Settimana a Londra con pancione alla 24 settimana
Mentre già il mio pancione si rendeva evidente, un giorno mi cadde l’occhio sulle offerte Ryanair , volo tasse comprese 10 euro a tratta. Trovo un volo per tre ( io, il mio compagno Andrea e nostro figlio Jaime) da Alghero per Londra A/R per 75 euro totali, compresi i 5 euro a testa per l’utilizzo della carta di credito. Prendo l’occasione...
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Mentre già il mio pancione si rendeva evidente, un giorno mi cadde l’occhio sulle offerte Ryanair , volo tasse comprese 10 euro a tratta. Trovo un volo per tre ( io, il mio compagno Andrea e nostro figlio Jaime) da Alghero per Londra A/R per 75 euro totali, compresi i 5 euro a testa per l’utilizzo della carta di credito. Prendo l’occasione al balzo e l’11/11/2006 partiamo da Cagliari in direzione di Alghero alle h 6 del mattino per essere lì due ore prima della partenza prevista alle 10 e 15 del mattino. Portiamo con noi solo i tre colli previsti di bagaglio a mano, più due zainetti con il necessario per il viaggio, i famosi liquidi nelle mitiche bustine trasparenti fornite all’aereoporto. Parcheggiata la macchina nel parcheggio più economico ( 28 per otto giorni), passati i vari controlli prima di salire in aereo, comprati per 44 euro i biglietti della Terravision A/R per Victoria Station per due persone, finalmente si parte alla volta di Stansted. Viaggio perfetto, non si è reso necessario alcun certificato medico perché ancora non ero arrivata alla 28 settimana di gravidanza, atterraggio perfetto, a Stansted un ora e mezzo per passare il controllo passaporti, un incubo. Fila chilometrica per l’Autobus per Victoria con i soliti italiani che tentavano di saltare la fila e due hostess che a più riprese li hanno rimandati in coda, dopo circa 80 minuti, alle 15,45 ora locale (un’ora di differenza con l’Italia) arriviamo a Londra dove ad attenderci c’era Alessandro, cugino di Andrea che vive lì da diverso tempo, che ci porta a mangiare qualcosa perché non avevamo ancora pranzato. Poi finalmente ci dirigiamo alla volta dell’albergo, tre fermate di metropolitana da Victoria, a Earls Court, e ci troviamo allo York Hotel, in Philbeach Garden, un graziosissimo Hotel tre stelle gestito da pakistani gentilissimi trovato su venere.Com per la cifra di 300 Pounds ( circa 435 euro) per sei giorni per una camera doppia piccolissima ma pulita e funzionale, nella quale avevano aggiunto senza sovrapprezzo un lettino da campeggio per il bimbo, dotata di televisore al plasma e di una mezza armadiatura contenente il frigorifero, piastra elettrica lavandino microonde bollitore e stoviglie, colazione continentale compresa. A trecento metri da noi, aperto 24 ore, un supermercato della Tesco, dove a più riprese ci siamo recati a comprare qualche stuzzichino e la roba da bere per prezzi veramente buoni. Dopo avere acquistato la travelcard settimanale per 22,20 pounds a testa, senza bisogno di fototessera, ci siamo diretti verso Westminster e abbiamo fatto una passeggiata per ammirare il Big Ben, il Parlamento, il Millennium Eye e l’abbazia di Westminster. Conclusa la passeggiata, Alessandro ci ha portato in un ristorante italiano e qui ho fatto buon viso a cattivo gioco dato che detesto mangiare italiano fuori dall’Italia, mentre Andrea era soddisfatto in quanto difficilmente apprezza le altre cucine. Purtroppo il mangiare italiano o da Mac Donald diventerà un tormentone di tutta la vacanza, tranne qualche rara volta. Mangiare a Londra costa parecchio, però fanno porzioni abbondanti e, cosa stranissima per noi, gli avanzi vengono incartati e portati a casa. Il giorno dopo, giornata splendida con sole caldo, decidiamo di portare il bambino a fare un giro per i parchi e nel Kensington park troviamo un’area attrezzata dedicata a Lady D. Dove gli adulti potevano entrare solo con un bambino al seguito, che riproduceva le ambientazioni di Peter Pan. Davanti al veliero gigantesco costruito sulla sabbia mio figlio è letteralmente impazzito. C’erano anche le casette di legno stile palafitta, il campo degli indiani, le scialuppe intorno al