Una settimana a Creta, tra spiagge e monasteri

Fra storia e spiagge
Scritto da: fabri979
una settimana a creta, tra spiagge e monasteri

Programmo le vacanze per la metà di Luglio, e prenoto sul sito della Ryanair a fine aprile, costo 143,00 euro a persona per la tratta Roma Fiumicino – Chania (con 10 kg di bagaglio e posto scelto, le note appendici speculative della compagnia). Per la sistemazione Zinovia Apartments & studios a Kato Daratso, ottima scelta.

11 Luglio, Lunedì

Il volo colleziona un’ora e mezzo di ritardo, secondo una consuetudine che oramai sta diventando una regola, e atterriamo a Chania mezz’ora dopo la mezzanotte, dove ad attenderci troviamo un incaricato della Agenzia di noleggio Timecar che ci consegna una Fiat Panda in buone condizioni (44000 Km). Una settimana di noleggio 365,00 euro, la più economica trovata quest’anno, ma con prezzi triplicati. Il tragitto è abbastanza semplice, passando la baia di Souda e prendendo la Strada Nazionale in direzione ovest (Kissamos), uscita Omalos. Nel giro di venti minuti arriviamo ad Agioi Apostoloi, a  destinazione.

12 Luglio, Martedì

La mattina partiamo alla volta di Falasarna, direzione ovest, bella spiaggia bagnata da acque cristalline: è la località di un certo fascino meglio servita e più facilmente raggiungibile da Chania. Optiamo per Playa Paradiso, 8 euro ombrellone e due lettini. È una bella sabbia, acqua piuttosto freddina e vento sempre in agguato, ma fino all’ora di pranzo siamo stati fortunati. Il primo pomeriggio visitiamo la vicina area archeologica, ingresso libero, ma abbastanza scarna e tutto sommato deludente; c’è ancora molto da fare, così che in mezz’ora risolviamo la questione. Rientriamo, e dopo una doccia partiamo per Chania, percorrendo la strada meno transitata che costeggia il mare.

Troviamo posto in un parcheggio sul lungomare neanche molto distante dal bastione del porto vecchio. Raggiunto il vecchio porticciolo dove sono ancorati solo i battelli turistici, lo costeggiamo per giungere alla piazza con la bella fontana. Risaliamo la via sostando alla chiesa ortodossa con il suo vasto piazzale, quindi la chiesa cristiana, di fronte, internata in un cortile, con una copia della “Pietà” di Michelangelo all’ingresso.

Il Museo archeologico si trova lì, sempre sul lato destro della strada. In fondo alla via percorriamo la strada che divide la parte vecchia dalla nuova voltando a sinistra, e giungiamo al mercato coperto, la quotidianità degli abitanti, quindi ritorniamo verso la piazza per proseguire alla volta della vecchia moschea ed il porto, dove sono ormeggiate le imbarcazioni dei turisti. Il vero spasso però è passeggiare negli angusti vicoli. Al ritorno verso il parcheggio, risalendo un corridoio verso le vecchie mura incontriamo la Sinagoga, internata, ma è chiusa. La sera saliamo a Galatas alla Taverna Elia, dove avevamo cenato dieci anni fa; purtroppo dobbiamo annotare un aumento esponenziale dei turisti, e un corrispondente calo della qualità dei servizi. Ceniamo senza infamia e senza lode, in una taverna che ricordavamo come la tipica taverna greca frequentata esclusivamente da gente locale.

13 Luglio, Mercoledì

Partenza per Heraklion, per la visita del palazzo di Cnosso, percorrendo la Old National Road in direzione est, un centinaio abbondante di chilometri. Largo parcheggio gratuito in prossimità dell’ingresso, che non guasta, 8 euro il costo del biglietto + 10 per la guida, ottimo italiano e ottima preparazione (consigliatissimo) che ci illustra gli elementi salienti dell’immenso Palazzo. Ci vuole un poco di fantasia perché di strutture in piedi ce ne sono poche, ma quel poco comunque rende l’idea del passato lustro; su tutto si erge il pezzo di muro con le tre colonne e l’affresco con il toro.

Terminata la visita agli scavi ci dirigiamo in città, direzione ovest, dove troviamo posto in un piccolo parcheggio a pagamento in prossimità del Museo archeologico, che possiamo visitare dopo i lavori di ammodernamento del 2014: i soldi del biglietto sono senz’altro spesi bene. Si procede in senso cronologico dalla prima stanza visitando ampie sale con tantissimi reperti ben conservati, concludendo al piano superiore, dove alle pareti sono affissi mosaici di pregevole fattura. Proseguiamo con la visita della città lungo la strada principale che conduce al porticciolo ed alla fortezza veneziana, fermandoci ad un bar a prendere un “freddo”, bicchierone di caffè nero freddo shakerato, semplice, con latte o panna. Disseta. Meritano alcuni minuti la bella fontana, la loggia veneziana e la chiesa di San Tito, che conserva il teschio del Santo. La fortezza è chiusa, ma vale un’occhiata dall’esterno.

