Sette gioielli nel Mediterraneo
Dopo i 4 giorni passati in Sicilia arriva finalmente il momento più atteso del viaggio: la partenza verso le fantastiche isole Eolie. La Sicilia ci ha effettivamente un pò stancati. Gli spostamenti, la guida priva di regole, la decadenza… Ora abbiamo voglia di mare, mare, e delle 7 isole.
Come già spiegato in precendenza, partiamo da Catania con la nostra pandina a noleggio alla volta di Messina, perchè nonostante avessimo prenotato la vettura a Maggio, nessuno ci avvisa per tempo che l’agenzia di Milazzo avrebbe tirato giù i battenti il 1° di Settembre, e che quindi avremmo dovuto lasciare l’auto a Messina. Mai più Maggiore.
Arrivati a Messina scopriamo però con gioia che l’Ustica Lines è situata proprio proprio di fronte l’autonoleggio. Lasciamo la nostra compagna di viaggio e ci incamminiamo con le nostre enormi valigie verso gli sportelli dell’Ustica. Per raggiungere le Eolie da Messina avrete la possibilità di utilizzare o la compagnia Ustica Lines o la Siremar. I prezzi sono identici. Ovviamente cambiano gli orari.
Facciamo i nostri due biglietti con destinazione Lipari (€ 47,80 per due persone) e alle 13.25 partiamo. Non ricordo di aver mai preso un aliscafo prima d’ora, e mi diverto a guardare le ali spuntare fuori dal mare. Da Messina passiamo per Reggio Calabria (mamma quanto è stretto lo stretto! Non potevo immaginare fosse così ad un palmo di naso) e poi dritti verso le isole! L’aliscafo costeggia la Calabria, e mi incanto a guardare la sua costa, i suoi dirupi, fino a che non iniziamo ad immergerci in un profondo blu. Intorno a noi solo mare e cielo, cielo e mare. La foschia non ci permette di vedere null’altro. Incantata con lo sguardo fuori dall’oblò, continuo a cercare qualche silhouette, qualche contorno lontano, qualcosa che mi dica che sono lì, che ci siamo quasi! Dopo un paio d’ore scorgo una figura lontana e inizio a tormentare Ale “Ale! Ale eccole! Eccola! Dai! E’ Stromboli! No, forse Panarea! No! Aspetta aspetta è Vulcano!!!”.
Mi sforzo di capire, sono emozionata, finalmente sono lì di fronte a me.
Le isole degli dei.
Dopo la sosta a Vulcano, l’aliscafo riparte verso Lipari, “base” nella quale abbiamo affittato un piccolo appartamentino nel centro. Consiglio Lipari come isola d’appoggio a tutti coloro che per la prima volta approdano alle Eolie. Lipari è l’isola più grande, non per questo meno bella, quella meglio collegata alle altre isole dagli aliscafi, che permette quindi di visitare tutto l’arcipelago al meglio. Il tempo per trovare la vostra isola preferita lo avrete di certo. L’appartamento lo abbiamo affittato sul sito “holidayhousing.It”, l’appartamento nominato “Martina L2”. Consiglio a tutti il sito holidayhousing, lo staff è efficiente e gentile, e la scelta è stata veramente azzeccata. L’appartamento per dieci giorni ci è costato 370 € totali.
Al porto di Lipari troviamo Antonino, il proprietario dell’alloggio, che con tanta gentilezza si offre di portare la mia valigia (povero lui) e ci accompagna fino a casa. L’appartamento è vicino al porto, in una piccola piazzetta del centro storico, groviglio di vicoli e casettine. Stupendo.
Entriamo in casa e mi sento felice! Il monolocale è veramente bello! Cucina e piccolo soggiorno con bagno al pian terreno, e camera da letto su soppalco. Delizioso! Facciamo quattro chiacchiere con il gentilissimo Antonino, il quale ci consiglia cosa fare e cosa vedere nelle isole, a chi rivolgerci e dove mangiare. Non vuole la caparra, e augurandoci una buona vacanza ci lascia nella nostra piccola dimora.
Dopo esserci raccapezzati un minimo, usciamo a fare quattro passi per il delizioso centro di Lipari. Facciamo la spesa al piccolo supermercato su Via Vittorio Emanuele in quanto la cucina di casa è bella, pulita, e ben fornita.