veliero, bagni piccoli e pulitissimi a misura di bambino. Proseguendo il cammino abbiamo attraversato tutto il parco costeggiando il Serpentine, abbiamo visto la statua di Peter Pan, ma mio figlio, stanco e felice si è addormentato prima, vari scoiattoli, Hyde Park e S. James Park e infine ci siamo trovati davanti a Bukingam Palace. Premetto che durante il tragitto abbiamo visto una macchina con una scorta minima, dalla quale ha fatto capolino la Regina che ha salutato la popolazione. Il 12/11/2006 ci sono state varie commemorazioni per i morti in guerra e noi abbiamo potuto ammirare una banda di scozzesi che depositavano una corona di papaveri presso un monumento ai caduti. Molti cittadini inglesi erano provvisti di papavero al bavero e moltissimi hanno partecipato in maniera molto composta alle cerimonie per i caduti che si sono tenute in varie parti della città. Piccola divagazione: io ero già stata a Londra dieci anni fa e allora l’avevo trovata sciatta, sporca, disordinata, piena di ubriachi che vomitavano a ogni angolo di strada a partire dall’ora del te e con contorno di rissa quotidiana. Ho ritrovato una città pulitissima, ordinata, con molti controlli in giro, nessuna auto in doppia fila, automobilisti rispettosi dei pedoni, trasporti pubblici molto funzionali anche se, unica nota dolente, la metropolitana manca di aria condizionata, bagni tirati a lucido senza puzza di urina, tranne che in un Mac Donald vicino a Victoria Station, gratuiti tranne che nelle stazioni metropolitane. Il bambino nel frattempo si era svegliato e, dopo aver mangiato nell’ennesimo Mac Donald abbiamo fatto una passeggiata seguendo varie cerimonie per i caduti nella zona di Westminster. In metropolitana ci siamo diretti verso Camden per visitare il famoso mercatino, e questa definizione è molto riduttiva, dato che abbiamo girato per ore senza mai tornare negli stessi punti. Caotico, completamente diverso da Portobello, che io avevo visto in precedenza, ma molto bello e caratteristico. Cena, ahimè in ristorante italiano. Il giorno dopo, saliamo sull’autobus a due piani per accontentare nostro figlio che, per l’emozione, si è addormentato con il visino schiacciato sul finestrino, e ci dirigiamo verso il British Museum. Facendo un po di selezione e grazie al fatto che il bimbo ha dormito tre ore filate, siamo riusciti a vederne la maggior parte prima che si svegliasse, lasciando la parte per me più bella, comprendente la stele di rosetta, arte sumera, greca e romana, al dopo pranzo, con il bimbo che ammirava quei capolavori insieme a noi, senza creare disagio alcuno. Abbiamo pranzato con insalate monoporzione all’interno del museo, sotto la splendida copertura in vetro e acciaio del cortile centrale, senza spendere un patrimonio. Successivamente ci siamo recati a fare qualche foto a Piccadilly Circus, già addobbata con luci natalizie e a Covent Garden, dove Andrea e Jaime sono saliti sulla giostrina dei cavalli mentre io, che non me la sono sentita a causa del pancione, ero impegnata a scattare fotografie e a farmi rubare da sotto il naso la mia guida di Londra. Il 14, prima giornata di pioggia, abbiamo deciso di visitare la Cattedrale di Westminster, chiesa di culto cattolica nella quale si stava celebrando la messa in latino, e l’Abbazia di Westminster per la quale abbiamo pagato 8 P a testa ( solo gli adulti ) ma che ne valeva la pena. Visitata anche la chiesetta attigua di S.Ta Margareth, ci siamo diretti verso la National Gallery e, anche stavolta dopo avere mangiato, Jaime si è addormentato per diverse ore permettendoci una visita completa. All’uscita stava ancora piovendo ma ci siamo fermati un attimo per ammirare Trafalgar Square e fare le foto di rito. Da lì giro in autobus fino a Liverpool Station e ritorno per fare felice il bambino. Poi siamo andati a casa di Alessandro che con Se’a Yaong, la sua fidanzata, coreana, ci ha preparato una cena con i fiocchi. Data l’ora tarda, con il bambino addormentato, abbiamo preso un taxi per tornare in albergo. Il giorno dopo, nel quartiere in cui è situato l’albergo, grande fermento perché , in un centro di fronte alla