Seychelle fai-da-te con 5 bambini: diario di un viaggio fantozziano
1° giorno Mahe:
Prendiamo l’aereo da Malpensa a Mahe, compagnia Airseychelles, avevamo prenotato a marzo. Partiamo alle 22.00 (e l’aereo è tutto sommato puntuale), viaggiamo come sempre scomodi in classe turistica, ma il personale è molto presente, assolutamente intransigente sul rispetto del regolamento e decisamente efficiente.
Arriviamo a Mahe, ritiriamo i bagagli, cambiamo qualche euro in rupie e contrattiamo due taxi che ci portano a Beau Vallon per 400 rupie (24€ circa a famiglia).
A Beau Vallon alloggiamo al Pti Payot, consigliato dalla Lonely Planet. Il primo impatto non è molto positivo: il gestore è logorroico, non ha un’idea precisa di dove e come sistemarci, la struttura, seppure suggestiva (4 ville divise in appartamenti con terrazza), sembra in stato di abbandono. I materassi sono indecenti, specialmente quelli dei lettini, il lettino da campeggio ci viene consegnato chiuso e senza lenzuola, la cassetta di sicurezza è rotta, il bidet intasato, manca l’acqua calda e abbiamo il forte sospetto che gli asciugamani non siano stati lavati. In più le varie villette e l’accesso al mare sono raggiungibili tramite scale alte e ripide, senza corrimano: un incubo coi bambini!
Vicino alla struttura non ci sono market né ristoranti, i primi si trovano a circa 800 metri, ma la strada è trafficata e senza marciapiede (dal Pti Payot bisogna attraversarla per raggiungere il mare), e dopo il tramonto non si vede assolutamente nulla, non c’è illuminazione stradale.
La spiaggia di Beau vallon è bella, con sabbia bianca e fine, mare azzurro,ci sono gli alberi takamaka sulla spiaggia, che garantiscono ombra naturale fresca tutto il giorno. Quando ci siamo stati noi c’era una fortissima risacca, che rendeva un po’ pericoloso fare il bagno. Non c’è barriera corallina, non abbiamo visto pesci.
2° giorno Beau Vallon:
Furto!!! Un ladro ha rubato telecamera, cellulare, orologio e parecchio denaro, dall’appartamento di mia cognata. Era quasi tutto in un marsupio, dentro il quale c’erano anche passaporti e carte di credito, che però ritroviamo quasi subito facendo una rapida ricognizione nel giardinetto dietro casa. Il ladro non è entrato in casa, ha usato un bastone di legno che ha intrufolato tra le sbarre delle inferriate alle finestre e con quello ha “pescato” telecamera e marsupio. E’ venuta la polizia che ha redatto il verbale.
Oggi non è proprio giornata, mentre gli uomini espletano le procedure necessarie alla denuncia alla polizia, noi andiamo in spiaggia coi bimbi, ci mettiamo sotto un comodissimo albero di Takamaka, che fa da ombrellone e i bimbi si mettono a giocare sulla spiaggia, dove ci sono dei simpaticissimi granchi che scappano appena ci si avvicina. Purtroppo in mare ci sono anche tante alghe e fa molto caldo, in più ci sono scogli che attraggono i bimbi più grandi. Risultato 2 feriti sugli scogli, un ferito che si è tagliato la mano con un bambù arenato sulla spiaggia.
E’ passata ampiamente l’ora di pranzo, tornati gli uomini cerchiamo di procacciarci del cibo, ma le spedizioni in cerca di una pizza o di un market aperto per dei panini sono vane: è domenica ed è tutto chiuso, i ristoranti riaprono alle 18.30 (quando però è buio pesto), il market funziona, ma si fanno acquisti solo attraverso una finestrella tra le inferriate dell’ingresso, vendono in queste condizioni perché ci sono troppi ubriachi in giro, così ci spiegano.