Dopo aver portato la spesa a casa torniamo sul lungo Mare di Marina lunga alla ricerca di informazioni in merito al noleggio di un motoscafo. Vogliamo girare le isole a modo nostro e decidiamo di informaci subito in merito! Chiediamo informazioni al molo del Sig. Salvatore, il quale ci dice che ormai lui si occupa soltanto più di attracco, ma che ci lascia volentieri il numero di telefono di Mariano, un amico che noleggia barche a Marina Corta, dicendoci che ci avrebbe fatto un prezzo sicuramente ragionevole. Lo prendiamo volentieri, ringraziamo, e torniamo a casa: è quasi ora di cena, e la fame si fa’ sentire avendo saltato il pranzo!! La prima sera scoviamo in una piazzetta laterale a Via Vittorio Emanuele un ristorante pizzeria molto carino, e quindi decidiamo di fermarci qui: “La Piazzetta”. Ale mangia un’ottima pizza, mentre io un grandissimo piatto di spaghetti allo scoglio… Solo più avanti scopriremo che “La Piazzetta”, insieme alla mitica pasticceria “SUBBA”, sono due istituzioni a Lipari (Subba è situato proprio di fianco alla pizzeria. I dolci sono squisiti, ma il serivizio è a dir poco pessimo).
Dopo cena capitiamo per caso al Parco Archeologico, nel quale si sta svolgendo un simpatico spettacolo teatrale in siciliano nell’anfiteatro.
Stanchi dalla lunga giornata, torniamo a casa pronti per una profonda dormita.
Il giorno seguente, 4 Settembre, ci mettiamo subito alla ricerca del fatidico Mariano. Scopriamo che il suocero è il proprietario di un bar di Marina Corta (per chi non lo sapesse il centro di Lipari è diviso in Marina Corta e Marina Lunga. Marina Lunga è la zona del porto e del lungomare, Marina Corta invece si trova dall’altra parte del forte, e gira attorno ad una deliziosa piazzetta), il bar “La Chitarra”, e che sicuramente lo possiamo trovare al bar. Facciamo quindi colazione qui, nel déhor sul mare, mangiando due enormi brioches e due cappuccini. Chiediamo al gentilissimo Sig. Nicola notizie di Mariano, ma al momento non è al bar. Pazienza. Torneremo. Nel frattempo diamo un’occhiata ai bei motoscafi ancorati al molo, e speriamo di poterne avere uno anche noi nei prossimi giorni.
Il primo giorno decidiamo di passarlo alla scoperta di Lipari. Affittiamo quindi uno scooter alla modica cifra di 15 € al noleggio “Da Luigi”, vicino al porto, e partiamo.
Girare Lipari in motorino è “la morte sua”. Passiamo vicino alla spiaggia di Canneto, alle bianchissime cave di pomice, attraverso continui saliscendi. Io guardo il bellissimo mare dell’isola con le lacrime agli occhi… Non vedo l’ora di tuffarmici.
Passiamo per Acquacalda, e sulla strada verso Quattropani ammiriamo un panorama fantstico: Salina, Alicudi e Filicudi ci guardano. Sull’altro lato dell’isola scorgiamo Panarea e Stromboli, ed ancora Vulcano. La vegetazione è viva e bellissima.
Seguiamo l’indicazione per le Terme di San Calogero, dove ci attende una gran sorpresa! Pensavamo fossero delle Terme di grande importanza, almeno tenute come si deve, ma invece non è così. Grazie però alla nostra “guida per caso” (ahimè, non conosco il nome del fantastico vecchietto), riusciamo a visitarle ed a conoscerne la storia. Mi spiego meglio: seguendo la strada per le Terme, si arriva di fronte ad un gran casermone abbandonato, e non si capisce bene dove siano situate. La strada è chiusa. Spunterà allora fuori un delizioso signore che vi dirà “volete vedere le terme? non si paga il biglietto, offerta libera”. Lì per lì vi sentirete un pò in soggezione e non capirete bene cosa stia accadendo. Fidatevi del gentile signore, e vi spiegherà tutto sulle Terme di San Calogero. Scavalcando il basso muretto in pietra (ahimè, le terme di San Calogero sono chiuse da anni a causa di “problemi” nel consiglio comunale e provinciale) il gentile signore vi porterà a vedere la fonte termale, vi farà sentire il calore dell’acqua termale, le piscine nelle quali i romani erano soliti riposarsi e rilassarsi, e vi porterà nella più antica tholos micenea, nella quale potrete sentire ancora il calore emanato dalle pietre (3500 ac). Fidatevi di lui (io ero la prima ad essere sospettosa) e bevetevi con lui un bicchiere di Malvasia da lui offerta! Questo incontro è stato il più bello ed inaspettato del viaggio! Dopo averlo salutato e ringraziato più e più volte ripartiamo. Ci dirigiamo verso Canneto e qui, finalmente, ci tuffiamo in questo mare stupendo. A Canneto ci sono sia spiagge libere che private. Nel caso in cui andiate nella spiaggia libera, sappiate che pagando un euro, alla spiaggia privata vi daranno la possibilità di farvi una doccia sciacquandovi così dal sale (in tutte le spiagge private delle isole c’è questo servizio).
