Sentirsi un maldiviano

Siamo appena tornati dal nostro primo viaggio alle Maldive, ed ora possiamo finalmente dire a tutti che è possibile fare una vacanza in questo paradiso senza andare in un villaggio turistico. Il sogno si chiama Casa Barabaru situata nell'isola di Thinadhoo sull'atollo di Vaavu - Felidhoo. E' stata creata da un maldiviano doc nativo dell'isola...
Scritto da: DANIELE E MARTI
sentirsi un maldiviano
Partenza il: 05/01/2009
Ritorno il: 13/01/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Ascolta i podcast
 
Siamo appena tornati dal nostro primo viaggio alle Maldive, ed ora possiamo finalmente dire a tutti che è possibile fare una vacanza in questo paradiso senza andare in un villaggio turistico. Il sogno si chiama Casa Barabaru situata nell’isola di Thinadhoo sull’atollo di Vaavu – Felidhoo. E’ stata creata da un maldiviano doc nativo dell’isola Mongi che ha vissuto 8 anni in Italia e sua moglie modenese doc Elisa, che hanno costruito una casa vacanza con solo due camere su un’isola fino ad ora chiusa ai turisti dove vivono circa 20 maldiviani e che quindi è inconataminata dal punto di vista turistico e di natura.

E’ inutile dirvi che il mare è bellissimo e la barriera corallina ancora sconosciuta ad i sub e quindi intatta e piena di pesci e coralli.

Ma partiamo dall’inizio, siamo partiti da Milano Malpensa con un volo eurofly diretto per Male (circa 800 euro a persona) in perfetto orario (miracolo), in una gelata giornata di gennaio.

Arrivati a Male ci aspettavano 30 gradi di temperatura, un sole ed un mare magnifico e Ibe, il fratello di Mongi, con una barca veloce che in un’ora e mezzo (mare permettendo perchè al ritorno abbiamo impiegato due ore e mezzo a causa delle onde) ci ha portato verso il paradiso.

Appena arrivati abbiamo preso possesso della nostra camera in stile etnico con il letto in legno di palma di cocco, tutto costruito da Mongi e Bode (un maldiviano simpaticissimo tuttofare dell’isola ed ottimo suonatore di tamburi e ballerino). L’affitto della camera è costato circa 650 euro a persona più 35 dollari il giorno da pagare in loco per il servizio all inclusive (bevande e cibo).

Incluso nel prezzo c’è l’utilizzo di due dhoni (barche tipiche maldiviane) sempre a nostra disposizione per escursioni, snorkling e pesca.

Nel villaggio, che è abitata solo da maldiviani, bisogna stare alle regole mussulmane, quindi niente alcool, e le donne devono avere spalle e gambe fino al ginocchio coperte, ma avevamo a disposizione circa metà dell’isola (una bellissima e deserta spiaggia con un reef meraglioso dove praticamente eravamo sempre soli io e mia moglie) e le barche dove potersi mettere in costume. Sinceramente la cosa non ci ha disturbato ed Elisa ci ha spiegato che è soltanto una forma di rispetto verso gli abitanti, che sono stati ospitali e tolleranti oltre ogni nostra immaginazione.

Premesso questo vogliamo subito dire che Mongi ed Elisa ci hanno subito fatti sentire come degli amici e non dei clienti, offrendoci un servizio da resort extralusso, sono sempre stati a nostra disposizione per qualsiasi cosa.

Insieme a noi per i primi tre giorni c’era un’altra coppia di Correggio, Claudia e Roberto con due splendidi bambini Riccardo e Carlotta con i quali abbiamo subito fatto amicizia.

Abbiamo passato giornate indimenticabili su lembi di sabbia che spuntano in mezzo all’oceano indiano, dove gli aironi sembrano rilassarsi e godersi le meraviglie del posto mentre pescano, delle vere e proprie piscine naturali che compaiono durante la bassa marea e scompaiono durante l’alta (l’avevamo soprannominata l’isola che non c’è).

Il fondale è ricco di qualsiasi tipo di pesce, dal pesce pagliaccio al napoleone al chirurgo, carangidi, acquile di mare, pesci pappagallo, pesci balestra, coralli di tutti i tipi e colori e tuffarsi in quel mare cristallino è come entrare in un acquario.

Per gli amanti della pesca (come me) è un vero paradiso, il pescatore che ci ha accompagniato Ibrahim alias Tuttoben, è un pescatore esperto che conosce tutte le zone e mi ha permesso di prendere dei Giant Trevally e dei Bluefin Trevally sopra i 10 kg a spinning, mi ha fatto fare traina ai tonni e il bolentino di notte.

Tutto il pesce pescato veniva cucinato in maniera ottima (siamo tornati ingrassati a mangiare solo pesce…) da Zuna la sorella di Mongi, che oltre al pesce ci ha fatto conoscere alcuni piatti della cucina maldiviana veramente notevoli.

Voglio tornare a ribadire che non siamo stati affatto disturbati,dalle regole dell’isola,anzi i maldiviani continuavano a chiederci il permesso di fare alcune cose, come prendere parte alle feste danzanti che venivono svolte per noi, e piu’di una volta ,noi abbiamo chiesto loro di fare grigliate insieme. La spiaggia a nostra disposizione,circa la meta’ dell’isola,era meravigliosamente naturale,piena di coralli ,stelle marine e conchiglie, che il mare depositava tutte le notti,e che io continuavo ad ammirare sognandomele in Italia nella mia camera,ma e’ rimasto solo un sogno….

Ogni mattina Mongi ci chiedeva che cosa volessimo fare il giorno, snorkeling, pesca, immersioni, relax, visitare l’isola disabitata davanti a noi,oppure andare a comprare qualche souvenirs nella capitale dell’atollo.

Be che aggiungere siamo veramente stati bene e non vediamo l’ora di tornare.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche