Seychelles, belle, ma non sono il paradiso

Per mesi ci siamo documentati, sfogliato riviste viaggi, e letto decine di commenti pubblicati sul vostro bellissimo sito, e la conclusione è stata: “ quest’anno partiamo per le Seychelles”. Il periodo è agosto, e le settimane sono due quelle centrali dal 10 al 26. Con l’aeromobile 332 della compagnia Qatar partiamo da Malpensa, sono le...
Scritto da: bilo
seychelles, belle, ma non sono il paradiso
Partenza il: 10/08/2007
Ritorno il: 26/08/2007
Viaggiatori: fino a 6
Per mesi ci siamo documentati, sfogliato riviste viaggi, e letto decine di commenti pubblicati sul vostro bellissimo sito, e la conclusione è stata: “ quest’anno partiamo per le Seychelles”. Il periodo è agosto, e le settimane sono due quelle centrali dal 10 al 26. Con l’aeromobile 332 della compagnia Qatar partiamo da Malpensa, sono le ore 23, dopo un volo della durata di quasi 6 ore atterriamo a Doha in Qatar, sono le 5,40 ora locale (+1 ora rispetto l’Italia). Ripartiamo alle 8,30 per Mahe, con un aereo più piccolo rispetto al precedente, atterriamo sull’isola alle 13,15 locale (+1 ora rispetto Doha). Il tempo di recuperare le valigie e alle 15,30 con un volo interno della Air Seychelles un bimotore ad elica, di quelli da una quindicina di posti, arriviamo dopo 15 minuti sull’isola di Praslin. L’Hotel prenotato è L’Indian Ocean Lodge. L’albergo, costruito a ridosso della spiaggia di Grand Anse, è sicuramente uno dei migliori del livello medio-alto, ha una piccola piscina, il cibo è buono, le stanze sono pulite e provviste di cassetta sicurezza, bollitore per il te, frigobar, aria condizionata, e teli mare. La cortesia dei gestori e delle persone che lavorano nella struttura sono sicuramente una nota positiva, mentre, unico neo, la spiaggia e il mare che in questo periodo a causa dei monsoni è torbido, mosso e pieno di alghe. Inoltre, guardando il mare a sinistra dell’Hotel ad una quarantina di metri, scorre in un canale acqua abbastanza puzzolente che durante l’alta marea si mischia con l’acqua del mare. Tramite l’addetta del tour operator locale (Mason’s Travel), acquistiamo un paio di schede telefoniche con ricarica di 50 rps cad. Che paghiamo facendo il primo cambio ufficiale alla reception dell’hotel (1 euro pari a 8,20 rps). E’ questo l’ultimo cambio che faremo ufficiale dopo di ché per tutta la vacanza cambieremo a 13. Con un credito di 50 rps equivalenti a poco meno di 4 euro è possibile telefonare in Italia anche quattro volte con un tempo pari a circa un paio di minuti a telefonata. In albergo, le cene e le colazioni sono ottime, unica nota non positiva per i clienti il non avere, almeno al ristorante, le bevande incluse. Acqua o birra non c’è differenza costano lo stesso prezzo, 4 euro.

A Praslin soggiorniamo dal giorno d’arrivo sabato 11 al 18 agosto, e durante la nostra permanenza visiteremo i seguenti luoghi: Anse Volbert (Còte d’or) – con un pulmino del tour operator, dal nostro hotel, raggiungiamo Volbert in una ventina di minuti. La spiaggia è lunga un paio di chilometri, il mare azzurro cristallino è calmo dal fondale basso ideale per bambini, di fronte l’isola Curieuse rinomata per le tartarughe, St. Pierre ideale per lo snorkeling e Cousin santuario degli uccelli. Verso le 14 la marea inizia a salire fino a mangiarsi quasi tutta la spiaggia. A proposito di mangiare, per un pasto veloce proviamo anche noi l’ormai famosissimo per nomination, “gelateria da Luca”, dove, effettivamente, le coppe di gelato che prepara sono buone e anche un piatto di pasta o la pizza sono discreti. (2 coppe + acqua) sono circa 120 rps (meno di 10 euro), e lo stesso si spende per (1 pizza 1 toast + acqua).