Ceniamo a casa preparandoci una buona (e direi poco costosa) pasta per poi proseguire con la ricerca di Mariano! Finalmente lo troviamo al bar “La Chitarra” e ci accorgiamo subito della sua grande disponibilità e gentilezza. Ci accordiamo per un noleggio di 3 giorni a 200 euro. Il motoscafo è un 40 cavalli (non abbiamo patente nautica), con tendalino e prendisole. Grande e spazioso proprio come lo desideravamo noi.
Dopo l’incontro con Mariano andiamo a prenotare l’unica escursione che ci sentiamo in dovere di fare: Panarea e Stromboli by night. Il nostro desiderio per questa vacanza è quello di evitare in todo le varie escursioni/gite turistiche, ma lo spettacolo dello Stromboli by night è una cosa che si può fare solo con un gruppo organizzato stando fuori da Stromboli stessa. Tenete presente che i vari aliscafi siremar, ustica lines, non vi permetteranno di rientrare nella vostra isola più tardi delle 19,00.
Prenotiamo l’escursione (su consiglio del Sig. Antonino), da “Pino e Giuseppe”. La loro agenzia è situata su Via Vittorio Emanuele, angolo Vico Eolo, proprio di fronte al supermercato. Paghiamo l’escursione 25 € a testa (anzichè 35 €), e in regalo abbiamo la possibilità di partecipare all’escursione di Vulcano la domenica. A questo punto ci domandiamo “perchè no?” e accettiamo la proposta.
Soddisfatti, torniamo a casa per un bel riposo, domani ci aspettano la modaiola Panarea e l’emozionante Stromboli.
Sabato mattina. Torniamo a fare colazione sul mare dal Sig. Nicola e ci concediamo una mattinata di relax.
Alle 12.30 partiamo per l’escursione.
La barca che effettua l’escursione “Panarea Stromboli” per Pino e Giuseppe è la “Paloma”. Uno SPETTACOLO! Ecco il perchè dovrete scegliere pino e giuseppe come agenzia, perchè la giornata passata con l’equipaggio della Paloma sarà bellissima, vi sentirete veramente a casa, sulla “vostra” barchetta, con i vostri “amici”. Ringrazio ancora oggi Angelo (il comandante), Roberto e Giacomo (il suo equipaggio) per le bellissime giornate passate insieme alla scoperta di questo fantastico mare e di questi fantastici vulcani.
Appena saliti a bordo decidiamo di fermarci a prua. La barca è provvista di due panche laterali anche a prua e per me il richiamo è troppo forte. Tutti i nostri “compagni di viaggio” correvano per prendersi i posti all’interno della barca, o al piano superiore, ma secondo me posto migliore della prua non potevamo sceglierlo. Ale ed io, soli con una coppia di ragazze, a predere il sole, ammirare il mare, con i capelli al vento, e a scherzare con i simpatici ragazzi dell’equipaggio.
Arriviamo a PANAREA e la circumnavighiamo. Calajunco (che spettacolo), il villaggio preistorico di Capo Milazzese, Cala degli Zimmari, nella quale sosteremo per un fantastico bagno. Mi tuffo in questo mare azzurro trasparente direttamente dalla prua. L’acqua è calda, ed è bellissima. Nuoto ammirando la fantastica fauna marina, la miriade di massi agglomerati sul fondale, e penso a loro, abitanti di queste isole: i vulcani. Parlo con Giacomo, il signore dell’equipaggio anche lui in acqua, il quale mi racconta con profondo amore la bellezza delle sue isole, del suo lavoro di pescatore.
Il comandante ci richiama, direzione porto di San Pietro. A Panarea passeggiamo un paio d’ore per i suoi stretti vicoletti bianchi. Ero a Panarea ma mi sentivo a Santorini. Casette bianche, tetti azzurri. Strade di ciottolato strette strette, nelle quali corrono veloci le golf car che grazie alle loro piccole dimensioni sono le uniche a poter sfrecciare indisturbate per quei vicoli.
Non facciamo in tempo a raggiungere Capo Milazzese (resti del villaggio preistorico 1400 a.C.) ma ci rifaremo con Capo Graziano a Filicudi.
Torniamo sulla Paloma e sfioriamo gli isolotti di Panarea: Lisca Bianca, Lisca Nera, Basiluzzo, vicino al quale ci fermiamo ad ammirare una fumarola sottomarina, segno che quei giganti addormentati sono ancora lì, sotto i nostri piedi, dormienti ma vivi. Ci fermiamo nuovamente in una piccola fantastica Cala di Panarea: Punta Palisi e ci immergiamo ancora una volta.