Mentre siamo in spiaggia, pensiamo a cosa fare e distribuiamo biscotti e banane trovate al market, arriva un acquazzone tropicale che ci costringe a correre in casa. E, sorpresa! Non c’è acqua in casa di mia cognata. Per miracolo l’acqua c’è da noi e così tutti a far la doccia a casa nostra. Nel frattempo a causa delle scale ripide, alte e senza corrimano, ci sono tutta una serie di incidenti ai bambini, con vari feriti, tutti superficialmente, per fortuna.
Prepariamo spaghetti e tortellini (che ci eravamo portati dall’Italia), per tutti e stremati e un po’ scoraggiati, andiamo a letto.
3°giorno Victoria
Stamattina sveglia con comodo, colazione e si parte per Victoria, la capitale più piccola del mondo! Prendiamo il bus locale (la fermata è piuttosto lontana dal Pti Payot, sarà ad un chilometro circa), che per 20 rupie (poco più di un euro), in 9, ci porta, in 15 minuti circa, in città.
Piccola e caotica è una città vivace e simpatica. Cerchiamo un’agenzia viaggi per prenotare il Cat Cocos per domani, la troviamo alla rotonda del mini Big Ben (principale attrazione della capitale). Prenotiamo l’andata per Praslin a 260€ con posto al chiuso, poi pranziamo in un ristorante a 200 metri da lì alla esorbitante cifra di 2900rps (129€). Preleviamo senza problemi con il postamat, in rupie ovviamente, prenotiamo il taxi per l’indomani a 300rps (17€ circa) e prendiamo il bus per tornare a Beau Vallon. Ma è l’ora di punta e il bus è pieno, quindi ci sediamo vicino all’entrata coi bimbi in braccio e facciamo un viaggio esilarante che costringe mio marito a scendere ad ogni fermata con tutto il passeggino per far salire e scendere le persone.
Arrivati, ovviamente piuttosto stanchi, ci tuffiamo in mare e ci godiamo il tramonto. Cena con soliti spaghetti e sugo pronto, poi ricerca affannosa del proprietario per pagare la locazione, ma a vuoto: non risponde al campanello né al telefono.
4°giorno Praslin-Anse Possession:
Comodamente in taxi ci rechiamo al porto, dopo aver ampiamente rimproverato il gestore del Pty Payot per l’assenza, l’incompetenza e la sventurata gestione della struttura.
Mangiamo brioches e pizza comprate in un ufficio del porto che sul retro ha cibo e bevande in vendita, facciamo il check-in, vediamo la “Bella Serafina”, barcone in legno per trasporto merci che impiega ben 5 ore per fare la tratta Mahe-La Digue e che, se ha posto, prende su i turisti per poche rupie, e poi ci imbarchiamo sul Cat Cocos. E’ un catamarano veloce, molto elegante e comodo, ma… Appena iniziato il viaggio sembra di essere sulle montagne russe, il catamarano viene sbattuto tra onde altissime, con salti continui di diversi metri, vuoti d’aria, virate improvvise per evitare le onde, appunto. Il risultato è un disastro: vomitano tutti. Senza esagerare, avrà vomitato almeno il 60% delle persone a bordo, le hostess passavano a cambiare i sacchettini pieni e sostituirli con quello vuoti, un viaggio allucinante.
Arrivati al porto ci riprendiamo appena e saltiamo su un taxi che per 300rps (praticamente la tariffa standard per andare ovunque), ci porta ad Anse Possession, al Seaview Lodge e finalmente tiriamo un sospiro di sollievo: è una sistemazione davvero molto bella. La nostra casa (la “Apple”) è accogliente, comoda, vicinissima al mare, ha 2 camere da letto, ampie e con bagni privati, cucina attrezzata, sala, un altro bagnetto, veranda e giardino, climatizzate e con ventilatore a pale. Ci danno il benvenuto con i cocchi pronti da bere! Un altro pianeta rispetto al Pti Payot!