Anse Lazio – raggiungiamo Anse Lazio usando il bus locale, il costo del biglietto è di 3 rps, è l’unica cosa che alle Seychelles costerà poco. Partendo sempre dal nostro hotel, dobbiamo percorrere quasi tutta l’isola per raggiungere la spiaggia, circa 50 minuti fino a raggiungere il capolinea e poi a piedi per circa 1 km.

I primi 400 metri sono in salita, un cartello indica del 10% e forse è qualcosa in più, i restanti sono in discesa fino a raggiungere il mare. La spiaggia è bellissima, il mare altrettanto, la marea è bassa e tenderà a salire nel pomeriggio fino a ridosso delle palme che danno un importante riparo dal sole nelle ore calde della giornata. I ristoranti sulla spiaggia sono due, il Bon Bon e il Chevallier. Noi abbiamo pranzato un paio di volte in quest’ultimo, è meno caro con una varietà maggiore di piatti, (2 hamburger, 1 insalata mista, 1 sandwich, 2 bott.Acqua) costano 423 rps (8 euro a testa). Per il bus del ritorno fate attenzione agli orari, l’ultimo, che parte sempre da dove vi ha lasciati al mattino, è alle 17,30 circa e quindi consigliabile essere puntuali. Al ritorno decidiamo di scendere alla fermata precedente al nostro albergo per acquistare in un piccolo market delle bibite e bottiglie d’acqua da tenere nel frigorifero della stanza, (acqua 10 rps, coka 5 rps), un bel risparmio.

Il giorno seguente ritorniamo ad Anse Lazio, in quanto a parer nostro, è la spiaggia più bella dell’isola di Praslin, e poi perché l’agenzia ci aveva offerto nel pacchetto un buono per un tragitto con pulmino dell’agenzia e pranzo al sacco. La giornata si presenta migliore della precedente, i colori sono più accesi e il mare più tranquillo. Percorriamo la spiaggia verso sinistra guardando il mare e dopo terza piccola spiaggia, aggirando i massi, vediamo un sentiero che si inerpica verso la punta del promontorio. Camminiamo in salita fino a raggiungere una casa al cui proprietario chiediamo dove porti il sentiero che stiamo percorrendo da ormai 20 minuti circa, “ancora un’ora di cammino e sarete alla spiaggia di Anse Georgette” è la risposta. Ritorniamo sui nostri passi consapevoli che se non dovessimo avere l’invito per visitare la spiaggia dal Lemuria Resort, riproveremo da qui.

E’ ormai sera e decidiamo di ritornare in albergo, sul pulmino una coppia ci descrive il loro alloggio presso “Il Colibrì”, situato dopo il Jetty (porticciolo), nella baia di St. Anne. “L’acqua della doccia è scarsa e fredda, da giorni il boiler è rotto, il cibo alla sera è scarso, abbiamo una bella vista ma il luogo è infelice da raggiungere”.

Anse Georgette – Dopo aver insistito un pò (nel mese di agosto l’hotel è pieno e ci sono molte richieste), riusciamo a farci inserire nella lista dei visitatori del Lemuria Resort, un hotel a cinque stelle, il più bello dell’isola. Da questo albergo si può, dopo un percorso che attraversa il campo da golf, arrivare ad Anse Georgette. L’ansa è molto bella e merita la gita assolutamente ma purtroppo per noi la giornata non è stata delle migliori e i colori azzurri ed intensi del mare sono rimasti sbiaditi. Unico avviso portatevi da bere e mangiare se dovete passare tutta la giornata, perché sulla spiaggia e nelle vicinanze non ci sono punti ristoro.

Vallee de Mai – Decidiamo di percorrere i sentieri della Vallee de Mai senza l’ausilio di guide, il solo costo del biglietto 15 euro a testa, ci basta e avanza per un luogo bello, curioso, interessante ma nulla più. Inoltre un minimo di descrizione delle varie piante è scritta in inglese francese e in italiano, su cartelli posti sul percorso. Qui oltre al Pandano, al Dillenia, al Latannyen, si trova il famoso Coco de Mer femmina e maschio. A metà percorso un violento acquazzone, che dura una decina di minuti, non ci impedisce di continuare il cammino, e di gustare quello che rimane di una delle più lussureggianti foreste preistoriche. Questa escursione viene offerta dagli albeghi a circa 50 euro. Per noi sono soldi sprecati.