Dopodichè, direzione STROMBOLI! Finalmente! Ancora prima di vederla dal vivo sapevo che me ne sarei perdutamente innamorata. Stromboli è il vulcano perfetto, il vulcano dei cartoni animati: un cono con una nuvoletta. Attracchiamo al porto ed iniziamo a spargerci. Rimango senza parole di fronte a questa sabbia nera, nera come la pece, fine fine fine. Sul lungomare facciamo una visita al centro vulcanologico, dove un ragazzo ci spiega perfettamente l’attività stromboliana, i vari crolli, la chiusura e la nascita delle varie bocche, l’erosione del mare, ecc… Lo ascoltiamo con interesse e la voglia di passare sull’altro versante, quello della Sciara del Fuoco si fà sempre più forte. “Il Faro del Mediterraneo”…
Passeggiamo per il bellissimo villaggio di Scari, un saliscendi di negozietti, casette, chiesine, e passiamo per caso di fronte alla casa nella quale Ingrid Bergman visse con Rossellini durante le riprese del film “Stromboli. Terra di Dio”. Stromboli mi emoziona. Sono su un lembo di terra vivo in tutto il suo essere. Il vulcano è un qualcosa di primitivo, di così passato ma allo stesso tempo ancora vivo, sotto i miei piedi. E Stromboli si fa’ sentire.
Giunge il tramonto e ci rimettiamo in barca per l’esperienza più bella di questo viaggio. Dopo la giornata intera passata sulla Paloma mi sento a casa, ed avvolta nel mio asciugamano osservo. Alla mia destra i colori del tramonto si fanno sempre più vivaci. Alla mia sinistra, la notte inizia a calare sopra Strombolicchio ed al suo faro, insieme ad una fantastica luna piena. Di fronte a me lo Stromboli e le sue esplosioni. Sentiamo il botto e i lapilli rossi di fuoco colorano il cielo, fino a cadere su questa nera via del fuoco. Il vento tira sempre più forte e la barca segue il moto delle onde. Qualcuno sta male, io no. Io mi sento cullata dalle acque e mi sento dentro ad uno spettacolo naturale stupendo. Abbracciata ad Ale (ed al mio asciugamano per il freddo) guardo lo spettacolo, e mi sento più serena di prima del mio arrivo su queste sette fantastiche sorelle.
Tutte le agenzie delle isole vi porporrano di effettuare la scalata dello Stromboli. Si parte intorno alle 18.00 e dopo circa tre ore di marcia si arriva nella parte più alta del vulcano, dalla quale ammirare lo spettacolo fantastico delle esplosioni. Dopo un’oretta si scenderà verso il porto, con arrivo inotorno alle 24.00. Abbiamo riflettuto più e più volte sul fare o meno questa escursione indimenticabile. Abbiamo poi optato di non farla perchè il caldo che ci ha accompagnati durante tutto il viaggio è stato estenuante, e Pino è stato il primo a sconsigliarcela. Sappiate comunque che questa meravigliosa opzione c’è (lo Stromboli è alto più di 900 m… Durante i primi 400 avete ancora la possibilità di rinunciare alla scalata nel caso in cui fosse troppo faticosa!) A casa ci arriviamo stanchi ed entusiasti. Il giorno dopo Vulcano ci aspetta, ovviamente sempre sulla nostra amata Paloma!! Il 6 Settembre alle h 10,30 salpiamo alla volta di Vulcano, l’isola sacra al dio Efesto. Le Eolie, oltre che per i loro paesaggi, ti rapiscono per la loro storia: Vulcano era considerata l’anticamera dell’oltretomba dai greci. Si credeva che il dio del fuoco avesse la sua officina proprio dentro al Gran Cratere… Circumnavighiamo l’isola osservando le sue fantastiche calette ed osservando le fumarole di zolfo del vulcano visibili dalla costa. L’odore dello zolfo si fà sentire già dal mare. Passiamo per la Valle dei Mostri, la baia delle Sabbie Nere, la bellissima e piccolissima Piscina di Venere, la grotta del Cavallo (anni e anni addietro casa di centinaia di cavallucci marini), Spiaggia Lunga, Grotta dell’Abate. Sostiamo per un rinfrescante bagno tra le acqua di una silenziosa caletta, per poi ripartire alla volta della costa di Levante e Valle Roya, dove incontriamo la piccola statua della Sirenetta.
Il giro dell’isola dura un’ora e mezza circa, ed arriviamo dunque al porto intorno alle 12,00. Già ho accennato al fortissimo odore di zolfo proveniente dall’isola… Con i piedi a terra è ancora più forte. Vulcano è gialla, gialla come lo zolfo che la abita, ve ne accorgerete subito. Una miriade di minerali colora le sue rocce gialle-rossicce.
A Vulcano decidiamo subito di dirigerci verso il cratere per procedere con la scalata (scesi al porto, la strada per salire al cratere è dritto a sinistra). Ci compriamo un panino per pranzare, onde evitare di rimanere senza forze sotto il caldo sole dell’una del pomeriggio, e passiamo dalle ciabattine da mare alle scarpe da trekking, ancora piene di sabbia proveniente dall’Etna.