Sistemiamo i bagagli e poi il proprietario ci accompagna in auto a fare la spesa ad Anse Volbert, in quanto il market non è raggiungibile a piedi perché è a diversi chilometri, però si raggiunge facilmente in bus, infatti nei giorni successivi faremo così. Per 800rps compriamo un sacco di roba. Torniamo a casa, mangiamo e ci rilassiamo un po’. Poi tutti in spiaggia, che è molto bella. A causa della bassa marea però l’acqua è torbida, ma bassa e quindi perfetta per i bimbi.
Ma il relax non farà parte di questa vacanza. Non facciamo in tempo a stenderci in spiaggia e goderci il primo momento di vera pace che arriva una signora e ci dice: “Buongiorno, avete saputo dello squalo?”! Non ci possiamo credere: ieri uno squalo ha attaccato e ucciso un turista francese di 37 anni a 20 metri dalla spiaggia ad Anse Lazio. Tutte le baie (anche quella in cui siamo, prima non l’avevamo notato), sono pattugliate dall’esercito. Non era mai accaduto prima alle Seychelles.
Un po’ spaventati facciamo avvicinare i bambini alla riva. Torniamo a casa (cioè attraversiamo la strada e siamo già arrivati!), viene Bruno, un parente del proprietario del Pti Payot, e prendiamo accordi per la gita di venerdì a Curieuse Island e Ile st. Pierre: ci porterà tutti con una barca solo per noi 9 e barbeque sulla spiaggia, per 60€ a testa solo gli adulti, i bimbi non pagano. A noi va benissimo, perché avere una barca e una persona che si occupa solo di noi e non dover attenerci agli orari di un gruppo più grande è un vantaggio enorme.
Ceniamo, giochiamo ad Uno e poi arriva un gatto, probabilmente molto affamato, che morde uno dei bimbi piccoli, così, con quest’altro spavento, andiamo a letto.
5° giorno Anse Lazio:
Oggi ricca colazione davanti al mare, poi gli uomini vanno a fare la spesa ad Anse Volbert. Prepariamo i panini per tutti, poi prendiamo il bus (la fermata è vicinissima a casa), e con 3 rps a persona andiamo fino ad Anse Boudin, dove c’è la fermata del bus, e dobbiamo proseguire a piedi. La scarpinata è abbastanza faticosa con salite e discese ripidissime. Incrociamo una pattuglia della polizia che ci ragguaglia sulla situazione squalo: è vietata la balneazione su tutta la spiaggia.
Arriviamo ad Anse Lazio ed è indescrivibile: la spiaggia perfetta. Sabbia bianchissima e finissima, mare turchese di mille sfumature e vegetazione con Takamaka e palme che creano un’ombra costante e fresca: il paradiso!
La spiaggia è presidiata dalla polizia che non fa andare nessuno in acqua: lo squalo è stato avvistato anche oggi. Fare il bagno, seppur sul bagnasciuga, è un po’ inquietante.
Andando a piedi sulla spiaggia verso sinistra, si incontrano 4 o 5 spiaggette, una più bella dell’altra.
Alle 15.30 decidiamo di tornare alla fermata del bus, cerchiamo di prendere un taxi per evitare la faticaccia sotto il sole e coi bimbi stanchi, ma sono troppo cari: 200rps e allora torniamo a piedi. Il percorso è assai più breve di come lo ricordavamo. Alla fermata dell’autobus c’è una piccola gelateria carissima (un gelato 60rps), ma ce lo meritiamo, e quindi ci mettiamo comodi con la nostra coppetta di gelato ad aspettare l’autobus. Tornati a casa (i bus a Praslin passano ogni ora), ci rilassiamo in spiaggia e attendiamo la cena preparata dalla proprietaria (e prenotata il giorno prima), per 20€ ad adulto e 8€ a bambino e che consiste in pesce alla griglia, riso verdure e un pesce che sembra crudo, forse affumicato, pollo e patatine per i bimbi.
Organizziamo la gita per domani e poi a letto.