metropolitana, proprio dietro il nostro albergo si sono svolti i World Music Hawards 2006. Foto di rito, con le persone che facevano la fila per l’ingresso dalle nove del mattino. Noi ci siamo diretti verso Temple e siamo andati a vedere la Temple Church che però abbiamo visto solo dall’esterno perché quel giorno apriva la sera e la cattedrale di S. Paul, bellissima, per la modica cifra di 10 P a testa io e Andrea. A turno, dato il bambino addormentato, abbiamo fatto i 536 scalini per ammirare la volta da vicino e il panorama dalla lanterna. Ebbene si, anche io, nonostante il pancione sono riuscita nell’impresa, con un po’ di affanno ma senza problemi. Successivamente siamo andati verso la Tower, ma data l’ora tarda alla biglietteria ci hanno sconsigliato di entrare, pertanto abbiamo optato per un giro in battello sul Tamigi alla volta di Greenwich, 5,60 P per adulto sola andata, 6,20 P A/R, siamo riusciti ad ammirare il Tower Bridge che si è aperto al passaggio di una grossa nave e, al buio, arrivati a Greenwich abbiamo fatto una passeggiata fino all’osservatorio per le foto di rito al meridiano e alla City, che da lì, di notte, offre un panorama spettacolare. Ritorno in treno sempre compreso nella travelcard, cena in locale italiano (che palle!) con Alessandro e rientro in albergo con ancora qualche disagio per il World Music Hawards. Il giorno dopo giornata dedicata al bambino con visita dei musei di Storia Naturale e Delle Scienze che, grazie anche alle loro sezioni interattive hanno fatto si che mio figlio non si addormentasse fino a quando non è riuscito a vederli tutti e due, toccando il più possibile e ammirando delle collezioni veramente splendide. A fine serata, con il bambino finalmente addormentato, Passeggiata da Harrods, per fare ammirare ad Andrea la ostentazione del lusso mista a un po di pacchianate. L’ultimo giorno, data la splendida giornata abbiamo di nuovo portato il bambino a Kensington Park per farlo giocare con il veliero, ci siamo poi diretti per il cambio della guardia a Bukingam Palace e, sotto la pioggia abbiamo visto tutta la Tower, dopo avere pranzato in un pub situato oltre il Tower Bridge, all’angolo con la seconda traversa, dove con 3,99 P a testa abbiamo mangiato il migliore hamburger fino ad allora, con patate fritte e una bibita a scelta e per tenere buono il bambino gli hanno regalato un foglio da colorare con delle matite colorate. La Tower, bellissima, ci è costata 30 P a testa. Il bambino è stato contentissimo della collezione di armi e armature. Poi di corsa a salutare Alessandro, a ritirare i bagagli che gentilmente l’albergo ci ha custodito fino alle 19,30, direzione Victoria Station, dove abbiamo cenato da Mac Donald e alle h 21,30 abbiamo preso il bus che ci ha portato verso Stansted, dove abbiamo passato la notte, dato che avevamo il volo alle h 6,30 del mattino. Jaime ha dormito tranquillo nel passeggino mentre io e Andrea ci siamo rotti al schiena perché non siamo riusciti a trovare una posizione comoda. Alle 4 del mattino incubo check in. Gli zaini volevano farceli passare come bagagli a mano, per cui li abbiamo vuotati e sistemati dentro i trolley. Ci hanno fatto togliere le scarpe per passarle ai controlli. Mi hanno fatto svegliare il bambino per controllare il passeggino. Pretendevano che assaggiassi il latte che avevo portato per mio figlio ciucciando la tettarella, ma ho aperto il biberon e me lo sono versato in bocca. Alla fine, non hanno tenuto conto del fatto che io fossi incinta e che avessimo un bambino piccolo, per cui per i posti in aereo ci siamo arrangiati alla bell’e meglio, fatto sta che dopo un volo di due ore ci siamo ritrovati ad Alghero dove, dopo l’ennesimo controllo documenti abbiamo recuperato la macchina e fatto rientro al nostro solito tran tran a Cagliari. In sintesi, bellissimo viaggio non impossibile con pancione al seguito e bambino piccolo che si è divertito da morire; a conti fatti poco dispendioso dato che, comprendendo tutto dalla partenza da Cagliari al rientro in sede abbiamo speso l’equivalente di 1110 euro in tutto, compresa la guida di Londra che ho voluto ricomprare.