La scalata è abbastanza accessibile, in un’oretta arriverete in cima. La prima parte è la più tosta, in quanto la strada è molto ripida e sabbiosa… Tanto sabbiosa. La cosa più faticosa è stata infatti lo sprofondare nella sabbia e riemergere per proseguire con le falcate. Non perdetevi d’animo però! Ce la farete, proprio come me! Ho seriamente pensato che non ce l’avrei fatta, sotto il sole, una faticaccia! Ogni tre per due dovevo fermarmi e bere (mi raccomando tanta acqua e integratori tipo Gatorade), e Ale doveva sopportare i miei continui “amore, non ce la faccio, non ce la faccio”. Invece ce l’ho fatta, ed arrivare in cima al gran cratere è una cosa STUPENDA! Il cratere apparirà improvvisamente lì, sotto di voi, in tutta la sua grandezza. Le fumarole vi lasceranno a bocca aperta (tenetela però chiusa pechè la puzza che emanano è tremenda!!). Un paesaggio spaziale favoloso, tutto giallo, giallo, zolfo, rosso, magnesio. Incredibile. In cima al cratere ci siamo solo io ed Ale, che ci assaporiamo felici il vulcano e la bellissima vista che da lì sopra si ha su tutte le isole… Che spettacolo! Poco dopo ci raggiunge Patrick, un simpaticissimo signore Irlandese in vacanza in Italia per studiare la lingua. Parliamo un pò delle Isole (gli insegno ad una ad una i nomi delle isole che ci contornano), scattiamo un sacco di foto, e ci riposiamo insieme. Un’esperienza bellissima, ed è per questo che consiglio a tutti di farla (portate con voi anche una sorta di fazzoletto da inzuppare d’acqua nel caso in cui il vento tiri troppo forte e il gas delle fumarole sia troppo pesante, da poter mettere su naso e bocca). Dimenticavo di dirvi che per procedere con la scalata, bisognerà pagare un ingresso al chioschetto ai piedi del vulcano di 3,00 € a testa. Spendibili direi! Iniziamo la discesa (sicuramente più facile e veloce) soddisfatti, sporchi (la sabbia oltre ad aver trasformato le nostre scarpe colorate in scarpe totalmente grigie, si è presa possesso anche delle nostre gambe), e con una gran voglia di tuffarci in mare! Torniamo quindi verso il porto per poi procedere verso la Spiaggia delle Sabbie Nere. Passiamo di fronte alla zona “termale” dei fanghi sulfurei, e la puzza diventa veramente irrespirabile. Mi domando come la gente faccia ad immergersi in quella puzza tremenda, io non riuscivo veramente a respirare! Però va bhè, non siamo tutti uguali grazie al cielo! Pochi minuti dopo ci ritroviamo in spiaggia, anche qui tutta nera nera come a Stromboli, e in men che non si dica io mi butto in acqua. Il mare in questa zona non è per niente un gran chè… La sabbia nera risale in superficie, ed il mare non è tanto invitante.
Alle 17.30 ci ritroviamo tutti al porto per tornare a Lipari. Prima o poi tornerò a Vulcano a riprendermi il pezzettino di cuore lasciato sul Gran Cratere.
Il giorno seguente ci eravamo accordati con Mariano per il noleggio della barca. Purtroppo il mio povero Ale non si sente bene, e siamo costretti a disdire. Mariano come ho già detto è una persona gentilissima, e ci dice quindi di non preoccuparci che lo prenderemo se ci va il giorno seguente.
La mattinata io la passo in giro per farmacie, Ale chiuso in bagno. A pranzo mangiamo un riso in bianco, nella speranza che Ale si senta meglio… Fortunatamente così sarà! Decidiamo quindi di sfruttare il pomeriggio visitando Salina. Arriviamo al porto degli aliscafi, chiediamo due biglietti per Salina, ed il Signore della Siremar ci fà presente che andando sull’isola rischiamo di non riuscire più a tornare indietro, in quanto il vento è troppo forte e gli aliscafi potrebbero smettere di circolare… Riflettiamo un pò sul da farsi, e alla fine decidiamo di non rischiare.
Riaffittiamo quindi lo scooter per andare a fare un bagnetto in giro per Lipari, chiedendo alla gentile proprietaria di “Da Luigi” se possiamo tenerlo anche la sera, riportandolo la mattina dopo entro le 9. Lei ci dice di si, al solito prezzo di 15 €. La giornata (sicuramente anche grazie al vento) è una girornata stupenda. Il cielo è così terso che anche Alicudi e Filicudi sembrano vicine, a portata di mano.