6°giorno Valle de Mai:
Sveglia presto, colazione, si preparano gli zaini e si aspetta il bus. Nell’attesa cerchiamo di raccogliere dei cocchi dalla palma, senza successo. Passa un rasta (le Seychelles ne sono piene), ce ne raccoglie 4 e ci fa vedere come si fa ad aprirli.
Prendiamo il bus e in 20 minuti siamo alla Valle de Mai, l’ingresso costa 20€ per gli adulti ed è gratis per i bimbi di età inferiore a 12 anni, cioè tutti i nostri.
Facciamo parte del sentiero giallo e parte del rosa (perché hanno, teoricamente, pochi gradini), portiamo anche un passeggino e trasportarlo sarà una faticata mostruosa. La foresta è incantevole.
Stiamo nella foresta circa 3 ore, in cui c’è anche un acquazzone, mio cognato finisce nella ragnatela del ragno gigante del cocco, mia figlia si schianta sull’ultimo gradino prima dell’uscita e si fa male al mento, poi ci fermiamo a riposare al baretto e beviamo dei milk-shake.
Riprendiamo il bus e andiamo ad Anse Volbert e, quando arriviamo, 4 dei 5 bimbi dormono! Riusciamo miracolosamente a scendere dall’autobus senza svegliarne neanche uno e così ci rilassiamo in spiaggia. Ho detto rilassiamo? No: arriva un acquazzone che ci costringe a raccogliere tutte le nostre cose (figli compresi!) e a rifugiarci sotto la pensilina dell’autobus finchè non passa.
Torniamo in spiaggia e io e mio marito andiamo a fare la spesa.
Ceniamo al ristorante “La Goulese” dove per 16 euro a testa mangiamo bene e abbondantemente. Poi in taxi (12€), torniamo a casa.
7° giorno Curieuse Island:
Stamattina sveglia presto e si parte per Curieuse, piove e il mare è mosso. Il tragitto dura pochi minuti e arriviamo in una spiaggia bellissima vicina alla casa dove un dottore nell’800 venne a vivere per curare i lebbrosi isolati qui dalle altre isole dell’arcipelago e inviati qui anche da Mauritius.
Bruno ci da la lieta novella che, a causa del mare mosso, non può venirci a prendere dall’altro lato dell’isola, quindi ci tocca attraversarla 2 volte. Ci sono 3 colline da svalicare ed è piuttosto faticoso e difficile coi bimbi.
Ma l’isola è stupenda: granchi giganti, foreste di mangrovie, panorami mozzafiato e, ovviamente, le tartarughe giganti!!!
Torniamo indietro per il pranzo che consiste in una grigliata di pollo e Jackfish (buonissimo!!!), tutto davvero ottimo. Poi un’ora e mezza di relax in spiaggia e di nuovo in barca per un po’ di snorkeling vicino a casa, visto che il mare è troppo mosso e Ile st Pierre non è praticabile. Anche immergersi è un po’ inquietante per via dello squalo, mio cognato fa giusto in tempo a tagliarsi un piede sui coralli e trafiggersi l’altro con un riccio, e poi torniamo a casa.
Decidiamo di passare il pomeriggio in relax sulla spiaggetta di fronte a casa, ma, dicevamo che rilassarsi è impossibile: alla fine mia cognata vola giù dal muretto con il bimbo più piccolo in braccio e a quel punto decidiamo che è meglio se rientriamo in casa!
Prepariamo la cena , poi arriva un rasta che ci vende della frutta tropicale non matura a prezzi esorbitanti.
Passiamo la sera a rimuovere le spine dal piede di mio cognato e giocare a mercante in fiera e poi a letto, io sono decisamente molto arrabbiata perché volevamo andare ad Anse Georgette e il proprietario del Seaview ci aveva detto che non ci sarebbero stati problemi a prenotare il giorno prima, invece quando chiama non c’è più posto (scopriamo adesso che i posti sono limitati), e quindi non vedremo questa spiaggia che tutti dicono bellissima.
