Senegal un sogno che si avvera. Il ritorno
Ci riconoscerete,Alessia e Federica,le 2 senegalesi bianche come i nostri amici africani ci definiscono e ne andiamo fiere.
Abbiamo visitato il Senegal a maggio 2004 e da allora il nostro chiodo fisso era tornarci..Ce l’abbiamo fatta!!! 7 gennaio 2005, un giorno indimenticabile! Lasciamo la nebbia che avvolge l’Italia e l’aereoporto di Bologna e quando mettiamo piede in suolo africano la sensazione del nostro ritorno e’ indescrivibile..
Il clima e’ piacevolissimo,caldo ma secco, con una leggera brezza.
Il profumo dell’Africa aleggia nell’aria gia’ uscite dall’aereoporto di Dakar, la capitale.
Per arrivare al nostro hotelci sono 2 ore di tragitto in autobus.
C’e’ infatti solo una strada che collega Dakar fino alla zona turistica di Saly, dove siamo dirette.
Il traffico qui e’ sempre a livelli esasperanti,un fiume di vetture,taxi, autotreni di tutte le dimensioni,calessi trainati da cavalli e centinaia di persone nei loro abiti colorati lungo le strade che vendono le loro mercanzie in mezzo a gruppi di pecore e montoni.
Arriviamo al villaggio giusto per lasciare i bagagli perche’ ci sono alcuni vecchi amici che gia’ ci aspettano per salutarci.
E cosi’ ce ne torniamo a M’bour,il paese vicino alla localita’ turistica dove si trova il club in cui alloggiamo.
Camminiamo nei mercati in mezzo a tante persone e bambini e le solite emozioni ritornano.. .La gente non e’ cambiata e tutto e’ ancora piu’ bello.
Ci siamo imposte di vivere ancora piu’ da vicino la realta’ africana questa volta, quindi non passeremo i nostri preziosi giorni in mezzo a turisti e chiuse nell’hotel.
Il giorno successivo sfruttiamo la gentile ”teranga” senegalese, la famosa ospitalita’ e andiamo a prendere il rinomato the’ alla menta da alcuni amici.
La loro casa e’ al secondo piano, con una bella vista sulla citta’ di M’bour e sul cortile dove scorrazzano tanti bambini e le pecore belano!Alcuni micini dormono tranquilli sui tetti delle casette locali.
Vedere il tramonto da qui ti mette gia’ nostalgia.
Il tempo vola, e noi ne facciamo piu’ economia possibile ,cercando di non perdere nemmeno un prezioso minuto.
Il terzo giorno e’ l’unico in cui vedremo il sole dalla spiaggia.Una passeggiata lungomare, accompagnate da donne, bimbi e ragazzi dei villaggi locali vicino al nostro hotel.
La spiaggia e’ lunga, ampia e dorata..Le palme la incorniciano insieme a grandissimi baobab, una meraviglia.
Il mare e’ freddo, ma piatto e calmo; i piu’ coraggiosi fanno il bagno compiaciuti! La sera le discoteche a Saly e M’bour sono molto carine,con musica tipica divertente.
Quarto giorno La nostra prima vera escursione fai da te ci porta a Thies, il vero motivo della nostra visita qui e’ incontrare un amico italiano che da due mesi si e’ trasferito e vive qui. Prima di incontrare lui, con la nostra auto noleggiata visitiamo il vecchio mercato..Tanto straripante di vita e colori da non farci pentire di esserci venute.
Thies e’ una citta’ abbastanza vicina a Saly e in meno di un’ora ci siamo gia’.
La strada da percorrere poi e’ in buonissime condizioni e taglia in due vallate piene di baobab.
Al mercato di Thies compriamo alcune cassette di musica tipica senegalese.Purtroppo dobbiamo trattenerci dallo scattare fotografie, la gente non vuole e ahime’! dobbiamo rispettare le loro abitudini..Che tristezza pero’ se ripenso a quanti scatti meravigliosi ci siamo perse! Quando incontriamo il nostro amico Marco lui ci conferma quello che gia’ immaginavamo…E’ bellissimo vivere qui, i ritmi sono molto diversi, ma una volta che entri nell’ottica di vita africana e hai un minimo di spirito di adattamento vivi molto meglio e sei piu’ rilassato..Sicuramente non conosci lo stress! Chissa’ che un giorno non sia possibile anche per me e Federica..
A Thies ci accompagnano 2 amici, grazie a loro e’anche piu’ facile infilarsi in angoli piu’ inesplorati dai turisti! Sulla via del ritorno ci fermiamo a M’bour in un ristorante tipico, locale..Le uniche tubap (bianche), siamo noi! Una piccola stanza con alcune panche rivestite di pelle, alcuni tavoli e sedie di plastica ed ecco il ristorante piu’ carino che ci sia! Legati al soffitto ci sono ancora i festoni del passato Natale..