Intorno alle 18.00 torniamo a casa perchè il vento è fresco, ed in scooter iniziamo a sentire molto freddo. Ci fermiamo a fare un pò di foto dal belvedere di Quattrocchi (stupendo) e giù a vestirci! Usciamo di casa con la giacca a vento e i pantaloni lunghi… Ridiamo guardando la gente che torna dal mare in costume e noi così conciati… Il nostro obiettivo in questo momento è uno solo però: correre verso la strada per QuattroPani e immortalare il sole calare tra Alicudi e Filicudi. Arriviamo in tempo ed assistiamo ad un tramonto da brivido. Il sole è una palla infuocata che colora il cielo di arancione, un arancione fortissimo. Piano piano scende, scende verso il mare, facendosi strada tra le due piccole isole lontane. Uno spettacolo da mozzare il fiato. Scattiamo foto a go-go e ci sentiamo fortunati davanti a tanta bellezza, di nuovo. Le Eolie sono uno spettacolo continuo della natura, che si manifesta in ogni dove. Quando il sole sparisce dietro ad Alicudi e Filicudi il cielo si tinge di rosa, di viola, e ingloba Salina in questo spettacolo… I traghetti illuminati colorano il nero del mare.
Dopo questa meraviglia torniamo a casa, ci mangiamo una bella bistecca, facciamo quattro passi per le vie del centro, e stanchi andiamo a letto, aspettando l’indomani per cavalcare le onde con la nostra barchetta! Ci svegliamo alle 6 del mattino con il rombo dei canadair sopra la testa. Scopriremo solo nel tardo pomeriggio che un piccolo incendio ha dato fuoco a una zona interna dell’isola.
Come di consueto facciamo colazione al bar del Sig. Nicola in attesa che arrivi Mariano e che ci dia la nostra tanto attesa barchetta.
Al suo arrivo ci informa che il vento oggi tira da Nord, e che quindi ci conviene rimanere a Lipari, arrivare massimo a Vulcano, più vicina e più riparata, ma evitare Salina. Ci spiega anche che con un motoscafo da 40 cavalli come il nostro è si possibile arrivare fino a Panarea, Stromboli, Alicudi, Filicudi, ma impiegandoci all’incirca un’ora, nella speranza che il mare sia sempre calmo piatto. In pratica, ci sconsiglia di raggiungerle anche nei giorni seguenti.
Felici, ci dirigiamo subito verso la Costa Sud di Lipari, verso i faraglioni di Pietralunga e Pietra Menalda. Il mare è effettivamente piuttosto agitato, prendiamo delle botte da orbi! Ma appena arrivati ai faraglioni ci accorgiamo subito che la zona è nettamente più riparata, e riusciamo finalmente a rilassarci. Il mare è stupendo, la costa di Lipari è bellissima. Ho letto e sentito dire più e più volte che Lipari sia la meno bella delle isole. Io credo sia bellissima. Il suo centro è vivo, la sua costa vulcanica bellissima, con delle alture a strapiombo, faraglioni imponenti, calette incantevoli e tranquill. Ci tuffiamo tra questa acque azzurrine, ci riposiamo, prendiamo il sole sul comodissimo prendisole, e per un giorno interno, ci viviamo al 100% questo magnifico mare. Dopo aver costeggiato la costa di Lipari fino a Punta Palmeto, torniamo indietro in quanto il mare non è più riparato dai venti, e ricominciamo a ballare. Ci dirigiamo dunque verso Vulcano, dove ci tuffiamo nella Piscina di Venere, e sostiamo nuovamente dondolati dalle dolci acque. Ogni caletta è nostra; ci fermiamo per ammirarle e viverne la pace.
Intorno alle 17.30 decidiamo di tornare verso il porto, alle 18.00 abbiamo appuntamento con Mariano. Peccato che lungo la costa la benzina decida di terminare, e piano piano ci avviciniamo sempre di più alla scogliera. Attacchiamo la pompa al secondo serbatoio ma nulla, non riparte… E la scogliera è sempre più vicina, il mare un pò increspato. Ne tiriamo giù di tutti i colori, fino a che il motore non decide di ripartire…
Arrivati al porto Mariano controlla quanta benzina è stata consumata… Ed ecco qui la bella sorpesa! 50,00 €! Rimango un attimo basita. Abbiamo pagato pochissimo il noleggio, ma la benzina diavolo quanto è cara!! Il 9 Settembre decidiamo di prendere l’aliscafo alla volta di Salina.
Salina è l’isola che più mi ha colpito, devo essere sincera. Come ho già detto, Stromboli sapevo sin da subito mi avrebbe fatta emozionare. Così come sapevo a priori che mi sarei innamorata della piccola Alicudi, ma Salina è stata davvero una scoperta. A Salina ho creduto seriamente di essere in Irlanda, a tratti di essere in Norvegia, tra i suoi fiordi, e in alcune zone di essere ai caraibi. La baia di Pollara è unica al mondo, questo cratere sprofondato, vicino di casa di un mare stupendo senza limiti. Per non parlare dell’emozione provata di fronte alla casa nella quale Troisi impersono’ “Il Postino”.