8° giorno Anse Volbert
Stamattina ci alziamo con molta calma, facciamo colazione e poi prendiamo il bus e andiamo in aeroporto per prenotare il volo Praslin-Mahe (mai più in Cat Cocos!!), e meno male che ci andiamo perché c’è posto solo su un volo in tutta la giornata (d’altra parte siamo in 9 e l’aereo è da 20 posti…), il costo è di 83€ per adulto e 52€ a bambino, a parte l’infant. Prenotiamo anche il battello Praslin-La Digue e quello del ritorno La Digue-Praslin.
Vorremmo pranzare in aeroporto, ma c’è un ricevimento di nozze (!) e non possiamo.
Prendiamo il bus e andiamo ad Anse Volbert, pranziamo nell’ultima pizzeria in fondo alla strada, proprio sul mare, posto bello, ma pizza oscena e pietanze appena sufficienti, ad un buon prezzo: 93€ in 9.
Poi in spiaggia che è molto bella, ma letteralmente infestata dalle alghe e con mare torbido.
Facciamo un po’ di spesa, poi andiamo verso la fermata dell’autobus e di fianco alla strada vediamo centinaia di granchi rossi!!!
Riusciamo a prendere l’ultimo bus del giorno che ci riporta a casa, prepariamo i bagagli, ceniamo, solita partita a mercante in fiera e poi a letto. Tranquilli? No! Prima c’è un altro colpo di scena: il chiavistello della porta sul retro è rotto! E noi siamo un po’ scottati dal furto subito a Mahe. Mettiamo l’estintore davanti alla porta e tentiamo di dormire tranquilli…
9° giorno La Digue- Anse la Reunion:
Stamattina sveglia all’alba e partenza col taxi per il porto di Praslin, prendiamo i biglietti per il catamarano (15€), il mare è molto mosso, piove. La traversata è breve ma… intensa, al porto di LA Digue ci attende un camioncino aperto che ci porta alla Pension Hibiscus, dove Jeanita, la proprietaria, ci offre una spremuta di frutta fresca.
Ci assegna 3 camere contigue, 2 delle quali comunicanti, con 2 cucine, 3 bagni e 3 verande, pulitissime, arredamento nuovo di zecca, climatizzate (non utilizzeremo il climatizzatore), e con ventilatore a pale.
Le camere non sono pronte visto l’orario, quindi andiamo al La Digue Island Lodge a fare colazione: ci spennano!!
Poi torniamo alle camere, che sono pronte (nel senso che probabilmente hanno appena tolto le impalcature: siamo i primi ad utilizzarle!!!), ma manca l’acqua e il gas. Jeanita ci assicura che in serata sarà tutto risolto.
Andiamo in spiaggia, tra un acquazzone e l’altro, ad Anse La Reunion, poi a mangiare una pizza da Gregorie’s, buona ed economica (35€ a famiglia), poi di nuovo a casa e … l’acqua manca ancora! Incazzatura generare e scuse di Jeanita, partita a mercante in fiera e poi nanna.
10° giorno Anse Severe:
Stamattina colazione con le brioches prese al vicino supermercato, poi arrivano le bici (6€ a persona al giorno), che abbiamo prenotato ieri tramite Jeanita e tutti in sella partiamo per Anse Severe.
Anse Severe è una spiaggia molto bella, ci mettiamo all’ombra di un albero di Takamaka e via coi bagni! Qui si riesce anche a fare snorkeling e nuotiamo con le tartarughe marine! Ci sono tanti pesci enormi e coloratissimi.
Prendiamo il pranzo a La Passe in un take-away e lo mangiamo in spiaggia, poi per il pomeriggio ci spostiamo ad Anse La Reunion per permettere ai più piccolini di fare il bagno in tranquillità.
Prima passiamo dalla gelateria “Da Luca” per il gelato che costa 20rps a pallina, la commessa è scortese e il gelato pessimo.
Al ritorno a casa ci attende il colpo di scena del giorno. Abbiamo l’acqua, ma un po’ troppa: un tubo della doccia si è bucato e la casa è semi allagata! Jeanita è furibonda: in 5 minuti arriva una task-force di operai che in un’oretta ripara tutto.