Proseguiamo a questo punto sempre in direzione est alla volta di Agios Nikolaos, un bel paese arroccato sul fianco di una collina che degrada fino al mare, dove facciamo uno spuntino ad un bar del porto. Bello il colpo d’occhio, ma scarso, a mio avviso, di attrazioni di un certo interesse, a parte un bel negozio di antiquariato. Sulla strada del ritorno facciamo sosta ad un tipico monastero ortodosso, del quale si intravedono la classica cupola e la torre da lontano. Anche qui ho l’impressione di essere entrato nel mercato del Tempio. La sera ceniamo da Dimitris & Sakis, sulla strada che conduce a Galatas, appena svoltato dopo il semaforo, sulla sinistra. Buone le orate con le verdure grigliate, onesto il prezzo.

14 Luglio, Giovedì

I cretesi si dividono nella scelta della spiaggia più bella, quindi è d’obbligo visitare quella di Elafonissi, la spiaggia rosa. Si procede lungo la Old National Road in direzione Kissamos, e si trovano le indicazioni sulla sinistra; qui inizia un percorso ameno in mezzo a boschi ed olivi, ma è bene organizzarsi per tempo, perché la strada è transitata anche dagli autobus turistici, e se ne raggiungi uno, te lo tieni avanti fino a destinazione. Alla spiaggia è disponibile un ampio parcheggio, ma quest’anno gli abitudinari asseriscono che hanno serrato le fila degli ombrelloni, e già alle dieci c’è una bella folla. Lo spettacolo comunque ripaga di tutto: ne vale la pena.

Al ritorno facciamo una sosta al monastero di Krisoskalitissa, che ha perso quell’aria mistica che aveva gli anni passati: la chiesetta di San Gregorio, all’ingresso, è stata smantellata, ed è comparso un negozio di souvenirs (hops rettifico, di ricordi di arte sacra). Dopo aver arrancato sulla ripida scalinata, dalla cima si gode una bella vista.

15 Luglio, Venerdì

Oggi andiamo ancora a sud, sulla costa del mar Libico, a Frangokastello. Prendiamo la Old National Road in direzione est, e una trentina di kilometri dopo Chania svoltiamo a destra seguendo le indicazioni “Sfakia o Chora Sfakion”. Dobbiamo superare la catena montuosa, ed il percorso in salita è estremamente rilassante, fatto salvo che dietro ogni curva c’è il rischio di imbattersi in capre distese a centro carreggiata che sonnecchiano placide; un poco meno la discesa, abbastanza impegnativa per via della forte pendenza, comunque su un ottimo asfalto. Giungiamo al “Castello dei Franchi”, la fortezza  veneziana, ma non è visitabile causa lavori che durano da un’eternità. Bella la vista, come pure le spiagge sottostanti: pulite e bagnate da acque cristalline. Si alza il vento e la faccenda si complica. Ci fermiamo ai primi ombrelloni (sei euro compresi due lettini) perché sono i più riparati, anche se l’immagine più bella si ha oltre, vicino al porticciolo.

Qui c’è una fila di pochi ombrelloni di fronte ad una piscina naturale con acqua calma e calda, ma il vento è veramente fastidioso. Dove ci siamo accampati ancora ci si sta, e facciamo il bagno ripetutamente in acque limpidissime. Alle due il vento aumenta di forza, e la sabbia ci flagella, conducendoci al mite consiglio di alzare i tacchi. Decidiamo di fare una puntata a Sfakia, che dista solo qualche kilometro dal bivio per i rientro. Quattro case sul pendio della collina, ed un porticciolo che è una chicca: una fila di ristoranti sul mare che fanno ala al percorso ombreggiato per il molo, dove partono le barche ed i traghetti. Ci rinfreschiamo con tre super sorbetti che sono una delizia (ma non proprio regalati).

La sera ceniamo da “Roots”, vicino al nostro alloggio: sebbene sia sulla strada, i tavoli sono in un piazzale immersi nel verde di piante da giardino e all’ombra di svariati ficus ultra ventennali. Ottimo ambiente e ottimo cibo, sia carne che pesce, accompagnati da tre calici di prosecco che una volta tanto sono veramente tali. Prezzo onesto.

16 Luglio, Sabato

Oggi visitiamo Preveli, costa sud, la spiaggia con la foresta delle palme. Solita strada nazionale, e dopo aver svoltato a sud in prossimità di Rethymno, quasi a destinazione ci fermiamo alla sommità del colle per visitare il monastero di Agios Ioannis con la bella chiesa zeppa di ricchissime icone, quindi, raggiunto il parcheggio sottostante affrontiamo la temeraria scalinata che ci conduce alla spiaggia. Nel punto dove il torrente si getta in mare, in mezzo ad una moltitudine di teli da mare, due enormi oche starnazzano fra l’ilarità dei villeggianti, mettendo in mostra la sorprendente apertura alare e gli affilatissimi denti. La visita nel bosco è obbligatoria, sembra di essere in un palmeto magrebino, almeno fino alla cascata dove baldi giovinastri si tuffano nelle acque gelide di una piscina naturale. La spiaggia è ridotta e non attrezzata, quindi occorre ingegnarsi alla ricerca di un poco di ombra.