Mangiamo riso con salsa yassa e pollo,mentre noi protestiamo perche’ vogliamo bere acqua normale e i nostri amici non ce lo permettono prendendo acqua imbottigliata.
In seguito ci rechiamo a casa del nostro amico dove facciamo le foto con tutti i suoi fratellini e famiglia.
Ci si sente come a casa nostra .
11 gennaio Oggi siamo invitate a pranzo dalla famiglia Diallo, pranzo tipico senegalese a base di tieboudienne, riso con pesce,verdure e legumi..Noi siamo le ospiti d’onore e mangiamo solo con gli adulti della famiglia, i bambini farebbero troppa confusione! Noi non vogliamo fare la parte delle turiste e quindi chiediamo se possiamo mangiare alla senegalese..Tutti nella solita pentola e con le mani! Loro ci chiedono di mangiare con il cucchiaio, che ovviamente rifiutiamo.
Sui loro occhi vediamo che hanno apprezzato il nostro gesto e noi ci sentiamo come a casa nostra ,infatti ci dicono che non siamo turiste, ma membri della famiglia. La nostra gioia e’ immensa. E cosi’ mangiamo con le mani, sbrodolando un po’ da tutte le parti, comunque che soddisfazione!! Passiamo il pomeriggio a giocare con i bellissimi bambini, di loro ci colpisce il fatto che per l’eta’ che hanno sono molto maturi e ubbidienti, un’educazione impensabile! Addirittura ci cedono il posto sulla sedia…
Verso il tramonto ci raggiunge un altro amico e insieme andiamo in un negozietto alla periferia di M’bour, vogliamo comprare i tipici anelli e bracciali d’argento senegalesi.
Mentre aspettiamo che l’artigiano prepari su misura quanto abbiamo richiesto, io e Federica diventiamo lo spettacolo per decine di bambini che si avvicinano prima timorosi poi per niente timidi..
Due bianche in questo paese e’ una novita’ che non capita spesso…Alcuni ci toccano i capelli, ci accarezzano la pelle, le bambine specialmente sono le piu’ curiose.
Scattiamo delle foto e la loro contentezza e’ talmente grande da stringerci il cuore.
Passano circa 20 minuti in questo modo, e quando e’ il momento di ripartire una bambina ci chiede un bacio. Come rifiutarlo? E’ un piacere immenso! E cosi’, decine e decine di bambini si mettono in fila per avere ognuno i loro baci! Alcuni anche la seconda volta! Si riparte per Saly…Con un nodo in gola! 12 Gennaio Ci svegliamo prima dell’alba, destinazione Saint Louis.
Gia’ dalla nostra prima vacanza qui desideravamo visitare l’antica capitale del Senegal, che si trova nell’estremo nord del paese, al confine con la Mauritania, ma essendo lontana 4 ore di macchina avevamo rinunciato.
Non stavolta.
L’alba e’ bellissima il sole spunta dall’orizzonte delle foreste di baobab e noi percorriamo la striscia d’asfalto che divide in due la savana.
La vita comincia frenetica gia’ nelle prime ore della mattina, incrociamo donne che portano voluminose ceste in testa, alcuni gruppi di mucche al seguito del loro pastore, calessi che trasportano mercanzie ecc..Ecc..
Anche oggi abbiamo noleggiato la macchina e i nostri amici ci fanno da guida.
Nelle 4 ore di cammino per Saint Louis passiamo per paesaggi e villaggi diversi bellissimi, ti riempiono gli occhi, e non vorresti mai chiuderli..Una cosa che non mi era mai successa, a volte rinuncio a fotografarli per non perdermi questi spettacoli.
Arrivati alla porta della citta’ uno dei nostri amici, che spesso porta turisti a Saint Louis, decide di allungare un po’ il percorso per portarci a visitare la riserva Djoudj.
2 ore di auto nelle piste della savana, alcune anche rese famose dalla Parigi Dakar, nelle quali vediamo diversi animali, tra cui i facoceri.
Alla riserva si accede pagando un ”pedaggio” per la macchina e poi si fa il giro in piroga lungo il fiume. Una riserva da documentario, centinaia di pellicani enormi che ci passano davanti, coccodrilli coi cuccioli, varie specie di uccelli, e tappeti di ninfee da fiori lilla che galleggiano sul fiume e che noi attraversiamo piano con la piroga.
Questo viaggio di diverse ore in macchina e’ appagato gia’ al massimo da questo, ma quando ci troviamo a Saint Louis veramente non c’e’ niente di piu’ bello che i nostri occhi potevano vedere! Alla citta’ si accede tramite un bellissimo ponte, poi lasciamo la macchina per girarla in calesse, ma prima pranziamo in un ristorante in una stradina colorata.