Solita partita a carte e poi a nanna.
11° giorno Anse Source d’Argent:
Stamattina sveglia con calma, colazione con il Banana Cake fatto da Jeanita e poi si va ad Anse Source d’Argent. L’ingresso costa 100rps ad adulto, i bimbi gratis, ma ogni 2 giorni pagati ce n’è uno gratis. Il parco Union Estate è molto bello con palme altissime, tartarughe giganti, la macina dell’olio di cocco e le piantagioni di vaniglia. La spiaggia in realtà è una serie di tante calette e solo in fondo si apre su una spiaggia ampia incorniciata da enormi massi di granito nero, vegetazione lussureggiante e un mare azzurro e blu. L’effetto mozza il fiato per la bellezza. Alle varie spiagge si accede tramite un sentiero tra la foresta e i massi di granito, incantevole di per se.
A pranzo si va al ristorante Lanbousier, che è proprio sulla sabbia, si mangia bene e si spende davvero poco.
Poi di nuovo in spiaggia tra passeggiate e snorkeling e la sera, ormai al buio, si torna a casa, take-away da Gregorie’s e poi a nanna.
12°giorno Anse Severe:
Stamattina di nuovo in bici (che non sono proprio comodissime e io ho male dappertutto, oggettivamente in giro se ne vedono di più nuove e belle, forse varrebbe la pena fare un giro nei vari noleggi di bici prima di noleggiarle), in rotta verso Anse Severe. La spiaggia col sole e il mare calmo è, se possibile, ancora più bella dell’altra volta. Facciamo snorkeling e ci godiamo proprio questa giornata al mare! A pranzo torniamo a La Passe, in centro, dove mangiamo non particolarmente bene e paghiamo molto. Torniamo in spiaggia e a turno, senza bimbi, facciamo il giro della costa nord in bici: ci sono degli scorci di una bellezza incredibile! Poi c’è un tramonto spettacolare.
A cena facciamo fuori gli ultimi tortellini e poi i bimbi stramazzano dalla stanchezza.
Inizio a stare male, brividi, freddo, nausea. Passo una notte da incubo e al mattino ho 38°C e un mal di testa fotonico.
13°giorno Grande Anse:
Stamattina sveglia con la febbre, spossatezza e mal di testa. Butto giù 2 aspirine e mi pare di star meglio. Prendiamo un taxi e con 100rps andiamo a Grande Anse, una spiaggia davvero magnifica, selvaggia, grandiosa, con bei cavalloni e correnti micidiali che lo scorso anno hanno ucciso 7 persone e l’anno prima 10.
Ci sdraiamo sulla spiaggia a goderci il panorama, ma comincio a sentir freddo mentre gli altri hanno un gran caldo. Mangiano al ristorante sulla spiaggia in cui con 300rps puoi mangiare tutto quello che vuoi, dicono fosse tutto buono, io ho preso un te caldo.
Poi col taxi torniamo a casa, io mi metto a letto e ci resto tutto il pomeriggio, mentre gli altri vanno ad Anse la Reunion.
Quando tornano 2 dei bimbi grandi non stanno bene, hanno febbre e mal di testa, alle 19 sono tutti a letto, mentre io mi sveglio alle 03.00 e sto bene!!!
14°giorno La Passe:
Stamattina il bimbo più grande ha la febbre, resta a casa col papà, noi altri andiamo ad Anse Source d’Argent dove il mare però è mosso e il tempo è brutto, così nel pomeriggio decidiamo di tornare a casa. Poi passeggiata a La Passe, valigie e a nanna.
15°giorno viaggio di ritorno:
È durato in tutto 24 ore: taxi, traghetto, taxi, aereo da 19 posti, aereo intercontinentale, navetta, auto, 3 ore di viaggio in macchina e, finalmente, casa!!! I bambini sono stati bravissimi, noi siamo stanchi morti, ma felici di aver visto un posto così bello e diverso dalla nostra Italia!!!