C’è in compenso un ristorante senza tante pretese dove rifocillarsi. Il pomeriggio, dopo una terrificante risalita al parcheggio, sulla via del ritorno raggiungiamo e facciamo sosta a Rethymno, dove visitiamo la fortezza, e ci inoltriamo fra le stradine del centro in mezzo alle caratteristiche abitazioni con il piano superiore di legno. Prendiamo un gelato in prossimità della antica fontana, quindi rientriamo a Kato Daratzo. La sera ceniamo da “Angelos”, quello che passa per essere il miglior locale di Agioi Apostoloi; gestito da albanesi, offre sicuramente un buon servizio, una buona cucina a prezzi onesti (eccellente la scelta al banco del pesce) ma certo non economica.

17 Luglio, Domenica

Decidiamo di concludere il giro con la tanta blasonata spiaggia di Balos. Alla consegna della vettura l’incaricato era stato chiaro: “No Balos; la strada fa schifo e se batti il fondo o tagli gli pneumatici paghi i danni!”. Sento per l’affitto giornaliero di un Suzuki “Jimmy” all’autonoleggio sulla strada dietro casa, ma siamo alla follia. Tentiamo la sorte allora! Percorriamo la solita vecchia strada Nazionale in direzione ovest e dopo aver superato il porto di Kissamos troviamo l’indicazione; iniziano 14 chilometri di tormento. Lasciata la strada principale inizia quasi subito lo sterrato, che man mano si prosegue diventa sempre più una pista, e a tratti una mulattiera: percorrenza media 10 chilometri all’ora (a essere ottimisti). È una continua gimkana per evitare buche profonde come pozzi e sassi appuntiti che affiorano come iceberg, ma pazienza e buon senso premiano: dopo aver passato una piccola chiesetta la strada digrada e giungiamo su un piazzale recintato che ci indica che siamo arrivati. Siamo su di un alto promontorio, e la vista è uno spettacolo: la sabbia bianchissima affiora dentro piscine naturali di acqua che assume diverse tonalità, ed il gioco di luci e colori è veramente appagante.

Si scende lungo un sentiero ripido e sconnesso, maledicendo la zavorra che ci siamo portati al seguito, ma alla fine è una bellezza. Fra Balos ed Elafonissi è difficile dire quale sia la migliore, ma forse vince Balos ai punti. Godetevi la mattina, perché dopo le tredici arrivano i traghetti che vomitano orde di vacanzieri, e l’atmosfera viene alterata. La risalita è un altro tormento, ma chi vuole può rivolgersi a due intraprendenti signori che evitano tanti problemi con l’ausilio di due placidi asinelli. La sera andiamo a Chania, e dopo aver gironzolato per i negozi e le bancarelle, per la cena ci fermiamo presso “Mesostrato”, un locale sulla parallela interna alla via del porticciolo, che ha la caratteristica di avere solo i muri perimetrali: mancano i solai ed il tetto. All’interno delle due sale con il tempo sono cresciute piante altissime, e si cena sotto le fresche fronde. Cena tipica da taverna greca, buona e a prezzo onesto, non ci hanno mollato se non dopo averci offerto il Rakì, ma abbiamo atteso una mezz’ora buona per avere il conto. Giungete prima delle venti, perché dopo si forma una fila abbastanza consistente, e non accettano prenotazioni.

18 Luglio, Lunedì

Siamo in disarmo, e passiamo la giornata alla spiaggetta che abbiamo sotto casa. Abbiamo preso due ombrelloni e tre sdraie a 16,00 euro, e ci godiamo le ultime ore in totale relax. I gestori dell’appartamento ci hanno lasciato disponibilità fino alle sei, quindi ce la pigliamo comoda. Prima di partire facciamo uno spuntino  a base di kebab da “Gyros”, involto (pida) di carne di pollo con patate fritte e tzatziki lungo la strada, quindi alle venti riconsegno l’auto al parcheggio fuori l’aeroporto.

Nonostante tutte le raccomandazioni fattemi al momento della presa in carico, il funzionario non si degna nemmeno di guardare la vettura: “va in fondo, trova un posto sul piazzale a sinistra e portami la chiave. E muoviti perché aspettiamo te per andare al terminal !” Ottimo. Finiamo in bellezza con un’altra ora e passa di ritardo, ed al parcheggio lunga sosta a Fiumicino devo aspettare paziente che un impiegato mi faccia uscire perché si è intoppato qualcosa con la mia prenotazione e la sbarra non si alza. Arriviamo a casa alle quattro di mattina, ma domattina si dorme (finalmente).

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