proseguire verso Sister Island, dove avremmo pranzato.
Appena sbarcati abbiamo pranzato sotto una tettoia, quasi in riva al mare, fra le palme. Pollo, pesce e altre cose alla brace non sono mancate, dopodichè siamo stati indirizzati verso un tipo (europeo) che si è rivelato essere il proprietario dell’isola il quale era lì per riscuotere il “pedaggio” di modesti 25 euro a testa per aver messo piede sulla sua isola: il classico esempio di chi ha capito tutto della vita… Dopo aver pagato il balzello ci siamo incamminati verso la spiaggia dall’altra parte dell’isola, e sul breve sentiero nel verde abbiamo incontrato una tartaruga che si è fatta accarezzare:; sembrava di toccare un portafogli ambulante.
Sister Island è il classico paradiso terrestre…In più il tempo ottimo ha contribuito a farci apprezzare ancora di più il posto: considerata la stagione, abbiamo avuto una grande fortuna.
Il giorno seguente abbiamo affittato una macchina: per 100 euro complessivi ci hanno dato una specie di suv sul quale in sei eravamo un pò stretti ma su cui ci siamo adattati viste le brevi distanze. Abbiamo coì percorso a ritroso tutta la strada verso l’aeroporto e siamo arrivati ad Anse Kerlan, all’estremo nord-ovest, dove la strada finiva. Qui abbiamo fatto una breve sosta sulla spiaggia, rendendoci conto di come a mezzogiorno le ombre fossero assenti, con il sole proprio allo zenit. Il tempo non era splendido ma ci potevamo accontentare. Fra l’altro, non c’era molta gente in giro per la verità…
Nel corso di questo giro in macchina abbiamo potuto conoscere un pò meglio l’isola. Ci siamo resi conto, con mia sorpresa, di come la gente locale, perlomeno quella che ci è capitato di incontrare, non si sia rivelata eccessivamente simpatica e socievole, e che anzi si tratti di un posto estremamente turisticizzato dove i residenti appaiono molto smaliziati e pronti a tirare le fregature ai turisti. Insomma, perlomeno in confronto con altri posti similari, da questo punto di vista è stata un pò una delusione…
Abbiamo poi percorso tutta la strada costiera, fermandoci a fare il bagno ad Anse Bois de Rose, un posto tranquillissimo e bellissimo. L’acqua del mare era spaventosamente calda, e il sole era un’arma impropria, che ci ha costretto a stare all’ombra per non ustionarci gravemente. Le strade sono strette e possono arrivare ad avere delle pendenze elevatissime…Unito al fatto che la guida è a sinistra, ciò mi ha ricordato parecchio l’Irlanda. Ma lo spirito d’oltremanica si ferma qui: per il resto qui l’influenza francese è di gran lunga prevalente, nonostante le Seychelles facciano parte del Commonwealth, dopo 140 anni di dominazione inglese. A pranzo ci siamo fermati in un ristorantino all’aperto poco prima di Anse Volbert, dove abbiamo mangiato cucina creola, in cui la cipolla spadroneggia indisturbata, e abbiamo assaggiato la birra locale…
A fine giornata abbiamo raggiunto Anse Lazio, la spiaggia più a nord dell’isola, dove ci sono cartelli che testimoniano come qui lo tsunami del 2004 abbia fatto parecchi danni che adesso sono in fase di riparazione. Il posto è bellissimo e la luce del tramonto gli ha conferito ancora maggiore fascino. Il giorno successivo siamo andati in gita alla Digue, la quarta isola delle Seychelles: il mezzo di trasporto più utilizzato qui è la bicicletta: appena sbarcati abbiamo trovato i nostri mezzi con cui ci siamo diretti subito verso la Grande Anse, la spiaggia dalla parte opposta dell’isola, visto che sulla costa ovest la marea era ancora troppo bassa. Faceva molto caldo ma lo sforzo è stato tutto sommato sopportabile…
Grande Anse è una spiaggia enorme, dove abbiamo trovato, al solito, il sole a picco, senza barriera corallina e con enormi cavalloni con cui ci siamo divertiti moltissimo: lì nei pressi c’era anche un unico ristorantino dove abbiamo pranzato e dove abbiamo assaggiato il latte di cocco direttamente nel frutto.
Andare in bicicletta su questa isola è stato estremamente piacevole e, a parte una piccola salita da Grande Anse per tornare indietro, neanche troppo faticoso.
Nel pomeriggio abbiamo visitato Anse Source d’Argent, una delle spiagge più rinomate dell’isola sulla costa occidentale, con Praslin sullo sfondo, cui si accede attraverso un parco naturale di cui si pagano 4 euro per l’ingresso. Il posto è valido, sempre con la spiaggia bianchissima e le rocce levigate. Non c’era per la verità molto da vedere con maschera e boccaglio, tuttavia il posto meritava ugualmente la visita per il paesaggio.
E così siamo arrivati alla fine della settimana: forse un periodo troppo breve per una vacanza ma tuttavia sufficiente a farsi una prima idea di questo paradiso tropicale che oltre al mare spettacolare, possiede anche degli stupendi panorami e una natura davvero sorprendente, che si può godere in tutto il suo splendore nella bellissima passeggiata nel parco nazionale della Vallee de mai, a Praslin con le sue palme e soprattutto il coco de mer. Oltre alla classica modalità “resort”, il viaggio alle Seychelles può essere organizzato anche in modo indipendente: si può prenotare il volo diretto Roma-Mahè con Air Seychelles (a marzo costa circa 1000 euro, andata/ritorno) e poi prenotare una delle numerosissime guesthouse che ci sono sia su Praslin che su Mahè, a partire da 60 euro a stanza colazione compresa (basta cercare su internet). Certo, bisogna scegliere bene che tipo di vacanza venire a fare qui…I resort possono essere favolosi, anche se, appunto, sono favolosi anche i prezzi. Le Seychelles inoltre sono relativamente care e bisogna tenere presente che ormai i turisti sono quasi obbligati a pagare in euro (o in dollari) e i prezzi sono paragonabili a quelli europei. (il racconto completo con le fotografie su www.Decano.It)