Arrviamo a Salina in mattinata con un aliscafo Siremar, l’andata ci costa 17,60 € (x2). Arriviamo al porto di Santa Marina di Salina e passeggiamo subito per il bellissimo centro colorato. Visitiamo qualche negozietto per poi affittare uno scooter e spostarci in autonomia per l’isola. Un altro modo più economico ed abbastanza comodo per muoversi sull’isola è l’autobus. Salina è dotata di una rete di bus con la quale si può tranquillamente girare tutta l’isola. A Salina scopriamo che gli autonoleggi sono nettamente più cari: paghiamo lo scooter 30 €. Pazienza. Facciamo benzina, e partiamo a bordo della nostra Vespina! Prima sosta a Lingua, con il suo laghetto salato e il suo faro. Ripartiamo alla volta di Malfa, ammirando le colate di lava ed il verde accesissimo dell’isola. Non vedo l’ora di arrivare a Pollara… Semplicemente stupenda. Dopo un bagno nella mitica caletta (sappiate che le scale per arrivarci, al ritorno, saranno devastanti! E poi vi consiglio le scarpette da mare, in quanto è tutto scoglioso e si rischia di scivolare), ripartiamo alla ricerca della casa del Postino. Non c’è un’indicazione, nulla, ma a naso riusciamo a trovarla, e ad ammirarla da lontano. Mentre la osservo rivedo Troisi sulla porta di casa, mentre Neruda e la sua bella ballano sul tipico terrazzino eoliano. Che emozione! Dopo esserci ricomposti ripartiamo alla volta di Rinella. La strada che da Malfa porta a Rinella vi farà passare in mezzo ai due vulcani “gemelli” dell’isola di Salina: il Monte dei Porri ed il Fossa delle Felci. Uno spettacolo! Percorrevamo la strada e mi sentivo ai caraibi! Il verde così folto e acceso che caratterizza questi due vulcani è incredibile! I vigneti di Malvasia sparsi ovunque. Arriviamo a Rinella e decido di farmi un bagno nella spiaggia nera del porto. Il porto degli aliscafi è ad un passo da questa spiaggia, ma l’acqua è di un limpido che è impossibile resisterle! Intorno alle 18.00 prendiamo il traghetto per il rientro.
Decido che Salina è la mia isola del cuore. Tutti tornano dalle Eolie con un’isola del cuore. La mia è lei.
Arrivati a casa cerchiamo di risolvere un problema insidioso: come raggiungere Alicudi e Filicudi. Salina è la mia isola del cuore, ma Alicudi e Filicudi sono quelle che più voglio visitare da quando sono arrivata. L’aliscafo per raggiungerle è veramente caro (intorno ai 20 euro a persona sola andata), e le disponibilità orarie pochissime. O parti al mattino presto (8.00) per tornare intorno alle 16.00, o nulla. E purtroppo questi orari non ti permettono di girarle entrambi in una giornata. Il tempo è troppo poco. Bisognerebbe quindi utilizzare un giorno ad isola, ma si andrebbe a spendere 160 € di aliscafo, più i soldi per effettuare il periplo dell’isola sulla barchetta del pescatore: sicuramente bellissimo, ma forse un pò troppo dispendioso per noi! Decidiamo quindi di affidarci nuovamente al nostro amico Pino, ed ai nostri amici della Paloma! Il giorno seguente ci sarà l’uscita ad Alicudi – Filicudi, e la prenotiamo. Con 25 euro a testa ce la caviamo.
Il giorno seguente quindi ci ritroviamo al porto alle 9.00. Finalmente sto per approdare alle due isole alle quali ho pensato di più durante tutta la vacanza! La piccola Alicudi e la sua vicina di casa, Filicudi.
Il comandante Angelo ed il suo equipaggio ci danno il benvenuto a bordo della Paloma, e partiamo, sempre in prua! Oggi purtroppo delle fastidiose signore cercano di rubare i posti a me ed Ale, spingendo i nostri zaini, i nostri asciugamani, le nostre macchine fotografiche, salendomi sui piedi… Ma siamo in vacanza, quindi facciamo finta di niente proseguendo il viaggio in santa pace! Il viaggio verso Alicudi è lungo, ma sentirsi baciata dal sole e accarezzata dal vento in mezzo al mare ti fà dimenticare la distanza. Arrivati ad Alicudi ci fermiamo subito al porto, dove ci disperdiamo per girare la piccolissima isola. La pace regna sovrana ad Alicudi, se ci si allontana dal gruppo però, che con gridi, risa, lamentele, rompe decisamente la pace e la calma del luogo. Non esistono strade asfaltate sulla piccola isola, solo gradoni utilizzati dalle persone e dagli asini (la fortuna vuole che ne incorociamo uno proprio appena arrivati!). Visitiamo la piccola Chiesa di San Bartolo e ci inerpichiamo su per il piccolo vulcano. Poco più su della casetta dell’Enel, ci fermiamo su una piccola panchina ad ammirare il paesaggio. Il silenzio più totale ci avvolge, una pace… Una vista stupenda. Ci fermiamo qualche minuto in questo angolo di paradiso per poi riscendere verso la Paloma. Abbiamo passato due ore tra le pendici di Alicudi, ed è senza dubbio la più lontana dalla civiltà di tutte le isole. Un posto stupendo, dove poter fare pace con sè stessi. Ho provato ad immaginare il cielo stellato della notte guardato dalla piccola isola… Dev’essere stupendo.