Isola Curieuse – Con il solito bus, ormai siamo diventati pendolari, ci dirigiamo ad Anse Volbert. Nella guest house di Rose Mary, (in fondo alla via proseguendo dopo la gelateria da Luca), vive un ragazzo che parla discretamente l’italiano, e che con la sua barchetta di legno per 15 euro a testa ci propone di trasportarci sull’isola delle tartarughe, e di venirci a prendere all’ora stabilita. Il tragitto dura 10/15 minuti, il mare è molto mosso durante il tragitto, ma se non siete fifoni e con un buon giubbetto di salvataggio, è anche divertente… O quasi. All’arrivo il personale dell’isola vi farà pagare una tassa di 10 euro a testa e vi seguirà per una quindicina di minuti parlandovi delle tartarughe. Foto di rito alle simpatiche tartarughe e poi via attraverso un percorso lungo 1,7 km. Verso l’Anse di St Josè. Camminando sopra a passerelle e attraversando distese di mangrovie, si arriva dopo circa 30 minuti alla Doctor’s House che non è il celebre telefilm ma la casa del dottore che arrivò su quest’isola nel 1873. Oggi la casa è diventata un piccolo museo di storia e di spiritualità. La spiaggia è abbastanza bella e ampia il mare mosso e il fondale alto fin da subito. La Mason’s Travel organizza questa escursione associandola anche all’isola di Cousin, e alla St Pierre per fare snorkeling, pranzo incluso, per una cifra che si aggira sui 105 euro a testa. “Fate voi.” Il tempo sull’isola di Praslin è terminato ci dirigiamo al Jetty dove parte il traghetto simile ad un grosso catamarano, che ci porterà a La Digue. Dopo un viaggio piuttosto veloce di soli 15 minuti attracchiamo al porto di La Digue. Qui saliamo sul più classico e vecchio mezzo di trasporto, un carro trainato da un bue sofferente e alquanto mal ridotto. Un “rasta” con cappello Jamaicano, impartisce ordini al bue che ci conduce al nostro hotel. L’Hotel prenotato è il Chateau St. Claude, è molto carino e le case che accolgono le stanze, il bagno e in alcuni casi anche un angolo cucina, sono dislocate nella zona piscina e su un pendio rigoglioso di vegetazione. Le stanze sono abbastanza pulite e provviste (non in tutte) di cassetta sicurezza, bollitore per il te, frigorifero, aria condizionata, non sono compresi teli mare. Vi è anche un internet point, 4 euro ogni 15 minuti. L’albergo è situato nella parte interna dell’isola in zona strategica in quanto perno dei principali crocevia. Nota dolente è la cucina, ripetitiva, per chi rimane una settimana e con poca scelta, inoltre, la cortesia e la gentilezza riscontrata nella signora simpaticissima che gestisce l’hotel, non fa scopa con la maleducazione delle dipendenti che servono ai tavoli, e al bar.

A La Digue soggiorniamo dal giorno d’arrivo domenica 19 al 25 agosto giorno di partenza, e durante la nostra permanenza visiteremo i seguenti luoghi: Source d’Argent – Con la bike, noleggiata in albergo, dopo un tragitto breve, entriamo all’Union Estate non prima di aver pagato il biglietto d’ingresso (4 euro a testa). Seguendo il percorso si passa a fianco di un vecchio cimitero da film dell’orrore, e una specie di falegnameria, carpenteria dove al suo interno si trova una barca arrugginita, la Sea Pirate e un vecchia sega a nastro italiana con una targa che ne ricorda il nome dell’autore un certo Ing. Montatoci e l’indirizzo viale Zara Milano. Arrivati in prossimità della spiaggia si trova un ristorantino, il Lanbousir (ottime le insalate di pollo). Parcheggiamo la bike e percorriamo l’unico sentiero che conduce al mare. La spiaggia è molto diversa da quelle gia viste, è stretta, accogliente, interrotta dai massi rosei che fanno da sfondo per le foto dei turisti, immersi in un mare verde smeraldo. Anse La Reunion, Anse Union – Da vedere anche questa spiaggia situata tra Anse Reunion e Source d’Argent. E’ tra l’altro il passaggio, via mare, che permette di raggiungere la spiaggia di Source d’Argent senza passare dai cancelli dell’Union Estate risparmiando i 4 euro cad.