Saint Louis e’ una citta’ tipo coloniale, tutta colorata, direttamente sul mare.Si vede che molti edifici sono antichi e in stile coloniale e si snoda in tantissime piccole viuzze, zeppe di vita, negozietti e mercati.
C’e’ la zona dove si essicca il pesce e una spiaggia dalla quale si puo’ persino scorgere il confine con la Mauritania.
Ci sono tante barche tirate in secca sulla spiaggia..Il paesaggio e’ da favola.Vedere poi il tramonto che piano piano scende sulla citta’ ti fa capire di essere davvero in un altro mondo.
Saint Louis e’ davvero la citta’ piu’ bella del Senegal che abbiamo visto, e’ un po’ diversa da tutto il resto.
Quando si riparte per Saly e’ gia’ buio.
Durante il tragitto la nostra guida si ferma in un paese sperduto di cui ancora ignoriamo il nome.
Io e Federica restiamo in macchina e piano piano tutto intorno a noi iniziano ad arrivare i bimbi curiosi.
Regalo loro alcune matite e non appena apro lo sportello della macchina mi vengono vicino.
In un’aia polverosa alcune signore osservano la scena e una di loro dopo alcuni minuti mi fa portare una bambina piccolissima da una bimba che me la da in braccio.
Avra’ 2 mesi, e’ piccolissima e di una bellezza indescrivibile, con la pelle di velluto, mi guarda con 2 occhi grandissimi . Me la coccolo un po’ mentre la signora mi dice :”tu sei sua madre!” Non vorrei mai lasciarla ma sono costretta e ho gia’ una pietra sullo stomaco.
Quando restituisco la piccolina, noto una bimba che da un po’ mi osservava seria e fissa e stava vicinissima a me senza staccarmi gli occhi di dosso.
Ho un colpo al cuore e d’impulso le prendo il viso tra le mani e le do 2 baci.
La sua reazione mi commuove perche’ mi guarda e si avvicina di piu’, come per averne un altro.Prontamente le do un altro bacio.
Un saluto dobbiamo ripartire…Nelle ore seguenti del viaggio di ritorno,mentre Federica dorme, io guardo i paesi di passaggio in silenzio con le lacrime agli occhi senza parlare mai.
Uno dei nostri amici, Mansour, mi chiede spesso se sto bene e che cosa mi stia succedendo.Piu’ volte gli rispondo: ti e’ mai successo di vedere qualcosa di cosi’ bello da non poter piu’ parlare ? E lui mi guarda, ride, scuote la testa e si concentra di nuovo sulla guida.
In hotel rientriamo tardi, e’ ora di andare a letto e saltiamo anche la cena, tanto non abbiamo fame.
Giovedi 13 gennaio E’ il nostro ultimo giorno qui.. Io salto colazione e pranzo, inizio ad avere i sintomi pre-partenza e sto gia’ male.
Le ore della mattina le passiamo sulla spiaggia facendo una passeggiata, di pomeriggio passiamo ancora qualche ora coi bambini della famiglia Diallo, mentre la madre fa le trecce a Federica io osservo bene tutto quello che mi sta intorno per immagazzinare fino al piu’ piccolo dei particolari.
Al tramonto e’ ora di rientrare in hotel e piano piano cominciamo a salutare tutti i piccoli che in questa settimana sono stati sempre con noi.
Un bacio a tutti, mentre alcuni cominciano a piangere.
Il nostro amico Baba, per evitare che cominci a piangere anche io, mi prende in braccio di peso e mi porta al taxi.
Ripartiamo cosi’ per l’hotel.
Caso strano, conosciamo molti italiani proprio in questa ultima sera che ceniamo in hotel, tutti ci dicono che e’ la prima volta che ci vedono, pensano che siamo appena arrivate! A noi viene da ridere, in una settimana abbiamo passato pochissime ore in hotel, il Volando Club Royal Saly, anche molto carino.
Ma va bene cosi’! E cosi’ arriva in un soffio anche la mattina del 14 gennaio…Salutiamo i nostri amici, mentre Fede piange io non verso neanche una lacrima. Sono bloccata, non riesco a credere che e’ gia’ ora di partire. Salutiamo tutti, un pranzo veloce e l’autobus ci aspetta gia’.
Per la strada verso l’aereoporto di Dakar, circa 2 ore, riguardo gli stessi paesaggi e villaggi di quando 8 giorni prima eravamo arrivate.
Capisco che il mal d’Africa e’ davvero una malattia inguaribile.
Di questo paese ci manchera’ tutto, oramai fa parte di noi come un tatuaggio stampato sulla pelle… Non si possono scordare gli occhi dei dolcissimi bimbi, l’ospitalita’ di quella gente…I paesaggi sconfinati…Il nostro Senegal. Alessia e Federica