Sulla Paloma iniziamo a costeggiare la piccola isola selvaggia, selvaggia come le sue coste: verdi, curve, morbide. Vediamo l’impressionante Sciara Galera, e la sua punta che si protende in mezzo al mare. Poco lontano dalla Sciara ci fermiamo per un bagno. Mi tuffo nuovamente dalla prua della Paloma nelle limpide acque di Alicudi. Insieme ad un piccolo gruppo di persone arriviamo fino alla spiaggetta bianca sita poco lontano dalla barca. Che pace nuotare in questo mare! Ripartiamo alla volta di Filicudi.
A Filicudi ci fermiamo a mangiare un piatto di pesce “Da Nino”, il ristorantino sul mare proprio sul porto. NON FATELO ASSOLUTAMENTE! Due tranci di pesce con una bottiglia d’acqua ci costeranno ben 50,00 €!!! Un furto! Il locale non è assolutamente un granchè… Sedie di plastica, tavoli di plastica, attesa non breve… Ed il conto ci fa’ quindi imbestialire. Ci alziamo cercando di sfogare la rabbia sulla salita per Capo Graziano. La salita non necessita scarpe da trekking, io la faccio in infradito. Arriviamo fino in cima, dove ammiriamo le fondamenta delle capanne del villaggio di Capo Graziano (3000 a.C. Circa). La vista da qui sopra è spettacolare, inutile dirlo. Non facciamo in tempo a visitare Pecorini a Mare (lo costeggeremo solo in barca questo piccolo borgo di pescatori), perchè si fa’ presto l’ora di tornare in barca. Sappiate che anche a Filicudi c’è la possibilità di utilizzare un bus di linea per girare l’entroterra.
Faremo un ultimo bagno lungo la costa di Filicudi, per poi puntare la prua verso casa. Una volta giunti a Lipari andiamo subito a prenotare due posti sul pulmino che domenica ci accompagnerà dal porto di Milazzo fino all’aeroporto di Catania. Per 35 € a testa a Milazzo troverete un signore con cartellone giallo incluso, che vi attenderà per accompagnarvi comodamente in aeroporto. Il servizio lo abbiamo prenotato all’agenzia “Reality Travel” di Via Vittorio Emanuele. Sono acquistabili anche via internet, ma abbiamo preferito acquistarli in agenzia.
Il venerdì noleggiamo nuovamente la barca da Mariano. Questa volta il vento ci è amico (per poco), e riusciamo a raggiungere Salina. Salina è più distante rispetto a Vulcano, quindi il tratto di mare “aperto” è più ventoso e lievemente più mosso. Noi, intrepidi, non ci lasciamo scoraggiare, ed arriviamo all’isola. Rimango sempre più colpita dalla sua bellissima costa lavorata. Arriviamo fino a Pollara, e troviamo un mare così mosso da non poterci fermare. Che tristezza. Il vento si fa’ sempre più forte, così decidiamo di tornare sulla costa Sud, più riparata… Proseguendo comunque con il periplo dell’isola. Mentre navighiamo vediamo in lontananza una piccola tromba d’aria, e devo dire che un pò la cosa ci spaventa. Vicino a Lingua buttiamo l’ancora e ci rilassiamo un pò, visto che finalmente siamo coperti dal vento e il mare è calmo.
Quando pensiamo sia il momento migliore per la “traversata” partiamo, arrivando a Lipari senza problemi. Ci fermiamo ancora per un bagno vicino alla bianca spiaggia delle cave di Pomice. Il mare qui è caraibico grazie alla polvere di pomice depositata sul fondale. L’acqua è azzurra azzurra, stupenda! Prendiamo un pò di sole attorniati da barconi a vela e yacht senza fine, per poi tornare al porto di Marina Corta.
Il sabato lo passiamo dormendo l’intera mattinata e visitando il Museo Archeologico il pomeriggio. Diversi padiglioni vi accoglieranno alla scoperta delle isole Eolie e del loro passato/presente. Siamo effettivamente stanchi. Questa vacanza (come tutte le nostre vacanze), è stata impegnativa. La sera prepariamo le valigie e salutiamo il Sig. Antonino, con il quale discutiamo le nostre impressioni.
La domenica lasciamo queste isole stupende, e parto con una domanda fissa nella testa: “Sette sorelle gelose l’una dell’altra o sette sorelle complici che si sono spartite la bellezza?” Questa è la domanda che vi tormenterà al ritorno da queste isole: gioielli nel nostro mar Mediterraneo.