Grand Anse, Petit Anse e Anse Cocos – Un paio di salite, che per chi non è mai andato in bici tolgono il fiato e poi via in discesa verso Grand Anse. Sulla destra il Loutier Coco, un locale caratteristico che offre di domenica su prenotazione l’aragosta a 200 rps., poco più avanti a sinistra un cartello, ben evidenziato, informa che le correnti sono molto pericolose in questo tratto di mare, qui non è consentito fare il bagno, e chi lo fa è a suo rischio e pericolo. Senza volersi vantare siamo degli ottimi nuotatori e le correnti, vi assicuriamo, sono molte, brutte e pericolose effettivamente ed il fondale è pieno di secche e massi di corallo affioranti. Proseguendo a piedi, alla sinistra del grosso albero, un sentiero porta alla Petit Anse e poi prosegue fino a raggiungere Anse Cocos. La camminata dura in tutto una trentina di minuti, anche meno se non ci si ferma a fare fotografie. Tratti in salita si alternano a tratti in discesa, passando attraverso un campo, e poi ancora su e giù fino a raggiungere Anse Cocos. Qui, nonostante il mare non sia calmo, è possibile immergersi in acqua con l’accortezza di calzare delle scarpette da mare, in quanto il fondale presenta parecchi detriti di corallo e di roccia. Nell’angolo a sinistra della spiaggia, guardando il mare, un gruppo di massi racchiude una “pozza” d’acqua calma ma purtroppo con qualche alga di troppo.

Da Anse Severe ad Anse Banane – La giornata non promette niente di buono, si alternano schiarite a brevi pioggerelle. Sempre con le fedeli bike, raggiungiamo Anse Severe, passiamo Anse Patates, scendiamo verso Anse Grosse fino ad arrivare ad Anse Banane. Il percorso che si snoda lungo la costa, non è come abbiamo letto in alcuni racconti difficoltoso, non ci sono gran premi della montagna, ma solo qualche saliscendi. Lungo la strada, a volte sterrata e a volte compattata di cemento vi sono diversi alberghi e guest house, il più rinomato è il Patatran hotel. Ad anse Banana, in prossimità di un paio di panchine bianche, c’è una casa che vende conchiglie giganti. Qui è possibile acquistare anche delle bibite fresche. Più avanti la strada termina, noi lasciate le bici abbiamo provato a risalire la roccia per cercare un sentiero che portasse ad Anse Caiman, ma purtroppo abbiamo dovuto lasciar perdere, la fitta vegetazione ci impediva di proseguire. Il mare e le spiagge, citate durante il percorso, a nostro avviso non sono degne di nota.

Ristoranti di La Digue – Oltre a quelli già elencati noi abbiamo pranzato al: Ristorante da Gregory, ottima pizza e pasta per chi è stanco della cucina creola, prezzo, considerando sempre il cambio a 13, per (2 pizze, 1 pasta, 1 insalata di polipo e 4 birre), circa 5 euro a testa. Ristorante Zerof, ottimo, (2 filetti pesce, 1 pesce alla griglia, 1 insalata di pollo, piattone di riso con salse, 6 birre e 2 gelati) per un totale di 425 rps , poco più di 8 euro a testa. La tizia che serve ai tavoli parla correttamente l’italiano, è stata per diverso tempo a Milano e in Puglia. Ta Rosa, più bar che ristorante, è vicino al porto, sufficiente per un toast veloce o piatto di patatine.

In conclusione – Premesso che ognuno di noi ha i propri gusti e che quindi ciò che vede lo giudica con la propria testa; che agosto non è il periodo più indicato per visitare le Seychelles, meglio tra febbraio/aprile; e soprattutto avendo un termine di paragone con altri paesi e luoghi di vacanza visitati nei vari continenti, è sentimento comune di noi che siamo tornati da poco, ritenere le Seychelles un luogo sicuramente da visitare, bellissimo in alcune zone meno in altre, ma che non giustifica il prezzo da pagare.

Simona,Monica,Ivo,Fabio

fabio.Gritti@alice.It



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